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Resoconto della seduta n. 219 del 12/10/2022

Bozza provvisoria

CCXIX SEDUTA

Martedì 12 ottobre 2022

Presidenza del Vicepresidente Giovanni Antonio SATTA

La seduta è aperta alle ore 10 e 44.

CUCCU CARLA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 30 marzo 2022 (208), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. I consiglieri regionali Michele Ennas, Pietro Moro, Antonio Mario Mundula, Pierluigi Saiu, Aldo Salaris e Gian Franco Satta hanno chiesto congedo per la seduta del 12 ottobre 2022.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Comunico che, con nota del 12 ottobre 2022, il Gruppo consiliare Fratelli d'Italia ha comunicato di aver nominato Presidente di Gruppo l'onorevole Fausto Piga.

Risposta scritta a interrogazioni

PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle interrogazioni numero 1603.

(Risposta scritta pervenuta in data 5 ottobre 2022)

Numero 857, 1397, 1604, 1607.

(Risposte scritte pervenute in data 6 ottobre 2022)

Numero 1608, 1613.

(Risposte scritte pervenute in data 10 ottobre 2022)

Annunzio di presentazione di proposte di legge

PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la proposta di legge numero 351.

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

CUCCU CARLA, Segretaria. Sono state presentate le interrogazioni numero 1620/A, 1621/A, 1622/A, 1623/A, 1624/A, 1625/A, 1626/A, 1627/A, 1628/A, 1629/A, 1630/A, 1631/A, 1632/A, 1633/A, 1634/A, 1635/A, 1636/A.

Annunzio di mozione

PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.

CUCCU CARLA, Segretaria. È stata presentata la mozione numero 613.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Grazie Segretario, passiamo al primo punto all'ordine del giorno che è la Risoluzione numero 1.

Ha domandato di parlare il consigliere Roberto Deriu. Ne ha facoltà.

DERIU ROBERTO (LEU-ART.1 - DEMOS - POSSIBILE). Chiedo di intervenire sull'ordine dei lavori Presidente, per domandare una sospensione, una riunione della Conferenza dei Capigruppo in merito a ciò che è successo in seguito alla decisione del Governo di dare il via libera alle pale eoliche nei pressi del sito dove insiste la candidatura per l'Einstein Telescope. Questo è in contraddizione con i deliberati dello stesso Governo, che hanno dato alla Commissione Europea l'assenso alla candidatura italiana, ed è in contrasto anche con le Risoluzioni di questo Consiglio regionale che ha approvato un indirizzo in merito alla vicenda. Io le chiedo anche, se è possibile di convocare, il Collegio dei Segretari che sono titolari dell'onere del rispetto degli ordini del giorno, poiché questa Assemblea ha approvato ordini del giorno in questo senso ed è necessaria una presa di posizione dell'Assemblea, eventualmente io spero anche della Giunta. Spero, infatti, che voglia anche la Giunta, magari in sede di Conferenza dei Capigruppo, esprimere un'opinione in merito, grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (LEU-ART.1 - DEMOS - POSSIBILE). Sull'ordine dei lavori per agganciarmi a quello che ha appena detto il collega Deriu, continuiamo ad essere colonia nella colonia. Qui ci son state delle decisioni assunte dal Comune di Bitti, dal Sindaco, da tutta l'Amministrazione, da tutta la popolazione anche con manifestazioni popolari in cui avevano detto chiaramente di non essere disponibili ad avere all'interno del proprio territorio queste strutture da pale eoliche e ora ancor di più che abbiamo in itinere il progetto che tutti auspichiamo possa arrivare al punto di caduta a Sos Senatos i due ministeri danno parere negativo sulla fattibilità del progetto e improvvisamente l'ultimo colpo di coda di questo Governo assume una decisione totalmente in dispregio e in disprezzo di quello che era stato sancito, detto e ribadito dalle popolazioni, dalle amministrazioni locali. Io credo che come minimo il Consiglio regionale e la Giunta regionale debba farsi carico di chiedere spiegazioni e di cambiare questa decisione, perché veramente ha dell'assurdo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Mula. Ne ha facoltà.

MULA FRANCESCO (Psd'Az). Sì grazie Presidente, ma ne stavamo parlando prima di iniziare i lavori dell'Aula, Presidente, anche con i colleghi dell'opposizione per quanto riguarda questa notizia che è apparsa oggi e che della quale noi non eravamo a conoscenza. Io dico non tanto di sospendere i lavori dell'Aula, perché io chiederei invece che magari l'Aula si pronunci magari possiamo fare anche un documento forte che arrivi da quest'Aula che vada, e spero al nuovo Governo che si dovrà insediare, visto che questa decisione è stata presa nell'ultima seduta del Governo uscente, credo che sia abbastanza scandalosa e quando continuiamo a dire che noi non abbiamo governi amici, Presidente, io spero che quello che si insedierà abbia una sensibilità diversa per quanto riguarda le problematiche di questa terra. Quindi ci dovrebbero anche far capire quando ci impugnano le leggi in materia in tema paesaggistico se quello di realizzare queste mega pale con grossi profitti per pochi senza un rientro per gli abitanti di questa terra quali sono i vantaggi, qualcuno ce lo dovrebbe anche spiegare. Quindi io chiederei, Presidente, se l'Aula è d'accordo che ci possiamo lavorare tutti quanti per preparare un documento che poi io credo ne uscirà all'unanimità nella quale poi diremo noi tutti che cosa vogliamo venga messo nel documento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Maria Laura Orrù. Ne ha facoltà.

ORRÙ MARIA LAURA (LEU-ART.1 - DEMOS - POSSIBILE). Grazie Presidente, sempre sull'ordine dei lavori per ricordare l'impegno che è stato preso nella scorsa seduta rispetto al caro bollette e i problemi che stanno vivendo in maniera importante i Comuni. Io vorrei chiedere a questo Consiglio regionale di impegnarsi tantissimo, perché ci sono diverse realtà, diversi Comuni che non ce la fanno e hanno bisogno di una risposta importante e immediata. Penso che possa essere messo all'ordine del giorno anche della riunione dei Capigruppo e se ne possa discutere oggi stesso, perché questa legge è fondamentale portarla il prima possibile perché io lo sto vivendo in casa, ma ho sentito i colleghi sindaci, sono tutti molto preoccupati.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Grazie Presidente. Accogliendo anche ciò che è stato detto dal Capogruppo del PSd'Az, inviterei a valutare, ovviamente discutendone con l'onorevole Cossa, se inserire nell'ambito della Risoluzione sull'insularità l'aspetto anche dell'intromissione del Governo, perché ovviamente ha valore costituzionale la questione riguardante il mancato sviluppo, la differenza di sviluppo, se a questo si aggiunge anche l'intromissione del Governo che deve definire come impedire ulteriore sviluppo rispetto a progetti strategici che citava l'onorevole Deriu, inserendo, nei luoghi dove stiamo lavorando con difficoltà e in competizione con altre realtà, aspetti di quella dimensione strategica di sviluppo, di ricerca scientifica e di occupazione, se devono essere pregiudicati questi aspetti che colmerebbero una parte di assenza di sviluppo o di ritardo di sviluppo, se compromessi però dall'intervento del Governo è un ulteriore elemento che aggrava il divario legato non solo alla distanza e agli aspetti legati all'Isola, ma anche al pregiudicare interventi voluti da noi e messi in discussione con provvedimenti stabiliti da altri. Però lascio, essendo ovviamente una questione che hanno curato altre colleghe e altri colleghi, anche a loro la disponibilità di inserire nell'ambito della Risoluzione questo aspetto, oppure, e lì condivido, se per dare maggiore forza e avere una autonomia almeno su quel fronte per poter invece spiegare meglio e intervenire nel dettaglio, se invece la valutazione fosse quella di definire una risoluzione o una presa di posizione del Consiglio in modo autonomo rispetto all'aspetto dell'insularità penso che possano andar bene sia l'una che l'altra strada, grazie.

PRESIDENTE. Non ci sono altri interventi sull'ordine dei lavori.

Discussione e approvazione della risoluzione della Commissione speciale per il riconoscimento del principio di insularità sull'istituzione di un organismo tecnico per l'attuazione dell'articolo 119 della Costituzione e per la promozione delle misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall'insularità in Sardegna (9 (22 COM)).

PRESIDENTE. Considerate le richieste fatte, io direi di andare avanti con la Risoluzione, molto probabilmente sarà argomento nella stessa discussione di quanto segnalato e di quanto è emerso in questi giorni dalla volontà di realizzare questo impianto. Quindi chiederei al Consiglio, se siete d'accordo, di andare avanti per il momento, anche perché la questione della Risoluzione sull'insularità ha anche una determinata urgenza, quindi chiederei all'onorevole Cossa, se è d'accordo, viste anche le riflessioni fatte poc'anzi dall'onorevole Zedda, di iniziare con l'illustrazione della Risoluzione.

L'ordine del giorno reca la discussione della Risoluzione numero (9 (22 COM)).

Ha facoltà di parlare il consigliere Michele Cossa, relatore.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi), relatore. Grazie Presidente. Naturalmente il Consiglio è libero di valutare tutte le integrazioni e miglioramenti del testo, quindi valuterà il Consiglio. Quello che mi preme sottolineare è che questa Risoluzione è stata approvata dalla Commissione insularità appena pochi giorni dopo il 28 luglio, la data in cui c'è stato il passaggio finale nella Camera dei Deputati, la quarta lettura, che ha fatto diventare questa norma legge costituzionale. Sono stati momenti convulsi perché i colleghi ricorderanno che questo è avvenuto a Camere sciolte, non ci sono precedenti di approvazione sia pure definitiva di una modifica costituzionale a Camere sciolte, e questo da un valore in più a quello che è accaduto. La Commissione si è mossa tempestivamente, io non posso che approfittare anche di questa occasione per ringraziare e dare atto ancora una volta, una volta di più, ai colleghi della Commissione di essersi mossi sempre e di aver sempre lavorato con spirito costruttivo su questo tema sin dal momento in cui con la mozione, a prima firma dell'onorevole Deriu, la Commissione insularità è stata costituita. Con la modifica costituzionale il tema delle isole, i problemi delle isole non sono più un fardello a carico di quegli sfortunati, tra virgolette, che ci vivono, ma diventano un tema della comunità nazionale, un tema della Repubblica. Quello che fino a ieri era una specie di chimera oggi è una realtà, e da oggi i cittadini delle isole possono guardare con maggiore fiducia al loro futuro. La Repubblica prende atto che l'handicap geografico determinato dalla discontinuità territoriale determina di per se stesso un ritardo di sviluppo che necessita di interventi speciali mirati per poter essere recuperato. Come sapete la mobilitazione è stata molto ampia, oltre 200.000 firme, hanno partecipato cittadini e autorevoli uomini politici siciliani e delle isole minori, l'ANCIM, Associazione nazionale dei comuni delle isole minori, il mondo degli immigrati sardi in Italia. Tuttavia possiamo affermare a ragion veduta che tutto questo lo ha fatto la Sardegna in tutte le sue articolazioni sociali, economiche, politiche, istituzionali. Avremo modo e tempo di ringraziare tutte le persone che sono state protagoniste di questo progetto, peraltro molti componenti e il comitato promotore siedono in quest'Aula. Ci sono tutti i parlamentari della legislatura che proprio oggi si chiude, i Presidenti delle Camere che hanno svolto un ruolo fondamentale, ma permettetemi di citare per tutti almeno due persone: Massimo Fantola, che è l'ispiratore e il motore di tutta l'iniziativa, Roberto Frongia, che è stato il presidente del comitato promotore, che oggi purtroppo non è qui assieme a noi a festeggiare. Colleghi, la presente Risoluzione, lo dico in particolare all'onorevole Zedda, ha un carattere fortemente pratico e operativo, e il suo obiettivo è quello di dare alla Regione, quando dico alla Regione dico alla Giunta regionale e al Consiglio regionale, che ha svolto in tutta questa vicenda un ruolo determinante e deve continuare a interpretare una Sardegna che orgogliosamente vuole essere artefice del proprio destino, che orgogliosamente non vuole condizioni di privilegio, ma vuole condizioni di pari opportunità. Nasce dall'esigenza di dare un segnale immediato, uno strumento per essere pronti al confronto con il Governo, che speriamo da qui a poco si insedi. Perché il Governo diventa un soggetto strategico nello sviluppo, nell'attuazione della norma costituzionale. E parallelamente la Commissione ha deciso di intraprendere un'altra iniziativa, quella di sensibilizzare i vertici nazionali delle maggiori organizzazioni esponenziali del mondo economico per raccontargli che cosa è successo, per spiegare loro che non è l'ennesima occasione per andare a rivendicare più sussidi, più elemosine, più prebende, che poi magari non si riesce neanche a spendere e che comunque non hanno ricadute efficaci se non si rimuovono le ragioni che sono alla base del ritardo di sviluppo della Sardegna, perché è importante che anche i player economici nazionali capiscano che la Sardegna si presenta orgogliosamente e dignitosamente a pretendere l'attuazione di questa norma costituzionale, e devo dirvi che la prima riserva che io mi trovo a dover sciogliere è proprio questa. Alla fine cosa volete? Volete più soldi? No, vogliamo più infrastrutture, vogliamo che si affronti in maniera chiara e definitiva il tema della continuità territoriale, vogliamo che più che sulle risorse si agisca sulle regole. Onorevoli colleghi, il Consiglio regionale nell'ambito delle sue competenze non può che continuare ad essere in prima linea su questo fronte, è chiaro che il primo tema che viene in mente è quello della continuità territoriale, ed ecco perché è importante che, io non so, badate, se la continuità territoriale dal punto di vista economico è quello più rilevante, io penso che abbia una incidenza economica fortissima, ma sicuramente è il tema più rilevante dal punto di vista psicologico, individuale e collettivo per i sardi, perché la continuità territoriale è la libertà, la libertà di fare, la libertà di avere rapporti con il resto del mondo, l'idea che noi non possiamo essere schiavi in casa nostra a causa dei capricci delle compagnie aeree o a causa dei costi che vengono imposti dalle compagnie marittime. Perché, badate, c'è un fatto, che l'Europa ormai da vent'anni spende decine di miliardi nelle cosiddette politiche di coesione che servono proprio a questo, servono a ridurre la forbice tra le regioni a ritardo di sviluppo e le regioni più sviluppate dell'Unione europea e dell'Italia, però per la Sardegna poi capita questo, che le aziende che hanno ricevuto soldi per modernizzare la propria produzione, per migliorare i processi produttivi queste aziende poi alla fine arrivano al porto o all'aeroporto, e lì si crea il collo di bottiglia, ed è lì che bisogna persuadere il Governo nazionale, ed ecco perché è importante il ruolo che giocheranno, ripeto, le associazioni nazionali di categoria, le associazioni regionali sin dall'inizio si sono schierate senza tentennamenti, perché quando a livello nazionale si affronteranno questi temi si sappia che esiste un caso Sardegna, che se la Sardegna fa parte della comunità nazionale lo Stato deve eliminare quelle cause che precludono alla Sardegna di competere con gli altri territori ad armi pari. Grazie colleghi, grazie per l'attenzione, assisterò con estremo interesse al dibattito e poi mi riservo eventualmente di trarre qualche conclusione. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole Cossa.

