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Resoconto della seduta n. 87 del 28/12/2020

LXXXVII SEDUTA

(POMERIDIANA)

Lunedì 28 dicembre 2020

Presidenza del Presidente Michele PAIS

indi

del Vicepresidente Giovanni Antonio SATTA

indi

del Presidente Michele PAIS

La seduta è aperta alle ore 15 e 53.

CERA EMANUELE, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 19 novembre 2020 (81), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Daniele Secondo Cocco, Carla Cuccu, Annalisa Mele, Giorgio Oppi e Fabio Usai hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 28 dicembre 2020.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di presentazione di proposta di legge

PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la proposta di legge numero 236.

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

CERA EMANUELE, Segretario. Sono state presentate le interrogazioni numero 796, 798, 800, 802.

Annunzio di interpellanza

PRESIDENTE. Si dia annunzio dell'interpellanza pervenuta alla Presidenza.

CERA EMANUELE, Segretario. È stata presentata l'interpellanza numero 136.

Discussione generale del disegno di legge: Disposizioni per il riuso, la riqualificazione ed il recupero del patrimonio edilizio esistente ed altre disposizioni in materia di governo del territorio. Modifiche alla legge regionale n. 8 del 2015, alla legge regionale n 45 del 1989 e alla legge regionale n. 16 del 2017 (108/A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 108/A.

Dichiaro aperta la discussione generale.

Ha facoltà di parlare il consigliere Giuseppe Talanas, relatore di maggioranza.

TALANAS GIUSEPPE (FI), relatore di maggioranza. Grazie Presidente, onorevoli colleghi del Consiglio, onorevoli colleghi della Giunta. Il disegno di legge numero 108 è stato presentato dalla Giunta regionale il 7 febbraio 2020, prima dell'esplosione della pandemia da Covid-19 in un contesto socio-economico meno drammatico di quello attuale in cui il comparto edilizio risulta in profondissima crisi. La necessità di una ripartenza economica trainata anche dall'edilizia è un obiettivo ineludibile proprio al fine di evitare la chiusura delle imprese edili e artigiane della Sardegna. L'articolato normativo persegue gli obiettivi suddetti attraverso interventi diretti alla riqualificazione, razionalizzazione e al miglioramento della qualità architettonica e abitativa, della sicurezza strutturale della compatibilità paesaggistica, dell'efficienza energetica del patrimonio edilizio esistente nel territorio regionale e persegue inoltre la semplificazione delle procedure. Inoltre, il disegno di legge numero 108 è solo il primo passo in materia urbanistica ed edilizia, in quanto sarà necessaria una nuova legge urbanistica.

Il testo, a causa del concorso di altre priorità da affrontare, è giunto in Commissione solo l'11 novembre e necessitava di modifiche che tenessero conto dei cambiamenti sopra illustrati. La Giunta tuttavia non aveva più il tempo necessario per approvare formalmente gli emendamenti al testo poiché, come è noto, la disciplina degli ampliamenti volumetrici previsti dalla legge regionale numero 8 del 2015 scade, in virtù dell'ultima proroga, il 31 dicembre 2020 ed entro quella data va approvata la nuova proroga onde evitare il blocco degli interventi. La Commissione, avendo solo un mese a disposizione per istruire il testo, ha preliminarmente deliberato di esaminare disgiuntamente i vari testi recanti disposizioni analoghe concentrandosi esclusivamente sul disegno di legge numero 108, e ha poi deliberato di invertire la normale procedura che prevede prima le audizioni e poi l'esame degli articoli e degli emendamenti per consentire ai soggetti uditi di formulare le proprie osservazioni su un testo emendato e quindi più aderente alla volontà politica della Commissione. La Commissione ha accolto gli emendamenti presentati dall'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica ed il testo, pur confermando l'impianto iniziale per affrontare alcuni nodi irrisolti in materia urbanistica. Tra i temi più significativi si evidenzia quanto segue. Innanzitutto per quanto riguarda il tema dell'edificazione nell'agro, il testo va incontro all'esigenza da più parti manifestata di un ritorno alla vita di campagna, consentendo l'edificazione di fabbricati residenziali con la finalità di assicurare la tutela del territorio agricolo, attraverso pratiche di miglioramento fondiario così come contenute nella direttiva agricola regionale. Inoltre, con il presente disegno di legge si cerca di incrementare la sicurezza del territorio attraverso il presidio umano che funge da argine tra l'altro anche al fenomeno degli incendi boschivi e/o all'abbandono delle aree rurali, ma tra gli obiettivi della norma vi è anche quello del recupero di una tradizione culturale diffusa in tutta la Sardegna, ossia quello di consentire l'attività agricola non professionale ai cosiddetti hobbisti, spesso pensionati, che necessitano di una residenza finalizzata alla conduzione continuativa del fondo. La scelta della Commissione di consentire l'edificazione a condizione che il lotto minimo sia di un ettaro scongiura il rischio di un'eccessiva frammentazione dei fondi e di un'urbanizzazione dell'agro fuori controllo, fenomeno riscontrabile nell'agro di Sassari in cui l'edificazione venne consentita anche su lotti di 500 metri quadrati. Per quanto riguarda la disciplina degli incrementi volumetrici il testo ha l'obiettivo di incoraggiare la ripresa dell'attività edilizia attraverso un leggero ritocco al rialzo degli indici volumetrici dei bonus, ma soprattutto vuole stimolare alcune attività produttive locali legando il meccanismo dell'incentivazione all'impiego di materiali primari, di bioedilizia e derivati da lana e sughero tutti i prodotti in Sardegna nella misura di almeno il 35 per cento e anche l'impiego di manufatti realizzati in Sardegna nella misura di almeno il 35 per cento. Altro importante tema affrontato dal disegno di legge è quello degli incrementi volumetrici per le strutture turistico-ricettive in zona F. Come è noto vi sono numerose strutture turistico-ricettive che necessitano di essere adeguate sotto il profilo degli standard per continuare a rimanere nel mercato e la scelta della Commissione è stata quella di consentire incrementi volumetrici, anche mediante la realizzazione di corpi di fabbrica separati, nella misura del 50 per cento del volume urbanistico esistente differenziando le percentuali nel modo seguente: il 25 per cento all'adeguamento delle camere agli standard internazionali, senza incremento del numero complessivo delle stanze; il 15 per cento all'incremento del numero complessivo delle stanze; il 10 per cento al miglioramento del livello di classificazione alberghiera. In alternativa o in aggiunta ad uno o più dei casi suddetti e comunque fino alla concorrenza massima del 50 per cento del volume urbanistico esistente si consente l'ampliamento delle zone comuni nelle strutture ricettive turistico-alberghiere quali hall, sale convegni e spazi comuni, anche in considerazione dell'emergenza epidemiologica da Covid-19. Il testo va incontro anche ad un'esigenza da più parti manifestata di consentire gli incrementi volumetrici nelle residenze ubicate in zona F. Infatti tali fabbricati, prevalentemente risalenti agli anni 60-70, necessitano di essere migliorati e adeguati sia sotto il profilo dell'efficienza energetica che della qualità architettonica e abitativa, della sicurezza strutturale e della compatibilità paesaggistica. Il testo al fine di incentivare queste finalità prevede incrementi volumetrici dal 20 al 30 per cento a seconda della localizzazione dell'intervento. Il testo prevede inoltre la cessione dei crediti volumetrici con atto pubblico di asservimento. Sono stati previsti nelle zone urbanistiche B e C ulteriori incrementi volumetrici, necessari per garantire la massima fruibilità degli spazi destinati ad abitazione principale dei disabili con misura massima di 150 metri cubi. Inoltre, nelle strutture turistiche ricettive, la copertura delle piscine è assimilabile ad interventi di edilizia libera senza che ciò comporti utilizzo di volumetria. Ciò senza ombra di dubbio mira a promuovere un turismo di tutto l'anno, e pertanto un turismo invernale incrementando l'economia e l'occupazione. Il medesimo discorso deve essere fatto per la chiusura delle verande con elementi amovibili per un periodo di 240 giorni all'anno. Al fine di tutelare l'incolumità delle persone, con la presente legge si dà l'opportunità di trasferire i volumi previsti e quelli esistenti ricadenti nelle zone HI3, HI4, HG3, HG4 a zone che non sono considerate a rischio idrogeologico. La Commissione al termine dell'esame ha sospeso l'approvazione finale e ha inviato il testo al parere del Consiglio delle autonomie locali e per le parti di competenza alla quinta Commissione. Nel frattempo la Commissione ha indetto un ciclo di audizioni di tutti i soggetti portatori di interessi registrando opinioni discordi sull'articolato normativo. Sono stati uditi tutti gli ordini professionali competenti in materia, le varie associazioni di costruttori albergatori, eccetera, ambientalisti, sigle sindacali, per capire quali erano le esigenze ed eventuali criticità del testo in esame in Commissione. Il parere del Consiglio delle autonomie locali ha evidenziato aspetti positivi ed altri che meriterebbero approfondimenti ed una trattazione apposita nella legge di governo del territorio. Il Consiglio delle autonomie locali auspica la proroga del piano casa e l'attuazione dell'identità territoriale ambientale e turistica in base al programma di sviluppo regionale con il pieno coinvolgimento delle comunità territoriali e sociali sarde. La quinta Commissione non ha espresso il parere delle parti di competenza nei termini e pertanto la quarta Commissione nella seduta del 12 dicembre 2020, a maggioranza, con il voto contrario dei Gruppi di opposizione, ha licenziato il testo in Aula. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Talanas.

Ha facoltà di parlare il consigliere Valter Piscedda, relatore di minoranza.

PISCEDDA VALTER (PD), relatore di minoranza. Signor Presidente del Consiglio, onorevoli colleghe, onorevoli colleghi. Mi trovo in questa seduta ad essere relatore di minoranza di questo disegno di legge, quindi innanzitutto voglio ringraziare per l'opportunità i colleghi della quarta Commissione Li Gioi, Deriu, Piu e la mia compaesana Orrù. E ringrazio anche il Presidente della Commissione Talanas per il rispetto e la disponibilità dimostrata nei nostri confronti, così come gli onorevoli colleghi con i quali abbiamo condiviso questi mesi di lavoro pur nella diversità delle posizioni. Sin dall'inizio della legislatura, in occasione delle svariate proroghe che hanno riguardato la legge regionale numero 8 del 2015, quindi il cosiddetto "piano casa" della Giunta Pigliaru, numerosi esponenti dell'attuale maggioranza avevano promesso che avrebbero presentato non solo un nuovo piano casa nuovo di zecca, ma addirittura una legge urbanistica organica completamente diversa dalla precedente e in grado di conseguire il vero rilancio dell'edilizia in Sardegna. Dopo oltre un anno e mezzo, invece, ci ritroviamo in Aula con il testo del disegno di legge numero 108 che, al contrario, si limita ad apportare delle modifiche alla tanto vituperata legge regionale numero 8 del 2015. Fin da giugno, quando è stata prorogata appunto la "8" del 2015, noi Gruppi di opposizione presenti in quarta Commissione, quindi Partito Democratico, Progressisti, Liberi e Uguali e Movimento 5 Stelle, avevamo sollecitato la maggioranza riguardo la presentazione dell'ordine del giorno del vostro "nuovo piano casa", sapendo che tanto non sareste riusciti a depositare il testo di una legge urbanistica, al fine di consentire lo svolgimento di un'istruttoria adeguata, anche con il supporto di consultazioni pubbliche di gruppi di esperti, delle audizioni dei portatori di interesse, e soprattutto di quei soggetti che poi dovranno applicare le norme, ossia gli ordini professionali e le amministrazioni locali: richiesta banale, forse, ma dall'esito non scontato visto il precedente della proroga di giugno quando ci fu negata l'opportunità delle audizioni. Con enorme rammarico e disappunto, invece, si è assistito non solo ad una calendarizzazione tardiva dei lavori ma soprattutto ad una istruttoria frettolosa e poco ragionata, finalizzata solamente alla celere approvazione in Commissione del DL 108, ciò al solo fine di consentire all'Assemblea di approvare il testo entro la fine dell'anno in modo da evitare l'interruzione dell'efficacia della norma. Discutere un dispositivo normativo di così vasta portata senza avere i tempi minimi a disposizione per valutarne gli effetti, le ricadute, le possibili criticità, palesi e nascoste, che possono scaturire dalla sua applicazione senza un'analisi sia generale che puntuale sull'efficacia dei risultati prodotti finora dai precedenti piani casa, senza una valutazione dei reali fabbisogni della riqualificazione edilizia e del razionale uso del suolo, appare un esercizio piuttosto pericoloso e dalle conseguenze sul territorio sardo del tutto sconosciute. La consueta procedura di lavoro in Commissione è stata poi ribaltata, giacciono infatti ben sei proposte di legge sullo stesso tema, quattro della maggioranza e due della minoranza, che non sono state accorpate; si è proceduto con l'analisi del solo DL 108, peraltro su un testo vecchio, completamente riscritto attraverso gli emendamenti della stessa maggioranza che evidentemente non lo condivideva. Ma anche il nuovo testo del DL 108/A, oggi alla nostra attenzione, è già un testo vecchio, superato dagli emendamenti della Giunta arrivati in Commissione il 23 dicembre: per la seconda volta un testo che la maggioranza considerava blindato è stato stravolto dall'intervento della Giunta. Ciononostante, sia nella versione precedente che successiva agli emendamenti, il DL 108 peggiora notevolmente la legge regionale n. 8 del 2015, snaturandola e rendendola in gran misura inapplicabile nelle parti oggetto di modifica. Come peraltro ampiamente evidenziato da noi, ma anche dagli interventi delle associazioni ambientaliste in particolare, il testo del DL 108 è a forte rischio di impugnativa da parte del Governo dinanzi alla Corte costituzionale, specie per ciò che concerne quelle parti in cui introduce deroghe alla copianificazione paesaggistica nelle zone A, nella fascia costiera e nell'agro ubicato nella fascia costiera. Non si venga nei prossimi mesi a dire che saremo di fronte all'ennesima impugnativa del Governo nemico della Sardegna, perché non si tratta di questo ma di una ovvietà che in tanti vi stiamo significando fin da oggi, ma anche prescindendo da ciò quello che non è accettabile sono le scelte operate nel merito, le quali appaiono profondamente sbagliate oltre che slegate dalle reali necessità del territorio sardo.

Se mi è consentito dagli estensori, vorrei fare mie le parole usate dalla Cgil sarda nel proprio parere depositato ufficialmente agli atti della Commissione, "ciò che non condividiamo di questo disegno di legge è la sua filosofia ispiratrice", infatti, sebbene esso richiami nel titolo il risparmio di suolo e la riqualificazione dell'esistente, orienta invece le politiche di sviluppo generale alla crescita quantitativa delle costruzioni e orienta la crescita della filiera turistica ad un indiscriminato incremento delle volumetrie realizzabili nelle zone costiere. Consentire l'edificazione di residenze nell'agro, oltretutto eliminando oltre i mille metri l'obbligatorietà del requisito professionale, e portando da tre ettari a un ettaro la superficie minima di intervento, è una scelta pianificatoria illogica e foriera di costi elevatissimi per i Comuni sia in termini di infrastrutture che di servizi essenziali, infatti il modello urbanistico che ne conseguirebbe, a fronte di un incremento dei residenti auspicabilmente modesto e quindi con insufficienti introiti nelle casse pubbliche per oneri di urbanizzazione, determinerebbe per ciascun Comune una inevitabile domanda di infrastrutturazione viaria, fognaria, eccetera, e di servizi essenziali, ritiro dei rifiuti, scuolabus, eccetera, tale da essere economicamente insostenibile, che diventerebbe però legittima proprio a seguito dell'eventuale funesta approvazione di questo disegno di legge. Tali norme incidono sul consumo del suolo e impattano negativamente sulla permeabilità dei suoli stessi e sul livello di rischio idrogeologico, pericoli che interessano tuttora e in maniera diffusa le nostre campagne. Consentire l'edificazione di residenze nell'agro ha effetti negativi anche per l'agricoltura, perché disincentiva gli accorpamenti fondiari finalizzati alla produzione agricola efficiente in termini di economie di scala e frammenta ulteriormente la proprietà fondiaria, determinando uno sfruttamento dei terreni alquanto ridotto rispetto alle loro potenzialità complessive, con la conseguente perdita di competitività di tutto il comparto, inoltre snatura il plusvalore del paesaggio sardo, unanimemente riconosciuto e tutelato dalle vigenti norme paesaggistiche e per il quale in maniera assolutamente contraddittoria si sta invece chiedendo il riconoscimento da parte dell'UNESCO.

I Gruppi di opposizione osservano inoltre che il DL 108 introduce numerose deroghe agli standard urbanistici, determinando un sostanziale effetto di depianificazione, in sostanza il contrario di ciò che sarebbe necessario, ovvero un impianto unitario, organico e di natura sovraordinata rispetto alle competenze comunali. Bisogna ricordare infatti che tra le competenze fondamentali esercitate dai Comuni per legge vi è proprio quello della pianificazione urbanistica, mentre la Regione ha il compito di dettare esclusivamente la cornice normativa. Ci riferiamo, solo per citarne alcune, alle varie deroghe previste e soprattutto agli eccessivi incrementi generalizzati dei bonus volumetrici con la possibilità di applicarli anche a casistiche non contemplate dalle precedenti versioni dei piani casa. Suscita forte disappunto, qualora venisse confermata, la previsione secondo cui sarà possibile computare i volumi oggetto di condono edilizio ai fini della determinazione dell'incremento volumetrico; la legge 8 del 2015 aveva mantenuto fermo quel divieto perché, pur trattandosi di volumetrie sanate, dunque in punto di diritto regolarizzate dal punto di vista amministrativo, appariva comunque iniquo e controproducente premiare anche quelle volumetrie realizzate illecitamente, in un certo senso quindi legittimando gli abusi edilizi.

I Gruppi di opposizione manifestano profonda contrarietà anche nei confronti delle modifiche che prevedono il recupero abitativo dei seminterrati. Senza nemmeno scomodare il sempre più frequente fenomeno delle cosiddette bombe d'acqua causate dai cambiamenti climatici che determinano eventi alluvionali sempre più ricorrenti e violenti, ci appare veramente pericoloso consentire il cambio d'uso ai fini residenziali dei seminterrati; seppure tale previsione sia esclusa nelle zone già classificate a grave rischio idrogeologico, i seminterrati ubicati in moltissimi comuni sardi, anche in quelli esclusi dalle zone a rischio, sono soggetti ad allagamenti anche solo in seguito a un banale temporale.

Altra questione nodale appare il tema degli incrementi volumetrici per le residenze ubicate in zona F…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato… va bene, concluda, grazie.

PISCEDDA VALTER (PD). Si tratta quindi per noi di una legge che non incentiva l'edilizia ma che anzi la disincentiva, la blocca. Nonostante tutto ciò, nella seduta del 12 dicembre 2020, dopo aver preso visione del parere del Consiglio delle autonomie locali, la quarta Commissione a maggioranza, con il voto contrario dei Gruppi di opposizione, ha licenziato il testo per l'Aula, e il 23 dicembre, sempre con il voto contrario dei Gruppi di opposizione, ha dato il parere favorevole agli emendamenti che oggi entreranno a far parte del testo finale. Oggi, allora, per evitare di incorrere nei rischi e nelle problematiche qui sinteticamente elencate, noi Gruppi di opposizione vi chiediamo il ritiro del DL 108 anche nella sua versione emendata, vi chiediamo una proroga con riserva della legge regionale n. 8 del 2015 nella sua attuale formulazione, dandovi la nostra disponibilità a condividere con voi e il Governo un cronoprogramma che consenta alla Sardegna di avere al massimo entro un anno da oggi una proposta di legge urbanistica per il governo del territorio davvero organica e condivisa. Grazie.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare è la consigliera Maria Laura Orrù. Ne ha facoltà.

Ricordo che coloro che volessero intervenire devono iscriversi a parlare prima della fine dell'intervento dell'onorevole Orrù.

ORRÙ MARIA LAURA (Progressisti). Al netto delle varie dichiarazioni rilasciate a mezzo stampa dall'assessore Sanna e dal presidente Solinas, e nonostante l'esame degli emendamenti effettuato in Commissione, il testo oggi in esame ha diversi ordini di criticità, che sottoscrivo, esprimendo il mio totale dissenso al testo emerso dalla Commissione: non condivido il contenuto, la forma, le modalità con cui si è proceduto, i tempi di coinvolgimento. Intanto penso sia fondamentale smettere di lavorare in solitario, serve coinvolgere tutti i cosiddetti portatori di interessi diffusi, e serve farlo nel processo di costruzione e discussione dei testi, senza relegare in maniera sbrigativa e superficiale a un mero parere fine a se stesso, come è accaduto per l'audizione in Commissione, perché, come diceva don Milani, affrontare i problemi da soli è avarizia, affrontarli tutti insieme è politica. Spero non si continui a commettere questo errore in futuro perché il governo del territorio non è una procedura imperiosa ma una conquista democratica cui tutti sono chiamati a dare attuazione. La Sardegna non ha più bisogno di leggi che operino in deroga agli strumenti urbanistici e panificatori ma serve un serio riordino normativo, e se si vuole continuare a parlare di piano casa, che questo smetta di pensare ai soli premi volumetrici ma guardi con convinzione e coraggio alla qualità dell'abitare ma soprattutto affronti con forza il tema del diritto all'abitazione, rivolto a chi ha un'abitazione non può permettersela. Oggi più che mai abbiamo bisogno di una politica di governo del territorio equa e rispettosa, che non continui ad anteporre gli interessi particolari, spesso di alcuni, agli interessi generali della collettività, del territorio, dell'ambiente, del paesaggio e della sicurezza compromettendone le reali potenzialità di sviluppo future.

Questo testo, nonostante le svariate modifiche che state portando avanti, percorre la strada inversa rispetto alle aspettative di tutti gli esperti di settore, che infatti bocciano su diversi fronti la vostra proposta, invitandovi a ritirarla ed evitare di presentare in futuro ulteriori provvedimenti in contrasto con il Piano paesaggistico regionale, con gli strumenti urbanistici vigenti e che disincentivino i territori alla pianificazione. Inoltre state commettendo un gigantesco errore nella riscrittura delle disposizioni nei territori rurali, come hanno sottolineato diversi professionisti auditi in Commissione: l'eliminazione dei requisiti soggettivi di imprenditore agricolo e la forte riduzione dei requisiti oggettivi (un ettaro a fronte dei tre ettari previsti oggi) comporterà un'ulteriore frammentazione dei fondi e un'edificazione selvaggia che determinerà una diminuzione delle potenzialità produttive del nostro territorio rurale, con il rischio di una forte compromissione non reversibile di una delle risorse più importanti che la nostra Isola possiede. Tutto questo a vantaggio di una edificazione a macchia di leopardo che genererà nel tempo ingenti costi per la collettività in termini di servizi ai cittadini.

Vorrei inoltre sottolineare una questione. Non ho apprezzato in questi ultimi giorni le varie dichiarazioni fatte dal presidente Solinas che sembravano voler addossare la responsabilità di un testo mal digerito dal sistema produttivo locale, dai Comuni, dai professionisti di settore, dai tecnici e da tanti cittadini, sui consiglieri, soprattutto quelli di maggioranza, impegnati ad approvare in Commissione il testo e gli innumerevoli e contraddittori emendamenti della Giunta. Il Presidente è da diverso tempo che continua nelle sue dichiarazioni ad evocare il principio della certezza del diritto, in realtà sa meglio di tutti noi quanto questo sia retorico, ma se resta convinto delle sue affermazioni ci chiarisca, analizzando questo testo anche a seguito dei nuovi emendamenti, di quale certezza del diritto parla, esprima chiaramente quale parte del Piano paesaggistico regionale è derogabile con il piano casa e perché tale deroga non dovrebbe essere incostituzionale, ci dica quale certezza si ottiene nel disincentivare i Comuni nell'adeguare gli strumenti urbanistici comunali ai piani sovraordinati. E ancora, nelle sue dichiarazioni il Presidente Solinas ha più volte parlato di riqualificazione funzionale nei 300 metri o di riqualificazione a saldo zero nella fascia costiera: cosa intende? Ricordo a tutti, me compresa, che in questa legge con la parola riqualificazione si consentono incrementi volumetrici, inoltre gli interventi di demolizione e ricostruzioni sono da considerarsi come interventi di ristrutturazione edilizia e non di restauro conservativo, unici interventi legittimi nella fascia dei 300 metri, e la fascia dei 300 metri dalla battigia, come precisato da giurisprudenza costante in materia di tutela paesaggistica, deve ritenersi ambito in cui per la salvaguardia proprio degli interessi paesaggistici è necessaria la copianificazione, pertanto non è consentito al legislatore regionale modificare unilateralmente il concetto di restauro conservativo ampliandolo fino a ricoprirne l'intervento di demolizione e ricostruzione riconducibile alla nozione di intervento di ristrutturazione edilizia. Quindi, se volete essere chiari, smettete di utilizzare termini aleatori e non mettete in difficoltà le Amministrazioni locali parlando di demolizioni e ricostruzioni in fascia costiera, perché questo, lo sapete bene anche voi, non è permesso. Ancora, in questo testo avete creato un mercato delle premialità senza nessuna regola, praticate volontariamente la via delle sanatorie e avete altresì inserito in legge una compravendita di volumi: sa dirci il Presidente, sempre per amore di certezza, quando scatta la possibilità di cedere il premio volumetrico e che tipo di contratto si debba redigere fra le parti? Si prevede la partecipazione della pubblica amministrazione, e se sì, in che termini e in che modi? Inoltre, se la Pubblica Amministrazione per qualsiasi motivo non rilascia il titolo, cosa succede?

Altro che certezza del diritto, qui pare regni il caos, e l'unica cosa certa saranno le centinaia di contenziosi e conseguenti risarcimenti a favore dei privati a cui state sottoponendo le casse pubbliche. Sottolineo inoltre la solitudine dei funzionari, che dovranno dare risposte ai cittadini e su cui peserà tutto questo Piano casa palesemente incostituzionale, di difficile applicazione e complessa interpretazione.

Vi proponiamo di fermarvi, di pensare che in brevissimo tempo le città e i territori interni subiranno una decisiva inversione di marcia rispetto al periodo precedente la pandemia. Già da mesi in molte città si studiano nuovi modelli di suburbanizzazione, e proprio l'idea di distanziamento sociale ha ispirato quella del distanziamento urbano. Mentre le grandi città si svuotano altre intraprendono progetti in cui la prossimità dei servizi diventa valore aggiunto e leva per altre innovazioni adatte a implementare le strategie politiche legate agli obiettivi dell'Agenda 2030. Cerchiamo di non restare fuori dalla storia, la pandemia non può essere solo utilizzata per dispensare risorse in maniera assistenziale, serve uno sforzo di prospettiva perché le ingenti risorse che arriveranno dall'Europa siano concesse alle regioni che programmeranno un sistema sociale equo e sostenibile. Il momento è adesso, facciamo valere la nostra autonomia e la nostra specialità rempiendola di contenuti, e abbandonate questo modo di fare che vi porta costantemente a cercare un capro espiatorio su cui scaricare le inadeguatezze e l'incapacità che state mostrando nel governare importanti processi di trasformazione come quello che stiamo vivendo.

Chiudo rinforzando la proposta espressa nella relazione di minoranza: congelate questo testo e approviamo una proroga del piano casa attualmente in vigore, integrato con alcuni correttivi che tengano conto degli incentivi dell'ecobonus del 110 per cento, e vincoliamo questa proroga all'approvazione della legge urbanistica, evitiamo così di trascorrere l'ultimo dell'anno in Aula, ma soprattutto, considerato il Natale appena trascorso, proviamo a fare un bel regalo alle nuove generazioni, perché saranno loro un giorno a giudicarci, valuteranno quello che abbiamo fatto, né osserveranno le conseguenze e ci ringrazieranno, o forse ci condanneranno. Ecco, evitiamo di farci condannare e non passiamo alla storia come coloro che sapevano, potevano intervenire ma non si sono minimamente preoccupati.

PRESIDENTE. É iscritta a parlare la consigliera Laura Caddeo. Ne ha facoltà.

CADDEO LAURA (Progressisti). Grazie Presidente, Assessori, colleghi e colleghe, ciò che voglio sottolineare di questo disegno di legge attiene soprattutto al quadro generale sul quale si sono voluti ancorare i singoli interventi, l'idea di fondo, cioè che si legge in filigrana, la visione politica economica e sociale che trapela dall'articolato, ma forse è proprio una visione reale dello sviluppo e della configurazione anche dal punto di vista urbanistico della nostra Isola quello che manca in questo testo, del resto se si fosse agito pensando a come vogliamo immaginare la Sardegna nei decenni futuri, ma anche oltre, non avremmo puntato sulla edificabilità dell'agro, sull'ulteriore spopolamento dei piccoli centri a favore dei nuclei turistici, intorno ai quali si prospetta di costruire ancora sull'abitabilità dei seminterrati. Chi mai scommetterebbe nell'acquisto di case nei paesi, se stiamo investendo strategicamente solo su quella che viene definita economia del mattone e per di più ad uso e consumo del turismo. Ma di quale turismo parliamo poi, se disconosciamo le risorse e le bellezze che sono tipiche della nostra terra, la storia, l'archeologia, il paesaggio, anche quello rurale, che rischia appunto di essere stravolto modificando la fisionomia e non solo l'immagine della nostra Isola, della quale rischiamo di impoverire proprio la struttura, la consistenza del suolo, la geografia delle acque, con i rischi o meglio le certezze, dei disastri ambientali che ne conseguiranno e di tragedie umane che anche di recente abbiamo vissuto. Le proposte di questo disegno di legge sono state rivendicate come necessarie per la rinascita dell'occupazione nel settore edile, eppure si poteva puntare sul riconoscimento di un maggior decoro e di una migliore dignità delle periferie anche dal punto di vista architettonico, oppure dell'housing sociale.

Ebbene, è proprio qui che mi pare si esprima forte e chiara l'assenza di visione globale del futuro per la nostra Isola. Credo non si possa parcellizzare l'idea di crescita e di sviluppo di una regione, ma anche di un solo territorio, senza la valorizzazione della cultura in senso totale, del popolo, della gente, degli individui, che lo abitano, che lo hanno abitato nel passato e che speriamo lo abiteranno ancora a lungo nel futuro. Bene ha fatto il presidente Solinas a emendare questo disegno di legge da quegli aspetti che più forti di altri proclamavano una visione ottusa, particolaristica e forse anche lobbistica dello sviluppo regionale nei territori.

Certamente una visione suicida per gli anni a venire, però mi pare che non sia sufficiente, assessore Sanna, e la storia del suo partito che tanto ha dato in materia di riconoscimento della nostra identità storica, politica e culturale, dovrebbe convincerla a fermarsi, a bloccare una legge che non nasce dal confronto, che non contribuisce ad alimentare la democrazia più nobile, quella che prima ascolta i territori, la gente, gli esperti, i tecnici, e solo dopo elabora strumenti legislativi adeguati al superamento di un problema o di un complesso di problemi. Questo disegno di legge non nasce in questo modo, non individua i veri problemi e non offre soluzioni valide. Ci sarà un tempo per tirare le somme e il bilancio sarà, ahinoi, negativo, soprattutto però per voi che voterete questa legge, ma anche sarà grave per la Sardegna e per le future generazioni alle quali stiamo lasciando in eredità una terra martoriata già ora, ma lo sarà ancora di più se continuiamo, martoriata dagli egoismi e dall'avidità di pochi e dall'ottusità di chi avrebbe potuto legiferare con maggiore lungimiranza dimostrando un differente rispetto per questa nostra Isola.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Diego Loi. Ne ha facoltà.

LOI DIEGO (Progressisti). Farò una breve riflessione su questo testo sulla discussione generale, riservandomi poi di entrare all'interno dei singoli articoli.

Per dire che anche in questo caso, così come l'altra grande riforma che avrebbe dovuto caratterizzare l'attività di questa Giunta, legata al riordino degli enti locali, nasce con un proposito visionario, sicuramente condivisibile negli enunciati, ma poi nella sostanza si trasforma in una somma di interventi che vanno a indirizzarsi verso alcuni punti, sicuramente molto critici, critici nel senso che generano problematiche nel nostro contesto regionale, sui quali mi sono anche trovato d'accordo. Su questo devo ringraziare il lavoro molto forte dei colleghi del Gruppo dei Progressisti, in particolare Maria Laura Orrù, per l'attenzione, per l'informazione che hanno condiviso con tutto il Gruppo rispetto ad alcuni particolari aspetti, sui quali devo dire siamo anche intervenuti e con i quali abbiamo condiviso alcuni approcci programmatori stabiliti nella norma. La sintesi è che però anche in questo caso, come dicevo prima, mi pare che in luogo di una legge organica, di un intervento forte in grado di dare impulso, in realtà si intervenga in maniera puntuale e particolare.

E quando non si ha una visione complessiva, oppure magari la si ha ma non la si traduce in provvedimenti normativi così urgenti e particolari come questo del cosiddetto Piano casa, rischiano probabilmente di generare disorientamento, di non riuscire a trovare il filo conduttore di quello che è la enunciata visione sul tema anche in questo caso del riuso, riqualificazione e recupero del patrimonio esistente, di altre disposizioni in materia di governo del territorio. Lo dico perché volendo avere, come sempre provo ad avere un atteggiamento costruttivo, alcuni interventi che sono previsti nel quadro normativo generale del provvedimento mi paiono interessanti, veramente dovuti, urgenti, altre realtà sommano un insieme di esigenze che probabilmente provengono da varie parti, vestendole di strategia di sviluppo, ma in realtà probabilmente nascondendo la esigenza di curare alcuni piccoli o più puntuali interessi e dettagli. Sul tema mi voglio fermare su due particolari ambiti che sono d'interesse, in particolare mio che riguarda quello dei territori rurali, quello dell'agro.

Quando si dice sostanzialmente che rispetto alla strategia di sviluppo della Regione Sardegna si agevola la possibilità di riqualificare, quando nella sostanza poi questo si traduce in un tentativo di aggirare alcune norme, come è stato richiamato da alcuni colleghi, probabilmente che la sovraordinata norma non consentirà di attuare, ma che sarà un modo per dire che ci abbiamo pensato, noi l'abbiamo fatto, poi ce l'anno cassato. Dico invece, e lo dico con l'ennesimo invito da parte mia e disponibilità alla collaborazione, che se ci si fosse fermati un pochettino di più a ragionare, dal momento che il provvedimento mi pare che sia del febbraio del 2020, ma nei mesi precedenti c'era sicuramente tutto il tempo, di proporre un disegno di legge o comunque un provvedimento che portasse veramente quel beneficio dichiarato ai piccoli Comuni dell'interno, che entrasse veramente nel problema della gestione così complicata dell'agro delle comunità dell'interno, come quella della quale io sono Sindaco, che non ha tanto bisogno esclusivamente di trovare un elemento di raggiro rispetto alla pianificazione, ma ha bisogno invece di grande aiuto per supportarne la pianificazione. E allora perché, come già avevo avuto modo di dire, non si è pensato ad esempio di sostenere in maniera forte, finanziariamente, anche con strumenti di organizzazione, le piccole realtà comunali, affinché adeguassero i loro strumenti urbanistici. Io all'Assessore glielo ho detto anche in una delle sedute della Commissione, i Comuni continuano a lottare con rimasugli di risorse periodicamente, in maniera forse disordinata, trasferiti dall'Assessorato e dico perché invece non dare una forte sterzata in questo senso e dire: "Nel 2021 facciamo sì che il 50 per cento dei Comuni che oggi non hanno gli strumenti possano effettivamente incominciare il percorso di pianificazione." Questo sarebbe stato un qualcosa che io avrei sicuramente ritenuto un elemento positivo, anche in un percorso di crescita della evoluzione di una legge urbanistica che sicuramente è molto complessa. Dall'altra parte alcuni interventi inseriti, poi adesso vedremo con gli ulteriori emendamenti che sono stati presentati, in che modo si incastrano, che cosa rimane sul testo originale e che cosa invece viene discusso, ma su questo ad esempio, sulla tanto proclamata lotta allo spopolamento, io vorrei ricordare che in alcuni dei nostri Comuni, molti dei nostri Comuni, la difficoltà e l'allontanamento delle giovani coppie, dei ragazzi, dei giovani che hanno la voglia di stare nei nostri paesi è determinata dal fatto che sicuramente una certa interpretazione troppo rigida o forse troppo cristallizzata rispetto agli strumenti di pianificazione, impediva di poter concepire una riqualificazione secondo determinati canoni dell'abitato, ai fini di una visione contemporanea. Nell'ambito di questi due limiti estremi, lì probabilmente si dovrebbe trovare la grande qualità di un provvedimento che in questo incastro di varie porzioni di articoli che sono presenti, non ritroviamo. Da un punto di vista generale, è un po' forse l'atteggiamento di chi vive nei paesi dell'interno, vi è sempre questa sorta, lo dico con grandi virgolette, di quasi competizione tra il mare e l'interno. Io lo voglio ricordare, che una delle esperienze turistiche più innovative della Regione Sardegna si è avuta proprio nei paesi che hanno fatto della qualità architettonica del loro edificato e nella concezione innovativa della riqualificazione, uno dei pilastri dell'innovazione turistica, non solo in Sardegna, ma in Italia e anche all'estero che è l'albergo diffuso, Bosa e Santu Lussurgiu ne sono un esempio. E allora su quello probabilmente si sarebbe potuto incentivare e inserire, diciamo, degli elementi di valorizzazione. Io dico che, su questo sposo la frase e lo leggo se ho ancora due secondi del parere del CAL, perché la trovo particolarmente centrata, quando dice che l'attesa era per una legge urbanistica che diventasse l'occasione di sviluppo per tutti gli enti locali e che traducendosi in una certa e sicura, ma anche flessibile, attività di pianificazione locale, apra alla gestione autonoma del proprio territorio. Personalmente io non sono sull'atteggiamento restauratore o di impianto restauratore rispetto alla impossibilità di salvaguardia, di trasformazione, di interventi innovativi, di impulso all'economia locale legata all'attività edilizia, questo assolutamente no. Sono sicuro che alcuni elementi, come quello di consentire la possibilità di instaurare la propria residenza nell'agro, genererà tanti problemi ai Comuni, li genererà nella misura in cui sappiamo tutti bene che la installazione della residenza, scusatemi la parola, genera la necessità di interventi da parte delle amministrazioni locali e questo è sicuramente uno dei tanti problemi, spero che non sia così ma lo voglio segnalare. E allora l'idea che una legge urbanistica sia effettivamente molto importante per questa Regione, è l'auspicio veramente forte che al di là di questo provvedimento che interviene in forma urgente, possa veramente essere la prossima attività imminente che questa vostra maggioranza decida di fare nel bene della Sardegna.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Roberto Li Gioi. Ne ha facoltà.

