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Resoconto della seduta n. 79 del 14/10/2020

LXXIX Seduta

Mercoledì 14 ottobre 2020

(ANTIMERIDIANA)

Presidenza del Presidente Michele Pais

Indi

del Vicepresidente Giovanni Satta

Indi

del Presidente Michele Pais

La seduta è aperta alle ore 10 e 54.

MELE ANNALISA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta del 12 agosto 2020 (73), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Giampiero Comandini, Roberto Deriu e Diego Loi hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 14 ottobre 2020.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Risposta scritta a interrogazioni

PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle interrogazioni numero 651 (Risposta scritta pervenuta il 2 ottobre 2020).

Numero 119, 141, 472 (Risposta scritta pervenuta il 9 ottobre 2020).

Annunzio di presentazione di proposte di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le proposte di legge numero 211, 212, 213.

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

MELE ANNALISA, Segretaria. Sono state presentate le interrogazioni numero 670, 672, 673, 674, 675, 676, 677, 678, 679, 680, 681, 682, 683, 684, 685, 686, 687, 688, 689. 690, 691, 692, 693.

Annunzio di interpellanza

PRESIDENTE. Si dia annunzio dell'interpellanza pervenuta alla Presidenza.

MELE ANNALISA, Segretaria. È stata presentata l'interpellanza numero 128.

Annunzio di mozioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.

MELE ANNALISA, Segretaria. Sono state presentate le mozioni numero 340, 341, 342, 343, 344, 345, 346.

PRESIDENTE. Grazie signor Segretario, adesso facciamo… onorevole Cocco, vedo che lei è sull'ordine dei lavori, però le anticipo già che vorrei sospendere il Consiglio per fare una Conferenza dei Capigruppo… prego certo.

Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (LEU). No per ricordare a me stesso, all'Aula e anche all'assessore Nieddu per quello che può essere di sua competenza, che fra qualche giorno si svolgeranno le elezioni in 156 Comuni della Sardegna. Sappiamo purtroppo che a oggi più di 3000 persone risultano in isolamento domiciliare tra positivi e contatti diretti o indiretti. Per cui io vorrei capire in che maniera la Regione si vuole muovere per proporre dei modelli organizzativi per garantire il voto domiciliare, perché è chiaro che in queste condizioni nei tanti Comuni dove si vota con un'unica lista presentata e soprattutto nei piccoli Comuni la dinamica elettorale potrebbe essere alterata. Quindi io chiedo, e lo chiedo a tutti i colleghi, perché è un problema che riguarda tutti, che si faccia il possibile perché in tempi brevi si predispongano le modalità per poter garantire il voto a domicilio. Le dico questo perché ad oggi, nonostante entro il 5 di ottobre dovessero essere predisposti i moduli anche per garantire il voto domiciliare anche ai non positivi, non sono state nominate nei territori le persone, i medici di riferimento per cui è slittato anche quel termine e quindi ci troviamo in questo momento nell'impossibilità di poter svolgere la votazione a domicilio sia per i positivi, sia per chi è in isolamento domiciliare e anche per chi è impossibilitato a potersi recare nei seggi comunali per esprimere il proprio voto, grazie.

PRESIDENTE. Grazie onorevole Cocco, il Consiglio è sospeso per qualche minuto per tenere una Conferenza dei Capigruppo. Il Consiglio è sospeso.

(La seduta, sospesa alle ore 11 e 02, viene ripresa alle ore 11 e 23.)

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori dell'Aula, prego i colleghi consiglieri di prendere posto nei loro banchi.

Comunico che, con nota 7 ottobre 2020, il Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle ha nominato il consigliere regionale onorevole Michele Ciusa presidente del Gruppo, e il consigliere regionale Roberto Franco Michele Li Gioi vicepresidente. Auguri e buon lavoro.

Discussione della mozione Lai - Cocco - Ganau - Comandini - Corrias - Deriu - Meloni - Moriconi - Pinna - Piscedda - Agus - Caddeo - Loi - Orrù - Piu - Satta Gian Franco - Stara - Zedda Massimo - Manca Desiré Alma - Ciusa - Li Gioi - Solinas Alessandro - Cuccu sulla grave situazione di criticità in cui versa il sistema sanitario della Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento. (338)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 338, e le mozioni che risultano assorbite numero 336, 335, 328, 320, 316, 306, 296, 291, 289, 284, 266, 265, 264, 217, 200, 197 e 193.

Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla

LAI EUGENIO (LEU). Grazie Presidente, Assessore, onorevole colleghe e colleghi. La prima considerazione che mi verrebbe oggi da fare, in una giornata dove si discute un tema così importante per i sardi, è l'assenza del presidente Solinas, la solitudine con cui l'Assessore della sanità vivrà questa discussione, e non è una novità purtroppo. Però, badate, noi non siamo qui oggi come opposizioni a creare allarmismo, a creare terrorismo, cose per le quali siamo stati accusati in queste settimane, in questi mesi, noi siamo qui perché siamo preoccupati, così come tanti consiglieri della maggioranza, così come tanti sardi, per la situazione che la nostra isola sta vivendo in termini di contagi del Covid e in termini di servizi sanitari. È di ieri il dato più preoccupante, il dato più alto dall'inizio della pandemia in Sardegna, 157 contagi, e diceva prima l'onorevole Cocco più di 3000 persone in isolamento domiciliare. È un tema che sicuramente non è da sottovalutare, è un tema dove non si può trovare scontro, divisioni politiche, ma si deve provare a trovare unità nell'interesse dei sardi. Poco importa oggi provare a dare le responsabilità al Governo, a Tizio, a Caio, ai sindaci che vengono accusati, anche da lei, Assessore, di mancanza di controllo, alla vecchia riforma sanitaria, così come faranno o hanno tentato di fare alcuni consiglieri regionali questa mattina sugli organi di stampa. Importa invece affrontare i temi reali che stanno a cuore ai sardi, e in particolare sono due, il tema della gestione dell'emergenza pandemica dovuta al Covid-19 e il tema dell'ordinarietà della sanità, con i dati allarmanti che ci sono stati posti anche dal tribunale del malato, con 1,2 milioni di visite specialistiche ambulatoriali sospese, ed è un tema che è aggiornato al 2019, perché probabilmente se fosse aggiornato ai giorni odierni il dato sarebbe ancora più preoccupante. Anche qui, scaricare le responsabilità può aiutare a pulire la coscienza di taluni, ma non a risollevare il sistema sanitario. Non sarà utile ai sardi, e non vogliono neanche caderci io per primo nella tentazione di porre questa discussione in termini di mero scontro politico tra le parti, il solito teatrino tra destra e sinistra: "È colpa tua, no, è colpa tua, c'eri prima tu o c'era prima l'altro", ma sarà utile affrontare questo tema sanitario in maniera estremamente responsabile, la stessa responsabilità, la stessa coscienza civica che tutti i consiglieri di opposizione hanno dimostrato fino ad oggi ponendosi in una fase di collaborazione nei confronti dell'attuale maggioranza. Sarebbe stato semplice anche in questo caso fare come fa qualche leader nazionale, alzare il tiro, dire che si potrebbe fare di più, si potrebbe fare meglio, dovreste fare così o dovreste fare cosà, la verità è che è una situazione estremamente difficile, è difficile per voi, è difficile per il Governo, ed è difficile per i sindaci che sono in prima linea. Però la responsabilità che questa opposizione ha dimostrato durante questi mesi ha consentito l'approvazione del bilancio, ha consentito di spendere quelle determinate risorse per affrontare l'emergenza Covid e ha consentito di approvare tante disposizioni che sono state utili ai sardi. Ed è per questo che anche oggi ci vogliamo porre in quella stessa ottica, nell'ottica della responsabilità del Consiglio, nell'ottica di dire alla Giunta, se fosse stato presente il Presidente l'avremmo detto anche a lui, di uscire dall'isolamento, uscire dalle decisioni solitarie che lamentano sia consiglieri di opposizione sia consiglieri di maggioranza, che lamentano i sindaci con le continue lettere d'appello che vengono fatte anche nei suoi confronti, che lamentano i cittadini sardi. E allora serve un confronto, serve un confronto reale che consenta alla Giunta di dibattere con le Commissioni competenti, con l'Aula, con i sindaci, con gli operatori sanitari quali siano le soluzioni più idonee ad affrontare il tema che i sardi hanno più a cuore in questo momento, la propria salute, la propria salute, e il secondo punto, il tracollo dell'economia, che non dobbiamo consentire.

Assessore, è inutile che continuiamo a dire che è tutto sotto controllo ed è tutto ok. No, non è vero, non è tutto sotto controllo, non è tutto ok, i problemi della sanità sono tanti, sicuramente non sono semplici da affrontare, alcuni sono atavici, altri invece sono peggiorati nel corso di questa pandemia, nel corso della vostra gestione. Ed è di qualche giorno fa anche l'appello della giovane mamma che è residente a Fonni, che sottolineava come nel suo caso fosse mancata l'assistenza anche nel corso della pandemia, fossero mancate anche quelle telefonate quotidiane che dovrebbero essere effettuate da parte della sanità pubblica. Ma non è solo la giovane mamma di Fonni che lamenta la mancata assistenza, la coppia di Isili, che denunciava il fatto che sono stati persi i tamponi, il fatto che in tutti i nostri Comuni, basterebbe chiedere ai sindaci, gli esiti arrivano talvolta dopo settimane, il fatto che una giovane mamma di Meana deve denunciare il fatto che manca il pediatra nel suo paese per far tornare la propria bambina a scuola. Questi sono i temi, Assessore, che vorremmo che si discutessero quest'oggi, insieme a quelli naturalmente della gestione straordinaria ed ordinaria di questa emergenza, perché non è pensabile che la sanità si stia basando sempre di più sul censo delle persone e meno sull'accesso che dovrebbe essere obbligatorio, che dovrebbe essere un diritto dei cittadini sardi. Perché, vede, basterebbe chiamare il CUP in questi giorni per capire quanto tempo d'attesa per qualsiasi tipo di visita viene citato, viene detto ad una persona che ha dei problemi sanitari, e successivamente basterebbe contattare uno studio privato per dire quanto invece costa la stessa visita, farla però con un tempo che non si aggira intorno all'anno, ma si aggira intorno a uno, due giorni. Io credo che, così come sono riusciti i privati, così come sono riuscite altre Regioni d'Italia, i nostri ospedali devono garantire l'assistenza primaria su tutte le altre visite che non siano Covid durante l'anno, non è possibile blindare gli ospedali e aspettare che qualcuno muoia di altre patologie rispetto al Covid. Parlavo delle liste d'attesa, liste d'attesa che sono 1,2 milioni di visite in arretrato, l'ho detto in precedenza, ad aprile 2019 l'ultimo aggiornamento, ed è indubbio che il prossimo sarà ancora peggiore. Nel 2019, c'erano tre mesi di tempo d'attesa per una visita oculistica, oggi arrivano a 5-6 mesi, una colonscopia sei mesi nel 2019, oggi oltre 12 mesi, una mammografia, che è il tema della prevenzione, anche nei confronti del rispetto che dobbiamo nei confronti delle nostre mamme, delle nostre mogli, dalle nostre figlie, dai 7-8 mesi del 2019 a oltre un anno nel 2020. Ma questi sono solo alcuni degli esempi, Assessore, perché basterebbe chiamare, lo potrebbe fare chiunque di noi, anche in diretta streaming in questo Consiglio regionale, al CUP per capire quanto tempo d'attesa debbono avere i malati sardi. Ebbene, nessuna visita specialistica è all'interno dei tempi dei tetti massimi previsti dai protocolli del Ministero della salute, e io mi auguro che ci smentirà oggi, ma la Sardegna è l'unica Regione d'Italia che non ha ancora presentato al Ministero della salute il Piano straordinario per l'abbattimento delle liste d'attesa, mi auguro che ci smentirà, che ci dirà che è solo una bufala dei giornali. ma io non credo sia così. Sul Covid; sul Covid gli articoli di questi giorni, e non le opposizioni, non i Sindaci cattivi, come lei li definisce, ci dicono che la situazione è estremamente preoccupante, che i posti letto di terapia intensiva, nonostante i protocolli che lei ha deliberato e che la Giunta ha deliberato negli scorsi mesi, arrivano in ritardo, perché tra il dire e il fare ci sono sempre quei pazienti che attendono nel Pronto soccorso, e negli ultimi mesi è già successo due volte, due volte! Possiamo far finta di niente? No! Dobbiamo essere citati, o i cittadini, o i sindaci devono essere citati come terroristi perché chiedono aiuto, chiedono sostegno alla politica regionale? Io credo di no, io credo che serva maggiore coscienza, che serve maggiore attenzione, che serva maggiore dibattito. E allora proviamo con le proposte, quelle che tutte le opposizioni e anche alcuni colleghi hanno già fatto. Le USCA, Assessore, stanno funzionando bene? Hanno dei tempi che consentano una comunicazione costante e continua con il paziente e con i sindaci? Qual è la percezione del tempo, della variabile tempo in questa vicenda? Nella vicenda Covid la variabile tempo assume un ruolo fondamentale, perché prima si riesce ad isolare il positivo al Covid e prima si riescono a fare i controlli al contatto del positivo al Covie e prima si riesce ad evitare che quel determinato paese, quella determinata città siano sottoposti a semi lockdown e a ripercussioni anche economiche e anche sanitarie. E allora serve il potenziamento sicuramente delle USCA, serve il potenziamento del personale che comunica quotidianamente con il resto della società, serve un sistema di prevenzione in questa Isola, un sistema di prevenzione che funzioni, serve organizzare la vita alle persone, serve consigliare, serve spiegare il perché di determinati comportamenti, non serve assistere al "teatrino", "è colpa del Governo", "è colpa di Tizio", "è colpa di Caio", potrei tranquillamente oggi dire che è colpa vostra perché avete aperto le discoteche senza nessun controllo ma non lo farò, però serve in questo periodo emergenziale un sistema di organizzazione che funzioni, non ordinanze spot, non situazioni che servono solo ed esclusivamente come specchietto per le allodole per non discutere di altri problemi, serve invece discutere e ragionare su come… e spiegare anche a tutti i sardi che ne sono ben consci come devono comportarsi in questo momento, come dobbiamo evitare tutti quanti noi di far allargare l'emergenza pandemica in questa situazione. E mi dispiace oggi che non ci siano i suoi colleghi di Giunta, perché vorrei anche ricordare all'Assessore dei trasporti quello che è stato detto nella Capigruppo quando questa opposizione, in maniera responsabile, ha consentito che entrasse quella leggina che stanziava ulteriori risorse per il trasporto degli studenti, bene, oggi la situazione è anche peggiorata, ci sono tantissimi studenti che non potendone più Assessore sono in sciopero, stanno ledendo il proprio diritto all'istruzione perché voi siete in ritardo anche su questo tema, anche su questo tema avete fatto inviare una lettera all'ARST dicendo "i Sindaci devono controllare", ma con quale personale? Con quale personale i Sindaci possono garantire tutti questi aspetti! I Sindaci fanno già abbastanza, e qualche volta si assumono responsabilità che non sono neanche proprie facendo fare i tamponi a tutta la popolazione perché la Sardegna, la Regione Sardegna non c'è su questo tema, basterebbe prendere ad esempio Zaia con i tamponi nei laboratori privati, con i tamponi che vengono garantiti ai medici di base. E allora, non serve tanto, serve maggiore celerità nell'aumento dei posti letto di terapia intensiva che non devono essere attivati solo dopo che i pazienti positivi attendono al Pronto soccorso, serve il potenziamento del ruolo dei volontari, attraverso una convenzione che riconosca il grande lavoro e il ruolo delle tante associazioni nella nostra Isola. E anche da questo punto di vista avete approvato una convenzione che avete deciso in modo unilaterale senza aumentare per niente le risorse. Serve il potenziamento della sanità territoriale. È di qualche giorno fa l'appello del Commissario del Brotzu che vi dice che il nostro ospedale sta soffrendo perché tutti i cittadini si stanno rivolgendo agli ospedali maggiori; serve potenziare gli ospedali territoriali! In questi mesi, e potrei fare tanti esempi, magari lo farà anche l'onorevole Cocco successivamente su Nuoro, state togliendo personale negli ospedali periferici per concentrarli negli ospedali cagliaritani; Assessore, credo che il dibattito di quest'oggi debba dare delle risposte ai sardi.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.

