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Resoconto della seduta n. 48 del 26/02/2020

XLVIII SEDUTA

Mercoledì 26 febbraio 2020

Presidenza del Presidente MICHELE PAIS

La seduta è aperta alle ore 16 e 01.

CUCCU CARLA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta dell'11 febbraio 2020 (43), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Sara Canu, Alfonso Marras, Antonio Mario Mundula, Giovanni Satta e Gian Filippo Sechi hanno chiesto congedo per la seduta del 26 febbraio 2020.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di presentazione di disegno di legge

PRESIDENTE. Comunico che è stato presentato il disegno di legge numero 112.

Annunzio di presentazione di proposte di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le proposte di legge numero 110, 111.

Risposta scritta a interrogazioni

PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle interrogazioni numero 74, 101, 122 (Risposte scritte pervenute in data 20 febbraio 2020), 11, 170, 201, 215, 230, 236, 273, 300 (Risposte scritte pervenute in data 21 febbraio 2020).

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

CUCCU CARLA, Segretaria. Sono state presentate le interrogazioni numero 312, 313, 314, 315.

Annunzio di interpellanza

PRESIDENTE. Si dia annunzio dell'interpellanza pervenuta alla Presidenza.

CUCCU CARLA, Segretaria. È stata presentata l'interpellanza numero 92.

Annunzio di mozioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.

CUCCU CARLA, Segretaria. Sono state presentate le mozioni numero 168, 169, 170, 171, 172.

Comunicazioni della Giunta regionale, ai sensi dell'articolo 121 del Regolamento, sulle misure intraprese dalla Regione per fronteggiare il Coronavirus.

PRESIDENTE. Apriamo i lavori di questa seduta di Consiglio regionale, che peraltro cade in occasione del settantaduesimo anniversario della promulgazione del nostro Statuto di autonomia, quindi una giornata anche di particolare importanza per la nostra Regione, che è convocato, come sapete, per consentire alla Giunta, e nello specifico all'Assessore della sanità Mario Nieddu, di riferire in Consiglio circa la situazione in Sardegna legata al diffondersi del Coronavirus. Prima di dare la parola all'Assessore sento il dovere di ringraziare tutti gli operatori della sanità e l'apparato della Protezione civile che in queste ore stanno garantendo la salute dei sardi, operatori in prima linea che quotidianamente fanno un lavoro duro per i sardi e per la Sardegna. Quindi un grazie a loro da parte mia, che però penso di interpretare il sentimento dell'intera Aula. Stesso ringraziamento voglio rivolgere ai giornalisti, che in queste ore stanno garantendo una informazione corretta rispetto a un problema che, purtroppo, vede il diffondersi insieme al virus, o più velocemente della diffusione del virus notizie false, fake news, veicolate dai social, quindi oggi il lavoro che il giornalismo professionale sta svolgendo è un lavoro importantissimo al servizio della Sardegna. Quindi un grande ringraziamento sentito anche a tutti loro. Do ora la parola all'Assessore Nieddu, che potrà riferire in maniera ufficiale all'Aula.

Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale

NIEDDU MARIO, Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Grazie, Presidente, buonasera a tutti, onorevoli consiglieri, colleghi Assessori. Mi corre ovviamente l'obbligo di riferire su questa problematica che, come ormai sapete tutti, ha preso le prime pagine di tutti i giornali e di tutte le tv da diversi giorni, perché è una problematica che sta andando ovviamente a impattare molto su quella che è l'opinione pubblica e i suoi comportamenti, di conseguenza è un fenomeno che va governato con molta attenzione e trattato ovviamente con molta cautela. Io, posto che sono sicuro che ormai tutti siete informati tanto quanto lo sono io, più o meno, su quali siano le condizioni di inizio di questa epidemia e di quelle che sono le sue caratteristiche ormai a livello globale, partirei con i dati analitici di quella che è la situazione prima mondiale, poi europea, italiana, e sarda in particolare. A livello mondiale questi sono i dati dell'OMS delle 10 di stamattina; abbiamo confermati una quantità di casi che sono arrivati a 80.980 nel mondo, con 2762 morti. Ovviamente la gran parte di questi casi insistono sulla Cina, parliamo di 78.190 casi confermati clinicamente e con i test di laboratorio, con un totale di 2718 morti. Casi confermati negli altri Paesi, sono 34 i paesi interessati dall'epidemia, sono 2790 con 44 morti; anche questi sono casi confermati dal laboratorio e dalla clinica. La valutazione del rischio ovviamente da parte dell'OMS è diventata molto alta in Cina e alta a livello globale nelle altre regioni. Per quello che riguarda l'Europa la situazione è questa: abbiamo un caso in Belgio, un caso in Finlandia, 12 casi in Francia, 19 in Germania, l'Italia non è aggiornata perché questo è l'aggiornamento delle 10 di stamattina, mentre l'aggiornamento delle ore 12 ci dà 374 casi positivi in Italia, con 12 deceduti e un guarito, allo Stato, il primo guarito ce l'abbiamo da oggi. In Spagna abbiamo due casi, un caso in Svezia, 13 nel Regno Unito e due in Russia, per un totale di 373, più quelli in più che abbiamo detto che sono in Italia. La situazione italiana quindi è quella che vi ho appena descritto, con 374 casi di cui 12 decessi, un altro è deceduto questa mattina ed è il primo deceduto dell'Emilia Romagna, però era anche questo un paziente che veniva da una delle zone cluster della Lombardia. Purtroppo devo dire che in Italia il numero delle regioni interessate è salito, da 8 siamo arrivati a 11 regioni. La situazione in Italia è questa, Regione per Regione: 258 casi in Lombardia, con un incremento di 18 casi giornalieri, 71 nel Veneto, con 28 casi in più, 30 in Emilia Romagna, con un incremento di quattro casi, sono stazionari i tre casi del Piemonte, tre nel Lazio e sono diventati tre in Sicilia, però sempre anche questi di una comitiva di turisti provenienti da Bergamo che avevano avuto a che fare con la zona rossa del cluster del Lodigiano, due casi in Toscana, due in Liguria, uno in Trentino Alto Adige e uno nelle Marche, questi sono nuovi. La Sardegna per fortuna, come sapete, vi invito a fare i debiti scongiuri, per ora risulta esente. Non vorrei ovviamente scivolare in quelle che possono essere state le polemiche di questi ultimi giorni, soprattutto di ieri, che si sono anche poter vedere sulla stampa e in tv tra alcuni Presidenti di Regione e il Governo, perché non mi pare proprio il caso, io mi limito a fare delle constatazioni a cavallo tra il clinico e il politico, diciamo tra il medico e il politico, perché è importante secondo me avere un quadro chiaro di quella che può essere la situazione e la sua evoluzione nel tempo. Diciamo che si scontrano, come purtroppo troppo spesso accade in Italia, due linee di pensiero non dico totalmente alternative, ma abbastanza differenziate, questa è una cosa che abbiamo potuto constatare un po' da subito, anche addirittura a livello di scienza, tra i virologi ci sono posizioni un po' differenziate che forse hanno causato, possiamo anche dirlo, un minimo di disorientamento, anche in chi a livello regionale deve poi operare delle scelte e assumere delle decisioni importanti, e infatti si è visto un pochino andare in ordine sparso le Regioni all'inizio, tant'è che poi il Governo, secondo me anche giustamente, ha sentito l'esigenza di richiamare, forse sbagliando dal punto di vista dell'impatto mediatico e politico, perché la minaccia di avocare a sé delle competenze che sono prerogativa delle Regioni è stato forse un passo falso che poteva essere evitato, però non vorrei scendere nell'agone della polemica politica, dico solo che è il caso che tutti quanti prima di parlare cerchiamo di meditare un pochino le parole che andremo a dire. Al di là di questo, tornando al discorso della dicotomia anche a livello della clinica, si scontrano due linee di pensiero, due orientamenti: uno è quello secondo il quale il Coronavirus non è differente da un'influenza, l'altro è quello secondo il quale il Coronavirus, invece, è differente da un'influenza. Diciamo che probabilmente - adesso mi voglio arrogare un pochino la possibilità di fare una sintesi, almeno in quest'Aula mi sia consentito di farlo - sono vere tutte e due le cose, perché è vero che in fondo è più o meno come un'influenza, perché è un virus che non ha delle caratteristiche particolari, non è chiaramente il virus dell'ebola, e quindi è probabilmente più facilmente controllabile, ed è anche un virus che ha una letalità bassa, e quindi un impatto sulla salute generale che può essere facilmente contenibile e contenuto, come sta dimostrando, peraltro, il fatto che noi siamo riusciti bene o male a contenere nelle zone cluster abbastanza in maniera limitata l'infezione a oggi, e tutti i casi che sono stati riscontrati finora in altre regioni fortunatamente si possono rifare alla partenza dal primo cluster lombardo. Di conseguenza questa è una delle cose che ci fa propendere per il fatto che il Governo abbia assunto delle decisioni corrette in questo senso, nel senso che non si cerca di dare sfogo al terrore della pandemia, ma si cerca di contenere le paure e le ansie della popolazione, e anche diciamo a volte della politica locale. In che cosa è che differisce questo da una banale influenza? Differisce da una banale influenza nel senso che è un virus ad alta capacità infettante cosiddetta. Se fossero vere le cose, e non dubito che lo siano perché lo dicono gli stessi virologi, che la capacità infettante potrebbe interessare dal 35 al 40 per cento della popolazione, allora facendo quattro calcoli - io parlo per la Sardegna perché chiaramente della Sardegna si tratta - su 1.600.000 il 35-40 per cento oscilla intorno alle 400 mila persone che potrebbero essere a rischio di contagio nel caso sfuggisse effettivamente il virus. Considerato che il 5 per cento dei pazienti - questi sono i dati epidemiologici - va in situazioni di criticità dal punto di vista della salute, della sintomatologia, parliamo di circa 20 mila individui che rischierebbero situazioni di criticità. Considerando che di questi pazienti critici il 20 per cento in teoria dovrebbe essere soggetto a trattamento di terapia intensiva e rianimatoria allora stiamo parlando di 4 mila persone. Chiaramente se questi dati fossero veri ecco in che cosa differisce dall'influenza, nel fatto che purtroppo avrebbe un impatto sul nostro sistema sanitario, e non solo sul nostro ma sul nostro in particolare, che potrebbe essere difficilmente contenibile. Questo è l'aspetto che ci fa pensare che forse assumere, come noi avevamo pensato, da parte della nostra Regione, come da parte di altre Regioni si era fatto, dei provvedimenti che ci consentissero di abbattere la cosiddetta circolazione virale sarebbe stato forse auspicabile, però questo il Governo non lo consente e non lo consentirà, anzi da quello che si sente oggi c'è la probabilità che addirittura vengano ammorbidite alcune misure che già sono state prese e che non sono nemmeno particolarmente cogenti nel mantenere la circolazione virale ai livelli più bassi, allora probabilmente è su questo che ci siamo un po' scontrati con il Governo e che abbiamo posizioni un pochino differenziate. A questo proposito questa differenziazione è venuta fuori anche ieri quando c'è stata la teleconferenza col Presidente del Consiglio e con il Consiglio dei Ministri al completo e poi si è assunta la posizione di emanare un'ordinanza congiunta che valesse per tutte le Regioni, cioè fatto uno schema di ordinanza che poi tutte le Regioni avrebbero dovuto adottare, che però poi ieri sera non è stato approvato dal Consiglio dei Ministri ancora, e da quello che mi dicono pare che sia ancora in elaborazione. In questa ordinanza noi come Sardegna abbiamo chiesto delle misure aggiuntive che sono state accolte da tutte le altre Regioni presenti in Conferenza e che vi vado a leggere. Al di là di tutte le altre cose, noi abbiamo chiesto l'inserimento di due punti in una sezione dedicata alla Sardegna che vi leggo: punto 15, "i controlli finalizzati alla sorveglianza sanitaria operati dal personale preposto, anche appartenente a organizzazioni di volontariato e protezione civile, devono essere eseguiti, secondo le indicazioni fornite dai competenti USMAF, su tutti i passeggeri in arrivo da destinazioni extra regionali nei porti e aeroporti del territorio della Regione Sardegna. Per agevolare le attività di controllo di cui all'articolo 14 i soggetti competenti alla gestione di porti e aeroporti, siano essi di competenza regionale o nazionale, assicurano idonei percorsi di rilevamento dotati di termoscanner che consentano di isolare i passeggeri fino al termine dei controlli". Queste sono le uniche misure che ci sono consentite, posto che non siamo stati messi nella condizione di chiudere assolutamente il traffico, né aereo, né marittimo, e non siamo neanche stati messi nella condizione di emanare un'ordinanza sulla falsariga di quelle di altre Regioni, come per esempio aveva fatto la Liguria ancora prima di avere la positività di un caso, cosa che adesso ha, che erano quelle, per esempio, di limitare, di chiudere temporaneamente attività, di dare corso alla chiusura di manifestazioni, di chiudere le scuole per un certo numero di giorni e tutte queste possibili cose che avrebbero sicuramente contribuito all'abbattimento della circolazione virale che, ripeto, ancora fortunatamente qua non abbiamo. Per quello che riguarda i controlli, oggi stiamo operando i controlli di tutti i passeggeri che sbarcano da qualunque destinazione agli aeroporti, per i porti dobbiamo iniziare, ma non abbiamo iniziato perché manca ancora l'acquisizione dei termoscanner che purtroppo le autorità portuali non sono in grado di acquistare e quindi ci saranno delle problematiche che vanno risolte dal punto di vista della competenza per quello che riguarda gli acquisti delle apparecchiature, ma appena sarà risolta questa questione sicuramente partiremo anche nei porti con un controllo a tappeto di tutti quelli che sbarcano anche dai traghetti. Per il resto le misure sono quelle consigliate per la profilassi, sono le solite, quelle che conoscete bene, qui ci sono anche tanti colleghi, e quindi sono quelle solite che vengono consigliate nella profilassi di tutte le malattie infettive e che noi adesso provvederemo ulteriormente a pubblicizzare insieme alle altre cose con una campagna, con un audiovisivo che stiamo preparando e che andrà distribuito a tutte le emittenti e poi pubblicando avvisi e manifesti che esplicitino quali sono le condizioni rispetto alla sorveglianza.

Una cosa a cui tenevo, e lo dico anche in quest'Aula, è che vogliamo che tutti quanti siano portavoce del fatto che vanno rispettati i protocolli che sono stati assunti, perché devo dire che purtroppo, anche da parte di alcuni sanitari, ancora oggi questi protocolli non sono stati introiettati e assunti con la dovuta importanza e ancora oggi abbiamo avuto dei casi che non hanno rispettato pedissequamente il protocollo e quindi ci troviamo sempre, come finora devo dire anche fortunatamente è stato, a dover intervenire su presunti pazienti che in teoria non avrebbero nemmeno dovuto essere avviati al percorso diagnostico ed eventualmente di trattamento previsto nei protocolli sanitari per il Coronavirus. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie signor Assessore.

Dichiaro aperta la discussione.

Ora apriamo il dibattito in aula che vede l'assegnazione di dieci minuti per il Gruppo; così come abbiamo deciso in Conferenza dei Capigruppo questi dieci minuti possono essere gestiti in autonomia dai Gruppi, nel senso possiamo frazionare e quindi dando la possibilità ai vari componenti dei Gruppi di intervenire.

È iscritto a parlare il consigliere Gianfranco Ganau. Ne ha facoltà.