LI GIOI ROBERTO (M5S). Ciò che è accaduto nell'ultimo mese attorno a questo cosiddetto Piano casa, perfetto per la sceneggiatura di un film…

PRESIDENTE. Sospendo la seduta per tre minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 16 e 42, viene ripresa alle ore 16 e 53.)

PRESIDENTE. Prego i colleghi consiglieri di riprendere posto. Riprendiamo i lavori della seduta.

È iscritto a parlare il consigliere Roberto Li Gioi. Ne ha facoltà.

LI GIOI ROBERTO (M5S). Grazie, Presidente. Ciò che è accaduto nell'ultimo mese attorno a questo cosiddetto Piano casa è perfetto per la sceneggiatura di un film fantasy, che intitolerei: "Christian nell'isola delle meraviglie". Immaginazione, allegoria, metafore e surreale si sono alternati in un crescendo di colpi di scena che lasciano i poveri cittadini sardi con il fiato sospeso, in attesa di un finale ancora tutto da scrivere e che dovrebbe essere scritto entro questo nefasto 2020. Perché quello che abbiamo vissuto dal 23 novembre scorso ad oggi è una trama d'autore avviata con la presentazione in Commissione di ventuno emendamenti della Giunta, uno per ogni articolo del testo iniziale risalente niente di meno che al 7 febbraio, che lo stravolgono completamente. L'audizione dei portatori di interesse, professionisti e associazioni di categoria, soltanto dopo l'approvazione dell'intero contenuto della norma, è uno dei fotogrammi più surreali della pellicola andata in scena, ma tant'è, si tratta del genere fantasy, mica di qualcosa di razionale. Quel testo contiene comunque tutto quello che è stato partorito dalla fervida immaginazione dei vari attori della maggioranza, ciascuno immedesimato appieno nei panni del protagonista gongolante di una vicenda che tuttavia è appena all'inizio del suo dipanarsi, e che l'11 dicembre vive una svolta improvvisa e spiazzante. Il presidente Christian Solinas, sorvolando sul fatto che quei ventuno emendamenti sono l'espressione della Giunta regionale da lui presieduta, e quindi da lui conosciuti e sottoscritti, in un virgolettato pubblicato da un noto quotidiano isolano afferma: se nei lavori di Commissione sono entrate proposte di norme che cercano di allargare eccessivamente le maglie, ricordo che si tratta appunto di proposte, e io mi riservo come Presidente, e quindi come guida di questa maggioranza, di intervenire anche con emendamenti della Giunta per riportare il testo della proposta alla filosofia che abbiamo voluto assumere come canone delle norme che mettiamo in campo: la tutela dei 300 metri è un valore irrinunciabile. Lo spettatore a questo punto non può non restare interdetto, ma quei ventuno emendamenti che adesso il Presidente vuole emendare non sono i suoi? Ma si sa, il genere fantasy consente ogni cosa, tutto e il contrario di tutto. Nel frattempo un solerte funzionario certifica in una nota istruttoria tecnica richiesta da una consigliera di minoranza che il fantomatico Piano casa presenta due livelli di criticità, il primo riguardante l'intero titolo primo e il disegno di legge, e il secondo relativo a quelle parti in cui si introducono specifiche deroghe al PPR, argomentando in più punti il rischio di un'impugnazione da parte del Governo, e in ogni caso l'inevitabile atteggiamento prudente da parte dei dirigenti comunali competenti a rilasciare i titoli abilitativi. Alla luce di queste news, il 12 dicembre, al ritorno in Commissione, i vari attori della maggioranza gongolano un po' meno, pur dicendosi convinti almeno a parole che il testo del loro Piano casa non verrà, bontà loro, modificato nella sostanza. Il canovaccio del film pare abbia avviato la discussione in Aula senza ulteriori sorprese, ma il regista ne ha in serbo un'altra che cambia tutto, o quasi, relegando apparentemente in un più gongolanti attori della maggioranza al poco piacevole ruolo di comparsa. Il presidente Solinas, in un editoriale sul medesimo noto quotidiano regionale, entra a gamba tesa sulla vicenda tuonando: "Il passaggio del testo in Commissione ha raccolto una serie di questioni che vanno oltre il perimetro delle mie dichiarazioni programmatiche, e per questo proporrò degli emendamenti che ridefiniscono il testo in maniera organica. La fascia di 300 metri dal mare non sarà oggetto di un consumo ulteriore di suolo, ma di un grande intervento di riqualificazione estetica e funzionale delle volumetrie esistenti, con la possibilità per le strutture ricettive di adeguare i propri spazi e la propria offerta agli standard internazionali. Sull'agro crediamo che la sua funzione sia precipuamente produttiva e non si debba prestare il fianco ad alcuna forma di speculazione, per questo leghiamo la possibilità di sviluppare volumetrie residenziali solo in connessione alla conduzione agricola del fondo". Parole che, se da un lato potrebbero garantirgli la presidenza onoraria di Legambiente, dall'altro parrebbero non lasciare il minimo spazio alle pretese delle varie anime della sua maggioranza, e infatti l'ultimo colpo di scena va in onda una settimana fa, il Presidente al termine di un vertice tumultuoso tuona definitivamente: "Niente bonus di cubatura nella fascia dei 300 metri, che non si toccano", trasformando le comparse non più gongolanti in scomparse mugugnanti, le quali nella Commissione prenatalizia si presentano tra l'abbacchiato di alcuni e il ribelle di altri, che consigliano spassionatamente a tutti i consiglieri di procurarsi un elmetto, in quanto in Aula ci sarebbe stata una guerra. A questo punto mi chiedo, Presidente, ma alle sue esternazioni pubbliche seguirà effettivamente una proposta aderente alle stesse? Davvero, presidente Solinas, si è convinto che le argomentazioni della minoranza siano meritevoli di entrare dalla porta principale del nuovo piano casa? Perché, badi bene, se così fosse, il popolo sardo che lei dichiara di voler difendere con ogni mezzo gliene sarebbe realmente grato. In caso contrario, anche in questo fantasy lei investirebbe i panni di regista, sceneggiatore, unico protagonista, ma anche unica comparsa. E il popolo sardo? Vabbè, sarà sempre solo l'ignaro spettatore di un film fantasy illusorio e fuggevole.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Fausto Piga. Ne ha facoltà.

PIGA FAUSTO (FdI). Grazie, Presidente. Io voglio tranquillizzare e rassicurare immediatamente tutti i sardi: coste, agro, paesaggio e l'intera Sardegna non saranno devastati dal cemento e dal mattone. Chi afferma il contrario mente sapendo di mentire. La precisazione è d'obbligo soprattutto in relazione all'atteggiamento dell'opposizione giallorossa, che nelle ultime settimane, negli ultimi giorni ha preferito terrorizzare l'opinione pubblica con dichiarazioni e profezie inutilmente allarmanti piuttosto che contribuire nell'approvazione del cosiddetto nuovo Piano casa in tempi brevi e in modo efficace. La tutela dell'ambiente, la salvaguardia delle coste, dell'agro e del paesaggio sta a cuore anche alla maggioranza, non solo all'opposizione, come si vorrebbe far credere con la propaganda ambientalista che prevede di offendere tutti coloro che la pensano diversamente. Ed è evidente che maggioranza ed opposizione la pensano in modo differente, e noi siamo orgogliosi di pensarla in modo differente dalla nostra opposizione giallorossa. Intanto noi non ci troveremo mai d'accordo con i vostri no ideologici, che peraltro cambiano anche a seconda del ruolo politico che ricoprite al momento, oppure cambiano anche a seconda della vicinanza del cittadino o imprenditore politico che voi dovete accusare o difendere al momento. Ed è proprio così perché nel tempo abbiamo imparato a conoscere la vostra coerenza ambientalista, è davvero curioso, se un imprenditore, un cittadino vicino alla sinistra ha una casa sul mare o vuol fare un intervento immobiliare sulla costa per lui le giustificazioni ci sono sempre, e a volte si spendono anche degli elogi, mentre nel centrodestra c'è sempre il nemico dei sardi da abbattere, c'è il cementificatore, ci sono gli speculatori. Ebbene, io non voglio fare certo del vittimismo, assolutamente, voglio ribadire ancora una volta che la tutela dell'ambiente è un dovere di tutti, è un dovere di tutti, ma la ricetta per tutelare l'ambiente non può essere quella dell'opposizione giallorossa, che vuole il paesaggio incorniciato in un quadro, in una cartolina, in una fotografia, e guai a toccarlo. Non possiamo più permetterci di perdere tempo con i no ideologici, il paesaggio è la nostra ricchezza e questa ricchezza va sfruttata, va sfruttata per uno sviluppo sostenibile e per dare vitalità all'economia sarda. Noi vogliamo abbinare alla tutela e alla salvaguardia del paesaggio anche gli interessi legittimi di tutte le filiere produttive e di conseguenza dei posti di lavoro. Ascoltando le critiche, i giudizi dell'opposizione giallorossa sembra che questa legge interessi soltanto ai potenti costruttori o ai potenti immobiliaristi o catene alberghiere, non è così. e a chi ci attacca con disprezzo e odio, urlandoci cementificatori ormai da settimane, noi rispondiamo con grande serenità e non nascondiamo la nostra vicinanza a tutti gli addetti dei settori dell'edilizia e del turismo in generale. Perché questa legge vuole anche essere uno strumento capace di dare risposte soprattutto alle loro famiglie, e badate bene non sto parlando di grossi imprenditori o di grossi colossi del turismo, ma sto parlando di elettricisti, idraulici, muratori, falegnami, giardinieri, camerieri, professionisti, e la lista potrebbe continuare ancora per qualche minuto. Con questa proposta di legge la maggioranza mantiene fede agli impegni presi con chi ci ha dato la sua fiducia. Abbiamo cercato di fare un lavoro di sintesi che non è stato affatto semplice, abbiamo messo assieme diverse sensibilità dove gli interessi risultavano tanti e anche diversi tra loro, abbiamo più volte modificato e integrato il testo, non perché abbiamo deciso di fare un passo indietro, ma semplicemente perché abbiamo ascoltato, e abbiamo cercato di trovare anche un compromesso tra le esigenze dei cittadini, dei costruttori, degli ordini professionali, dei sindacati, degli albergatori e anche delle associazioni ambientaliste. C'è chi ha sollecitato la massima tutela in nome dello sviluppo, ha proposto invece magari di consumare un po' di territorio, abbiamo cercato di trovare un punto di equilibrio tra i vari portatori di interessi. I principi che hanno ispirato la scrittura della nostra legge sono stati quelli quindi di scrivere delle regole certe e uguali per tutti, quello di stimolare il miglioramento dell'impatto visivo nel patrimonio edilizio esistente e futuro, quello di incominciare anche a pensare che la Sardegna non è soltanto costa e soltanto mare, e la testimonianza è tra i dispositivi differenti che regolano l'edificazione sull'agro tra la costa e magari le zone un pochettino più interne, dove le logiche sono differenti, dove le dinamiche sono differenti, e dove oggi è complicato anche fare la casetta degli attrezzi. Ma all'opposizione non va mai bene niente, l'opposizione è sempre nel partito dei no, loro sono i più bravi, loro riescono a fare tutto sempre in modo più veloce, peccato però che quando governano fanno sempre peggio di chi criticano. Per chiudere, Presidente, il testo ha tanti spunti per rilanciare l'edilizia e il turismo, il lavoro fatto è buono e sicuramente rappresenta un ottimo punto di partenza. Ora però, lo dico anche all'Assessore, è necessario alzare l'asticella, arrivare al più presto ad una legge che verifichi tutti insieme gli aspetti dell'urbanistica, che affronti con incisività il tema della semplificazione, delle regole anche per ambiti territoriali per evidenziare anche le diversità di ogni territorio, e poi soprattutto eliminare i vincoli assurdi, quelli privi di fondamento e di logica che oggi stanno complicando la vita dei sardi, e voi li avete anche sulla coscienza.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Roberto Deriu. Ne ha facoltà.

DERIU ROBERTO (LEU). Scusi, a una certa età si ha difficoltà a sentire.

Signor Presidente, signori della maggioranza, avete voluto questa legge, dite che è una legge urbanistica, la chiamate Piano casa, date premi a chi intende costruire di più, ma quando la Sardegna sarà edificata come altre regioni insulari tipo la Sicilia, che ha quattro volte i nostri abitanti, in quel momento sarete finalmente paghi di questo desiderio di lasciare andare? O è un sì ideologico? È un sì ideologico, è un sì programmatico, bisogna dimostrare che se si ha voglia di fare qualcosa la si può fare. Purtroppo questa è una materia nella quale è proprio il contrario, cioè il Governo deve contro lo spontaneismo dei singoli verificare, immaginare qual è l'esito finale. Come fate a non capire che quando verrà approvata questa legge la gente si precipiterà a tentare di costruire prima che venga impugnata, causando un disastro giuridico di proporzioni enormi, un'enorme delusione che voi cercherete di cavalcare dicendo che il Governo è di sinistra, rosso, marxista, cattivo e cerca di impedire alle persone di liberare finalmente la loro creatività imprenditoriale e di lungimiranti edificatori, però non avrete fatto nessun servizio alla Sardegna, non avrete governato. Non ve ne importa nulla? Io dubito che veramente ciascuno di voi voglia soltanto obbedire agli ordini di scuderia o essere fatalmente prono all'ideologia del sì. Qualche riflessione potreste averla anche fatta nel vostro cuore e qualche immaginazione di ciò che ci sarà dopo l'approvazione di questa legge potrebbe anche apparirvi improvvisamente in mente. Non è una legge urgente, non è una legge adeguatamente motivata, non è una legge adeguatamente circostanziata, non è connessa a nessun piano di sviluppo, avete fatto grandi spot perché sapete che esiste della gente scontenta dai tempi di Soru, che catturate facilmente dicendogli: "Noi ti faremo costruire", adesso vi hanno presentato il conto e voi fate costruire. Ma in ciò non c'è nessuna grandezza, non c'è nessuna adesione a un thatcherismo avariato e antico, c'è soltanto un riflesso condizionato e la mancanza di responsabilità di governo. Siete una destra di governo? Siete un centrodestra dalle grandi visioni? Siete i patrioti sardi? Allora una Sardegna del futuro che abbia ancora più suolo consumato, ancora più non finito in evidenza, ancora più ecomostri sulle spiagge, voi volete questo o volete una Sardegna la cui attrattiva è la Sardegna stessa per come noi la stiamo tramandando? Perché pensate che la gente debba venire da noi, perché avete rifatto qualche villetta? O perché invece è intatto il suo patrimonio naturalistico e paesaggistico, onorevole Piga. Il valore costituzionale è il paesaggio, nell'articolo 9 c'è scritto il paesaggio, e voi siete la Repubblica e dovete tutelare il paesaggio, e non fare sempre, costantemente, lo spot per poi avere il governo che vi richiama, vi prende per le orecchie e vi riporta dove eravate, così potete un po' piagnucolare presso i vostri elettori e dire quanto sono cattivi i comunisti, e grillini naturalmente. I grillini sono anche peggio dei comunisti, sono i comunisti che volevate, prima naturalmente ci avete governato insieme….

Penso che sia perfettamente inutile appellarsi a voi, dirvi di fermarvi, di rallentare, di pensarci bene, però noi vogliamo che rimanga ben chiaro all'opinione pubblica, qualora queste deboli voci riescano a uscire da quest'Aula, sul fatto che stiamo facendo un grande errore. Questa legge è sbagliata, sono sbagliati i concetti alla base di essa, sono sbagliati i vostri calcoli che promettono grande ripresa economica: non sarà affatto così, creerete una bolla sia dal punto di vista industriale sia dal punto di vista speculativo, i prezzi andranno malissimo nelle aree interne, non ci sarà nessuna valorizzazione dell'esistente. Non avete approfittato del momento per costruire una grande nuova legge urbanistica che ci porti a uno sviluppo intelligente e necessario, avreste trovato tanti di noi a vostro favore in questo, nell'avvantaggiare le categorie che ha citato l'onorevole Piga, le quali devono essere indirizzate nel loro lavoro a uno sviluppo diverso da quello che si è conosciuto sinora, non a ripetere sempre la stessa pulsione per il mattone, e soprattutto per il blocchetto in questa regione. E' un peccato che non vogliate ascoltare questi nostri richiami ma è soprattutto un peccato quello che state commettendo contro la Sardegna, con una legge che è sbagliata, avrà poco effetto rispetto a quello che potrebbe avere perché il Governo dovrà fermarvi, ma è un'occasione persa per il centrodestra per dimostrarsi un governante illuminato e saggio.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giovanni Antonio Satta. Ne ha facoltà.

SATTA GIOVANNI ANTONIO (Riformatori Sardi). Questo nuovo disegno di legge si presenta come una soluzione tecnica a tanti problemi edilizi che caratterizzano la vita amministrativa della Sardegna ormai da diversi decenni. Anche se qualcuno enfatizza, ingiustamente, improbabili pericoli come il consumo del suolo e l'assalto alle coste, il DL 108 appare come lo strumento più adeguato per scongiurare proprio questi pericoli. Chiunque abbia letto l'articolato, non può che prendere atto che nessuna delle misure contenute in esso determinerà incremento dei carichi antropici e consumo del territorio, le soluzioni proposte infatti nella futura legge così come emendata dalla Giunta, appaiono equilibrate, ragionate e utili proprio alla difesa del territorio e dei sardi, del loro ambiente, del loro paesaggio e della loro economia. In questi giorni sono venuti alla ribalta i sostenitori del no ad ogni iniziativa, paladini dei divieti che vogliono impedire ogni progetto che consenta alla comunità sarda di occupare il centro della previsione legislativa; alcuni commenti sulla stampa e sui social dimostrano che non appena questa Regione propone soluzioni ai problemi si alza il muro ideologico che deve ingessare ogni e qualunque azione risolutiva dei problemi, grandi o piccoli, che attanagliano la nostra gente e la nostra terra. Questo provvedimento, invece, per la comunità sarda è un'intelligente strumento di ripresa economica e un serio rimedio a tanti problemi normativi che oggi tormentano la vita di tanti nostri corregionali; gli obiettivi di questa legge - consentire gli ampliamenti dei fabbricati esistenti senza ulteriore consumo di suolo; favorire la riqualificazione energetica e funzionale dei fabbricanti; sostenere iniziative a favore dei complessi alberghieri ai fini della loro riqualificazione funzionale; evitare lo spopolamento dei territori rurali, eccetera - vanno letti quali strumenti normativi a favore dell'intera comunità sarda e dovrebbero costituire traguardi politici per tutte le forze presenti in Consiglio regionale. C'è chi paventa lo sversamento di volumi nella fascia dei 300 metri dal mare ma in quella fascia il vincolo di inedificabilità rimarrà inalterato: no a nuove costruzioni sì a interventi di recupero edilizio, di riqualificazione estetica ed adeguamento funzionale degli alberghi senza incremento della volumetria del patrimonio edilizio esistente ed esclusivamente per quello edificato prima del 1989. Stiamo parlando dei fabbricati costruiti con tecniche ormai superate (mancanza di impermeabilizzazioni e di insonorizzazione, prestazioni energetiche insoddisfacenti) e con soluzioni distributive e tecniche anacronistiche. Non vi è dubbio che quello dei 300 metri e il patrimonio edilizio più scalcinato, e per questo sotto utilizzato o addirittura in stato di totale abbandono. C'è poi chi crede, o meglio ci vuole far credere, che una volta approvato questo piano casa ci sarà la cementificazione dell'agro, ebbene questa paventata cementificazione in presenza di questa norma non ci sarà perché non potrà esserci, infatti la riduzione ad un ettaro della superficie minima di intervento non è un capriccio del legislatore, essa è più semplicemente un adeguamento alle buone regole della moderna e sana agricoltura. La norma in esame, infatti, andrà applicata in collegamento con le altre norme operanti in Sardegna, in particolare con la direttiva nelle zone agricole la quale obbliga chi intende intervenire in zona agricola a farlo in base ad un dettagliato progetto di miglioramento fondiario: certo, se faccio un ettaro di Orzo non avrò diritto a realizzare case o altro che non sia funzionale a quella coltivazione, ma se realizzo una serra di 2000 metri quadrati su un ettaro di terreno allora è evidente che le mie esigenze in volumi cambieranno, e se faccio un orto sempre su un ettaro di superficie, capace di dar da mangiare e da vivere una famiglia, perché non devo costituire una costruzione, una casa nell'azienda? Non sarà né potrà essere una corsa al cemento, sarà soltanto la liberalizzazione di energie a favore dell'agricoltura più diffusa e meglio strutturata in tutta la Sardegna. Giusto per far riflettere chi ha poca dimestichezza con la campagna e con l'agricoltura, a mero titolo esemplificativo, ricordo che la dimensione media delle vigne nell'area del Barolo, del Brunello, del Prosecco dei colli del Conegliano è inferiore all'ettaro, che la dimensione media delle aziende serricole del Viareggino, del Barese, di Sanremo, è di molto inferiore all'ettaro, che la dimensione media degli oliveti dell'Umbria è inferiore all'ettaro, così come nella nostra Isola in molte aree dell'agro le coltivazioni hanno superfici medie inferiori all'ettaro. Ma in tanti, forse in troppi, non conoscono l'attività agricola e le sue dinamiche, e forse non sanno che la maggior parte dei prodotti agroalimentari nel mondo sono prodotti in aziende che hanno una superficie inferiore a 2000 metri quadrati, un quinto di ettaro. In sintesi bisogna capire che non si può avere dell'agricoltura una visione bucolica, tipica di chi in campagna fa per passeggiare o per raccogliere funghi, bisogna comprendere che quella agricola è un'attività che cambia con il mutare dei tempi, che richiede adattamento, intelligenza, e percezione dei mutamenti del suo svolgimento; non ha senso continuare a vincolare in ogni dove l'attività agricola, anche contro le previsioni del PSR, che consentono di intervenire anche su fondi inferiori ad un ettaro per accedere ai contributi comunitari: e paradossale che il PSR ammetta certe iniziative in agricoltura e che queste vengano bloccate dalla norma urbanistica. Così come non si capisce perché si debba essere contro altre misure che propone il disegno di legge, mi riferisco al recupero dei sottotetti e, laddove è possibile, nei seminterrati, oppure all'utilizzo nelle costruzioni di materiali prodotti in Sardegna.

Il cittadino sardo in ambito edilizio aspetta con favore l'emanazione di queste norme che solo artifizi verbali e ragionamenti strumentali possono ritenere portatrici di danni per la Sardegna, è vero bensì il contrario, le iniziative annesse al futuro piano casa avranno come protagonisti i sardi - impresari, artigiani professionisti, operai, eccetera -, che potranno finalmente agire in base alla legge per investire in proprio o per eseguire investimenti su immobili già presenti nel nostro territorio. Non ci sarà ne potrà esserci, anche perché noi non lo consentiremo, nessun assalto alle nostre coste e delle nostre campagne, ci saranno soltanto interventi di adeguamento funzionale ed estetico sui fabbricati esistenti, ampliamenti fisiologici che non aumenteranno il carico antropico delle zone urbane e costiere, interventi migliorativi in ambito agricolo e forestale. Questi interventi avranno tutti per forza di cose solo protagonisti sardi, chi progetta, chi costruisce, chi arreda, chi installa, tutti figli della nostra terra molti dei quali oggi inattivi e purtroppo disoccupati. Inoltre il provvedimento ha anche un altro importante merito, quello di risolvere problemi, piccoli per noi ma grandi per chi li deve sopportare, di natura edilizia che la norma attuale risulta incapace di portare a soluzione, si tratta di quelle norme di dettaglio che ineriscono alle distanze, al recupero degli spazi e all'utilizzo del patrimonio edilizio altrimenti inutilizzabile.

Insomma una legge che crea opportunità e risolve i problemi di tutti i sardi, che difende in maniera intelligente il lavoro, l'economia, l'ambiente e il paesaggio, che costituirà un importante passo in avanti nella civiltà insediativa della Sardegna. Io credo che dovremmo fare tutti uno sforzo per uscire dalla logica della contrapposizione fine a se stessa, che ci spinge a dire sì o no solo in ragione della provenienza politica di un provvedimento; non credo sia dignitoso, per chiunque lo faccia, di qualsiasi componente politica sia, agitare la clava della politica romana, questo atteggiamento autolesionistico che sta invadendo la classe politica sarda ferisce la dignità della Sardegna, del suo popolo e delle sue istituzioni. La nostra Isola ha un immenso bisogno di autodeterminazione e non di sterile contrapposizione ideologica; se riuscissimo a uniformare i nostri ragionamenti, oltre a dare alla nostra gente un provvedimento atteso e utile, garantiremo alla Sardegna una norma di difesa e di valorizzazione e una stagione di ripresa economica: facciamolo tutti insieme, i sardi ce ne saranno riconoscenti.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la consigliera Rossella Pinna. Ne ha facoltà.

PINNA ROSSELLA (PD). Io ho ascoltato con molto interesse l'intervento del collega Satta che mi ha preceduto, devo dire che vorrei davvero anch'io aver letto lo stesso testo di legge e poter fare le affermazioni che ha appena fatto lui. Invece io stasera voglio iniziare il mio intervento parlandovi di un gioco da strada conosciuto tra i vicoli delle città; a tanti di voi sarà capitato di vedere un capannello di persone dove c'è uno che maneggia le carte su un tavolino improvvisato e gli altri hanno in mano i soldi, questa è un po' la scena, un gioco di abilità, così credo nei più ingenui, in realtà il giocatore o lo scommettitore non può mai vincere, il sofisticato raggiro è basato sulla mossa rapida che, ingannando l'occhio del giocatore con lo scambio delle carte in un velocissimo movimento delle mani, impedisce appunto di vincere. Ecco, questo DL segue lo schema del gioco delle tre carte: il testo approvato dalla Giunta regionale è assegnato alla Commissione che lo modifica in toto, poi ripreso dalla Giunta regionale che con emendamenti cancella le modifiche e sembra riportarlo al testo iniziale, ma qui l'abilità del mazziere consiste nel presentare emendamenti agli emendamenti che restituiscono, sembra, la configurazione voluta dalla maggioranza della Commissione: chi resta fregato in questo gioco, in tutto questo passaggio di emendamenti ed emendamenti agli emendamenti? La Sardegna, il suo paesaggio e i sardi, sì, perché nonostante le premesse scritte nella relazione e in alcuni articoli, premesse fatte essenzialmente di buone intenzioni, quelle con cui è lastricata la strada che porta all'inferno per intenderci, la volontà è un'altra. Si dice che l'obiettivo è migliorare la qualità architettonica del patrimonio edilizio esistente, tenendo sempre in debita considerazione l'esigenza di coniugare la tutela e la valorizzazione delle valenze paesaggistiche e naturalistiche del territorio, ma queste finalità restano solo parole e purtroppo non trovano riscontro nell'articolato normativo, che persegue invece l'unica finalità: costruire nell'agro, ampliare indiscriminatamente, consumare suolo. Sulla base delle dichiarate premesse ci si aspettava un insieme di provvedimenti normativi atti a promuovere concretamente processi di rigenerazione urbana o di rigenerazione territoriale, cioè un insieme coordinato di azioni finalizzate alla risoluzione di situazioni di degrado urbanistico, ambientale, paesaggistico (in Sardegna ce ne sono) che mirasse a ripristinare e salvaguardare il suolo, a migliorare la qualità paesaggistica ed ecologica del territorio in un'ottica di sostenibilità ambientale e sociale. Invece nulla di tutto ciò, la Sardegna con questa legge ignora uno dei temi più pregnanti su cui si sta concentrando l'urbanistica moderna, cioè quello di continuare a contenere e possibilmente ridurre il consumo di suolo, di razionalizzare l'uso del suolo già edificato per consentire una maggiore qualità degli insediamenti umani. Con questa legge la Sardegna disconosce un principio che sta alla base della strategia tematica dell'Unione europea dedicata nel 2006 all'ambiente, cui ha fatto seguito la comunicazione nel 2011 che invita gli Stati membri a puntare ad un azzeramento netto del consumo di suolo al 2050, utilizzando appunto aree dismesse oppure riqualificando zone degradate. In Sardegna invece si consuma il suolo nelle aree di pregio, quelle destinate all'agricoltura, alla produzione agroalimentare; in Sardegna si disconosce il principio secondo cui il suolo è risorsa non rinnovabile, è bene comune di fondamentale importanza per l'equilibrio ambientale, la salvaguardia della salute, la produzione agricola finalizzata all'alimentazione umana o animale, la tutela degli ecosistemi naturali e la difesa dal dissesto idrogeologico. Perciò, poiché abbiamo detto che non condividiamo le scelte contenute in questa proposta, vi invitiamo ancora una volta col cuore in mano a fermarvi, a fare marcia indietro, siete ancora in tempo per non commettere errori dalle conseguenze molto gravi. Grazie.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Salvatore Corrias. Ne ha facoltà.

CORRIAS SALVATORE (PD). Il disegno di legge 108 reca in calce "Disposizioni per il riuso, la riqualificazione ed il recupero del patrimonio edilizio esistente", e fin qua ci siamo, poi si spinge oltre e richiama altre disposizioni in materia di governo del territorio, una cosa abbastanza impegnativa, come dire insomma che si sta usando il grimaldello dell'edilizia per entrare nel campo impegnativo e ostico dell'urbanistica, insomma come salire su un cavallo di Troia per cercare di sconfiggere il nemico nel proprio campo. Questo non significa che qua ci siano battaglie ideologiche, nel richiamare il giallo-rosso io penso al derby della Capitale mica da altre storie, non mi sento minimamente colpito da un epiteto di tale fattezza cromatica, perché non ci interessano le ideologie, non in questo caso, perché l'urbanistica è un fatto molto serio. Io non so sia arte o scienza, come diceva un grande Sindaco di Roma, a proposito di Capitale, che era anche un grande urbanista, Giulio Carlo Argan, so per certo che l'urbanistica poiché è un fatto serio è un fatto morale, intriso di connotazioni sociali, storiche, geografiche, antropologiche. Qui per qualcuno l'urbanistica non esiste nemmeno, io credo di sì, sarà perché ci ho fatto un Piano urbanistico con il PPR vigente nella mia bella contrada e so che può funzionare con la norma e con le norme in vigore. Se ci si occupa di urbanistica e non solo di edilizia, è bene allora a chiamare a raccolta tutti come si è tentato di fare finora, prima e dopo il PPR, prima e dopo le norme successive. Ma si è fatto tutto di fretta e la fretta è cattiva consigliera, perché le criticità sono di ordine diverso da un punto di vista del metodo, prima di tutto, gli ordini professionali, le associazioni di categoria e qua non parlo di ambientalismi o di derive ideologiche come voi le volete configurare, son stati chiamati a raccolta all'ultimo momento col pretesto di dare nelle loro mani, di dare a loro, il grimaldello dell'edilizia per cambiare tutto nel campo dell'urbanistica.

Così come da un punto di vista del metodo non c'è stato un percorso di coinvolgimento serio degli enti locali e per enti locali intendo territori, intendo comunità, intendo quelle parti che vanno a comporre, l'ho detto altre volte in questa stessa sede, quel patriottismo che voi a più riprese siete pronti a sbandierare.

D'altronde criticità di questa natura, lo stesso Consiglio delle autonomie locali, le ha segnalate, ma soprattutto ci sono criticità da un punto di vista del merito.

Guardate, c'è un fatto di gestione di processi amministrativi che è preoccupante, su 102 Comuni costieri, solo 18 hanno un PUC adeguato al PPR e al PAI, quindi vigente. Su 65 Comuni semi costieri solo cinque hanno un PUC adeguato al PPR e al PAI e quindi vigente. Cosa significa questo? Significa che c'è stato, è stato intrapreso un percorso di dialogo con gli enti locali, a un certo punto questo percorso, non dico che si sia interrotto, ma senz'altro ha subito una brusca frenata o perlomeno un rallentamento. Con questo non voglio dire che chi ha fatto prima ha fatto, ha fatto senz'altro bene, ha fatto meglio di quello che intendete fare voi oggi, voglio dire che ci deve essere un coinvolgimento reale dei territori, non presunto, non quello dell'ultima ora, non quello della chiamata alle armi per dire: "Noi vogliamo dissacrare il tabù del PPR". Perché non è un testo sacro, lo abbiamo detto in altra sede sempre con questo registro, però questo è un pessimo apocrifo, scusate, se il PPR non è la Bibbia questo è un pessimo apocrifo, perché credo che invece i temi siano altri, ben vengano quelli sul Piano casa, ma parliamo di edilizia e se parliamo di efficientamento energetico parliamo di edilizia, ragioniamo sulla qualità delle scelte ed è lì che l'urbanistica è un fatto sociale, morale, storico, geografico e antropologico che chiama in causa tutti, altro che questioni di contrada ed ideologie cromatiche. Non è il fatto quantitativo dei 300 metri sì, 300 metri no, è un fatto di qualità, e allora il testo sacro del PPR, ragioniamoci insieme, proviamo poco a poco a ridimensionarlo e iniziano a pensare non solo ai paesi costieri e semi costieri, ma a quei paesi in via di estinzione, quei paesi a tempo determinato e qua diversi Sindaci sanno di cosa parlo, quelli che l'ISTAT ha già drammaticamente condannato alla loro inesorabile fine, questa è la responsabilità di chi fa leggi, non provare a cesellare per scassinare il sistema. Questo serve, questo conta, altro che buttarlo giù il PPR, rivediamolo insieme, ma dentro un percorso serio, non frettoloso, perché la fretta è cattiva consigliera. Quindi, altro che disinnescare i processi di copianificazione, altro che cancellare i piani particolareggiati, altro che incentivare l'edilizia in agro, perché signori dell'emiciclo, alla fine di agro, se non assumiamo la coscienza giusta, a noi, a voi e ai sardi rimarranno l'animo e l'umore, riflettete.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la consigliera Elena Fancello. Ne ha facoltà.

FANCELLO ELENA (PSd'Az). Oggi siamo qui ad approvare le modifiche della legge regionale numero 8 del 2015, il cosiddetto Piano casa. Si tratta di disposizioni straordinarie che hanno una forte ripercussione sull'economia della Sardegna, in quanto puntano a rilanciare il settore edilizio, comparto trainante per la nostra Isola. Ritengo sia una norma attesa, buona e giusta che questa maggioranza è riuscita a portare in Aula solo dopo un percorso lungo e sofferto, fatto di incontri e conciliazioni, costretti a dover mediare tra la voglia di dare sviluppo attraverso l'edilizia e l'attenzione alla tutela dell'ambiente e del paesaggio. Ma questo non basta, vorrei ricordare a me stessa e a questo Consiglio che il Piano casa, nella sua prima formulazione, risale al lontano 23 ottobre 2009, quando il Consiglio regionale approvò la legge numero 4. Da allora, in maniera frenetica e compulsiva, si sono susseguite tante disposizioni normative, modificative e di proroga dei termini. Infatti la legge regionale numero 8 del 2015, quella che noi oggi andiamo a modificare, è quella che ha sostituito la legge numero 4 del 2009 e da allora si sono susseguite ben due modifiche e cinque proroghe.