È iscritto a parlare il consigliere Domenico Gallus.

GALLUS DOMENICO (PSd'Az). Grazie Presidente, signor Assessore, colleghe e colleghi. L'attenzione politica sul tema dell'insularità accompagna gran parte della storia della nostra Regione sin dalla nascita dello Stato unitario, quando nell'isola ferveva il dibattito sull'assetto federale che doveva contrassegnare il rapporto tra Sardegna e Stato italiano per rispondere all'esigenza di creare i giusti contrappesi contro gli svantaggi determinati dalla condizione geografica di ultraperifericità che determinava un pesante ritardo sullo sviluppo economico. Una richiesta motivata dalla singolare posizione geografica della Sardegna, l'isola più lontana dalla terraferma di tutto il Mediterraneo, che legittimava la petizione di un effettivo rafforzamento di forme di compensazione economica e di maggiore autonomia impositiva che corrispondessero ad una sfera di autodeterminazione su materie di interesse strategico irrinunciabili per lo sviluppo. I presupposti per un doveroso riconoscimento attraverso un pacchetto di misure di compensazione non mancavano, di fatto la base più solida delle motivazioni sulle quali è stato riconosciuto all'isola uno Statuto di autonomia speciale è fondata principalmente proprio sulle condizioni fisico-territoriali della Sardegna. Lo sviluppo economico e sociale della Sardegna dipende dunque dallo spezzare l'isolamento attraverso l'utilizzo di misure e strumenti che diano soluzioni a questo problema, il problema dell'insularità appunto. Nell'ordinamento della Repubblica italiana, per quanto riguarda le Regioni ad autonomia rafforzata, possiamo constatare come il concetto insulare giustifichi e sorregga gli Statuti di autonomia speciale di Sardegna e Sicilia, mentre alle restanti Regioni ad autonomia differenziata la loro condizione è data in ragione di un concetto di perifericità in quanto Regioni alpine, come nel caso della Valle d'Aosta, e di diritto internazionale, in quanto minoranze etnico-linguistiche, Trento e Bolzano. Con la differenza sostanziale che questa oggettiva condizione fisico-geografica ultraperiferica incide ancora più pesantemente data la fisiologica debolezza normativa dello Statuto sardo nel contemplare i costi derivanti dall'insularità e le misure atte a perequare i sardi in termini di sviluppo economico, servizi, infrastrutture e collegamenti agli altri cittadini della Repubblica. La nuova formulazione del comma quinto dell'articolo 119 della Costituzione, nel recepire il principio avocato dai proponenti di condizione permanente di svantaggio economico, attesta in modo cristallino la necessità che lo Stato si faccia carico di colmare il gap insulare con provvedimenti straordinari incisivi e incidenti al fine di rimuovere ogni ostacolo allo sviluppo economico infrastrutturale e dei servizi oggi esistente, ma la ricaduta del comma quinto dell'articolo 119 della Costituzione non è solo di carattere perequativo socio-economico, qui difatti si apre uno scenario con un respiro giuridico più ampio sul rapporto tra Stato e Regione Sardegna. Non è un caso che ancora oggi, dopo oltre sette decenni, in Sardegna ci si interroghi sulle tante insufficienze determinate da uno Statuto di autonomia speciale e riconosciuto di immediato sin dalla sua nascita. È radicata la convinzione che si tratti oramai di uno strumento obsolescente, del quale peraltro se ne è fatto un uso parziale non avendo dispiegato tutte le sue potenzialità, che necessita, di evolversi verso forme diverse di autodeterminazione al pari di altre regioni e territori europei che sulla condizione di insularità hanno fondato le ragioni di un peculiare modello di autogoverno. Laddove poi alle ragioni storiche fondate sulle antiche radici sociali, culturali, morali e spirituali si uniscono ragioni forti di carattere territoriale, si può avviare un percorso dell'isola in una dimensione che guardi all'Europa dalla sponda del Mediterraneo, accogliendo le sfide di un nuovo assetto sociale, culturale ed economico, sfide che ancora di più oggi vengono imposte dai drammatici effetti di un'emergenza sanitaria globale da Covid-19, cui si aggiungono i tragici eventi di guerra dell'Europa orientale che hanno determinato una metamorfosi perenne sulla società mondiale, le relazioni internazionali, il lavoro e i mercati.

In conclusione, la Risoluzione oggi in discussione, per istituire un organismo tecnico per l'attuazione e per la promozione di misure necessarie a colmare gli svantaggi derivanti dall'insularità, risponde all'esigenza primaria di dare seguito al riconoscimento di detto principio con atti di indirizzo e misure certe da parte dello Stato, misure delle quali la Regione Sardegna deve avere soggetto promotore e interprete principale delle scelte che hanno ricadute sul proprio territorio, con l'unica avvertenza che tale organismo sia effettivamente di ausilio all'azione politico-amministrativa che resta in capo all'Esecutivo e non divenga un organismo a sé stante e agente in maniera autonoma e distinta.

Debbo concludere anch'io facendo dei ringraziamenti a chi questa norma l'ha voluta, che segna una svolta storica in Sardegna, e anch'io cito il compianto Roberto Frongia, amico di tutti, veramente persona e signore ad ampissimo respiro. Voglio poi ringraziare l'onorevole Cossa, che qui in questa avventura ci ha messo tutto, ha messo cuore e testa. Grazie a tutti.

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Laura Caddeo. Ne ha facoltà.

CADDEO LAURA (LEU-Demos-Possibile). Grazie, Presidente. Solo qualche riflessione su un tema che, ovviamente, ci vede tutti molto motivati. Oltre naturalmente al compiacimento per il riconoscimento dell'insularità nella Costituzione occorre naturalmente fare qualche riflessione, che sia l'opinione pubblica che gli osservatori politici sollevano, e cioè il fatto che ora bisogna dare corpo a questo riconoscimento. Viene utilizzata, ormai pressoché da tutti, una metafora, che è quella di una scatola da riempire di contenuti, e io non so quanto sia adeguata la metafora, però ritengo che occorra ragionare anche partendo dal basso e non solo aspettandoci riconoscimento, finanziamenti e iniziative dall'alto, credo che noi non possiamo che renderci conto che abbiamo un'autonomia completamente direi sotto utilizzata, dobbiamo valorizzarla il più possibile e questa è un'occasione in più. Certo ci sono degli elementi inopinabili, che sono quelli per noi nell'Isola di una dimensione del mercato naturalmente ristretta, di una distanza dalla Penisola e dal continente che non si può ovviamente disconoscere e dalla vulnerabilità che ci caratterizza soprattutto per quanto riguarda le difficoltà nei trasporti, se se si pensa che proprio questa vulnerabilità dei trasporti comporta per ognuno di noi, per ogni cittadino e ogni cittadina sarda una sorta di tassa di 5 mila 700 euro all'anno, appunto procapite, quindi sono elementi che sono oggettivi. Ma le politiche top-down sappiamo che non sono sempre quelle più efficaci e per questo ritengo che occorra partire proprio dal basso PIL pro capite che abbiamo in Sardegna e su questo provare ad intervenire, qui da noi, attraverso i provvedimenti legislativi, attraverso le iniziative politiche, che ci devono portare anche o forse prioritariamente a riforme interne per organizzare meglio o riorganizzare il settore pubblico, quello che da molti… cioè, riorganizzare nel senso di concentrarci su quello che viene definito da molti "capitale umano". Noi abbiamo necessità, a mio avviso, di investire moltissimo sulla formazione, sulla formazione a tutti i livelli, quella di tipo educativo, quella scolastica, quella che deve puntare a migliorare le risposte dei nostri ragazzi nelle varie rilevazioni, ma anche quella poi orizzontale di chi opera nella pubblica amministrazione e quindi ha in mano anche le leve dell'innovazione del progresso. Io credo che nessun progresso, nessuna innovazione possa realizzarsi veramente se non parte da noi, da qui, dalla Sardegna, anche con iniziative di formazione esterna, come poteva essere il Master and back di soriana memoria. Dobbiamo creare infrastrutture che siano capillari, cioè diffuse in tutto il territorio è nelle Istituzioni e per questo dobbiamo potenziare la ricerca, senza ricerca non possiamo certamente parlare di innovazione e soprattutto non possiamo parlare di riallineamento con tutte le Regioni italiane ma anche con quelle europee con le quali, a dire il vero, noi siamo in un dislivello pauroso; rilevazioni fatte sugli indicatori delle infrastrutture, del capitale umano, dell'innovazione e dell'azione amministrativa, pensate, ci vedono, questa è una rilevazione forse di un anno fa, due anni fa, ci vedevano duecentotrentaquattresimi su 268 regioni, ecco perché credo che davvero questi siano elementi che non possiamo ignorare o, per lo meno, che devono avere la stessa dignità delle rivendicazioni delle quali giustamente parlava l'onorevole Cossa, che vedo rientrato e quindi ringrazio anche personalmente per il lavoro. Concludo; solo appunto per rinforzare questo concetto dell'importanza di investire tutte le nostre energie, e dico soprattutto quelle qui dentro di tipo legislativo, di tipo normativo, che possono incidere poi sulla crescita anche del PIL pro-capite. Concludo riprendendo la metafora iniziale, quella della scatola vuota, perché credo che dobbiamo lavorare sodo, dobbiamo lavorare molto di più per riempire quella scatola di contenuti. Mi dispiace però concludere con un po' di pessimismo, perché mi pare che così, come per molte altre questioni, siamo troppo lenti. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Prima di dare la parola all'onorevole Caredda, che ha chiesto di intervenire, comunico all'Aula il rientro dal congedo dell'onorevole Pierluigi Saiu.

E' iscritto a parlare il consigliere Roberto Caredda. Ne ha facoltà.

CAREDDA ROBERTO (MISTO). Grazie, Presidente, onorevoli colleghi e colleghe. Ora che il principio di insularità fa parte della nostra Costituzione è tempo di entrare nella fase successiva, ovvero l'attuazione di un quadro normativo rispondente alle esigenze delle isole e quindi anche della nostra Sardegna. Non era per nulla scontato che si arrivasse a questo punto, è servito l'impegno di un intero popolo, delle forze politiche unite ad ogni livello istituzionale, un impegno che ora deve proseguire e che ci auguriamo sia già inserito nell'agenda anche del prossimo Governo. Per queste ragioni, e vista la necessità di dotarsi in tempi rapidi degli strumenti necessari per adeguare l'ordinamento giuridico nazionale al principio costituzionale appena introdotto e di elaborare misure adeguate per tradurre in concreto il medesimo principio, con la risoluzione di oggi chiediamo di istituire un organismo tecnico composto da esperti nelle materie inerenti alle tematiche dell'insularità, che sia di supporto alla Giunta regionale, alla Commissione insularità e ai neoeletti in Sardegna. Infine vorrei fare un plauso a tutti i colleghi che hanno lavorato nella Commissione insularità che, devo dire, sono stati determinanti, e un plauso va naturalmente al Presidente anche della Commissione, Michele Cossa, e quindi un complimento a tutti quelli che hanno lavorato per raggiungere questo grande obiettivo. Adesso bisogna dare gambe, cuore e testa affinché questo obiettivo venga raggiunto, per il bene dei sardi in primis. Grazie.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giuseppe Meloni. Ne ha facoltà.