Ricordo che chi volesse intervenire dovrà prenotarsi entro la fine dell'intervento dell'onorevole Zedda.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Grazie, Presidente, un saluto ai colleghi. Dispiace che per l'ennesima volta, trattando un tema sul quale si discute nell'intero mondo, sia lasciato in solitudine l'Assessore competente, dispiace perché è un caso unico al mondo, persino il Presidente degli Stati Uniti, che ha un carattere molto particolare, ci mette la faccia su una vicenda come quella del virus e della pandemia, senza voler entrare nel merito poi delle critiche che hanno riguardato la gestione in alcuni Paesi, ma comunque non c'è Capo di Stato al mondo, Presidente di Regione, che non intervenga sistematicamente nell'informare la popolazione e nel riunire le Assemblee elettive per dare comunicazioni puntuali e quasi quotidiane in relazione ai fenomeni, alle questioni, alle problematiche che sono sotto gli occhi di tutti, e che varrebbe la pena non negare, proprio perché la consapevolezza dei problemi aiuta a risolvere i problemi, non mettere la testa sotto la sabbia, non è mai servito a risolvere problemi, semmai è stato il mezzo per, ai problemi esistenti, aggiungerne di nuovi. Bene, siamo ancora in attesa, e mi rivolgo a lei in qualità di componente la Giunta, siamo ancora in attesa del parere chiesto il 12 agosto con accesso agli atti del Comitato tecnico scientifico che avrebbe dato il via libera all'apertura delle discoteche, siamo ormai a metà ottobre, ricordo che i tempi di 30 giorni per rispondere sono tempi che superati i quali si incorre nell'omissione d'atti d'ufficio, e voglio sperare che quel parere esista! Voglio sperare che quelle interlocuzioni ci siano state e che tutto quel che è stato raccontato di aver interloquito con Prefetti, forze dell'ordine, autorità varie sia stato fatto! Perché se così non fosse sarebbe cosa alquanto più grave rispetto a un contesto di dibattito politico tra noi o di opinioni divergenti. Niente è stato fatto sui trasporti. È da giugno che colleghe che quel mondo conoscono chiedevano di poter discutere e approfondire il tema dei trasporti. E poi arriviamo alla situazione drammatica delle nomine in atto. Sempre per citare una persona che si colloca agli antipodi rispetto a dove mi colloco io politicamente, persino il Presidente degli Stati Uniti si è rivolto a uno scienziato di fama mondiale, Fauci, per affrontare la pandemia, pur non condividendone le idee. Siete riusciti a utilizzare il decreto Calabria per nominare persone con minori titoli nel momento in cui ci sarebbe voluto bisogno di persone dotate di titoli e professionalità altissime, e scopriamo poi che a fronte di tutto quello che sta accadendo, le interlocuzioni del Presidente della Regione col Presidente del Consiglio dei Ministri non riguardano il tema del come affrontare meglio ed essere dotati di maggiori strumenti, risorse e forze per affrontare la pandemia, ma il tema del Mater Olbia. L'abbiamo appreso dai giornali!

(Interruzione)

Ricordo a coloro che chiedono di rivolgerci al Presidente del Consiglio che qualunque Presidente del Consiglio ponesse una questione di un certo tipo si può serenamente e tranquillamente, non è lesa maestà, controbattere e ribadire che le urgenze e le priorità sono altre. È chiaro? Non è che se chiama il Presidente del Consiglio si scatta sull'attenti e si risponde e non si può interloquire alla pari!

Le leggo, Assessore, giusto per farmi portatore di alcune problematiche sollecitate da alcune cittadine e cittadini. Una donna che ha subito un intervento chirurgico di mastectomia ha prenotato nel 2018 una visita per il 3 di settembre. Sa cosa le hanno risposto? Nulla. È da giorni che non rispondono. Dopo ore d'attesa al CUP non è nelle condizioni di prenotare una visita se non a pagamento. Scrive: "Debbo lottare contro un grandissimo avversario e alla fine mi scontro anche contro questi incompetenti che amministrano la nostra Regione. Mi potrò curare solo se pago. Oltre il danno la beffa". Tralascio il racconto drammatico di quel che ha subito e sta subendo questa donna, per non parlare di un padre che racconta che cosa ha subito e che cosa sta subendo, e da quante settimane attende di sapere se il figlio, rinchiuso a casa, è positivo o meno dopo il tampone fatto due settimane fa, e così un'altra, e così tante ancora. Io non penso - ho chiuso, Presidente - che siano lettere e mail che riceviamo solo noi.

PRESIDENTE. Grazie, è chiarissimo. Si sono prenotati molti colleghi. Onorevole Cocco, lei è Capogruppo quindi la facciamo intervenire successivamente.

È iscritta a parlare la consigliera Rossella Pinna. Ne ha facoltà.

PINNA ROSSELLA (PD). Grazie Presidente. Intervengo al dibattito tardivo e altrettanto necessario con l'obiettivo di contribuire a un'operazione verità, quella verità a cui i sardi, e noi che abbiamo l'onore di rappresentarli, hanno diritto di conoscere, e poiché escludo categoricamente che da parte della Giunta e dell'Assessore competente ci sia la possibilità di ricevere risposta alle numerose interrogazioni che io e tanti colleghi abbiamo presentato sul tema della sanità, colgo l'occasione per portare qui i problemi oggetto di quelle interrogazioni. Lo faccio con senso di responsabilità per il ruolo che mi è stato assegnato, con spirito di leale collaborazione e senza l'intento di fare processi sommari a nessuno, però consentitemi di dire che quello che alcuni colleghi hanno definito un mantra per me è un ritornello stonato, e cioè le parole che vengono ripetute da molti colleghi di maggioranza spesso, anche non più tardi di ieri sera alla trasmissione televisiva di Sardegna 1, "abbiamo ereditato una sanità regionale disastrata" non è un mantra, ma un ritornello stonato, segno che avete una percezione del tempo molto diversa, sincrona rispetto a ciò che accade fuori dal palazzo. Sono passati diciotto mesi dal vostro insediamento e diciotto mesi sono un terzo dell'intera legislatura, vorrei ricordarlo. Io credo che non sia più tempo di ingannare i sardi e lo dico perché, sottolineando uno dei problemi, ma l'ultimo, recente in ordine di tempo, e poi tornare al tema che mi interessa di più, ma non per importanza ma perché quella era l'idea che avevo in mente, avete approvato il decreto legislativo numero 127 che è pronto per entrare in Aula. Là dentro ci sono i fondi per la disabilità, i progetti "Ritornare a casa", un'integrazione dei fondi della 162. Bene, sapete da quanto tempo sono bloccati quei fondi? Non dalla precedente legislatura, ma dal mese di aprile. Perciò, colleghi della maggioranza, il ritornello è abbondantemente stonato quando attribuite alla precedente maggioranza, alla precedente legislatura, a Pigliaru, ad Arru, a tutti noi, molti di questi oggi in minoranza, la responsabilità che, invece, è tutta vostra.

E passo alla questione che più mi interessa. L'Assessore alla sanità il 28 settembre, con una discutibile e imbarazzante dichiarazione riportata dalla stampa regionale, ha affermato: "Sarebbe bene che i Sindaci smettessero di creare allarme perché il sistema sanitario, lo ha dimostrato prima e lo sta dimostrando adesso, è in grado di reggere perfettamente l'urto della pandemia e, anziché creare allarme, facciano il proprio lavoro e vigilino sulle proprie comunità. Alcuni in questo periodo non l'hanno fatto". Ora queste dichiarazioni e l'atteggiamento…

NIEDDU MARIO, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Alcuni sindaci.

PINNA ROSSELLA (PD). "Alcuni in questo periodo non l'hanno fatto" e si preoccupassero di fare il loro lavoro. Quindi le dichiarazioni e l'atteggiamento fin troppo rassicurante, Assessore, lei parla sempre di situazione sotto controllo, vengono smentiti quotidianamente sia dai numeri di una continua e progressiva diffusione del contagio, sia dalle dichiarazioni di autorevoli attori del sistema sanitario regionale, non ultime quelle del direttore sanitario dell'ospedale Covid del Santissima Trinità di Cagliari, che ha recentemente dichiarato che la pandemia ha raggiunto dimensioni enormi e che sulla mancanza di posti letto Covid bisogna puntare sulle USCA, cioè sulle unità speciali di continuità assistenziale, affinché, allora erano 87 pazienti Covid, una parte di loro può essere dimessa ed essere seguita e curata direttamente dai medici a casa. È vero, le dico però che il progetto di realizzare un'USCA in ogni distretto non è stata ancora realizzato, tant'è che nel Medio Campidano c'è un'USCA per tutti i 28 comuni. Ecco che si moltiplicano le segnalazioni, e vengo al dunque. Il giorno 30 settembre tre casi positivi accertati tra i medici del Pronto soccorso dell'ospedale di San Gavino e la direzione ATS chiude per tre giorni il Pronto soccorso. Il direttore sanitario del presidio in un'intervista riportata da uno dei principali quotidiani regionali dichiara: "I casi di Coronavirus non si contano più. Quasi tutti i giorni arrivano in ospedale pazienti positivi e questa situazione desta grande preoccupazione". Quindi da una parte abbiamo finalmente una persona che dice le cose come stanno, e dall'altra invece l'Assessore che ci rassicura: "Va tutto bene". Dai dati in nostro possesso si parla di focolai, salto perché Assessore io so che lei probabilmente non legge le interrogazioni e la invito a leggere, quali sono tutte le situazioni…

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Antonio Piu. Ne ha facoltà.

PIU ANTONIO (Progressisti). Buongiorno alle colleghe e ai colleghi del Consiglio, colleghi e signor Assessore, in quanto è presente solo l'assessore Nieddu.

E continuo a rimarcare ogniqualvolta ne abbiamo occasione di intervenire in Aula, io credo che plasticamente sia questa la situazione che lei sta vivendo in totale solitudine, isolamento, dove non c'è esattamente un piano preciso per la nostra Regione per cercare di dare ai nostri cittadini esattamente l'idea e la percezione di quanto il nostro sistema sanitario stia funzionando. E basti pensare solo a quante persone in isolamento forzato in questo momento e preventivo sono a casa e che sono in attesa di un tampone, non possono lavorare e sono in attesa anche magari di ricevere una visita da parte del Servizio sanitario, magari di chi oggi è responsabile del 118 e dove oggi non abbiamo neanche un Direttore generale di AREUS nominato.

Perché un altro dramma di questa vicenda è quanto invece la Regione Sardegna sia immobile nel momento in cui nei luoghi importanti, dove si prendono le decisioni e dove si devono organizzare tutti i sistemi anti crisi e anti emergenza epidemiologica sono fermi, non possono fare neanche atti di straordinaria amministrazione. Questa è la situazione che stiamo vivendo oggi. Hai voglia, come hanno fatto i colleghi, di raccontare le esperienze singole di ciascun cittadino che vive nella disperazione una situazione come quella di oggi, e racconto anche io la situazione invece di una persona a me molto vicina che da febbraio, purtroppo, doveva fare delle iniezioni per una trombosi retinica, da febbraio ad oggi purtroppo è cieca a un occhio perché non ha fatto queste iniezioni e stiamo rischiando che perda anche l'altro. Proprio perché le visite ambulatoriali e nello specifico, Assessore, racconto queste cose perché è importante che lei le sappia, perché io non so che cosa le vengono a riferire o quale sia la cabina di comando e di regia che avete messo su, però vi posso garantire che questa cabina di regia e di comando non sta funzionando, perché quando noi raccontiamo gli esempi del singolo cittadino, raccontiamo realmente in grande scala quello che sta avvenendo nei nostri ospedali, perché è impossibile fare una visita ambulatoriale, è impossibile fare una visita di prevenzione nel nostro sistema sanitario, a meno che non si vada a pagare, perché per quelle punture in due giorni avrebbero trovato la soluzione con 500 euro per un'iniezione, questo gli è stato risposto. Allora, dalla politica, dalla Regione Sardegna, dalla Giunta regionale io mi aspetto un lavoro di squadra e non quello che ci troviamo oggi.

La volta scorsa era l'assessore Biancareddu, oggi si trova lei nella stessa condizione, quella di rispondere in maniera singola senza guardare il problema a 360 gradi, senza guardare quindi quelle che sono invece le decisioni che vanno prese subito, fate un direttore generale in AREUS, avete aperto il bando, ci sono già le persone che hanno partecipato per fare in modo di avere la nomina e non li avete ancora nominati, mi dovete spiegare come si fa a fare atti di ordinaria amministrazione in un momento straordinario come quello che stiamo vivendo oggi.

Questa è la politica che noi e che voi ci state proponendo oggi, quella di non decidere, e non può essere il solo a pagarne le conseguenze, perché un Assessore da solo fa ben poco, tanti Assessori fanno qualcosa, un sistema invece risolve i problemi, e voi né problemi né soluzioni state portando all'attenzione dell'Aula.

Tant'è che ho chiesto, in maniera ovviamente privata, forse è meglio che l'Assessore parli prima dei consiglieri regionali oggi, che parli prima e che parli alla fine, perché i problemi da affrontare sono tanti e magari nelle sue risposte ci saremmo evitati anche qualche intervento che in alcuni casi può sembrare fuori luogo, ma che le visite non si stiano facendo, che il Direttore generale di AREUS non sia presente, che la convenzione con il 118 è stata firmata quindici giorni fa, scaduta dal primo gennaio 2020, che i dispositivi di protezione individuale il 118 li acquistava per conto suo e oggi, solo oggi, finalmente gli viene riconosciuto un forfettario per l'acquisto di quei dispositivi. A me non pare un modo corretto di risolvere o di prendere di petto un'emergenza come quella di oggi, quindi mi aspetto delle risposte dal suo intervento, delle soluzioni almeno per il futuro, perché quello che si chiedono i consiglieri regionali oggi, quello che si chiedono i cittadini domani sarà se il nostro sistema sanitario con questo tipo di epidemia ne verrà fuori bene e se magari i morti purtroppo di non Covid saranno superiori a quelli che purtroppo oggi invece stiamo riscontrando per questo bruttissimo virus.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Gian Franco Satta. Ne ha facoltà.

SATTA GIAN FRANCO (Progressisti). In questa fase della pandemia, in cui nella nostra Regione, così come in altre parti d'Italia, si riscontra una temibile impennata dei nuovi casi positivi al Covid, ora più che mai come in passato, è richiesto a chi governa un impegno e una lungimiranza nel prendere le decisioni che possano essere un riparo per tutta la società e a tutela di scenari ancora più drammatici nel caso il contagio si aggravasse ulteriormente. Lungimiranza che fino a oggi, da chi ci governa, da lei Assessore, non ha probabilmente dimostrato di possedere, ma tali numeri, sebbene di per sé già preoccupanti non rendano compiutamente l'idea del disagio e dei rischi che ora la Sardegna sta vivendo, rischi che vanno di là dei numeri, perché a differenza di molte altre regioni ci troviamo ancora una volta ad affrontare l'emergenza del tutto impreparati.

C'è paura soprattutto a scuola, tra gli anziani, in particolar modo in quei territori dove l'incidenza è nettamente superiore rispetto al resto della nostra Regione e mi riferisco in particolare alla provincia di Sassari, dove il totale, sono dati di ieri, 5295 in tutta la Sardegna, ben 2597 sono nella sola provincia di Sassari, sono stati registrati e il dato è aggiornato alla giornata di ieri, con un rapporto in base alla popolazione residente che va oltre il triplo rispetto ad altre porzioni della nostra Regione. Assessore, maggioranza del Parlamento dei sardi, in questo periodo intermedio tra le due ondate, avete totalmente e ingiustificatamente ignorato il fatto che almeno in questi mesi e nei prossimi mesi a venire, il campo principale entro cui cercare di trovare le soluzioni sia quello della convivenza forzata con il virus e quindi quello della neutralizzazione e minimizzazione dei suoi effetti. Invece con le vostre scelte l'unica soluzione che avete provato a mettere in atto per affrontare la pandemia è stata quella di tentare l'isolamento della Sardegna in nome di una politica fatta di slogan, Covid free e soluzioni non realistiche, tra cui il passaporto sanitario, inattuabile in taluni casi e addirittura, come visto, anticostituzionale, illegittimo.

E questo tentativo di chiusura non è stato altro che il sintomo più evidente di chi non possedeva e non possiede una strategia ben definita e ancorata con la realtà e a farne le spese, come sempre, sono i cittadini. Si veda ad esempio cosa sta accadendo sui tempi di attesa per quanto riguarda le visite, dove la nostra Regione figura fra quelle che non hanno presentato, per quanto ci risulta al Ministero, il piano di utilizzo di strumenti straordinari come previsto dal decreto del 14 agosto per recuperare le richieste di screening, prestazioni ambulatoriali e ricoveri ospedalieri non erogati nel periodo della pandemia. E' infatti compito della Regione presentare al Ministero della Salute, al Ministero dell'Economia il Piano operativo regionale per il recupero delle liste di attesa, cosa che puntualmente sembra non sia avvenuta. Se invece di impegnare tempo e risorse nello scrivere provvedimenti illegittimi si fosse provveduto e proceduto a stilare documenti importanti, come questo, probabilmente oggi saremmo in una situazione certamente diversa.

La gestione dei trasporti scolastici, ne hanno parlato abbondantemente prima di me nel dibattito qua in aula, un disastro.

Il coordinamento dei territori, non pervenuto, Assessore. E' cronaca quotidiana infatti come i sindaci sardi stiano procedendo in ordine sparso a difesa dei propri territori con interventi in ambito locale, senza una minima strategia di regia da parte della Regione. Bisogna ricominciare a dare a tutti una sicurezza del vivere e lavorare in Sardegna, controlli preventivi, serrati, quindi nelle RSA, nelle case per anziani, test sierologici da compiersi in maniera organica e coordinata nei Comuni, ma anche disporre immediatamente di tampone rapidi volontari per chi arriva nei porti e negli aeroporti. Ma non solo, test salivari da compiere a tappeto negli asili e nelle scuole dell'infanzia, delle elementari, delle medie, i tamponi rapidi per le superiori.

Potenziare il sistema dei grazie trasporti…

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la consigliera Laura Caddeo. Ne ha facoltà.