Quindi quella che noi andiamo ad approvare, è una modifica ad una norma, che per sua stessa natura è una disposizione temporanea, nata proprio per dare un impulso all'economia, ma come spesso accade le norme temporanee, per mancanza di una programmazione e coraggio, diventano norme a regime. La nostra vera sfida, che dobbiamo affrontare il più presto possibile, è la revisione al Piano paesaggistico regionale, noto come PPR, che consente di dare indicazioni certe e con una prospettiva temporale più ampia, con una revisione sistematica ed organica della materia, abbandonando i continui interventi correttivi. Infatti ritengo che il PPR sia l'unico strumento capace di dare una prospettiva di sviluppo in grado di coniugare le esigenze e le opportunità attuali senza compromettere lo straordinario patrimonio naturale, storico-culturale e insediativo che caratterizza la Sardegna. Pertanto mi auguro che già dal prossimo mese di gennaio, una volta approvata questa ennesima modifica al Piano casa, cari colleghi consiglieri, tutti insieme possiamo lavorare alla modifica del PPR, strumento normativo che i Comuni sapranno calare al meglio sui propri territori con i piani urbanistici.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Alfonso Marras. Ne ha facoltà.

MARRAS ALFONSO (Riformatori Sardi). Il disegno di legge che stiamo discutendo oggi ha una notevole valenza per la Sardegna e i sardi, in quanto ha il duplice intento, da un lato di rispettare e tutelare l'ambiente che ci circonda, ma dall'altro anche di consentire all'economia sarda di potersi finalmente riprendere dopo un periodo di grande crisi che ha travolto un po' tutte le categorie sociali.

Portare in Aula un testo rinnovato rispetto al passato non significa certamente essere cementifica tori, come qualcuno erroneamente vorrebbe far credere, e tanto meno significa che questa maggioranza non abbia a cuore i beni naturali e paesaggistici che la nostra terra offre, tutt'altro. Il disegno di legge, rivisto e corretto anche tenendo conto delle varie esigenze pervenute dalle parti interessate, ha l'intento preciso di mettere finalmente ordine ad una normativa caotica, lacunosa e confusa, che ha spesso paralizzato lo sviluppo dell'economia sarda e di adeguarsi ai tempi che stiamo vivendo. Ora, grazie a regole certe e precise, sarà chiaro quali azioni saranno consentite e quali invece non saranno permesse e si eviterà che gli errori del passato generino altra povertà e incertezza. Uno sviluppo ragionevole e intelligente del territorio che dia risposte alle esigenze di crescita economica, passando anche per la tutela e la valorizzazione delle nostre bellezze ambientali e paesaggistiche, questo è l'obiettivo che questa maggioranza vuole perseguire e per questo ci ritroviamo in Aula a discutere questo testo normativo in un momento storico duramente provato, durante le festività che non sono serene per molti sardi, duramente colpiti da difficoltà di ogni genere, sanitarie, economiche e sociali e quindi con una responsabilità ancora maggiore, quella di fornire risposte chiare e in tempi celeri. Non possiamo certamente rimanere inerti di fronte a una crisi economica globale senza precedenti, che ha travolto anche la vita e le abitudini anche di noi sardi. Io credo che questa normativa, oggi in esame, possa restituire nuova speranza e fiducia nel futuro e questo lo si percepisce nella lettura degli articoli del disegno di legge, soprattutto in un passo essenziale, in cui si dice che "laddove la Regione Sardegna vuole promuovere il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio, favorendo interventi diretti alla riqualificazione, razionalizzazione e il miglioramento della qualità architettonica e abitativa, della sicurezza strutturale e della compatibilità paesaggistica e dell'efficienza energetica del patrimonio edilizio esistente nel territorio regionale, anche attraverso la semplificazione delle procedure". Concetti chiari, precisi. che non lasciano spazio a dubbi interpretativi. Ecco, questo credo sia un obiettivo fondamentale, semplificare procedure burocratiche obsolete, snellire e velocizzare le pratiche amministrative, eliminare gli ostacoli che costituiscono esclusivamente un freno allo sviluppo e alla crescita, mettere ordine ad una normativa confusionaria e incerta, stabilire regole chiare e precise, non farraginose e complesse, dare risposte alle frequenti e legittime richieste dei cittadini. Per quanto riguarda la fascia dei 300 metri dal mare, oggetto di numerosi dibattiti, è rassicurante sapere che ci sarà un intervento di riqualificazione delle volumetrie già esistenti, con la possibilità di adeguamenti ragionevoli e non impattanti, senza ulteriori consumi del suolo.

Non possiamo dimenticare che la nostra Regione vive soprattutto di turismo e giustamente la classe politica deve attivarsi attraverso gli strumenti normativi a sua disposizione, per porre in essere tutte quelle iniziative che possono incrementare l'economia e lo sviluppo e con questo strumento legislativo è stato trovato il giusto compromesso fra le due esigenze, quella di rilanciare l'economia turistica, edile e imprenditoriale da un lato, e quella di tutelare l'ambiente dall'altro, senza stravolgimenti ma esclusivamente con il buonsenso. Anche relativamente all'agro non ci saranno speculazioni, ma saranno ammessi esclusivamente interventi che favoriscano la produttività dei fondi agricoli mantenendo l'obiettivo della salvaguardia del territorio. Quindi avrà la possibilità di edificare solo chi è proprietario di almeno un ettaro di terreno e non sarà necessario essere agricoltori professionisti, andando così incontro anche alle esigenze dei cosiddetti hobbysti.

Siamo arrivati a un testo migliorato nei suoi articoli, condiviso con le parti, che va incontro alle esigenze dei territori e delle categorie professionali e produttive, che allontana le critiche pervenute dall'opposizione e che ora è pronto per incassare il voto favorevole dell'Aula. Per questi motivi non posso che essere favorevole al testo che oggi stiamo discutendo che costituisce un passaggio fondamentale per il rilancio dell'economia e quindi per il benessere dei nostri territori e degli abitanti stessi.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Gian Franco Satta. Ne ha facoltà.

SATTA GIAN FRANCO (Progressisti). Così come spesso è accaduto durante il corso della legislatura, anche stavolta riuscire ad affrontare un tema in maniera lineare con questa parte del parlamento è cosa piuttosto ardua.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIOVANNI ANTONIO SATTA

(Segue GIAN FRANCO SATTA). Ciò che viene detto a parole, quindi consegnato ai media per poter essere poi recapitato a casa dei sardi, nei fatti, spesso e volentieri, è molto diverso da quello che noi consiglieri ci ritroviamo sui banchi quando andiamo a leggere e analizzare compiutamente gli atti che ci vengono presentati. Un modo questo che rientra pienamente nel modo di fare politica di questa maggioranza, infarcita di slogan, luoghi comuni, da cui attingere a piene mani specie nei momenti di maggior bisogno, ma che oggi alla luce dell'importanza del tema in trattazione, non può che rivelare uno stato di malessere interno evidentemente più marcato e profondo. Ecco perché, per quanto non sorpreso dal consueto balletto di incongruenze, devo ammettere di esserne rimasto profondamente colpito nel merito dei contenuti, dalla dichiarazione del presidente Solinas di qualche giorno fa, probabilmente immerso nell'atmosfera natalizia, seppur in un momento particolare come questo, forse magari per evitare l'ennesima figuraccia giuridica di fronte a tutta l'Italia e ai propri cittadini, annuncia dapprima un'inversione a U a mezzo stampa, dichiarazioni non supportate poi dal testo che è stato comunque licenziato dalla Commissione il 23 di dicembre. Lo dico e lo preciso, per evitare qualsiasi fraintendimento, gli scempi urbanistici e ambientali previsti dal testo di riforma presentatoci, non evitano un triennio di violazione indisturbata dell'ambiente in barba a ogni regola minima di convivenza civile. Contribuire a rendere sostenibile il nostro vivere, rappresenta una sfida fondamentale da cui nessuno si può sentire escluso, ma per fare ciò è richiesto un cambiamento radicale nel modo di pensare, con decisioni da prendere nel presente e non più rinviabile al futuro, chi ha quindi il compito di dover prendere delle decisioni deve avere lungimiranza e soprattutto tanto coraggio. Quando si sente dire, come più volte ribadito nelle uscite pubbliche e in particolare dall'assessore Sanna, tra cui certamente: "Il Piano casa è una navicella che serve a ridare fiato a quel settore economico che crea posti di lavoro reali e non fittizi, geometri, architetti, ingegneri, avranno la possibilità di ritornare a lavorare, non possiamo rimanere sordi a un mondo che chiede aiuto a migliaia di professionisti che oggi purtroppo sono i nuovi poveri." E ancora: "Oggi servono risposte immediate, la gente deve mangiare, partiamo dall'Impero romano che è la costruzione e il valore per l'economia che può essere speculativa o di valorizzazione, noi siamo per il secondo." E' chiaro ed evidente che non si rinviene nell'una e nell'altra dichiarazione alcun tipo di qualità richiesta per voltare pagina, non certamente lungimiranza e coraggio. Anche qui voglio essere chiaro, tutti vogliamo il rilancio della produttività e del mondo del lavoro, ma è su come farlo che le nostre posizioni naturalmente divergono. Visto che parlate di semplificazione, lo accennava il collega Alfonso Marras qualche intervento fa e di riavvio di una economia edilizia. vi chiedo qual è il beneficio concreto inserito in questa norma sulla possibilità di semplificare le norme per gli enti locali. Nulla, perché nulla è inattuabile, non si può ancora essere prigionieri dei modelli del passato, non si possono più usare le vecchie leve dello sviluppo improprio, non si può più minimamente pensare di sottomettere l'ambiente all'economia, la tutela dell'ambiente deve essere preminente su qualsiasi interesse di parte, proteggere l'ambiente naturale dalla crescita sconsiderata dei volumi costruttivi in determinati contesti, oltre che un dovere etico e morale significa intraprendere un'altra via di sviluppo con la consapevolezza che anche lì risiedono le opportunità di crescita e lì vanno ricercate le ricchezze ambientali e anche le ricchezze economiche, ma è evidente che i proponenti la legge non conoscono in alcun modo le tematiche più critiche che affliggono i Comuni, in particolare quelli costieri. Colgo l'occasione a proposito per porre l'attenzione dell'Aula e dell'Assessore sulla frana verificatasi lo scorso 9 dicembre a Castelsardo, sulla strada che costeggia il mare, dove nessuno, neanche l'Assessore, né lei degli enti locali, tanto meno quello dell'ambiente, si è preoccupato di fare un sopralluogo o di adoperarsi per trovare le risorse per il ripristino della carreggiata. Questo evento prendiamolo come insegnamento di come la Natura prima o poi si ribella al desiderio umano di costruire sempre più vicino all'acqua e oggi abbiamo il dovere di far tesoro di questo insegnamento. La svolta ambientalista non può più essere considerata un'opportunità, può portare certamente più progresso e più occupazione, non possiamo pensare di continuare con modelli superati e ormai in disuso nei Paesi più moderni al mondo. Ben vengano quindi i ripensamenti della maggioranza su questa proposta di legge, ma qui ora, in trepida attesa di vedere gli interventi paventati prima dal Presidente, qualche emendamento è già stato presentato ma nulla cambia, leggendo questo testo la domanda sorge spontanea, il presidente Solinas nelle sue funzioni di Presidente della Regione coordina e dirige la linea politica della maggioranza che lo esprime, oppure quando la sua maggioranza lavora lui è costantemente distratto? Nella sua lettera infatti sostiene che la fascia dei 300 metri dal mare non sarà oggetto di consumo ulteriore del suolo. Il testo dice certamente cose diverse, peccato che attualmente sul testo che è stato licenziato dalla Commissione si possa ancora intervenire, così come previsto nell'articolo 2, nelle zone F, dove possono usufruire di incrementi volumetrici nella misura del 20 per cento fino ad un massimo di cento metri cubi le unità immobiliari ubicate nella fascia dei 300 metri dalla linea della battigia realizzate prima del 1989, per le zone urbanistiche F oltre i 300 metri dalla battigia marina è previsto un incremento di volumetria del 30 per cento degli edifici esistenti ad uso residenziale fino ad un massimo di 150 metri cubi. Tali interventi incidono significativamente sul carico antropico e urbanistico, nonché sulla ricettività costiera degli abitanti insediabili determinando così un ulteriore problema di gestione, in particolare sui litorali. Tale incremento volumetrico potrà essere ulteriormente aumentato di un ulteriore 10 per cento per l'efficientamento energetico e altro. Sono ammessi anche nelle strutture localizzate oltre alla fascia dei 300 metri dalla linea della battigia purché ricadenti nelle zone urbanistiche omogenee A e B e nelle zone F nella misura del 25 per cento per le strutture ricadenti nelle aree completamente urbanizzate alla data del 17 settembre 1989 dotati di tutti i servizi primari. Altre incongruenze sulle dichiarazioni del Presidente riguardano la parte in cui sostiene che sull'agro crediamo che la sua funzione sia principalmente produttiva e non si debba prestare il fianco ad alcuna forma di speculazione. Salvo che non si creda che un fondo di un ettaro a 400 metri dal mare dalla battigia possa essere considerato nell'entroterra, l'articolo 1 del disegno di legge numero 108 prevede la riduzione della superficie necessaria per l'edificabilità in agro ad uso residenziale che passa da 3 ettari a un ettaro. L'attuale previsione di ridurre da un ettaro la superficie minima sufficiente per l'edificabilità nelle zone E, ma soprattutto la possibilità di estendere i requisiti per ottenere il permesso di costruire nelle zone agricole per i fini residenziali anche a chi non è imprenditore agricolo di professione o coltivatore diretto, se approvata consentirebbe inevitabilmente un notevole consumo del territorio a scapito delle attività agricole e della coltivazione.

Vedo che il tempo sta scadendo, vado alle conclusioni. Si tenga bene in considerazione, visto che non c'è una posizione ideologica almeno da questa parte, che io condivido probabilmente l'unico articolo, che è l'articolo 19 sexies, che riprende i contenuti uguali e identici dalla mia proposta di legge, la numero 23 del 24 giugno 2019, che io ho depositato. Grazie, Presidente, per la possibilità di avermi consentito di chiudere.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Grazie Presidente. Parto nell'ambito della discussione generale sul disegno di legge numero 108 dalla relazione della Giunta, perché è molto interessante, soprattutto per le colleghe e i colleghi di maggioranza che cercano di difendere il testo e pensano che come altre volte è accaduto sia una pietra miliare della legislazione regionale, e indubbiamente possa reggere al giudizio sia della richiesta di impugnazione che verrà fatta, sia poi dei provvedimenti dell'Alta Corte, è interessantissimo sapere qual è l'attenzione e il livello di approfondimento che è stato posto nella stesura del testo partendo dalla relazione della Giunta. Nella relazione della Giunta, nella prima pagina, quindi difficile che non sia stata neanche riletta, viene scritto che gli interventi non attengono, gli incrementi volumetrici, attenzione, gli interventi non attengono ai beni paesaggistici tutelati dal Piano paesaggistico regionale. Quindi sono esclusi i nuraghi, le chiese di epoca romanica, gli interventi di Tharros e gli insediamenti di Nora, è escluso l'ampliamento volumetrico dei presidi del carcere di Alghero, della torre Sulis ad Alghero, e avete fatto bene a scriverlo perché è talmente tanto alto il livello di assenza di conoscenza delle norme che a qualcuno, sentendo alcuni discorsi, poteva anche venire in mente che veramente si poteva ampliare il nuraghe di Barumini, un bell'ampliamento volumetrico, e perché no avete fatto bene a scriverlo. L'altra genialata, sto solo a questi due esempi per dire il livello di pressappochismo nella stesura delle leggi, l'altro esempio è questo, la realizzazione di soppalchi può essere fatta a condizione che non pregiudichino la statica dell'edificio. Una cosa ovvia, andava scritto. Se intendi mettere a rischio la vita tua e di tutto il palazzo sappi che questa cosa non è legittima, cioè far crollare il palazzo con un soppalco senza un'indagine statica non va fatta, e andava scritto indubbiamente perché era molto importante scriverlo, perché è chiaro a tutti che senza aver scritto questo ci sarebbero stati milioni di proposte di ampliamenti volumetrici del nuraghe di Barumini e di creazione di soppalchi per far cadere i palazzi. Sono gli stessi, vi tranquillizzo subito, che vi avevano detto in Commissione, non ricordo adesso tutti i componenti della Commissione urbanistica, ve lo ricordate quando l'Assessore, il Direttore generale confondevano l'aspetto della concessione e la durata della concessione con la permanenza circa la stagionalità, quindi sei mesi, dodici mesi, nell'ambito di un concetto basilare dell'urbanistica, anche del tempo, del calendario gregoriano, sono gli stessi che adesso vi suggeriscono che tutto questa insieme di norme reggerà, come quelle precedenti, come quelle che vi hanno impugnato nell'ambito delle concessioni balneari per l'ampliamento tra stagionalità, permanenza dei manufatti, come quell'altra che vi hanno impugnato poco dopo, e via dicendo, come tutte quelle che avete proposto da quell'Assessorato e non ce n'è una che sia passata. Quindi non appassionatevi troppo alla materia, prima di andare in giro a dire che avete fatto una cosa che avrà stravolgimenti economici e benefici per tutto il mondo, andateci cauti. L'altro elemento è pianificazione urbanistica? Non esiste il concetto, non viene proprio individuato in legge, e nella relazione sempre, questa è una cosa geniale, norma già impugnata, già oggetto di una certezza di sentenza negativa della Corte costituzionale viene riproposta nella relazione nuovamente la stessa cosa, poi adesso l'avete cassata perché forse qualcuno vi ha suggerito che la reiterazione della corbelleria non aiuta nessuno, e l'avete cancellata. Voi vi immaginate che nella relazione c'era scritto che questa cosa era ovviamente un ulteriore passo avanti per il futuro e il benessere dell'umanità? Dopo che gliela avevano già impugnata con la certezza che la legge potesse soccombere, o sicuramente, anzi, soccomberà dinanzi all'Alta Corte. Poi abbiamo altre caratteristiche straordinarie di queste proposte, cioè nell'ambito della pianificazione urbanistica un Comune decide che si deve dotare di uno spazio, un luogo dove realizzare volumi, spazi, servizi a verde, aree riservate a verde e servizi, cosiddette, a un certo punto arriva uno di quei proprietari di quell'area e deposita una richiesta per cui dice che vorrebbe un edificio più grande, poniamo a Sassari, perché ha un lotto non edificabile, senza autorizzazione, in zona HI4 a Cagliari e prende quel volume che non avrebbe mai dovuto realizzare e lo appiccica a Sassari. Normale, è nell'ambito del criterio della pianificazione urbanistica una cosa straordinaria che troverà praterie di sviluppo e di realizzazione di questo genere nell'ambito del territorio. L'altro aspetto è la vita dell'agro, mi dispiace che l'Assessore dell'agricoltura si sia allontanata, mi dispiace anche che non ci sia l'Assessore della protezione civile perché vorrei capire chi è che pianterà più vigne, cioè nel momento in cui avrete deciso, deciderete che nell'ambito del territorio agricolo per realizzare un volume dove andare a vivere sarà sufficiente avere un ettaro, avendo realizzato tutto il terreno agricolo trasformandolo in terreno edificabile, mi spiegate che cosa dovrebbe piantare uno per rientrare dall'acquisto di terreni agricoli? Di recente è andata in onda una di quelle favole che viene mandata in onda a Natale, la favola di Pinocchio, e avete preso spunto probabilmente dall'albero delle monete d'oro, per rientrare dall'investimento dell'acquisto di un terreno edificabile per mettere vigne e vigneti o altro bisognerà piantare alberi dalle monete d'oro. Non era riuscito neanche Lucignolo, e non era riuscito, anzi era stato anche fregato Pinocchio dal Gatto e dalla Volpe. Per quanto riguarda poi gli aspetti di deroga al PPR sono oggettivamente incostituzionali, quindi proseguite su questa strada. I centri storici, il piano particolareggiato del centro storico non pervenuto nel vostro ambito di pianificazione urbanistica tenendo conto che poi ci sono tutele sovraordinate che non riuscirete indubbiamente a superare, e poi vi sono gli aspetti più interessanti della legge che riguardano i seminterrati e i piani pilotis. Cito: "L'abitabilità dei seminterrati è da criminali", Franco Gabrielli, all'epoca responsabile della Protezione Civile, oggi capo della polizia, e non vado oltre, se non ricordando innanzitutto a me stesso che quattro persone che sono morte in occasione dell'alluvione cosiddetta Cleopatra, il ciclone Cleopatra, morirono in un seminterrato affittato abusivamente in quanto non abitabile, e che a Bitti di recente le persone che hanno perso la vita sono morte nei piani terra a livello strada perché l'onda d'urto dell'acqua ha impedito loro sfondando l'ingresso di poter raggiungere l'uscita. Vi sono poi una serie di altre questioni che riguardano ovviamente la fascia temporale tra l'approvazione della legge, l'impugnazione da parte del Governo e la sentenza della Corte costituzionale. Ricordo che nell'ambito di un procedimento molto più complesso dove la Regione Sardegna ha vinto, e cioè la vicenda Tuvixeddu, dove in tutte le sedi di giudizio la Regione ha vinto, balla ancora un pesante risarcimento danni. Figuratevi in una situazione dove voi state creando una possibilità non in sintonia con le norme, con una legge che verrà impugnata e dove la Regione soccomberà. Vedasi altri esempi che hanno causato grandi problemi ai privati e alla Regione, a Cagliari e altrove, in particolar modo vicino agli stagni. L'altro aspetto è quello del perché, e chiudo, Presidente, era necessario? Cioè in un momento come questo di sofferenza, drammatica situazione economica, di paura delle persone, è necessario sistematicamente intervenire con leggi che alimentano lo scontro tra le forze politiche, tra i settori produttivi, nel mondo ambientalista, nell'ambito degli enti locali, nei sistemi delle professioni, è utile? Giova a qualcuno in una fase come questa invece che portare a sintesi, e il Presidente…

PRESIDENTE. Chiuda.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). …farsi portatore di un aspetto di sintesi per restituire fiducia, è utile determinare divisioni? Penso che non sia utile a nessuno e in particolar modo neanche a chi governa.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zedda.

È iscritto a parlare il consigliere Ignazio Manca. Ne ha facoltà.

MANCA IGNAZIO (LEGA). Signor Presidente, Assessori, colleghi consiglieri. Seppur brevemente, ritengo doveroso intervenire nel dibattito in corso per offrire alcune riflessioni strettamente politiche. Ho ascoltato con interesse i colleghi che mi hanno preceduto, da ciascuno dei quali ho tratto spunti di riflessione. Arriviamo all'approvazione oggi di una norma tanto attesa da una parte ed altrettanto osteggiata dall'altra. Come sovente accade manca un'idea di sintesi tale che possano convivere proposte innovative ed altre ideologicamente opposte, ma tant'è, ormai la politica si va delineando con un'eterna campagna elettorale, con una sempre più netta demarcazione tra le parti, soprattutto sulle grandi riforme. In particolare emerge agli occhi dell'osservatore neutrale un muro strumentale che di volta in volta viene innalzato dall'opposizione di turno, il cui scopo evidentemente resta solo quello di impedire alla maggioranza di portare avanti i suoi disegni e le sue riforme. Si badi bene, il rilievo non è limitato all'ambito regionale, ma vale per qualsiasi assise elettiva. A prevalere è molto spesso una sorta di presunzione, di superiorità antropologica che non riconosce il diritto democratico dell'alternanza, se così fosse la politica già invisa ai cittadini ne verrebbe fuori moralmente sconfitta. Al bando la premessa. Assistiamo ormai da mesi al triste bombardamento di slogan, colata di cemento sulle coste, addirittura sui nuraghi. Per quanto mi riguarda se si avverasse la suggestiva profezia sarei pronto a lasciare immediatamente la maggioranza, forse sarebbe un gesto inutile perché i primi a dimettersi sarebbero il presidente Solinas e l'assessore Sanna. D'altra parte il mio passato civico mi vede per decenni impegnato a difesa dell'ambiente, a cominciare da quello violentato dalla grande industria inquinante per finire con alcune deturpanti colate di cemento lungo le coste. Non per questo sento di assumere oggi una posizione integralista preconfezionata a prescindere. Occorre ricercare un giusto equilibrio tra la necessità di far ripartire un settore da tempo in crisi che occupava in passato circa 60.000 addetti, e che in dieci anni ha visto una riduzione di 36.000 lavoratori nel settore, e l'attenzione verso la tutela ambientale. Peraltro quest'ultima non deve costituire un freno per il futuro della nostra economia, se è vero infatti che in certi contesti non è consigliabile sovraccaricare l'ambiente di cemento è altrettanto vero che in una regione che vive di turismo riqualificare le strutture esistenti è ormai inevitabile. Il turismo odierno viaggia su trend di alta qualità, che di certo non possono più offrire alberghi costruiti nella metà del secolo scorso che evidentemente necessitano di restauri, così come abbiamo decine di chilometri di coste totalmente deserte e non sfruttate che ci allontanano dalla competizione con altri Paesi verso cui si va orientando la richiesta turistica. Ovviamente come ha richiamato il CAL nel parere allegato al disegno di legge oggi in discussione la Sardegna non è solo costa, ma anche e soprattutto territorio interno che ha esigenze spesso opposte a quelle degli ambiti costieri. Ancora, una particolare attenzione meriterebbero le zone agricole interne in fase di spopolamento con migliaia di ettari incolti e abbandonati. Considerate le mie battaglie identitarie sul punto non posso che trovarmi totalmente d'accordo anche alla luce delle dichiarazioni programmatiche del presidente Solinas. In tutto questo, come ha suggerito in una recente intervista l'ingegner Maria Sias, già docente presso l'Università di Cagliari, esperta in recupero e riqualificazione ambientale, urbana e territoriale, occorre ricercare il dovuto equilibrio. La tutela ambientale è un dovere, ma non si può continuare a perdere il treno dello sviluppo. A prescindere dalle appartenenze politiche, io credo che la tutela nei 300 metri dal mare sia insufficiente in certe zone ed eccessiva in altre, tenere l'ambiente sottochiave forse è foriero di migliori risultati rispetto ad un (…) di qualità, andiamo avanti con decisione ed insieme con la dovuta attenzione, la mera tutela ambientale a prescindere decreterebbe da sola la fine per lo sviluppo da tempo ansimante della nostra isola. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Manca.

È iscritto a parlare il consigliere Antonio Piu. Ne ha facoltà.

PIU ANTONIO (Progressisti). Grazie Presidente, buonasera ai colleghi e alle colleghe del Consiglio e anche alla dottoressa Lai che segue il Consiglio da altri uffici.

Parto col dire che intanto ringrazio l'Assessore per aver risposto in Commissione a tutti quelli che sono stati i quesiti che abbiamo posto in merito a questo disegno di legge; domande che abbiamo cercato di prospettare in merito a questo testo e risposte che purtroppo, dal punto di vista politico, non ci vedono ovviamente soddisfatti, perché un conto è raccontare questo disegno di legge in Commissione attraverso le parole di un tecnico, che può spiegare esattamente l'articolo, come questo articolo viene redatto e come viene inserito in legge, un conto invece è quella che deve essere politicamente la risposta in questa legislatura, di questo Governo del centrodestra, ai sardi e al popolo sardo. Risposte, politicamente, non ce ne sono con questo testo, anzi si stanno solo ed esclusivamente incancrenendo i problemi che ci portiamo dietro da tanti anni, e che di certo non sono colpa dell'assessore Sanna, però oggi è lei che è chiamato politicamente a cercare di rispondere alle tante e gravi lacune che sono presenti nel nostro sistema. Proviamo a guardare tutti gli uffici dell'urbanistica dei Comuni sardi e vediamo le migliaia di pratiche che sono depositate e che purtroppo non possono essere esitate, che dopo l'approvazione di questo testo continueranno a rimanere ferme, perché i tanti tecnici, ingegneri, architetti, o geometri, perché abbiamo letto anche le risposte che i geometri hanno dato nel loro documento in merito al disegno di legge, che credono sia positivo, rimarranno delusi quando purtroppo tutte quelle pratiche ferme negli uffici comunali non potranno essere esitate perché questa norma non dà risposta a tutte, purtroppo, le lacune che sono presenti nel nostro sistema. E allora, la filosofia, la politica che dovrebbe dare quelle risposte per il futuro, oggi purtroppo viene a mancare, perché noi andiamo ad ampliare case per abitanti che non ci sono, fregandocene altamente invece del tasso demografico che continua a scendere, quindi io vorrei capire queste nuove case che si costruiscono nell'ettaro di terreno da chi devono essere abitate, o quale Amministrazione comunale dovrà dare risposta agli scuolabus, magari per quel bambino che nascerà e che vivrà in quella casa ricavata dall'ettaro di terreno, o ad esempio i servizi, i sottoservizi, le fogne, l'illuminazione pubblica, le strade, io vorrei capire gli amministratori comunali oggi che tipo di idea si fanno di questo disegno di legge. Io ce l'ho, mi è chiara perché sono stato amministratore, come tanti di voi che siete seduti in questi banchi, sia della maggioranza che dell'opposizione, e non c'è un colore politico quando si amministra. E' molto semplice fare le leggi, guardate, è molto più semplice fare leggi che amministrare un Comune, di qualsiasi dimensione, perché poi i cittadini chiedono risposte agli amministratori di prossimità, ai consiglieri comunali, ai Sindaci che domani dovranno andare a spiegare a quegli abitanti il perché non hanno le fogne in casa o perché l'illuminazione pubblica non riesce a passare. Ecco, io di queste assemblee con tanti cittadini ne ho fatte parecchie, Sassari è un territorio che ha cinquanta consorzi di strade consortili, 50 non 5, fatte da abitanti che ogni giorno chiedono e continuano a chiedere servizi che purtroppo le amministrazioni comunali non riescono a dare. Come la città di Sassari, rispetto alla città di Cagliari, spende 500 mila euro in più di servizio di scuolabus. Quindi continuiamo e grazie a questa legge riduciamo a un ettaro. Saranno grati gli albergatori che investono quotidianamente sulle loro strutture, che creano occupazione e creano ricchezza, saranno contenti che da domani ci si potrà costruire una casa in un ettaro, e magari l'affittiamo in nero, senza che questa casa sia dichiarata al fisco e continuando a far venire i turisti a bassi prezzi. Io credo che le strutture alberghiere siano contente di questo disegno di legge e della ricaduta che questo disegno di legge avrà.

Allora, io non credo nella malafede, caro Assessore, perché la reputo una persona giusta, però qua non parliamo di persone, qua parliamo di scelte che devono essere fatte sulla testa dei cittadini del futuro, non su quelli di oggi, allora in futuro quando costruiremo la nostra casetta nell'ettaro di terreno, prima o poi credo che, a meno che con lo spostamento della terra la Sardegna si unisca all'Africa o alla magari ci consentono di riuscire ad edificare ancora altri terreni, ma prima o poi finiranno, finiranno come sono finiti nell'agro di Sassari, perché abbiamo anche gli esempi di cattiva gestione da un punto di vista dell'urbanistica degli anni Settanta e degli anni Ottanta, e chi ha fatto il Sindaco negli ultimi vent'anni, e lo hanno fatto i Sindaci di centrodestra e di centrosinistra, si è confrontato purtroppo con la triste realtà di chi li ha preceduti e non è stato in grado di programmare, di pianificare, e quando nell'articolo 1 scrivete "31. 12. 2023", ricordatevi, qua non ho paura di lanciare una sfida, che in quest'Aula è l'ultima volta che parleremo di urbanistica, perché le elezioni saranno a febbraio 2024 e tranquilli che sino al 2024 non se ne parlerà più di urbanistica. Questo testo che state portando serve solo ed esclusivamente ad accontentare la pancia di qualcuno, ma purtroppo ci renderemo conto che nei prossimi tre anni tanti saranno i disastri che hanno provocato queste scelte, che sono scelte scellerate, perché quando parlate di sostenibilità e di eco sostenibilità, il bonus 110 per cento che è stato fatto dal Governo dà risposte all'edilizia, ne darà tante, ne darà tante anche all'edilizia popolare perché finalmente AREA a livello regionale si sta muovendo per cercare di fare i bandi per assegnare i lavori di oltre 25 mila appartamenti di residenza popolare pubblica, che saranno efficientati, che vedrà all'opera tantissime imprese nella ristrutturazione degli immobili, e non ci sarà bisogno di questa legge. Ecco perché la attacco politicamente e non tecnicamente, perché in Commissione la dottoressa ha risposto a tutte le domande da un punto di vista tecnico: certo che si può fare, ma non significa che si faccia bene, anzi a mio modo di vedere si fa male, e ne pagherete, ne pagheremo purtroppo le conseguenze tutti, a prescindere dall'ideologia politica che qua io credo che non c'entri assolutamente niente. Non credo che chi sia nel centrodestra sia un cementificatore, credo che in questa legislatura chi propone questo tipo di legge non abbia a cuore le future generazioni, perché, ripeto, le case non saranno occupate da nessuno se non da qualche turista per due mesi all'anno, verranno a fare le vacanze, pagheranno di meno rispetto ad una struttura alberghiera, dove invece noi abbiamo detto in Commissione che siamo favorevoli affinché le strutture alberghiere si possono rinnovare, affinché si possano adeguare agli standard internazionali sulle camere, sulle aree comuni e sui servizi, lo abbiamo detto chiaramente, ma abbiamo detto "facciamolo attraverso una legge urbanistica seria, confrontandoci quotidianamente e non con un'audizione di un giorno per venti sigle, dal (…) all'Ordine degli ingegneri all'Ordine degli Architetti: non si lavora così!

Quindi il mio auspicio è che questa due giorni, lunga, tormentata, che ci vedrà sicuramente scontrarci in tantissime posizioni su tantissime idee, purtroppo vedrà alla fine l'approvazione di un disegno di legge che, ripeto, per riprenderlo in mano se ne parlerà la prossima legislatura, sperando che questi due anni, tra ricorsi e danni che purtroppo creerà questa legge…. perché io immagino solo quello che accadrà nel territorio vicino a Sassari e nelle coste vicino a Sassari. Non si fa, quando voi togliete il vincolo che bisogna essere agricoltori per poter costruire e togliendo il vincolo dei tre ettari, state solo ed esclusivamente continuando a consumare quel territorio che l'Unione europea, il mondo intero e la natura vi sta chiedendo di non utilizzare come si è fatto negli ultimi trent'anni.

Ci ripensi, Assessore, politicamente.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Antonello Peru. Ne ha facoltà.

PERU ANTONELLO (UDC Cambiamo). Vorrei fare delle precise considerazioni, a mio avviso molto significative, su tutto quello che in questi giorni si è detto e si è scritto.

Questo provvedimento in discussione, cari colleghi, è lo stesso che la maggioranza dei sardi ci ha chiesto durante la campagna elettorale; noi comprendiamo che non è facile sicuramente digerirlo ma è un dato di fatto che proprio sull'urbanistica e sulla sanità i sardi hanno bocciato in maniera netta e chiara le scelte della passata Amministrazione regionale, e a noi è stato chiesta molto chiaramente discontinuità con le scelte del passato. Noi, cari colleghi, rispettiamo questa volontà; noi, cari colleghi, non vogliamo tradire il popolo sardo. Anche se continuate a definirci cementificatori, distruttori, antropizzatori della Sardegna, sappiate che i sardi non ascoltano e non credono più a questa filastrocca. Deriu qualche secondo fa addirittura ha aggiunto che abbiamo realizzato ecomostri, che abbiamo sparso cemento in tutto il suolo della Sardegna, e allora sono ormai troppi anni che sentiamo queste affermazioni, ma, cari colleghi, tutto ciò non corrisponde alla verità, e che non corrisponde alla verità lo dimostriamo con i dati e lo dimostriamo con i numeri. La legge 4 del 2009, il cosiddetto primo piano casa, quello che da voi è stato definito come il male assoluto, e che non lo è stato sicuramente per il settore dell'edilizia perché al contrario ha dato una grande boccata di ossigeno a quel settore che proprio in quel periodo è stato duramente provato dalle scelte del Piano paesaggistico, quel piano casa del 2009 produsse veramente delle azioni efficaci: furono quasi 46 mila le istanze presentate dai sardi, quasi un miliardo di investimento totale in cinque anni, con un aumento significativo degli occupati. Anche i dati in riferimento al consumo del suolo dimostrano che la legge 4 non provocò assolutamente nessuna colata di cemento, la Sardegna, lo sapete, oggi detiene la percentuale più bassa del consumo del suolo in Italia, al 3,28 per cento dell'intero suolo dell'isola, ci sono regioni come la Lombardia, cara collega Orrù, come il Veneto, che sono al 12 per cento, e ben tredici regioni superano addirittura del 5 per cento e noi siamo al di sotto della media nazionale del 7,10 per cento. Ma anche nella fascia dei 300 metri, giusto per fare degli esempi, la media nazionale del consumo del suolo ai 300 metri è del 22,8 per cento, la Sicilia arriva al 27,8 e noi ci fermiamo al 9,7 per cento. Manteniamo la collocazione - questa è una cosa importantissima - tra i territori meno antropizzati d'Italia anche se facciamo una giusta proporzione tra abitanti a metro cubo e superficie di estensione della Sardegna. E allora qualcuno qua ci deve dire, e io sfido a questo appunto i colleghi, dove è la Sardegna cementificata, qualcuno ce lo spiegherà, con i numeri! Eppure, nonostante questi numeri, continuiamo a sentire, l'abbiamo sentito anche stamattina, "no al cemento". Noi siamo allergici al cemento, e allora fatemi dire una cosa molto curiosa, perché ci sono dei dati, delle statistiche: i maggiori fruitori del piano casa del 2009 furono proprio quelli che gridarono e continuano a gridare allo scandalo.