GANAU GIANFRANCO (PD). Ci troviamo di fronte a un problema sicuramente grave, si tratta di un nuovo virus ad alta diffusibilità in assenza di protezioni vaccinali e quindi con un rischio di diffusione molto, molto elevato pur in presenza di una mortalità che è simile a quella dell'influenza, ma potenzialmente siamo tutti a rischio. Questo comporta la necessità di misure attente per il contenimento e per limitare la diffusibilità dell'epidemia. Credo che le misure sin qui adottate siano state tempestive e che abbiano svolto con efficacia la loro funzione, almeno fino a questo momento, e che le stesse, secondo me, debbano essere univoche a livello regionale. Non è pensabile che ogni Regione definisca un proprio piano di contenimento del virus, ci devono essere delle linee guida nazionali che vengano applicate in tutta la regione, che sono quelle, a cui contribuiscono ovviamente le regioni con le loro proposte e i loro supporti, che sono la migliore definizione degli strumenti per il contenimento della diffusione del virus. Non serve allarmismo ma sicuramente serve una corretta comunicazione, la massima vigilanza e un'efficienza del sistema di risposta sanitario. Assessore, se lei avesse letto con la serenità necessaria l'interrogazione del Gruppo del Partito Democratico, avrebbe capito che la richiesta di informazione contenuta aveva proprio lo scopo di fugare e non di creare allarmismi. Bastava che ci rassicurasse sulla disponibilità e sul numero delle barelle di bio contenimento che sono presenti in Sardegna acquisite dopo l'emergenza Sars, sull'efficienza delle camere da isolamento a pressione negativa presenti nei presidi di Sassari e Cagliari, sulle misure di controllo previste in porti e aeroporti che a tutt'oggi sono fortemente carenti e vanno quindi potenziate, sull'efficacia del servizio di screening e di soccorso per ottenere il risultato di una corretta comunicazione e non sollevare polemiche.

Mi permetto di fare alcuni rilievi con lo spirito di collaborare a migliorare i servizi e migliorare quegli strumenti di contenimento del fenomeno. Bene il numero di chiamata regionale, però sottolineo che a oggi questo servizio è totalmente inefficiente, nel senso che è difficilissimo collegarsi e credo che vada quindi potenziato, non so quanti operatori sono assegnati al sistema, ma mi segnalano da più parti che ci vogliono ripetute chiamate per ore per mettersi in contatto con un servizio che invece svolge una funzione essenziale, perché sgrava i servizi delle centrali operative e dei sistemi territoriali di soccorso da un iperafflusso che può essere risolto con informazioni che vengono direttamente da questo servizio. Mi permetto di sottolineare l'insufficienza dei dispositivi di protezione individuale a disposizione del servizio di emergenza territoriale, rilevando che sono due anni che vengono richieste sia ad AREUS che all'ATS questi presidi e a oggi non sono stati forniti, per cui c'è una dotazione residua che è insufficiente a coprire le potenziali esigenze del fenomeno e mi sembra che sia giunto il momento di smettere con lo scaricabarile tra AREUS e ATS su chi spettano le competenze per questi acquisti, visto che a oggi le postazioni territoriali sono in capo all'ATS e non sono ancora passate all'AREUS, cosa che invece sollecito fortemente perché un servizio 118 che non ha la completezza delle proprie funzioni e dei propri dipendenti, evidentemente non può funzionare correttamente, come dimostra il fatto che ho appena sottolineato. Sulla dotazione degli organici territoriali, devo dire che a Cagliari è stato attribuito al Servizio 118 il compito di fare i tamponi domiciliari nei casi sospetti, questa è una cosa assolutamente impropria che sottrae risorse all'emergenza territoriale quando questo compito deve essere svolto dai servizi territoriali, in particolare dai servizi di igiene pubblica che, sottolineo, sono in grave carenza, così come in carenza sono i servizi di 118 per una cronica carenza di medici ed infermieri che soltanto adesso si sta cercando di compensare. Questo comporta anche una difficoltà a fare dei corsi di aggiornamento di tutto il personale, perché il personale medico ha difficoltà a partecipare ai corsi messi in piedi dalle centrali operative proprio per l'impossibilità di sguarnire il posto di lavoro in condizioni di carenza estremamente grave.

Quindi è necessario comunque attivare dei corsi di aggiornamento che riguardino tutto il personale sanitario, così come è stato fatto nel caso della Sars, quando io mi occupavo ancora di 118, abbiamo svolto corsi di aggiornamento per tutto il personale sanitario, ospedaliero ed extra ospedaliero, credo che sia una misura necessaria in un'evenienza così grave, come pure credo che sia il caso di pensare alla messa a disposizione di ambulanze dedicate per evitare i tempi lunghi e la sottrazione delle risorse sul servizio territoriale per l'igienizzazione dopo il trasferimento di pazienti sospetti.

Credo anche che sia il caso di iniziare a pensare a dare collettive per la quarantena perché, Dio non voglia, però è un'evenienza possibile che ci troviamo di fronte a un grosso numero di persone, all'interno del quale collettivo si è sviluppata una positività per il Coronavirus, che richiedono quindi un'adeguata sede e quindi già da questo punto di vista mi permetto di sollecitare un'attenzione anche a questo tipo di ruolo. E poi vorrei dire che siamo in una fase gravissima che comporta una compromissione forte del sistema turistico regionale perché la Sardegna, pur non essendo ancora oggi colpita dall'epidemia, è all'interno del sistema italiano identificata come potenzialmente patogena, quindi come potenzialmente sede di virus e quindi credo che sia il caso di pensare a provvedimenti che garantiscano in qualche maniera una tutela per il settore turistico, oppure di formulare questa richiesta a livello nazionale, iniziare ad avanzare questo tipo di richieste perché questo è uno dei comparti che subirà il maggiore impatto e già adesso ci sono tutta quanta una serie di elementi che ci dicono che siamo in una fase di riduzione, di chiusura, di revoca di prenotazioni sul territorio regionale.

Quindi mi limito a questo dicendo che noi siamo a disposizione ovviamente per tutti quegli interventi che possono aiutare a rendere più efficace il sistema di difesa da questa patologia che non è facilmente confinabile. Abbiamo avuto la fortuna fino a oggi di non averla, ma credo anche che sia il caso di dire che i controlli che noi facciamo nei porti e negli aeroporti non garantiscono il non ingresso del virus nella nostra regione perché uno può essere stato in contatto col virus 2-3 giorni prima, non aver sviluppato una patologia febbrile, entrare e contagiare poi mezza Sardegna nei giorni successivi, quindi anche da questo punto di vista è una misura precauzionale ma che non garantisce la chiusura dagli afflussi di pazienti potenzialmente infetti e patogeni.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Stefano Tunis. Ne ha facoltà.

TUNIS STEFANO (MISTO). Onorevoli colleghi, Assessori della Giunta, grazie per il lavoro che state svolgendo con il presidente Solinas, grazie per le informazioni che in questi giorni avete messo a disposizione dell'opinione pubblica, grazie per aver assunto il ruolo di chi continua a presidiare la responsabilità politica e sociale quando purtroppo la nevrosi sta contagiando prima ancora del virus, trasversalmente, la nostra comunità. Mi perdonerete imprecisioni, mi perdonerete la scarsa consuetudine con una pandemia, soggetto con il quale non mi sono, ahimè, mai confrontato, quindi affronterò da cittadino, che rappresenta cittadini nelle istituzioni, il tema così come ritengo debba essere fatto dal punto di vista del quale sono a conoscenza. E il punto di vista del quale sono a conoscenza è sui libri, è nella nostra letteratura, è nel modo in cui in passato la società ha saputo affrontare circostanze di questo tipo. Innanzitutto non posso non mettere all'apice della mia considerazione il fatto che occorre attribuire a chi ha la responsabilità di governo ai vari livelli la delega per farlo, per mio conto, per conto di tutti, non possiamo trovarci nella circostanza in cui ognuno di noi la dice, ognuno di noi tende a spararla più grossa, non è questo il ruolo che ci è richiesto, non è questo il ruolo che dobbiamo ricoprire. Abbiamo la fortuna di vivere in una società che sta evolvendo attraverso i suoi sistemi di comunicazione, abbiamo la fortuna di vivere in una società che non ha il gusto, non ha la cultura, fortunatamente non ha le leve per limitare l'accesso all'informazione. Questo dovrebbe, in una circostanza normale, consentire a tutti quanti i cittadini di entrare in possesso di quelle informazioni capaci di tenere lontani determinati comportamenti, determinate derivazioni negative dei comportamenti sociali conosciuti nel passato, purtroppo mi rincresce sottolineare che questo non sta avvenendo, perché nonostante tutti siamo in grado di accedere a qualunque tipo di informazione, nonostante abbiamo un aggiornamento minuto per minuto dell'evoluzione della malattia, nonostante disponiamo dei mezzi tecnologicamente più efficienti, la conoscenza scientifica, la certezza che le circostanze climatiche e ambientali ci porteranno presto alla soluzione del problema di questo indesiderato ospite, nonostante questo la nostra società pare non essersi immunizzata in quasi un millennio da comportamenti che arrivano sino alla massima degenerazione della ricerca dell'untore. Non mi aspetto in questo secolo, non mi aspetto in questo millennio che il tema sia la ricerca dell'untore, mi sarei viceversa aspettato un comportamento razionale, invocato in altri tempi, mi sarei aspettato una ragione che prevale sull'emozione, mi sarei aspettato di non vedere comportamenti come quelli raccontati pur non visti da Manzoni, mi sarei aspettato che chi ha responsabilità agisse esattamente in questa direzione, perché ciò che noi stiamo vivendo è già successo, ciò che noi stiamo vivendo è già accaduto, è stato opportuno raccontarlo, è stato opportuno, come lo avrebbe detto probabilmente il collega Deriu se fosse intervenuto, è stato suggerito da Boccaccio nel Decamerone come soluzione al problema.