CADDEO LAURA (Progressisti). Spero di riuscire a continuare anche il discorso interrotto dell'onorevole Satta, perché mi rendo conto che nel dibattito i temi ricorrenti sono, ahimè, evidentemente gli stessi. Sulla scia del discorso che ha fatto l'onorevole Lai, parlando di collaborazione fin dagli inizi di questa tragica esperienza che stiamo vivendo in tutto il mondo, e che non si può appunto negare metta qualsiasi tipo di Governo, sia nazionale che regionale, in una condizione molto sfortunata, non voluta e non cercata, però bisogna farci forza e far fronte a queste difficoltà. E siccome anche sulla questione dei trasporti, come accennava l'onorevole Satta, dei trasporti in modo particolare per gli studenti pendolari, noi ne abbiamo parlato qui il primo ottobre, ne abbiamo parlato in tante interrogazioni che già fioccavano da giugno, da maggio, quando si immaginava cosa sarebbe successo a settembre, ecco, sarebbe opportuno cominciare a dare delle risposte effettive e soprattutto efficaci a questi problemi. Quello dei trasporti per i ragazzi pendolari forse si pensa di poterlo risolvere tornando alla didattica a distanza, per la quale i ragazzi sono anche favorevoli, e vedo che anche molte Regioni vanno in questa direzione, io non vorrei che però ci sia adagiasse su risposte apparentemente facili, apparentemente capaci di risolvere e di togliere il grosso problema che effettivamente c'è, dimenticando però che la didattica a distanza rischia di essere iniqua nei confronti dei più deboli, dei meno fortunati con spazi e famiglie che possano sostenerli. Insomma, io invito a ricordare che non possiamo ragionare sulla maggioranza di chi può affrontare serenamente la didattica a distanza, ma ricordiamoci e pensiamo sempre alle minoranze, che potrebbero invece iniziare o proseguire un percorso di dispersione e di insuccesso scolastico.

Un altro aspetto forte che stanno vivendo le scuole, mi soffermo su questo argomento perché gli altri sono stati e saranno trattati sicuramente in maniera molto più approfondita da altri colleghi, un altro problema che si sta vivendo nelle scuole è quello della certificazioni rispetto alle assenze. Il primo ottobre parlammo dei bambini che se si assentano per sospetti sintomi Covid, anche sotto i cinque giorni, devono rientrare con un certificato medico; i pediatri e i medici di base diciamo che per la maggior parte si rifiutano di farlo, perché non esistono evidentemente delle direttive, delle linee guida chiare. Adesso c'è un altro problema, ancora più grosso, che è quello dei lavoratori della scuola, docenti, personale ATA, che si devono assentare perché il test sierologico li ha trovati positivi, devono fare una quarantena, e fino a che non si fa il tampone per verificare l'effettiva positività o negatività sono a casa, non sono in malattia, quindi nessun medico vuole fare un certificato. Non tutti possono continuare a prendere permessi retribuiti e ferie, occorrerà davvero che o il tampone venga eseguito immediatamente, anche con risposte immediate, o comunque anche su questo la sanità sarda dia delle direttive ai medici di base, e che in un caso così eccezionale si arrivi a una soluzione. Non possiamo tenere lontani dalle scuole per giorni e giorni in attesa di un tampone e, nello stesso tempo, non possiamo neanche impedire che una persona con sospetto Covid non venga riconosciuta in nessuna forma, non è in malattia e non si sa bene perché si stia assentando. Questa è una cosa veramente da affrontare. Io credo che il mondo della scuola, come mondo di lavoratori, stia coinvolgendo veramente tutta la società sarda, perché è un aspetto completamente trasversale. I responsabili dei dipartimenti di prevenzione ai quali appunto possono fare ricorso i dirigenti scolastici non sempre rispondono, così come è stato accennato per molte altre strutture della sanità, e invece sono quel terminale che deve dare la possibilità…

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.

DERIU ROBERTO (Progressisti). Presidente, sto sul tema sanitario. Lei di recente ha mandato, giustamente, una mail per ricordare a tutti noi di rispettare alcune regole basilari e fondamentali in questa fase: indossare la mascherina, distanziamento e un'igiene del delle mani grazie alla dotazione del gel. Lei indossa la mascherina, i commessi e i dipendenti tutti indossano la mascherina, il pubblico, le giornaliste e i giornalisti indossano la mascherina, le colleghe e i colleghi indossano la mascherina, uno solo non indossa la mascherina! Uno solo!

PRESIDENTE. Allora, invito tutti a indossare la mascherina, perché in effetti le disposizioni prevedono che in luoghi chiusi, al di là delle distanze, si debbano utilizzare le mascherine. Quindi tutti i colleghi, ma insomma mi sembra che ne siamo tutti quanti dotati. Grazie.

Discussione della mozione Lai - Cocco - Ganau - Comandini - Corrias - Deriu - Meloni - Moriconi - Pinna - Piscedda - Agus - Caddeo - Loi - Orrù - Piu - Satta Gian Franco - Stara - Zedda Massimo - Manca Desiré Alma - Ciusa - Li Gioi - Solinas Alessandro - Cuccu sulla grave situazione di criticità in cui versa il sistema sanitario della Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento. (338)

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Roberto Li Gioi. Ne ha facoltà.

LI GIOI ROBERTO (M5S). Presidente, ho sempre ritenuto che ricoprire il ruolo di consigliere regionale sia fonte di grande responsabilità di fronte ai cittadini che ci hanno eletto, e anche di fronte a quelli che non ci hanno eletto. Tutti noi rappresentiamo 1.600.000 sardi e di conseguenza siamo tenuti in ogni nostra manifestazione a comportamenti consoni al nostro ruolo; ciascuno di noi, nessuno escluso, non ce l'ha ordinato il medico di candidarci, una volta eletti, quindi, dobbiamo essere consapevoli del peso di ogni nostra azione e delle conseguenze che essa può determinare. Oggi ciascuno di noi, nelle rispettive posizioni, sta cercando di dare il suo contributo per provare a risolvere una situazione sanitaria della nostra Isola obiettivamente complicata, con molteplici criticità derivanti direttamente o indirettamente dal malaugurato ingresso del coronavirus nelle nostre vite. Nessuno di noi ha la sfera di cristallo e tra di noi c'è chi ha responsabilità di governo e chi al contrario siede con responsabilità sui banchi dell'opposizione.

Il concetto di responsabilità ritorna e non potrebbe essere altrimenti, siamo in presenza di una pandemia che ci condiziona e ci rende ancora più fragili, ma non ci possiamo minimamente permettere di ignorare o addirittura calpestare la responsabilità che abbiamo sulle spalle. Dico questo perché ieri ho letto un post pubblicato nel suo profilo Facebook da una consigliera di Maggioranza che si è permessa di riprendere e avallare un concetto espresso dal professor Alberto Zangrillo; quello che il 31 maggio scorso aveva dichiarato: "il coronavirus è clinicamente sparito"; affermando il giorno successivo non sono pentito, ho detto la verità. E che il 4 luglio si è ripetuto con queste parole: in Italia è scomparsa la capacità del virus di produrre malattia. Purtroppo sappiamo tutti come sono andate le cose. La consigliera nel post in questione ha fatto propria l'ultima esternazione del Zangrillo, il virus attualmente è clinicamente irrilevante, non in grado di procurare quei casi clinici gravi di marzo e aprile, per poi chiosare, come donna di scienza non posso che apprezzare le sue libere parole, con buona pace del viceministro Zampa nessuno può impedire di dire la verità, verità scritto con la V maiuscola quasi fosse Vangelo. Considerato che sul concetto di donna di scienza Margherita Hack, Rita Levi Montalcini un sussulto nella tomba ritengo lo abbiano legittimamente avuto, ritorno sul concetto di responsabilità, perché sono convinto che simili affermazioni siano molto pericolose e vadano nel verso esattamente contrario a quello che il buonsenso deve imporci. Siamo Consiglieri regionali in un momento delicatissimo per il Paese e per la nostra Isola, non ci è permesso di sottovalutare una situazione che va gestita con saggezza e raziocinio. Tanto più di dare credito pubblicamente ad affermazioni al limite del negazionismo, suscettibili di conseguenze difficilmente immaginabili ma sicuramente nefaste…

PRESIDENTE. Mi scusi onorevole Li Gioi mi scusi, le sto dicendo che… mi scusi, mi ascolti, mi ascolti. Pregherei anche per consentire magari al collega di replicare anche su fatto personale, magari di non solo di aleggiare, può anche consentire al Consigliere, no, no perché altrimenti io non posso dare, qualora volesse intervenire, non posso dare in termini di fatto personale non posso dare la parola al Consigliere che qualora volesse intervenire, appunto, ecco però magari dovrebbe dare la possibilità al suo collega di poter intervenire, perché se lei noi non fa il nome io non posso dare la parola per fatto personale.

LI GIOI ROBERTO (M5S). Se vuole intervenire interviene siamo in regime di libertà. Comunque termino ripeto le ultime due…

PRESIDENTE. Certamente però se lei non fa nomi io non posso dare la parola a nessuno per intervenire su fatto personale.

LI GIOI ROBERTO (M5S). Lei faccia il Presidente del Consiglio… allora e quindi non si può più dare credito pubblicamente a un'affermazione al limite del negazionismo, suscettibili di conseguenze difficilmente immaginabili ma sicuramente nefaste, chi ha scritto il nostro nome sulla scheda elettorale merita serietà, rispetto e responsabilità. Questo non è un gioco.

PRESIDENTE. Grazie onorevole Li Gioi. Allora scusate un attimo, allora per fatto personale, infatti io ho chiesto… il Regolamento, guardi, lo conosco molto bene. Io ho chiesto al Consigliere Li Gioi di fare il nome del Consigliere a cui si riferiva, per consentire al collega di poter intervenire su fatto personale, perché ha svolto un intero intervento parlando di una collega. Sarebbe stato opportuno, piuttosto che aleggiare, far capire, far intendere nominare il collega visto che si tratta di un post pubblico sul quale lei ha fatto un intero intervento in Consiglio regionale. Detto questo su fatto personale può intervenire il collega che si ritiene magari toccato alla fine della seduta, così come prevede il Regolamento.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la consigliera Desirè Alma Manca. Ne ha facoltà.

MANCA DESIRÈ ALMA (M5S). Grazie Presidente, è difficile parlare in sei minuti di sanità, è difficile parlare in sei minuti di un argomento così importante e così urgente e che tratta la salvaguardia della vita delle persone. E lo ribadisco tratta la salvaguardia della vita delle persone. La sanità mi dispiace, Assessore, vederla così da solo seduto tra le file di tutti gli Assessori e nessuno dei suoi colleghi ha voluto accompagnarla in questa discussione, ma quello che veramente dispiace è vedere che il Governatore della Regione Sarda quando si trattano argomenti così importanti neanche in queste occasioni è presente nella massima Istituzione sarda, il governatore che sceglie di non parlare, di non colloquiare e soprattutto di non avere anche un confronto, magari anche costruttivo, con i consiglieri di maggioranza e di opposizione. Perché ricordiamolo qua siamo tenuti a parlare tutti i Consiglieri maggioranza e opposizione e fino adesso non ho sentito altro che non facciamone un discorso di diatriba politica, ma a me hanno insegnato che parlare di politica significa anche avere come unico obiettivo quello che è la salvaguardia della vita delle persone e la tutela del benessere delle persone. E allora parliamo di Covid, no scelgo di non parlare di Covid, l'hanno fatto i miei colleghi fino adesso, parliamo invece di un discorso più ampio quello della sanità, la sanità sarda e non ne voglio fare un discorso di prima, il passato, il presente e il futuro, parliamo di adesso come stanno le situazioni, come sta la situazione della Regione sarda. E allora, Assessore, lei sa perfettamente che sono diventata quasi il suo incubo, proprio nel rispetto e nel rapporto che ho scelto di avere con lei per cercare di risolvere i problemi della Sardegna e soprattutto anche della sanità e soprattutto anche del territorio dove io risiedo. Sa perfettamente quante volte la chiamo, sa perfettamente quante volte mi adiro con lei e sa perfettamente che cosa cerchiamo tutti insieme di fare. Ma davanti ai problemi reali che ci vengono descritti, che ci vengono riportati quotidianamente, io alzo le braccia, e sa perché, Assessore? Perché l'unico riferimento che noi abbiamo è lei, Assessore della sanità della Sardegna. E quando io mi sento rispondere: "Devi contattare i dirigenti, i direttori dei plessi ospedalieri", io rimango basita. Perché uno dei suoi compiti è quello di avere il dialogo con i dirigenti, e magari anche con i commissari dei plessi ospedalieri della Sardegna, tra cui anche quelli del mio territorio. Davanti alla gente che sta morendo, e diciamocelo, morendo, perché non è pensabile che le persone aspettino un anno per una visita, qualunque essa sia, che sia per un diabetico, che sia per un oncologico, che sia per qualcuno che deve salvare la propria vita. Queste sono le domande che io le pongo quotidianamente e a cui tutti i cittadini sardi ci chiedono di rispondere, e lei deve rispondere a questa domanda, ma non con "farò", "diremo", perché sono passati diciotto mesi e la gente continua a morire. E non è pensabile che in una sanità pubblica come la nostra, una sanità dove la maggior parte del bilancio del Consiglio regionale viene speso nella sanità, non si diano risposte, non è pensabile che ci sia questo muro di gomma tra la politica, tra chi deve scegliere come e se risolvere i problemi, ma soprattutto quali sono le azioni poste in essere per la risoluzione, e le persone che si affidano a noi e si sono affidate anche con il voto a noi. Non è pensabile che le persone che in questo momento stanno aspettando un anno, un anno, e va bene il Covid, e va bene l'urgenza, ma un anno per avere una mammografia, Assessore, non è pensabile, quelle donne muoiono, un anno per avere una colonscopia, queste persone muoiono, e questa è una questione ed è un argomento di vita e di morte. Allora noi ci possiamo dire tutte le cose belle, le promesse, le ASL, le otto ASL, diamo i soldi alle ASL, ai commissari, le nomine, le poltrone, ma mentre noi facciamo questo la gente sta morendo, e non è pensabile che lei non possa e non debba dare risposte. Lei è messo lì per quello, ricopre quella poltrona per quello, e allora intervenga subito, immediatamente, su quelle che sono le liste d'attesa, che sono forse l'argomento principale, oltre l'urgenza, l'emergenza e la gestione del Covid, le liste d'attesa, perché le persone devono potersi curare, le persone devono potersi fare una visita, le persone devono sapere a che punto è la loro malattia. Lei lo deve preservare questo diritto.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Fausto Piga. Ne ha facoltà.

PIGA FAUSTO (FdI). Grazie, Presidente. Credo che parlare in aula della situazione di oggettiva difficoltà del sistema sanitario in Sardegna sia assolutamente necessario, possa fare solo bene, soprattutto se non ci sono strumentalizzazioni. Tuttavia, invece, le strumentalizzazioni ci sono, le stiamo sentendo negli interventi di questa mattina e anche nelle considerazioni che hanno fatto da sfondo alla mozione. Credo che il momento che stiamo vivendo chiaramente sia complicato, e non dobbiamo cadere nell'errore di trasformare l'emergenza in uno scontro politico per fare allarmismo, ma soprattutto dobbiamo anche fare un esame di coscienza, e non dimenticare che la stragrande maggioranza dei problemi che noi stiamo provando a risolvere sono in larga parte quelli ereditati dal malgoverno del centrosinistra, e insieme a questi ovviamente si stanno aggiungendo altri problemi legati all'emergenza. Non lo dico per scaricare responsabilità, lo dico per sottolineare che non è semplice per il Governo, non è semplice per le Regioni, non è semplice per i Comuni, non è semplice per nessuno. Quindi non c'è dubbio che la risalita dei contagi stia mettendo sotto pressione il nostro sistema sanitario, ma è altrettanto vero che stiamo lavorando in sinergia con le aziende sanitarie per garantire il potenziamento di tutto ciò che è legato ad affrontare l'emergenza. Al momento lo scenario, per quanto in sovraccarico, sembra sotto controllo, e quando dico "al momento sembra sotto controllo" mi riferisco ad oggi, perché la sfera di cristallo non ce l'ha nessuno, non ce l'ha il Governo, non ce l'ha il Comitato scientifico, e quindi verosimilmente non si sa quello che può accadere fra qualche giorno. Ma sappiamo quello che è accaduto in passato, a marzo, e aprile è andato molto meglio di quello che immaginavamo, non abbiamo visto quelle scene drammatiche che si sono viste in certe regioni e in certe nazioni, siamo riusciti a gestire bene l'emergenza, peraltro con un modello che è lo stesso che si sta attuando anche in questo momento. Non abbiamo mai abbassato la guardia con il virus, non abbiamo mai dimenticato che esistono anche altre patologie, altre malattie, al di là del Covid. Sappiamo che le liste d'attesa per le visite specialistiche hanno subito un allungamento, era una situazione già critica prima e si è ulteriormente aggravata con il Covid, ma si sta facendo il possibile per correre al riparo, anche grazie alla grande professionalità degli operatori sanitari. C'è un sistema apparentemente in sofferenza legato ai tamponi, soprattutto nel comunicare gli esiti, serve sicuramente uno sforzo maggiore, ma nelle difficoltà dobbiamo però dire che sta andando meglio rispetto al passato, tant'è vero che la media dei tamponi fatti oggi è il doppio di quella che si faceva a inizio epidemia. Non sta andando tutto bene, non sta andando tutto male, vorrei ricordare comunque anche alla nostra opposizione giallo-rossa che le responsabilità sono di tutti e non a senso unico. Al Governo, per esempio, ci siete voi a gestire questa emergenza, e sapete benissimo quali sono le difficoltà, ed è proprio al Governo che si gioca una partita importante, perché noi parliamo di sanità, ma la sanità deve camminare di pari passo con i trasporti, con la scuola, con lo sport, col lavoro, col sociale, tutte cose che si decidono a Roma, in gran parte dipende tutto da quei famosi DPCM, oggi si apre, poi si chiude, poi si riapre, (…) al 70 per cento, al'80 per cento, al 50 per cento, e la Regione? La Regione deve giustamente attuare queste disposizioni a livello locale, ma spesso subisce comunque le conseguenze che sono legate a tutti questi temi. Oggi i dati dicono che la letalità del Covid non è quella di marzo o di aprile, di fatto sembra che i positivi stiano meglio, ci sono anche parecchi asintomatici, ma questo non significa che il virus debba essere preso sottogamba, anzi guai ad abbassare la guardia, soprattutto perché in ospedale sappiamo che i posti non sono infiniti. Ma credo che occorra anche mandare dei messaggi di fiducia, evitare la caccia all'untore, tensioni nelle nostre piccole comunità, che è il tessuto sociale più caratteristico della nostra isola. Ogni sera noi aspettiamo questo bollettino e in funzione di quello non sappiamo domani cosa succederà. Io credo che il Governo dovrebbe essere meno presuntuoso, programmare meglio e coinvolgere di più le Regioni, perché aprire le scuole è facile, tanto poi sono gli altri che devono gestire i trasporti, la sanità con i tamponi.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIOVANNI ANTONIO SATTA