Allora, è abbastanza chiaro, cari colleghi, che nessuno vuole cementificare, nessuno vuole cementificare oggi e nessuno ha la volontà di cementificare domani, questa maggioranza, lo ha dimostrato e lo dimostrerà, ha a cuore il rispetto e la tutela dell'ambiente, punta al suo sviluppo con un obiettivo, quello della riqualificazione e quello della rigenerazione del patrimonio abitativo esistente, questa è la cosa più importante, partendo, come abbiamo già detto in altre situazioni, dai nostri centri storici della zone interne, dalle bellezze dei piccoli borghi, e noi vorremmo che tutto questo possa essere riconvertito in ospitalità diffusa, soluzione unica che rilancerà veramente il settore turistico, per non limitare solo al sole e al mare l'azione del turismo in quest'Isola. Lo stesso vale per il perimetro costiero, i volumi delle seconde case, non più funzionali alle vecchie esigenze, devono essere riconvertiti e destinati a ospitalità di residenze turistiche alberghiere, questo può dare veramente una boccata di ossigeno grossa alla crescita senza consumo del suolo. Questi interventi, cari colleghi, sono i nostri principi, questi interventi vanno di pari passo con quegli incentivi che anche voi avete sottolineato in materia fiscale, quelli del 50, del 65, del 110 per cento, che in Sardegna rischiamo veramente di non applicare questa volta per difformità commesse nel passato, oggi conformi e quindi correggibili con questo strumento urbanistico, sempre con l'obiettivo del riuso del suolo e dell'esistente. Lo stesso vale per le strutture che riguardano le attività ricettive turistiche realizzate oltre trent'anni fa, anche ad esse noi vorremmo consentire interventi di adeguamento, di efficientamento per renderle sempre più funzionali agli standard qualitativi attuali.

Questa, cari colleghi, è la nostra visione di pianificazione, questo, cari colleghi, è secondo noi l'elemento per riuscire a sviluppare la Sardegna, a renderla coerente con il nostro territorio su quei modelli che dicevo prima legati all'efficientamento energetico, funzionali ai sistemi economici trainanti e moltiplicatori di questa Sardegna, che sono il turismo e l'agroalimentare. Questo è il nostro obiettivo, questo è un passo necessario che noi dobbiamo compiere in Sardegna, perché il patrimonio della Sardegna è ai i primi posti, purtroppo, degli immobili più vetusti, e per questo è necessario riconvertirli, riqualificarli e rigenerarli, e se vogliamo fare questo è necessario ed indispensabile fare due cose essenziali, qualcuno l'ha evidenziato prima: revisionare il PPR, revisionarlo e adeguarlo ad una funzionale visione di pianificazione ispirata a quei processi di ammodernamento che dicevamo prima, e approvare quindi, cara maggioranza, caro Assessore, e anche cari colleghi della minoranza, al più presto possibile un testo che va ad approvare una legge sul governo del territorio.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MICHELE PAIS

(Segue PERU.) Infine c'è un aspetto che in questi giorni di dibattito è emerso e che credo sia importante e meriti un'attenta riflessione. Cari colleghi, alcuni parlamentari di formazioni politiche che fanno parte dell'attuale maggioranza di Governo nazionale hanno prospettato e chiesto l'impugnazione di questo provvedimento da parte del Governo, ancora prima di essere approvato, noi diciamo che questo non è ammissibile, perché se avvenisse sarebbe veramente l'ennesimo atto che impedisce alla nostra Regione di poter decidere liberamente, e per questo motivo noi diciamo basta all'invasione da Roma! Anche voi qualche minuto fa avete ventilato l'impugnazione: basta veramente con le prevaricazioni! Noi diciamo invece sì alla difesa della nostra Isola, e lo chiediamo anche a voi che siete eletti dal popolo sardo, noi diciamo sì per essere liberi e padroni di poter decidere il nostro destino, noi diciamo sì ai sardi che con il libero voto hanno scelto di portare avanti i progetti e programmi di questo Governo, noi diciamo sì a tutti quei sindaci e amministratori…

PRESIDENTE. Concluda…

(Vivaci proteste da parte del consigliere Antonello Peru)

Scusi un attimo, quando io ho dato la… purtroppo… c'è stato il Vicepresidente che le ha dato la parola, io sono………

Pezzo mancante

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giuseppe Talanas. Ne ha facoltà.

TALANAS GIUSEPPE (FI), relatore di maggioranza. Voglio intervenire brevemente nel dibattito innanzitutto per ringraziare l'assessore Sanna, il direttore generale e tutti i componenti appunto della Commissione, quelli che hanno dato un contributo per la redazione degli emendamenti di questo DL numero 108.

Diciamo che questo provvedimento di legge, che abbiamo portato in Consiglio, sono fermamente convinto per la spinta che darà all'economia in Sardegna. Il lavoro che è stato fatto in Commissione, pur avendo poco tempo a disposizione, abbiamo cercato di sfruttarlo al meglio, abbiamo audito il maggior numero possibile dei portatori di interesse, ed è frutto anche del contributo che hanno dato in Commissione tutte le persone che sono state audite, anche i componenti della minoranza, che hanno fatto sì che al provvedimento inizialmente proposto dalla Giunta siano state apportate, per così dire, delle modifiche per renderlo appunto maggiormente condivisibile. Quello che non capisco è come mai siamo stati, per così dire, dalle forze dell'opposizione ,ancora oggi nel dibattito odierno, accusati di essere dei cementificatori. Allora,, se noi andiamo a vedere in concreto il provvedimento, possiamo anche dire che per certi versi e per quello che riguarda i 300 metri, con gli emendamenti che sono stati approvati in Commissione, è anche più restrittivo di quelli che sono stati approvati in precedenza. Siamo stati accusati, nel dibattito odierno, di andare a sprecare del suolo, degradare il territorio, cementificare le coste, così non è. Questo Piano casa, in buona sostanza, alla fine apporta degli incrementi volumetrici e non penso che con un bonus volumetrico di un 5 per cento in più rispetto a quello previgente, che va a riqualificare e a migliorare quel patrimonio edilizio già esistente, possa costituire spreco di suolo. Per quanto riguarda i punti più importanti di questa proposta di legge, fa riferimento, per esempio, all'edificazione dell'agro. Con l'edificazione dell'agro, attraverso la subordinazione dell'edificazione a quelle pratiche agricole, si va a migliorare e a tutelare quel territorio rurale che è sempre più in abbandono, oltre che all'interno dei mille metri dalla linea di battigia, è prevista quella qualifica di imprenditore agricolo e che quindi va in maniera molto restrittiva a vincolare la costruzione entro quella fascia costiera dei mille metri, esclusivamente per le persone che conducono le aziende agricole. In questa proposta di legge andiamo a riqualificare e a migliorare il patrimonio edilizio esistente anche attraverso l'utilizzo di materie prime prodotte in Sardegna, ed è proprio per questo motivo che è incompatibile quanto oggi eccepito dalle forze di minoranza, perché attraverso l'utilizzo di materie prime prodotte in Sardegna con un bonus volumetrico minimo, che è quello del 10 per cento, si cerca di riqualificare e si cerca di valorizzare quello che oggi è già costruito. Pertanto, in qualità di Presidente della Commissione urbanistica, auspico una approvazione rapida di questo disegno di legge che tutto il popolo sardo sta attendendo da tanto tempo.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Desirè Manca. Ne ha facoltà.

MANCA DESIRE' (M5S). Chiedo scusa, però è successo un fatto veramente grave che ci ha lasciato un attimo sconvolti. E mi ha lasciato sconvolta, a maggior ragione, il fatto che lei evidentemente o non ha sentito o ha fatto finta di non sentire.

Cinque minuti fa, in questa Aula, ho sentito con le mie orecchie e non sono la sola, una frase nei suoi confronti che non oso, prima di tutto come persona, ma anche come donna, non oso ripetere. E siccome noi siamo stati, in diverse occasioni, guardi anche in un'occasione particolare che mi riguarda, dove sono stata da lei richiamata non sicuramente per aver osato rivolgermi nei suoi confronti in quei termini perché non mi permetterei mai, ma la cosa sconvolgente è che qua in molti abbiamo sentito ciò che è stato detto da un collega consigliere ed è partito dai banchi della maggioranza. Io capisco che adesso alcuni colleghi vogliano coprire e non dicano niente, però sentire un determinato frasario in quest'Aula nei suoi confronti, è incredibile, non solo incredibile, ma la cosa che mi sciocca di più è che nessuno sia intervenuto. Allora lo faccio io, Presidente, lo faccio in qualità di consigliere nella massima Istituzione sarda, dove davvero non mi sarei mai aspettata di sentire un'offesa così grave, così grave nei confronti di qualsiasi persona che essa sia un consigliere di maggioranza, che essa sia un consigliere di minoranza o che essa sia il Presidente del Consiglio della Regione sarda. E' una vergogna Presidente, è una vergogna!

PRESIDENTE. Naturalmente io non ho avuto modo di sentire quello che lei dice di aver sentito, una cosa è certa, che le regole valgono per tutti, sia per i consiglieri di opposizione, a maggior ragione per i consiglieri di maggioranza, e da questo punto di vista la mia intransigenza per far rispettare ciò non può che essere massima.

Discussione generale del disegno di legge: Disposizioni per il riuso, la riqualificazione ed il recupero del patrimonio edilizio esistente ed altre disposizioni in materia di governo del territorio. Modifiche alla legge regionale n. 8 del 2015, alla legge regionale n 45 del 1989 e alla legge regionale n. 16 del 2017 (108/A).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Giuseppe Meloni. Ne ha facoltà.

MELONI GIUSEPPE (PD). Io credo di non essere tra i colleghi della minoranza colui che possa essere accusato, ammesso che qualcun altro possa esserlo, di dire sempre dei no rispetto a tutte le questioni proposte dalla maggioranza e con particolare riferimento alla materia urbanistica. Questo tuttavia non mi impedisce di esternare le considerazioni, che principalmente sono negative, che ho da fare sul testo in discussione, in particolare sulla versione approdata in Aula così come licenziata dalla quarta Commissione. Assessore Sanna, dopo le sue roboanti dichiarazioni di inizio legislatura, mi sarei aspettato, ho già avuto modo di dirglielo e ripeterlo, un importante lavoro già avviato per la modifica del PPR o verso una legge di governo del territorio di cui questa Regione ha particolare bisogno. Lei ha parlato di 4000 errori materiali nel PPR eccetera, io mi sarei aspettato un lavoro in questo senso misurabile oggi e verificabile. Una legge organica, quella di governo del territorio, la cosiddetta legge urbanistica, che permetta tra l'altro ai Comuni, in particolare a quelli costieri, di adeguare i PUC al PPR in tempi e modi certi e dignitosi. Invece purtroppo debbo constatare che ancora una volta state privilegiando il sistema delle deroghe, a discapito del sistema delle regole. Mi chiedo, assessore Sanna, che senso abbia a questo punto per un Comune costiero procedere all'adeguamento del PUC al PPR quando prevedete diverse scorciatoie, seppure apparenti. Sono infatti apparenti, perché non sono niente di più che fumo negli occhi, a mio modo di vedere, perché lo sapete benissimo anche voi, adesso l'ha contestato il collega Peru, che tutte le forzature contenute dentro questa legge in palese violazione di norme sovraordinate, saranno cassate dalla Corte costituzionale. E allora mi chiedo a che pro. Perché voi, che tanto sbandierate, l'ha fatto anche il collega Peru adesso, l'autonomia lesa delle regioni ad opera dello Stato oppressore, cattivo eccetera, poi siete i primi che con un disegno di legge di questo tipo, mi fermerei al disegno di legge, vediamo poi cosa ne verrà fuori rispetto agli emendamenti, siete voi che con un disegno di legge di questo tipo attentate all'autonomia pianificatoria e urbanistica dei singoli comuni. Perché ricordatelo bene, l'autonomia non può essere sbandierata a senso unico, si pretende se si ha il diritto di pretenderla e va anche data, in questo caso ai comuni. Capita spesso di assistere, da parte vostra, colleghi della maggioranza e signori della Giunta, al tentativo di accomunare, per poter supportare le proposte di questo tipo, lo sviluppo turistico dell'Isola alla crescita dell'edilizia. Si tratta di una vecchia equazione, ormai superata perché errata e fallimentare, e l'idea di poter trascinare il turismo per mezzo del rilancio del comparto dell'edilizia, se si concretizzava in una visione distorta trent'anni fa, oggi è una vera e propria ossia idiozia. Non è lo sviluppo dell'edilizia che può favorire la crescita del comparto turistico, è vero, tutt'al più il contrario. In realtà lo sviluppo del turismo oggi si fonda essenzialmente su alcuni pilastri fondamentali, tutela e qualità ambientale, non a parole nei fatti e con le leggi. Trasporti e qualità dei servizi offerti, se quest'Aula lavorasse su questo, oggi e molto più spesso di quanto non faccia, farebbe un buon servizio ai sardi.

Continuità territoriale, vertenza Air Italy, compagnia aerea sarda che salvaguardi tra l'altro i posti di lavoro dei dipendenti sardi, che fine hanno fatto questi temi? La legge casa può essere solo una cura temporanea e provvisoria per sostenere un comparto in crisi, ormai peraltro cronica e in parte l'indotto, ma non raccontate, perché non è così e lo sapete bene, che questa legge possa risolvere problemi atavici che interessano il comparto turistico e l'edilizia in Sardegna. Forse risolverà il problema di pochi e ben definiti i proprietari di immobili, ma non certo quello di un intero settore dei sardi in generale. Per entrare brevemente nel dettaglio del testo, balza all'occhio come trattiate di fatto le zone C o F allo stesso modo delle zone E agricole e nell'ipotesi in cui in maggioranza si avesse l'intenzione di farlo passare, si veda l'emendamento della LEGA sull'indice 0,20. Tenete presente, si parla di indice 0,20, al Cala di Volpe la zona F è a 0,30, quindi zona F uguale zona agricola, non c'è più distinzione. E se pensate di pulire la vostra coscienza salvaguardando forse unicamente la fascia dei 300 metri dal mare, state sbagliando, forse la salvaguardate, vedremo bene poi gli emendamenti. La vostra coscienza resta ampiamente sporca perché a mio modo di vedere ciò che prevedete dai 301 metri in poi nelle zone F, non c'è più il tetto volumetrico, il 35 per cento in alcune realtà può diventare un'enormità e siamo sempre sul mare, e ai 1001 metri dal mare in zona agricola, ma anche entro quella distanza con riferimento ai cambi di destinazione d'uso e per il lotto minimo di un ettaro, è qualcosa di assolutamente suscettibile di macchiare in modo indelebile perennemente le vostre coscienze. Sono consapevole di essere forse impopolare contestando la possibilità che possa esserci questa liberalizzazione in zona agricola, chi ha ruoli come i nostri ha sì certamente il dovere di ascoltare le istanze e le esigenze dei cittadini, ma ha anche quello di esercitare al meglio la propria funzione cercando di spiegare perché quello che appare agli interessati come un'ovvietà potrebbe come in questo caso confliggere con l'interesse della collettività, presente e futura. E mi spiego meglio, gli interessati potrebbero essere tantissimi, credo siano parecchi in Sardegna, forse anche parecchi in quest'Aula, quali proprietari di terreni in zona agricola, in alcuni casi piccole proprietà che difficilmente superano l'estensione di un ettaro, in altri casi si tratta di proprietà estese. Permettere la possibilità, senza alcun titolo, che richiama un legame all'utilizzo del fondo per finalità agricole e/o senza il rispetto dei criteri minimi che dimostrano che l'edificazione del fondo sia funzionale al suo utilizzo ai fini agricoli, di edificare in modo indiscriminato in zona agricola, costituisce certamente una grave anomalia rispetto alla quale io non voglio rendermi complice per mere logiche di mantenimento e acquisizioni di consenso elettorale. Chi va ad abitare in agro chiederà anche i servizi, è stato detto, strade, illuminazione pubblica, servizi idrici, fognari, facciamoci spiegare i danni da inquinamento delle falde acquifere dei terreni determinato dalle fosse Imhoff. Ritiro rifiuti, servizi scuolabus, e dato che siamo in tema di periodo Covid, per quanto riguarda lo smart working o la didattica a distanza anche le attrezzature tecnologiche. Tutto questo ha un costo per la collettività che forse non tutti in quest'Aula riescono a misurare e mi meraviglia molto che parecchi stimati colleghi, che sono stati amministratori nei loro comuni o addirittura ricoprono attualmente la carica di primi cittadini, possano sottovalutare la portata ad un'apertura di questo tipo, sia pure essa richiesta da una parte dei sardi.

Anche su questo sarebbe interessante verificare quanti sardi, che non si possono permettere di edificare in zone più costose, verrebbero soddisfatti con questa disposizione e quanti invece, sardi o non sardi, molto più probabile non sardi, vedrebbero crescere a dismisura il valore delle loro proprietà in zona agricola per effetto di queste norme e magari in zone costiere o in prossimità di esse si ritroverebbero con un patrimonio di elevato valore col minimo sforzo economico anche per quanto riguarda le opere di urbanizzazione non richieste in quel tipo di zone. Chiunque in questi anni avesse investito in zone F o C, magari al confine con le zone agricole, che ora state proiettando all'edificazione, si sentirà forse un fesso? Non lo so, comunque tratto in inganno. Si rischia tra l'altro di incentivare le lottizzazioni cosiddette cartolari in zona agricola che metterebbero gli attori di esse e le stesse operazioni immobiliari a repentaglio a causa dei risvolti penali anche pesanti che ragionevolmente sono da ipotizzare. Alla luce di queste considerazioni non posso che ribadire il mio giudizio negativo sul DL approdato in Aula, spero che gli emendamenti presentati anche dalla minoranza possono essere accolti per migliorarlo, ma temo che andrà diversamente. E dico questo in conclusione, non vedo l'Assessore, io sono stato fra quelli che non ha firmato, sottoscritto la richiesta di proroga dell'attuale Piano casa, perché ritenevo che fosse migliorabile anche col passare del tempo. Rispetto anche a qualcosina sulle zone F, è stato detto in parte, condivido il pensiero del collega Peru quando ha parlato della conversione peraltro in linea col PPR del residenziale e ricettivo. Quindi, come ho esordito chiudo, non posso essere sicuramente accusato di essere quello che sempre dice no, sempre dice no, ma sono molto deluso da quello che state portando in approvazione oggi.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Giampietro Comandini. Ne ha facoltà.

COMANDINI GIAMPIETRO (PD). Devo dire che per prima cosa mi sento di ringraziare i colleghi di minoranza della Commissione urbanistica e il relatore che in questi mesi e in queste settimane hanno cercato di portare un contributo costruttivo su una materia importante che è la materia edilizia, urbanistica e della tutela del patrimonio ambientale. Hanno fatto un loro lavoro, come ha ricordato il relatore di minoranza, anche apportando dei testi che in qualche modo potevano essere, se non accolti, potevano essere presi come contributo per arrivare a un testo forse migliore ma sicuramente più partecipato. Invece, come ha raccontato la cronaca, avete previsto un altro percorso, avete scelto un'altra strada e oggi ci troviamo a discutere sul vostro disegno di legge numero 108/A. Il vostro disegno di legge numero 108/A che sicuramente, più che essere un Piano casa, una legge urbanistica, una legge edilizia, non saprei neanche più come chiamarla, è un grande contenitore dove c'è di tutto, una specie di legge matrioska dove ognuno può tirare fuori bambolina dopo bambolina quello che è il risultato che più si aspetta. Quindi una legge matrioska dove chiaramente non c'è una visione, non c'è un'idea di Sardegna, non c'è un'idea verso quel popolo sardo a cui l'amico Peru faceva riferimento. A me spiace molto, lo dico perché c'è il Vicepresidente della Giunta, l'assessore Zedda, io mi ero illuso, cari colleghi, mi ero molto illuso, dopo le dichiarazioni programmatiche del presidente Solinas, mi ero illuso che questa potesse essere una grande stagione di riforme, una legislatura che passava alla storia, una di quelle legislature che i sardi aspettavano da tempo, e arrivate voi dalle Alpi, arrivavate qua e potevate in qualche modo iniziare la stagione delle riforme. E matrioska dopo matrioska ci rendiamo conto che, invece di essere dei grandi riformatori che fanno le leggi di riforma per il popolo sardo, fate leggi per aumentare il contenzioso con lo Stato. Sembra che ci sia una continua e perenne campagna elettorale in cui io devo fare leggi perché il mio obiettivo non è il popolo sardo, ma è creare un contenzioso con lo Stato perché la campagna elettorale è lunga e quindi bisogna dire: "Lo Stato brutto, cattivo, poco incline nei confronti della Sardegna". E dico questo con i dati. Oggi forse, mi auguro di sbagliare, non sull'urbanistica, ma per le due leggi che abbiamo approvato nella mattina, rischiate di arrivare a dieci leggi impugnate dal Governo nazionale. Nella scorsa legislatura in cinque anni sono state impugnate circa venti leggi, voi nei primi venti mesi rischiate di arrivare a dieci leggi. Io credo che questo significhi prima di tutto vedere un forte ridimensionamento di quella che è l'autonomia che dovrebbe avere il popolo sardo attraverso i propri rappresentanti che siamo noi. Io credo che più che illuso voi abbiate creato delle allucinazioni nei confronti di chi ci ascolta, di chi vi ha votato, di chi vi ha dato la fiducia e avete prodotto oggi sia nel versante della legge sulla sanità, vi ricordate la grande riforma della sanità che poi abbiamo dovuto prorogare di dodici mesi l'applicazione alla questione di Forestas, e altrettante leggi impugnate, avete creato delle allucinazioni nei confronti del popolo sardo. E oggi lo fate con questa legge matrioska, perché non riesco a definirla diversamente, sei mesi fa, quando è stata approvata la legge di proroga del Piano casa, dovevamo vedere in sequenza un Piano casa nuovo di zecca, parole dell'assessore Sanna. Invece più che di un Piano casa nuovo di zecca troviamo un rattoppo vecchio, becero, che non fa altro che posticipare, come abbiamo chiesto, anche peggiorando quello che era il vecchio Piano casa, peggiorandolo notevolmente. E poi la legge urbanistica più volte richiamata nelle interviste, più volte richiamata nei convegni, più volte annunciata ai sindaci nei percorsi della Giunta, dell'assessore Sanna, la legge urbanistica. Vede, Assessore, noi non ci siamo riusciti, abbiamo provato a fine legislatura, e non ci siamo riusciti, ne abbiamo pagato le conseguenze, e ancora ne paghiamo le conseguenze, voi eravate all'inizio della legislatura, doveva essere la legge numero 2 di riforma, la legge numero 2 di riforma dopo la riforma sanitaria, e oggi dopo la "45", che è la vera legge urbanistica, dopo la "45" del 1989 ancora non abbiamo una legge urbanistica, abbiamo un piccolo provvedimento matrioska dove vengono previsti dei piccoli interventi che non risolveranno nulla, che non affronteranno le grandi sfide che i colleghi hanno enunciato nei loro interventi, che non prendono in considerazione anche la nuova stagione che ci troveremo di fronte laddove cambiano le regole del gioco. E forse, non perché siamo contro il cemento, nessuno di noi è contro il cemento, nessuno di noi è contro chi lavora in edilizia, nessuno di noi è contro il bello, la qualità, la possibilità di realizzare opere funzionali, nessuno è contro queste cose. Noi stessi abbiamo prorogato più di una volta il Piano casa, sappiamo bene che il mondo edilizio da la possibilità di rispondere con la qualità a quelle che sono anche le nuove richieste nel campo turistico, è necessario, importante, nessuno è contro queste cose. Però questo momento avrebbe preferito un confronto diverso, avrebbe preferito la possibilità di vedere coinvolti tutti quei soggetti portatori di interesse, le amministrazioni comunali, le associazioni che rappresentano le varie categorie degli artigiani, dell'industria, dell'edilizia, avremmo preferito quel percorso e non un percorso veloce, fatto tra Natale e Santo Stefano, che rischia di vedere impugnata la legge non perché siamo noi che diciamo che deve essere impugnata, ma perché le regole di chi fa parte di uno Stato democratico sanno benissimo che i percorsi di modifica del Piano paesaggistico regionale hanno un altro processo. Non significa essere veggenti, non significa tifare per queste cose, ma significa svolgere in maniera responsabile il proprio ruolo di legislatore sapendo che se tu non rispetti quelle regole vai incontro a impugnative, vai incontro non ad una stagione di riforme, ma a continuare a svolgere soltanto una propria campagna elettorale. Noi ci aspettavamo grandi cose da lei, Assessore, perché più volte preannunciate, nuove o vecchie di zecca che fossero, però funzionali, che potessero essere applicate, e ci aspettavamo anche un confronto su quella che doveva essere la vera legge di riforma, che è la legge urbanistica, e non su piccoli interventi anche con un'edilizia e un'urbanistica molto di fantasia e di difficile applicazione, sulla quale sappiamo benissimo tutti, lo sanno benissimo anche i suoi uffici, creeranno ulteriori quantità di contenziosi fra i comuni, le amministrazioni comunali, gli uffici tecnici e i cittadini, che saranno coloro che dovranno applicare la legge, saranno coloro che si troveranno in maggiore difficoltà nel doverla applicare, perché poi sappiamo benissimo che quando noi poi facciamo le leggi che non sono chiare, che creano contenziosi, di difficile applicazione poi sono i cittadini che ne pagano le conseguenze. Per questi motivi la nostra critica, la nostra delusione nel volerci confrontare su quella che poteva essere una grande stagione delle riforme, e invece continuare a vedere partorire piccoli topolini dalla vita corta, e soprattutto dalla illusione lunga. Grazie.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Michele Ennas. Ne ha facoltà.

ENNAS MICHELE (LEGA). Grazie Presidente. Riuso, riqualificazione, recupero del patrimonio edilizio. La domanda è se il nuovo Piano Casa accoglie questi obiettivi o si avvicina a questi obiettivi, io credo di sì, anzi penso di sì assolutamente. Durante questa discussione ho sentito non i consiglieri di maggioranza, ma i consiglieri di minoranza attribuire a questo testo una potenzialità che non è previsto che debba avere, non stiamo parlando della legge urbanistica né tantomeno della modifica del Piano paesaggistico, non ho neanche capito sinceramente che cosa è che ci si aspettava, noi avevamo l'obiettivo di migliorare uno strumento che nelle varie legislature si è succeduto con degli accorgimenti che riteniamo possano incentivare l'economia salvaguardando la tutela dell'ambiente e il patrimonio edilizio. Questo è il preludio del mio ragionamento, cioè una serie di misure che vanno a potenziare gli strumenti già noti e utilizzati in questi anni perché per quanto si possa dire la prima considerazione che mi viene in mente è che nonostante si tenti di far passare un messaggio in quel senso non c'è uno stravolgimento totale della legge in vigore, ci sono delle modifiche importanti che vanno in una direzione diversa, perché è il preludio a quello che faremo da qui in avanti rispetto a queste tematiche diverse rispetto a quanto conosciuto finora. Quali sono alcuni esempi di queste importanti novità? Viene introdotto un concetto di sostegno all'economia, che è importante e ricco di significati, in linea con la salvaguardia del territorio, mi riferisco agli aspetti del territorio rurale, allo stesso tempo dettando regole per il superamento delle condizioni di degrado dell'agro, cioè ribaltato rispetto al concetto che si vuole far passare, rispettando il patrimonio edilizio, anche col superamento dei limiti e vincoli che voi stessi avete ritenuto non fossero più in linea con le esigenze attuali, e anche un grande contributo del settore turistico. Certo, è ovvio che dobbiamo ragionare in un'ottica di riforma globale, nella quale però si inserisce come spirito questo nuovo Piano casa. Abbiamo passato il tempo non a ragionare sui termini dei contenuti, anche se riconosco che in Commissione è stato fatto un lavoro importante, e anche il fatto che ci sia stato un dibattito all'interno della stessa maggioranza io lo reputo positivo, non reputo il fatto che ci siano degli interventi anche del Presidente come una cosa limitativa, ma bensì il fatto che il dialogo è vivo e quello che vogliamo è raggiungere gli obiettivi del nostro programma. Però voglio fare una riflessione quando il messaggio reiterato che arriva dalla minoranza è quello, purtroppo, almeno così passa nelle persone che ascoltano e che giudicano noi e che giudicano voi, di un popolo di persone che sa soltanto dire no a qualsiasi cosa. È brutto dirlo, ognuno ha quello che si merita, noi passiamo, volete farci passare come degli edificatori, degli speculatori, o almeno favorire cose di questo tipo, cosa che invece non è assolutamente vera. Io non so di cosa sono fatte le case in cui vivete, però cemento, cemento, cemento. La sua casa di cosa è fatta? Cemento penso, penso di tutti, mattoni, cemento, non c'è niente di male nella parola cemento, il punto è come intendiamo sviluppare e se intendiamo sviluppare il nostro territorio. C'è una frase del parere del CAL che mi ha colpito e che voglio citare: "Anche gli stessi territori costieri tra loro si trovano in condizioni di crescita molto diverse, di cui anche questa proposta di legge dovrebbe tenere conto. Esemplare il confronto fra il settore ricettivo delle aree del Sulcis e del Medio Campidano rispetto ai territori del nord Sardegna, appare evidente che mentre i primi potrebbero, con buona ragione, avere necessità di colmare le carenze di strutture ricettive, essendone praticamente privi, i secondi hanno certamente meno bisogno di incrementare volumetrie". Quindi fare dei ragionamenti che si basano solo sul dire no e poi andare a pontificare nei territori che serve fare una transazione rispetto a un modello di sviluppo, perché quel modello di sviluppo è superato, e non consentire a questi territori di potersi in qualche modo liberare da certi modelli di sviluppo e poter sviluppare altre economie, mi sembra troppo facile, mi sembra che venga fuori da una mentalità che, seduti su una poltrona dicendo a tutto quanto no, tanto poi poco ci interessa di quello che succede da una parte o dall'altra della Sardegna o risolvere i problemi. È un po' come quel Ministro che raccontava che sogna un'Italia dove ci sono tante colonnine delle auto elettriche in tutti i Paesi, poi gli chiedono che macchina ha e risponde che ha un diesel e lo aveva appena comprato. Quindi proviamo ad immedesimarsi anche su quelle che sono visioni e necessità diverse dei territori, questo è solo un esempio, la cultura del no, perché questo è l'esempio ideologico su cui si basa la vostra visione, non ci porterà da nessuna parte. Io ogni volta che mi confronto con la parte politica diversa per qualsiasi argomento del mio territorio, del territorio che rappresento, trovo sempre un no, no alla crescita di strutture ricettive, no alla metanizzazione, no alle industrie, no alla dorsale, altro esempio della spaccatura che c'è tra la sinistra e il Movimento 5 Stelle a livello nazionale che ha impedito alla Sardegna di avere uno sviluppo energetico armonico per i prossimi anni, giocandosi il futuro, questo sì, energetico della Sardegna, eppure nessuno di questo si sente in dovere di dover parlare o di prendere una posizione, e mi riferisco alla parte dell'opposizione, in special modo alla sinistra. Noi crediamo che debba essere debba essere fatto un ragionamento di rinnovamento ovviamente delle leggi urbanistiche e in particolare anche del Piano paesaggistico, che coinvolga le comunità locali e che rispetti l'attuazione dei principi di identità e di territorialità, qualcuno ha parlato del Piano paesaggistico, certo che dobbiamo superarlo, l'attuale Piano paesaggistico è un dramma. Qualcuno ha parlato del fatto che non ci siano i PUC adeguati o che siano pochissimi, è quasi praticamente impossibile. Cioè il Piano paesaggistico attuale è un piano di divieti, basati su principi su una pseudo tutela difensiva del territorio che non esiste, su norme tecniche di attuazione disorganiche, su enormi difficoltà di applicazione di lettura, su strategie assenti, su tempi di attuazione dei PUC che tentano di adeguarsi che non sono conformi, su centri matrice che sono tutti classificati allo stesso modo, e questi sono solo alcuni esempi. Facciamola veramente la riforma, però senza caricare di responsabilità questo provvedimento, questo provvedimento serve per eliminare alcuni ostacoli, rimettere ordine, fornire delle regole precise, ampliare il campo dell'opportunità mantenendo salva la tutela dell'ambiente e la tutela del territorio. Grazie Presidente.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Ennas.

È iscritto a parlare il consigliere Pietro Moro. Ne ha facoltà.

MORO PIETRO (UDC Cambiamo). Grazie Presidente, membri della Giunta e colleghi consiglieri e colleghe. In questo intervento ho sentito parlare tantissimo di cementificazione, ma se andiamo a vedere il rapporto dell'ISPRA sul consumo del suolo ci fornisce il quadro aggiornato dei processi di trasformazione del nostro territorio che continuano a causare la perdita di una risorsa fondamentale, il suolo, con le sue funzioni relative ai servizi ecosistemici. Il rapporto analizza l'evoluzione del territorio e del consumo del suolo all'interno di un più ampio quadro di analisi delle dinamiche delle aree urbane, agricole e naturali ai diversi livelli e delle trasformazioni del paesaggio. I dati confermano che si continua ad incrementare il livello di artificializzazione e di conseguente impermeabilizzazione del territorio causando la perdita irreversibile di aree naturali e agricole. I dati del consumo del suolo del 2019 mostrano come a livello nazionale la copertura artificiale del suolo sia arrivata al 7,10 per cento con un consumo procapite che ha raggiunto gli oltre 350 metri quadri per abitante. In termini di suolo consumato procapite i valori regionali più bassi risentono della bassa densità abitativa tipica di alcune regioni, fra le quali la Sardegna, che nel 2019 presenta una percentuale di suolo consumato, o meglio urbanizzato, del 3,2, 3,28 per cento con la percentuale nazionale come già affermato dal 7.10 e seguita solamente dal Trentino-Alto Adige e dalla Basilicata, poi dalla Lombardia, Veneto, Campania, che sono quelle regioni con un maggior consumo. Visti i piani di sviluppo rurale, visto l'interesse ormai consolidato dell'Unione europea tramite progetti leader finalizzati alla promozione dello sviluppo integrato endogeno e sostenibile nelle aree rurali non solo nei settori dell'agricoltura, dell'ambiente, dell'artigianato e dei servizi, ma anche del turismo rurale, della formazione e dell'aggiornamento professionale, visto il PPR, il Piano paesaggistico regionale, il cui fine è preservare, tutelare, valorizzare e tramandare alle generazioni future l'identità ambientale, storica, culturale e insediativa nel nostro territorio e tutelare il paesaggio culturale promuovendone forme di sviluppo sostenibili al fine di conservarne e migliorarne le qualità. Ricordiamo che la Sardegna non ha solamente coste, ma intere aree interne ancora di difficile penetrazione, orfane di strutture e infrastrutture, quindi di economia e popolazione che possano valorizzare e curare l'intero patrimonio storico, artistico, culturale e ambientale ivi racchiuso. Ma servono le giuste condizioni per valorizzare anche coloro che potrebbero attuare ciò, i nostri giovani, il nostro capitale umano, formato a vari livelli, che da qui emigra poiché sono luoghi che mancano di strutture materiali e immateriali. I nostri anziani, che in genere, loro in particolare, hanno necessità di servizi, i bambini, i giovani che hanno ulteriori necessità quali scuole, biblioteche e luoghi ricreativi, che, pur magari essendoci non trovano scambio e animazione poiché si vive in ambienti chiusi, che non offrono stimoli adeguati dall'esterno non essendoci un fluire continuo di popolazione che scorre, si ferma, porta nuovi saperi. Ci domandiamo come sia possibile realizzare tutte queste cose se blocchiamo attività quali l'edilizia, che va vista come un volano per l'economia della nostra Isola, e non come molti erroneamente la dipingono quale complemento di modelli di politica ambientale certamente anche economiche. Il problema non è l'edilizia in sé ma come utilizzare questo settore agli stessi fini della sostenibilità offrendo alle popolazioni locali una qualità di vita alta che ha il punto di partenza da un benessere olistico del quale l'ambiente naturale è parte fondamentale in quanto sinonimo di salute. Così, armonizzare il costruito con l'ambiente circostante, scoprire le relazioni esistenti tra le zone costruite, il territorio e l'ambiente rurale, che ormai è anche sempre più residenziale proprio grazie alla controtendenza di non dividere come decenni fa la campagna dalla città, ma farle dialogare in un contesto paesaggistico migliore per ambedue le forme. Regole sì, ma che comprendano il benessere individuale con forme di completamento edilizio, di ristrutturazione e di ampliamenti che rispettino l'identità locale dei colori, dei materiali e del verde circostante e naturalmente con tutte quelle forme richieste dagli indirizzi dell'Unione europea recepiti a livello di Regione; forme e modelli che però hanno necessità di essere confermati anche nei luoghi, nel rispetto locale, poiché come ben si sa spesso il modello per essere applicabile ha necessità di essere costruito in base anche al territorio pur seguendo linee guida comuni.