MELONI GIUSEPPE (PD). Grazie, Presidente. Beh, il 9 agosto ci siamo trovati in una seduta della Commissione insularità a cercare di approvare questa risoluzione dopo una discussione che non è durata molto perché ci siamo tutti trovati ancora una volta in quella Commissione d'accordo sul fatto che si dovesse proseguire sulla strada che è iniziata in quest'Aula con l'istituzione appunto di quella Commissione, ma iniziò anche prima con la raccolta di firme del Comitato per l'insularità, si dovesse proseguire perché l'inserimento in Costituzione di questo principio, lo abbiamo detto tutti, lo diciamo fino alla noia, non è certo un traguardo ma è l'inizio di tante battaglie anche che dovremo portare avanti, e ci siamo appunto trovati d'accordo sul fatto che questo Organismo dovesse essere costituito, e quindi ci auguriamo che venga costituito, e in questo senso anch'io apprezzo e continuo ad apprezzare il lavoro che è stato fatto dal Presidente, da tutta la Commissione e da tutta l'Aula quando ci ha conferito questo mandato, però io credo che debba terminare la fase sin troppo lunga, durata troppo tempo, dove la politica sarda usa lamentarsi di quanto non venga fatto bene e quindi in suo sfavore da parte del Governo centrale e in Europa e poi spesso però non è conseguente rispetto a ciò che invece la politica sarda deve fare. La cronaca di oggi ci porta a un intervento di un Assessore della Giunta Solinas, l'Assessore del turismo, il collega Gianni Chessa che dice che si rende conto dopo tre anni che la continuità territoriale non funziona, io direi dopo un anno, perché la continuità territoriale che non funziona e danneggia anche il turismo, non solo i sardi, è quella continuità territoriale che un anno fa, un anno fa! Proprio in questi giorni di ottobre del 2021 in quest'Aula avete presentato trionfalmente e invece vi abbiamo detto che è un disastro e sarà un disastro, perché non avete voluto condurre quelle battaglie che chiedevamo di condurre in modo comune in Europa con il sostegno del Governo italiano per difendere un bando che era stato ereditato dalla precedente Amministrazione. Ma potrei parlare anche di tanti altri temi, mi fermerei a questo tema per evidenziare come spesso siamo noi sardi che rinunciamo, la politica sarda che rinuncia a portare avanti delle battaglie che sono essenziali per la sopravvivenza della stessa Isola. E allora ben vengano Organismi di questo tipo, assolutamente ben vengano, ma poi devono funzionare e soprattutto la politica sarda deve fare la sua parte, perché vi ricordo, colleghi, che esistono altri Organismi previsti per Statuto, quindi per lo Statuto della nostra Regione con legge costituzionale, e mi riferisco per esempio alla Commissione paritetica per l'attuazione dello Statuto. Questa Commissione avrebbe un ruolo fondamentale se la si facesse funzionare! È stato presentato in coda alla precedente legislatura un disegno di legge, e mi riferisco in particolare ai parlamentari neo eletti che ancora siedono per qualche settimana in quest'Aula o qualche giorno, affinché se ne facciano portavoce a Roma, è stato presentato in coda alla precedente legislatura un disegno di legge che avrebbe dovuto chiarire i rapporti fra lo Stato e la Regione rispetto per esempio alla continuità territoriale marittima e aerea, quali sono le competenze della Regione o quali debbano essere le competenze alla Regione e quali debbono essere le competenze dello Stato; tutte da discutere, c'è una potestà legislativa concorrente in merito, dobbiamo fare in modo appunto che anche a seguito della sentenza della Corte Costituzionale vengano fatte valere le nostre rivendicazioni e i nostri diritti. Ecco, questa Commissione non ha mai funzionato! Questa Commissione non ha funzionato perché si è ingarbugliata sulla nomina addirittura del Presidente, perché poi il Presidente di questa Commissione nel frattempo, o l'aspirante Presidente è diventato consigliere regionale, poi avrebbero dovuto nominare, la Giunta avrebbe dovuto nominare i nuovi componenti e l'ha fatto dopo tanti mesi, insomma, morale, non c'è notizia del funzionamento di questa Commissione che sarebbe essenziale. Perché lo dico? Perché lo faccio questo esempio? Io nella precedente legislatura ascoltavo con grande attenzione gli interventi dell'onorevole Mariolino Floris rispetto all'autonomia speciale mai sviluppata in questa Regione e che oggi rischiamo di perdere a favore dell'autonomia differenziata, e anche in questo caso stiano molto attenti i neo parlamentari eletti in Sardegna, perché mentre noi andiamo a costituire organismi importantissimi quali questo, si rischia di perdere quello che già oggi avremmo e non vorrei che l'insularità diventasse il refugium peccatorum per questa coda di legislatura affinché tutti i mali, tutto ciò che non funziona e che non abbiamo fatto in questi anni vengano scaricati su quello che dovrà essere fatto a seguito dell'inserimento di questo principio. Noi abbiamo già oggi tanti poteri che dovremmo esercitare e questo organismo serve, io lo voglio leggere così e voglio andare ad approvarla così questa risoluzione, per dare un supporto ulteriore a ciò che oggi già si può fare e anche l'inserimento del principio di sovranità in Costituzione serve a dare un supporto ulteriore a ciò che oggi possiamo rivendicare e fare con l'autonomia speciale. E allora finiamola di piagnucolare e cerchiamo di essere un po' più responsabili, probabilmente otterremo dei risultati migliori per la Sardegna. Grazie.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Roberto Li Gioi. Ne ha facoltà.

LI GIOI ROBERTO (M5S). Grazie, Presidente. Il nuovo articolo 119 è sicuramente denso di contenuti fondamentali, al quale tuttavia bisogna necessariamente e obbligatoriamente dare concreta applicazione, ciò affinché non rimanga una dotta confezione giuridica di un principio sacrosanto, quello dell'insularità, appunto, destinato ad impolverarsi nei meandri della Costituzione. La Giunta regionale sta vivendo un momento a cui viene difficile trovare l'aggettivo che ne descriva pienamente tutte le negatività, le criticità e le mancanze; è tutto sotto gli occhi di tutti, ecco perché questa risoluzione è un atto allo stesso tempo coraggioso e speranzoso, ci vuole infatti coraggio ad avere ancora fiducia in chi governa la Regione e questo coraggio deve essere per forza sostenuto dalla speranza, che è sempre l'ultima a morire, la speranza che dalle fitte nebbie, dentro cui viaggia il Governo regionale, venga fuori quasi magicamente questo Organismo tecnico formato da esperti nelle materie inerenti le tematiche dell'insularità. L'unità di intenti ha sin da subito caratterizzato l'attività della nostra Commissione, la stessa unità di intenti si è manifestata in Parlamento, dove tutte le forze politiche hanno cooperato affinché si arrivasse a dama prima del crepuscolo della legislatura, la stessa unità di intenti e la stessa serietà la pretendiamo dalla Giunta regionale, che deve obbligatoriamente essere solerte e concreta nell'individuare i componenti di questo Organismo. Nella risoluzione tra i sui compiti spiccano la predisposizione di Piani di intervento per la continuità territoriale, l'approvvigionamento energetico e il controllo dell'applicazione delle regole sulla concorrenza, si tratta quindi di un Organismo cardine per far sì che il sogno a cui abbiamo iniziato a lavorare tre anni orsono, porti effettivi miglioramenti nella vita sociale ed economica della nostra Isola. Il compito che oggi stiamo affidando alla Giunta ha priorità assoluta e mal si concilia con le vostre diatribe interne e con i vostri scontri intestini.

Pretendiamo che i soggetti individuati per far parte di questo organismo siano scevri da connotati politici e possano operare in assoluta autonomia.

Riteniamo che la sua costituzione sia urgentissima e non più rinviabile, altrimenti quanto fatto sinora rimarrà una vittoria di Pirro, svuotata di qualsiasi riscontro pratico. Non ci possiamo permettere, lo ribadisco, non ci possiamo permettere che oggi vada in scena l'ennesima sceneggiata con l'approvazione all'unanimità di un atto destinato a restare improduttivo per decenni nei cassetti del Consiglio. Chiedo un sussulto di dignità, il futuro di noi sardi non può dipendere dai vostri Stati generali che peraltro, è risaputo, sono comatosi.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Marco Tedde. Ne ha facoltà.

TEDDE MARCO (FI). Sicuramente debbo condividere le affermazioni di alcuni colleghi che mi hanno preceduto circa la straordinarietà del momento e circa la straordinarietà della battaglia che il popolo sardo ha combattuto e ha vinto in tema di insularità. Una battaglia che è durata tanti anni, che è stata frutto dell'impegno di tanti colleghi, tante forze politiche, associazioni, sindacati, del popolo sardo in generale e soprattutto di un collega, il compianto onorevole Frongia che oggi non c'è più e che ci ha stimolati quotidianamente nella precedente legislatura affinché partecipassimo agli incontri, alle conferenze stampa e in qualche modo creassimo consenso attorno a questa idea grande che pian piano ha preso corpo e oggi è inserita in Costituzione. In Costituzione abbiamo il principio, abbiamo l'involucro, abbiamo il contenitore, abbiamo la scatola che però bisogna riempire di contenuti come in tanti hanno fatto notare, di contenuti concreti, effettivi, di strumenti seri e incisivi.

Cioè bisogna passare dalla dialettica dell'insularità che è stata indispensabile, era indispensabile, è stata utilissima, perché se oggi siamo in questa fase è perché la fase o meglio dalla retorica, non dalla dialettica, ho sbagliato, bisogna passare dalla fase della retorica all'altra fase, la fase della retorica è importantissima ma oggi bisogna arrivare alla fase della dialettica, alle interlocuzioni concrete fra esperti, fra forze politiche, occorre riempire di contenuti questo involucro che è molto interessante e molto affascinante, però oggi ha un peso specifico che deve essere colmato, deve essere riempito e questo è ciò che stiamo facendo con questa pertinente risoluzione. Io credo che il richiamo fatto alla risoluzione del Parlamento europeo del 7 giugno 2022 sulle isole dell'Unione europea sia veramente pertinente, sia adeguato, sia in linea con gli obiettivi che noi ci poniamo. Però faccio notare che prima ancora c'era e c'è stata un'altra risoluzione che è esattamente quella del 4 febbraio del 2016 che è stata la prima che in questa materia ha cercato, non dico di mettere ordine, ma di dare alle isole, non soltanto alla Sardegna, di dare alle isole degli strumenti per tentare di combattere, ai funzionari dell'Unione europea, per tentare di non incorrere nelle violazioni delle regole che disciplinano gli aiuti di Stato. Quindi dicevo, questa risoluzione è del 4 febbraio 2016 che tra le altre cose, pur non potendo essere completa come questa ultima del 2022 che noi menzioniamo, tra le altre cose proponeva alla Commissione europea uno sportello isole. Uno sportello isole collegato alla direzione generale della politica regionale urbana della Commissione e costituito da un piccolo gruppo di funzionari incaricati di coordinare e analizzare le tematiche connesse alle regioni insulari.

In buona sostanza quella risoluzione proponeva di costituire un gruppo di esperti burocrati dell'Unione europea col quale, ovviamente l'Italia si sarebbe potuta confrontare, per quanto riguarda noi, poi tutti gli Stati con condizione di insularità si sarebbero potuti confrontare, ovviamente. Io credo che questo sportello isole debba essere richiamato in questa risoluzione perché sicuramente questo team di esperti che andremo a costituire, collaborando, colloquiando, interloquendo con lo sportello isole, ha più possibilità di incidere su una realtà veramente solida, quella dell'Unione europea, della Commissione europea, una realtà veramente solida in negativo rispetto agli aiuti di Stato, per esempio, ma non solo, questo collegamento fra team di esperti e sportello isole magari riesce ad aiutarci a scardinare questa solidità negativa. Ecco, quindi io ho proposto, assieme ai colleghi del Gruppo, abbiamo proposto due piccoli emendamenti che tendono a inserire questo sportello isole nel corpo della risoluzione, questo per facilitare anche il compito degli esperti e per dare uno strumento in più a coloro che ci dovranno sostenere e aiutare in questa che è veramente una sfida epocale perché non dobbiamo pensare di aver raggiunto la vetta della montagna che abbiamo iniziato a scalare, ma abbiamo raggiunto le pendici, dobbiamo ancora scalare molto per raggiungere risultati significativi che oggi sono all'orizzonte, ma che dobbiamo toccare con mano.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la consigliera Rossella Pinna. Ne ha facoltà.

PINNA ROSSELLA (PD). Io intervengo sul tema dell'insularità, in particolare su questa risoluzione per concentrarmi principalmente su un aspetto che alcuni colleghi prima di me hanno toccato e in particolare mi riferisco alla collega Laura Caddeo, forse perché abbiamo una formazione simile, quindi entrambe vediamo quella prospettiva con più attenzione. È di questi giorni l'aggiornamento annuale dell'ISTAT sulle misure del benessere equo e sostenibile del territorio. Francamente mi ha fatto molto male leggere che tutte le province della Sardegna, tutte, nessuna esclusa, da Sassari a Cagliari passando per Nuoro, Oristano e Sud Sardegna, sono dentro una graduatoria, chiamiamola una black list, veramente una grave perdita per noi. Ragazzi che hanno competenze numeriche e alfabetiche, ragazzi che nell'estate del 2022 frequentavano la terza media, è vero che hanno peggiorato le loro competenze in tutte le province italiane, ma in particolare in Sardegna, dove mentre al Sud ne abbiamo 4 su 10 che non hanno livelli di competenze alfabetiche e numeriche sufficienti, al Sud, ma io mi riferisco alla nostra Regione, addirittura andiamo a competenze inferiori che si attestano oltre il 50 per cento. Quindi noi abbiamo la metà dei nostri ragazzi e ancora di più delle nostre ragazze che non capiscono quello che leggono e non sanno fare di conto, questa è in termini molto banali, terra terra, qual è la nostra situazione. Ora rendere e creare delle misure adeguate per rendere concreto il principio di insularità, io credo che non possa prescindere da misure che vadano a colmare questo gap tra la Sardegna e il resto d'Italia, perché essere in compagnia con regioni del Sud che stanno male come noi non mi conforta affatto, vorrei invece misurarmi con le regioni del Nord, quelle più competitive, quelle che hanno un PIL alto, quelle che hanno studenti e ragazzi che raggiungono risultati brillanti negli studi, quelle che hanno un capitale umano che ha una competitività elevata e non voglio misurarmi invece e non voglio essere simile a quelli che hanno un numero di neet, di ragazzi che non studiano, non lavorano, non cercano un lavoro e non hanno una formazione professionale, elevato. Ora, se parliamo di superamento dell'insularità non possiamo prescindere dal superamento di questo gap, la povertà educativa io credo che debba entrare tra i temi che devono essere costantemente monitorati dal team che si occupa, dal gruppo ristretto che va a monitorare le leggi, le norme, le questioni e i temi che riguardano l'insularità. Lo sviluppo e il ritardo viaggiano con i risultati scolastici e i risultati di preparazione scolastica insufficienti, sviluppo: qualità della scuola adeguata; ritardo: qualità della scuola inadeguata. La povertà educativa, la povertà in generale fino a qualche anno fa veniva misurata solo ed esclusivamente in termini economici, oggi invece guardiamo anche alla povertà di tipo educativo, guardiamo alla privazione di opportunità di crescita, di apprendimento, di sperimentazione, alla incapacità dei territori e in particolare la nostra Regione purtroppo è una di queste, di far fiorire capacità, talenti e aspirazioni.