(Segue PIGA FAUSTO.) Questo secondo me non va assolutamente bene, la politica ha il dovere di aprire un dibattito su come vogliamo vivere nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, perché abbiamo davanti una finestra temporale che non sarà brevissima, occorre parlare meno di terrore, meno di morte, e incominciare a parlare di come vogliamo vivere, di come devono vivere le famiglie, di come devono vivere i lavoratori, a scuola, nello sport, i pendolari, i medici, gli ammalati. Vanno affrontati tutti questi temi a 360 gradi e non separati, sanità, trasporti, scuola, sport, lavoro, sociale, devono essere affrontati insieme, perché se no gli effetti collaterali tra un settore e l'altro ovviamente contagiano tutte queste tematiche, e io credo che se si comincerà ad avere anche questo approccio nell'affrontare i temi, il primo tema che proprio ne subirà un giovamento e sarà anche più semplice da gestire sarà proprio la sanità. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Piga.

È iscritta a parlare la consigliera Maria Laura Orrù. Ne ha facoltà.

ORRÙ MARIA LAURA (Progressisti). Grazie, Presidente, onorevoli colleghe e colleghi. Assessore, mi rivolgo prevalentemente a lei, siamo nel bel mezzo di un momento storico senza precedenti, un momento in cui sarebbe utile e necessario un confronto fra le parti, ma lei è da tempo che non sente la necessità di confrontarsi né con le parti in causa interessate, né con noi che rappresentiamo, ognuno per la sua parte, il popolo sardo. Al contrario però sono diverse le dichiarazioni che ha rilasciato a mezzo stampa, che descrivono un quadro generale totalmente diverso da quello che realmente accade negli ospedali, nei Comuni e nella società in genere. Se è pur vero che oggi si intrecciano le carenze strutturali storiche del nostro sistema con la problematica Covid, è altrettanto vero che affrontarlo con superficialità e adottando un metodo fallimentare, che cerca di nascondere i problemi reali attraverso slogan di varia natura, spartizione di nuove poltrone, finte rassicurazioni dichiarate ai giornali, o ancora ricercando costantemente qualcuno su cui scaricare le responsabilità, delle volte i sindaci e altre volte il Governo centrale, beh, tutto questo non credo risolva i problemi ma soprattutto non restituisce le risposte che i cittadini e il personale sanitario si aspettano da voi che governate. La situazione oggi è che l'ATS fatica a gestire tutto, le USCA funzionano poco e male, gli esiti dei tamponi tardano ad arrivare, quelli rapidi, già sperimentate in altre realtà nazionali, da voi restano un mistero, si fatica ad avere un sistema di tracciamento efficiente e tempestivo, e ancora, i nostri giovani per poter frequentare la scuola sono costretti a viaggiare ammassati sui mezzi pubblici, aumentando notevolmente il rischio di contagio generale. A tutto questo si sommano le difficoltà nei presi di Covid, che sono prossimi al corto circuito generale, con una conseguente crisi totale del sistema. Per questo motivo oggi in Sardegna, come ha espresso chiaramente il nostro Capogruppo, abbiamo due emergenze sanitarie, quella da Covi 19 e quella delle liste d'attesa per le altre patologie, che in questi mesi sono cresciute esponenzialmente; sono tanti, troppi i cittadini che stanno rischiando la vita non tanto per il Coronavirus, ma per l'assenza di un'assistenza sanitaria adeguata. Per noi oggi è molto difficile venirvi incontro perché in tempi non sospetti, quando il vostro mantra "Sardegna Covid-free" era ormai sulla bocca di tutti voi, vi suggerimmo di programmare un piano strategico di intervento che mettesse i presidi sanitari, le USCA, i comuni e tutti gli enti interessati nelle condizioni migliori per affrontare un'eventuale seconda ondata, ma voi, senza colpo ferire, vi siete invece occupati di una riforma sanitaria che non metteva al centro dei ragionamenti la gestione sanitaria in termini di interesse verso la salute dei cittadini investendo sulla grave carenza del personale e di infrastrutture sanitarie, ma avete messo mano alla governance che fatica e faticherà ad entrare a regime, e che sta determinando in piena pandemia gravi problemi di gestione, rischiando di creare lo stallo della sanità sarda. Ma, nonostante tutto, oggi siamo di nuovo qui a consigliarvi di intervenire celermente e in maniera seria e strutturale alle molteplici complessità coinvolgendo tutte le parti in causa, per trovare soluzioni precise, percorribili e attuabili nelle diverse zone della nostra Isola. Inoltre, se è vero che la crisi sanitaria che stiamo attraversando è un problema da gestire, è altrettanto vero che dall'altra parte può essere un'opportunità per riorganizzare il nostro sistema sanitario pubblico e risolvere definitivamente i problemi strutturali che ci portiamo appresso da tantissimi anni, e possiamo farlo attraverso un piano strategico di intervento a medio e lungo termine, da proporre nei tavoli di concertazione nazionale al fine di reperire dal Recovery Fund, e non solo, le risorse necessarie a trasformare la sanità sarda in un modello nazionale. Per farlo serve una volontà politica precisa, e voi oggi avete questa responsabilità. Mi avvio a concludere. Ricordiamoci che serve mettere le basi per un'infrastrutturazione tecnologica all'avanguardia e arrivare ad una vera e propria sanità digitale, serve una cultura digitale comunitaria al fine di ridurre le liste d'attesa e abolire le prestazioni sanitarie a doppio regime, bisogna mettere al centro il futuro della medicina sarda con politiche ancora più coraggiose in termini di borse di studio di specializzazione, mirate a coprire le figure professionali di cui la sanità sarda ha bisogno. Serve un'idea efficace di organizzazione sanitaria capillare, una ramificazione dei servizi sul territorio, l'impiego di strutture come la Casa della Salute, la maggiore erogazione di prestazioni da parte dei distretti sanitari, la forte presenza di medici di base, l'introduzione di figure come l'infermiere di famiglia, e una forte interprofessionalità e interdisciplinarità degli interventi, perché l'emergenza sanitaria che stiamo vivendo ha evidenziato tutti i limiti di un'organizzazione gestita per segmenti separati e con la logica delle prestazioni; la salute è benessere generale, intreccio profondo tra la cultura di sé e degli altri, ecologia integrale. Il cambiamento non è sulla governance sanitaria e non è solo organizzativo, ma richiede un nuovo paradigma culturale, e non è solo strategia dall'alto, ma anche esperienza dal basso, che diventa pensiero condiviso. Abbiamo a mio avviso un'occasione storica, superiamo l'emergenza proiettandoci già da oggi verso il futuro, rilanciamo la sanità pubblica ripartendo da salute e comunità, avviamo con tutte le istituzioni un cammino che è contemporaneamente di approfondimento e condivisione della visione di comunità, e di proposta e inizio di percorsi di ricerca, consolidamento e innovazione sociale, per un diverso welfare di comunità dove risorse e problemi siano alla base di decisioni partecipate e sostenibili. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Antonello Peru. Ne ha facoltà.

PERU ANTONELLO (UDC Cambiamo). Grazie, Presidente. Io ho ascoltato chi mi ha preceduto, la minoranza in particolare, molto attentamente, su un tema sentito da tutti, un tema sanitari,o un tema che sta a cuore a tutti. I miei colleghi della minoranza ne hanno richiamato episodi singolari, ma proprio per questo, io che ho avuto sempre tanto rispetto per chiunque di voi, vorrei evidenziarne un po' di chiarezza su tre punti essenziali. Allora, l'emergenza che stiamo vivendo, il momento particolare che stiamo vivendo lo sta vivendo il mondo intero, non l'abbiamo creata noi ma, noi la maggioranza in particolare, ne ha la responsabilità del limitarne il contagio e la responsabilità dell'azione per trovare le soluzioni a questo tipo di problema, ma non abbiamo questa grande libertà per farlo, lo sappiamo tutti, il DPCM di qualche giorno fa non l'ha deciso la Regione Sardegna, il Governo ha ascoltato le Regioni ma non ne ha tenuto conto, quindi Organi sovraordinati hanno deciso, da Lampedusa a Bolzano, sulla nostra testa senza tener conto delle particolarità e delle peculiarità del territorio. Questo è un elemento, ed è un elemento che se andiamo indietro, sottolineandone la seconda fase, quella che la Sardegna è stata invasa nel periodo estivo, noi abbiamo detto altro, adesso non voglio ritornare sul Covid free o sulle azioni che questa Regione Sardegna aveva proposto, ma nella fase due non è una responsabilità della Sardegna, non ci hanno fatto fare le proposte che noi abbiamo messo in campo. Tanti di voi hanno richiamato il fatto che nel periodo della pandemia si sono allungate le liste d'attesa, le patologie ordinarie non sono assolutamente limitate ma aumentano, e noi abbiamo detto in tutti questi mesi e abbiamo messo in campo azioni in questi mesi trovando la soluzione a questo; qual è la soluzione? L'aumento degli operatori del settore sanità, e questa maggioranza, immediatamente dopo il blocco del turnover della precedente Amministrazione, e questo lo dobbiamo dire e nessuno lo dice, ha messo in campo una serie di concorsi per reclutare, attraverso una procedura selettiva concorsuale, 60 concorsi tra dirigenti medici e operatori sanitari, ma il Governo centrale anche lì, e non la Regione Sardegna, ha sospeso, ha bloccato. Come facciamo a mettere in campo risorse umane se c'è un blocco nazionale e non c'è l'autonomia della Sardegna? Evidenziamole queste cose. Quindi due elementi di fondo che non sono assolutamente responsabilità di questa Amministrazione, considerando che la Sardegna ha, nel panorama nazionale, il contagio minimo in questo momento. Quindi noi siamo convinti che insieme, perché abbiamo a cuore il problema dei sardi, abbiamo a cuore quello che è un momento particolare e nei momenti particolari è necessario agire con azioni straordinarie, vorremmo farlo, ma non abbiamo l'autonomia per farlo. Stiamo mettendo in campo tutte le azioni possibili e immaginabili. È molto semplice, e mi rivolgo soprattutto a chi grida, a chi non propone ma si lamenta, a chi accusa quotidianamente, ma quando ha responsabilità di governo, e mi rivolgo agli amici del Movimento 5 Stelle, io lo sto vedendo in questi giorni a Porto Torres, avete impoverito la città, fatemelo dire questo! Non accusate in continuazione gli altri! Facciamo le cose insieme. Dove avete avuto responsabilità di governo non avete trovato le soluzioni. È molto semplice dire "facciamo", "fate". È troppo semplice dall'opposizione dire questo! Allora, io dico una cosa: troviamo le opportunità dalla pandemia per creare e ridisegnare la Sardegna, lo facciamo insieme. Questo dobbiamo dire, questo dobbiamo fare! Io ne sono convinto. Abbiamo un tesoro sotto di noi e non riusciamo veramente a trovare sviluppo e crescita per questa Sardegna. Forse è arrivato il momento per farlo. Qua faccio un esempio di questi giorni. I sardi consumano 5 miliardi all'anno per alimentarsi e noi importiamo dalla penisola, e non solo dalla penisola, oltre il 60 per cento di questi prodotti, oltre tre miliardi e mezzo, e c'è un problema sanitario anche qui, perché la sanità, perché la Regione Sardegna, ma tutti, non chi governa in questo momento, non ha mai tutelato, non ha mai fatto atti su questo tema, creando anche nel futuro problemi sanitari, e non entro adesso nel merito perché non ho il tempo sufficiente.

Allora io faccio un appello. Io sono convinto che sia la maggioranza, sia l'Assessore abbiano a cuore, come voi, il problema dei sardi e l'Assessore sta mettendo in campo, insieme alla sua struttura, tutto quello che è necessario fare. Facciamolo insieme. Non limitiamoci sempre all'attacco, sempre evidenziando i problemi singoli perché, come dicevo prima, è un momento molto difficile, un momento particolare per tutto il mondo, e se noi in questo momento creiamo la sinergia giusta forse troviamo la soluzione al problema. Grazie.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Giuseppe Meloni. Ne ha facoltà.

MELONI GIUSEPPE (PD). Grazie Presidente. Ci sarebbe tanto da dire, però sei minuti non me lo consentirebbero, e allora cerco di concentrarmi su quelli che sono i contenuti della mozione che è stata presentata e che oggi è in discussione in quest'Aula. Tralasciando le premesse, si chiederebbe di impegnare la Giunta regionale e l'Assessore regionale dell'igiene, sanità e dell'assistenza sociale "a riferire in Aula sulla grave situazione di criticità in cui versa il sistema sanitario della Sardegna e quali azioni intendano porre in essere al fine di contrastare con efficacia il propagarsi del virus. Inoltre ad adoperarsi con la massima urgenza al fine di assicurare il diritto alla salute a tutti i cittadini sardi con il mantenimento dei servizi sanitari destinati ai pazienti non Covid - e io direi anche a quelli Covid, e poi spiego perché - in maniera omogenea e capillare in tutti i territori della Regione". Mi fermerei qui. Potrei illustrare la mole di interrogazioni, interpellanze, ovviamente senza risposta, che io e altri colleghi abbiamo presentato in tutti questi mesi, anche recentemente, e potrei chiedere di avere una risposta magari in questa sede. Capisco che la risposta dell'Assessore non potrà essere esaustiva di tutti gli interventi, di tutte le interrogazioni del passato anche per riparare a ciò che non ha riferito in questi mesi, però vorremmo sentire qualcosa da lei, Assessore, al di là di quello che abbiamo da dire noi, l'abbiamo scritto, detto e ridetto in tutti questi mesi in occasione, meno di due mesi fa, dell'approvazione che avete voluto con forza della cosiddetta riforma della sanità, quando, durante appunto quel dibattito, noi invece chiedevamo che si sospendesse quella discussione e si parlasse, in vista della recrudescenza del virus, cioè in vista di quello che sta accadendo ora, era ampiamente previsto che sarebbe accaduto questo, in vista di questo vi chiedevamo di concentrarci, due, tre mesi fa, su quelli che erano i problemi reali, i problemi più importanti, i problemi che non avete affrontato in quella riforma e che probabilmente quella riforma rischia di poter aggravare nei prossimi mesi. Allora, Assessore, io le chiedo questo: lei non faccia come ha fatto a febbraio di quest'anno, quando è venuto in Aula e ci ha rassicurato dicendo che in Sardegna andava tutto bene, che il sistema era tutto okay e poi abbiamo visto che a Sassari non era tutto okay, e non è così. Non si può sempre pensare che la fortuna possa assisterla, perché a Sassari non era tutto okay, perché se fosse successo nel resto della Sardegna quello che è successo a Sassari non sarebbe stato tutto okay. E i dati dei positivi, che non sono comunque buoni, non devono trarre in inganno rispetto ai dati degli ospedalizzati in Sardegna, perché i dati degli ospedalizzati in Sardegna sono molto preoccupanti e io mi attendo da lei delle precise non dico rassicurazioni, perché non ci bastano, io attendo che lei ci indichi quali sono le vostre soluzioni per l'immediato e per le prossime settimane, anche alla luce del fatto che l'incremento dei posti di terapia intensiva che avete previsto nel Piano non mi sembra che sia stato ancora attuato. Ecco, come intendete attuarlo e come intendete porre rimedio alle lacune che all'interno di quel Piano ci sono rispetto ad alcuni territori della Sardegna che sono lasciati completamente vuoti negli incrementi dei posti letto.