In definitiva, la Sardegna ha necessità di esprimere se stessa secondo forme consone sia alla propria economia (non dimentichiamoci che nel 2019 siamo rientrati nell'obiettivo 1, regione in ritardo di sviluppo), sia rispettose dell'ambiente che è la nostra economia più preziosa, e quindi è impensabile che facendo ripartire gli l'edilizia noi non si sia in grado di rendere ancora migliore e più armonico il nostro territorio. Tornando quindi al rapporto (…) citato all'inizio e alle poche fra le tante politiche citate per la Sardegna, il nostro 3 per cento di urbanizzazione non dovrebbe preoccupare i livelli nazionali che ne esprimono oltre il 7 per cento: perché l'Isola ancora una volta dovrebbe essere penalizzata, se invece riesce a mettere in campo politiche migliorative per il proprio territorio e rispettose della tanto giustamente auspicata sostenibilità ambientale, il cui fine fondamentale è proprio rappresentato dal concetto di equità da esprimersi in un bilanciamento sociale, economico e ambientale?

Concludo proprio analizzando il concetto di bilanciamento sociale, economico ed ambientale. A tutela e salvaguardia del patrimonio ambientale deve necessariamente corrispondere un benessere economico che prima di tutto permetta ai giovani della nostra amata Sardegna di tornare alla sua vocazione agricola. La tutela fine a se stessa ha prodotto negli ultimi anni una diminuzione degli investimenti nei settori strategici quali l'edilizia e l'agricoltura oltre allo spopolamento delle zone interne dovute alle norme complesse e alla burocrazia galoppante, che hanno impedito soprattutto ai giovani imprenditori sardi di proseguire nella valorizzazione dei territori e delle attività avviate dai loro padri.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Giovanni Satta. Ne ha facoltà.

SATTA GIOVANNI (PSd'Az). Con la legge regionale 8 del 23 aprile 2015 e successive modificazioni e la legge regionale 11 del 2017 la Regione Sardegna si consente alle strutture destinate all'esercizio dell'attività turistico-ricettiva di effettuare degli ampliamenti in deroga agli strumenti urbanistici e regolamenti vigenti. "Nelle strutture ricadenti nelle zone urbanistiche omogenee A è possibile realizzare un ampliamento del 20 per cento della volumetria esistente; nelle strutture ricadenti in zone urbanistiche B, C, F e G, purché al di fuori dei 300 metri dal mare dalla linea di battigia, è possibile realizzare un ampliamento nella misura massima del 25 per cento; è ammessa la realizzazione di corpi di fabbricati separati destinabili anche nella misura massima del 30 per cento all'incremento volumetrico concesso all'adeguamento delle camere degli standard internazionali senza incremento del numero complessivo delle stanze. Gli interventi del punto precedente" - quindi quelli che ho appena detto - "sono ammessi anche nelle strutture localizzata nella fascia dei 300 metri". Non so se qualcuno ha prestato attenzione, qualche anno fa io ho dato grande rilievo e ho rispettato il grande lavoro che fece l'allora assessore Cristiano Erriu, che girò la Sardegna, si confrontò con le attività produttive e con tutti i soggetti interlocutori, quindi con i Comuni, e ha fatto un grande lavoro del quale io, nonostante fossi all'opposizione, ebbi un grande rispetto. Dovrebbero ricordarselo Giuseppe Meloni, Gianfranco Ganau e il collega Moriconi.

Queste dichiarazioni che ho appena letto sono dichiarazioni di Cristiano Erriu, che permetteva le stesse cose che in parte questa riforma, chiamiamola così, questo piano casa consente. Qualcuno ci chiede collaborazione: quale collaborazione possiamo avere noi con una minoranza che in quell'occasione, dopo due anni e mezzo di lavoro, di grande lavoro, ripeto, del quale avevo grande rispetto, portato avanti dalla Giunta regionale e da Cristiano Erriu in prima persona, non riuscì a far approdare in Aula quel provvedimento?

Oggi molte di quelle cose sono recepite dalla riforma proposta dalla Giunta e dall'assessore Quirico Sanna, del lavoro del quale io ho grande rispetto a differenza di quello che potete dire voi, perché qua mi è sembrato di sentire sessanta persone che si sono professate grandi conoscitori della materia urbanistica, che è una materia per pochi in Sardegna, sono poche le persone che possono dire di conoscere a fondo la materia urbanistica, sono pochissime e non penso che in questo consesso ce ne siano, di quei cinque o sei non credo che ce ne sia neanche uno di noi. Quindi il lavoro va rispettato quando va portato avanti, e va rispettato perché è fatto nell'interesse dei sardi, di quei sardi che ci hanno eletto, e qui si scontrano le due correnti di pensiero in urbanistica, perché si sta verificando lo stesso scontro che avvenne nella maggioranza nella scorsa legislatura, tra una corrente intransigente che non vorrebbe che si facesse niente, rappresentata in questo caso da tutta la minoranza (mentre in quell'occasione il Partito Democratico la pensava in maniera profondamente diversa), e l'altra parte invece che è un pochino più come siamo noi per il fare, per poter essere un pochino più aperta verso soluzioni diverse che possono comunque far ridecollare un settore come quello urbanistico che ha visto la perdita dal 2008 ad oggi di 35 mila posti di lavoro. Nessuno di noi vuole costruire sulle coste, o almeno non più di quanto non volesse quella maggioranza nella scorsa legislatura, soprattutto quella parte, ripeto, rappresentata dal Partito Democratico di cui alcuni autorevoli esponenti siedono oggi nei banchi dell'opposizione, quindi io penso che anche voler dire… veramente, per chi è per l'autonomia, perché fa parte di un partito autonomista ma è un autonomista per natura, come dovremmo essere tutti, non è bello sentirsi dire "tanto ve la boccia il Governo nazionale". L'accusa che ha lanciato il collega Peru la condivido pienamente, ma come si può fare… come possono esponenti di spicco dell'attuale maggioranza di Governo andare a dichiarare "tanto la legge verrà impugnata", senza neanche vedere… non la conosciamo ancora neanche noi, perché potrà essere suscettibile di modifiche anche in quest'Aula, anche modifiche importanti che potrebbero vedersi in questi giorni, già è stata ridimensionata da alcuni provvedimenti della Giunta. Per cui io credo che sia brutto sentirsi dire questo, perché è proprio un calcio allo stomaco alla nostra autonomia, quindi io questo lo rigetto profondamente.

Ovviamente io credo che questo testo che andremo ad approvare sarà sicuramente antesignano di quello che dovrà essere poi definitivamente il testo unico, tanto auspicato, auspicato appunto da Cristiano Erriu, auspicato con proclami, non sono più importanti di quelli che faceva Cristiano Erriu i proclami che fa l'assessore Quirico Sanna quando dice di voler fare il testo unico urbanistico, quindi una nuova legge urbanistica che possa raccogliere veramente tutte quelle che sono le varie leggi e possa essere un punto di riferimento per tutti. Quindi credo che sia importante poi avviare, questo l'abbiamo già detto, una trattativa con il Governo per modificare il PPR, anche se non era così scellerata neanche la volontà di voler interpretare in maniera diversa quelli che sono stati i passaggi che il Governo dal 2008 in poi ha fatto, quando prima ci ha detto che abbiamo applicato la copianificazione attraverso il PPR, poi ci dice che avremmo dovuto invece fare noi la pianificazione, cosa che ha iniziato il Governo Cappellacci che aveva iniziato a fare la pianificazione non copianificando ma per sottoporla poi al controllo da parte del Governo. Quindi anche qua bisogna fare chiarezza, bisogna che l'Assessore, nel quale io ho piena fiducia, ovviamente, rispetto al lavoro che ha fatto, non meno di quanto abbia rispettato il lavoro di Cristiano Erriu, e credo che sia il momento appunto di guardarci negli occhi e di andare a verificare qual è la portata di questo provvedimento e vedere un attimino se ci sono anche dei punti nel quale si possa anche modificare, ma ritengo che sia importante che il 30 di questo mese venga esitato il provvedimento. Ovviamente avrei preferito, questo lo devo dire, che il provvedimento fosse arrivato magari venti giorni fa in Aula, così saremmo stati più sereni e avremmo avuto meno da correre per poter analizzare la portata del provvedimento, e su questo faccio un mea culpa assieme a tutta la maggioranza e spero che anche l'Assessore e la Giunta possano dire altrettanto. Quindi auspico che si abbia un clima più disteso, in modo tale che questa legge possa essere esitata con serenità e dia risposte ai sardi, che non sono per forza quelle che dite voi ma ci sono anche quelle di questa corrente di pensiero che è un pochino più aperta verso una riforma urbanistica e un piano casa più permissivo di quello che abbiamo avuto fino ad oggi, non molto difforme da quello che ci presentava Cristiano Erriu due anni fa. Grazie.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Emanuele Cera. Ne ha facoltà.

CERA EMANUELE (FI). Diverse considerazioni sono state già fatte dai colleghi che sono intervenuti prima di me, ma altre le voglio fare, anche se rischio di essere ripetitivo. Il disegno di legge che oggi abbiamo in discussione una volta approvato restituirà ai sardi la certezza di diritto, con regole uguali che valorizzano il patrimonio edilizio esistente nel rispetto del paesaggio: anche per questo impegno, che certamente manterremo, i sardi hanno preferito, con un distacco tutt'altro che trascurabile, il presidente Solinas e la nostra coalizione all'altra in competizione.

Il testo iniziale prodotto dall'assessore Sanna è stato oggetto di un grande lavoro da parte della Commissione che il nostro partito ha l'onore di presiedere con il collega Giuseppe Talanas, che ringrazio, lo stesso testo è stato rivisitato dalla Giunta e limato prevedendo anche l'azzeramento del bonus per le seconde case nei 300 metri dal mare. Nella stessa fascia gli alberghi potranno solo demolire e ricostruire, senza aumentare cubature. Al di fuori di tale limite e sempre nelle zone turistiche il bonus a favore delle seconde case sarà invece del 30 per cento con un massimo 150 metri cubi, più un 10 per miglioramenti energetici. Nei centri storici l'aumento potrà passare dal 20 al 25 per cento, fino a 90 metri cubi; nelle altre zone urbanizzate sarà del 30 per cento, fino a 180 metri cubi. Per quanto riguarda l'agro, si conferma il lotto minimo di un ettaro: bene, anche se personalmente mi sento di andare anche oltre, non fosse altro perché provengo da un territorio fortemente parcellizzato, ricco di tanti piccoli appezzamenti, diversi dei quali di proprietà di cittadini che non esercitano l'attività agricola; appezzamenti terrieri spesso ereditati dai genitori o da parenti, dove, senza nessuna speculazione alcuni cittadini vorrebbero realizzarci la propria abitazione, risparmiando certamente sull'acquisto dell'area edificabile che tanto incide nella realizzazione dell'immobile. Ma anche per mia ideologia sono per la possibilità di far vivere le nostre campagne, renderle fruibili, vigilarle, prevenendo il rischio incendi e il progressivo abbandono e degrado - vi invito, cari colleghi, a visitarle, vi renderete conto dello stato di abbandono in cui versano -, perciò sono per la possibilità di poter accorpare più particelle che contribuiscano al raggiungimento dell'ettaro, perché no, con regole certe che impediscano a chi opera la scelta di pretendere dal Comune di residenza le urbanizzazioni e i servizi alla pari di chi vive nel centro urbano, perciò una scelta consapevole e motivata che può essere rimandata all'adozione dei Piani urbanistici comunali che ne determinano l'utilizzo. Ma quale consumo del suolo? Andiamo in altre regioni e ci renderemo conto della strada da percorrere.

La proposta di cui discutiamo è buona, prevede premialità volumetriche, incoraggia l'adozione di tecniche costruttive che consentano il recupero e il riutilizzo di componenti costituenti l'edificio, l'impiego dei materiali locali e delle fonti di energia rinnovabili. Si raggiunge un punto di equilibrio tra la tutela dell'ambiente e le esigenze delle famiglie e delle imprese sarde; diamo una boccata d'ossigeno a un settore, l'edilizia, che ha perso 30 mila addetti in dieci anni.

Spiace dover sottolineare un aspetto politico, già riportato da alcuni colleghi nei propri interventi, ma non lo ritengo secondario perché attiene alla nostra autonomia e alle regole che sono al di sopra dell'alternarsi di maggioranze e opposizioni pro-tempore, mi riferisco alle esternazioni di un Sottosegretario sardo che addirittura ha annunciato l'impugnativa di una legge ancora non approvata e di cui oggi discutiamo. Non permettiamo a nessun governo di obliterare un dibattito che trova nel Consiglio la sua sede naturale, nessuno provi a condizionare il Consiglio ventilando illegittimità che sono solo nella testa di chi le insinua. Ricordiamo al Sottosegretario che già qualcuno in passato ha tentato di impugnare un piano casa, quello della Giunta Cappellacci del 2009, e ricordiamo anche che è andata male ai ricorrenti: con buona pace degli oppositori né il piano casa né la revisione del Piano paesaggistico regionale sono stati dichiarati illegittimi, al contrario, dalla sentenza della Corte costituzionale numero 46 del 2014. Inoltre, poiché dell'ipocrisia di quelli che predicano l'ambientalismo dalle ville al mare ne abbiamo piene le tasche, attendiamo notizie sulla rinuncia da parte di questi alle lussuose ville in Costa Smeralda di alcuni politici. Quel piano casa ha prodotto un miliardo di investimenti nella nostra terra, con benefici rilevanti per la nostra economia e senza causare gli scenari apocalittici annunciati dall'opposizione di allora, l'attuale ne produrrà sicuramente altrettanti e produrrà sviluppo e occupazione nella nostra regione. Questo ci dice ancora che bisogna tornare sulla strada giusta, quella che vede i sardi autentici decisori, migliori custodi del paesaggio e sapienti nel trovare il giusto equilibrio con le esigenze dell'economia; un primo passo verso una legge urbanistica che necessariamente la nostra maggioranza dovrà approvare, dando alla Sardegna una norma di governo del territorio snella, certa e corrispondente alle necessità di tutti i sardi, nessuno escluso.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Eugenio Lai. Ne ha facoltà.

LAI EUGENIO (LEU). Iniziando il mio intervento vorrei ringraziare i colleghi della opposizione, che all'interno della Commissione hanno fatto un egregio lavoro, in particolare il relatore di opposizione, l'onorevole Piscedda, che nel suo intervento ha sviscerato alcune delle questioni che anche io proverò ad esaminare. Però prima, Presidente, vorrei dirle che ho provato ad ascoltare in maniera ligia tutti i consiglieri di maggioranza che sono intervenuti questo pomeriggio, questa sera, provando ad individuare un filo conduttore, provando ad individuare quale sia l'idea di sviluppo che questa maggioranza ha in testa, provando a intercettare dai loro interventi alcuni dati, alcuni studi che dessero l'opportunità a tutta l'Aula di analizzare in maniera franca e trasparente una legge. Non c'è un dato economico oggi, che questa sera i consiglieri di maggioranza hanno esplicitato nei loro interventi, non c'è una relazione che ci consenta di dire quali siano gli effetti in termini economici di questa legge che stiamo andando ad approvare, non c'è neanche quell'accusa o almeno, non l'ho sentita io dai banchi dell'opposizione, quell'accusa solo esclusivamente cementificatoria che si è citata, probabilmente ci si è trincerati dietro questi argomenti che ormai sono passati, sono oltremodo battuti lungo la strada del PPR, per non entrare realmente nel merito della normativa che stiamo andando ad esaminare. Ed è questo che mi dispiace, perché badate, c'è una discussione monca in quest'Aula perché avete provato a giustificare questa legge parlando di meno 30.000 occupati nel settore dell'edilizia. Ma qual è l'effetto vero? Qual è lo studio che dimostra che andando ad approvare questa proposta di legge di governo del territorio, aumentino i lavoratori sul tema dell'urbanistica? Glielo dirò dopo Assessore, e non è un caso che qualche giorno fa i sindacati confederali hanno annunciato lo sciopero generale proprio sul tema del lavoro, hanno proposto lo sciopero generale proprio sul tema del lavoro. Forse perché non c'è un filo conduttore sul tema dell'occupazione, e non parlo dell'Assessorato del lavoro in senso stretto, parlo della visione del mondo dell'occupazione e del lavoro che avete in testa. Perché badate, e l'ho detto già altre volte, il tema più toccato, cliccato, anche nelle diverse piattaforme, non è l'incremento volumetrico, non è la percentuale o meno di incremento di una stanza d'albergo o di una seconda casa che volete andare ad individuare, è l'ecobonus, è il fatto che il Governo vi ha anticipato in termini molto più lungimiranti, in termini molto più lungimiranti perché intendere rilanciare l'edilizia, si rilancia solo ed esclusivamente immettendo risorse, immettendo denaro nell'economia, non provando a dire che c'è bisogno di una nuova stanza d'albergo, c'è bisogno di un nuovo incremento volumetrico nelle zone F, così come state proponendo all'interno del disegno di legge. E badate, anche qui, nel corso della discussione, andremo a vedere se quel vertice a Villa Devoto vi ha fatto cambiare idea sulle zone F o ci saranno dei distinguo all'interno della maggioranza, così come si vocifera già nei corridoi. Vedremo cosa accadrà, ce lo direte. E allora, onorevole Deriu, quando lei ha parlato prima: "La maggioranza sta facendo i calcoli", ma quali calcoli? Io vorrei vedere dei dati, dei dati statistici reali, che dimostrino che questa legge che ci state proponendo salverà l'Isola, salverà la nostra economia, l'unico che è stato sincero in questo caso è l'onorevole Ennas, che in maniera molto tranquilla, forse neanche accorgendosene, ha detto un potenziale che non credo abbia questa legge. E allora a chi serve, Assessore? A chi serve questa legge? Serve forse a qualche grosso investitore straniero? Serve forse a qualche grosso investitore finanziario ed economico che noi come opposizione non conosciamo? Perché avete parlato di zona agricola, ma perché pensate di consentire il cambio di destinazione d'uso di un fabbricato in zona agricola? È forse a scopo agricolo o è forse a scopo economico, finanziario e speculativo? Perché pensate di consentire che il lotto minimo sia decisamente inferiore, diventi un ettaro, ed eliminate il requisito professionale oltre naturalmente i mille metri? Ma allora qual è la visione di agricoltura che avete in testa? È forse quella di zappare la campagna? È forse quella della produzione dell'agroalimentare? Non mi pare, non mi pare che vada in questa direzione, mi pare che invece vada in una direzione di occupazione sì, di suolo agricolo, ma senza una visione di agricoltura. Ma questo già lo avete dimostrato, perché mi pare che i sindacati, anche in questo caso i rappresentanti del mondo agricolo più volte l'hanno sottolineato e l'hanno sottolineato anche in questi giorni, e cosa però ancora più grave, non vi basta tutto quello che sta accadendo, i cambiamenti climatici, tutte le disgrazie che stanno accadendo, continuate nell'idea di consentire l'abitabilità ai seminterrati, consentite nell'idea che i seminterrati siano un luogo sicuro dove poterci abitare con la propria famiglia, consentite alle persone di mettere a rischio, perché saranno sicuramente le persone più povere, coloro i quali non si possono permettere gli altri piani dell'abitato, vivere in una zona dove il pericolo, il tasso di rischio è altissimo. Però poi naturalmente si corre con i richiami alla solidarietà, con i richiami a: "Noi non lo potevamo prevedere, un evento, una sciagura", tutto quello che abbiamo sempre sentito. Allora provate a cambiare passo, cambiare passo significa avere una visione, una visione di Sardegna che coniuga l'urbanistica, che coniuga la visione turistica, che coniuga la visione del mondo agricolo che avete in testa, che coniuga anche naturalmente, non ultimo, il mondo del lavoro. Queste quattro visioni non coincidono e non c'è una strada comune che le mette insieme, anzi si scontrano l'una con l'altra. Il tema che ho sentito e che continuerò a sentire, probabilmente perché è il tema più caro a un partito politico che ormai è diventato uno slogan è: "La Bibbia del PPR, è la Bibbia del PPR per le quali le opposizioni si immolano, si sacrificano." Chissà che cosa sia questo delitto del PPR. Le opposizioni badate, almeno per quanto mi riguarda, non penso che il PPR sia un elemento immodificabile, penso anzi che vada modificato e completato, penso che sia indispensabile attualizzarlo perché pensare ad uno sviluppo armonico e completo della nostra Isola deve essere un obiettivo che una buona politica deve perseguire, non quello di parcellizzare, di provare a superare i piani particolareggiati del centro storico, poi anche qui andremo a vedere se nell'emendamento correttivo che avete scritto in questi giorni approverete o meno, non quelle per esempio di trasformare la casetta degli attrezzi, come diceva l'onorevole Piga, in una villa superlusso, perché questo volete consentire all'interno della vostra legge, non quello delle regole uguali per tutti. Perché badate, bisogna imparare in quest'Aula a differenziare la nostra Isola, la nostra Isola non è tutta uguale, non è tutto uguale in termini di coste e di aree interne, i paesi e le città hanno necessità di visioni diverse che poi vengono sicuramente coniugate in una visione complessiva, però hanno bisogno di avere certamente regole diverse, non foss'altro che il piano neve non lo fanno nelle coste, ma lo fanno nelle aree interne, oppure il piano dei litorali non lo fanno nelle aree interne ma lo fanno nelle coste. Quindi voi provate a trincerarvi dietro il solito slogan: "Voi siete l'opposizione del no". Il problema è che noi siamo un'opposizione che è contro la mancanza di una visione generale di Sardegna, che è contro a provvedimenti raffazzonati e incostituzionali, perché non abbiamo bisogno di Roma per dircelo, ma non abbiamo neanche bisogno degli speculatori esteri o italiani che vengono qui ad acquistare le nostre zone agricole.

È iscritto a parlare il consigliere Francesco Mura. Ne ha facoltà.

MURA FRANCESCO (FdI). Io sono rimasto colpito dalla contrapposizione cromatica che l'onorevole Corrias ha attribuito a questa nostra differenziazione di posizioni. Io, se dobbiamo contrapporre i nostri colori e il vostro giallo rosso e assimilarlo al derby romano, mi dispiace, sono tifoso interista e mi riconosco più nel nerazzurro piuttosto che nel biancoceleste della Lazio, nonostante abbia grandi simpatie per gli amici laziali. Al di là delle battute, spero che l'onorevole Corrias abbia inteso, io vorrei ringraziare in primis rispetto al grande lavoro che è stato fatto, che ci ha portato qua, il Presidente della Commissione urbanistica che non è qui presente, l'onorevole Talanas, che ha dimostrato un grande impegno, una grande competenza nella gestione della Commissione, vorrei ringraziare insieme a lui tutti i commissari di quella Commissione, perché al di là delle divergenze che ci hanno visto discutere un testo così complesso e difficile, ma l'abbiamo sempre fatto con rispetto e anche con spirito di collaborazione, questo va riconosciuto a tutti quanti, e un ringraziamento ovviamente a tutta l'Aula. L'urbanistica appunto, come diceva giustamente l'onorevole Lai, è un tema che evoca in quest'Aula un clima di guerra santa, se così non fosse non saremmo stati qui a prepararci, a fare le notti, oggi, domani, forse dopodomani. Praticamente da sempre, da che esiste la Regione Sardegna, questo tema è un tema caldo, è un tema che contrappone le destre e le sinistre, le varie visioni dell'Aula, dal 2006 in poi appunto la Sardegna è vittima di questa contrapposizione. Una contrapposizione che vede da una parte i bravi, quelli che vogliono difendere l'ambiente, quelli a cui sta a cuore l'ambiente, e solo a loro sta a cuore l'ambiente, e dall'altra parte i cattivi, e saremo noi in questa parte.

Una contrapposizione quasi bellica, e come tutte le guerre, anche questa, l'unico risultato che ottiene è quello di fare delle vittime civili. Le vittime civili di questa contrapposizione bellica sono appunto le imprese, gli artigiani, i professionisti, i semplici cittadini o i piccoli proprietari che sono stati trasformati in anni di terrorismo paesaggistico in delinquenti. Avete trasformato, non voi ma chi vi ha preceduto, in parte lo state facendo anche voi, l'intero comparto edile in un sistema delinquenziale. È maturo il tempo, appunto, per rimettere le cose a posto.

Dal 2009, con la legge numero 4, si lavora in Sardegna con i piani casa ed è dal 2009 che l'edilizia e tutto il sistema agricolo, turistico sardo si confrontano rispetto a questa legge, e non è successo nulla di quello che voi dite rispetto al consumo del suolo, siamo ancora, pensate un po', la Sardegna, siamo ancora la regione col minor consumo di suolo in Italia. Mi sa che siamo secondi solo alla Valle d'Aosta per ovvie ragioni morfologiche. Vi siete arroccati in questa difesa, in maniera secondo me scorretta, ed anche poco costruttiva alle tragedie, e non è un modo corretto di affrontare un tema così complesso e così difficile, perché la Sardegna è dotata di uno studio di un piano di assetto idrogeologico che vincola tutte le zone a rischio, più della metà della Sardegna è vincolata rispetto al rischio idrogeologico e a cosa è servito questo studio e questo sistema di vincoli se non a preservare le zone che a rischio non sono?

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MICHELE PAIS

(Segue FRANCESCO MURA.) Questo stiamo facendo anche in questa legge, stiamo lavorando sulle zone che non sono a rischio, e questo è opportuno che sia riconosciuto da questa Assemblea legislativa. E inoltre non sta scritto da nessuna parte che esiste una estensione minima per fare agricoltura, oggi si può fare agricoltura con pochissima estensione di terra, lo si può fare, e pensare ad un'agricoltura con grandi estensioni è fuori dal tempo, questo è sbagliato sotto tutti i punti di vista, sia quello di chi vuol godere della sua proprietà, ma sia anche quello di chi vuol fare l'agricoltura e non sta scritto neanche da nessun'altra parte che a fare l'agricoltura debbano essere solo e per forza imprenditori agricoli a titolo principale.

Di questo passo noi stiamo blindando l'edilizia e anche l'agricoltura, questo lo sapete benissimo. Proteggete la vostra tesi utilizzando come scudo i paesi in via di estinzione, io sono Sindaco di uno di quei paesi in via d'estinzione, pensate un po', il mio Paese scadrà nel 2064, come detto da quello studio che ha citato l'onorevole Corrias, io sono sindaco dal 2013 e dal 2013 a oggi nel mio Paese sono state rilasciate 10 concessioni edilizie in 8 anni e 0 concessioni edilizie per nuova costruzione. Quando legate l'edilizia e l'urbanistica al problema dei paesi in via di estinzione, state facendo una connessione che non è in questo mondo, non c'entra nulla, niente. L'ultima concessione edilizia del mio Paese, per nuova costruzione, risale al 2006, oltre, il vuoto, non è successo più nulla, e questo è frutto dello stringere le maglie della normativa anche urbanistica. Onorevole Deriu, lei ha citato il non finito sardo, e mi fa molto piacere che lo abbia fatto, ma chi lo sa che anche lo stesso non finito sardo possa un giorno diventare infinito? Io l'ho combattuto nel mio paese il non finito, l'ho combattuto con risultati accettabili, ma che piaccia o meno anche a Francesco Mura, il non finito fa già parte di quel paesaggio di Nughedu al pari del finito che magari lo esalta. Perché al di là delle bellezze naturali, il paesaggio è anche il passaggio dell'uomo, ma il passaggio dell'uomo o meglio l'uomo passa solo se è libero di farlo, se noi impediamo all'uomo di passare, quindi di vivere il territorio e il paesaggio, non si costruisce, si cristallizza, così come il PPR ha cristallizzato la situazione edificatoria dei volumi in Sardegna al momento della sua approvazione. Non è pensabile che il 90 per cento delle strutture turistiche possono essere collocate in un'area specifica della Sardegna, e il resto della Sardegna non potrà mai più essere competitivo al pari di quell'area lì, questo non è pensabile, non è accettabile, ed è per questo motivo anche che è doverosa una guerra a quella anomalia al PPR. E' un concetto difficile quello della libertà, è difficile da interpretare, è difficile da applicare, ed è difficile anche dal riconoscere. Ma è facile invece riconoscere chi è che impedisce la libertà, e il PPR è uno di quegli strumenti.

Li ha citati sempre lei, onorevole Corrias, 108 Comuni costieri, 18 Comuni hanno adeguato il PUC al PPR, di 65 Comuni semi costieri solo 5 hanno adeguato il PUC al PPR, è non è questa una legge illiberale, al di là del fatto che non è questo il tema che stiamo discutendo? Lo è, e finché voi non vi liberate di quella sacralità che gli è stata attribuita al PPR, non sarà possibile in quest'Aula avviare un ragionamento costruttivo su questo tema, sul tema del Piano casa, sul tema dell'urbanistica e su tutto questo sistema così complesso, che come ha detto qualcuno prima di me, probabilmente in Sardegna pochi hanno la capacità di parlarne. E adesso è ora di cambiare passo e di lavorare verso una Sardegna più libera, una Sardegna che possa essere più libera di vivere il proprio territorio e sarete qui nelle prossime ore arroccati a difendere questo sistema illiberale, ma noi saremo qui dall'altra parte a resistere per ridare alla Sardegna la possibilità di rivivere il proprio territorio, consapevoli del fatto che con noi ci sono i sardi, la maggioranza dei sardi sta dalla nostra parte, non dalla vostra. Grazie.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Michele Ciusa. Ne ha facoltà.

CIUSA MICHELE (M5S). Grazie Presidente. Siamo giunti alla fine dell'anno con uno degli argomenti più importanti per la Sardegna, un argomento che mette al centro due temi fondamentali per la nostra isola: l'ambiente e lo sviluppo. Per affrontare questi due temi serve il massimo del coinvolgimento e della partecipazione dei cittadini e delle categorie coinvolte. Per poter comprendere e capire il giusto indirizzo da perseguire per il bene e il futuro della nostra isola, perché è necessario programmare per tempo un progetto sostenibile che sappia coniugare sviluppo ed ambiente, questo progetto non solo è fattibile, ma è doveroso, soprattutto analizzando il momento storico in cui stiamo vivendo, che ci mette di fronte a compiere delle scelte che sappiano guardare da qui ai prossimi venti, trent'anni. Questo è il nostro compito, colleghi, avere una visione che vada oltre questa legislatura, ma che sia il più lungimirante possibile. A fronte di tutto questo, è sotto gli occhi di tutti che un'attenta riflessione non è stata fatta quando si è concepito questo testo di legge che tra poco voteremo, un disegno di legge che arriva a fine anno con poco dibattito vero, qui e anche nei vari territori della Sardegna, seppur questo provvedimento è stato annunciato più volte da parte della Giunta, come è accaduto anche in altre occasioni, senza però consentire un reale dibattito intorno a questo tema, forse perché voi, Giunta e maggioranza, eravate consci che le vostre idee poi scritte su questa legge sarebbero state osteggiate da tanti sardi, come del resto sta accadendo. Ed è ancora più paradossale che il testo passato in quarta Commissione, che trova in noi forti perplessità, verrà modificato per scelta del presidente Solinas come annunciato agli organi di stampa qualche giorno fa, nonostante il testo base sia arrivato dalla stessa Giunta. Di fatto voi consiglieri della maggioranza siete stati usati come dei passacarte dal Presidente, che prima vi manda il testo e poi lo cambia a suo piacimento, mandando in fumo anche il vostro lavoro in Commissione. Pertanto, questo Piano casa, che doveva avere come obiettivo un intenso coinvolgimento di tante persone e figure preposte, invece sarà responsabilità di un'unica persona che sta scegliendo in solitudine per tutta la Sardegna, una Sardegna già in crisi prima del Covid, che non si può permettere di compiere ancora una volta una scelta di sviluppo errata che ne reggerebbe il territorio in maniera irreparabile. Innanzitutto noi dobbiamo tenere conto della situazione della nostra terra e intendo dire che bisogna partire da una analisi su cosa abbiamo già a nostra disposizione o cosa serve realmente, senza andare ad intaccare i nostri paesaggi e le opportunità che l'ambiente sardo ci offre. La Sardegna ha delle caratteristiche uniche che meritano le nostre migliori attenzioni. I dati ci raccontano come la nostra isola sia scarsamente popolata anche in relazione al suo esteso territorio, siamo poco più di un milione e mezzo di persone e i dati Istat ci dicono che tra quarant'anni, di questo passo, saremo poco più di un milione, e in questo quadro a oggi si registra che il 28 per cento delle case presenti sul territorio sardo sono disabitate. Questo aspetto va tenuto in considerazione dal momento che l'incremento di nuove abitazioni avrà sicure ripercussioni anche sul mercato immobiliare. A mio avviso era necessario partire da questi dati per comprendere che in questo momento era prioritario favorire un'azione di riqualificazione dell'esistente che molto spesso è abbandonato, oppure in altri casi è rappresentato da quel non finito tristemente tipico di tante zone della Sardegna. E per rimanere in tema trovo alquanto sbagliato, assurdo e irresponsabile dare la possibilità di rendere abitabili seminterrati, scelta incomprensibile che guarda al passato non certo al futuro. Sembra che i drammatici fatti recenti, senza dimenticare i passati, non abbiano sortito in voi alcuna preoccupazione, o meglio, non abbiano prodotto nessuna iniziativa giusta da intraprendere affinché questi fatti non si ripetano più. Se questo è ciò che ritenete di fare per riqualificazione dell'esistente, allora siamo lontani anni luce da ciò che serve realmente. Trovo invece che il superbonus introdotto dal Governo nazionale sia un vero elemento utile per creare un rilancio in armonia con territorio ed ambiente che peraltro ha trovato la soddisfazione di tanti operatori del settore. L'ambiente è un fattore da tenere in considerazione quando si parla di pianificazione del territorio, la natura ha le sue regole che noi uomini non possiamo ignorare, anzi bisogna sottolineare che il tema ambientale crea sviluppo e produce ricchezza, infatti tutta la Sardegna necessita di tante opere di messa in sicurezza del territorio che non possono essere più rimandate, opere che creerebbero posti di lavoro. Noi abbiamo l'obbligo morale, soprattutto chi detiene le redini del comando come voi, di tutelare la vita dei sardi impegnando tutte le risorse a disposizione per la messa in sicurezza del territorio. Un altro aspetto che mi preoccupa particolarmente è come si vuole gestire la pianificazione nell'agro, andare a intaccare l'agro senza delle regole precise, infatti basterà possedere un ettaro per poter edificare senza essere necessariamente agricoltori, è una scelta che di fatto ha degli effetti chiari sul futuro della nostra terra. In sostanza, andare avanti su questa strada senza regole di fatto porta un maggior consumo del suolo che andrà a discapito della nostra produzione agricola. In sintesi si vuole sminuire le nostre potenzialità in questo settore causando un ulteriore danno alla nostra già fragile economia. Se a tutto questo andiamo a sommare che nella legge in questo momento in discussione, a meno delle annunciate rettifiche di questi giorni, ci sono di fatto delle mire particolari sulle coste sarde, voi state lanciando un messaggio chiaro, le vostre intenzioni sono quelle di favorire ancora una volta quell'effetto ciambella, oltre la deturpazione delle coste. Queste purtroppo sono le vostre scelte fuori dal tempo e dalla realtà, invece di lavorare per unire le coste con le zone interne, e su questo punto anche la pandemia ci ha purtroppo dato un segnale inequivocabile, non possiamo avere come unico motore della nostra economia il turismo costiero, ma dobbiamo essere capaci di sopperire laddove questo viene meno, come è successo quest'anno, anche di fatto quando bisogna tenere conto che bisogna avere una visione d'insieme della Sardegna, una visione d'insieme che voi di maggioranza e Giunta dimostrate di non avere. In sostanza, in questa legge non si vede quella lungimiranza, quella visione di futuro che necessita la nostra isola, una visione che sappia coniugare il nostro patrimonio ambientale e culturale con un giusto equilibrio di sviluppo ecosostenibile. Oggi, con questa legge, la nostra Sardegna non riparte ma purtroppo torna indietro.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Angelo Cocciu. Ne ha facoltà.