Ora io credo che, così come qualche Preside ha fatto mi risulta nelle ultime ore, poco di meglio possiamo fare che invitare la nostra comunità ad affidarsi alla sua guida e alla scienza. Poche cose possiamo fare di meglio che suggerire ai nostri concittadini di non agevolare la degenerazione dei loro rapporti sociali. Poco di meglio possiamo fare che rivolgersi ai nostri giovani, vera barriera e vero antidoto verso questo virus, a fare ciò che dopo la prosa che accede al Decameron, viene suggerito di fare, chiudetevi, ragionate, raccontatevi delle storie e aiutateci a progettare un futuro migliore.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Francesco Mura. Ne ha facoltà.

MURA FRANCESCO (Fratelli d'Italia). Presidente, io un virus lo contratto, non il virus di cui parliamo oggi. Siamo di fronte a una situazione insolita, una situazione quasi di psicosi sociale di fronte a un tema poco conosciuto e a un virus ancor meno conosciuto.

Nella sua relazione, Assessore, ha fatto riferimento ai dati che l'Organizzazione mondiale della sanità aveva aggiornato questa mattina alle ore 10, e il ragionamento che mi viene da fare e se tutte le Nazioni, così come ha fatto l'Italia, abbiano attuato delle procedure e dei protocolli di controllo così capillari come sono stati fatti in Italia, perché a me sembra strano che Nazioni che non abbiano interrotto i collegamenti con la Cina, con la Corea del Sud, con le altre Nazioni che avevano i focolai più importanti abbiamo dei dati che ci dicono che quasi è inesistente il virus. Io pertanto ritengo che, pur attraversando momenti di errore, il Governo italiano abbia comunque agito in maniera sensata nel controllo, nella verifica, e nell'esecuzione di quelli che dovrebbero essere circa 9 mila tamponi fatti in gran parte nelle zone dove più è diffuso il virus. Nella sua relazione lei parlava anche della inopportunità delle Regioni di fare le fughe in avanti, io sono fermamente d'accordo con lei che sia inopportuno che le Regioni in maniera autonoma agiscano e prendano dei provvedimenti senza una guida che possa controllare e agire per farle muovere come se fossero un sol uomo, è vero anche che la nostra condizione di essere isola, di essere distante dai focolai ci dà un vantaggio, che è quantomeno quello di avere un vantaggio sul tempo rispetto a un eventuale diffusione del virus anche in Sardegna, che per ora non c'è, ma che comunque non è da escludere.

Io ritengo che sia doveroso da parte di tutte le Istituzioni sarde, fare quello che non è stato fatto secondo me a livello nazionale e a livello globale, ossia una corretta e tempestiva informazione. E per corretta intendo una sincera informazione su quello che è il reale contesto rispetto al virus che si vive nei territori, nel nostro caso la Sardegna, e rispetto alla reale diffusione e possibilità che questo virus possa entrare. Io credo che sia doveroso avere la guida dell'informazione rispetto al tema, per evitare che la guida dell'informazione sia lasciata in mano ai terroristi del web che oggi ovviamente sono abbastanza più diffusi del virus stesso. Io credo sia doveroso da parte della Regione Sardegna avere un costante contatto con i referenti territoriali, la Sardegna è una regione molto estesa e poco densamente popolata, pertanto questo ci renderà il lavoro ancora più facile, e credo sia doveroso da parte dell'Assessorato e di tutto il sistema sanitario regionale avere un costante rapporto con chi i territori li vive, in modo particolare dal punto di vista politico e dal punto di vista del sistema della Protezione civile con i sindaci, credo sia doveroso rendere loro informati di tutto quello che sta accadendo e soprattutto di tutto quello che andrà fatto in occasione di un'eventuale diffusione del virus in Sardegna, dal punto di vista sanitario ma anche dal punto di vista mediatico e dell'organizzazione nei territori.

Ritengo inoltre saggio da parte di tutti fare riferimento a quelle che sono le indicazioni della Organizzazione Mondiale della Sanità che poco spazio lascia a interpretazioni, e confido in un lavoro serio di questa Istituzione, ma di questo ne sono certo.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Ignazio Manca. Ne ha facoltà.

MANCA IGNAZIO (LEGA). Presidente, signore e signori della Giunta, onorevoli colleghi, intervengo non già per esprimere ciò che gli altri vorrebbero sentire, ma esclusivamente ciò che coscienza mi suggerisce. Non sono allineato e mai lo sarò, il mio sarà un intervento fuori dal coro. Siamo stati chiamati ad intervenire a questa seduta straordinaria del Consiglio, a mio avviso imprudentemente. Non si comprende infatti come da parte del tavolo tecnico-politico allestito presso la Protezione civile venga suggerita la limitazione della vita sociale, quindi anche di quella politica, e nel contempo si vedono convocati per l'odierna seduta centinaia di persone, molte provenienti da altre parti dell'Isola e che durante il soggiorno nel Capoluogo giocoforza entreranno in contatto con soggetti provenienti non solo dal resto del Paese ma anche da Nazioni straniere.

Detto questo, solo apprezzamento e rispetto verso il presidente Solinas e l'assessore Nieddu, che in questi giorni stanno garantendo a tutti i cittadini sardi il massimo sforzo operativo: seguiremo con la massima attenzione e prudenza le loro indicazioni. Mi sia consentito, peraltro, suggerire la massima attenzione anche sui porti, dove quotidianamente transitano passeggeri, anche autoctoni, provenienti dalle zone a rischio; l'attenzione e la prevenzione non si limitano solo ai controlli negli aeroporti. Del tutto stonata, a mio avviso, la minaccia del premier Conte, allorché si dichiara pronto a intervenire sui poteri dei governatori, "dobbiamo essere pronti ad adottare misure che contengano le prerogative dei Presidenti di Regione": in sostanza qualsiasi provvedimento venga adottato dalla Regione potrebbe essere annullato, con buona pace dell'autonomia speciale, nel nostro caso. A ben vedere lo stesso premier appena qualche giorno fa affermò "la situazione è sotto controllo", respingendo anche in quel caso la proposta di alcuni governatori del Nord Italia, tacciati del solito razzismo dal miope buonismo militante: avesse ascoltato, forse oggi non saremmo qui a discutere del tema.