Allora, io credo che se è vero che noi possiamo dall'interno fare delle cose, dobbiamo ad esempio migliorare anche i livelli, come dire, strutturali, mi riferisco in particolare ai servizi di trasporto, non è possibile che i ragazzi non abbiano la possibilità di muoversi per andare a scuola e per rientrare a casa, l'abbiamo segnalato, io stessa l'ho segnalato con una lettera indirizzata al presidente Solinas.

Allora, la mia proposta è questa, inserire al punto 2 un'ulteriore lettera, la lettera e) che potrebbe, naturalmente questa è una proposta da affinare, potrebbe recitare e integrare in questo modo: "Al recupero della povertà educativa e dei livelli di competenze alfabetiche e numeriche per aumentare la competitività del capitale umano e superare i gap con le regioni non insulari".

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (LEU-Demos-Possibile). Io innanzitutto vorrei iniziare il mio brevissimo intervento ringraziando il compianto Roberto Frongia, perché mi ricordo che fu il primo ad invitarmi a partecipare al primo comitato che si costituì e io da Sindaco del mio paese, con altri Sindaci del mio territorio aderimmo molto volentieri perché capimmo immediatamente quale era e poteva essere l'importanza del sancire il principio di insularità in Costituzione, così come ringrazio il Presidente della Commissione, Michele Cossa, per tutto il lavoro svolto e l'intera Commissione. Io credo che Michele Cossa oggi non sia così felice nel vedere l'Aula che se non dovesse avere la presenza dei consiglieri di opposizione, non riuscirebbe neanche ad approvare questa risoluzione perché non ci sarebbe il numero legale, però tranquillo Michele, noi rimarremo in Aula per votare convintamente la risoluzione. Tra l'altro ho visto che sono stati presentati due emendamenti cogenti rispetto a quello che è stato scritto nella risoluzione, io credo che occorrerà fermarci un attimo perché credo che siano assolutamente da condividere, però è chiaro che dovremo vederli meglio tutti insieme prima di approvarli. Dicevano i colleghi che mi hanno preceduto che affinché quello che è stato fatto sinora non rimanga una scatola vuota, la stessa dovremo riempirla di contenuti. Ed è vero, qualcuno ha citato Mariolino Floris che tutte le volte che interveniva in quest'Aula diceva e ricordava a se stesso e all'Aula, che tutto ciò che noi eravamo in grado di fare in autonomia rispetto allo Statuto speciale, di fatto non lo mettevamo mai in pratica perché non eravamo abbastanza coesi, non eravamo abbastanza uniti, non avevamo forza a livello parlamentare nazionale, per cui tutto quello che potevamo permetterci perché sancito in legge non siamo riusciti mai a portarlo al punto di caduta o a metterlo in atto. E quindi ci auguriamo invece che questa nuova stagione che vede tutti coinvolti, e spero non solo a parole, possa davvero portare risultati importanti, quei risultati di cui l'isola ha troppo bisogno, quei risultati che sono stati promessi in qualche recente campagna elettorale di tre anni e mezzo fa e che purtroppo non hanno sortito nessun effetto, e io devo dire che purtroppo la maggioranza non si può vantare di questo risultato perché questo non è un risultato della maggioranza, ma è un risultato di tutte le forze politiche, le associazioni, gli enti locali, i cittadini comuni, e questo è l'unico risultato prodotto da questi quattro anni di governo di questa Giunta regionale.

Però noi siccome siamo per l'ottimismo della volontà, crediamo che se il lievito non sarà ancora avariato per il famoso rimpasto, gli Stati generali, che poi oggi parlare di Stati generali visto quello che sta succedendo al di fuori della Sardegna, bisognerebbe starci un po' un po' alla larga dal termine perché a me un po' mi fa rabbrividire, però l'assessore Chessa che sorride sa che lui all'interno di quegli Stati generali sarà un Assessore di quelli che sicuramente continuerà a dire la sua. Però Assessore, noi auspichiamo che l'ultimo anno di legislatura, perché di fatto ci stiamo appropinquando, avvicinando alla chiusura della stessa, possa produrre qualche piccolo risultato diverso da quello che è stato prodotto sinora.

Io credo, Presidente, che noi non possiamo più sottacere quello che è sotto gli occhi di tutti, noi abbiamo una situazione di estrema criticità, mi riferisco soprattutto ai temi della sanità, ai temi dei trasporti, ai temi dell'ambiente, ai temi delle leggi approvate e non applicate, perché fra le poche cose buone che sono state fatte dentro quest'Aula, qualche legge importante è stata approvata, però sembra che queste leggi non soddisfino quelli che sono gli interessi, tra virgolette, politici della Giunta regionale o del Presidente. Ne approfitto, visto che sono qua, perché parliamo dei deficit del caso Sardegna, perché la Sardegna è un caso. Ma io mi chiedo anche ma come mai delle leggi che potrebbero vedere il reclutamento di tante persone, sino ad oggi disoccupate, con leggi approvate, con dotazioni finanziarie messe a disposizione, acquisite, non si procede a fare un minimo decreto attuativo perché si possa procedere a quello che l'intero Consiglio ha approvato. Quindi, per dire, il principio di insularità ci potrà aiutare a risolvere i tanti problemi del nostro popolo, dei nostri cittadini della nostra isola, però nelle more cerchiamo di utilizzare quello che abbiamo in mano per poter dare quelle risposte che da troppo tempo i Sardi attendono. Proviamo a far fare una colonscopia entro un mese, entro due mesi, e non farcela prenotare a fine 2023.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Ignazio Manca. Ne ha facoltà.

MANCA IGNAZIO (LEGA). Presidente, Assessore Chessa, colleghi, un plauso ai componenti della Commissione speciale per il lavoro svolto. Sarò breve, come sempre, lo spirito della risoluzione in esame è lodevole e merita unanime approvazione, d'altra parte le materie di cui l'organismo tecnico nominando dovrebbe sovraintendere sono e restano di assoluto tecnicismo. Poter contare su un pool di super esperti fin dalla fase di studio per l'attuazione del novellato articolo 119 questione della Costituzione è un ausilio a cui Giunta e Consiglio non devono rinunciare, soprattutto in un contesto storico come quello attuale caratterizzato da un violento cambiamento geopolitico ed economico che ha posto seri dubbi su regole, costumi, tradizioni ed equilibri tra diversi blocchi costruiti in pazienti secoli di storia. Ebbene, non voglio infierire sul nostro Paese se la nostra credibilità è sempre più labile e agli occhi delle altre nazioni siamo visti oggi come soggetti passivi di una politica dettata dall'alto. Evidentemente la Sardegna come l'Italia fanno da spettatori e molto spesso subiscono quel che da fuori di volta in volta viene deciso. Apparirà politicamente scorretto, o quantomeno scomodo, ma è inutile nasconderlo, oggi il pianeta sta subendo l'assalto finale da parte del potere finanziario da tempo proteso ad instaurare la dittatura del terzo millennio, ingannevolmente presentata come globalizzazione. Gli strumenti sono ancora più subdoli di quelli utilizzati dal nazismo nel secolo scorso, Covid e guerra in Ucraina ne sono testimoni, si colpisce col terrore prima, per arrivare alla soggiogazione poi. Portare i popoli alla rassegnazione è la via per arrivare alla soluzione finale, tutti uguali, tutti schiavi, questo è il fine della globalizzazione, complimenti a chi per decenni l'ha idolatrata come la panacea di tutti i mali. Al bando la mala premessa, in sine contesto come si colloca la Sardegna? Basterà l'introdotto patto per le isole per superare i cronici svantaggi strutturali, economici e sociali che caratterizzano i nostri territori? A mio modesto avviso è indispensabile una svolta culturale, che deve essere recepita non solo dai cittadini, ma soprattutto dai loro rappresentanti. Esiste un punto fermo dal quale partire. Il DNA di noi sardi evidenzia una forte contraddizione racchiusa in un atavico dualismo: invidia e sudditanza. La prima si materializza nei riguardi dei conterranei, cui non è dato superare lo stato sociale di appartenenza, regola tramandata dal mondo agro-pastorale. La seconda è insita nell'animo servile, rivolto soprattutto ai "prenditori" continentali, cui è stato concesso non solo di rapinare per pochi spiccioli le nostre coste, ma quel che è peggio di utilizzare fiumi di danaro pubblico per inquinare vastissimi territori, lasciando poi migliaia di disoccupati. Se in futuro riuscissimo a mitigare questi due estremi potremmo voltare pagina, a cominciare a mettere a frutto in proprio le nostre ricchezze naturali, altri già lo fanno, per questo si ritrovano ai vertici nazionali per reddito, occupazione, qualità della vita, natalità, e persino raccolta dei risparmi a favore delle casse locali. Per questo motivo offrono affidabilità ai servizi in cambio di un turismo di qualità. Molti di voi avranno capito a quale Provincia autonoma volutamente mi riferisco, lo faccio perché ritengo che il raffronto con entità similari debba essere occasione non solo di confronto, ma soprattutto di crescita. Proviamo a difendere il bene Sardegna dall'assalto di meri numeri, non accontentiamoci del pallottoliere agli sbarchi, per non implodere senza i dovuti servizi e il corrispondente giusto profitto. In ultimo, non certo per importanza, non potrà lasciarsi l'assistenzialismo clientelare, vera piaga del Meridione che continua a sopravvivere anche in Sardegna, privilegiando una politica di bottega, anziché mutare verso riforme strutturali rivolte alla generalità dei cittadini. Questo triste fenomeno da una parte offre una soluzione personale, dall'altra toglie dignità e libertà, il soggetto beneficiato infatti resterà schiavo a vita del benefattore, singolo partito che sia, di turno.

Concludo, cari colleghi, il vento che tira non promette bonaccia, non autodistruggiamo la Sardegna, è il momento di proteggere l'isola remando uniti, non vedo altra via.

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Maria Laura Orrù. Ne ha facoltà.

ORRU' MARIA LAURA (LEU-Demos-Possibile). Presidente, ma sicuramente il riconoscimento dell'insularità nel dettato costituzionale è ottimo e va bene perché soprattutto si lavora per il rafforzamento e per rafforzare appunto quel principio di autonomia, che in teoria dovremmo esercitare maggiormente e che però spesso facciamo fatica ad esercitare. Questa è chiaramente una norma di principio, è una norma che deve rimuovere gli ostacoli e gli svantaggi delle cittadine e dei cittadini sardi, è una norma che deve porre come obiettivo la maggiore tutela e l'eguaglianza e il rispetto dei diritti che devono avere tutte le cittadine e i cittadini che vivono in Italia, e noi siamo cittadini italiani. Ma è stato detto da chi mi ha preceduto questo è chiaramente un punto di partenza, non certamente di arrivo. Il principio di insularità va ovviamente riempito di significato e va fatto subito e poi si deve lavorare verso le disposizioni più operative, perché questo deve davvero diventare uno strumento per provare a ridurre le disuguaglianze. Non me ne voglia assolutamente l'onorevole Cossa che insomma si è tanto speso per questo progetto ed è stato il promotore, a cui faccio i complimenti, ma siamo chiamati oggi ad approvare un qualche cosa che comunque introduce un organismo tecnico, io penso che questo non sia sufficiente ed è necessario dare input per riempire di significato questa norma. Serve ancora, e oggi più che mai, un contributo della politica, il nostro ruolo non è esaurito, perché esistono ancora diversi aspetti da approfondire soprattutto in sede politica, bisogna pensare quali sono i problemi e dove si annidano poi questi svantaggi, e trovare le necessarie risorse per rimuoverli. E questo è un compito che appartiene alla politica e non è delegabile ad un organismo tecnico ed è difendere necessario anche definire le priorità, a fronte di innumerevoli fronti aperti, ed è anche questo un compito nostro, che possiamo già esercitare, avremmo dovuto esercitare in maniera molto più importante vista la nostra specificità e l'autonomia che abbiamo. Ed è chiaro che voi avete espresso i vari settori, questo è chiaramente quello dei trasporti: maggiore complessità nelle connessioni con la terraferma di persone, servizi e merci. Nel settore dell'ambiente, in senso più ampio, quindi parliamo dell'ecosistema fragile, particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici ai fenomeni quali l'erosione della costa, la siccità, i flussi turistici incontrollati, la scarsità di risorse che si collega anche alla dipendenza energetica con la terraferma. E poi c'è la ridotta attività economica, minore diversificazione delle attività economiche, specializzazioni in settori economici a limitato valore aggiunto, caratterizzati da una consistente stagionalità. Questo è uno dei grossi problemi che noi abbiamo. E la vertenza che è legata a quello che hanno espresso le consigliere Caddeo e Pinna, ovvero alla dispersione scolastica che per noi è un problema grossissimo, la povertà educativa, e il diritto allo studio che spesso è anche in qualche maniera negato per i nostri giovani studenti. Apro una parentesi molto piccola, però quello che è successo e che sta succedendo in città metropolitana, e in quasi tutta la Regione, dove i giovani disabili hanno difficoltà a istruirsi è un problema che va affrontato immediatamente. E poi dobbiamo affrontare le conseguenze demografiche, noi parliamo sempre di spopolamento, abbiamo un problema e in Sardegna questo problema è più grave che nelle altre regioni. E poi occorre ovviamente misurarli questi costi, che derivano chiaramente dall'insularità, e in questo senso può venire in soccorso un comitato tecnico. Non possiamo delegare ad un comitato che, per quanto possa essere utile in un secondo momento portare in campo, alcune importanti vertenze che abbiamo e su cui dobbiamo prendere delle decisioni serie. Occorre tra l'altro ragionare sulla quota di entrate che devono essere destinate alla Sardegna per finanziare i servizi pubblici, è una cosa che si dice spesso, si è affrontata nelle diverse sedi, si è sempre affrontata, però è necessario davvero sedersi ai tavoli con convinzione e chiedere ciò che effettivamente ci spetta.