Qualcuno dei colleghi ha parlato di casi specifici. Io le dico un caso che conosco in queste ore. Un paziente Covid di un paese della Sardegna, sintomatico, non sta benissimo, ma comunque è a casa. Questo paziente dopo dieci giorni, aveva il contatto quotidiano costante, per la verità, com'è giusto che fosse, con l'USCA di riferimento, dopo dieci giorni ha un calo della vista importantissimo. Chiama l'USCA che gli dice che è una situazione da tenere assolutamente sotto controllo perché è riferibile quasi sicuramente al Covid, che porta trombosi, può essere accompagnato da ischemie e potrebbe essere un'ischemia. Su suggerimento, anzi su indicazione dell'USCA chiama il 118, che lo trasporta all'ospedale territoriale più vicino. Il giorno successivo lo trasporta al pronto soccorso più vicino, non viene nemmeno fatto scendere perché quello sarebbe un ospedale non Covid, questo paziente rimane in ambulanza e viene invitato a ritornare a casa a pagamento, cioè avrebbe dovuto pagare l'ambulanza per riportarlo a casa. Poi alla fine ci sono state delle polemiche, appunto, innescate dallo stesso paziente, è arrivato a casa e almeno non ha pagato l'ambulanza, ma in questo momento è in attesa di sapere se può essere trasferito, perché comunque il problema persiste, rimane -, questo è un caso, chissà quanti altri casi, insomma ne cito uno perché lo conosco e mi preoccupa - è in attesa di sapere se può essere trasferito in un ospedale, invece, che può trattare quella patologia per pazienti Covid, una patologia che quasi certamente è associata al Covid. Al pronto soccorso dell'ospedale dove è stato respinto gli è stato consigliato di attendere che si negativizzasse perché a quel punto avrebbe potuto raggiungere l'oculista di fiducia. Ecco, io chiedo questo, Assessore: tutti questi problemi di comunicazione, compresi quelli che ci sono con i sindaci, compresi i problemi che ci sono per evadere i tamponi, processazioni dei tamponi, io le denunciai qualche mese fa con riferimento al problema che si è innescato in Costa Smeralda, in Gallura per la verità, e poi si è esteso ormai a tutta l'isola, cioè il fatto che ci sono famiglie intere prigioniere in casa, in attesa che vengano sottoposte a tampone, al secondo, al terzo o addirittura al primo in certi casi, contatti di persone che non dicono nemmeno di averne avuti perché a quel punto verrebbero bloccate al lavoro e rischiano anche in alcuni casi di perdere il posto di lavoro. Insomma, una situazione caotica rispetto alla quale io vorrei capire, Assessore, se voi siete a conoscenza di questo, perché nonostante noi vi sollecitiamo in merito, lei dice che va tutto bene, se la prende con i Sindaci piuttosto che col Governo, noi vorremmo sapere se lei è a conoscenza di questa situazione e quali sono le soluzioni che intendete porre rispetto a questa situazione. Voi chiedete di essere propositivi, noi siamo propositivi nel momento in cui diciamo, concentriamoci su questo, parliamo di questo e cerchiamo di fare, e se necessario, intervenire anche in quest'Aula, fare provvedimenti che servano nell'immediato a risolvere questo problema, potenziamento delle USCA, è stato detto tutto ciò che serve a risolvere questi problemi nell'immediato, altrimenti noi fra qualche mese potremo veramente affrontare in quest'isola una situazione disastrosa, dobbiamo scongiurarla.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la consigliera Annalisa Mele. Ne ha facoltà.

MELE ANNALISA (LEGA). Sei minuti, come hanno detto anche altri, sono piuttosto pochi, però io vorrei partire da quello che ha detto il collega Lai. Non siamo qua per fare terrorismo, ho visto ben altro in quest'Aula adesso, inoltre siamo qua per fare delle proposte, allora facciamo una sintesi di quello che è stato detto da quella parte. Allora, è stato detto che le USCA sono insufficienti, poche e funzionano male.

Io vorrei chiedere alla collega Orrù cosa intenda per questo funzionamento diciamo non adeguato, è il personale che non professionalmente fa il suo lavoro o che cosa? Cosa vuol dire funzionano poco e male? Sicuramente d'accordo per potenziarle queste USCA perché sono le uniche che sui territori devono andare a vigilare, curare i pazienti sintomatici, vi ricordo, sintomatici, Covid positivi, ho sentito che mancano dei pediatri, ho sentito che c'è una mancanza di personale.

Bene, qual è la proposta? Noi l'abbiamo già messa in campo, e qual è, quella che è la criticità maggiore che abbiamo riscontrato quando siamo arrivati in questo Consiglio regionale, perché ricordo alla collega Pinna, noi è vero che ci siamo 18 mesi, però di questi 18 mesi, 8 mesi siamo stati catapultati in questa pandemia, e noi già da dicembre, vista la grave criticità che c'era in tutti i servizi e anche negli ospedali, abbiamo attivato, come diceva anche il collega Peru, ben 62 concorsi che sono stati bloccati per il Covid. Quindi, il punto cardine per ridurre le liste d'attesa che diceva il collega Lai dal 2019 chilometriche, non è che in sei mesi si sono allungate a dismisura, le abbiamo trovate così, avevamo messo in campo anche le risorse per ridurre le liste d'attesa, il governo ci ha bloccato anche le visite specialistiche, avevamo tutto il sistema sanitario bloccato e tutto concentrato sulla gestione del Covid che sicuramente nella prima fase, secondo noi è stato gestito in maniera egregia con quel poco che avevamo. Quindi per quanto riguarda le energie del sistema sanitario, noi le stiamo indirizzando su due fronti, che sono quelli di cercare di fronteggiare la recrudescenza dell'epidemia e dare risposta ai pazienti che hanno problematiche sanitarie non Covid, questo considerando sempre la grave criticità di personale che abbiamo e che speriamo a breve di riuscire a ripristinare. E quindi io dico che sarebbe ingeneroso non rimarcare l'impegno incessante profuso dall'Assessore e da tutto il sistema, io vi ricordo che un sistema funziona anche con gli amministrativi, noi abbiamo a livello regionale in tutti gli uffici che devono materialmente far procedere le cose, una gravissima carenza di personale che abbiamo trovato, stiamo cercando anche di ripristinare questo. Per quanto riguarda poi la nostra attività, avevamo già dai primi di giugno predisposto i protocolli per la ripartenza di tutte le attività sanitarie, sociosanitarie e sociali, vedo che in alcuni territori sono state messe in atto e quindi si è ripresa l'attività ordinaria, in altre parti no. Abbiamo predisposto un sistema modulare di conversione e riconversione dei posti letto in funzione del fabbisogno, quindi una certa percentuale, che sono stati previsti Covid, sono stati ripristinati per l'ordinario e adesso viceversa, stiamo provvedendo alla loro immediata riconversione. Abbiamo attivato le USCA, tra i primi in Italia, certo son d'accordo vanno potenziate, però io vi ricordo anche un'altra cosa, che sul territorio ci sono è vero le USCA, ma le USCA, questo per chiarirlo bene a tutti, sono delle équipe sanitarie con medico, infermiere e un autista, che si occupano dell'assistenza dei pazienti sintomatici Covid, non dei pazienti che sono in isolamento in quanto riscontrati Covid positivi ma non sintomatici. Già da dicembre quindi abbiamo bandito i concorsi e certo, c'è anche da lavorare sui tempi di effettuazione e consegna dei referti dei tamponi, concordo con la collega che ha detto che per la scuola è un problema, il bambino che ha la febbre perché ha un po' di faringite, un raffreddore, non può andare a scuola senza il tampone perché i medici si rifiutano, però io so anche di tanti medici che si sono attrezzati per fare il sierologico rapido in ambulatorio proprio per evitare che questi bimbi rimangano a casa per una banale influenza. E concludo con questa riflessione, ognuno dovrebbe, a maggior ragione in questo periodo pandemico, fare la sua parte, io credo che noi, l'Assessorato lo stia facendo con tutte le sue forze e debba svolgere il proprio ruolo con senso di responsabilità. Vi faccio un esempio, perché se da tre settimane a Nuoro le ambulanze del 118, AREUS, di cui si sta decantando e rivendicando la nomina del direttore generale, ma quello che c'è che cosa sta facendo? Allora, a Nuoro da tre settimane non vanno sanificate le ambulanze perché la tenda è crollata, chi se ne deve occupare, l'Assessore di questo? Se le medicalizzate vengono inviate da una parte all'altra dell'Isola per fare i trasporti secondari, cosa non prevista, lasciando i territori sguarniti anche dodici ore, di chi è la responsabilità, dell'Assessore?

È dell'organizzazione dell'AREUS che va sicuramente rivista. Se ci sono lunghe file nei poliambulatori, con 40 gradi in estate e con la pioggia in inverno, nonostante ci siano delle sale d'attesa enormi, per organizzare bene le sale d'attesa di chi è la responsabilità? Allora, io dico che non voglio assolutamente polemizzare con nessuno, io penso che un punto centrale sia questo, io credo che ognuno debba fare la sua parte per il ruolo che ricopre e in questo modo molte problematiche che sono anche di natura organizzativa si risolverebbero.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Giovanni Satta. Ne ha facoltà.

SATTA GIOVANNI (PSd'Az). Io vorrei ripartire da quello che ha detto il collega Antonello Peru, quanto si stava bene quando si era in minoranza, quando si ascoltava, si poteva giudicare l'operato di chi stava allora in maggioranza, di chi ha fatto la riforma sanitaria, quella riforma sanitaria che ci ha portato ad avere questo sistema sanitario che noi abbiamo. Sì, collega Pinna, è vero, probabilmente è passato troppo tempo, un anno e otto mesi, ma noi già 9 mesi fa, quindi a pochi mesi dal nostro insediamento, ci siamo ritrovati ad affrontare la pandemia che ha messo in discussione e in crisi i sistemi sanitari più forti al mondo, quelli più organizzati, figuriamoci il nostro. E' il gioco delle responsabilità e il gioco dei ruoli, oggi stiamo assistendo come tutte le volte a un rimpallo di responsabilità, e io sono sicuro che se il presidente Solinas il 9 agosto avesse chiuso le discoteche noi staremo qua ad ascoltare le lamentele della minoranza, ma è normale, è il gioco delle parti, perché abbiamo rovinato chi opera in quei settori, chi ha 150 dipendenti, chi ne ha 103, questo è il gioco dei ruoli, e noi siamo qua oggi a sentire discorsi di retorica, di morale da parte di chi tra l'altro dovrebbe pensare a quello che fa la sua parte politica a Roma. Per quanto riguarda poi le problematiche è chiaro che ci sono, tutti le viviamo tutti i giorni. Le telefonate che riceve l'onorevole Meloni, l'onorevole Pinna, l'onorevole Orrù le riceviamo anche noi, ci sono gli episodi di mala sanità, ci sono gli episodi… se mi chiama un carissimo amico che ha il Covid, che sta male, che nessuno va a casa sua, perché l'USCA non gli ha dato le risposte necessarie perché probabilmente in quel momento era in tilt, perché non c'era il personale adeguato né numericamente e né magari neanche professionalmente. Queste cose ci sono, le stiamo affrontando. Io ho vissuto gomito a gomito, mi si passi il termine, nel periodo della più alta pandemia, quando eravamo tutti spaventati, forse anche un pochino esageratamente per quello che era il Covid 19, ho vissuto telefonicamente in contatto, quasi quotidianamente, anche 3, 4, 10 volte al giorno con l'Assessore, il quale era sempre in prima linea e stava cercando di affrontare, con i mezzi che aveva a disposizione, questa pandemia. Quindi da qui dobbiamo partire, ben vengano i consigli, ma ne ho sentito pochi, al di là del dire "quelli stanno morendo", purtroppo è così, lo sappiamo, ma si sta cercando di lavorare per. E uno di quei momenti sarà quando si applicherà la riforma, perché sui territori, avendo disponibilità di manager, di persone capaci, si potranno dare risposte dirette sui territori. Voglio fare un piccolo accenno prima di chiudere a quello che ha detto l'onorevole Zedda, che ha tirato in ballo il Mater Olbia. Il Mater Olbia sta a cuore al Governo italiano, da sempre, e sappiamo perché. Questo non vuol dire che io che vengo da un territorio della Sardegna che aveva fino a ieri 1,8 posti letto ogni mille abitanti, contro i 3,2 /3,4 posti letto per abitante del resto della Sardegna, nella sua area metropolitana, collega Zedda, aveva bisogno e ha bisogno di risposte. Il Mater Olbia è una grande opportunità, Presidente e assessore, è un ospedale realizzato con fondi privati, che se avessimo dovuto realizzarlo con i fondi pubblici magari saremmo ancora qua a pensare come fare il progetto, e forse fra vent'anni ne avremmo potuto parlare, visti i tempi che ci sono in Italia. Il Mater Olbia funziona con 60 milioni di fondi pubblici, dati a disposizione di questa struttura per dare risposte ai cittadini sardi, già un obiettivo l'ha raggiunto, ed è quello di colmare il gap di posti letto per quel territorio, poi dovrebbe diventare anche eccellenza, forse ci diventerà, ma intanto un risultato l'ha già ottenuto con pochi soldi. Perché se avessimo fatto una struttura così, oggi la sanità pubblica avrebbe dovuto spendere per una struttura come quella più di 100 milioni di euro. Quindi questo è una cosa che io volevo dire. Ma sta a cuore al Governo italiano, perché sappiamo benissimo tutti, poi se lo vogliamo nascondere nascondiamolo, quelli che sono i rapporti tra l'Italia e la proprietà, perché la proprietà di quell'ospedale è uno Stato estero, e si chiama Qatar. Il Qatar aumenta di tantissimo il nostro PIL, vale 2-3 punti percentuali del nostro PIL, ecco l'attenzione del Governo italiano, al quale, è stata anche l'occasione quella, in cui c'è stato il disgelo che tutti noi ci auspicavamo, spiccavate lo auspicava la minoranza in Consiglio regionale, ce applicava molo auspicavamo noi, tra la Presidenza della Giunta regionale e il nostro Governo centrale. Quindi ben venga questa chiacchierata che si sono fatti, spero che sia foriera di nuove cose, nuove prospettive, di nuovi progetti e nuovi programmi che possono essere portati avanti, comunemente da due istituzioni fondamentali che sono il Governo italiano e la Regione Sardegna. Quindi io sono contento che ,oltre che parlare di altre cose, si sia parlato anche del Mater Olbia. Spero che sia come avete detto tutti, chiesto tutti, che sia l'inizio di un dialogo che ci porti ad avere un rapporto istituzionale molto più corretto e più lineare tra Regione Sardegna e Governo italiano.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Pierluigi Saiu. Ne ha facoltà.