Detto questo, dispiace nel giro di pochi giorni essere additati come gli untori dell'Europa, quelli che, in barba a qualsivoglia regola di prudenza, continuano ad alimentare con scarsi controlli sanitari la tratta dei migranti economici, invocando lo slogan "porti aperti" mentre le Nazioni confinanti cominciano a chiudere le frontiere, trattati come appestati. Una volta tanto, in un simile contesto, il mare, storicamente visto come un nemico, si trasforma in alleato, purché la nostra posizione geografica venga utilizzata non contro i "continentali" ma solamente per proteggere gli autoctoni. Grazie, assessore Nieddu, e un buon lavoro.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Quando si è prospettata la possibilità di tenere questa seduta io ho sollevato qualche dubbio riguardo l'opportunità di riunire il Consiglio regionale, ho sollevato qualche dubbio perché ho paura di come possano essere fraintese all'esterno le dichiarazioni che verranno fatte in quest'Aula, ed è una paura sincera, perché, è stato citato da molti interventi tra quelli che mi hanno preceduto, molti problemi che stanno acuendo le problematiche sanitarie note a tutti sono proprio legati ad una comunicazione intermittente che purtroppo sta anche facendo sì che si generino comportamenti sbagliati: a volte non si porta avanti la condotta necessaria e consigliata dai medici e si perde tempo a fare l'esatto contrario, parlo dell'azione che la cittadinanza porta avanti e di conseguenza parlo anche di quello che la politica dovrebbe fare nel prossimo periodo affinché questo non avvenga più.

Sono due i problemi da evitare principalmente secondo me, il primo è quello di drammatizzare una situazione. Si potrebbe arrivare all'assurdo che per evitare al 100 per cento il rischio contagio di questo virus e di tutti i virus esistenti sia utile chiedere a 1.600.000 sardi di chiudersi a casa sino a che non sia passata l'emergenza: sicuramente non si morirebbe di contagio, si morirebbe di solitudine e di un'economia che a quel punto arriverebbe oltre la stagnazione. Viceversa, sottovalutare l'emergenza sanitaria creerebbe ugualmente dei problemi gravi che quest'Aula, dobbiamo dircelo, noi tutti non possiamo permetterci, e dobbiamo fare qualunque cosa per evitarli. Si tratta, l'ha detto l'Assessore nella sua premessa, c'è chi ne parla come di "poco più che un'influenza", è lo stesso linguaggio che viene utilizzato per descrivere anche alcune malattie esantematiche (è sufficiente fare un giro su alcuni gruppi Facebook per rendersi conto di come a volte anche il morbillo, la varicella, il fatto che ci siano le vaccinazioni obbligatorie per i bambini, viene a volte derubricato in esagerazione), la realtà è che tra noi, nella nostra comunità esistono individui più deboli, soggetti malati affetti da patologie croniche, persone anziane, persone immunodepresse, che meritano una tutela che non può che essere data da un'ampia immunità, diffusa tra anche tra i soggetti che potrebbero tranquillamente prendersi il coronavirus, o un virus influenzale tra i tanti che girano in questo periodo, farsi una settimana o due a casa e tornare tranquillamente alle proprie occupazioni. Sottovalutare il problema e pensare di avere a che fare semplicemente con un'influenza, di cui però non esiste vaccino e nessuno di noi ha gli anticorpi per fronteggiarla, metterebbe in serio pericolo la parte più debole della popolazione. Ecco, riuscire a tenere questo equilibrio è estremamente complicato, non tanto in quello che ci diciamo qua quanto in quello che al di fuori di qua potrebbe essere capito dal nostro discorso; la politica ha l'obbligo, quindi, di parlare una lingua chiara e non fraintendile. Occorre un pit-stop ogni tanto e occorre anche fare a volte un passo indietro e lasciare che siano i tecnici, che non sempre vanno d'accordo perché la medicina e la biologia non sono matematica, e, come tutte le scienze empiriche e non esatte, si presta anche ad avere, soprattutto all'inizio di un tema come quello di oggi, diverse letture, esiste però una lettura prevalente, esistono i dettami dell'OMS, già citata: io credo che si possa tranquillamente prendere per buono quello che le autorità sanitarie hanno consigliato di fare. Dicevo, una lingua chiara, non fraintendibile e soprattutto coerente, non si può accettare per esempio che ci siano territori dove il carnevale non si può festeggiare per motivi di prevenzione e altri dove invece il motivo di prevenzione viene meno, la cosa migliore sarebbe che la Regione una volta per tutte dettasse una regola per tutti ed evitasse appunto che ci siano in Sardegna territori più esposti e territori meno esposti, o meglio territori più zelanti e territori meno zelanti, una linea che valga per tutti, perché il rischio di contagio c'è a San Giovanni Suergiu e c'è a Tempio. Forse sarebbe bene che ci fosse uno standard. Oppure, credo sia fraintendibile il fatto che non si possano incontrare dieci lavoratori della Regione Sardegna per una riunione e possano invece essere convocati 377 Sindaci per una riunione, cioè se è opportuno evitare gli assembramenti troppo numerosi ed evitare il contatto all'interno di riunioni con un numero elevato di persone, questo deve essere valido sempre: convocare tutti i Sindaci della Sardegna, tra l'altro per discutere proprio di questo tema, potrebbe creare un cortocircuito comunicativo, e io in questa fase preferirei che la Regione evitasse cortocircuiti comunicativi. Allo stesso modo non possiamo dire ai cittadini che ci saranno i controlli nei porti e negli aeroporti e poi, il giorno stesso, ricevere le telefonate di cittadini che segnalano l'assenza di controlli nei porti e negli aeroporti, non perché il fatto che sia transitato nell'aeroporto di Cagliari dopo un volo da Linate un cittadino con la febbre 37 e 5 sia per forza una catastrofe, però crea quel cortocircuito e quella sfiducia che si trasforma poi negli audio che girano su Whatsapp, nei gruppi su Facebook e in tutto quel marasma che purtroppo rende poco credibile la comunicazione istituzionale. Cioè quando si parla con voce ufficiale purtroppo non ci si può permettere la smentita perché la smentita diventa dieci volte più rumorosa della notizia. Oggi per esempio la notizia è che al porto non ci sono i controlli ed è una notizia, perché purtroppo ieri è stata data la notizia del fatto che al porto ci sarebbero stati i controlli. Non sto dicendo… guardi, è nei giornali, non sto dicendo che… però un secondo il dibattito serve per migliorarci tutti, non è un processo a chi ha dato quell'informazione, sto dicendo però che ci sono dei sardi che probabilmente leggendo il giornale si sono fatti un'idea diversa, questo sto dicendo, per cui è bene affinare la tecnica, dotarsi anche di strumenti all'avanguardia, i social network per esempio possono diventare anche uno strumento di comunicazione ufficiale eccezionale, se usati bene, usiamoli bene. Cerchiamo di utilizzarli anche in tempo reale di fronte alle problematiche, ci segnalano per esempio che persone con sintomi influenzali, quindi niente di grave, l'influenza stagionale nella gran parte dei casi e speriamo nella totalità dei casi, si recano al pronto soccorso invece che utilizzare quanto appunto previsto dal vademecum quindi le chiamate al numero verde e soprattutto il ricorso al medico di base. Questo cattivo comportamento va evitato in tutti i modi, la prima comunicazione da fare da oggi, da stasera è quella di evitare di recarsi nel pronto soccorso, perché purtroppo sembra un'ovvietà, ma ovvietà non è, visto che appunto è la prima segnalazione che ci viene fatta. In breve, è chiudo, quindi attivare una campagna di comunicazione, tutelare la prima linea, ci sono operatori sanitari, a cui va il nostro ringraziamento, che sono più esposti di altri: i medici di base, i medici del pronto soccorso, gli infermieri, i soccorritori, i farmacisti, i dipendenti pubblici che sono tutti i giorni negli sportelli di diretto contatto col pubblico. Il fatto che in gran parte tra loro ci sia una carenza di presidi, le mascherine protettive, che sono andate a ruba nelle scorse settimane, ancora a quanto so c'è una difficoltà di reperire questi strumenti, ebbene facciamo in modo che almeno le persone più esposte siano tutelate, coperte utilizzando tutti gli strumenti possibili per limitare il rischio di contagio. In questo senso io chiederei all'Assessore anche al termine dell'intervento di chiarire se eventualmente l'Assessorato sta portando avanti delle politiche di questo tipo. Qualche domanda alla fine riguarda soprattutto il sistema organizzativo che si sta mettendo in piedi negli ospedali, si è visto all'ospedale di Olbia l'installazione delle tende fuori dall'ospedale. La necessità che abbiamo è quella di capire se quello è un intervento solo dell'ospedale di Olbia o se quella è la prassi che tutti gli ospedali della Sardegna devono seguire. Poi occorre capire se c'è qualche novità riguardo le camere sterili eventualmente da dedicare ai soggetti infetti, perché sino alla settimana scorsa a Sassari c'era un problema, riguardo appunto la non disponibilità delle camere sterili, sarebbe rassicurante sapere che quel problema, appunto, sia stato superato. Poi un altro tema riguarda le manifestazioni sportive, sono previste manifestazioni internazionali anche nei prossimi giorni è utile capire se c'è un protocollo speciale per queste manifestazione oppure se le si sta considerando alla stregua di manifestazioni locali. E per finire sapere se è in corso un monitoraggio degli ingressi nella Regione Sardegna da parte dei cittadini che sono stati o che risiedono nelle zone ad alto rischio contagio. Ci sono casi di pendolarismo tra le zone a rischio contagio, quindi il Lodigiano e la Sardegna, giusto capire se quelle persone sono state sottoposte a trattamenti speciali e a monitoraggio attento oppure se, come raccontano, perché parliamo sempre di notizie al confine tra l'ufficiale e il rumors, e addirittura di persone che entrano negli ospedali senza nessun tipo di controllo e che quindi in una fase come questa contribuiscono a generare nuova psicosi, grazie.