Chiudo con un monito a me e a tutta l'Aula, allontanare l'idea che vi siano solo svantaggi nell'insularità, dobbiamo abbandonare l'atteggiamento vittimistico e rivendicativo, quanto piuttosto chiedere un maggiore riequilibrio sociale a partire dalla valorizzazione delle specificità senza produrre disuguaglianze per altri. Questo è importante farlo, perché essere un'isola non è solo uno svantaggio, ma può e deve diventare un vantaggio.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Eugenio Lai. Ne ha facoltà.

LAI EUGENIO (LEU-Demos-Possibile). Presidente, basterebbe già l'intervento della collega, però da vicepresidente della Commissione sull'insularità proverò a fare un ragionamento. Ho seguito tutto l'intervento del Presidente Cossa, che condivido in buona parte, e credo che abbia fatto bene a sottolineare il lavoro bipartisan di tutte le forze politiche presenti all'interno di quest'Aula, e abbia fatto bene anche a sottolineare il lavoro unitario che è stato portato avanti nell'interesse naturalmente dei sardi e della Sardegna, proverei però, perché il tema dell'insularità è una sfida cruciale per la nostra Isola, proverei però a fare un piccolo ragionamento affinché anche in questa discussione non diventi solo un elemento di retorica, dove tutti quanti noi diciamo quanto sia importante e quanto sia positivo il fatto che sia stato inserito il principio di insularità in Costituzione. Proverò a fare un ragionamento partendo anche da un concetto che la collega Orrù ha detto in precedenza, cioè dobbiamo mettere un po' da parte il tema del vittimismo, perché badate ci sono alcune questioni che quest'Isola, questa Giunta regionale, questa maggioranza, quest'Aula può già portare avanti per colmare questo gap che è immenso rispetto al resto d'Italia. Ci sono alcune questioni e alcune cose che si possono già fare, perché qualche giorno fa il Presidente della Regione, che anche oggi è assente su questa discussione così importante per la nostra Isola, ha vantato per esempio la relazione di Fitch, che dice che la Regione Sardegna è riuscita a colmare 888 milioni di euro di debiti tra i quali principalmente quelli della sanità, e che ha un avanzo di 78 milioni di euro. Allora la domanda che mi viene da fare ai colleghi della maggioranza è, se la Regione Sardegna e la Giunta regionale non è stata in grado di programmare risorse e addirittura nell'annualità precedente è andata in avanzo di amministrazione, qual è la rivendicazione che noi facciamo nei confronti dello Stato? Qual è la rivendicazione che noi facciamo nei confronti dell'Unione europea? Probabilmente dobbiamo pensare anche, e lo dico anche come spunto di riflessione non solo per il Consiglio, ma anche per l'Aula, a metter mano alla struttura burocratica, ma anche a quella programmatoria. Perché badate, sul tema della continuità territoriale, così come è stato detto in precedenza bene dall'onorevole Meloni, vorrei capire qual è la rivendicazione che quest'Isola fa nei confronti dello Stato e dell'Unione europea. Perché siamo tre anni e mezzo che attendiamo il progetto di continuità territoriale, peccato che prima di farcelo vedere l'Assessore, per beghe interne al suo partito, l'assessore Todde si è dimesso. Così come sui temi dell'energia. Cioè, la nostra Isola deve avere una programmazione seria, condivisa tra tutte le forze non solo politiche, ma tra tutte le forze sociali e positive di questa società. Se il tavolo tecnico-politico serve a questo, naturalmente noi siamo a favore, così come abbiamo già detto all'interno della Commissione, però eviterei anche che questo tavolo tecnico-politico sia nominato da chi fino ad oggi non è stato in grado di fare queste proposte, non solo a quest'Aula, ma anche all'Unione europea. Quindi la prima proposta che mi verrebbe da fare è che questo tavolo tecnico-politico sia nominato dal Consiglio regionale, in quello spirito naturalmente unitario. E il secondo aspetto è quello che il tavolo tecnico-politico non può diventare un altro elemento di poltronificio, e quindi inserirei all'interno della risoluzione il fatto che lavori a titolo gratuito, o eventualmente solo esclusivamente per il rimborso di alcune spese vive. Cioè, deve diventare questo tavolo tecnico-politico, così come abbiamo detto all'interno della discussione della Commissione, il vero strumento per essere pronti al confronto col Governo, l'ha detto anche il Presidente. Ad oggi mancano i progetti, son mancati per il PNRR, manca una guida, manca una linea condivisa tra tutte le forze politiche di quest'Aula, manca una linea probabilmente all'interno della Giunta regionale. E allora serve naturalmente che si diano gambe ai progetti che potrebbero permettere alla nostra isola di superare il gap, per fare questo naturalmente non bisogna perdere quello spirito di unità che ha contraddistinto la Commissione, abbandonare il vittimismo, così come è stato già detto in precedenza, e provare realmente a portare avanti alcuni temi e alcune proposte che permettono alla nostra isola di risollevare l'asticella non solo del confronto, ma anche dei temi sullo sviluppo economico. Perché, badate, rischiamo che la crisi energetica, i problemi della continuità territoriale e la mancanza di prospettive da qui a qualche anno portino la nostra isola a crollare e a vedere una marea di attività economiche, commerciali e artigiane chiudere. Per evitare questo dobbiamo naturalmente dare gambe ai progetti che abbiamo citato in Commissione.

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Annalisa Mele. Ne ha facoltà.

MELE ANNALISA (LEGA). Presidente, il via all'insularità in Costituzione nel novellato articolo 119 rappresenta senz'altro un importante traguardo nella storia della nostra Regione. Un traguardo conseguito sotto la guida della Commissione insularità e la volontà di tutti i consiglieri regionali e anche tutti i deputati sardi. E' necessario però adesso dare concretezza a questo progetto, affinché possa effettivamente portare ai miglioramenti desiderati e attesi dai cittadini, dalla continuità territoriale all'approvvigionamento energetico, solo così si avrà la possibilità di dare forza e modo all'economia sarda di creare ulteriore ricchezza e crescita economica, oltre che a contribuire concretamente a realizzare le quattro libertà europee e nell'ambito dell'autodeterminazione dei popoli.

La strada perseguita è sicuramente quella giusta e per essere intrapresa nel migliore dei modi necessita ancora e sempre della partecipazione di tutti, a partire qua dai consiglieri del Consiglio regionale, dalla Giunta e i neo deputati della Camera e Senato che faranno parte del nuovo Governo.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Si parla a volte dell'insularità e della modifica costituzionale in materia di insularità come di una partita vinta, io credo invece che ci si sia autoincensati troppo presto e per troppo tempo. Occorre, ed è quello il motivo principale per cui il Consiglio oggi è riunito, passare al passo successivo, perché questo tipo di modifiche istituzionali che incidono sui principi della nostra Costituzione si nutrono della fiducia dei cittadini: è stato possibile approvare la modifica costituzionale (non ne sono state approvate tante con quell'ampissima maggioranza nella storia repubblicana del nostro Paese) è stato possibile in questo caso perché era molto grande la fiducia da parte dei cittadini in questa modifica normativa. Però la fiducia non è eterna, il primo banco di prova che avrà il principio di insularità sarà il modo con cui si risolverà il problema della continuità territoriale della nostra Regione; per ironia della sorte oggi la Giunta è rappresentata da un Assessore che proprio su questi temi oggi ha avuto il coraggio di dire la verità, e la verità è rivoluzionaria, soprattutto quando a dirla è un Assessore della Giunta. Perché, cari colleghi, se i sardi tra sei mesi dovessero scoprire di essere più isolati rispetto a quello che accadeva con la vecchia Carta Costituzionale va da sé che la fiducia in questo principio, in questa battaglia che ha visto la condivisione tra le forze politiche, sarà destinata a cessare per sempre, perché le formule magiche ormai non piacciono a nessuno. Oggi sarebbe stato utile avere il Presidente della Regione, che ha anche l'interim e dei trasporti, per avere le rassicurazioni necessarie ad andare a dormire sereni su quel tema, invece andremo a dormire con gli stessi dubbi di quando ci siamo alzati, e gli stessi dubbi li avranno anche i sardi che in queste ore si chiedono - perché appunto il tempo è poco - a cosa servirà il principio appena introdotto. L'altro banco di prova sarà quello finanziario, perché è vero che nessuno si aspetta un euro in più, l'abbiamo detto più volte, non sarà la panacea di tutti i mali, non ci sarà un rubinetto di risorse che arriverà senza alcun tipo di filtro, non inizia il paese del bengodi, però noi rischiamo di averne meno, perché nel mentre altre Regioni stanno trattando sull'autonomia differenziata, e alla fine la coperta è quella: se altre Regioni ottengono un po' di più, ce ne saranno altre che dovranno portare a casa un po' di meno. Il rischio è quello che qualcuno dica "voi avete già l'insularità", e magari parallelamente la Giunta regionale, che ha il compito di trattare col Governo in una fase in cui la sua autorevolezza, per chiari demeriti, è appannata, non sarà in grado invece di portare a casa nemmeno le risorse che sino all'altro giorno arrivavano nell'Isola.

Eppure la battaglia è seria e merita di essere approfondita ancora di più di quello che abbiamo fatto sinora. Essere isola - lo ha detto bene la collega Orrù tra gli altri - non è per forza uno svantaggio, non siamo peggiori degli altri, siamo però diversi e non possiamo considerare i disuguali con metri uguali, perché questo crea la disuguaglianza.

La condizione di insularità investe tutti i settori, investe la sanità: perché abbiamo un numero così alto di talassemici; perché abbiamo un'incidenza della sclerosi multipla unica in Europa; perché altre patologie, il diabete per esempio, vedono in Sardegna un'incidenza maggiore e quindi costi maggiori per la nostra sanità? Per la nostra condizione di insularità, che ovviamente ha anche effetti genetici sulla nostra popolazione: ci sono meno scambi, abbiamo caratteristiche peculiari ed è indecente che la Sardegna debba contrattarsi le sacche di sangue con le altre Regioni che non hanno questo problema; è indecente ma c'è una responsabilità perché dal ministro Speranza ci siamo andati noi a chiedere per quale motivo in Sardegna non arrivassero le sacche di sangue che sino a qualche anno fa invece si potevano comprare tranquillamente nelle altre Regioni, e ci è stato spiegato che esisteva un mercato e che altre Regioni, che pure non avevano l'incidenza dei talassemici sardi, arrivavano prima di noi! E' possibile che una Regione che ha una condizione di insularità si trovi a mercanteggiare con altre Regioni che invece non hanno gli stessi problemi? Non è possibile, abbiamo la Costituzione dalla nostra parte, facciamo valere i nostri diritti, riempiamo di significato.

L'ultimo punto. Credo che sarebbe utile presentare un emendamento condiviso, non l'abbiamo voluto presentare perché l'intento non è polemico però c'è una frase che secondo me rischia di inficiare anche l'atto che noi approveremo oggi: nell'atto approvato dalla Commissione "si impegna il Presidente a istituire nelle forme ritenute più idonee…", le forme credo che sia importante condividerle con la Commissione insularità, perché le forme che noi riteniamo idonee - e quando dico noi non mi limito solo al nostro Gruppo, non mi limito solo alla minoranza ma mi riferisco anche ad ampia sensibilità all'interno della maggioranza - non sempre coincidono con quanto fa il Presidente.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Francesco Mula. Ne ha facoltà.

MULA FRANCESCO (PSd'Az). Non sarei voluto intervenire, visto che è intervenuto per quanto riguarda il nostro Gruppo il consigliere Gallus del quale naturalmente ne condividiamo tutto quello che è stato dichiarato oggi in quest'Aula, però volevo fare due considerazioni alla luce di alcuni interventi che ho sentito oggi in quest'Aula, non vorrei dire chi li ha fatti però comunque qualche considerazione la meritano.

