Interpellanza n. 136/C-5

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Interpellanza n. 136/C-5

CERA – COCCIU – TALANAS sull’adozione immediata del rinnovo delle concessioni demaniali ai fini di pesca e acquacoltura degli stagni e lagune produttive della Sardegna.

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I sottoscritti,

premesso che:
– lagune e gli stagni costieri della Sardegna hanno un’elevatissimo valore produttivo e naturalistico e sono tra i più estesi d’Europa;
– in Sardegna gli stagni e le lagune produttive sono circa 30 zone umide, la cui gestione é stata assegnata dall’Assessorato regionale dell’agricoltura e riforma agro-pastorale alle cooperative o ai consorzi di pescatori che coinvolgono circa un migliaio di pescatori, per la pratica di attività di pesca per lo svolgimento perlopiù con tecniche tradizionali nei compendi produttivi della Sardegna;
– gli stagni in Sardegna sono prevalentemente concentrati nell’Oristanese, ove insistono ben 6.000 ettari di zone umide (circa il 47 per cento dell’intero patrimonio della Sardegna), si trovano tra la marina di San Vero Milis e l’area lagunare di Terralba-Marceddì e si caratterizzano per l’elevata produzione ittica che impiega oltre un migliaio di pescatori dalla cui attività di cattura, traggono la principale fonte di reddito e rappresenta uno dei più importati settori economici del territorio;

vista l’imminente scadenza al 31 dicembre 2020 delle concessioni demaniali a fini di pesca e acquacoltura detenute dalle cooperative o dai consorzi di pescatori;

considerato che la norma sull’estensione della durata delle concessioni demaniali a fini di pesca e acquacoltura, fa riferimento all’articolo 1, commi 682 e seguenti della legge 30 dicembre 2018, n. 145, in vigore dal 1 gennaio 2019, che prevede “le concessioni disciplinate dal comma 1 dell’articolo 01 del decreto-legge 5 ottobre 1993, n. 400, convertito con modificazioni dalla legge 4 dicembre 1993, n. 494, vigenti alla data di entrata in vigore della presente legge, hanno una durata, con decorrenza dalla data di entrata in vigore della presente legge, di anni quindici; al termine del predetto periodo, le disposizioni adottate con il decreto di cui al comma 677, rappresentano lo strumento per individuare le migliori procedure da adottare per ogni singola gestione del bene demaniale”;

preso atto che:
– il parere dell’Avvocatura di Stato (CS 28701/2019 Sez. II del 28 giugno 2019 – Risposta a nota ministeriale del 5 giugno 2019 prot. n. 0001932) afferma che le concessioni demaniali marittime per acquacoltura e pesca possano essere fatte rientrare nella vigente disciplina nazionale contemplata dall’articolo 1, commi 682 e 683, della legge 30 dicembre 2018, n. 145;
– a tale soluzione positiva, sostiene l’Avvocatura di Stato, “concorre, innanzitutto, il tenore letterale della disposizione, la quale individua il proprio ambito di applicazione attraverso il rinvio all’articolo 1, comma 1, del decreto-legge 5 ottobre 1993, n. 400 citato. Tale disposizione riguarda, espressamente, sia le concessioni a carattere turistico-balneare che quelle di produzione”;
– “l’esclusione delle concessioni per acquacoltura e pesca dalla nuova disciplina di proroga – sempre secondo il parere dell’Avvocatura di Stato – costituirebbe una ingiustificata differenziazione fra situazioni che l’articolo 1, comma 1, del decreto-legge 400 del 1993 citato ha, invece, posto sul medesimo piano”;

appurato che alla data odierna l’unica soluzione percorribile per garantire la continuità della gestione è rappresentata dalla proroga delle concessioni in scadenza al 31 dicembre 2020 in favore degli attuali gestori dei compendi produttivi della Sardegna e che in assenza di un rinnovo dal 1° gennaio 2021 tutte le cooperative o i consorzi di pescatori non avranno alcun titolo giuridico per esercitare la gestione dei compendi ittici;

preso atto che:
– le cooperative o i consorzi di pescatori hanno partecipato ai bandi del PO FEAMP 2014-2020, che rappresenta lo strumento finanziario per i settori della pesca e dell’acquacoltura nell’Unione europea e si inquadra nella più ampia visione della Strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva e nel nuovo assetto stabilito dalla riforma della Politica comune della pesca (PCP) e dalle linee strategiche della Crescita blu;
– con tali misure si è voluto favorire la gestione sostenibile delle attività di pesca e di acquacoltura incentivando al contempo la competitività e la relativa capacità di generare sviluppo, occupazione e coesione territoriale;
– per il settore della pesca e acquacoltura sono state assegnati alle cooperative e ai consorzi di pescatori, importanti risorse per effettuare numerosissimi investimenti finalizzati a:
– promuovere la pesca sostenibile sotto il profilo ambientale, efficiente in termini di risorse, innovativa, competitiva e basata sulle conoscenze;
– favorire un’acquacoltura sostenibile sotto il profilo ambientale, efficiente in termini di risorse, innovativa, competitiva e basata sulle conoscenze;
– promuovere l’attuazione della PCP;
– aumentare l’occupazione e la coesione territoriale;
– favorire la commercializzazione e la trasformazione;

ritenuto che se non vengono immediatamente rinnovate entro il prossimo 31 dicembre le concessioni di pesca alle cooperative e dai consorzi di pescatori, attuali concessionari, tutti gli investimenti fatti dagli stessi possono essere definitivamente compromessi e ancor peggio si dovrebbe configurare la loro revoca e conseguentemente i concessionari saranno chiamati a restituire tutte le risorse nel frattempo ricevute per l’attuazione degli investimenti fatti nei compendi di pesca;

atteso che oramai ogni ulteriore indugio su questo delicatissimo argomento non può essere più ammesso,

chiedono di interpellare l’Assessore regionale dell’agricoltura e riforma agro-pastorale per sapere:
1) se intende rinnovare entro il 31 dicembre 2020 per 15 anni le concessioni demaniali a fini di pesca e acquacoltura in Sardegna negli stagni e lagune produttive della Sardegna per impedire che venga pregiudicata la continuità delle concessioni di pesca in capo agli attuali concessionari al fine garantire la prosecuzione della gestione dei compenti ittici e di evitare interruzioni temporali che andrebbero a cagionare ingenti danni economici a causa dei ritardi accumulati e dovuta dalla attuale inerzia nella gestione di questo importantissimo procedimento, che coinvolge migliaia di pescatori e rappresenta un importantissimo settore economico-produttivo della Sardegna;
2) se intende assumersi la responsabilità politica di un simile ritardo divenuto oramai insostenibile, oppure se intende porre fine a questa situazione di stallo.

Cagliari, 22 dicembre 2020

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