PRESIDENTE. Grazie onorevole Agus, onorevole Moro poi vedo che è prenotato anche l'onorevole Gallus, quindi cinque minuti ad entrambi.

OPPI GIORGIO (UDC Cambiamo). Se gli altri parlano un quarto d'ora…

PRESIDENTE. Assolutamente non faccio il farmacista del minutaggio dell'intervento.

È iscritto a parlare il consigliere Pietro Moro. Ne ha facoltà.

MORO PIETRO (UDC Cambiamo). Grazie Presidente, questa nuova pandemia, derivata da questo virus sconosciuto che è quello che rappresenta oggi la pericolosità del fatto. È un virus che non ne conosciamo la replicazione, non ne conosciamo una cura anche se ci sono notizie dalla Cina e dall'Australia che pare che abbiano trovato un farmaco, ma bisogna vedere se queste notizie sono fondate o meno. Senz'altro per questa cosa che è successa troveremo dei vaccini, come sono stati trovati in altri tempi per altre infezioni, per le precedenti influenze sicuramente. Quindi su questo sono abbastanza fiducioso, si avverte sicuramente un eccesso di allarmismo, perché le cose che sono state sentite dai media uno era contro l'altro e questo ha portato la gente ad avere un pochino di sbandamento. È stato fatto un blocco degli aerei dalla Cina direttamente in Italia, che penso che non sia stato un qualcosa di positivo, perché è una misura controproducente, impedisce di tracciare coloro che rappresentano un rischio concreto. Viceversa gli altri Paesi europei, come sappiamo, non hanno adottato questa misura, hanno però imposto la quarantena a tutti i voli. Infatti molte persone italiane che dovevano rientrare dalla Cina hanno bypassato il volo diretto e si sono recati da Berlino oppure da Dubai per poter rientrare, quindi secondo me è una misura inutile e superflua. L'altro aspetto importante è la catena di regia, la catena di comando che deve essere unica secondo me in queste circostanze e mi sembra che si stia arrivando a questo, perché all'inizio c'è stata un po' di dispersione ognuno ha amplificato a suo modo questo fatto esagerando sicuramente. Perché se noi andiamo a pensare ad altre forme virali che sono successe nel tempo, e parlo degli anni Ottanta come c'è stata l'AIDS che è stato qualcosa a mio modo di vedere molto più spaventoso di questo, quindi non fasciamoci la testa, bisogna secondo me usare un tono più prudente e più realistico. Bisogna quindi sicuramente imporre una quarantena da chi ritorna dalle aree rosse, quindi dove ci sono i focolai, perché il pericolo non è la letalità del virus ma il pericolo è l'ospedalizzazione come giustamente diceva qualche collega precedentemente. Per fortuna i casi di persone ospedalizzate tutto sommato sono abbastanza sotto controllo, quindi l'importante, come dicevo, è contenere il virus. L'allarme non è il rischio di morte, perché le percentuali, come sappiamo e come abbiamo ben visto sono basse per fortuna, e tutte a carico di persone anziane a conferma della selettività della letalità della malattia per la popolazione più elevata in età, con importanti fattori di rischio. Infatti, se andiamo a vedere le persone che sono decedute, erano tutte persone defedate. Sulle particolarità epidemiologiche e cliniche di questi focolai meglio, in ogni caso, attendere le future e più approfondite epicrisi. Bisogna evitare il più possibile il diffondersi della malattia, senz'altro, e come diceva poc'anzi il collega Ganau questo fatto non colpisce solamente la salute, che è il fatto più importante per noi, ma non dimentichiamo il lato economico che può arrecare. Adesso sicuramente abbiamo un ritorno negativo con l'immagine dell'Italia in generale, e quindi per tutte le nostre categorie economiche, pensiamo soltanto alle agenzie di viaggio, ai voli che vengono cancellati e quant'altro. Un'altra cosa importante è che bisogna contenere il problema nel medio periodo e riusciremo così a riattivare, a lavorare nella normalità perché altrimenti, se andiamo troppo avanti nella stagione, pensate cosa può succedere in primavera quando ci sarà un grande afflusso di turisti e quando ci sarà una richiesta importante per i nostri operatori. Grazie.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Domenico Gallus. Ne ha facoltà.

GALLUS DOMENICO (UDC Cambiamo). Grazie, Presidente, e grazie a tutti coloro i quali hanno dato un contributo, Assessori, Assessore, colleghe e colleghi. Oggi parlare di coronavirus vuol dire parlare di ansia, vuol dire parlare di terrorismo mediatico, vuol dire parlare di caccia all'untore, con tutto quello che ne consegue. Io non starò a ripetere quello che è stato detto dai colleghi che mi hanno preceduto perché, per quanto riguarda l'epidemiologia e anche le varie classi di età che sono colpite, tutti avete detto delle cose che sono nella realtà delle cose, appunto. Io mi limito a parlarvi di un caso clinico, che però non è un caso clinico che riguarda un paziente, bensì è il caso clinico che riguarda la mia comunità di cui mi onoro di fare il Sindaco che è, appunto, Paulilatino, un paese di 2.400 abitanti, dei quali io sono Sindaco e come massima autorità per quanto riguarda la salute pubblica e l'igiene pubblica ho preferito adottare il metodo della comunicazione precisa e puntuale senza nascondere niente, soprattutto cercando di smorzare sul nascere tutte quelle che potevano essere quelle manifestazioni di intolleranza che comunque ci sono state. Io, infatti, ho messo in circolazione nel mio paese un vademecum, che era quello classico, dove si spiegava di che virus si trattava, della sua pericolosità, appunto senza nascondere niente, selezionando anche quelle che erano le varie classi di età e di comorbidità che potevano far degenerare questa infezione. Da domenica scorsa ho fatto un'altra cosa, ho mandato una seconda circolare dove, visto tutto quello che si sentiva dire in giro, ho chiesto ai miei concittadini di collaborare con la massima serietà e trasparenza sul fatto che io dovessi essere informato su tutti quelli che entravano o uscivano dalle zone che sono interessate dal virus. È stato, devo dire, un piccolo successo perché ho ricevuto tante di quelle confidenze, che confidenze in questo periodo ritengo tali vista la caccia all'untore, che mi hanno permesso comunque di fare dei passi in avanti. Però, purtroppo, come dicevamo prima, non basta soltanto la buona volontà, la disponibilità, perché in mezzo c'è sempre, come si suol dire, la mela marcia, perché da ieri sono iniziate le accuse e la caccia all'untore. Quindi cosa ho fatto? Ieri stesso ho dovuto mandare un'altra circolare per tutto il paese dove, appunto, segnalo che non c'è stato nessun caso di coronavirus a Paulilatino, poi vi dirò il motivo, motivo anche giustificato il fatto che hanno paura che sia arrivato nel mio paese, e soprattutto ho detto che l'unico con cui dovevano parlare per avere notizie dell'andamento di questa patologia e di questa epidemia doveva essere il sottoscritto, cioè potevano parlare solo con me, assolutamente con me e con nessun altro, e quindi la voce unica di cui si parlava prima per avere una voce univoca. Ho collaborato immediatamente con la ASL competente, che è stata prodiga di consigli e anche di disponibilità, infatti nel mio paese io ho cinque famiglie che stanno facendo la giusta quarantena, nel senso che sono a casa perché rientrate da quelle zone, è stato spiegato e hanno collaborato al 100 per cento su questa cosa e hanno dato tutti la disponibilità, per questo gli faccio un plauso pubblico anche da qua, perché sono rimasti a casa, sono a casa da domenica, oggi è rientrato un altro ragazzo direttamente, è stato accolto dai familiari, che tra l'altro hanno dei grossi problemi dal punto di vista di patologie autoimmuni di cui soffre qualcuno in famiglia, e questo signore è arrivato con la mascherina FFP3, cioè quella che serve veramente per evitare il contagio e anche di subire il contagio, e direttamente è stato messo da una parte, cioè in un piano della casa, gli altri fratelli sono andati a vivere a casa degli altri parenti, e in questa casa rimane questo signore con i genitori muniti entrambi di mascherina, ripeto e lo risottolineo, FFP3, perché la P1 e la P2 purtroppo non servono a niente, cioè le mascherine che usiamo non servono a niente. Poi cosa è successo?