Quando sento dire che comunque questo provvedimento è un provvedimento che è arrivato grazie a tutti, come dire che quando arrivano le cose belle le fanno tutti e le cose brutte le fa solo una parte politica, io direi che invece va un giusto riconoscimento ai promotori, in questo caso i Riformatori che da tempo avevano iniziato questa battaglia col compianto amico Roberto Frongia, poi naturalmente proseguito negli anni con il coinvolgimento di tutte le forze politiche, fino a addivenire a un risultato che è importantissimo per quanto riguarda questa terra. Ma non vorrei mischiare ora il tema che oggi stiamo trattando sul principio di insularità, come stava dicendo adesso il collega Agus per dire quello che succederà fra sei mesi, io credo che su questo argomento dovremmo dare rassicurazioni perché ce ne stiamo interessando un po' tutti di quello che dovrà succedere, e vorrei ricordare che se questa estate sono arrivati circa 19 milioni di turisti in questa terra vorrà pur dire che qualche aereo ha viaggiato, non è che ci garantisce o che siamo sicuri all'infinito però comunque è un segnale. Non voglio dare merito a nessuno, attenzione, né alla Giunta né all'Assessore, io dico questa estate noi abbiamo avuto una presenza importante in questa terra, e comunque le compagnie che hanno dato questo servizio con tutte le criticità comunque un lavoro importante è stato svolto. Naturalmente non dobbiamo far finta di nulla e dobbiamo cercare anche di stare molto attenti e vigili per cercare di capire che cosa succederà da qui appunto ai sei mesi, come qualcuno appunto stava dicendo. Però, caro collega Agus, ridurre anche il fatto che il riconoscimento del principio di insularità in qualche modo incida su alcune malattie che noi abbiamo in Sardegna… e allora potrei dire che questa è la terra dei centenari riconosciuta un po' da tutti, e se è la terra dei centenari vorrà dire che noi abbiamo anche altre piccole peculiarità positive, allora quando si diceva che nel mio paese, Orosei, c'era un'incidenza per quanto riguarda i tumori alla tiroide legata all'utilizzo - ricorderanno la collega Desirè Manca e il collega Li Gioi - dell'acqua inquinata del Cedrino, eccetera. Quindi io direi, non facciamo di tutta un'erba un fascio, però il riconoscimento dell'insularità noi lo dovremmo utilizzare anche per le cose importanti alle quali noi non possiamo rinunciare: vogliamo parlare di ZES, che è una vergogna che oggi noi abbiamo solo avuto un riconoscimento di 2700 ettari di ZES quando tutto il territorio di Nuoro e dell'entroterra è completamente escluso? Vogliamo provare a fare una battaglia utilizzando anche questo strumento? Secondo il nostro punto di vista questo è uno strumento importante che ci può aprire le porte anche su argomenti chiave che riguardano il futuro di questa terra. Quindi è pur vero che non ci porterà questa marea di soldi il riconoscimento del principio di insularità, poi vedremo che cosa, però ci permetterà comunque di poter affrontare degli argomenti e dei temi che sono di vitale importanza e che oggi sono stati accantonati. Quindi utilizziamo questo strumento, ben venga questo strumento e facciamo un giusto riconoscimento a tutti i promotori e continuiamo a dire, lo diremo, che comunque grazie a tutti ora siamo arrivati a una condizione in cui il popolo sardo e quest'Aula può tornare a dire qualcosa, può contare nuovamente qualcosa.

Ecco, io prendo lo spirito propositivo di quello che è stato il riconoscimento del principio di insularità, per dire: signori, lavoriamoci tutti insieme e credo che qualche risultato importante lo otterremo.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Filippo Sechi. Ne ha facoltà.

SECHI GIAN FILIPPO (UDC-Cambiamo). Poco più di un anno e mezzo fa eravamo qui in quest'Aula ad affrontare l'argomento insularità, la prima riflessione che mi viene in mente è che da quel giorno tanto è cambiato e quella battaglia, che per una volta abbiamo affrontato e combattuto tutti insieme, è stata vinta. Non è un caso che proprio questa volta e su questo tema siamo riusciti a raggiungere un risultato considerato giustamente storico; è la dimostrazione tangibile che senza barriere ideologiche si può arrivare a conquistare anche i traguardi più difficili e insperati. Oggi siamo in una fase nuova, quella che ci impone di dover fare in modo che il riconoscimento del principio di insularità non sia solo una frase inserita nella nostra Costituzione. Il commento "dobbiamo dare concretezza e sostanza" è stato il più ricorrente in questi mesi, e non è un caso, era esattamente l'approccio che tutti avremmo dovuto avere per trasformare quel principio in una opportunità reale, e oggi con questa risoluzione stiamo compiendo a mio parere un altro passo importante, proprio perché è propedeutico per iniziare a dare contenuti al principio di insularità. Voglio ricordare infatti che anche prima della reintroduzione in Costituzione del principio erano ben presenti nello stesso Trattato sul funzionamento dell'Unione europea norme e articoli che avrebbero dovuto garantire a regioni insulari come la nostra pari opportunità, è citato anche in questa risoluzione l'articolo 174 del Trattato che parla di "ridurre il divario tra i livelli di sviluppo e il ritardo di quelle meno favorite, con un'attenzione particolare per le regioni con permanenti svantaggi demografici o naturali e tra queste anche le regioni insulari". Le norme servono quindi perché fissano regole e principi che devono essere seguiti ma serve anche un monitoraggio costante per la loro corretta e puntuale applicazione, ed era evidentemente necessaria anche la reintroduzione del principio di insularità per richiamare il nostro Stato a tutelare la nostra Regione in Europa, a pretendere che i nostri svantaggi legati alla condizione di insularità venissero colmati con atti e interventi concreti, ad esempio sulla questione degli aiuti di Stato in tema di collegamenti e di continuità territoriale, ma anche per quanto riguarda il gap infrastrutturale che è la base per pensare di poter dare alla nostra Isola nuove prospettive di sviluppo. Ecco perché non basta aver vinto quella battaglia ma è necessario monitorare costantemente che quanto è stato scritto in Costituzione venga rispettato alla lettera in qualsiasi legge venga approvata dal Parlamento, in qualsiasi atto del Governo, in ogni tipo di azione che viene promossa a livello nazionale ed europeo. Abbiamo tutti gli strumenti ora per far rispettare i principi che sarebbero dovuti essere già garantiti alla nostra Regione è ai sardi, ma ovviamente dobbiamo svolgere anche una intensa funzione di proposta per cambiare quelle regole che si scontrano con il principio di insularità e che hanno impedito fino ad oggi alla nostra Regione di poter essere competitiva con il resto dell'Europa. Per fare tutto questo c'è bisogno prima di tutto di quella unità di intenti che è stata la vera chiave vincente di questa battaglia, c'è bisogno anche del coordinamento che in questi anni è stato svolto egregiamente dalla Commissione speciale per l'insularità e sarà oltremodo utile anche per l'istituzione di un organismo tecnico di esperti che darà certamente il giusto supporto alla Regione e a tutti coloro che lavoreranno per dare sostanza al principio di insularità in Costituzione.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gianfranco Ganau. Ne ha facoltà.

GANAU GIANFRANCO (PD). Io non voglio polemizzare con nessuno ma, onorevole Mula, se fosse vero quello che lei dice non avremmo bisogno di un regime di continuità territoriale, la verità è che dopo l'estate si riducono tutti quanti i voli, c'è difficoltà a trovare accessi per partire e con orari che sono assolutamente indecenti e inadeguati per chiunque svolga un'attività fuori, in Continente, e debba venire in Sardegna, questo è il tema vero, quindi al di là di questo credo che la battaglia per una continuità territoriale vera, e possibilmente estesa a tutti, sia da fare e da governare ancora una volta. Quindi, dentro questo tema, che è uno dei tanti temi, oggi parliamo finalmente del riconoscimento della condizione di insularità come causa di ritardo riconosciuto e permanente per chi vive e opera nelle isole.

Io non sto qui a riassumere gli infiniti ritardi di tipo infrastrutturale e tutte quante le penalizzazioni che subiscono i sardi, ricordo semplicemente che uno studio indipendente ha quantificato con 7.500 euro pro capite il costo dell'insularità all'anno, quindi ogni cittadino sardo viene a pagare 7500 euro per e il gap che c'è con le altre Regioni in termini di operatività, di funzioni e di possibilità di accesso ai servizi, che equivalgono, ricordo, a 11 miliardi e mezzo, ben più di una finanziaria regionale, quindi una cifra spaventosa. Ricordo che uno studio della Banca d'Italia mette la Sardegna all'ultimo posto per quanto riguarda viabilità, ferrovie, porti, aeroporti ed ospedali, quindi una situazione che è assolutamente indiscutibile e sotto gli occhi di tutti, per cui non mi pare il caso di soffermarci oggi in questa sede.

Ricordo che siamo di fronte ad un'enunciazione di principio, che vale in quanto tale, che deve essere completamente riempita di contenuti; ricordo che era presente in Costituzione prima della riforma del Titolo V e non ha comportato nessun grosso vantaggio in termini di recupero del gap della nostra Isola rispetto alle altre Regioni peninsulari, e allora credo che il tema vero sia quello di riempire di contenuti questa enunciazione, di renderla effettivamente praticabile e di consentire di ottenere quei vantaggi, quei livelli di potenzialità che esprime il concetto stesso dell'insularità in Costituzione. E questo può essere fatto sostenendo e mantenendo alta l'attenzione e la mobilitazione a livello della popolazione con un'azione sinergica del Consiglio, della Giunta, del Governo regionale di tutti i parlamentari sardi. Ecco io a questo proposito debbo purtroppo dichiarare tutta la mia preoccupazione per come la nostra Regione sta gestendo opportunità non riproponibili nel breve periodo che sono rappresentate dalle ingenti risorse del PNRR, per esempio, che avrebbero potuto rappresentare un'occasione per la nostra Isola per colmare il gap con le altre Regioni per esempio in termini infrastrutturali. Infatti, nonostante una sentenza della Corte costituzionale che riconosce già al di là del principio di insularità il diritto della Sardegna di ricevere risorse aggiuntive per colmare gli svantaggi derivanti dall'essere isola, un successivo accordo col Governo per l'istituzione di un tavolo politico - tecnico per definire gli interventi e da una recente analisi la nostra Regione ha avuto minori risorse rispetto alle altre regioni del Meridione nel campo delle infrastrutture con il risultato che una volta attuati gli interventi finanziati dal PNRR ci troveremo ancora ultimi ma più distanziati dalle altre regioni per quanto riguarda la viabilità, le ferrovie, i porti, gli aeroporti e gli ospedali. Questo è il dato di fatto, è la preoccupazione che io voglio esprimere in questo Consiglio oggi. Per queste ragioni credo che serva mantenere alta l'attenzione su temi che stiamo trattando oggi chiedendo costantemente il contributo di idee a enti locali, università, forze sociali e rappresentanze di categoria, rappresentanze istituzionali che rappresentano la vera forza di questa battaglia e la condizione vera per cui a questa enunciazione di principio sia dato un significato vero e reale in termini di ricadute positive sulla nostra Isola. È questo che sostanzialmente dice la risoluzione con l'istituzione di un tavolo tecnico che deve supportare quest'azione da parte della Giunta, del Governo regionale e quindi noi convintamente sosteniamo questa risoluzione che viene fuori dal lavoro ottimamente governato dal presidente Cossa che ha portato a questi risultati sperando che non faccia la fine dell'ordine del giorno sul PNRR che oggi è totalmente inattuato, grazie.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore del turismo, artigianato e commercio.

CHESSA GIANNI (Psd'Az), Assessore del turismo, artigianato e commercio. Grazie Presidente, grazie onorevoli consiglieri colleghi, io credo che fra i vari interventi non ci siano differenze nei contenuti, io credo che sul bene comune e sul principio di questo testo, di questa proposta non possiamo dividerci, come ci si può dividere se stiamo cercando tutti la stessa cosa? Non vorremmo una continuità per tutti, non vorremmo degli sgravi fiscali per tutti, non vorremmo accorciare quelli differenze, quei gap che ci sono tra le Regioni ma non è una sola questione di denaro, qui si va ben oltre. Il principio di insularità io credo che debba andare ben oltre, qui è consacrare un principio di diritto sacrosanto che debba essere riconosciuto a un'isola con meno di 2 milioni di abitanti. Io credo che bene ha fatto il collega Cossa l'amico Cossa e chiunque negli anni ha fatto queste battaglie sostanziali. Le battaglie su lunghe, i cambiamenti si percepiscono poco collega Cossa perché purtroppo ancora non si è vista tanta luce, ma se non si iniziano delle battaglie di principio cosa otterremo domani, cosa lasceremo ai nostri figli, cosa lasceremo alla Sardegna? Guardate, io non sono l'Assessore preposto per questo, io parlo per ciò che è delle competenze delle deleghe e mi son permesso di esternare ieri al collega Agus, quello che è Gianni Chessa, quello che dico sempre in modo corretto guardando la realtà dei fatti, tanti discorsi che facciamo, tanti discorsi poi restano vani, se siamo punto e a capo a ottobre decade tutto ciò che abbiamo costruito. È inutile stare a fare parti o prendere le parti da una parte all'altra, l'unico interesse è che la Sardegna ha delle difficoltà nei mesi invernali, è sotto gli occhi di tutti. Cadono tutti quei princìpi, quegli sforzi economici, investimenti che noi stiamo facendo. Non può essere allora il sogno di una Sardegna tutto l'anno, è un sogno che possiamo accreditare tutti per il bene comune e se questo sogno rientra anche nel principio, come tale è scritto qui nell'insularità ben venga l'inizio di un principio, va rafforzato. Ecco semmai invece di trovare divisioni qui dentro su principi che sono, e stanno cari a tutti per il bene comune, io credo che l'approvazione unanime e la costituzione anche di una parte tecnica forte, autorevole per andare non solo a Roma, che lascia il tempo che trova, ma bisogna andare in Europa, probabilmente le battaglie vere ormai si vincono lì, e sapete come la penso io, io ve lo dico a titolo così da collega, probabilmente non abbiamo fatto abbastanza per farci sentire e non c'è più sordo di chi non vuol sentire, non può essere che l'Europa non ascolti una regione come la Sardegna. Pretendono che siamo tranquillamente e riconosciamo l'Italia noi siamo sempre più italiani che mai ma siamo anche sempre più europei. Io credo che un'azione forte debba essere fatta, caro collega Cossa, non abbiamo fatto abbastanza, è stato fatto molto, ma non è mai abbastanza, non ci basta. E allora io credo che a questo lavoro duro, pesante, snervante in questi anni dobbiamo rafforzarlo tutti assieme per il bene comune. Insularità ben venga, ma andiamo a prendercela anche in Europa e stando lì magari qualche giorno, magari anche con una bella tendina nella piazzetta, lì fare sciopero della fame, tutte le cose io so che chi ci ha preceduto nel tempo li hanno conquistati con la vita, non ci regala niente nessuno o ci salviamo noi non ci salverà nessuno, guardate. La Sardegna è un'isola di 1.600.000 abitanti con il tema che si diceva prima, forte, dello spopolamento, probabilmente non ci basterà l'insularità ma ben venga il principio che state per votare, stiamo per votare di costituire e rafforzare questa proposta, grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Michele Cossa. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Grazie Presidente, io ringrazio l'assessore Chessa e tutti i colleghi che sono intervenuti che hanno impreziosito questo dibattito. Io vorrei far presente ad alcuni colleghi, anche per sottolineare l'importanza, perché, badate, ne parliamo a volte come se fosse acqua fresca, che nello Statuto sardo; Statuto che è stato dato alla Sardegna proprio in ragione della sua peculiare condizione geografica non si parla di insularità: è paradossale! Abbiamo avuto lo Statuto per questo motivo e nello Statuto sardo non si parla di insularità. Questo è un valore aggiunto rispetto alle ricadute di questo principio costituzionale. E mi pare che al di là di qualche a differenza, di qualche, come dire, punta polemica, io posso rilevare con assoluto favore il fatto che ancora una volta il Consiglio sostanzialmente vuole mantenere una posizione assolutamente coesa, credo che non possa essere diversamente, però ribadirlo è comunque importante. È però qualcosa di una sottolineatura io vorrei farla ai colleghi che hanno fatto alcuni rilievi; stiamo parlando di un comitato tecnico, non abbiamo voluto chiamarlo osservatorio, ne abbiamo parlato in Commissione, non abbiamo voluto chiamarlo osservatorio, perché come dire, la parola stessa non porta fortuna, che la storia degli osservatori in Sardegna non è una storia commendevole, è uno strumento tecnico che deve dare alla Giunta regionale, prima di tutto, al Consiglio regionale ma anche ai parlamentari gli strumenti che servono per che cosa? Per raccogliere i dati, elaborare i dati e formulare proposte, valutare l'efficacia delle politiche. A questo serve questo organismo tecnico. Poi è chiaro che non possiamo metterci gente raccolta per la strada, è chiaro che abbiamo bisogno, lo ribadisco, del massimo livello di competenza, questo è evidente. Perché se non facciamo una cosa che abbia una struttura piccola, più ampia, io questo non lo so non spetta a me e non spetta ritengo al Consiglio regionale in questa fase di valutarlo, se non facciamo questo stiamo abdicando a quello che è il nostro dovere di passare effettivamente alla fase attuativa. Un po' tutti hanno detto bisogna riempire di contenuti, ma i contenuti li sappiamo, i contenuti sono: la continuità territoriale, il gap infrastrutturale, lo ha detto molto bene poco fa il collega Ganau e il tema dell'energia. Questi sono i tre temi principali su cui ruota tutto, ma non possiamo limitarci ad enunciare i problemi, non possiamo limitarci, son d'accordo con chi ha detto che l'epoca del vittimismo è finita, ma è finita con questa riforma costituzionale. Perché con questa riforma costituzionale la Repubblica si fa carico del problema! Si fa carico del problema! Ma per noi significa dimostrare di avere la capacità di essere propositivi non di presentarci a fare le vittime, di avere l'obiettivo che si raggiunge nel tempo. L'assessore Chessa ha detto delle cose di buonsenso, non è che da un giorno all'altro si risolvono i problemi, ma il nostro obiettivo deve essere quello di azzerare il residuo fiscale negativo di 5 miliardi, che è un carico che noi ci portiamo dietro, è anche uno stigma. Noi dobbiamo puntare ad un residuo fiscale positivo, diventare, trasformarci da quelli che prendono a quelli che danno, che contribuiscono alla coesione nazionale.