SAIU PIERLUIGI (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi e onorevoli colleghe, intervengo all'interno di un dibattito che in alcuni casi è stato capace di esprimere qualità negli interventi che si sono succeduti e in altri casi, mi dispiace doverlo sottolineare, ha invece ceduto alla tentazione di configurarsi come la scena all'interno della quale qualcuno ha provato invece a recitare una parte. Qui rimbalzarsi le responsabilità non serve, né evidentemente è di nessuna utilità ricordare i mali del nostro sistema sanitario. Nemmeno io, perché non sarei coerente con quello che ho appena detto, cederò alla tentazione di ricordare che le responsabilità non nascono oggi, che il sistema sanitario che abbiamo trovato era un sistema sanitario in grave difficoltà. Io vengo da Nuoro e una delle polemiche più forti, anche in questo periodo, forse acuite dalla sensibilità di qualcuno in campagna elettorale, è proprio sulla sanità. Ma certamente nessuno può dire che i 130 medici che mancano nell'organico del nostro sistema sanitario sono responsabilità di questa Amministrazione, né che siano frutto delle scelte sbagliate di chi c'è al Governo della Regione da solo un anno e mezzo. E' evidente che i problemi della nostra sanità sono problemi che arrivano da lontano, arrivano in particolare da una riforma, quella che ha istituito l'azienda unica, l'ATS, l'azienda della tutela della salute, e che ha avuto riflessi negativi in termini di organizzazione dello stesso servizio proprio oggi, o meglio fino a oggi. E quei problemi certamente non sono stati resi meno pesanti dalla situazione dell'emergenza Covid, dalla pandemia che ha colpito ovviamente il mondo e anche la nostra isola, anche la nostra Regione. Non basta dire cosa non va bene, lo sappiamo, lo vediamo, lo viviamo, molti di noi, se non ciascuno di noi, riceve quotidianamente telefonate di chi ha difficoltà a rapportarsi con un sistema sanitario che deve governare l'emergenza Covid, e deve poi fare i conti con i problemi che c'erano prima. Però qui nessuno di noi è esente da responsabilità, nessuno di noi può alzarsi e puntare il dito contro l'altro, non lo possono fare le forze di opposizione, che sono opposizione qui in Regione, a Cagliari, ma che sono maggioranza a Roma, e non lo faccio nemmeno io, che sento pienamente la responsabilità del Governo che il popolo sardo ci ha affidato a febbraio dell'anno scorso. E quindi non mi limiterò a dire che molti dei problemi che sono nati in Sardegna per via dei ritardi con i quali il Governo regionale ha accolto la nostra richiesta di chiudere i porti ed aeroporti è una responsabilità dei vostri partiti a livello nazionale, perché non sarebbe corretto, non sarebbe sufficiente a questo dibattito dire è colpa della Regione, o è colpa del Governo, ciò che servirebbe a questo dibattito è invece un contributo positivo, è quel senso di responsabilità che ciascuno di noi dovrebbe essere in grado di manifestare dicendo "Beh, guardate signori, che per ridurre i tempi delle liste di attesa per una visita, per un controllo specifico, in tempi di piena emergenza Covid si può fare così". E invece io oggi, in questo dibattito, al di là del teatrino tra maggioranza e opposizione, non ho sentito quel contributo positivo che invece credo i sardi, il popolo sardo si aspetta da noi, da ciascuno di noi. Posso dirvi quello che io, insieme ad altri colleghi, nel mio piccolo faccio per sostenere la sanità di Nuoro, che è quella più vicina alla mia comunità e che è quella che è più vicina a me. Forse è questo che dovremmo dire, forse questa è la disponibilità che dovremmo manifestare anche rispetto all'Assessore, rispetto alla Giunta e rispetto al Presidente, che non è Presidente di una parte, è Presidente di tutti, e l'Assessore alla Sanità e l'Assessore di tutti non solo di una maggioranza, non solo di una parte politica, e questo Consiglio regionale può e deve, secondo me, trovare al proprio interno la forza di essere Consiglio regionale, di essere Assemblea che rappresenta l'intero popolo sardo, non di una parte contro l'altra. È questo quello che mi premeva dire, perché poi su ciò che è stato fatto, su ciò che il nostro sistema sanitario ha realizzato per far fronte ai problemi che aveva prima e che abbiamo ereditato e ai nuovi problemi che sono arrivati con la pandemia ci penserà l'assessore Nieddu. Io so però che non fa bene a nessuno, e in particolare non risolve i problemi del popolo sardo, sbraitare gli uni contro gli altri, magari servirà ad avere un po' di gratificazione… concludo… servirà ad avere un po' di gratificazione sui social ma non serve certamente alla nostra gente, non serve certamente al nostro popolo. Questa può essere invece l'occasione, e mi auguro che negli interventi che seguiranno al mio questo accada, questa invece può essere l'occasione per un confronto alto su quello che possiamo che dobbiamo fare, sul contributo che ciascuno di noi, che ciascuna delle forze politiche che rappresentiamo può mettere in campo a favore dei sardi e dei loro problemi rispetto al sistema sanitario, che sono un'emergenza, che sono una priorità per la Sardegna, lo dico anche per il mio territorio, e che dovremo affrontare senza cedere alla tentazione del conflitto politico ma piuttosto preoccupandoci di proporre a tutti, indipendentemente dalla forza politica alla quale apparteniamo, le soluzioni che servono per risolvere i problemi che ci sono, grazie.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (LEU). Grazie Presidente, io credo che la presentazione da parte dell'onorevole Lai della mozione alla presenza dell'Assessore, avesse un'unica finalità. La finalità è quella, ed era quella, di vedere tutti insieme di costruire le proposte di soluzione a un problema che esiste ed è un problema serissimo. Mi hanno stupito alcuni interventi di alcuni colleghi, chiedevo a me stesso ma dove vivono questi colleghi? Io da Sindaco H ventiquattro vivo quelle che sono le drammatiche situazioni dei miei concittadini e non solo, e credo che le viviate anche voi, perché se qui mi metto ad aprire alcuni file o alcuni messaggi posso stare per tre ore a raccontare le vicissitudini di pazienti che purtroppo sono costretti a vivere una situazione che sicuramente non è una situazione che si può augurare a nessuno. Parlavamo di Sindaci di medici di base, di USCA, io dico questo, e l'Assessore lo sa, e qui non si vuole scaricare le responsabilità sull'Assessore, abbiamo già detto che dovremo insieme costruire dei percorsi virtuosi per poter dare le risposte, ma è possibile, io l'ho vissuto quaranta giorni, fa trenta giorni fa, avantieri, ieri e oggi, che il medico di base attivi la procedura per tamponare un paziente sintomatico e questo paziente venga chiamato addirittura per andare da Bottida ad Ozieri, da Bottida a Sassari per fare il tampone con la febbre a 39 - 40, credo che le linee guida non prevedano questo. Quindi c'è qualcosa che non funziona, il protocollo non viene attuato per come è stato scritto, e questo sta succedendo dappertutto. Ieri, mi chiama la mia assistente sociale sintomatica, sintomatica, ebbene l'USCA, l'USCA dopo insistenze viene convinta a venire a domicilio per fare il tampone, la signora con una figlia disabile, con altri due bambini piccoli, col padre oncologico a casa, l'USCA viene a casa sua aperta per tamponare esclusivamente l'assistente sociale. Credo che questo non abbia senso, qui si tratta di buonsenso, né dei protocolli né delle linee guida, si tratta del buon senso di chi deve gestire queste procedure. Poi devo anche dire dopo averci parlato, il medico che rispondeva al telefono è stato assolutamente comprensivo e ha convinto chi stava andando a fare i prelievi per il tampone a fare il prelievo a tutti, ma questo è uno dei tantissimi casi. Io, Assessore, le chiedo noi dobbiamo, e lo sto chiedendo da tempo, quando il medico di base attiva la procedura di segnalazione del sintomatico comunque della persona che ha avuto un contatto diretto con un positivo, da quel momento il Sindaco di riferimento deve essere messo in condizioni di sapere qual è quel nucleo familiare che va messo in isolamento fiduciario perché c'è un positivo, un contatto da positivo. Perché altrimenti l'Area di contagio è chiaro che si allarga e nessuno potrà più controllarla, perché se io sindaco di Bottida, le faccio l'esempio, io a Bottida ho quattro positivi conclamati, ne ho altri cinque certi, ho io, perché mi sono fatto mandare i messaggi, dal direttore di un laboratorio ad oggi al Comune non è arrivato per protocollo ancora la segnalazione della positività di questi pazienti. Io che devo trasmettere tutto alla Caserma dei Carabinieri, al Comando dei Vigili Urbani non posso farlo perché in mano non ho un alto ufficiale, e quelle persone da oggi sino al momento in cui arriverà l'esito del tampone se ne vanno tranquillamente in giro se non hanno buon senso, e questo crea il problema. Io con questo non sto dicendo che l'Assessore deve venire a Bottida a dire guarda che tu… lì basta che con una mailing list normale medico di base, Sindaco, medicina pubblica o USCA immediatamente quella comunicazione arrivi a tutti. E devo anche dire questo, che io ringrazio di cuore il dottor Sanna, il dottor Pianu e la dottoressa Raspa che sono persone, perché io non me la sto prendendo con chi lavora dentro gli USCA nella maniera più assoluta, perché probabilmente stanno facendo anche di più di quello che devono fare. Ma quindi dovremmo cercare di capire se queste strutture vanno potenziate, se necessitano di più amministrativi, se necessitano di altre persone, però se quel protocollo esiste e noi dobbiamo conoscerlo tutti perché poi potremo agire anche in base a quello, deve funzionare in tutta la Sardegna allo stesso modo, allo stesso modo. Mi risulta che a Nuoro, caro amico onorevole Saiu, ci sia il direttore della medicina pubblica che non risponde al telefono a nessuno, a me ieri mi ha chiamato una signora di Orotelli con la febbre a 40, col figlio a casa, con la febbre a 40 che chiama questo signore, non risponde, gli ho mandato un messaggio per dire avrei necessità, sono il vicepresidente della Commissione sanità, di parlare con lei non mi ha risposto! E questa signora è a casa con i figli con la febbre alta senza aver fatto il tampone, queste sono le cose che non funzionano, e non è colpa vostra, non è colpa mia, non è colpa dell'Assessore. Quindi chi sbaglia deve essere rimosso, perché stiamo arrivando a questo, perché qui il discorso è che sono le variabili personali che stanno portando i nostri cittadini a rischiare la vita, perché non è vero che non si rischia la vita, non è vero che non si rischia la vita! Su Nuoro abbiamo detto e abbiamo chiesto da tempo quello che anche lei… chiudo un minuto solo che è troppo importante… Nuoro è alla disperazione, manca il personale, allora almeno in pronto soccorso che venga l'esercito a fare i tamponi e liberiamo quei medici, li sono 9 medici che turnano con 150 accessi ai giornali. La chirurgia lei lo sa, domani sarà a Nuoro mi hanno detto, sta chiudendo da Sassari, ci mandano, Assessore, su questo credo che l'onorevole Saiu sia d'accordo con me, non è sopportabile che a me mi arrivino sei pazienti positivi da Sassari e vengano parcheggiati come in un hotel in uno stanzone chiuso dell'ex malattie infettive quando il reparto Covid di malattie infettive su al decimo piano ci sono già 26 pazienti e quei pazienti erano lì senza medico presente, perché non poteva esserci perché non c'è! Di questo stiamo parlando! Noi vorremmo collaborare, io voglio collaborare per trovarle insieme le situazioni, perché è democratico questo Covid, è troppo democratico, non risparmia nessuno, e non risparmierà nessuno. Io sono molto preoccupato, non sono d'accordo quando dici non creiamo allarmismo, l'allarmismo va creato, altro che se va creato! Io vengo da un territorio in cui sta esplodendo, ci sono focolai dappertutto e i sindaci in questo momento non siamo in condizioni di fare niente, per il motivo che vi ho rappresentato. Non abbiamo gli strumenti in mano, solo semplici strumenti di comunicazione per fare quello che la legge ci mette in condizioni di poter fare.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Cocco.

È iscritto a parlare il consigliere Stefano Tunis. Ne ha facoltà.

TUNIS STEFANO (MISTO). Grazie, Presidente, Assessori, onorevoli colleghi. Ho ascoltato con molta attenzione gli interventi che hanno preceduto il mio, naturalmente anticipato dall'attesa che era stata creata per questa discussione, e certamente alcuni interventi sono stati estremamente accalorati perché è chiaro che il motivo che viviamo conduce a un certo picco emotivo. Alcuni, magari meno emotivamente significativi, hanno anche portato degli argomenti, ma non è corretto dire che rispetto al passato siano emerse proposte, soluzioni, siano emerse delle posizioni così innovative da giustificare l'enorme interesse creato dai colleghi attorno a questa discussione. Però, un tema sugli altri credo che debba essere affrontato e che è emerso dalle vostre discussioni, ed è quello delle liste d'attesa, della difficoltà che ha nel suo complesso il sistema sanitario ad affrontare l'ordinarietà della sua missione, ordinarietà della sua missione che è stata duramente messa in difficoltà da una calamità naturale, questo giova ricordarlo, una calamità naturale che ha portato la sanità ad essere terreno di compensazione per una maggioranza in difficoltà, calamità naturale che ha portato questa Amministrazione in passato a doversi confrontare non con un dialogo difficile col Governo centrale, ma addirittura a dover sopportare dei diktat, perché giova ricordarlo visto che è stato citato, noi non abbiamo una sanità di territorio perché fu fatta in ossequio alle richieste del Governo Renzi, prima la rete ospedaliera per dare i posti letto al Mater Olbia. Perché lo ricordo? Perché purtroppo su questa calamità naturale proprio quando eravamo stati chiamati a risolvere la questione si è innestata la pandemia, che ha reso ulteriormente complessa la situazione, che l'ha resa difficile da immaginare in termini di soluzioni e soprattutto l'ha trasformata in un enorme problema di praticabilità del nostro sistema sanitario. Ricorderete che noi postammo risorse importanti sul budget di chi amministra sanità pubblica attraverso strutture private proprio con lo scopo di abbattere le liste d'attesa, non ricordo che da quella parte si sia alzato qualcuno per dire che bene stavamo facendo, ricordo una battaglia ideologica sul fatto che questi danari venivano destinati a chi, giova sempre ricordarlo, con meno del 3 per cento del budget effettua oltre il 15 per cento delle prestazioni. Quindi ridurre ogni singola cosa a ideologia, ridurre ogni singola cosa a guerra di posizione non giova, soprattutto quando si è capaci di alimentare un'attesa tanto alta che non corrisponde alla qualità della proposta. Di conseguenza, colleghi, ci torneremo e ci stiamo tornando, perché il senso della riforma che senza nessuna compensazione di maggioranza abbiamo approvato di recente servirà esattamente a questo, a riportare la sanità sul territorio, servirà a renderla efficiente, servirà a mettere il carro davanti ai buoi, servirà a costruire la casa a partire dalle fondamenta e non dal tetto, servirà a dare risposta esattamente a quanto voi, ed è stato non semplice, non banale ricavarlo dai vostri interventi oggi, avete correttamente segnalato.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Angelo Cocciu. Ne ha facoltà.

COCCIU ANGELO (FI). Grazie, Presidente, un saluto a lei, ai colleghi consiglieri e agli amici della Giunta che son presenti. Caro assessore Nieddu, lei non è l'Assessore della sanità, ma l'Assessore ai guai da un anno e mezzo a questa parte, perché si è trovato all'interno di un vortice devastante che ha coinvolto naturalmente l'Italia, la Sardegna, ma tutto il mondo. All'interno di questo vortice ci siamo trovati anche poco preparati, visto che è stata una situazione talmente devastante, talmente particolare che nessuno al mondo conosceva, o forse il popolo cinese sapeva, perché pare che siano i responsabili di tutta questa tragedia. Ci troviamo in un secondo momento, in un secondo momento difficile, però vorrei fare una riflessione, siccome non sono un medico, a differenza di molti altri colleghi presenti in Consiglio regionale, ma sono una persona che si presta alla politica e ci mette il cuore, molte volte si mette a guardare e a studiare per cercare di capire quello che accade, quello che è successo e quello che si potrebbe in realtà programmare per il futuro. È chiaro che la minoranza deve fare la sua parte, è protagonista di questa mozione sulla sanità, e noi dobbiamo partecipare, dobbiamo rispondere e dobbiamo evidenziare anche alcuni fatti e alcune fattispecie. Ci troviamo nuovamente sul banco degli imputati, siamo i responsabili, perché governiamo, della Regione Sardegna e dobbiamo trovare delle soluzioni, però di fronte a tutte quante queste accuse qualcuno si dimentica che noi a inizio estate, a giugno, eravamo una Regione Covid-free, e siccome una buona amministrazione che ha veramente voglia di prendere in mano la situazione si è trovata davanti ad un bivio, o aprivamo la Sardegna oppure facevamo morire completamente, in maniera definitiva, tutte le attività che in Sardegna ci sono. Abbiamo deciso di aprire, abbiamo deciso di aprire a modo nostro, siamo stati tacciati come i delinquenti, addirittura in maniera poco morale, quasi quasi limitando quelli che erano i diritti delle persone perché avevamo chiesto un passaporto sanitario dove, con la parola passaporto sanitario, si chiedeva alle persone che sarebbero venute nella nostra bella isola di essere muniti di un qualcosa che giustificasse la totale assenza di Covid. Il Governo centrale ha reagito in maniera devastante, ma in maniera anche intelligente, e poi dirò il motivo, siamo stati tacciati veramente come una Regione completamente fuori dal mondo, le nostre richieste non erano assolutamente da assecondare e quasi quasi ci sono state delle interlocuzioni dove c'è stato consigliato di mollare la presa, ed è quello che fondamentalmente abbiamo fatto, ma lì è stato il grave errore, perché dovevamo rimettere al mittente quello che ci chiedevano e avremmo dovuto continuare sulla strada del passaporto sanitario, che non altro sarebbe stato un controllo della saliva per poter venire in Sardegna. La gente è venuta, non voglio usare termini particolari, poco attenta, fregandosene di quella che era la salute della Sardegna, ma anche delle persone che in Sardegna in quel momento si trovavano, sono arrivati dalla Spagna, sono arrivati dalla Croazia, da altre parti, sono arrivati da Malta, Ibiza era impestata, cioè hanno portato il virus in Sardegna e poi siamo stati addirittura accusati come quelli che il virus lo hanno contagiato. Ora cosa possiamo fare? Abbiamo un Governo che ci impone delle nuove situazioni, che quasi quasi sono le situazioni che noi in passato avevamo individuato, accuse da parte del Governo e di amministratori di Regioni come il Lazio, la Campania, il Molise, che si mettono contro la Sardegna, quasi quasi dicendo: "Sono un popolo di appestati, venite da noi che siamo tutti quanti a posto". Quindi c'è anche un disegno politico dietro questa scena igienico-sanitaria che è stata assolutamente gonfiata, tra virgolette. Ho sentito fare riferimento al Mater Olbia, forse del Mater Olbia non dovremmo neanche parlarne in quest'Aula perché è una materia assolutamente condivisa da pochi, c'è una cattiveria nei confronti di questo ospedale da parte di questa Regione Sardegna, se qualcuno non voleva fare il Mater Olbia, l'ha sempre ripetuto, avrebbe dovuto bloccarlo nel momento in cui è stata posizionata la prima pietra. L'ospedale invece è stato concepito ed è stato aperto da poco, però ci sono mille problemi. Il Mater Olbia è quell'ospedale che ha permesso a quella parte di Sardegna, diventando centro Covid per eccellenza, di non contaminare tutti gli altri ospedali, e questo Assessore è anche merito suo, perché ha fatto con i dirigenti del Mater Olbia una scelta molto, molto intelligente, e il Mater Olbia potrebbe essere ancora quell'Ospedale che potrebbe fare la differenza per quanto riguarda il nord Gallura e anche tutta la Sardegna. Il Mater ha bisogno di una cosa, ha bisogno di essere diretto da parte di un manager con gli attributi fondamentali per portare avanti quel discorso, e bisogna fare un passo indietro e riconcepire il Mater Olbia come è stato concepito fin dal momento della nascita, un centro oncologico di eccellenza a livello mondiale e poi un Ospedale che in qualche maniera sarebbe andato a colmare i deficit di tutti gli ospedali presenti in Sardegna; a noi non serve un Mater doppione, a noi serve un ospedale che funzioni bene e che possa intervenire per colmare i deficit che esistono nei vari ospedali della Sardegna. Ci siamo trovati in una situazione tragica, Assessore, io non voglio accusare nessuno, però forse l'ATS, come concepito dalla precedente Amministrazione, io non dico che sia giusto e non dico che sia sbagliato però sicuramente era un progetto troppo avveniristico che in questo momento non poteva essere adottato in Sardegna, è stato speso molto tempo per concepire questa nuova situazione sanitaria a livello sarto, però in questo momento assolutamente non funziona e non avrebbe mai funzionato. Noi accettiamo tutte le accuse e tutte le critiche, però anche voi dovete capire che avete perso le precedenti elezioni regionali per il motivo sanità, quindi noi le critiche le accettiamo e le accuse le accettiamo, però forse tutto ciò che ci venite a dire non è completo. Grazie.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Michele Ciusa. Ne ha facoltà.