COCCIU ANGELO (FI). Grazie Presidente. Tolgo la mascherina perché si sente poco. Saluto lei, tutti i colleghi consiglieri, la Giunta. Siamo arrivati a parlare di un argomento molto importante, abbiamo fatto altri passaggi, la riforma sanitaria, abbiamo approvato in Commissione le nuove province con la città metropolitana di Sassari, abbiamo fatto varie cose in questi quasi due anni di mandato, e oggi ci troviamo ad affrontare uno degli argomenti più importanti per i quali i sardi ci hanno riconosciuto la possibilità di governare la Regione Sardegna, parliamo del Piano casa. È un Piano casa importante, che offre molte possibilità e interviene in vari settori. Abbiamo un incremento delle zone F, le zone turistiche, al di fuori dei 300 metri dalla linea di battigia, incrementi sulle abitazioni, incrementi sugli alberghi. Abbiamo parlato di attuazione delle distanze per i fabbricati in base a quello che prevede il Codice civile, abbiamo parlato di riutilizzo dei sottotetti, di piani pilotis, di applicazione del Piano casa anche a quella parte di casa, di abitazione che inizialmente è stata sottoposta a condono edilizio, non si capisce perché quando un condono edilizio viene definito non si possa applicare il Piano casa a quella parte di edificio già condonato. Abbiamo parlato delle zone agricole, queste zone agricole che hanno creato un po' di scompenso all'interno di quella che è l'opinione politica del centrosinistra. Abbiamo parlato anche di cambi di destinazione d'uso in zona agricola, ho sentito tante cose e tanti commenti. Noi abbiamo fondamentalmente delle opinioni diverse, qualcuno ha sempre accentuato la differenziazione che esiste tra zone di montagna e zone di mare, le zone di montagna sono sempre state caratterizzate per un uso diverso del proprio territorio. Se qualcuno di voi avesse voglia di fare un giro nei vari paesi che caratterizzano la nostra regione sarda, troverebbe una marea di fabbricati brutti, mal costruiti, in mezzo alle campagne, fabbricati che già esistono, che non verrebbero edificati, che attraverso il cambio di destinazione d'uso potrebbero in qualche maniera essere ripresi, restaurati e utilizzati in termini diversi. Poi arriviamo alle zone F nei 300 metri dalla linea di battigia, ed è qua che ci siamo persi, cari amici, ma mi rivolgo soprattutto alla mia maggioranza, perché ci siamo fatti impressionare da quattro articoli fatti da pseudo giornali di estrema sinistra ambientalisti, gli stessi radical chic che frequentano terrazze, appartamenti della Cagliari bene, che ben si infischiano di quella che è l'economia della nostra città, ben si infischiano delle varie imprese edili, dei vari elettricisti, dei vari imbianchini, dei vari giardinieri, dei vari guardiani, di tutte le persone che all'interno di questo indotto avrebbero creato un sicuro posto di lavoro, le zone F entro i 300 metri dalla linea di battigia, un danno devastante, case, abitazioni costruite con legge Ponte in maniera abusiva, poi condonate, situazioni che in effetti il territorio l'hanno un po' consumato. Ma esistono già come quei famosi fienili, quelle famose costruzioni in agro che potrebbero tranquillamente essere rivalutate. Che bello sarebbe vedere un fienile di mille metri quadri riconvertito in un bel rustico, in un bel Bed and breakfast per ospitare la gente, all'interno di quei paesi di campagna dove la gente non va perché non c'è nulla. Ha detto qualcosa Francesco Mura prima di importante: "Dal 2006 il mio Comune non rilascia più una concessione edilizia", e noi ci siamo fatti traviare da quattro chiacchieroni ambientalisti, pseudo-ambientalisti, che hanno raccontato la frottola più grande di questo mondo. Perché poi abbiamo avuto un Presidente della Regione con una villa posizionata su una spiaggia con le onde che si infrangono su un muro di recinzione, un Assessore dell'urbanistica che pare che abbia una villa sull'acqua, e forse anche qualcuno di noi in quest'Aula che le ville sul mare le ha vicino all'acqua, però noi ci siamo fatti impaurire da questa situazione E. io mi vergogno, mi vergogno che la mia maggioranza abbia fatto un dietrofront così importante su questo ampliamento delle zone F. In che cosa consisteva? In un ampliamento del 10 per cento, perché a questo siamo scesi, dal 20 al 10 per cento, di una casa che già esiste dove l'ampliamento non viene sviluppato sul fronte mare, ma veniva sviluppato lateralmente, oppure nella parte di dietro dell'edificio, e neanche in sopraelevazione, e in cambio di questo 10 per cento chiedevamo che il proprietario della villa facesse un restauro estetico della stessa con dei cappotti termici, il cappotto termico al tetto e il risanamento totale della villa, dando lavoro a tante persone. Quante ville pensate che ci siano oltre i 500 metri quadri di grandezza? Ve lo vorrei veramente chiedere, si possono contare forse in due mani. E vuol dire che su 500 metri quadri di grandezza di una villa l'ampliamento era di 50 metri quadri, una mosca, non si sarebbe neanche visto, ma questo avrebbe dato economia a quella che è la nostra Sardegna, a quelli che sono tantissimi operatori che operano in quel settore. Io spero che questa maggioranza stia facendo solamente un passo indietro, cari amici, e che questo concetto venga ripreso all'interno della legge urbanistica in maniera definitiva, perché se no avrei veramente difficoltà a considerarmi parte di questa maggioranza. Avrei voluto sentire anche un po' di fuoco da parte dei consiglieri galluresi in merito a questo sistema, in merito a questa situazione, perché avremmo dovuto difendere a spada tratta questo concetto, e invece forse sono ancora l'unico che ci mette il cuore da uomo libero, perché sono sempre stato libero, ho detto sempre la verità davanti anche alle telecamere più importanti delle tv che hanno trasmesso e anche all'interno di questo Consiglio regionale. Inoltre, qualcuno ha parlato di zone alluvionate, peccato che ogni tanto prima di affermare determinate cose bisognerebbe studiare, e bisogna vedere anche cosa gli uffici PAI prevedono all'interno di quelle che sono le zone alluvionate. Perché se aveste visto quelle che sono le ultime NTA approvate dagli uffici PAI, vi rendereste conto che in zona HI4 sono previsti gli ampliamenti del 30 per cento al primo piano dell'abitazione in HI4. Magari qualcuno questo aspetto non lo conosce, non lo sa, però è la verità. Oggi andiamo a proseguire, andiamo avanti con il nostro programma, porteremo avanti questo Piano casa. È un Piano casa che garantirà, anche se non ci saranno le zone F nei 300 metri dal mare, un futuro importante, perché verrà data la possibilità di fare gli ampliamenti anche all'interno degli alberghi, dove i nuovi standard internazionali e i nuovi livelli di vita internazionali fanno determinate richieste, e noi dobbiamo assolutamente assecondare quelle che sono le richieste, sarebbe stato sicuramente un Piano casa più completo se avessimo fatto altri aggiornamenti. Io spero che ci sia un incontro tra maggioranza e opposizione affinché si possa andare avanti più spediti e portare in approvazione questo piano, che vi assicuro non è assolutamente più di quello che c'era prima, anzi su molte cose sono stati fatti dei passi indietro che onestamente non avrei mai fatto. Grazie.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Aldo Salaris. Ne ha facoltà.

SALARIS ALDO (Riformatori Sardi). Grazie Presidente. Colleghi, il provvedimento che oggi discutiamo è un provvedimento che nasce da un impegno ben preciso, un impegno al quale si dà vita durante la campagna elettorale e un impegno che ci viene chiesto dai sardi, dai cittadini, dai nostri elettori e non solo, e di questo ne abbiamo conoscenza. Si tratta di un provvedimento che ha nella sua anima il punto di partenza, che è il recupero di ciò che esiste, e si parte da qui, si parte dal recupero di ciò che esiste dal punto di vista del patrimonio immobiliare edilizio esistente, ma il recupero anche di un provvedimento stesso che già esiste. Si parte dal 2009, succede una successiva legislatura e si arriva ad oggi, si arriva ad oggi con del tempo che è passato e con la necessità di adattare a delle esigenze mutate della vita quotidiana di tutti noi gli stessi territori, lo stesso patrimonio. Pertanto, questa possibilità di riqualificazione del patrimonio esistente, e non solo, è un valore aggiunto per quella che sarà la ricaduta sull'economia locale, sull'economia reale, e allo stesso tempo mettendoci in sintonia con l'ambiente e preservando la peculiarità dei nostri centri abitati, partendo dai centri storici a finire alle periferie urbane. Nessuna colata di cemento, conoscete e conosciamo benissimo il provvedimento che anticipa questo, non vi è nessuna colata di cemento, questo è chiaro, lo hanno detto in tanti e lo ribadiamo anche noi. Il testo è frutto ovviamente di un lungo lavoro ragionato, e questo lavoro ha visto un grande confronto nella sede nella quale si è sviluppato, che è la Commissione preposta, ringrazio anzi il presidente, l'onorevole Talanas, e tutti i membri della Commissione, opposizione compresa, coi quali ci si è confrontati e coi quali si è, tra virgolette, spiegato, commentato, giustificato ogni tipo di provvedimento, cercando sempre di inseguire quella che era la direttrice che l'assessore Sanna, mai mancato alle sedute, o quasi, insieme alla Direzione generale davano, che era quella di incardinare ogni modifica al precedente testo e ogni nuova introduzione a questo provvedimento in quello di un principio di piena legittimità, e si trattava di una legittimità giuridica, non soggettiva, poi è ovvio che a monte dovremmo andare a fare un lavoro molto più accurato che tutti auspichiamo, che è quello di avere una bella e importante legge urbanistica per questa Regione, condivisa, e questo lo auspichiamo. Sentivo poc'anzi fare un riferimento da parte dell'onorevole Piscedda, quando dice "ragazzi, portate avanti mozioni come quella del patrimonio dell'UNESCO e poi andate ad approvare un provvedimento del genere", vede, caro collega, con la stima che ho nei suoi confronti, le parla un amministratore locale, ma tanti in quest'Aula sono amministratori locali, e io credo che non vi sia nessuna coscienza di nessun amministratore locale che potrebbe permettersi in virtù di nessun testo normativo di andare a lesionare quello che la storia ci consegna, questo come scienza e coscienza, e questo lo dico soprattutto perché nulla è contrastante a quello a cui lei si riferiva e a quello su cui tutti insieme, in maniera trasversale, abbiamo scommesso e stiamo portando avanti con convinzione.

Detto questo, i miei colleghi hanno veramente già anticipato prima di me quelle che sono le misure più importanti sugli ampliamenti, su quello che è preservare, ripeto, le necessità di una vita che sta cambiando anche nelle piccole comunità, permettere a chi oggi vive in quelle comunità - poc'anzi il collega Mula faceva l'esempio del suo comune, ma tante sono le realtà simili a quella -, permettere a queste piccole realtà, nei centri di queste piccole realtà, ripeto, l'adeguamento della vita di tutti e non solo di pochi. Questo è stato il punto di partenza, non è certo stato il punto di tutelare gli interessi di quella o di quell'altra impresa, di quella di quell'altra associazione di categoria, tutte sentite.

Pertanto, Assessore, quello che le chiedo è di portare avanti quanto nel lavoro di costruzione di questo provvedimento è stato più volte assicurato e garantito da lei: subito un testo unico sull'urbanistica, perché è necessario un testo che preveda un più ampio confronto, un totale confronto in quest'Aula e un confronto con le sedi sovra regionali affinché veramente questa Regione in questa legislatura possa dare ai sardi una legge completa, esaustiva, una legge che possa far dire ai sardi che finalmente abbiamo dato un disegno sull'urbanistica alla nostra terra.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Roberto Caredda. Ne ha facoltà.

CAREDDA ROBERTO (MISTO). Il piano casa, con le modifiche e integrazioni della legge regionale numero 4 del 2009 avvenuta nel corso di un decennio, rimane concepito per venire incontro alle necessità di ristrutturazione, ampliamento e modernizzazione degli uffici e abitazioni che richiedono interventi migliorativi della convivenza umana, tali interventi devono essere attuati superando per quanto possibile gli intralci burocratici e gli impedimenti che spesso creano difficoltà e scoraggiano chi vorrebbe operare, creando rinunce e ancor peggio fenomeni di abusivismo speculativo ma anche di necessità. Poiché siamo in un periodo che non lascia ben sperare nella ripresa economica, anzi si delineano situazioni di grande disagio per le imprese e per il lavoro, si ritiene opportuno operare nella direzione di ripresa economica anche e soprattutto superando la negativa rigidità interpretativa di norme di legge che spesso i funzionari pubblici ad operano per evitare responsabilità o altro, a detrimento delle imprese e dei singoli cittadini. Dobbiamo quindi abituarci a scrivere leggi sempre meno interpretative ma sempre più rispondenti alle esigenze della società che nella sua naturale evoluzione necessità di superare gli ostacoli che leggi imperfette frappongono e che determinano e condizionano la vita delle persone. Anche in considerazione della difficoltà che attraversiamo in questo triste momento storico dovuto alla invadenza della pandemia, quindi all'insicurezza delle azioni che le persone intraprendono nella normalità di vita, abbiamo il compito di cercare in ogni modo di dare coraggio alle imprese e alle iniziative cercando il maggior favore con l'applicazione di norme che rivitalizzano e diano opportunità di ripresa economica.

Il piano casa, sin dalla sua prima stesura, ha dato risultati positivi che sono stati ulteriormente migliorati con adeguate modifiche, e ci auguriamo che anche queste che sottoponiamo al Consiglio possano ulteriormente apportare vantaggi ai cittadini che auspicano una adeguata ripresa economica. Soprattutto per questo motivo attraverso norme di legge che noi elaboriamo dobbiamo avere il coraggio, noi per primi, di essere condiscendenti verso il popolo che soffre e che però spera di intravedere nuove possibilità di rinascita attraverso nuove norme che vadano nel loro favore. Le innovazioni e la revisione di norme superate dalle necessità contingenti non devono essere necessariamente come applicazione di maggior favore auspicata da pochi cittadini, ma devono essere concepite come utili e migliorative per la comunità che aspira a superare gli ostacoli che precedenti leggi non avevano considerato.

La difesa dell'ambiente va tutelata ma non possiamo renderla oggetto di impedimenti al miglioramento di situazioni che nel tempo si sono create a discapito della vivibilità di una comunità. Fare nuove leggi o integrarle non significa danneggiare quanto si è prodotto, anzi dovremmo essere sempre favorevoli a rileggere ed eventualmente correggere le inadeguatezze che le stesse leggi contengono rispetto all'evolversi della società che rappresentiamo.

Il richiamo che spesso si fa al rispetto del nostro Piano paesaggistico non può essere inteso in assoluto, lo stesso non rappresenta un testo sacro e indiscutibile, bisogna superare le ottusità di chi si trincera in un generico "non si può fare" solo per partito preso. Questa legge contiene dunque significative innovazione, tutte tese al miglioramento della necessità della nostra gente, e con l'auspicio che presto approdi in quest'Aula la riforma della legge urbanistica che dovrà essere innovativa e rispondente alle nuove reale esigenza della nostra società, vorrei fare un plauso a tutta la Commissione, anche nella persona del Presidente della Commissione, perché abbiamo lavorato tutti quanti e credo che a breve possa trovare la luce questa legge urbanistica. Grazie.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Gianfranco Ganau. Ne ha facoltà.

GANAU GIANFRANCO (PD). Io non posso esimermi dal rimarcare l'irritualità del percorso consiliare che ha avuto questa provvedimento legislativo, così come è stato ammesso dallo stesso relatore di maggioranza, con una compressione eccessiva dei tempi di discussione, con una compressione delle audizioni in un'unica giornata (oltre venti audizioni), con un mancato coinvolgimento dei territori, per rispettare una scadenza a cui si è arrivati ancora una volta fuori tempo massimo, perdendo l'occasione quindi di coinvolgere in un confronto serio tutto il territorio, oltre che il Consiglio regionale, sul futuro urbanistico della nostra regione.

Il testo esitato dalla Commissione rappresenta la saga della deregulation urbanistica, la vittoria dell'ala cementificatrice della maggioranza, non ho problemi a sottolineare questo aspetto che non era stato detto da nessuno ma che vi siete autocertificati da soli in tutti gli interventi che avete fatto fino adesso. E' emersa in tutta chiarezza la contraddizione tra la posizione espressa dalla maggioranza, che in Commissione ha fatto saccheggio delle norme presenti nel testo presentato dalla Giunta regionale, e lo stesso presidente Solinas che in un'intervista ha detto "avete fatto saccheggio concedendo deroghe di ogni tipo, con aumenti di incrementi volumetrici inaccettabili" e lo stesso presidente Solinas in una intervista alla stampa ha dichiarato "le norme che proponiamo al Consiglio regionale tendono a dare alcune risposte senza compromettere il sistema di tutela paesaggistica", di fatto smentendo le azioni che in Commissione ha portato avanti la sua maggioranza; ha parlato di una tutela dei 300 metri con possibilità di ristrutturazione senza incremento volumetrico solo per le strutture residenziali; di tutela dell'Agro per una funzione produttiva e no a volumetrie residenziali non in connessione alla conduzione agricola. Ma se questa era la volontà del Presidente la domanda è: perché non è intervenuto prima, perché non è intervenuto prima consentendo quella discussione ampia che è stata auspicata e che avrebbe portato ad un testo condiviso? Inoltre molte delle sue affermazioni sono in contraddizione con il testo che la Giunta ha presentato, e che prevede invece incrementi volumetrici anche nella fascia di tutela integrale dei 300 metri, per esempio, e con quanto dichiarato pochi giorni fa dall'assessore Quirico Sanna, che, col garbo e la pacatezza che lo contraddistingue, ha dichiarato: "Andiamo avanti, contro i dispensatori di odio e disoccupazione. Sul Piano Casa non ci sarà nessun passo indietro, solo passi avanti per fare quello che abbiamo sempre pensato e detto, cioè sviluppo armonico, rispetto della madre terra sarda e sviluppo economico che ridia lavoro e dignità. Agli estremisti con la stellina rossa rispondiamo con i fatti, che sono cosa ben diversa delle loro menzogne frutto di una cultura di odio e dispensatrici di disperazione e disoccupazione! Andiamo avanti con la schiena diritta e con la faccia alta, rispettando la nostra terra e il nostro popolo." Ora, vediamo se è davvero così oppure, come hanno denunciato anche i sindacati, le rappresentanze di categoria e le associazioni ambientaliste, se è vero il contrario e cioè che si va verso una cementificazione massiva che consuma il territorio e non tutela l'ambiente e che non è questo che serve per il rilancio dell'edilizia.

Farò riferimento al testo licenziato dalla Commissione, il DL 108, senza entrare nel merito degli emendamenti presentati dalla Giunta regionale, emendamenti che, lo dico già da adesso, in gran parte sono stati presentati come emendamenti sostitutivi totali senza averne le caratteristiche, quindi invito il Presidente e il gruppo della Presidenza del Consiglio a valutare con attenzione la classificazione di questi emendamenti.

Questa legge prevede l'edificazione in agro con un lotto minimo di un ettaro per fini residenziali, anche per chi non è conduttore agricolo: di fatto si sottrae l'agro alla finalità che le è propria, quella produttiva, con la possibilità di una residenzialità diffusa. Io vengo da un territorio che ha fatto scempio del proprio agro, consentendo lottizzazioni con lotti minimi di 2500 metri quadri, che hanno portato ad una distruzione del territorio, ad una organizzazione diffusa della residenzialità che ha comportato costi da un punto di vista ambientale gravissimi, per l'inquinamento, perché non ci sono strutture fognarie e di depurazione, dall'altro dei costi insostenibili per la comunità per quanto riguarda la fruizione dei servizi che poi richiede chi va a vivere in agro, quindi i servizi di trasporto scolastico, di illuminazione, di fognature, di viabilità e tutto quello che comporta. Sono costi che la comunità non è in grado di sostenere; prima l'onorevole Più ha citato che ci sono oltre 50 consorzi per la gestione delle strade vicinali, questo la dice lunga su cosa può succedere in agro quando si dà la possibilità anche a chi non è conduttore agricolo di risiedere in agro. Quindi questa è una cosa che secondo me è gravissima e che spero sia rivisitata in sede di Consiglio.

Sulla norma ad hoc che riguarda Oristano, dove ci sarebbe la possibilità di costruire con soli mille metri quadri, non faccio commenti, si commenta da sola.

La previsione di un incremento volumetrico in zona A anche in assenza di un piano particolareggiato adeguato al Piano paesaggistico regionale: anche questa è una norma gravissima, perché si consente nelle zone del centro storico, che sono tutelate e che per questo richiedono un piano particolareggiato per non essere snaturate negli interventi di estensione e di modifica della struttura, anche lì si consente un aumento volumetrico al di fuori di ogni programmazione e di ogni indicazione dei piani particolareggiati. Gli incrementi in zona B e C arrivano sino a 180 metri cubi, cioè si costruisce un'altra casa: anche qua credo che forse si sia esagerato un pochino. Incremento volumetrico in zona F: oltre i 300 metri per strutture residenziali è previsto un 30 per cento, sino a un massimo di 150 metri cubi, ulteriormente sensibile di un 10 per cento su misure di efficientamento energetico. Ancora, sull'edificazione in zona F era previsto, all'interno della fascia dei 300 metri, un incremento volumetrico fino a un massimo di 100 metri cubi, che è stato superato, sembrerebbe, da un emendamento che presenta la Giunta per cui rende non più possibile un incremento volumetrico per le strutture che sono all'interno di questa faccia, evitando tra l'altro una certa impugnazione perché quella è un'area di tutela integrale per cui non è proprio possibile fare interventi di costruzione aggiuntiva.

Recupero dei piani pilotis con monetizzazione delle superfici destinate a parcheggio: anche questa è una norma che va contro quelle che sono le regole generali di governo del territorio e la possibilità di governare il sistema del traffico e dei posteggi nella città, quindi anche questa è una norma che non ha gran senso applicare così in maniera indistinta, derogando da quelle che sono invece le norme per quanto riguarda la necessità di avere parcheggi negli spazi nati per fare parcheggi al di sotto delle strutture residenziali.

Ci sono tutta quanta un'altra serie di cose che non vanno bene e su cui avremo modo di intervenire nel corso della discussione sugli articoli.

Allora, io chiudo con un appello, che evidentemente resterà lettera morta ma che mi sento di fare comunque: questo è un testo che non va bene, che deve essere ritirato, proroghiamo l'attuale piano casa e lavoriamo seriamente per definire una vera legge urbanistica che metta finalmente ordine e certezza in un campo così delicato come quello che attiene alle regole di sviluppo degli ambiti urbani e alla tutela e valorizzazione ambientale e paesaggistica, piuttosto che esitare una pessima legge soggetta di certo a impugnazione e difficilmente applicabile in sede degli ambiti comunali. Perché le Amministrazioni comunali avranno grossissima difficoltà se la legge sarà esitata così come si configura, anche con gli emendamenti che sono stati presentati; avranno grossissima difficoltà ad applicarla.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Dario Giagoni. Ne ha facoltà.

GIAGONI DARIO (LEGA). Nonostante i pareri contrastanti inerenti la tematica affrontata, credo che almeno su una cosa possiamo tutti essere concordi: l'importanza e la trasversalità dell'argomento che affrontiamo quest'oggi. L'edilizia ricopre nel sistema produttivo della Sardegna un'importanza strategica e cruciale; è ormai parecchio tempo che il comparto oltre che le rispettive associazioni di categoria chiedono delle norme più chiare, certe e immediatamente applicabili, con l'approvazione del testo in discussione muoviamo il primo fondamentale passo in questa direzione, un passo che tuttavia non deve essere assolutamente interpretato come punto di arrivo bensì come punto di partenza, il preludio che ben ci introduce verso una assai più organica riorganizzazione dell'urbanistica attraverso il riordino del testo unico su cui giustamente anche l'assessore Sanna ha puntato il faro. Proprio per questo ciò che desidero e auspico e di poter esaminare e analizzare tanto tale norma quanto quelle successive che trattano medesima tematica, mettendo per una volta da parte i ben noti atteggiamenti da propaganda spicciola, secondo i quali il centrodestra brama seppellire, sotto colate di cemento, l'intero territorio, mentre il centrosinistra è l'unico sensibile alla tutela e alla salvaguardia dell'ambiente. Diciamolo una volta per tutte, questo non corrisponde assolutamente al vero. Noi tutti, prima di qualunque altra cosa, siamo infatti cittadini sardi, profondamente innamorati della nostra terra, totalmente affascinati dallo spettacolo che la natura quotidianamente ci offre e soprattutto profondamente rispettosi del territorio che ci circonda e ci è stato donato. Mai e poi mai ci sogneremmo di deturparlo, consumarlo più di quanto non sia già stato fatto.

Siamo ben disposti ad ascoltare, valutare e portare avanti qualsiasi istanza venga presentata, purché questa sia ispirata verso un tangibile miglioramento del testo e non infarcita di obsoleti stereotipi come visto sino ad ora. Un testo che si pone come obiettivo primario quello di ridare un'energica spinta all'economia isolana, un provvedimento atteso da tanto tempo, condiviso con gli stessi protagonisti del comparto, conoscitori delle necessità più profonde, atte a ridare input per la creazione di uno sviluppo e un'occupazione sana. Sana come sono sani gli intenti che ci muovono, che non sono improntati nella creazione ex novo, ma piuttosto nella riqualificazione dell'immenso patrimonio edilizio esistente, adeguandolo, migliorandolo e correggendolo al contempo dei macroscopici errori creati negli anni passati, i quali hanno snaturato il nostro paesaggio con costruzioni disarmoniche.

L'architettura che sogniamo è un'architettura che sappia prendere spunto dalla filosofia costruttiva di Frank Lloyd Wright, padre dell'architettura organica, che si vuole nettamente discostare dall'architettura razionale più impattante e deturpante dal punto di vista edilizio, paesaggistico e naturalistico. Un tipo di architettura il cui concetto chiave è la visuale di un organismo edilizio che si crea, integrandosi, fondendosi e plasmandosi perfettamente con la natura circostante sino a divenire parte integrante di essa. E condivido anche il concetto che prima ha illustrato l'onorevole Cocciu, era possibile anche creare un incremento in quelle zone un po' più sensibili, quelle più vicine al mare, perché quando si parla di architettura organica si parla di un'architettura che si integra in modo armonioso all'interno di quel contesto, attraverso anche la normazione consapevole della scelta dei materiali utilizzati, che spaziano da prodotti autoctoni dell'isola, e dunque perfettamente affini al contesto in cui verranno inseriti, sino all'utilizzo dei materiali della bioedilizia e materiali riciclati. Un tipo di architettura, insomma, che per molti aspetti si è già resa protagonista delle costruzioni sarde in determinati periodi e aree dell'Isola. Infatti, se è vero che nel guardare le nostre coste da un lato non è difficile trovare costruzioni che appaiono come una grande e tremenda macchia nera su una tela bianca, dall'altro non possiamo non citare alcuni casi di architettura positiva, realizzati ad esempio in Costa Smeralda, dove l'architetto Vietti ha letteralmente imposto uno stile semplice, integrato e nel rispetto assoluto dei parametri. L'obiettivo di allora era la creazione omogenea e armonica, l'obiettivo odierno è quello di riqualificare l'esistente, adeguando l'offerta alla domanda, soprattutto in campo ricettivo-turistico. Migliorare lo spazio delle stanze è una visione errata, colleghi dell'opposizione? Va da sé che la sola politica non potrà certamente raggiungere tale traguardo senza l'essenziale apporto degli Uffici di tutela, preposti al controllo e alla validazione dei progetti che non potranno scindere la decisione dal coscienzioso proseguo e rispetto della storicità, tipicità, essenzialità dell'ambiente, in cui nuove modifiche ed edifici sorgeranno. Un punto di vista fondamentale anche per fugare qualsivoglia accusa di desiderio di costruzioni scellerate. Consentiamo al comparto edile di riprendere il posto che gli compete, quale reale creatore di sviluppo, creatore di miglioramenti per la società, avvio della crescita economica per tutto ciò che attorno ad esso gravità, compreso il turismo.

Nel 2009, quando ci fu il primo Piano casa, 46.000 pratiche furono presentate, nessun consumo del territorio, nessuno scempio, si sentiva, si vedeva la gente lavorare, ma invece la opposizione preferisce invece vedere i sardi che vivono solo di assistenzialismo, è questo che volete voi! L'opposizione che siete voi in questo momento, in quel momento eravate voi al Governo! Con interventi seri e concreti ci renderemo co-creatori così di quell'immagine in Sardegna all'avanguardia, al passo con le esigenze di abitanti e visitatori che il mondo si aspetta di vedere nella nostra terra, senza mai deturparne l'incanto della natura.

Stiamo finalmente dando ascolto alle richieste del comparto, troppo a lungo rimaste inascoltate, che consentiranno di salvare anche quelle piccole realtà imprenditoriali che non vivono certo di preconcetti, ma di concretezza. La Sardegna deve crescere, la Sardegna non merita di vedersi preclusi i presupposti per farlo bene e con coscienza, solo per attaccamento a trite e ritrite ideologie improduttive.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Francesco Mula. Ne ha facoltà.

MULA FRANCESCO (PSd'Az). Che l'urbanistica sicuramente non porta condivisioni lo sapevamo, queste contrapposizioni alle quali noi abbiamo assistito oggi in Aula, erano naturali, poter pensare che oggi anche in fase di discussione generale si trovasse condivisione era, io penso, impossibile, nessuno di noi si è sognato di poter condividere con le opposizioni quello che è stato il percorso di questo Piano casa. Intanto vi ringrazio per il lavoro che è stato fatto in Commissione, perché i componenti in quarta Commissione della minoranza sicuramente hanno dato quel contributo fattivo per cercare di apportare quello che era il vostro pensiero.

Io personalmente vorrei ricordare, avevo presentato insieme al Gruppo del PSd'Az una proposta di legge per quanto riguarda il Piano casa, subito dopo quando avevamo vinto le elezioni, naturalmente abbiamo aspettato perché sapevamo che c'erano degli altri testi di legge che puntualmente sono stati presentati e venne il momento opportuno che noi avevamo fatto il passo indietro per dire: "Cerchiamo di discutere tutti insieme per portare in Commissione un testo che ne facesse sintesi dei vari testi che erano stati a suo tempo presentati". Il testo che è stato presentato dalla Giunta non è che contemplava quella che era la mia visione dell'urbanistica, perché è naturale che ognuno ha la sua e la propria visione e soprattutto chi non ha fatto amministrazione, soprattutto chi dei miei colleghi non ha avuto per qualsiasi motivo l'onere di riuscire a portare a compimento all'interno del proprio Comune, quindi di approvare il proprio PUC coerente col PPR, non riesce a capire le difficoltà che quel Piano paesaggistico ha portato in tutti i Comuni della Sardegna. Non a caso mi sa che siamo fermi a 29 Comuni che hanno adeguato il proprio PUC ai sensi del PPR.

Sicuramente questo vorrà dire qualcosa, quindi oggi poter pensare che qualcuno difenda ancora il Piano paesaggistico regionale, considerandolo un totem, come dire: "Noi siamo d'accordo a modificarlo, però guai, quando ci si prova a fare qualcosa non è questa la maniera". Io intanto invito l'Assessore e glielo detto sia in forma privata, lo dico pubblicamente, che oltre al fatto di presentare la legge urbanistica come così è stato sollecitato da più parti, perché non ce l'avete fatta voi, e ho dubbi che potremmo riuscire anche noi perché la legge urbanistica, è la legge, non un piano casa, che cerca di tamponare un po' qui e un po' là, dove una legge urbanistica ancora non c'è, perché noi stiamo ragionando ancora con la "45" dell'89, perché è quella la nostra legge urbanistica, la "45" dell'89. Detto questo, quindi Assessore, io penso che sia il caso anche di capire, perché come dice qualcuno giustamente, le contrapposizioni non ci portano da nessuna parte, quindi aprire il dialogo, un dialogo costruttivo con il Ministero, assolutamente noi lo dobbiamo fare e io mi auguro che stiamo già lavorando in quella direzione. Ho sentito anche degli interventi molto interessante che io mi sono segnato, senza fare, lungi da me, polemiche o innescare qualsiasi cosa. Però mi ha incuriosito un po' l'intervento che ha fatto il collega Meloni, che sostanzialmente dice: "Insomma, avete avuto coraggio sull'agro e sembra l'avete paragonato quasi quasi agli altri interventi nelle zone edificabili".

L'agro, signori miei, per quanto mi riguarda non è che da considerare quell'oggetto misterioso sul quale oggi noi non possiamo e non dobbiamo intervenire, perché a onor del vero, dopo tutto il lavoro che era stato fatto, sia dalla Commissione sia dai Gruppi di maggioranza, in un'opera, diciamola così di mediazione con il Presidente della Regione, il piano è stato modificato. E' evidente, è uscita questa cosa, quindi sull'agro si è trovata quella mediazione, come dire, si costruisce, si potrà costruire oltre il chilometro dal mare, mi sembra che sia una cosa anche proponibile. Perché oggi pensare che l'agro non si debba toccare, io ho sentito, onorevole Ganau, sa la stima che ho nei suoi confronti, quando lei mi dice che a Sassari, dove lei ha fatto il Sindaco, si è costruito su lotti di 2500 metri quadri, io non so chi ha permesso questo. Probabilmente, come dice lei, gli anni che furono. Però il fatto di poter dire che una costruzione in agro oggi implica il fatto che il Comune è quasi obbligato, e non è vero, quello di portare tutti i sottoservizi, qualcuno dice che è obbligato ad andare ad asfaltare le strade, qualcuno ha parlato anche dei bus che devono andare per forza obbligatoriamente a prendere i bambini per andare a scuola, non è vero, perché nel mio Comune avevamo fatto un regolamento, nelle case che noi abbiamo in agro, quelle in regola naturalmente, se quel cittadino ti chiede di poter passare a ritirare i rifiuti, è naturale che dovrà pagare delle sovrattasse, è una tua scelta, non è che ti è tutto dovuto, o paga allo stesso modo di come paga uno che ha costruito in una zona C. E il fatto dei bambini, ci sono i punti di raccolta dove i genitori sono obbligati a portare i loro figli, lì passerà il famoso bus e recupererà i ragazzi. Questo per dire che non è vero che costruire in un certo modo in agro vuol dire avere degli obblighi che vanno a danno dei contribuenti e che il Comune dopo si trova obbligato. Io non ho sentito considerazioni del fatto che una casa fatta in agro, naturalmente per quanto mi riguarda, con un piano fuori terra, con una norma edilizia ben chiara, una tipologia che ti dice che quella è una casa in agro, dove si prevede all'interno delle norme di attuazione che tu mi devi dimostrare la stretta connessione, perché tu mi stai chiedendo la residenza, cioè quel lotto deve essere lavorato, non che tu ti compri un ettaro, qualora tu riuscissi a trovare un ettaro, e mi presenti un progetto per realizzare la tua casa di civile abitazione, mi devi dimostrare la stretta connessione con la residenza, cioè quel terreno tu lo stai lavorando, altrimenti io non ti rilascio nessuna concessione edilizia. Caro collega Ciusa, ma faccio una piccola battuta, noi non siamo i passacarte di nessuno, tantomeno del presidente Solinas, perché per quanto mi riguarda, quando il Presidente ci propone delle cose che io non condivido, ho anche il coraggio di dire: "Presidente, non la condivido". Non è che si va allineati e coperti comunque vada. Io sull'agro avevo un'altra idea, abbiamo cercato di trovare una mediazione che mi sembra anche proponibile, il fatto di… ma non solo, io non ho sentito che entro la fascia dei 300 metri dal mare, cosa che molti di voi diciamo in via ufficiosa magari avrebbe preferito, non si fa un centimetro cubo, a meno che solo per le strutture ricettive, è stato definito a parametro zero, cioè della serie: se tu riesci ad acquistarti un fabbricato, demolisci quel fabbricato, quanti sono, 100 metri quadri, puoi incrementare la tua struttura ricettiva di 100 metri quadri, altrimenti entro la fascia dei 300 metri non si può fare nulla, io non ho sentito da parte di nessuno fare un ragionamento su questa scelta anche dolorosa, dolorosa perché gli ambientalisti, così come qualcuno ha citato, i falsi ambientalisti, vorrei ricordare, per chi ha la memoria corta, che tanto tempo fa quando fecero ricorso e vennero annullati i famosi Piani territoriali, ve li ricordate, fatto proprio su ricorso degli ambientalisti e in quel periodo si consumarono in Sardegna i peggiori eco-mostri, se volete ve li cito quali, in quel momento dove non c'erano norme che regolavano l'urbanistica e oggi vengono a farci la morale. Beh scusate, o di qualche ambientalista che dice: "Ma io farei!" E poi gli chiedi: "Ma la tua casa, scusa, dov'è?" Qualcuno ha detto che le onde si infrangono, vabbé, io non voglio dire questo, prima ognuno, io parlo in primis per me stesso e per noi, cerchiamo di dare un esempio, giocare sempre sulla pelle degli altri mi sembra anche poco credibile. Allora, impugneranno la legge, ecco vedete, questo per me è un grande dolore quando io sento anche da nostri illustri parlamentari, citare testualmente: "Questa legge verrà impugnata", quando ancora la legge non era stata manco esitata in Commissione. Ora qualcuno mi dovrebbe dire, non faccio nomi ma penso abbiamo capito, "Ma dove sta la nostra autonomia, ma noi di che cos'è che stiamo parlando?" Si sta già minacciando di impugnare la legge, qualcuno dice, il collega Comandini, se non sbaglio, "Sarà la decima legge che verrà impugnata". La domanda che faccio è: "Ma per colpa nostra?" Se mi permettete un ragionamento lo vorrei fare, un Governo che mi impugna anche la legge che abbiamo fatto sulla Posidonia, del tipo che va nella stessa direzione delle cose che diceva il Governo, però la devi impugnare perché avete osato e avete alzato la testa perché quella è competenza esclusiva dello Stato. Ma io dico: "Ma la nostra competenza qual' è?" Poi dice: "Salvaguardare il territorio perché crea posti di lavoro." Qualcuno mi potrebbe dire, da quando è stato approvato il PPR, quanti posti di lavoro sono stati creati in Sardegna? Io sarei curioso, da parte di qualcuno, che mi dica…

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Io speravo che gli interventi della maggioranza, che oggi ha partecipato attivamente al dibattito come difficilmente ho visto fare in una discussione generale, chiarissero una volta per tutte la linea delle forze di maggioranza. Lo dico perché mi è capitato di vedere il servizio televisivo riguardo l'ultimo vertice che avrebbe dovuto sancire una chiusura su questi temi e ascoltando le interviste dei colleghi Capigruppo di maggioranza non ho potuto fare a meno di notare come alcune di queste dichiarazioni dicessero il contrario di chi li aveva preceduti. C'erano colleghi che parlavano della possibilità di consentire gli ampliamenti degli alberghi nella fascia tutelata, ce n'erano altri, e c'era il presidente Solinas che a mezzo stampa ha parlato invece di somma zero e di un qualcosa che non rientrava nelle possibilità che quest'Aula avrebbe avuto in questi giorni.