Il tema della continuità territoriale, che è strategico rispetto a tutto, è strategico rispetto a tutto, è un problema determinante dal punto di vista economico, perché non è pensabile che per 7-8 mesi all'anno ci sia il buio non è possibile o che ci si debba affidare ai capricci delle compagnie low cost. Però è un argomento che passa necessariamente attraverso l'Unione europea e con l'Unione europea parla il Governo nazionale e le dinamiche europee sono dinamiche estremamente complesse, intanto non possiamo pensare di disapplicare le norme europee o di dichiarare guerra all'Unione europea, chi ha provato a farlo ha sbattuto il muso in maniera violenta e i danni per la Sardegna sono stati travolgenti. Questo è il motivo, lo ribadisco, per cui come Commissione stiamo cercando il supporto, intanto la sensibilizzazione, ma la sensibilizzazione prelude alla ricerca di un supporto delle maggiori organizzazioni economiche a livello nazionale. Perché noi non vogliamo essere considerati degli straccioni, non vogliamo essere considerati, ripeto, quelli che, qualcuno l'ha detto, andare a chiedere di più significa togliere ad altri, è così, è così! Ed è il motivo per cui noi non possiamo presentarci in questo modo, noi dobbiamo chiedere una riforma delle regole europee sugli aiuti di Stato perché oggi queste sono un tappo rispetto allo sviluppo delle regioni in ritardo di sviluppo e in particolare rispetto alle regioni insulari e in particolare rispetto alla Sardegna. È inutile che l'Unione europea, mi ripeto, spenda quello che spende per la coesione territoriale se poi le aziende finiscono nel collo di bottiglia rappresentato dalla continuità territoriale aerea e marittima, è un paradosso che deve finire. Però questo comporta un'azione determinata da parte della Regione, da parte dei parlamentari nei confronti principalmente del Governo nazionale che deve sentire sua la battaglia per l'insularità, questo dice la riforma costituzionale. Che la Repubblica deve farci sentire pienamente parte della comunità nazionale, questo è il nucleo di tutto il ragionamento. Questo la Commissione speciale l'ha fatto, lo ripeto, lo sta facendo e lo sta facendo con molto impegno e con molta determinazione, ma soprattutto il Consiglio regionale non può che continuare ad essere in prima linea su questo fronte. Presidente, sono stati presentati due emendamenti, tre emendamenti come li illustra vorrei esprimere il parere, grazie.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.

Metto in votazione la risoluzione e gli emendamenti.

Sono stati presentati degli emendamenti.

Un attimo li distribuiamo, così avete modo di vedere. Ma l'avete sottoscritto vedo, il numero 3 è sottoscritto da tutti i Gruppi credo.

Comunque l'avete sottoscritto, ve lo forniamo, vi diamo una copia così avete modo di vederlo.

Avete avuto la copia dell'emendamento, che tra l'altro è quello che ha illustrato l'onorevole Pinna.

Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Michele Cossa, relatore.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi), relatore. Grazie Presidente, sull'emendamento numero 1 parere favorevole, anzi volevo ringraziare il collega Tedde perché ci permette di richiamare la risoluzione proposta a suo tempo dall'europarlamentare onorevole Salvatore Cicu, che è la prima risoluzione sulle isole approvata nel 2016, quindi parere favorevole. Per quanto riguarda l'emendamento numero 2 propongo la seguente modifica, Presidente. Dopo la parola Commissione: aggiungere Europea e sopprimere le seguenti parole "è costituito da un piccolo gruppo di funzionari" conseguentemente il testo diventerebbe, se posso leggerlo Presidente, quello viene cancellato, posso leggerlo? L'istituzione di uno sportello isole collegato alla direzione generale della politica regionale urbana della Commissione europea incaricato di coordinare e analizzare le tematiche connesse alle regioni insulari. Se il proponente è d'accordo, io proporrei questa formulazione.

PRESIDENTE. I firmatari dell'emendamento sono il Gruppo di Forza Italia.

Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde. Ne ha facoltà.

TEDDE MARCO (FI). …ovviamente chiunque può aggiungere la firma, non è un problema, siamo noi, sì, i due emendamenti…

PRESIDENTE. Sulla modifica proposta… benissimo.

Per esprimere il parere sull'emendamento ha facoltà di parlare il consigliere Michele Cossa, relatore.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi), relatore. Grazie. Sull'emendamento a prima firma onorevole Pinna, parere favorevole, non senza sottolineare il fatto che il tema del capitale umano è un tema collaterale, ma strategico, strettamente collegato soprattutto al tema della continuità territoriale, strategico per qualunque ipotesi di ripartenza economica della nostra isola. Grazie.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore del turismo, artigianato e commercio.

CHESSA GIOVANNI (PSd'Az), Assessore del turismo, artigianato e commercio. Conforme.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 1. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 2, con la modifica proposta dall'onorevole Cossa. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 3. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Metto in votazione la Risoluzione numero 9 (22 COM). Chi la approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non la approva alzi la mano.

(È approvata)

Discussione e approvazione, della proposta di legge: Maieli - Corrias. Modifiche alla legge regionale 28 luglio 2017, n. 16 (Norme in materia di turismo) in materia di disciplina delle strutture ricettive all'aria aperta (334/A) e approvazione di ordine del giorno

PRESIDENTE. Il secondo punto all'ordine del giorno reca la discussione della legge numero 334, "modifiche alla legge regionale 28 luglio 217 numero 16 in materia di disciplina delle strutture ricettive all'aria aperta".

Dichiaro aperta la discussione generale.

Ha facoltà di parlare il consigliere Salvatore Corrias, relatore di maggioranza.

Ha dieci minuti di tempo.

CORRIAS SALVATORE (PD), relatore di maggioranza. Credo che ne prenderò di meno. Grazie Presidente, colleghe e colleghi. Questa proposta di legge apporta alcuni correttivi invero limitati alla legge numero 16 del 2017, che reca norme in materia di turismo, nello specifico in relazione alla disciplina delle strutture ricettive all'aria aperta. Si tratta di pochi articoli, quattro, dei quali due, almeno due destano il nostro interesse. L'articolo 1 sostituisce l'articolo 15 della legge numero 16 e prevede al comma primo la possibilità di utilizzare la denominazione "camping" in luogo di quella di "campeggio". Al comma secondo, ed è questo un fatto sostanziale, oltre quello nominale, prevede che si possa destinare alla sosta e al soggiorno in mezzi di pernottamento di proprietà della struttura una quota superiore al 25 per cento della propria capacità ricettiva, la qualcosa, e questa è una gran bella novità, comporta il passaggio della struttura dalla qualificazione di campeggio a quella di villaggio turistico, così come previsto al comma sesto dello stesso articolo 1. Al comma quarto dell'articolo 1 si prevede che nelle aziende ricettive all'aria aperta gli allestimenti mobili siano diretti a soddisfare esigenze di carattere turistico meramente temporanee, e anche se collocati in via continuativa non costituiscono attività rilevante a fini urbanistici ed edilizi. A questo proposito sarà bene precisare che qua si riprende quanto già previsto dalla normativa nazionale, mi riferisco al comma primo dell'articolo 3 del DPR 180 del 2001, così come modificato dall'articolo 10 del DL numero 76 del 16 luglio 2020. Con questo comma si ripropone, con il fine di fare chiarezza in materia a beneficio di quest'Aula, quanto originariamente stabilito dalla legge regionale numero 22 del 1984 all'articolo 6, precisamente al comma 4 bis, così come sostituito dall'articolo 20 della legge regionale 21 del 2011. Il tutto confortato dalla sentenza della Corte costituzionale, la numero 189 del 2016, la quale si è espressa sulla legittimità della stessa legge numero 21, rilevando che la qualificazione degli interventi sia irrilevante ai fini urbanistici ed edilizi. Sarà bene evidenziare dunque per chi qua dentro ne avesse interesse, vi assicuro che fuori parecchi ne hanno, onde fugare ogni legittima e ragionevole perplessità che si tratta di una disposizione, quella qui contenuta, che riguarda esclusivamente le unità abitative presso aziende ricettive all'aria aperta, e che non può essere estesa in nessun modo ad alcuna altra fattispecie. L'articolo 2 meritevole di attenzione, continuando in questa mia agile e scarna relazione, modifica l'articolo 17 della legge numero 16 consentendo la classificazione dei campeggi e dei villaggi turistici fino a cinque stelle, i colleghi qua nell'emiciclo ne saranno lieti, e non più solo a quattro. Tanto dovevo a quest'Aula che non annoierò ulteriormente, tanto dobbiamo ai tanti gestori delle attività ricettive all'aria aperta e con un indotto lavorativo importante, e tanto dobbiamo dunque, Assessore, anche noi vogliamo essere rivoluzionari come lei, all'economia del turismo della Sardegna. Grazie.

PRESIDENTE. Vedo che non si è iscritto nessuno a parlare.

È iscritto a parlare il consigliere Dario Giagoni. Ne ha facoltà.

GIAGONI DARIO (LEGA). Grazie Presidente. Ringrazio il collega Corrias che è stato brevissimo nel relazionare e mettere a conoscenza questa legge, però vorrei segnalare delle perplessità che mi arrivano dagli uffici tecnici e legali che abbiamo come gruppo Lega. Le definizioni dell'articolo 3 del DPR 380/01 costituiscono principi comuni a livello nazionale, che non possono essere modificate o interpretate in maniera differente dalle Regioni. Siccome siamo già stati sanzionati in passato, non vorrei che mi ritrovassi o ci ritrovassimo di nuovo di fronte a questo aspetto. Con l'occasione estendo la perplessità al testo già approvato dalla Commissione, che inizia "nelle aziende ricettive…". Ci sono recenti sentenze TAR 490/2022, 607/2022, che stabiliscono che non si possono sottrarre dall'attività urbanistica ed edilizia le case mobili installate dalla struttura ricettiva, in quanto non considerabili temporanee se montate a inizio stagione e smontate alla fine, ossia, per intenderci, lo sono solo se portate dal turista come fosse una roulotte. Pertanto la norma proposta che tenta di sottrarre in maniera definitiva tali allestimenti all'attività edilizia, parlo a mio giudizio, in aperto contrasto col DPR che ho citato prima. Grazie Presidente.

PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole Giagoni.

È iscritto a parlare il consigliere Francesco Mula. Ne ha facoltà.