CIUSA MICHELE (M5S). Grazie, Presidente. Il dibattito di oggi era necessario, perché è necessario affrontare l'emergenza sanitaria che sta colpendo la Sardegna. Le notizie di questi giorni non possono lasciarci indifferenti, da quest'Aula deve arrivare all'esterno un messaggio chiaro e responsabile. Questa emergenza sanitaria è un fatto serio, che mette a rischio la nostra salute e la nostra economia, abbiamo l'obbligo morale di sottolineare questo aspetto, dobbiamo spiegare che il distanziamento interpersonale e l'uso della mascherina sono strumenti decisivi per contrastare il virus e quindi proteggere la nostra comunità da situazioni anche più critiche di quelle che stiamo già drammaticamente vivendo. Abbiamo già vissuto cosa comporta il lockdown, e tutto il carico emotivo e sociale che è derivato da quella scelta dolorosa ma doverosa di fermare l'intero Paese, i cittadini sardi è giusto che sappiano che bisogna scongiurare, con tutti gli strumenti che abbiamo a nostra disposizione, un'altra chiusura totale; se rispetteremo le regole supereremo questa fase delicata, dobbiamo convivere con questo virus evitando di far crescere i contagi e contestualmente permettere a tutti di continuare la propria vita, e per questo, a mio avviso, scuola e lavoro hanno la priorità su tutto, questo è quello che dobbiamo fare come comunità, ma spetta a noi, e in particolare a voi, che siete Al comando della Regione fare ancora di più, garantire tutti gli strumenti utili per combattere e difenderci dal virus. È una questione anche di approccio comunicativo, se si dà l'input di riaprire le discoteche si lancia il messaggio che il virus non è pericoloso, invece il virus è pericoloso e mette a rischio la tenuta economica e sociale della nostra Isola, oppure la scelta di fare le elezioni comunali il 25 e 26 ottobre, quando comunque era presumibile il rischio di una recrudescenza del virus, come di fatto sta accadendo, voi invece avete scelto di non n accorparle col referendum costituzionale del 20 e 21 settembre. Gestire una pandemia non è semplice, per questo serviva mettere nei mesi diciamo di calma apparente una strategia in campo, invece qui si continua ancora una volta a lavorare nell'emergenza. Nei mesi di lockdown i sindaci della Sardegna lamentavano le mancate comunicazioni tra loro e l'ATS, a distanza di mesi la situazione non è cambiata, anzi, addirittura è peggiorata, come se i mesi precedenti non siano serviti a nulla per migliorare la macchina organizzativa. Invece colgo l'occasione per ringraziare quei sindaci che si stanno muovendo in autonomia per difendere la propria comunità, ma è lecito domandarsi come sia possibile che in Sardegna ci si muova a macchia di leopardo e non ci sia un reale coordinamento da chi detiene le redini della sanità sarda. Questo virus va combattuto, e va combattuto sul territorio, e lo possiamo contrastare solo se mettiamo in campo, nelle migliori condizioni strumentali e numeriche, le USCA, le USCA sono un avamposto fondamentale in questa battaglia, ma sono un numero insufficiente, da nord a sud le USCA sono in difficoltà, costrette a sobbarcarsi un lavoro immane e non riescono a soddisfare le esigenze del territorio. Questo comporta grandi ritardi per l'effettuazione di tamponi, troppi cittadini sardi aspettano a casa sperando che ogni giorno sia quello buono; non possiamo lasciarli soli e abbandonati al loro destino. I cittadini perdono giorni di lavoro se non siamo celeri nei tamponi, e sottolineo questo aspetto, con questa partita che stiamo giocando contro il Covid ci giochiamo la salute dei sardi ma anche l'economia della nostra Isola. Poi secondo me c'è un altro aspetto fondamentale, la gestione dell'influenza stagionale; bisogna dare l'opportunità al maggior numero di persone di potersi vaccinare contro l'influenza stagionale, perché ogni anno l'influenza stagionale grava sulle strutture sanitarie, in questo anno così particolare questo deve accadere il meno possibile. Aggiungiamo poi la confusione, che sarà inevitabile, già immagino, che si genererà quando ci sarà una persona con febbre e tosse che vorrà anche lui il tampone, giustamente, e sottolineo giustamente, per sapere se è positivo o negativo al Covid; dobbiamo assolutamente evitare il più possibile i casi come questo. Bisogna anche dire che l'influenza porta l'individuo a un indebolimento della sua salute, e questo lo rende pertanto più attaccabile dal Covid, ci sono studi che lo dicono, il Covid sfrutterebbe a suo vantaggio una situazione del genere. Quindi, Assessore, ribadisco che sul vaccino antinfluenzale ci giochiamo molto nei prossimi mesi in termini di pressione sulle strutture sanitarie e di richiesta di tamponi, siamo ancora in tempo, visto che di solito la campagna di vaccinazione antinfluenzale si sviluppa principalmente nel mese di novembre, e il picco dell'influenza stagionale è a cavallo tra dicembre e gennaio, facciamo in modo che su questo aspetto la gestione sanitaria sia efficiente. E poi, è inutile girarci attorno, c'è il tema delle liste d'attesa; come ho detto dobbiamo convivere col Covid, e non è possibile pensare che i cittadini non possano fare le proprie visite, sta diventando intollerabile, sta diventando veramente una bomba sociale, però se questo non accade è inevitabile pensare che questa Giunta voglia favorire il privato a danno del pubblico. Infine una domanda sull'Ospedale Santissima Trinità di Cagliari, che ogni giorno accumula pazienti purtroppo che hanno il Covid, però leggo che vengono trasferiti in reparti, da una parte all'altra, senza comunicazione, volevo capire se questa sarà una cosa definitiva, come spesso accade quando si sposta un reparto da una parte all'altra, e questo è un tema che dovremmo affrontare, secondo me. Insomma, la situazione è sotto gli occhi di tutti, non possiamo sbagliare, c'è in gioco la salute dei sardi e l'economia della Sardegna. Grazie.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Giorgio Oppi. Ne ha facoltà.

OPPI GIORGIO (UDC Cambiamo). Io concentrerò l'attenzione su un altro argomento, però dico subito che molta gente si era convinta che la Sardegna fosse un'Isola beata, nella sanità non lo è da troppi anni, e siccome si fa molta critica, cominciamo a dire le cose come sono. L'ATS è stata una scelta sbagliata, e non lo diciamo noi, l'ha detto il Centrosinistra, l'ha detto l'assessore Arru in varie circostanze, le scelte sbagliate sono state soprattutto, per quanto mi riguarda, nella scelta dei nomi per le varie aree, per esempio, il "tornare a casa" fa parte anche della 162, dei provvedimenti della 127, però prendere uno da Temipo e portarlo a Iglesias, prendere un altro da un'altra realtà territoriale, per esempio da Iglesias portarlo a ma Macomer, prendere un'altra persona e portarla da Alghero a Oristano, e meno male che alla fine qualcuno se ne è accorto e ha restituito un minimo di dignità alle persone. E poi la crisi avviene per molti anni soprattutto per il fatto che noi abbiamo pochissimi medici, anche se devo dire la verità, noi recentemente abbiamo presentato la leggina per le specializzazioni, una volta diventava facile, ma chi diceva che c'erano troppi medici, basta prendere la stampa di allora, era la Dirindin, che poi si è convinta del contrario, lo stesso Arru, Moirano all'inizio ha detto la stessa cosa, poi ha cambiato. Quindi io credo che non sia corretto sempre attaccare coloro i quali dicono determinate cose. Credo che la situazione sia molto difficile. Le carenze, basta vedere un documento del 31.12.2016: la ASL di Cagliari con 4746 dipendenti aveva già allora un buco di 778 persone tra medici e gli altri, i medici soprattutto erano i più numerosi. Diciamo anche quello che sta avvenendo. Si parla del Covid. Amici cari, stiamo attenti perché non è vero quello che si dice. In effetti in Sardegna la seconda ondata di Covid è arrivata qui ad agosto, per responsabilità che sono più dello Stato, rispetto a…, che ha aperto, mentre nelle altre regioni è arrivata praticamente a settembre; aspettiamo un pochino per verificare i tempi e vi accorgerete che l'8,8 nostro scende e invece le altre regioni saliranno molto. Però credo che vada detta con molta chiarezza la situazione che c'è nelle ASL, Assessore, è catastrofica. Io non voglio parlare di dove sono nato, ma certamente proporre che Nuoro sia un potenziale di secondo livello, dire che Lanusei sia un potenziale di primo livello. Iglesias, per esempio, non l'ho mai citato, lo cito oggi, è il fanalino di coda. Potrei citare dieci casi nei quali la gente, non essendo di notte chiuso il Pronto soccorso, è andata a Carbonia, hanno sbagliato e la moglie dopo 18 ore ha potuto vedere il marito defunto in una bara. Ma oggi la situazione più drammatica, secondo me, è a Nuoro perché nella Chirurgia ci sono cinque persone, che a breve ovviamente creeranno una situazione di obiettiva difficoltà, mentre ce n'erano prima 13. Quindi prima che si crei il caos, lei, Assessore, che va molto spesso a Nuoro, deve anche produrre effetti positivi.

Ma voglio soprattutto concentrare la mia attenzione sul Mater Olbia, perché ci sono delle persone che una volta dicevano una cosa e oggi dicono il contrario. Il Mater Olbia, per quanto mi concerne, l'ho sempre fatto, per cinque anni sono stato l'unico che l'ha attaccato, questo mi viene riconosciuto da tutti, è un bluff. Vedete, probabilmente portano scalogna coloro i quali hanno protetto il Mater Olbia, entrambi sono dei cardinali e portano la lettera B, uno era Bertone, presente anche in Sardegna, e l'altro è Becciu, perché lo sappiamo tutti che Becciu è uno che spinge per il Mater Olbia. Vedete, dal 2014 al 2015 c'era il Bambin Gesù, è meglio non citarlo, con un anziano per fare la cardiochirurgia che non serviva, che aveva 85 anni (…), praticamente quali vantaggi ha prodotto? Doveva nella mobilità passiva far risparmiare quei 75 milioni, una parte di quei 75 milioni. Sapete quanto ha fatto risparmiare quest'anno? 500.000 euro, perché nella valutazione che soprattutto doveva operare erano due. Debbo dire subito che queste due strutture, una dove c'è il dottor Monni e l'altra, invece, è la bariatrica, ebbene in effetti 500.000 euro. Quest'anno penso che non ci sarà niente per quanto riguarda il secondo, li ho voluti dettare nell'ordine, e credo che noi dovevamo risparmiare qualche decina di milioni. Chiedo all'Assessore di quei 25 milioni, di quel grande bluff, se sono rimasti a loro soltanto 5 milioni oppure avete dato altra parte dei 25.

PRESIDENTE. Chiuda onorevole, il tempo è terminato.

OPPI GIORGIO (UDC Cambiamo). Un minuto solo. Questo è importante. Dicevo, prima c'è la procreazione medicalmente assistita e l'altra è la chirurgia bariatrica, ma devo dire di più. Vedete, il Mater Olbia è una struttura che ha utilizzato gli specializzandi di Sassari, che non ha portato le prime linee. Di fatto, oggi come oggi, ha parlato sempre di migliaia di persone da assumere, ha parlato come si chiama, è inutile che venga difesa ad oltranza. Io ho ripreso da oggi un attacco al Mater Olbia perché il Mater Olbia ha creato soltanto problemi, e lo stesso direttore generale, che allora era Rispo, ha dichiarato più volte che quando si diceva che avrebbero aperto era soltanto legato al fatto che c'erano campagne elettorali. Questo è sulla stampa e questo l'ho sempre dichiarato. Hanno bluffato! Non hanno uomini di grande valore, doveva essere un centro di alta specializzazione e non lo è stato. È inutile che una parte o l'altra cerchi di difendere. Conosciamo ovviamente gli uni e gli altri.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Gianfranco Ganau. Ne ha facoltà.

GANAU GIANFRANCO (PD). Grazie Presidente. Credo che oggi siamo qui non per fare polemica spicciola, né tanto meno facile allarmismo, ma per avere delle informazioni certe sulla situazione sanitaria della nostra Regione e anche per cercare di dare dei consigli che speriamo utili per affrontare l'emergenza in atto. Inizio qui parlando delle gravi conseguenze che l'emergenza Covid sta comportando sulle prestazioni ordinarie. Studi attendibili valutano che le prestazioni in arretrato siano arrivate a oltre 1.200.000 casi, con un'incredibile ulteriore allungamento delle liste di attesa. Si chiede per questo di conoscere che utilizzo sia stato fatto dei 20 milioni messi a disposizione della sanità pubblica per l'accorciamento delle liste d'attesa e quali risultati si siano avuti con questo intervento, e anche quali siano stati i motivi che hanno impedito alla nostra Regione di presentare il piano sulla gestione delle liste d'attesa a livello nazionale. Oggi, di fatto, i costi della diagnostica ricadono sugli utenti, con una gravissima discriminazione nell'accesso alle cure tra chi ha risorse e chi no, visto che i privati praticamente rappresentano l'unica alternativa e hanno raggiunto in quasi tutti i casi i limiti dei tetti di spesa. A questo proposito chiedo se sia stato preso in considerazione uno stanziamento finanziario che incrementi i tetti di spesa sulla base di esigenze accertate, come è consentito dal decreto Cura Italia del maggio 2020, voglio ricordare, che consente alle Regioni di acquistare prestazioni private convenzionate in deroga ai limiti di spesa regionali, in tal modo non scaricando più sugli utenti i costi della crisi, e questo, unitamente ad una riorganizzazione del sistema pubblico, può essere una soluzione realistica per un contenimento delle liste d'attesa.

Venendo all'emergenza Covid, quello che appare carente e su cui è necessario intervenire con rapidità è il sistema territoriale, a iniziare dall'organizzazione della medicina di base e dei pediatri di libera scelta. Che questo non funzioni è testimoniato dall'alto numero di ricoveri, l'8,8 per cento dei positivi secondo l'attendibile studio della Fondazione GIMBE, che pone la Sardegna tra le regioni con maggiori indici di ospedalizzazione, con un conseguente rischio continuo di inadeguatezza dei posti letto Covid cui si cerca di ovviare con complessi e spesso non programmati spostamenti di interi reparti per fare posto. In particolare va potenziato il sistema dell'igiene pubblica e quello delle unità speciali di continuità assistenziale che appaiono fortemente sottodimensionate, come testimoniato dalle innumerevoli segnalazioni di utenti che si sentono abbandonati, impossibilitati a mettersi in contatto con le ASL, con attese troppo lunghe per avere i tamponi e conoscerne l'esito, con un inaccettabile prolungamento dei tempi di quarantena. Per restare ai tamponi appare necessario potenziare il sistema dei laboratori, fornendo, laddove ancora non presenti, anche gli strumenti perché possano essere campionati in sede, faccio, per esempio, il caso di Olbia, evitando quindi i tempi morti del trasferimento ai presidi che, invece, possono campionare. Così come va migliorato il sistema di comunicazione dei positivi tra ATS e sindaci. Sindaci che non possono essere liquidati con sufficienza, Assessore, perché sono in prima linea con scarsissimi strumenti e in molti casi si stanno sostituendo alla Regione promuovendo campagne di screening di massa e misure drastiche di contenimento della diffusione del virus, devono essere messi nelle condizioni di svolgere le proprie funzioni al meglio e per far questo serve una comunicazione tempestiva, e questo è essenziale che sia un intervento su cui spero che abbia l'opportunità di darci delle certezze su quello che si sta facendo. E' evidente che serve una riorganizzazione o addirittura un'attivazione dei percorsi intraospedalieri laddove questi non sono chiaramente definiti, la definizione dei posti letto Covid e un intervento anche di potenziamento dei posti letto di terapia intensiva per cui è previsto un incremento progressivo che però deve tener conto del progresso effettivo e non può succedere, come è successo di recente al Santissima Trinità, che arrivino 3 pazienti che richiedono un ricovero in terapia intensiva, ci sia un unico posto letto disponibile e debbano essere trasferiti in altra sede.