Ecco, avevo un sacco di dubbi, chiudiamo la discussione generale in attesa dell'intervento che seguirà il mio o quello dell'Assessore, con più dubbi di prima.

Addirittura mi sembra che oggi sia emersa su questi temi un'opposizione di destra alla Giunta, l'hanno dichiarato, è stato dichiarato, non posso che prenderne atto, però è un qualcosa che crea qualche difficoltà, perché noi stiamo discutendo su un tema non sensibile, ipersensibile, il più sensibile che abbiamo, questa non è una legge che vuole intervenire su un pezzo di struttura regionale, cosa che peraltro avete fatto in maniera sgraziata anche oggi, questa è una legge che interviene sulle prossime generazioni, su qualcosa di intoccabile, su qualcosa che ciascuno di noi, a prescindere da come la si pensi politicamente, dovrebbe avere almeno il rispetto per evitare di portare leggi del genere a 48 ore, a 70 ore dalla scadenza della spada di Damocle. Credo che sia bene, anche nella retorica che ha visto animarsi l'Aula in queste ore ripristinare un po' di verità. In primo luogo, cari colleghi, si farà la notte in questi giorni non perché l'opposizione è cattiva e fa ostruzionismo con la speranza di bloccare la legge come scrive sul suo profilo Facebook l'Assessore, consiglio all'Assessore di usare meno Facebook e di studiare di più per evitare figuracce anche di questo tipo, cioè quest'Aula non può diventare solo il teatro in cui animiamo i nostri profili nei social network in cui rilanciamo i video, questa è un'area di confronto, di dialogo, di costruzione positiva, se ognuno pensa a cosa è meglio fare per ricevere qualche like credo che questo non possa in alcun modo deporre verso leggi migliori, verso leggi più giuste o verso leggi anche semplicemente corrette dal punto di vista tecnico, ovviamente non depone, sono leggi fatte per prendere qualche like di qualche invasato, né più né meno. Il motivo per cui siamo qui a discutere è che l'Assessore, che scrive su Facebook, il 7 dicembre 2019 aveva dato un'intervista e aveva detto: "Il mio Piano casa è pronto", e invece abbiamo dovuto prorogare il famigerato Piano casa della scorsa legislatura. E l'8 maggio 2019, quindi poco dopo, poco dopo la vittoria elettorale, nel momento di massimo picco di popolarità che avete avuto, perché da lì in poi governare è un'altra partita, l'8 maggio disse: "Subito la legge urbanistica in Aula, entro fine anno". Siamo alla fine dell'anno successivo, un anno funesto, un anno in cui siamo stati impegnati in battaglie epocali tutti quanti, però è un anno in cui avete avuto tempo anche di dedicarvi ad attività molto meno urgenti, almeno a parole vostre, di quelle che avete raccontato oggi. Per cui il motivo per cui siamo qui è il motivo per cui si cerca anche di dedicare meno tempo, meno spazio possibile a discussioni che invece richiedono tempo perché nessuno di noi è onnisciente e, a parte qualche persona in quest'Aula, qualche collega che ha una professione di tipo tecnico, per tutti gli altri materie come questa sono ostiche e richiedono uno studio accurato, però per via dei vostri ritardi questo studio accurato dovrà essere portato avanti nelle ore notturne, perché avete fatto tardi, perché vi siete attardati, e perché non avete una sintesi in maggioranza. Dopodiché, nei vostri racconti, quelli buoni per la retorica esterna, non buoni per scrivere buone leggi, la nostra posizione è quella che vi accusa di essere cementificatori. Credo che nessuno tra i colleghi della minoranza abbia utilizzato quel termine, lo avete utilizzato voi in tutti i vostri interventi, nessuno l'ha utilizzato, voi però vi siete sentiti accusati di questo. Il tema non è questo, i colleghi hanno elencato decine di temi diversi, li sviscereremo uno per volta, ne avremo modo e ne avremo tempo, però questa retorica è una retorica che non porta da nessuna parte. Così come è bene chiarire, perché forse fuori da qui non si capisce, perché qualcuno sta facendo in modo che non si capisca, che noi non stiamo discutendo qua la modifica del PPR, quella non può discuterla l'Aula, eppure nei vostri interventi avete continuato a discutere di una modifica imminente del PPR che noi non vi vorremmo far fare perché consideriamo quello un totem inviolabile, e invece voi oggi siete pronti ad intervenire su quello. Nessuno vi dice di non farlo, ma siamo contrari alla modifica che avete scritto nel vostro programma, quello sì, però voi avete vinto le elezioni, avete gli strumenti per farlo, ma gli strumenti non passano per questa legge, passano per un altro iter. Perché non l'ha attivato, Assessore? Perché non è andato avanti in quella direzione se è quella che volete perseguire? Perché avete dovuto ricorrere a un'interpretazione nata morta in quella legge che il Consiglio regionale sciaguratamente ha votato quando avevate a disposizione la strada principale? Avete vinto le elezioni, fatelo, noi giudicheremo, valuteremo e ovviamente utilizzeremo tutti i mezzi possibili affinché non si vada oltre quelle che sono le nostre competenze ovviamente, però è un vostro diritto, il fatto che non lo facciate e che si arrivi a ridosso della fine dell'anno a intervenire con una pezza, che tra l'altro viene anche descritta in maniera estremamente diversa nei vostri interventi, c'è chi ha detto, testuale: "Non si potrà fare niente di più di quello che già si può fare", perché è vero, in altri interventi alcuni hanno parlato di interventi urgentissimi, irrimandabili, che però sono già possibili. Sembra quasi che nella nostra isola non sia possibile restaurare un rudere nella fascia anche tutelata purché in presenza di determinati crismi, o come se non sia possibile per un Comune che ha approvato il Piano particolareggiato del centro storico intervenire anche con interventi di pregio, qualitativamente pregevoli. Abbiamo anche esempi, anche senza andare troppo distanti, basta fare una passeggiata e magari qualche cosa si riesce anche a vedere. Per cui non serve mistificare la realtà e non serve neanche dipingere chi semplicemente ha un'idea, dopo vi dirò anche qual è il presupposto di questa idea, come qualcosa che non è, non vi autodipingete voi come cementificatori a meno che non sentiate di esserlo, nessuno ve l'ha detto in questi termini, quindi vi siete autoaccusati di qualcosa e non cercate di dipingere altri come quello che non sono. Io dico che, come minimo, chi ha la maggioranza, chi ha vinto le elezioni, chi ha l'onere di governare deve presentarsi in quest'Aula avendo le idee chiare e le idee chiara non ce le avete. Bisogna chiarire quale sia anche il testo che avete in mente, è quello figlio di un grande lavoro fatto in Commissione o è quello sconfessato dal Presidente della Regione a mezzo stampa? Scopriamo oggi poi, grazie al provvidenziale intervento dell'onorevole Cocciu, sconfessato per via dell'istigazione di quel noto foglio bolscevico del "Corriere della Sera" che, come tutti sappiamo, scrive le pagine su dettatura delle forze estremiste di quest'isola ovviamente, non contiamo niente però dettiamo l'agenda dei grandi quotidiani del Nord Italia, e ci sottovalutiamo a volte.

Chiudo. Manca una visione, hanno detto i colleghi, o meglio, una visione c'è, una visione c'è, è tutto a disposizione dell'oggi. Avete fatto vostro, parafrasandolo e stravolgendolo, quel motto di Steve Jobs: "Siate affamati, siate folli". Però Jobs pensava…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Mula. Ne ha facoltà.

MULA FRANCESCO (PSd'Az). Sarò velocissimo. Chiedo dopo l'intervento dell'Assessore cinque minuti di sospensione, perché ci sono un paio di emendamenti che sono stati presentati all'ultima ora e credo che meritino un attimino una riflessione. Poi inviterei l'Assessore, visto che era assente, siccome siamo in Aula e stiamo provando a costruire anche un clima di condivisione, ad astenersi un attimino a scrivere delle cose su Facebook che a me non appassionano, però credo che non appassionino nemmeno l'Aula, cerchiamo di essere un po' più buoni che siamo ancora sotto le feste.

PRESIDNTE. Ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.

SANNA QUIRICO, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Non mi pare di aver scritto nulla di stravolgente, è un diritto fare ostruzionismo, è un diritto della maggioranza portare avanti le distanze nel rispetto del (…) democratico. Non mi pare che sia qualcosa di irrispettoso, mi pare anzi il contrario.

Signor Presidente, onorevoli consiglieri, onorevoli consigliere, colleghi della Giunta. Ho sentito con attenzione, talvolta anche disturbato, però ho cercato di sentire tutti gli interventi, tutti legittimi, con posizioni diverse, perché la maggioranza ha una sua visione, l'opposizione ha la sua visione, questo lo abbiamo stabilito anche ventidue mesi fa. Noi non ci siamo nascosti, quello che stiamo facendo è esattamente quello che abbiamo proposto al corpo elettorale, la serietà vuole che a quelle promesse, a quegli impegni si dia seguito. Noi stiamo semplicemente dando seguito a quello che abbiamo promesso ai nostri elettori, quegli elettori con una maggioranza che non ha precedenti nella storia dell'elezione diretta dei presidenti, ha sposato quella visione, una maggioranza netta del popolo sardo ha sposato quella visione. Quindi noi abbiamo il diritto, ma soprattutto il dovere di andare avanti, abbiamo il diritto e il dovere di ascoltare il contributo, il suggerimento non solo dei consiglieri di opposizione, ma anche di tutto quel mondo che è interessato, che partecipa in modo attivo a questo percorso, cosa che abbiamo fatto. Ma io non posso fermarmi a un giudizio legittimo, ma di vertici di associazioni, quando centinaia e centinaia di professionisti mi chiamano e mi dicono l'esatto contrario di quello che hanno detto i loro rappresentanti. Ne prendo atto. Anche ieri sera con gli amici di Legambiente ci siamo sentiti e ci siamo confrontati, io non mi sono mai sottratto. In un anno di percorso, girando in lungo e in largo città, paesi, paesini, financo paesi dove nessuno era passato, abbiamo sentito dalle amministrazioni locali, dai sindaci, da quelle persone che sono in prima linea le esigenze, abbiamo sentito gli operatori diretti. Quindi con il garbo che mi è solito, ma con la passione che forse a volte è anche eccessiva, però profondamente onesta perché viene dal cuore, e quindi non ci sono altri fini, dico sempre quello che penso, a volte dico cose condivisibili, altre volte cose che non sono condivisibili, ma mi piace dire quello che penso. Non sono solito usare sotterfugi, non amo fare politica da muretto a secco, l'ho sempre fatto in prima linea mettendoci la faccia e financo il corpo, che non è un corpo esile, quindi diciamo che resiste anche alle prime pallottole. Quindi la scelta, il popolo sardo, su quello che voleva, l'ha fatta, quindi non è vero che è una scelta isolata, è una scelta di retroguardia, è una scelta condivisa, condivisa con la maggioranza dei sardi.

Cemento. Mi ricordo il "Fatto Quotidiano": "Stanno certificando le coste e le spiagge". Io nei primi giorni ho sempre parlato, detto, ridetto che la nostra visione era quella di costruire uno sviluppo armonico parimenti a uno sviluppo economico e un'alternativa economica, perché abbiamo il dovere di dare risposte alla nostra comunità. Quindi creare sviluppo, creare occupazione, ridare dignità, perché il lavoro dà dignità oltre che sostentamento, l'abbiamo sempre unito a quello che è e deve rimanere un punto fisso, il rispetto della nostra terra. Questo abbiamo fatto e questo questa legge dice, perché non stiamo andando a cementificare, stiamo andando ad intervenire sull'esistente, quindi non stiamo consumando territorio, stiamo qualificando. Ecco, la parola chiave è "qualificazione". All'onorevole Deriu dico che questa invece è un'occasione storica per porre rimedio anche a operazioni di speculazione fatte negli anni '60, '70, '80, e finanche i primi '90, e dare la possibilità di abbattere, sì, quelle costruzioni, e dare la possibilità di ricostruire secondo i canoni di rispetto usando materiali compatibili e magari evitando quello che lei ha definito gli ecomostri, che non sono stati fatti con questa legge, perché lo sapete bene quando sono stati fatti e dove sono stati fatti. Quindi io penso che questa sia una legge di buonsenso che riesce ad unire i due valori: rispetto del territorio e del paesaggio e sviluppo e possibilità di creare posti di lavoro. Molti hanno fatto una sorta di speculazione parlando del disastro di Bitti come se fosse colpa del Piano casa, finanche a parlare della strada sul litorale di Castelsardo che è crollata, colpa del Piano casa. Ma cosa c'entra il Piano casa? Non c'entra nulla, è stato detto anche questo, è stato detto e scritto. Però, vi ripeto, ormai ci siamo abituati, quindi non è un problema, non è un problema, abbiamo le spalle larghe per poter rispondere, perché su una cosa non c'è ombra di dubbio, sui dati oggettivi, poi possiamo parlare di tutto, ma voi mi dovete dimostrare dov'è la cementificazione, dove sono le colate di cemento se stiamo parlando di riqualificazione, inserendo dei valori che anche voi avete riconosciuto e avete financo partecipato. Perché il fatto che per la prima volta si obblighi ad usare materiali autoctoni, quindi dando valore anche a quel valore identitario che noi vogliamo portare, solo per questo questa legge già merita di essere votata. E poi un'altra cosa, o si fa confusione perché non si è capito o si fa confusione perché si è in malafede, non è una legge urbanistica, noi l'abbiamo sempre detto che questa era per noi, passatemi il termine, una sorta di legge navicella che serviva per arrivare vivi a quella che sarà sicuramente la grande riforma della (…), quella sì, dove ci sarà una partecipazione, ci sarà un confronto, ci sarà un dibattito vivo, perché lì faremo le scelte di pianificazione, lì faremo le scelte che serviranno per i futuri vent'anni della Sardegna, e lì servirà l'apporto di tutto il mondo che gira intorno a queste problematiche, e soprattutto l'apporto della maggioranza e dell'opposizione in Consiglio regionale, nel rispetto dei ruoli, per carità, non è che ci può essere commistione, però una buona legge si fa anche con l'apporto di tutti, perché spesso e volentieri anche dall'opposizione ho sentito proposte condivisibili e voi siete testimoni che non ho avuto problemi a sposarle subito e a dare il mio assenso e l'assenso anche della Giunta, perché dinanzi a una proposta logica, migliorativa non abbiamo i paraocchi, perché non abbiamo un approccio ideologico, noi abbiamo un approccio laico, e quindi tutto ciò che può essere migliorato per noi va bene. Ho sempre ripetuto che la legge che bisognerà eventualmente criticare sarà la legge che esce da questo Consiglio regionale perché, finché non viene votata, legge non ne esiste, quindi stavamo ragionando su ipotesi, su un disegno di legge. Ma voi mi insegnate che un disegno di legge può avere degli emendamenti, può essere migliorato, talvolta anche peggiorato, perché a volte sono entrate in Consiglio ottime leggi e uscite pessime leggi, però da che c'era un attacco virulento alla cementificazione delle spiagge, e poi scopriamo che invece nei 300 metri non ci sarà nessun aumento di volume, c'è stato l'attacco sul fatto che nelle campagne, nell'agro volessimo fare speculazioni sottocosta e poi si scopre che sottocosta non verrà permessa nessuna speculazione nell'agro. E poi molti di voi dimenticano un elemento essenziale, che non è che nell'agro costruisce chi vuole, nell'agro ci sono le direttive per le zone agricole, che è legge, che vanno viste, che vanno lette e vanno studiate, perché non è che mi sveglio al mattino e mi faccio la residenza nell'agro, ci devono essere i presupposti perché possa avere la residenza nell'agro, ma proprio per evitare che qualche speculatore potesse comprare i terreni agricoli sottocosta abbiamo stabilito che lì, venendo incontro alle esigenze anche degli operatori di categoria, fossero imprenditori agricoli, che si facesse agricoltura veramente, perché un conto è costruire la casa sotto Arzachena, un conto è costruirla all'ingresso di Buddusò; cambia. E l'intento nostro è quello di creare alternative perché la gente da quest'Isola va via perché è costretta ad andar via, perché rimane se c'è lavoro, e noi abbiamo il dovere, tutti indistintamente, di creare le condizioni perché si crei sviluppo, perché la gente rimanga qua, e noi stiamo facendo tutti gli sforzi per portare gli investimenti al centro della Sardegna, perché nei nostri comuni lo spopolamento lo si ferma solo creando lavoro, perché la gente rimane lì se c'è lavoro, dopo si avranno anche le condizioni urbanistiche per rimanere, ma la prima cosa è il lavoro, perché se non c'è lavoro da quei comuni la gente va via. Quindi questo è un percorso, probabilmente partiamo da visioni diverse ma sicuramente su questi presupposti dobbiamo incontrarci, perché la casacca politica su questi grandi temi deve essere una sola, deve essere quella della Sardegna, poi possiamo dividerci perché abbiamo visioni diverse, se no saremo un partito unico, ci mancherebbe altro, però sui grandi temi le divisioni sono anacronistiche, non servono, e guardate le maggioranze si alternano ma i problemi rimangono, e se un problema è risolto, è risolto, e alcuni problemi non è che li risolvi d'emblée, subito, però bisogna iniziare un percorso, che ha bisogno anche di tempo. Intanto già il fatto di iniziare un percorso virtuoso in cui i nostri imprenditori inizieranno a usare materiali autoctoni…

PRESIDENTE. Ha un minuto, Assessore.

SANNA QUIRICO, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. E poi, signori, non dimentichiamoci che ci sono uffici, strutture, istituzioni che controllano, non è che l'ufficio di tutela sia lì per fare i bigodini alle bambole, controllano e, come ben sapete, sono anche piuttosto severi nei giudizi, quindi non è che nell'agro si possa permettere show, è un controllo, perché i controlli ci sono. All'amico Piu, che è sempre molto pacato e sempre, come dire, molto saggio anche nel porsi nei confronti politici e personali, devo dire, e di questo ne do atto e merito, forse dovremmo imparare qualcosa dall'amico Piu, dico che non è così, non è che se le regole ci sono e tu, o lei, mi scusi, dice "ma tanto non le rispettano", e non è che non le rispettano, le devono rispettare, i controlli ci devono essere, il fatto che dici "ma tanto non le rispettano", non è così, anche questo percorso bisogna iniziarlo, perché non si può continuare con questo lassismo perché tanto non cambia nulla, no, deve cambiare, abbiamo gli strumento e dobbiamo applicare le regole, e il controllo va fatto, non si può pensare che non si è fatto fino a oggi e allora bisogna continuate così. Quindi, nel ringraziare comunque l'impegno profuso da tutti, perché questa non è una legge nata con due mani, è una legge che è frutto del contributo e del lavoro di tante persone, di tanti consiglieri, di tante associazioni, di tutti quelli che hanno voluto e potuto dare un contributo. Quindi io ringrazio indistintamente tutti e mi auguro che questa legge possa essere approvata nei tempi che abbiamo stabilito e che possa finalmente trovare giovamento in quello che noi abbiamo sempre detto: rispetto di questa terra e lavoro. Grazie.

PRESIDENTE. Il Consiglio è sospeso per dieci minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 21 e 21 , viene ripresa alle ore 22 e 06.)

Prego i colleghi consiglieri di prendere posto. Riprendiamo i lavori dell'Aula, e quindi dobbiamo passare alla votazione per il passaggio all'esame degli articoli.

Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Mula per dichiarazione di voto.

MULA FRANCESCO (PSd'Az). Naturalmente per dichiarare il voto favorevole per quanto riguarda il Gruppo del PSd'Az. Presidente, io la inviterei, per gentilezza - scusate, mi prendo un secondo e ho quasi finito - per cercare di capire in questi giorni che dobbiamo lavorare, a organizzare meglio quelli che sono i servizi qui per quanto riguarda il bar e per quanto riguarda il fatto che i consiglieri colleghi hanno diritto, soprattutto per noi che veniamo da fuori, di poter avere non dico un servizio, ma a disposizione qualcosa, naturalmente pagandocelo noi e di poterci anche ristorare.

Detto questo, per quanto riguarda invece il passaggio agli articoli, quindi il voto favorevole per quanto riguarda il gruppo del PSd'Az, non abbiamo avuto modo, e lo dico tranquillamente, di poter vedere quegli emendamenti che sono stati presentati, gli emendamenti agli emendamenti, quindi inviterei anche i colleghi di maggioranza che li hanno presentati, quando arriverà il momento, poi li discuteremo in Aula chiedendo poi se sarà il caso, a poterli ritirare o meno.

PRESIDENTE. Il suo voto è favorevole, immagino.

Ha domandato di parlare la consigliera Maria Laura Orrù per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ORRÙ MARIA LAURA (Progressisti). Grazie Presidente. Per dichiarare il nostro voto contrario, abbiamo espresso le diverse posizioni che sono sembrate chiare tra le posizioni espresse dall'opposizione e quelle espresse dalla maggioranza. Colpisce il fatto che si continui a portare avanti una falsa contrapposizione a mio avviso tra il diritto al lavoro e il diritto ad un ambiente sano e respirare un'aria pulita. Io penso che gli errori che si sono percorsi nel passato, quelli che hanno visto grandi sistemi industriali collocarsi nei nostri territori lasciando delle situazioni molto particolari, forti inquinamenti su cui poi nessuno ha pagato, non possono essere ripercorsi in un presente che tra l'altro, a seguito anche della pandemia che abbiamo vissuto, necessita per forza di un ragionamento più esteso, di un ragionamento che guardi al futuro e di un ragionamento che abbracci le posizioni anche di quei tanti giovani che sono scesi in piazza. Ricordo con molto entusiasmo e con molta importanza anche i movimenti dei "Fridays for Future" per esempio, sono le nostre generazioni, le nostre nuove generazioni che sensibilmente, in maniera anche molto forte, richiamano l'attenzione su qualche cosa su cui non si può più passare in secondo piano. Sulla legge io ho sentito tanti interventi, ma voglio ricordare e probabilmente anche il passo indietro che è stato fatto dalla Giunta è stato fatto anche perché il 18 dicembre è arrivata una nota in merito proprio al disegno di legge numero 108 del Sinurb, ovvero il sindacato nazionale degli urbanisti e dei pianificatori territoriali, il sindacato nazionale che ha espresso con forza un ripensamento da parte della Giunta su questo testo, e io penso che i pianificatori, gli urbanisti sono coloro che possono realmente dare un'indicazione su come il nostro territorio debba essere pianificato e programmato. Per questo io ricordo anche che noi non siamo sordi, non siamo solo coloro che dicono no, abbiamo espresso le nostre posizioni favorevoli, il problema è che voi sentite solo quello che volete sentire, cioè non vi fermate ad ascoltare le proposte non solo dell'opposizione, ma di gruppi allargati di persone che studiano queste materie da tantissimo tempo e che…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Franco Satta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SATTA GIAN FRANCO (Progressisti). Grazie Presidente. Per dichiarare il mio voto contrario, per dichiarare la mia insoddisfazione rispetto anche all'intervento fatto dall'Assessore che, probabilmente, ha anche girato paesi e città, avrà anche sentito le amministrazioni di quei Paesi e di quelle città, ma evidentemente non ha colto quelli che sono i problemi delle amministrazioni locali, dei sindaci, rispetto a quelli che sono tutti i processi di adeguamento dei piani urbanistici rispetto al PPR, al PAI e agli altri strumenti sovraordinati rispetto a quelli che sono di competenza delle amministrazioni comunali. Evidentemente si vuole seguire, lei lo ha anche in qualche modo esplicitato, si vuole accentuare quell'effetto a ciambella nella nostra Sardegna, si stanno deprezzando le abitazioni nei centri urbani e nei paesi nell'urbano, rispetto invece alla possibilità di implementare quelli che sono i relativi prezzi a metro quadro delle abitazioni in agro. Questa è la politica che voi state portando avanti e di cui io sono sicuramente invece un oppositore forte all'interno di quest'Aula. E vorrei anche sottolineare alcuni aspetti che probabilmente nella discussione generale sono stati sottovalutati, che è il cambio di destinazione d'uso degli alberghi in residenze, cambi della destinazione d'uso degli alberghi in residenze. Ne parlate nella degestionalizzazione all'articolo 5, è così. Aggiungo anche che avete la presunzione di intervenire anche in quei beni che sono paesaggisticamente tutelati, questo lo fate e lo scrivete anche nella norma. L'altra riflessione è che state…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampietro Comandini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COMANDINI GIAMPIETRO (PD). Grazie Presidente. Per esprimere il mio voto contrario al passaggio all'esame degli articoli e per ritenermi estremamente soddisfatto però della controreplica dell'Assessore dell'urbanistica, che ha parlato poco di urbanistica e ha parlato pochissimo di difesa del proprio disegno di legge, ci ha soprattutto deliziato con le frasi e con i riferimenti alle bambole, ai bigodini, ma soprattutto alla legge navicella. Io devo ricordare, Assessore, che la navicella fa parte di un famoso film di Star Trek, e tutti sappiamo qual era la fine delle navicelle in quegli episodi di Star Trek, che difficilmente raggiungevano la meta. Io mi auguro che, invece di una legge navicella, la Sardegna abbia bisogno di una legge strutturale dal punto di vista urbanistico, e in qualche modo, relativamente a quanto lei cercava di convincere quest'Aula e i sardi che ci ascoltano, che il problema principale è il lavoro, noi non ce ne accorgiamo oggi che il problema principale della nostra Isola è il lavoro, il lavoro che non c'è, probabilmente non ci sarà purtroppo e per lungo periodo, e non sono attraverso questi strumenti urbanistici che si crea lavoro, ma sono altri gli interventi attraverso i quali si può creare il lavoro nei nostri territori, dalle zone interne alle zone della costa. Questo di contrapporre il lavoro all'ambiente è un vecchio modo di fare politica e di pensare la politica, lo sviluppo può passare attraverso un'azione armonica di ambiente e lavoro, e sulla quale noi vi sfidiamo… visione armonica che riguarda l'ambiente come risorsa importantissima che non deve essere consumata, ma che deve essere tramandata, che deve essere in qualche modo data la possibilità che essa stessa rappresenti volano di lavoro, credo che ci sia la differenza ideologica e sostanziale fra noi e voi. Allora Assessore, noi continuiamo a dire che siamo disponibili a fare con voi una legge urbanistica, a rimettere mano al piano paesaggistico regionale, però facciamolo attraverso quelli che sono gli strumenti che la legge ci dice. Non è una questione di essere a favore o contro la cementificazione, credo che non è questa la differenza fra noi e voi, ma è quella di applicare e rispettare le regole, le regole di una legge che ci dice che il Piano paesaggistico deve essere attraversato e portato avanti attraverso un percorso di compartecipazione che veda tutti i soggetti interessati, questo nella sua proposta, nella vostra proposta, nel vostro disegno di legge non c'è e per questo il mio voto sarà contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Eugenio Lai per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LAI EUGENIO (LEU). Io mi auguro che l'Assessore non sia uscito a provare a pettinare, a provare a creare bigodini a qualche altra bambola, ma vorrei che ci parlasse invece di questa norma sul governo del territorio, perché come è solito fare nel suo intervento di replica, ha parlato di tutto tranne che della legge di cui stiamo discutendo e della legge di cui stiamo parlando oggi. E vorrei capire da lui qual è la sua visione, perché vorrei capire se la gente va via, se i giovani vanno via perché non possono costruire, ci sono migliaia di abitazioni vuote nella nostra Isola, i giovani vanno via perché si è sbagliato un modello di sviluppo, perché la politica fino ad oggi ha impostato i propri ragionamenti su modelli di sviluppo deleteri, vecchi, anacronistici e voi state continuando in questa direzione. La gente va via perché le risposte sull'occupazione e sul lavoro non le state dando, perché i tempi della burocrazia e i tempi della politica, anche di risposta a questa crisi, non sono quelli della vita reale. Basterebbe guardare tutte le misure che sono state messe in campo per fronteggiare la crisi pandemica e quante di quelle risorse sono finite realmente nelle tasche delle imprese e dei cittadini, dei disoccupati, sono pochissime, l'abbiamo detto, l'abbiamo ripetuto, i vostri ritardi, anche nell'approvazione di una finanziaria regionale, costano carissimo a tutti quei giovani. E allora, si può cercare, si possono cercare migliaia di scusanti, potete cercare migliaia di scusanti per provare a convincervi che questa è una buona legge, ma non cercate certamente quella di una visione di Sardegna, perché la visione di Sardegna non ce l'avete. Non l'avete detta dall'inizio, perché il Piano regionale di sviluppo non l'avete mai presentato e continuate a non averla oggi e vorrei dire a qualche Sindaco o a qualche collega Sindaco che non rilascia nessuna concessione, io lo sfido al 31/12 del 2021 a venire qui e a dirmi cosa cambierà per un residente nel mio Comune e nel suo comune, e vorrò vedere quante concessioni edilizie, perché si sta parlando di questo, verranno rilasciate da quel Comune e dal mio Comune. La verità è che nelle zone interne poco cambia, poco sono interessati al 20 o al 30 per cento, mentre invece sono interessati dove le speculazioni edilizie, economiche e finanziarie si possono fare e ne vedremo delle belle probabilmente, voterò sicuramente contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Piu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PIU ANTONIO (Progressisti). Per esprimere il voto contrario a questo disegno di legge e anche dopo le parole dell'Assessore, che sono poco convincenti, soprattutto in quelle che sono le motivazioni. Noi stiamo esprimendo, abbiamo chiarito esattamente quali sono i punti che secondo noi portano e porteranno ad un utilizzo del suolo sbagliato, stiamo andando nella direzione opposta rispetto a tutto il resto del mondo, dove le città devono essere valorizzate e dove i terreni agricoli devono essere utilizzati per fare terreni agricoli, non per fare seconde case, non per parcellizzare il territorio, perché questo è sbagliato. Non è vero che porterà ricchezza, anzi continuerà solo ed esclusivamente ad impoverire l'intera Sardegna, solo ed esclusivamente a favore di poche altre, che già invece sono economicamente avvantaggiate, che già vedono un presidio da parte dell'uomo importante, quindi quello che andremo a fare, quello che andrete a fare per il futuro della nostra Isola, credetemi, non è non sarà con i buoni auspici che voi tanto credete, cioè quello di rifar riprendere un'economia che è morta. L'economia non si riprenderà assolutamente con questo disegno di legge, continuerà purtroppo a rimanere ferma e i tanti ragazzi che vanno via dalla Sardegna non vanno via perché mancava di certo il DL 108, quindi voterò fortemente contrario a questo disegno di legge.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Roberto Li Gioi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LI GIOI ROBERTO (M5S). L'assessore Quirico Sanna, durante il suo intervento, ha parlato di occasione storica, io invece parlo di occasione persa. Avevate l'opportunità di mettere mano in maniera razionale e intelligente all'urbanistica nella nostra Isola, invece siete andati avanti per la vostra strada, ignorando quelli che sono stati i nostri suggerimenti, noi, ne può essere testimone lei stesso, assessore Sanna, in Commissione abbiamo portato avanti un'opposizione costruttiva, proponendo anche cose interessanti, una delle quali è stata accolta. Ma sicuramente il nostro voto non può essere favorevole, sarà sicuramente contrario, perché il fatto di aver perso questa occasione storica, farà sì che la sua frase a mo'di slogan per cui successivamente con la legge urbanistica si faranno scelte per i prossimi vent'anni della Sardegna, che potevano essere 30, 40 o 15, ma è lo stesso, ecco, questo è semplicemente uno slogan perché voi con questo disegno di legge perderete tre anni, perché durerà tre anni questa proroga, e poi come è stato detto durante la giornata da qualcuno dei miei colleghi, mi sembra dall'onorevole Piu, arriverete a fine legislatura promettendo ulteriormente, cosa che state continuando a fare. Quindi, mi dispiace, questa è un'occasione persa, perché da questa parte avreste trovato anche un appoggio, un aiuto, avremo potuto porre in essere una legge veramente utile per la nostra Sardegna, così non è e non si può non dire no a una legge che prevede la compravendita dei crediti volumetrici, che è una cosa che anche in Commissione ho definito obbrobriosa, abominevole, e che rischia a mio parere anche di creare un racket delle volumetrie. Perché sappiamo benissimo che ci sono tanti capitali di dubbia origine in giro per il mondo e possono sicuramente arrivare anche alla nostra Isola. Veramente a me dispiace.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gianfranco Ganau per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

GANAU GIANFRANCO (PD). Per annunciare il mio voto contrario a questa legge, io ho ascoltato con attenzione la replica dell'Assessore e devo dire che non mi ha convinto, non mi ha convinto soprattutto quando spaccia questo Piano casa come un'opera di qualificazione, come ha detto lui, e di riqualificazione di edifici preesistenti. Non è così Assessore, ed è evidente che non è così. Per esempio, con la possibilità di costruire in agro non stiamo riqualificando niente, stiamo sottraendo terreno agricolo alle proprie funzioni, stiamo trasformando in grande area edificabile la gran parte della Sardegna e questo è un problema serio che rischia di creare anche delle grandi speculazioni che pare siano già in atto. Quindi è un tema estremamente delicato che non può passare così, non può passare così semplicemente, non è normale che si costruisca in agro, perché l'agro ha quella destinazione proprio perché è un terreno destinato alla produzione agricola e non alla residenza di chi non conduce il terreno agricolo, quindi di chi non è produttivo. Tra l'altro c'è la possibilità, sempre in agro, di trasformare strutture preesistenti in strutture ad uso residenziale, anche questo è un dato clamoroso, perché si rischia di sottrarre degli strumenti che sono utili alla fase agricola adesso, per trasformarli con una speculazione in strutture residenziali. Quindi è proprio un grosso pasticcio quello che state mettendo in piedi nell'agro e mi limito all'agro, perché ci sono tantissime cose che non vanno bene in questa legge, penso per esempio alla possibilità di trasferibilità dei crediti edilizi che è una cosa che non sta né in cielo né in terra, io non credo neanche che sia legale da un punto di vista tecnico e che sia attuabile, perché se io ho un credito edilizio e ho titolo ad avere un credito edilizio, non posso cederlo ad un terzo, ma anche all'interno dello stesso comparto, cioè a distanza, che non ha questo titolo. Questo è veramente incredibile che sia previsto in legge un'operazione di questo tipo, questo giustifica assolutamente il nostro no, poi avremo modo nei prossimi giorni di entrare nel merito degli argomenti.

Annuncio che chiediamo il voto elettronico per il passaggio agli articoli.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Dalla replica dell'Assessore ci siamo resi conto che non c'è alcun tipo di studio, di approfondimento circa i temi, le questioni e un'analisi economica del provvedimento. Non vi è niente di tutto ciò e anche le colleghe e i colleghi che hanno citato dati, nel corso della discussione sugli articoli avremo modo di approfondire e dimostrare numeri alla mano, non in termini di politica e di opinioni tra noi, ma di numeri e i numeri sono cocciuti e testardi, come non vi sia alcuna consapevolezza neanche delle dinamiche di sviluppo dei confronti con altre regioni e altri Paesi d'Europa, per non parlare del resto del mondo. Questo è gravissimo perché non sapete neanche quale sarà la ricaduta e la conseguenza di questa legge, se fosse così, cioè la semplicità del ragionamento: "Sullo sviluppo è sufficiente sbloccare una parte di edilizia perché tutto e tutti possano migliorare le loro condizioni di vita, i luoghi e la vita delle persone", sarebbe cosa alquanto facile.