PRESIDENTE. Può continuare, può concludere il suo interessantissimo intervento.

GALLUS DOMENICO (UDC Cambiamo). Cosa è successo? Che oggi c'è stata una battaglia a livello di social, dove appunto una signora che è tornata, però antecedentemente a domenica, è arrivata da giovedì, la vedono circolare per il paese, e quindi: "Ecco, noi siamo rimasti a casa e invece lei è in giro". Allora vai a spiegare tutto quello che devi spiegare, e devo dire che comunque la gente è molto disponibile perché la gente è molto spaventata. Vi voglio raccontare questo piccolo episodio un po' goliardico, ma per significarvi cosa vuol dire avere paura di questa malattia. Ieri mattina, mentre andavo in comune, una delle persone che è interdetta ad avere contatti con la gente e deve stare in casa ha avuto dall'ASL il permesso di potere uscire da solo a dar da mangiare ai cani che ha in campagna. Quindi, quando questa persona passa per strada, con la macchina, attenzione, con la macchina, vedete la gente che gli fa proprio ala, e qualcuno fa gli scongiuri o qualcos'altro. Infatti, ho detto: "Guardate che non è il becchino, perché in genere si fa verso il becchino, è soltanto uno che sta a casa". Questo, però, per dirvi appunto qual è lo stato della preoccupazione della gente. Questo cosa vuol dire? Che noi dobbiamo essere presenti, a me dispiace domani non essere presente alla riunione che sta organizzando l'associazione dei sindaci, l'ANCI, però avrei voluto spiegare questo, che noi purtroppo abbiamo un compito importante, che è quello di divulgare una notizia assolutamente veritiera, ma soprattutto abbiamo il compito di placcare, mi associo molto all'intervento che ha fatto l'onorevole Tunis per dire che dobbiamo stare attenti sul lato psicologico di questa cosa, perché certamente non è la peste bubbonica, ma comunque sia è una patologia che non conosciamo. Grazie, grazie anche per avermi fatto finire.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Gianluigi Saiu. Ne ha facoltà.

SAIU GIANLUIGI (LEGA). Io intanto vorrei iniziare esprimendo soddisfazione per l'iniziativa che lei ha assunto di voler convocare il Consiglio regionale oggi per discutere di un tema importante e per poter relazionare all'Aula, all'Assemblea sarda lo stato dell'arte, la situazione attuale, e in questo senso esprimo anche soddisfazione per la puntualità dell'assessore Nieddu. Raccogliendo gli inviti alla prudenza che sono stati fatti, ma anche al senso politico che dobbiamo dare al nostro dibattito, perché noi qui siamo rappresentanti eletti dal popolo, non posso non partire dalla considerazione che quest'Aula e questo dibattito non possono chiudere gli occhi di fronte alle gravi responsabilità del Governo nazionale nella gestione dell'emergenza sanitaria legata alla diffusione del coronavirus, una serie di errori e di leggerezze che sono state commesse da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri, del Governo e del Ministro della salute, che hanno generato la situazione attuale. Tutti quanti ricorderemo come all'inizio sia stata sottovalutata la diffusione del virus; a chi chiedeva maggiori controlli, a chi chiedeva interventi più stringenti, si rispondeva dando dello sciacallo, addirittura ancora ricordo le dichiarazioni di chi diceva che il vero virus da combattere era il virus del razzismo, mi pare di capire che anche loro si siano accorti che cantare "Bella ciao" non è bastato per arginare la diffusione del coronavirus, e quindi gli interventi del Governo nazionale…

(Proteste da parte dei consiglieri di opposizione)

PRESIDENTE. Scusate, non posso censurare… per cortesia… allora, ho detto che avrei frazionato il tempo assegnato a ciascun Gruppo, il consigliere Manca ha esaurito circa quattro minuti, ovviamente rimangono…

(Interruzioni)

…Assolutamente sì.

SAIU PIERLUIGI (LEGA). Signor Presidente, chiedo di poter recuperare il tempo che le interruzioni dell'opposizione mi hanno sottratto, evidentemente anche voi vi sarete resi conto che cantare "Bella ciao" non è bastato ad arginare la diffusione del coronavirus. E quindi il Governo è intervenuto in che modo? Per esempio bloccando i voli diretti provenienti dalla Cina, solo i voli diretti provenienti dalla Cina, e invece consentendo l'arrivo in Italia di quelli che invece facevano scalo, rinunciando a una forma di controllo su una via d'accesso che invece gli altri Paesi hanno comunque monitorato. E sempre nell'elencazione di quegli errori e di quelle leggerezze, che io voglio ricordare a quest'Aula affinché nella gestione delle emergenze in Sardegna non si ripetano gli stessi errori, il primo, dicevo, quello della superficialità, il secondo la dichiarazione di uno stato di emergenza da parte del Ministro della salute all'italiana, cioè uno stato di emergenza senza una dotazione dei presidi, senza i protocolli, e all'emergenza sanitaria si è poi aggiunto l'allarme generato nella popolazione da una gestione approssimativa, e mi dispiace ribadirlo, della comunicazione sulla diffusione del virus. Abbiamo assistito nei giorni scorsi alla presenza H24 del Primo Ministro a reti unificate in tutte le trasmissioni televisive, addirittura intervenire per accusare il personale medico impegnato nella lotta alla diffusione del virus, generando un gravissimo danno al nostro Paese, danno certamente non limitato, non lenito dalla missione del nostro Ministro degli esteri di combattere con un dossier le fake news secondo lui a livello internazionale, insomma, io credo che di fronte alla gestione dell'emergenza sulla diffusione del Coronavirus anche all'interno di quest'Aula, anche nel dibattito di cui noi oggi siamo protagonisti, il Consiglio regionale sardo non possa far finta di niente, non possa chiudere gli occhi di fronte alle gravi responsabilità del Governo nazionale, io non posso che esprimere la mia… chiedo scusa, chiedo scusa, signori onorevoli, io capisco che possiate non essere d'accordo con quello che sto dicendo, ma se non è il buon senso a suggerirvi di stare in silenzio, almeno sia la buona educazione…

(Proteste da parte dei consiglieri di opposizione)

…quindi, signor Presidente, all'Assessore della sanità esprimo soddisfazione….