MULA FRANCESCO (PSd'Az). Grazie Presidente. Io capisco le perplessità che sono state sollevate poco fa, però io proverei a consigliare a me stesso che comunque su questa legge, sulla quale credo ci abbiano lavorato un po' tutti, credo valga la pena provare a insistere su una materia che è spinosa, ma vorrei ricordare di competenza urbanistica e non paesaggistica, dove noi abbiamo competenza primaria, non è competenza dello Stato. Quindi, detto questo, io vorrei anche dire che sarebbe il caso di iniziare a ragionare anche sulla modifica del Piano paesaggistico regionale, dove ti dice, cosa che io non condivido assolutamente, che i campeggi devono essere allocati oltre la fascia costiera. Come dire, scusa Maria Laura, un attimo in linea, che il campeggio che io debbo realizzare a Orosei lo dovevo fare a Onifai. Secondo te questo è concepibile? Storture che dobbiamo riprendere in mano e modificare, penso non solo a mio modo di vedere, ma credo un po' di tante persone che sono all'interno di quest'Aula. Detto questo, per dire che per quanto ci riguarda, come Partito Sardo d'Azione, noi diamo fiducia e vorremmo continuare nella direzione, così come il lavoro fatto appunto dalle Commissioni congiunte, e credo maggioranza e opposizione che ci hanno lavorato, e credo che potrebbe essere argomento anche, una volta approvata la legge, per poterla trattare con il nuovo Governo, magari riusciamo ad avere un risultato diverso rispetto a quello che noi non abbiamo mai avuto. Quindi secondo me vale la pena poter insistere su questo argomento.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Grazie Presidente. Le argomentazioni usate dal collega Giagoni sono le stesse che io mi sono permesso di sollevare in una chiacchierata privata col collega Corrias. È chiaro che ci troviamo a ottobre, la scadenza di quella fase temporale che indicava il collega Giagoni, e cioè di temporaneità di quel tipo di insediamento, ha una scadenza oggi perché molti dovrebbero smontare il primo di novembre all'incirca, o comunque nell'ambito della fine della stagione estiva, e quindi in autunno, per cui tra poche settimane. Questo, se non valutato con la dovuta attenzione, non crea solo un problema da un punto di vista dell'ennesima norma che può essere impugnata, ma può creare un problema a coloro che sono proprietari di quegli insediamenti, perché non avendo smontato potrebbero ricadere nella fattispecie dell'abuso edilizio, e quindi generando per l'ennesima volta un'illusione con una relativo dramma per diverse persone che giustamente, anche in buona fede, legittimamente, vedendo una legge approvata dal Consiglio regionale, pensano che possano essere superate con una normativa di questo tipo le problematiche che sono da un punto di vista urbanistico, ma anche paesaggistico, perché quella permanenza e temporaneità di sei mesi è legata ad una autorizzazione paesaggistica temporanea, cosa diversa invece l'autorizzazione paesaggistica permanente che può anche avere una durata limitata nel tempo, ma consente di non avere quello smontaggio e rimontaggio al termine della stagione. Questi sono i dubbi, le perplessità, tanto è vero che nella norma si inserisce l'aspetto che non devono essere tenute in conto da un punto di vista urbanistico e paesaggistico. Non si capirebbe il perché avere inserito i due concetti urbanistico e paesaggistico se poi il secondo già non fosse ricompreso nell'ambito delle problematiche che dicevo. Quindi suggerirei di stare molto, molto attenti nel trattare questa materia che non trattando di una cosa esistente, cioè di attività che stanno operando, non vorrei che si creasse appunto quell'illusione e determinare alcuni problemi per coloro che sono proprietari di strutture di questo tipo. Grazie.

PRESIDENTE. Non ci sono altri interventi.

Ha domandato di parlare il consigliere Roberto Deriu. Ne ha facoltà.

DERIU ROBERTO (LEU - Demos - Possibile). Grazie Presidente. Poiché siamo stati incaricati di redigere un ordine del giorno sulle questioni esposte inizialmente, mi pare che l'Ufficio lo abbia predisposto, quindi se è già pronto può essere consegnato alla Presidenza che può… forse è necessario fare qualche minuto di sospensione in modo che i Capigruppo possano verificarne il contenuto, non so.

PRESIDENTE. Possiamo andare avanti nel frattempo, tanto ci stanno lavorando ancora.

Ha domandato di parlare il consigliere Pierluigi Saiu. Ne ha facoltà.

SAIU PIERLUIGI (LEGA). Giusto per avere un chiarimento, Presidente. Sono stati predisposti due ordini del giorno se non ho capito male… uno soltanto. L'ordine del giorno, chiedo perché è evidente che abbia bisogno di trattenermi più tempo in Consiglio, ma è previsto che venga discusso prima dell'approvazione finale, anche discusso o semplicemente votato?

PRESIDENTE. Se sono presentati prima della discussione generale, prima della chiusura della discussione generale allora possono essere discussi, altrimenti solo votati.

SAIU PIERLUIGI (LEGA). Perché io avevo capito, però magari in un momento di distrazione non sono riuscito, c'era anche un ordine del giorno sul trasporto ferroviario?

PRESIDENTE. No, è una mozione quella, una mozione presentata.

SAIU PIERLUIGI (LEGA). Ho capito, benissimo. Allora rispetto ai rilievi che ha formulato l'onorevole Giagoni, poi con mia grande incredulità ripresi anche dall'onorevole Zedda, non sarà il caso, Presidente, ma mi rimetto alla sua valutazione, di convocare una Conferenza dei Capigruppo sul testo per vedere se ancora c'è l'unanimità che era emersa in Commissione? Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Mula. Ne ha facoltà.

MULA FRANCESCO (PSd'Az). Grazie Presidente. Io vorrei ricordare che il provvedimento è stato votato all'unanimità in Commissione da tutte le forze politiche, che questa problematica ci fosse ne eravamo tutti a conoscenza. Ora, con un'interlocuzione anche con gli Uffici e soprattutto con le forze politiche, vedendo un po' la materia dell'urbanistica, si potrebbe anche, ovviare non lo dico, però esporci di meno se quest'Aula fosse d'accordo ad accettare un emendamento orale che è di piccola anche entità semplicemente togliendo all'articolo 1 comma 2 le parole "vincolati o non vincolati permanentemente al suolo", che se non ho capito male anche gli Uffici ne condividono anche lo spirito. Non si risolve completamente il problema, però diciamo che ci espone molto, molto meno, e continuo a dire qual è la nostra posizione, secondo me ne vale la pena poter anche, diciamo, forzare un po' la mano.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Roberto Li Gioi. Ne ha facoltà.

LI GIOI ROBERTO (M5S). Una precisazione, volevo ricordare che il nostro Gruppo in quella Commissione non è presente per cui noi non abbiamo votato in Commissione questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salvatore Corrias. Ne ha facoltà.

CORRIAS SALVATORE (PD). In merito anche a quanto ha detto poc'anzi il collega Mula, siccome nella quinta Commissione abbiamo la buona abitudine, sovente anche rara, nei luoghi politici di assumere decisioni condivise, tanto abbiamo fatto anche in occasione di questa proposta di legge, ma siccome siamo soliti essere anche ragionevoli, ritengo ragionevole la proposta fatta poc'anzi appunto dal collega Mula. Vorrei richiamare però l'attenzione del collega Giagoni, perché lui della ragionevolezza e della solerzia ha fatto dei crismi personali riconoscibili, che oltre alle sentenze che lei ha richiamato ci sono anche testi che si occupano di disposizioni legislative e regolamenti in materia edilizia, che confortano, glielo assicuro, si porti questo conforto a Roma, quanto questa proposta di legge contiene nella sua ratio di fondo, quindi non si va oltre, non si toccano temi che questa stessa legge non vuole e non ha l'ambizione di toccare. Ci tengo a ribadire il fatto che qua si sta dando risposta a un comparto che in tutta la Sardegna questa risposta la sta aspettando da almeno sette lustri, niente di più, niente di meno. In ogni caso, chiudo, la proposta del collega Mula, stante anche quanto hanno richiamato i colleghi penta stellati, credo sia meritevole di attenzione e anche di accoglimento. Grazie.

PRESIDENTE. Viste le richieste ritengo sia indispensabile sospendere per cinque minuti i lavori dell'Aula e convochiamo la Capigruppo. È convocata la riunione dei Capigruppo, grazie.

(La seduta, sospesa alle ore 13 e 19, viene ripresa alle ore 13 e 35.)

PRESIDENTE. Invito i consiglieri a riprendere il proprio posto, riprendiamo i lavori.

Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli.

Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 1.

E' iscritto a parlare il consigliere Pierluigi Saiu. Ne ha facoltà.

SAIU PIERLUIGI (LEGA). Grazie, Presidente. Non vorrei che l'agilità della relazione del proponente e del testo, che effettivamente è un testo sintetico e privo di inutili orpelli, però suggerisca al Consiglio regionale un atteggiamento superficiale e distratto, quindi, per fugare questo pericolo, con tutta l'umiltà che mi appartiene… non faccia quelle facce, onorevole Corrias, so cosa pensa… propongo alcune considerazioni anche perché, ripeto, nell'agilità del dibattito che ha preceduto la sospensione non vorrei che fosse passato il messaggio errato che il nostro Gruppo o i componenti della Commissione avessero dei ripensamenti. Intanto dire che una proposta di legge, un testo viene votato all'unanimità in Commissione non significa che poi il dibattito in Consiglio regionale nel momento della seduta non si debba tenere, al contrario credo che sia proprio una nostra precisa responsabilità quella di non rinunciare, altrimenti i testi di legge verrebbero approvati direttamente in Commissione e dell'Aula non ve ne sarebbe bisogno; ora, io capisco anche che qualcuno possa cedere alla tentazione di ritenere superfluo il Consiglio regionale, certamente non io. E invece sul testo alcune considerazioni le voglio svolgere, intanto perché i rilievi formulati dall'onorevole Giagoni hanno un solido fondamento tecnico ed era necessario che venissero condivisi con il Consiglio regionale, che è l'Assemblea legislativa sarda, in secondo luogo, e da questo punto di vista non posso che ringraziare il supporto fornito dagli Uffici, sono state necessarie alcune precisazioni, la prima, quella per cui nell'articolo 1 del testo c'è una prima parte definitoria che va ad incidere sulla disciplina in materia turistica e che è cosa diversa da quella invece che attiene alla parte successiva in materia edilizia. Su questo aspetto, sempre per chiarezza, mi piace sottolineare che il Consiglio regionale non deve illudere nessun, cioè io non vorrei che poi dalla seduta di oggi e dall'approvazione del testo che è all'attenzione dell'Assemblea convocata in seduta odierna qualcuno pensasse che la disciplina che stiamo approvando consenta cose che non sono consentite, ed è questo il senso dell'intervento dell'onorevole Giagoni: attenzione a non illudere persone che hanno verso la parte politica che li rappresenta, quindi maggioranza e opposizione, delle aspettative. E allora, richiamandoci è richiamando correttamente i riferimenti dell'onorevole Giagoni e anche dell'onorevole Zedda, devo dire a quest'Aula che noi voteremo a favore del testo, voteremo anche a favore della proposta emendativa orale che è stata illustrata precedentemente, ma vogliamo dire con chiarezza che non si deve illudere nessuno, che quello che non si poteva fare prima non si potrà fare nemmeno dopo. Grazie.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salvatore Corrias. Ne ha facoltà.

CORRIAS SALVATORE (PD). Io non vogliono aprire interlocuzioni tediose col collega Saiu, ma è evidente che qua il nostro ruolo non è quello di illudere gli altri, né da una parte né dall'altra dell'Emiciclo, il nostro ruolo si auspica è quello di dare risposte sul piano che ci compete, che è quello della produzione legislativa. Io ribadisco il fatto che qua si sta dando applicazione ad una norma che altrimenti non aveva trovato applicazione finora. Collega Giagoni, questo non genera situazioni confliggenti o quant'altro, fra l'altro su temi che non dico che abbiano una competenza esclusiva, ma nemmeno solo concorrente. Quindi io mi affranco un po' dalle sue considerazioni, collega Saiu, noi qua stiamo dando risposte senza illudere nessuno, non ci sono interlocutori di destra o di sinistra, c'è un'economia del turismo alla quale bisogna dare certezza di carattere normativo, che è quello che qua, senza spostare nulla sul campo, stiamo cercando di fare. Grazie.

PRESIDENTE. Poiché non ci sono altri interventi, metto in votazione l'articolo 1 con questa modifica: al comma 2 dell'articolo 1 viene eliminata la frase "vincolati o non vincolati permanentemente al suolo"; questa viene eliminata.

Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Articolo 2. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Articolo 3. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Articolo 4. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(È approvato)

È stato presentato l'ordine del giorno numero 1. Lo metto in votazione.

Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Votazione finale della proposta di legge numero 334.

Votazione per appello nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione per appello nominale della proposta di legge numero 334. Coloro i quali sono favorevoli risponderanno sì; coloro i quali sono contrari risponderanno no.

Estraggo a sorte il nome del consigliere dal quale avrà inizio l'appello. (E' stato estratto il numero 1, corrispondente al nome del consigliere Agus Francesco.)

Prego il consigliere Segretario di procedere all'appello cominciando dal consigliere Agus Francesco.

CUCCU CARLA, Segretaria, procede all'appello.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 45

votanti 45

favorevoli 33

contrari 12

(Il Consiglio approva.)

Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Mula. Ne ha facoltà.

MULA FRANCESCO (PSd'Az). Presidente, vorrei conoscere i nomi dei consiglieri astenuti, grazie.

PRESIDENTE. Si sono astenuti i consiglieri Agus Francesco, Caddeo Laura, Ciusa Michele, Cocco Daniele, Lai Eugenio, Li Gioi Roberto, Manca Desirè, Orrù Maria Laura, Piu Antonio, Solinas Alessandro e Zedda Massimo.

Il Consiglio verrà convocato a domicilio.

La seduta è tolta alle ore 13 e 56.