La verità è che voi state determinando l'impoverimento ulteriore di alcune zone della Sardegna perché lo sviluppo continuerà a generarsi in poche isole felici nell'Isola. Il Sulcis Iglesiente sarà destinato e condannato al deserto economico con questa legge e così altri territori della Sardegna, per non parlare dell'agro, vi sono case che vengono addirittura regalate nei Comuni della Sardegna, siamo un'isola a rischio spopolamento e c'è l'esigenza di costruire nell'agro, c'è l'esigenza per qualcuno di andare ad abitare in campagna. Con i dati vi dimostreremo che anche quei numeri sulle regioni del Chianti o il tasso di popolazione per chilometro quadrato o di consumo di suolo, sono a noi sfavorevoli se paragonati alla popolazione residente in alcune regioni, quindi non c'è alcun tipo di conoscenza delle conseguenze ed è cosa ancor più grave per coloro che pensano di poter essere legislatori in quest'Isola. Il voto è contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Assessore, dopo il suo intervento sono ancora più confuso di prima. Io non ho capito nemmeno chi sia lei in questa commedia, in questo gioco delle parti interno alla maggioranza, non ho capito se sia quello che dice che è un'occasione storica, l'ha detto, o quello che dice che questa di fatto è poca roba rispetto alla legge urbanistica che verrà, e ha detto pure questo.

Non ho capito se sia l'ispiratore del testo approvato dalla Commissione o se sia l'ispiratore degli emendamenti che contraddicono il testo approvato dalla sua Commissione o se sia addirittura una terza parte che magari emergerà nelle giornate di domani e di dopo, dove entreremo nel succo del testo. Avrei gradito da lei poi alcune spiegazioni anche a difesa del testo che ci state presentando. Il tema sollevato poc'anzi dall'onorevole Ganau, tra i tanti quindi, quello delle cessioni di credito edilizio, è una bestialità, una assurdità, perché non ha nemmeno provato a spiegarci la sostenibilità di quell'istituto che voi vorreste introdurre e che non trova precedenti.

In passato furono vendute le indulgenze, però il credito di cubatura, anche tra chi non ha nessun diritto di usufruirne, ancora non l'avevamo visto, e magari con lo stesso sistema si può ottenere lo stesso risultato. Però, Assessore, nel suo intervento non spicca tanto quello che ha detto, spicca quello che non ha detto. Io credo che la discussione che avverrà nei prossimi giorni sarà approfondita e rivelerà anche sorprese, perché la sensazione è che su alcuni temi anche la discussione in Aula potrà far cambiare idea a chi magari sino all'altro giorno pensava che il testo volesse dire qualcosa e non aveva pienamente preso in considerazione tutti gli aspetti, e in urbanistica, un comma o una virgola può cambiare molto, anche perché la Sardegna, l'hanno detto bene i colleghi prima di me, non è un monolite, è molto varia e anche gli interessi sono molto vari. Quella norma che magari non crea grandi sconquassi nel piccolo comune in via di spopolamento o nel Comune appunto del centro Sardegna, può creare un disastro e le fortune di qualcuno, nei Comuni della città metropolitana o in quelli attorno alle coste. Io sono convinto, e del suo intervento questa frase mi ha colpito più di altre, che questa legge sia scritta a più mani, penso però che non tutte siano mani dei colleghi di questo Consiglio, alcune mani magari sono i tecnici di uffici legali che lavorano per alcuni privati, sono i tecnici appunto degli uffici degli studi di progettazione che in alcuni casi hanno scritto in norma i loro desiderata e allora, Assessore, se la norma, la legge che ci proponete è fatta…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Valter Piscedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PISCEDDA VALTER (PD). Per esprimere il mio parere contrario al passaggio agli articoli, ancorché ci tengo che si faccia questo passaggio, perché passando agli articoli e ai singoli emendamenti anche, avremo modo di entrare meglio e provare a farvi capire l'incongruenza di certi emendamenti con le dichiarazioni che voi stessi avete fatto. Io ve ne cito solo alcune, penso che un lavoro che non sia stato fatto e che sarebbe stato utile, è proprio l'applicazione di questa serie di emendamenti sulla legge numero 8. Io mi sono fatto fare un testo con le introduzioni a colori e ho il testo della "8" così come viene modificato da questi emendamenti che oggi si stanno proponendo. Ci sono delle cose che, ancorché ci abbia studiato in questi giorni, io stesso ancora non ho capito, vi faccio l'esempio. Voi avete detto che col Presidente avete concordato di togliere l'edificabilità nei 300 metri. Vi leggo questo: "Articolo 2, negli ambiti extra urbani, così come individuati dalla strumentazione urbanistica vigente, classificati quali zone urbanistiche omogenee F, sono consentiti tutti gli interventi di cui al presente articolo". Cioè, come lo conciliamo con quello che voi avete detto prima, che nei 300 metri non si farà nulla. Oppure, articolo 2, questo lo leggo pensando al collega Salaris. "I Comuni possono localizzare nuovi interventi turistici e relativi servizi generali che non siano in connessione di integrazione con assetti insediativi esistenti nelle vicinanze di un fattore di attrazione motivatamente individuato." Non è che me lo sono inventato io, sono cose che sono scritte, io capisco che guardando il singolo emendamento non si capisca la connessione e la portata di quello che è stato fatto, quindi se serve un supplemento di lavoro, onesto, facciamolo, fatelo. E quando voi scrivete ad esempio: "che ai fini dell'applicazione di questa disciplina i confini amministrativi comunali sono considerati elementi geografici l'interclusione", ma capite anche voi la portata di questa roba qua? Cioè i confini comunali costituiscono un elemento di interclusione. Chi ha fatto il sindaco sa di che cosa stiamo parlando, di interclusione, lotti interclusi, i confini comunali faranno da confine per i lotti interclusi. Cioè ragazzi, ponetevi anche voi questi problemi, noi è chiaro, il nostro mestiere è fare opposizione e dire che siamo contrari, ma anche sul merito, se ci mettiamo a guardare gli effetti dei vostri emendamenti…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Solinas Alessandro per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO SOLINAS (M5S). Grazie, Presidente. Prima il collega a Agus si domandava quale personaggio interpretasse l'assessore Sanna in questa vicenda, l'aveva identificato anche Plauto nella commediografia latina, nell'opera Miles gloriosus, nel personaggio principale il quale tra vanagloria e fatue ambizioni faceva numerose affermazioni infondate, e non vuole essere un insulto, non se ne abbia a male, però quindi è un ruolo che fin dall'antica Roma viene riconosciuto e degli atteggiamenti che vengono stigmatizzati in questo senso. Anch'io mi associo al commento dei colleghi che hanno definito le sue parole quanto meno evasive, perché tra un proclama e una battuta non mi ha convinto, non mi ha convinto perché, come al solito, agli intenti che questa legge rappresenta, con cui questa legge viene portata, si associano risvolti pratici del tutto diversi e comunque voluti. Non si capisce la natura di questa legge, è già stato abbastanza approfondito oggi, è un ibrido tra un Piano casa e uno strumento urbanistico, però voi dite che non è uno strumento urbanistico ma contiene degli elementi urbanistici, quindi ditecelo voi che cos'è, chiariamolo, perché non sappiamo quindi oggi neanche di che cosa stiamo parlando, o meglio, noi lo sappiamo, ma sembrerebbe che qualcuno da questa parte non lo sappia. Una delle cose su cui metterei l'accento adesso più di tutto è lo spreco di territorio, perché si è parlato di Paesi a scadenza; permettere un'edificazione così indiscriminata sull'agro, secondo me è un ottimo modo per diminuire il termine di scadenza di questi Paesi, perché nel momento in cui tutti andranno a vivere in campagna, soprattutto in molti paesi, lo si può vedere coi propri occhi, senza neanche andare tanto a cercarlo, il centro abitato muore, le attività muoiono, e tutto ciò che gira intorno, quindi l'economia del Paese muore, il Paese stesso alla fine, purtroppo, si spopola, e poi non ci sarà più nessuno. Come per Aras con questa legge vi state dando giusto il tempo per rivenderla in periodo elettorale; questa è la verità, è stato già detto ed è facilmente identificabile, ci diamo tre anni per poi spararla ancora più grossa nel momento in cui le elezioni si approssimeranno, sperando che ancora ci sia qualcuno a credere alle vostre parole. Si è parlato di tante cose oggi, anche di chi ha perso per via della scriteriata impostazione urbanistica di alcuni luoghi; ebbene, io non penso che sia una mancanza di rispetto nei loro confronti, perché se è vero che i morti meritano rispetto, meritano anche di essere onorati, non solo con parole ma anche con azioni, ed è quello che qui oggi si è voluto incentivarvi a fare. Naturalmente il mio voto sarà contrario. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Michele Ciusa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CIUSA MICHELE (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per dichiarare il mio voto contrario al passaggio agli articoli. Ho sentito con attenzione l'intervento dell'assessore Sanna che non ha scalfito le idee che ho esposto durante la discussione generale, anzi, temo che le abbia anche rafforzate, nel senso che non ho sentito parlare di un disegno di Sardegna, di una visione di un futuro appunto sostenibile, ho visto solo ragionare sul fatto che per creare lavoro bisogna puntare solo sull'edilizia, o insistere su determinati punti della Sardegna, favorendo ancora quell'effetto ciambella di cui tanti di noi parlano ma poi nei fatti ci ritroviamo sempre allo stesso punto. Quindi servirebbe un progetto più ampio, dove il lavoro si può creare anche tramite il tema ambientale, su questo tema noi dobbiamo anche dircelo in maniera chiara che parlare di ambiente significa creare anche sviluppo, economia e lavoro, e in questo disegno di legge io non vedo questo, anzi, come ho sottolineato anche l'ecobonus del 110 per cento è una dimostrazione che ragionando di riqualificazione, di ambiente si può far lavorare tranquillamente e produrre. Per questo ribadisco il mio voto contrario al passaggio agli articoli e a tutta la legge. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Rossella Pinna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PINNA ROSSELLA (PD). Grazie, Presidente. Intanto annuncio il mio voto contrario al passaggio agli articoli. Come detto nel mio intervento nella discussione generale, ho evidenziato gli aspetti che fanno di questo disegno di legge un provvedimento dannoso, a mio avviso, per la Sardegna e per i sardi; la Sardegna non ha bisogno di progetti e di interventi di questo tipo, ha bisogno di interventi di rigenerazione urbana e di rigenerazione territoriale. Edificare nei suoli pregiati destinati alla produzione agroalimentare per costruire altre residenze che non sono funzionali all'attività imprenditoriale è un errore, l'abbiamo detto nei nostri interventi, realizzare residenze in un piccolo appezzamento di terreno, che può essere ben e meglio destinato all'attività produttiva, è sprecare suolo e, lo ricordo, il suolo è un bene comune, anche se è proprietà privata è un bene comune ed è una risorsa non rinnovabile. Volete sottrarre parte dei terreni seminativi alla loro funzione propria; è un errore, così come è un errore pensare di non ripopolare i centri urbani che oggi hanno un edificato vuoto, inutilizzato. Ollolai ha aperto la pista vendendo le case disabitate a un euro, io credo che questo ci debba far riflettere; c'è ancora molto da riqualificare e non c'è bisogno di realizzare ulteriori case nell'agro. Così come non voterò mai, e mai e mai una legge che prevede il recupero dei seminterrati e che distingue il seminterrato per uso residenziale dal seminterrato utilizzato per i servizi socio sanitari, non permetterò mai che un servizio socio sanitario destinato a persone non autosufficienti e bisognose d'aiuto finisca dentro un seminterrato; è una responsabilità che non posso condividere con voi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppe Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MELONI GIUSEPPE (PD). Grazie, Presidente. Intervengo per esprimere il mio voto contrario rispetto al passaggio agli articoli, perché così com'è questo DL non può essere votato favorevolmente, e anche gli emendamenti che sono stati proposti vanno visti bene. Bene ha fatto adesso il collega Piscedda a evidenziare qualcosa che non andrebbe, per lo meno rispetto a quello che avete raccontato nell'emendamento 750 a pagina 87, nello specifico a pagina 87 bis, quando si parla del comma 9 bis, con riferimento agli ambiti extraurbani, non è chiarissimo questo comma nell'emendamento che è stato presentato; io ve lo faccio notare perché quando ho sentito le dichiarazioni del collega Cocciu ho pensato proprio questo, ho pensato "il collega Cocciu si lamenta del fatto che sia stata esclusa la fascia dei 300 metri, in particolare per il residenziale, rispetto alle zone F e poi potrebbe rientrare con una interpretazione di questo comma 9 bis. Io quindi direi: vedetevi con gli Uffici, se la vostra reale intenzione è davvero quella di escludere la fascia dei 300 metri, io credo che questo articolo non vada bene in questo modo. Qualche altro refuso l'ho trovato ugualmente, probabilmente lo faremo anche nel corso, anzi, sicuramente nel corso dell'esame degli articoli, ma è giusto anche parlarne ora perché poi se iniziamo a trattare gli articoli e non si fa con emendamenti orali, che non è detto che vengano accolti, il rischio è che non possono essere modificati. Per esempio il refuso del quale ho già parlato con l'Assessore, sempre nell'emendamento 750, si citano i commi 3 e 3 bis, ma mi pare che il 3 bis è stato superato dal nuovo emendamento, insomma, ecco, quindi il 3 bis del DL. Così come ugualmente io presenterò un emendamento perché nel differimento di termini di cui all'articolo 15 bis non è stato contemplato, secondo me immagino che sia una svista, il comma 6 dell'articolo 39 della legge 8 che riguarda, guardatelo bene, io sto preparando un emendamento in merito, riguarda il rinnovo del patrimonio edilizio con interventi di demolizione e ricostruzione rispetto al quale siamo fermi alla data di entrata in vigore della legge 8, e quindi anche questo credo che vada contemplato nel differimento dei termini che è previsto nell'articolo 15 bis. Grazie.

PRESIDENTE. Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli con votazione elettronica.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del passaggio all'esame degli articoli.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 1. All'articolo 1 sono stati presentati degli emendamenti.

Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Giuseppe Talanas, relatore di maggioranza.

TALANAS GIUSEPPE (FI), relatore di maggioranza. Vengono respinti gli emendamenti numero 639, 640, 641 l'1, 645, 708, 177, 709, 643, 710, 711, 712, 644, 713, 714, 24, 25, 26, 27, 28, 29, 30, 31, 716, 642, 179, 703, 715, 724, 180, 725, 181 182, 183, 184, 726, 727 e 728. Sull'emendamento numero 764 c'è un invito al ritiro. Poi il 176 viene respinto, sul 777 c'è un invito al ritiro, 717 e vengono respinti anche il 718, 719, 720, 721, 722, 178, 303, 723, 729, 185, 730, 731, 732. C'è l'invito al ritiro per il 743 e il 744, mentre viene accolto il 767. Grazie.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.

SANNA QUIRICO, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Il parere è conforme a quanto richiesto dal Presidente della Commissione.

PRESIDENTE. Comunico che sono stati presentati all'emendamento 748 una serie di emendamenti agli emendamenti che poi valuteremo singolarmente. È aperta la discussione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Alessandro Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS ALESSANDRO (M5S). Grazie, Presidente. Da quello che è parso di capire oggi che viene da questa parte dell'Emiciclo pare quasi che ci sia una battaglia tra praticità, senso pratico ed ideologia; beh, se la nostra è un'ideologia la vostra che cos'è se non la tipica faciloneria di destra? Ideologica anch'essa, se vogliamo, che tutto permette nel nome di un liberismo becero molte volte anche quando i suoi interpreti, in cui tanti spesso si sono riconosciuti rispecchiandosi in un'idea di sviluppo e arricchimento che non si declina mai effettivamente, perché effettivamente quest'idea non esiste, è solo l'idea di un'idea che, puntualmente, avvantaggia pochi, di certo mai chi crede in voi e vi ha dato la fiducia, che state dicendo di ripagare oggi. Questo, è vero, si scontra con un'altra ideologia che viene da questa parte, se vogliamo giusta o sbagliata potremmo discuterne tanto tempo, ma la verità è che da questa parte dell'Emiciclo idee ne sono arrivate, e non stiamo facendo un'intifada urbanistica, come siamo stati accusati, non siamo dei talebani, non stiamo difendendo un feticcio sottoforma di un PPR vecchio di 11 anni, che deve essere cambiato, lo abbiamo sempre detto, ma veramente pensate che l'urbanistica sia la sola chiave dello sviluppo della Sardegna? Perché da quello che ho sentito oggi sembra proprio così, è un fattore fondamentale ma non è la chiave. Com'è possibile che si pensi che quello che volete fare oggi possa sbloccare la crescita e lo sviluppo, cioè pensate veramente che uno che emigrato in Australia o in Svizzera dica "beh, ora me ne torno in Sardegna visto che tanto posso andare a vivere nel seminterrato di mio nonno"; non è così, non è assolutamente così, servono infrastrutture, servizi, sviluppo culturale ed economico, è questo che sta uccidendo i nostri paesi, è la mancanza di questo che sta uccidendo i nostri paesi. Uno che non ha lavoro, cultura, idea di futuro, cosa pensate possa fregare a questo di quello che state facendo oggi? State favorendo sempre solo i soliti, chi ha denaro, terra, potere in abbondanza, e che non lo vuole spartire, a poco giova, anzi, è un danno il contentino che viene dato al popolo dell'ettaro, dell'abbassamento da tre a un ettaro dei terreni agricoli per poterci edificare, anzi, anche questo è un ottimo modo di uccidere i centri abitati, l'ho già detto prima, è inutile poi venire qui a dire che in paese non si dà una concessione edilizia da dieci anni; quanti nati in paese? Quanti morti negli ultimi dieci anni! E di sicuro, bontà loro, poveraccio non sono morti aspettando una concessione edilizia. Quanti immigrati, quanti poveri in questi anni? Quante richieste di concessioni edilizie? Ci volete far credere che tutto quello che state facendo oggi possa risolvere questi problemi. "Il lavoro dà dignità", dite, lo state facendo per il lavoro; la verità è che, l'ho già detto una volta e lo ripeto, ci volete tutti camerieri, muratori, imbianchini, figure professionali per le quali ho il massimo rispetto, e ve lo dice uno che viene dal nulla, comunque meri ingranaggi di uno sviluppo che tale non è. La verità è che nel vostro pensare da Vassalli, da satrapi quasi, quali vi state dimostrando, avete la paura o l'incapacità di concepire un'idea vera di sviluppo, che metta al centro e che faccia crescere il cittadino comune che sostenete essere il centro di questo provvedimento, ma che se va bene ne costituirà contorno o insipido corollario, lasciando la scena a chi da sempre ha tutto l'interesse perché le cose non cambino mai. E allora quello di cui stiamo parlando oggi non è un vostro atto di coraggio, bensì la rappresentazione del fatto che non riuscite ad avere o peggio temette di dimostrare un'idea migliore di sviluppo, e questo ormai è chiaro a tutti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Maria Laura Orrù per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ORRÙ MARIA LAURA (Progressisti). Grazie, Presidente. Allora, noi stiamo analizzando in questo momento

(Interruzione a causa di problemi tecnici)

PRESIDENTE. Riprendiamo posto, devo ridare la parola all'onorevole Orrù…

Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Gli inconvenienti avvenuti stamattina a causa dei problemi tecnici, chiederei soltanto di verificare se effettivamente sono stati salvati i nominativi dei consiglieri che hanno fatto richiesta di intervento.

PRESIDENTE. Si, c'è stata la stampa poco prima del decesso temporaneo del sistema.

Ha domandato di parlare la consigliera Maria Laura Orrù per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ORRÙ MARIA LAURA (Progressisti). Grazie, Presidente. Dicevo questo; noi in questo momento stiamo affrontando l'articolo 1 del DL 108 che uscì dalla Commissione, questo articolo 1 effettivamente verrà modificato totalmente dall'emendamento numero 748 a pagina 6, l'emendamento della Giunta regionale, quindi io vorrei sottolineare nel mio intervento una questione, che poi viene ripresa anche da quell'emendamento, su cui vorrei puntualizzare una questione, ovvero la volontà precisa di eliminare le ulteriori specifiche e disposizioni dettate dal Piano Paesaggistico Regionale, perché la volontà espressa dalla maggioranza è quella di bypassare lo strumento. Capisco le difficoltà ma non ne condivido assolutamente il metodo. È stato detto dal dall'onorevole Agus prima, nella discussione generale, avevate, avete una via che potete perseguire che è quella che è consona per l'adeguamento dei Piani, e non trovo corretto con norma ordinaria provare costantemente a scavalcare questi strumenti, anche perché mettersi in tasca, cioè nascondere un qualcosa che comunque sarà e porterà la legge a dei difetti dal punto di vista costituzionale, noi ve li possiamo magari sottolineare ma chi conosce la Costituzione a memoria, come un prete conosce il Padre Nostro, è chiaro che smaschererà tutti questi sotterfugi che si sono cercati di inserire in legge. Ciò detto l'emendamento, il 748, cosa fa? Annulla completamente l'articolo 26 della legge 8, quindi del vecchio Piano casa, della legge 8/2015, lo elimina completamente, lo sostituisce con tre commi: uno è un comma che fa riferimento alla direttiva 228, la direttiva per le zone agricole del 1994, quindi un grandissimo salto indietro e forse è per questo che anche nell'intervento dell'onorevole Peru, che continuava a guardare al passato, io inviterei invece la Giunta e chi ha l'obbligo morale, ma soprattutto istituzionale, di guardare avanti e di guardare al futuro e non al passato. La direttiva per le zone agricole nello specifico fa sì che per le residenze la superficie minima di intervento è in via generale stabilita su un ettaro, ciò significa che un ettaro è sufficiente per poter costruire in zona agricola, in più i comuni devono introdurre nei Piani urbanistici comunali, visto però che più avanti vedremo che ci sarà una deroga agli strumenti, che questi praticamente possano anche utilizzare più corpi aziendali al fine proprio di raggiungere questa famosa superficie minima di un ettaro. Quindi la volontà iniziale del testo del DL 108, così come modificato in prima battuta nella Commissione, è stato un po', diciamo che le carte sono state rimischiate ma il succo è lo stesso, quindi noi siamo fortemente contrari. In più, tra l'altro suggerisco un errore, cioè nel senso che nel comma 1, salvo quanto disposto nel seguente comma, cioè, comma, secondo me c'è un errore, boh, riguardatevelo, ad ogni modo il comma 2 dice: "Nella fascia dei mille metri dalla linea di battigia l'edificazione di fabbricati per fini residenziali è riservata agli imprenditori agricoli a titolo professionale"; è chiaro che nella fascia dei 300 metri sappiamo bene esserci diverse zone E, e la possibilità chiaramente di realizzare strutture, quindi ampliamenti in questa zona è sicuramente molto allettante con questo tipo di proposta. Inoltre c'è… no, ma sempre per la chiarezza del diritto che è stata citata mille volte dal presidente Solinas, io penso davvero che voi abbiate un problema, non voglio assolutamente accusare nessuno, però badate bene che scrivere leggi confuse non mette in difficoltà noi, mette in difficoltà tutti coloro che le leggi le devono applicare,

(Intervento fuori microfono dell'onorevole Francesco Mula)

ORRÙ MARIA LAURA (Progressisti)… questo non è esattamente così se voi scrivete il contrario, perché se uno deve vivere con 100 leggii davanti quando deve progettare, è anche facile che il progetto lo debba fare cinquanta volte, quindi ogni volta deve recarsi nuovamente al Comune per chiedere come si decifrano poi le leggi che vengono emanate, tanto è che, è stato espresso anche dall'Assessore e dalla Dottoressa Lai, si è già pensato di fare una circolare esplicativa. Io penso che il legislatore non debba assolutamente scrivere leggi che poi devono essere riconducibili a fuck dove ognuno interpreta quello che vuole, perché noi dobbiamo essere chiari, in maniera trasparente poter dire…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Grazie, Presidente. Intanto, continuando di questo passo, c'è un rischio serio che venga impugnato anche l'aspetto relativo alla proroga del Piano casa, questo perché sappiamo tutti che c'è già un rischio serio sul solo Piano casa in relazione al fatto che la legge era già stata impugnata, se aggiungete a una cosa già difficile una serie di altri elementi, che ovviamente faranno squillare, suonare i campanelli d'allarme presso il Governo, avrete la certezza che verrà impugnato. Gli altri elementi sono che la copianificazione col Ministero è prevista dalle norme, dalle procedure, non è una cosa aggirabile, e anche sugli altri elementi che avete sostenuto, cito quelli sul controllo del territorio nell'agro contro il rischio incendi, andando a visitare i terreni di Siniscola colpiti dall'incendio una delle cose che abbiamo potuto verificare è che la maggiore pericolosità era per l'incendio che si è sviluppato nell'agro in relazione alle abitazioni nell'agro, slegate dal contesto agricolo, attorno il terreno non era curato perché non di proprietà delle persone che vivevano, e queste persone hanno avuto la casa distrutta e la loro vita messa a rischio. Anche nell'ambito delle realtà metropolitane a Cagliari una donna, che è morta esattamente ad Assemini, morta perché la casa nell'agro era circondata dall'acqua, hanno avuto paura, sono usciti dalla loro abitazione e sono stati travolti dalla forza dell'acqua, cosa molto più rara in altre situazioni invece di minor rischio. Gli altri aspetti sono quelli che dicevamo dello spopolamento; come arginare lo spopolamento se non intervenendo in direzione opposta? Quello che voi avreste dovuto fare, in particolar modo in questa fase, è un metodo differente, avreste dovuto usare l'aspetto del piano di ripresa, il Recovery Fund per creare nuclei di progettazione e di elaborazione sui dati per capire realmente come aggredire gli elementi che non consentono lo sviluppo, a cascata in base a quelli elaborare proposte di legge per arginare quegli aspetti che storicamente hanno determinato un'impossibilità di sviluppo per la Sardegna, e successivamente verificare passo passo l'andamento delle leggi approvate; state totalizzando un record di leggi impugnate nel corso di un brevissimo tempo. L'altro elemento che vorrei portare alla vostra attenzione è quello del rischio serissimo di poter vanificare il 110 per cento, che invece è un elemento molto importante che è stato promosso e che potrebbe determinare, quello sì, riqualificazione vera anche dal punto di vista energetico, e l'altro aspetto ancora è quello che alcuni colleghi hanno citato sui numeri. L'Australia ha adottato un provvedimento di tutela delle coste per 34.218 chilometri, noi abbiamo 1897 chilometri di costa, tanto che ha scalato le classifiche fino a diventare il fiore all'occhiello nelle prime 7-8 posizioni a livello mondiale tra capacità di tutela degli ecosistemi e dell'ambiente. Poi c'è la dimensione media delle vigne che è stata citata; nel 1982 erano 1,6 milioni i viticoltori, 1982! Nel 2010 erano 383.000, strettamente correlato al consumo di suolo e all'eliminazione del suolo agricolo. Si è passati da 0,7 a 1,6 ettari; minori viticoltori ma maggiore è la superficie di vigneti, l'esatto opposto di quello che è stato sostenuto nel corso della discussione, la media addirittura in Toscana è di 2,3 ettari, in Francia 6 ettari, la media delle vigne, in Spagna 3 ettari, in Austria 2, in Canada 7, in Cile 14, negli Stati Uniti 18. Andiamo agli ettari e ai chilometri quadrati, così vedrete sui numeri come non avete proprio capito come incrociare i dati. Il Consorzio del Chianti è composto da 2500 produttori su 13.000 ettari, se facciamo un paragone col Cannonau sono 7005. Per quanto riguarda l'elemento della popolazione residente, 1.624.000 sardi, la densità è del 67,39. Avete parlato della Lombardia; la proporzione è 6,3, la moltiplicazione sul nostro tasso di occupazione per chilometro quadrato, che porta che se lo stesso dato lo dovessimo collegare all'elemento del consumo del suolo, che è stato citato, per quanto riguarda la Lombardia lo stesso dato della Sardegna del 3,3 se moltiplicato in proporzione alla popolazione residente e al consumo di suolo dovrebbe essere di 20,79, si ferma a 12,1…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Grazie, Presidente. Alla fine questo articolo si riduce, al netto degli ultimi due commi che commenterò alla fine, nella riproposizione del decreto del Presidente della Giunta regionale del 1994, la vostra idea di progresso in materia agricola è quella di tornare agli anni 90, quando si pagava per estirpare le vigne. Era un periodo in cui vini sardi viaggiavano in autobotti e non in bottiglie e senza i marchi di qualità di cui godono oggi, bene, la vostra idea è quella di tornare allo sviluppo dei bei tempi riproponendo la normativa dei bei tempi: una follia sostanziale, oltre che formale; formale perché nel mentre è accaduto tanto, ci sono altre normative e sarebbe bene ponderare le norme di oggi anche alle normative e a tutto quello che è avvenuto negli ultimi 26 anni, sostanziale perché è evidente che quello che aveva poco valore ieri, col tempo, con la scarsità, con l'apertura di nuovi mercati ha assunto un valore molto superiore rispetto a quello che si poteva immaginare 26 anni fa. Si sono citate realtà, adesso il collega Zedda è tornato a parlare di Chianti e di Barolo, io non credo che nel breve periodo si riesca a remunerare un terreno agricolo con le cifre che si trovano a Barbaresco o a Barolo, dove un ettaro di terra viene venduto in media a un milione e mezzo, non credo che sia il nostro prossimo futuro. Però anche attorno a questa città, ci sono delle realtà sicuramente meno famose, sicuramente con meno passato alle spalle in tema di grandi produttori di alta qualità, che possono comunque sognare oggi un futuro nello stesso settore altrettanto valido, ovviamente se non ci vendiamo prima tutto. E' chiaro che i terreni del Parteolla, per esempio, quindi comuni a 25 minuti di auto da quest'Aula, quindi dal centro di Cagliari, è chiaro che quella è terra ottima per fare olio, per fare vino, per fare ogni tipo di coltura, ha una bellezza paesaggistica riconosciuta che diventa anche attrattiva nelle stagioni spalla, sono luoghi dove un albergo diffuso potrebbe ospitare turisti che si troverebbero a poca distanza dalle spiagge e a poca distanza dalla città.

È chiaro che se quella terra diventa più appetibile per ospitare casette di cagliaritani o di persone che vivono nella città metropolitana, ma che preferiscono magari avere una bella casa in campagna con i confort che la terra può dare, è chiaro che noi per il futuro ci sogniamo ogni tipo di espansione agricola. Sarà sempre più proficuo, dal punto di vista economico del breve periodo, vendere terra per costruire case oggi, e guadagnare poco oggi, piuttosto che seminare per il futuro. La semina è qualcosa che richiede tempo e soprattutto per quanto riguarda l'agricoltura, ho citato il vino perché è quello che più di tutti ci dà la dimensione anche dell'espansione possibile, il vino che viaggiava in autobotti veniva utilizzato come vino da taglio e portava in Sardegna poco, tant'è che era più vantaggioso estirpare quelle vigne e prendere i contributi dell'Unione europea. Il vino che viaggia oggi dalla Sardegna, sempre di più, viaggia in bottiglie che oggi hanno un mercato sempre più internazionale, a quello dovremmo puntare, dovremmo chiederci anche imitando quanto di buono è stato fatto in altre regioni, cosa fare. La Regione Puglia ha fatto investimenti dieci anni fa per aumentare le DOC e le DOCG, per esempio, ha fatto un investimento serio per l'incentivazione delle masserie in chiave turistica, non hanno trasformato l'agro in luogo dove vivere male, hanno trasformato l'agro, mantenendo la vocazione agricola, in luogo dove ospitare turismo e turismo di altissima qualità. Stiamo parlando di luoghi che sono stati recuperati e trasformati in alberghi di lusso, in ristoranti tra i migliori del Paese. Lì però c'era una visione, la Puglia è bella, lanciamola dal punto di vista turistico e lanciamo in tutti i mercati quello che di meglio possiamo offrire. Qua c'è il portare al "Compro oro" i gioielli della nonna, perché non abbiamo più niente. Se quella è l'unica visione vuol dire che non c'è futuro e invece proprio sull'agro un futuro c'è, perché ci sono regioni che sempre di più nel continente europeo guardano in quella direzione, se però ci vendiamo tutto adesso in futuro non rimarranno nemmeno intatti quei beni su cui poter sognare uno sviluppo. Oggi sono in tanti a ragionare anche di un ritorno in Sardegna, parlo degli emigrati, parlo dei miei coetanei che in questo momento sono in giro per il mondo e sono dovuti emigrare per cercare un lavoro…

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppe Meloni. Ne ha facoltà.

MELONI GIUSEPPE (PD). Io vorrei chiederle questo, è possibile sapere da subito il parere sugli emendamenti agli emendamenti? Perché viene male lavorare in questo modo, cioè abbiamo un articolo 1 che verrebbe sostituito totalmente dall'emendamento numero 748 della Giunta, al quale sono stati presentati tutti gli emendamenti all'articolo 1 su questo emendamento, all'emendamento numero 748, è difficile intervenire in discussione generale senza sapere il parere su questi emendamenti, ce ne sono due in particolare che sono di due Capigruppo della maggioranza. Vorremmo sapere, prima di discutere in discussione generale sull'articolo 1, qual è il parere della Commissione e quindi della maggioranza in merito. Le chiedo questo, Presidente, sennò così non si può lavorare.

Discussione generale del disegno di legge: Disposizioni per il riuso, la riqualificazione ed il recupero del patrimonio edilizio esistente ed altre disposizioni in materia di governo del territorio. Modifiche alla legge regionale n. 8 del 2015, alla legge regionale n 45 del 1989 e alla legge regionale n. 16 del 2017 (108/A).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Gian Franco Satta. Ne ha facoltà.

SATTA GIAN FRANCO (Progressisti). Io vorrei richiamare l'attenzione dell'Assessore e di quest'Aula sulla portata di questo articolo, Ribadisco, partendo dalla vecchia formulazione, quella che è venuta fuori dalla Commissione, il comma 5 di questo articolo, che prevede il cambio di destinazione d'uso da non residenziale a residenziale, e che è stata ripresa poi anche nell'emendamento quindi della Giunta, è stata diciamo confermata la possibilità del cambio di destinazione da non residenziale in residenziale in agro in molti comuni, allora Assessore la invito ad approfondire questa questione, perché molti Comuni negli anni sono stati oggetto di concessione in agro di punti di ristoro e stiamo parlando sempre di aziende agricole che hanno avuto la concessione di punti di ristoro, di turismo rurale, che con questa norma, se noi non la vietiamo, consentiamo la possibilità di trasformare quelle che oggi sono strutture ricettive e parlo anche di strutture ricettive nella costa, da Castelsardo a Trinità, e la invito a verificare, perché io l'ho già fatto, c'è la possibilità di cambiare punti di ristoro e strutture ricettive in agro, in residenze, perché questa legge non lo vieta, e lei mi insegna, dal momento che ha anche una professione d'avvocato, tutto ciò che non è vietato nella legge si può fare.

Assessore, questa è una questione dirimente, cioè che noi consentiamo da domani, dall'approvazione della legge, quelle che oggi sono strutture ricettive, verranno trasformate ad uso residenziale e su questo non ci sono dubbi per come è scritta questa norma, quindi abbia veramente la sensibilità di verificarla.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gianfranco Ganau. Ne ha facoltà.

GANAU GIANFRANCO (PD). Come avevamo concordato, sono le 23 e 28, alle 23 e 30 avevamo deciso di interrompere la seduta, quindi la invito a sospendere la seduta, visto che domani mattina alle nove e mezzo siamo qui per un'altra cavalcata.

PRESIDENTE. Onorevole Ganau, mi perdoni, sono le 23 e 29. Ora capisco essere più realisti del re e anticipare, come si fa quando si timbra il cartellino, però dico, onorevole Ganau, per cortesia, abbiamo interrotto, abbiamo sospeso per consentire a tutti noi di avere una pausa tra la discussione generale e il passaggio agli articoli, quindi continuare i lavori per mezz'ora, io non penso…

Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Mula. Ne ha facoltà.

MULA FRANCESCO (PSd'Az). Io le chiederei, siccome qui alcuni chiedono il rispetto di accordi e quant'altro e vorrei ricordare a qualcuno che puntualmente gli accordi, quando è capitato, qualcuno li ha messi…

(Interruzioni)

Io le volevo chiedere una sospensione per convocare una Conferenza dei Capigruppo, ne abbiamo esigenza anche noi.

PRESIDENTE. Abbiamo interrotto arbitrariamente l'onorevole Gianfranco Satta che stava intervenendo e io lo vorrei ascoltare.

SATTA GIAN FRANCO (Progressisti). Ho finito.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta per una Conferenza dei Capigruppo.

(La seduta, sospesa alle ore 23 e 32, viene ripresa alle ore 23 e 47.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, prego i colleghi di prendere posto.

Il Consiglio è aggiornato a domani alle ore 9 e 30.

La seduta è tolta alle ore 23 e 48.