NIEDDU MARIO, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Non è vero, non è vero!

GANAU GIANFRANCO (PD). Assessore, lei mi smentisce sempre e io ho sempre conferme di quello che dico, però non voglio entrare nei particolari in questo momento né polemizzare con lei, attendo le sue risposte. Credo anche che serva un'attivazione dei servizi del personale con selezioni, e questo credo che si stia facendo, ma credo anche che nei casi di urgenza, come quelli denunciati su Nuoro, sia possibile ricorrere nuovamente alla sanità militare che mi pare abbia dato la disponibilità.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MICHELE PAIS

(Segue GANAU GIANFRANCO.) Una preoccupazione che abbiamo è quella della campagna vaccinale, su questo vorremmo essere rassicurati, perché credo che sia essenziale che la campagna vaccinale sia attivata nei tempi utili e con tutte le potenzialità che la Regione deve mettere in campo per convincere le persone a vaccinarsi, perché questo è un tema che farà la differenza nella lotta di contenimento della diffusione del virus in questo inverno.

PRESIDENTE. Io ho ancora tre interventi, farei concludere gli stessi, dopodiché facciamo una pausa e riprendiamo con la replica dell'Assessore.

È iscritto a parlare il consigliere Dario Giagoni. Ne ha facoltà.

GIAGONI DARIO (LEGA). Tolgo la mascherina, non vorrei che poi si offenda l'onorevole Zedda. Prima di entrare nel vivo del mio intervento, vorrei fare una premessa, una sorta di precisazione quanto più doverosa in risposta alle accuse che in questi giorni abbiamo sentito muoverci dai colleghi dell'opposizione. Signori cari, di sanità se ne discute, per fortuna costantemente, se ne discute per fare un esempio quando si approva in Aula la proposta di legge che proroga l'efficacia delle graduatorie di procedure selettive pubbliche, bandite dalle aziende sanitarie, se ne discute, seppur indirettamente, al momento dello stanziamento di ulteriori risorse finanziarie atte a rendere consono a livello sanitario il servizio di trasporto pubblico, evitando rischi di assembramenti e conseguentemente di crescita esponenziale e incontrollabile di contagi. Se ne è parlato a lungo, spaziando in modo doveroso su tematiche talvolta complesse, che coinvolgono ognuno di noi quando abbiamo approvato la tanto attesa riforma del sistema sanitario regionale, che alcuni colleghi della minoranza giudicano inadatta e inefficace, ancor prima di vederla applicata, basandosi esclusivamente su prese di posizione prettamente politiche. Si parla di sanità costantemente, lo si fa senza alcuna presunzione, senza mai negare che la situazione che stiamo vivendo è onestamente difficile e talvolta mette a dura prova il nostro sistema. Detto ciò, mi aspettavo, nonostante le differenze di ideologie e vedute, una maggiore onestà intellettuale da parte di qualche collega, il quale dovrebbe essere ben consapevole che i problemi della sanità, emersi in tutta la loro drammaticità durante la fase più acuta dell'emergenza pandemica, hanno radici ben più profonde e sono spesso il frutto di quelle scelte che ora molti di loro vorrebbero rinnegare. Parliamo di sanità dunque, ma facciamolo con coscienza, scevri dalle appartenenze partitiche e dalla voglia di strumentalizzare l'emergenza in atto, preferendo alla collaborazione la distruzione e rendendosi disposti persino a instillare il panico nella popolazione pur di screditare l'operato altrui. Mi riferisco in questo caso a chi ha parlato di situazione gravissima, gli ospedali al collasso, senza però far menzione del fatto che il piano per l'emergenza Covid 19, adottato dalla Regione Sardegna e approvato dal Ministero della Salute, prevede un incremento delle capacità delle terapie intensive e sub intensive, con attivazione progressiva dei posti letto basato sulle necessità reali che il momento richiede. Un ringraziamento doveroso in questo senso va al nostro assessore Mario Nieddu, che ogni giorno mette in campo il massimo impegno, al fine di far superare alla nostra Isola, al nostro popolo sardo questo momento difficile. Presidente, annuncio l'intento della LEGA di proporre un ordine del giorno, firmato dai colleghi della maggioranza, che impegni l'Assessore a mettere in campo risorse e assetti organizzativi differenti, invito i colleghi di ogni fazione politica a valutare la possibilità di sottoscriverlo e approvarlo.

Le tematiche che miriamo ad affrontare sono lineari e a mio avviso condivisibili, chiediamo infatti di destinare risorse maggiori rispetto alle annualità precedenti per la campagna di vaccinazione antinfluenzale, in quanto valido e indispensabile ausilio nel mettere al sicuro la salute ma anche la serenità dei cittadini, di investire nella formazione professionale di medici che prestano servizio ambulatoriale, in concomitanza con un potenziamento del servizio ambulatoriale specialistico extraospedaliero, al fine di alleggerire la pressione esercitata sui presidi ospedalieri e di mettere in campo un concreto potenziamento della medicina dell'emergenza territoriale. Già in passato abbiamo dato mostra di essere in grado di agire in modo corale per il bene della nostra Isola, per i sardi, credo che sottoscrivere le nostre richieste sia un chiaro segnale in questa medesima direzione. Per gli attacchi e le polemiche c'è e ci sarà sempre tempo, per il concreto invece talvolta no.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Francesco Mula. Ne ha facoltà.

MULA FRANCESCO (PSd'Az). Io vorrei un attimino portare, in Aula farò un ragionamento, chiamiamolo un po' più distensivo, ma devo ammettere che il dibattito stamattina in Aula si è svolto, io ritengo anche in maniera non solo distensivo, ma anche propositivo. Però è naturale che leggendo un po' la mozione che è stata presentata dai colleghi, dove citano testualmente: "da oltre un anno nel sistema sanitario regionale si registrano problematiche relative al personale, presidi all'organizzazione dei servizi sanitari specialmente in alcuni territori dell'interno, con criticità che compromettono il pieno riconoscimento del diritto alla salute dei sardi." Allora, è naturale che, caro collega Lai, ti viene in mente di fare un ragionamento, se noi avessimo un sistema sanitario, o meglio ancora, avessimo trovato un sistema sanitario non dico di eccellenza, ma che appena appena funzionasse in maniera diversa, noi sicuramente non avremmo avuto alcuni problemi che comunque erano inevitabili. Perché vorrei ricordare che questa emergenza del Covid 19, ha messo in ginocchio realtà come quelle della Lombardia, del Veneto, del Piemonte, realtà sanitarie attrezzate, che il nostro sistema sanitario a confronto faceva solo ridere e abbiamo cercato di tamponare, di arginare con tutti i nostri errori, perché chi dovesse venire in quest'aula compreso l'Assessore a dire: "Noi siamo stati perfetti", sappiamo che perfetti non lo siamo stati. Però alcune considerazioni io ritengo siano ingenerose, e vorrei fare un piccolo excursus, però col senno del poi naturalmente non si cambiano le cose. Ma quando noi, e continuiamo a sostenere e a dire quando venne chiesto di chiudere porti e aeroporti, di fare questo benedetto passaporto sanitario che poi non era passaporto, ma doveva essere almeno un test per capire se chi stava arrivando in Sardegna era positivo o negativo. Insomma sappiamo benissimo come è andata a finire, ma sappiamo benissimo anche che alcune Regioni stanno adottando questo sistema nei nostri confronti, cioè tutti quelli che vengono dalla Sardegna prima di entrare nel nostro territorio vogliamo capire se è sano oppure è positivo al Coronavirus. Quindi, quando l'abbiamo proposto noi non andava bene, oggi sembrerebbe che questo sistema possa andar bene. Io dico che si sta sbagliando a trattare questa terra sempre in maniera disparitaria. E quando io continuo a dire che noi non abbiamo governi amici, lo dico, che sia di destra che sia di sinistra, certo non ci hanno mai aiutato, e non ci ha aiutato nemmeno chi ci dovrebbe rappresentare in quelle aule, perché hanno dimostrato che quando arriva il momento di poter andare a votare che comunque non votano per il bene della Sardegna, ma si vota sempre dietro ordine di scuderia, sempre quello che dice il partito. Però, Assessore, alcune considerazioni le vorrei fare. Vorrei partire anche dalla polemica che è uscita sulla stampa, dalle dichiarazioni dell'Assessore quando è venuto a Nuoro, eccetera, che se mi permettete io un po' di imboscata di tipo politico, gli ho dato questa connotazione, perché chissà perché a quell'incontro io personalmente sono stato invitato all'ultimo minuto, forse va beh non era gradita la presenza, ma anche la presenza di alcuni Sindaci del territorio, che erano presenti a quella riunione, io mi domando come mai non era presente il Presidente della Conferenza territoriale dei sindaci, che non è stato manco invitato, perché probabilmente faceva comodo che non ci fosse. Ma non peraltro, perché magari un confronto diciamo più ad ampio raggio avrebbe aiutato. E le dichiarazioni dell'Assessore che qualcuno le ha prese diciamo in un certo modo, nel senso che non si devono bacchettare i Sindaci. Io ho fatto il Sindaco quindi so cosa vuol dire, se arriva un Assessore e prova a dirmi che cosa devo fare, quando uno si spende al massimo, ma noi abbiamo colto nelle parole dell'Assessore un grido d'allarme, che puntualmente dopo si è verificato, e non dico dove, però è evidente un po' a tutti, che quando le maglie vengono allargate, o quando non si ha un'attenzione particolare nel proprio territorio, poi succedono delle cose che abbiamo visto un po' tutti e abbiamo letto nei nostri giornali, cioè chissà perché 60-80 positivi, chissà perché si fanno feste, ecco, non voglio bacchettare nessuno, però uno sul proprio territorio deve essere responsabile. Poi dico, Assessore, abbiamo parlato di Nuoro, che a me preme naturalmente, perché arrivo da quella realtà. L'abbattimento delle liste d'attesa, si era preventivato con le ore sulla specialistica ambulatoriale, aumentare queste benedette ore. Si è detto noi abbiamo sforato il tetto delle ore, io vorrei capire, Assessore, queste ore dove sono andate a finire? Perché a Nuoro noi abbiamo sempre poche ore? E perché anche a settembre credo sia saltato il bando per il tempo indeterminato, quindi adesso il prossimo sarà a dicembre. Quindi io direi che un lavoro che noi dobbiamo fare è quello di andare a rivedere nei vari territori quello che sta succedendo per dare la stessa dignità e opportunità anche a quei territori che fino a oggi sono rimasti ai margini delle scelte politiche. Quindi abbiamo il tempo, noi ci siamo e ci mettiamo a disposizione per lavorare, per avere anche noi quei risultati che tutti quanti e anche quest'Aula si auspica di poter avere.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Presidente, la Sardegna sta affrontando due emergenze, la prima è il Covid, la seconda è quella relativa a tutte le altre patologie trascurate in maniera più o meno colpevole negli ultimi sei mesi.

Le due emergenze insieme incideranno sulla terza grande emergenza, che è quella sociale. Questo è lo scenario che abbiamo di fronte, lo dicono i numeri. Nessuno, non in quest'Aula, ma nell'intero pianeta, ha oggi in tasca la chiave per affrontare questa emergenza con assoluta certezza. Nessuno però al mondo penserebbe di affrontarla in solitudine, usando come cifra del proprio impegno il non ascolto, la risposta sprezzante, l'isolamento, e a volte la negazione della realtà.

Anche il fatto che l'Assessore alla sanità non abbia sentito il dovere di venire in quest'Aula di sua spontanea volontà a relazionare riguardo quanto stesse succedendo in Sardegna la dice lunga su quello che è la cifra del suo agire. Siamo stati costretti a inseguirlo, abbiamo richiesto la convocazione un mese fa in Commissione, lontani dalle telecamere, era il 17 settembre, in Sardegna c'erano 51 casi al giorno e 84 ricoverati, da allora a oggi abbiamo presentato una quindicina di mozioni, interrogazioni, ordini del giorno, ciascuno con delle segnalazioni precise rispetto a quanto stesse accadendo in quel momento in Sardegna. Nemmeno gli stamenti del parlamento sardo venivano convocati con questo ritmo, soprattutto in un'emergenza. Lo dico non per me che sono all'opposizione, ma per tutti i colleghi che fanno parte di questa istituzione, non possiamo essere coinvolti solo quando ormai i nostri consigli non possono sortire nessun effetto positivo per le persone. Assessore, io non ho nemmeno la pretesa che ci ascolti, so che non lo farà, magari a casa o tra quelli che stanno ascoltando, magari che sono impegnati direttamente nella gestione della sanità, qualcuno terrà conto delle nostre segnalazioni e porteremo ugualmente qualcosa di positivo, però io non le chiedo che ci ascolti, perché noi per lei siamo solo degli allarmisti che quando parlano lo fanno semplicemente per la propria ragione di partito, le direi anche, le consiglierei di non ascoltare nemmeno alcuni consigli che vengono dall'altra parte, perché dall'altra parte per logica opposta di scuderia se lei oggi si fosse presentato senza vestiti, probabilmente qualcuno le avrebbe fatto anche i complimenti per la bella cravatta, non facendole un favore. Le chiedo magari di estendere un po' la discussione. Al termine della seduta parli con i dipendenti che lavorano in questo Consiglio regionale, chi in via Roma ha la propria attività lavorativa, chi sta mangiando in ristorante, qualche passante che magari può intercettare in quel momento, e chieda a loro cosa ne pensano della sanità sarda in questo momento e della sua gestione dell'emergenza, troverà un coro unanime di persone che denunceranno i continui ritardi nelle visite, denunceranno storie di parenti barricati in casa in attesa di tampone o in attesa di esito del tampone, di pazienti oncologici a cui viene reso impossibile curarsi se non a pagamento, di reparti pieni, di anziani della città di Cagliari che vengono spostati magari di 80 chilometri perché i reparti di medicina e di geriatria della città sono pieni, di persone che vengono portate di notte in pronto soccorso e fanno otto ore all'interno di ambulanze perché il pronto soccorso è inaccessibile, magari a causa di percorsi sporchi legati al fatto che i reparti sono pieni altrove. Di reparti Covid, che vengono via via ingranditi appunto aggiungendo altri reparti, sempre con grave ritardo. E' inutile che sui giornali si annunci l'aumento dei posti letto relativi ai ricoveri Covid, se lo stesso atto era atteso da settimane e da settimane colpevolmente non era stato portato avanti. E questa è una verità che purtroppo abbiamo cercato in tutti i modi di suggerirle. E io non le do nemmeno tutte le colpe, perché capisco il linguaggio della politica, capisco che parlano le presenze e le parole, ma parlano anche le assenze, e quindi forse in questo momento il processo non glielo sta facendo questa parte, è un'altra parte che le sta facendo il processo, e non voglio aggregarmi a quel tipo di dinamiche. Quello che però voglio dire è che alcune cose andavano fatte per tempo e farle dopo rischia di creare gravissimi problemi. Qualcuno ha citato la riforma della sanità e l'ATS, utilizzando il verbo al futuro, quindi la riforma servirà, la riforma farà, non è più il futuro è il presente, in una fase come questa sarebbe stato utile avere la miglior dirigenza sanitaria possibile, non guardare le appartenenze, guardare chi effettivamente era in grado di portare avanti quel ruolo. In alternativa, non avendo i migliori possibili, sarebbe stato utile avere qualcuno, un comandante in capo, dei comandanti in capo, persone capaci di prendere le decisioni e titolati a farlo. Ora in sanità a volte la sensazione è che nessuno decida, che anche per mettere una firma su qualcosa di facile… per recuperare qualche posto letto perché abbiamo il pronto soccorso del Santissima Trinità che sta svolgendo le funzioni di reparto parallelo, e quindi servono altri posti letto bisogna mandare avanti il processo, anche per prendere decisioni così facili, per giorni, a volte, è mancato il decisore. Ed è mancato il decisore perché in queste ore invece di essere al suo posto siamo ancora in attesa che il decisore venga nominato e in politica questo è un problema gravissimo. Chiudo, Presidente, l'ho detto prima, in politica parlano le assenze e a volte parlano molto più che, appunto, i discorsi, che gli interventi in quest'Aula, tra l'altro sottolineo il fatto che alcuni Partiti hanno proposto un ordine del giorno di cui non conosco il contenuto che vorrebbe essere un ordine del giorno di discontinuità rispetto all'azione che è tuttora in corso. Se c'è una cosa che non sopporto dei rituali della politica sono alcuni bizantinismi che vogliono nel momento di difficoltà cercare la soluzione scegliendo un capro espiatorio a cui dare tutte le colpe. Siccome in questo caso questo processo farebbe morti e feriti e non in quest'Aula ma fuori, chiedo alla maggioranza di avere pietà dei sardi e di velocizzare il più possibile ogni tipo di decisione che in queste ore sta pensando di prendere.

PRESIDENTE. Grazie onorevole Agus. La seduta è tolta, i lavori sono aggiornati questo pomeriggio alle ore 15 e 30, grazie.

La seduta è tolta alle ore 14 e 15.