Interrogazione n. 1633/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Interrogazione n. 1633/A

(Pervenuta risposta scritta in data 11/11/2022)

GANAU – COMANDINI – CORRIAS – DERIU – MELONI – MORICONI – PINNA – PISCEDDA, con richiesta di risposta scritta, sul grave ritardo nel ristoro dei costi energetici a favore dei consorzi di bonifica e sulle pesanti conseguenze che ciò può comportare per le aziende agricole e le popolazioni.

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I sottoscritti,

premesso che:
– la riforma dei consorzi di bonifica nel suo complesso dettato normativo, allo scopo di favorire l’agricoltura irrigua sarda e garantire pari opportunità a tutte le aziende agricole che operano all’interno dei comprensori di bonifica, ha previsto che il tributo irriguo debba essere “omogeneo in tutto il territorio regionale e debba tener conto delle conseguenze sociali, economiche ed ambientali per il settore agricolo” (articolo 10, comma 3 della legge regionale n. 6 del 2008);
– per ottenere tale risultato la Regione dovrebbe assicurare la fornitura idrica ai consorzi di bonifica tramite il soggetto gestore del sistema idrico multisettoriale regionale (ENAS) “a valore energetico uniforme sul territorio regionale e tale da garantire l’alimentazione in pressione delle reti irrigue”;
– la norma è stata poi mutata con la legge regionale n. 35 del 2015, prevedendo che l’ente gestore sopra menzionato provveda, con i fondi messi a disposizione sul bilancio della Regione, al ristoro a favore dei consorzi di bonifica dell’energia elettrica consumata per il sollevamento dell’acqua ad uso irriguo, e successivamente con la deliberazione n. 30/7 del 24 maggio 2016 della Giunta regionale che, al fine di incentivare e sensibilizzare l’uso razionale dell’energia, ha disposto dei nuovi criteri per il ristoro dei costi energetici sostenuti dai consorzi di bonifica;

dato atto che tale normativa, ha finora permesso ai consorzi di garantire alle aziende agricole un costo sostenibile del servizio irriguo nonché la sopravvivenza e la crescita delle circa 40.000 aziende agricole servite dai consorzi di bonifica e dell’intero settore agroalimentare sardo; tale situazione risulta, però, recentemente alterata dalla crescita vertiginosa dei costi energetici e dai pesanti ritardi con cui la Regione provvede ad assicurare i rimborsi previsti “per legge” dalle norme; peggio, nonostante le richieste del mondo agricolo e consortile, le somme necessarie non vengono neppure garantite ed i consorzi si trovano in una situazione tale da allarmare l’intero mondo agricolo, come recentemente confermato dalle tre principali organizzazioni agricole (Coldiretti, Confagricoltura e Cia) in una riunione organizzata da ANBI Sardegna presso il Consorzio di bonifica della Sardegna meridionale;

evidenziato innanzi tutto che la Regione non sta stanziando le somme necessarie per i rimborsi previsti dalle norme di riforma sopra menzionate. Servirebbero circa 10 milioni di euro per ristorare le spese sostenute dai consorzi nel 2020/2021, ed i consorzi stimano che siano necessari almeno altri 17 milioni per 2022; i 7 milioni di euro stanziati nel bilancio regionale risultano, infatti, assolutamente insufficienti per coprire i costi energetici del 2022 (oltre 24 milioni di euro) fortemente lievitati a causa dell’incremento dei costi energetici, ma non lo sarebbero stati neppure se i costi fossero rimasti ai livelli degli anni precedenti (circa 10-12 milioni di euro); risultano fortemente aumentati tutti i costi energetici, ovvero sia quelli per l’irrigazione che dovrebbero essere rimborsati tramite ENAS, che quelli per la bonifica rimborsati direttamente dalla Regione tramite l’Assessorato regionale dell’agricoltura e riforma agro-pastorale ed anch’essi insufficienti perché stimati sulla base dei costi sostenuti negli anni precedenti, ovvero prima del pesante incremento dei prezzi dell’energia;

evidenziato poi che l’erogazione dei ristori sta avvenendo con forti ritardi, costringendo i consorzi a richiedere ed utilizzare anticipazioni bancarie, con oneri finanziari che finora sono gravati sui consorzi e sui consorziati;

considerato:
– che i consorzi stanno ricevendo dall’Ente acque della Sardegna missive ufficiali con le quali tale Ente evidenzia che non intende riconoscere ai consorzi l’integrale ristoro delle somme spese, ma con una interpretazione della norma quanto meno discutibile (ovvero pretendere di applicare i prezzi fissi Consip, tra l’altro non più disponibili neppure sulla piattaforma telematica, invece di quelli variabili Consip legati al PUN) e lontana dallo spirito della stessa, avverte che le somme riconosciute saranno decisamente inferiori; solo per l’ultimo anno le somme non riconosciute ammonterebbero, ad una stima sommaria, ad oltre 4 milioni di euro tra tutti i consorzi;
– che tale situazione, se non risolta in tempi rapidi, lascerebbe pesanti oneri a carico delle oltre 40.000 aziende agricole servite dai consorzi, con incrementi dei tributi irrigui che potrebbero arrivare al 500 per cento di quelli pagati negli ultimi anni, totalmente incompatibili con la possibilità finanziarie delle imprese agricole, già drammatica;
– che l’incremento dei costi non sarebbe uniforme tra tutti i consorzi, ma costringerebbe alcuni ad aumentare le proprie tariffe con percentuali anche doppie rispetto ad altri, a causa della diversità del territorio, delle opere e delle modalità di fornitura dell’acqua grezza da parte di ENAS, si avrebbe un ulteriore tradimento della legge di riforma dei consorzi e dei suoi principi ispiratori;
– inoltre l’ulteriore rischio che il ricorso a forti anticipazioni bancarie in attesa dei ristori attesi, potrebbe portare i Consorzi ad un blocco delle attività per impossibilità di pagare il personale ed i fornitori;

ritenuto che tale situazione vada assolutamente scongiurata, onde evitare interruzioni sulla fornitura al territorio del servizio irriguo, ma anche e soprattutto evitare il rischio di interruzione dell’essenziale servizio reso dai consorzi per la difesa idraulica dei territori e la sicurezza delle popolazioni, in particolare ora che i mutamenti climatici rendono ancora più importante tale funzione,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione, l’Assessore regionale dell’agricoltura e riforma agro-pastorale e l’Assessore regionale dei lavori pubblici per sapere:
1) se siano a conoscenza dello stato di pesante sofferenza lamentato dai consorzi di bonifica per il ritardo nell’erogazione e l’inadeguatezza dei fondi stanziati per il ristoro dei costi energetici e dei rischi gravanti sui consorzi stessi e su oltre 40.000 aziende agricole;
2) se siano coscienti che la situazione può portare ad una paralisi delle attività dei consorzi stessi, col rischio che non solo si fermi il servizio irriguo ma anche le essenziali attività di difesa idraulica del territorio e delle popolazioni che vi risiedono;
3) come la Regione intenda intervenire ed in quali tempi, per risolvere le problematiche segnalate.

Cagliari, 7 ottobre 2022

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