(Interruzioni)

… e il sostegno da parte del Consiglio regionale alle azioni che potrà intraprendere, con l'augurio che non siano fallimentari come quelle intraprese dal Governo nazionale. Grazie.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (LEU). Grazie, Presidente. "Riconosco al Ministro Speranza un coraggio che altri suoi colleghi non hanno avuto in questo periodo, fortunatamente è arrivato lui a rendere evidente che la salute dei nostri figli viene prima di qualunque calcolo politico"; così Matteo Salvini parlando in Senato, non aggiungo altro. Mi ha deluso profondamente col suo intervento, onorevole Pierluigi Saiu. Presidente, quando si decide la ripartizione del tempo di intervento per i Gruppi, se la Lega deve parlare, parla la Lega, quindi lei ha ripartito da farmacista il tempo, però la Lega dopo che ha parlato l'onorevole Manca, che ha parlato di centinaia di Consiglieri che sono venuti qui, siamo sessanta i Consiglieri, che arriviamo da Sassari siamo dieci, doveva parlare subito dopo l'onorevole Saiu, non è che lei… e certo, per Gruppo, allora se io devo dividere il mio tempo col mio Vice Capogruppo parlo per cinque minuti io e dopo cinque minuti parla il mio Vice Capogruppo o l'altro componente del Gruppo, quindi per evitare…

PRESIDENTE. Allora, ciascun Gruppo può decidere, secondo la propria autonomia, di intervenire, come frazionare, e in che modo, insomma…

(Interruzioni)

…ma potete farlo! Guardate, non c'è nessun tipo di…

COCCO DANIELE (LEU). Comunque, io credo che questo non sia il momento delle polemiche, assolutamente, io credo, e mi associo a quello che hanno detto i colleghi che mi hanno preceduto, i colleghi che hanno fatto interventi di buon senso, che l'unica cosa che dobbiamo auspicarci tutti è che ci sia una direttiva che sia comprensibile a tutti e che possa essere accolta in maniera unitaria da tutti. Io credo che una cosa importantissima e urgente da fare, e che si farà domani, è l'incontro con ANCI, perché i sindaci effettivamente, a parte il vademecum che tutti abbiamo avuto, poi non saprebbero come comportarsi se, speriamo di no, l'ipotesi che ha rappresentato l'Assessore Nieddu di 400 mila persone che rischiano il contagio, 20 mila individui con criticità e 4 mila persone che potrebbero rischiare anche il decesso, io credo che queste siano ipotesi che vorremmo mai si traducessero in realtà, i sindaci dovrebbero essere preparati anche ad una eventualità del genere. Prima il collega Gallus, l'amico Gallus ha rappresentato la situazione del suo Paese, quindi anche lei proviene da un focolaio, di fatto, quindi ci saremo aspettati che arrivasse qui con quella mascherina, quella che funziona, per evitare che contagi e che si venga contagiati. Io, ripeto, ci vuole molto buonsenso, e credo che tutti dobbiamo averlo in questo in questo momento, quello che dobbiamo fare, io non so se sia utile l'incontro di oggi o se non sia utile, l'Assessore ha rappresentato lo stato dell'arte, e di questo lo ringraziamo, c'è da dire, e nessuno vuol fare polemiche con l'Assessore, che alcune cose che sono state dette forse non in maniera ufficiale effettivamente non stanno andando per come sono state rappresentate in precedenza, perché oggi a noi ci risulta che ad esempio a Isili si è andati in psicosi perché una insegnante che è rientrata da un corso in Lombardia è stata male e immediatamente il Preside di quell'istituto ha provveduto a chiamare il numero unico che abbiamo, e questo numero ha risposto dopo quattro ore, e quindi è chiaro che probabilmente c'è qualche problema di attivazione di questi servizi, che ben vengano se attivati e se funzionano bene. E, ripeto, questa non vuole essere una critica perché sicuramente dietro quel telefono non c'è l'Assessore a rispondere, ci sono dei servizi che dovrebbe comunque svolgere lo stesso nella maniera migliore possibile. Controlli dei passeggeri; a me basta che i complimenti non me li faccia o li faccia al Governo l'onorevole Saiu, i complimenti all'Italia li stanno facendo delle organizzazioni che non sono organizzazioni partitiche, o appunto di parte. Quando l'OMS dice che in Italia i casi di contagio accertati siano molti di più rispetto alle altre nazioni…

(Interruzione del consigliere Pierluigi Saiu)

COCCO DANIELE (LEU). Io non l'ho interrotta. L'OMS ha detto che i casi di contagio riscontrati in Italia sono molto di più degli altri Paesi europei esclusivamente perché negli altri Paesi europei si fanno i tamponi solo agli ospedalizzati, mentre in Italia sappiamo che i tamponi si stanno facendo anche alle persone non ospedalizzate che potrebbero provenire da aree dove c'è il focolaio, quindi sicuramente il problema è questo. Però non ce ne frega nulla e non me ne frega nulla di difendere il Governo, a me importa di poter contribuire a tenere sotto controllo, come ha detto bene l'onorevole Gallus, una malattia che non sappiamo che tipo di patologia è e che tipo di conseguenze può portare.

Parlavamo prima dei del terrorismo sui social. Anch'io sono stato molto sui social e ad ascoltare le tv in questi giorni e il 90 per cento dei virologi di quelli importanti hanno detto delle cose che comunque alla fine mi hanno tranquillizzato perché chi, ripeto, continua a utilizzare il buon senso nella propria azione sicuramente riesce anche a farsi capire, cerca anche a livello psicologico di non indurre nella popolazione, che chiaramente quando siamo ignoranti nella materia di cui in questo momento si sta parlando, in questa fattispecie, è chiaro che poi la paura viene a tutti, anche a quelli che potrebbero essere anche più ferrati della normale popolazione sulla materia, in questo caso sulla patologia. Perché alla fine è vero che ci sono, ripeto, dei grandi esperti che dicono delle cose, però poi loro colleghi, equiparabili dal punto di vista dell'esperienza e della competenza, dicono l'esatto contrario. Questo è che fa male alla popolazione che è lì solo ad ascoltare e che poi chiaramente corre in farmacia a fare incetta di mascherine e di tute da RIS per potersi coprire per non essere a sua volta contagiato.

Quindi cosa chiedo io all'Assessore, che in questo momento chiaramente rappresenta la Giunta? Che ci sia una comunicazione che sia una comunicazione ufficiale. Prima vedevo l'Assessore che faceva dei cenni quando si accennava al fatto che alcuni organi di stampa hanno riportato delle notizie che probabilmente non erano vere. Quindi questo si può superare solo con dei comunicati ufficiali che devono arrivare agli organi di competenza, prima parlavamo dei Sindaci, parlavamo dei presidi. Se non ho capito male prima l'Assessore ha detto che in alcuni presidi i protocolli non sono stati rispettati, quindi è chiaro che lei si deve fare parte attiva rispetto a quei presidi che non hanno rispettato quei protocolli che comunque devono essere rispettati, perché in questo caso saremmo più tranquilli e potremmo essere più sereni tutti. Mandare regole certe ai Comuni, questo sì, ci serve eccome, perché io, ripeto, in questo momento sono sindaco di un paese; se io dovessi avere la percezione di un caso positivo non saprei come comportarmi in questo momento perché non ho nessuna indicazione precisa sul caso di positivo. Assessore, i Comuni non hanno nessuna comunicazione ufficiale da parte dell'Assessorato, da parte della Regione e da parte del Governo sui comportamenti da seguire in caso di casi positivi. Noi abbiamo solo quel vademecum che ci parla dei comportamenti da seguire per evitare che possano avvenire dei contagi, però nel caso i contagi ci possono essere o possa arrivare nel piccolo paese di Bottida, e qualcuno è già arrivato qualche giorno fa dalla Thailandia, che è sfuggito ai controlli, perché poi non è facile fare i controlli, perché se io faccio diversi scali poi posso arrivare tranquillamente a Cagliari o a Roma e posso sfuggire al controllo perché non risulto essere un passeggero che arriva da una zona infetta. Una mano, comunque, ce la sta già dando la Grimaldi per isolarci rispetto a quelli che possono provenire dalla nostra terra del continente, visto che so che ha sospeso le corse causa eventi meteorologici negativi. Volevo capire se è possibile un'altra cosa e chiudo. Mi risulta che l'Assessore al personale abbia emanato delle circolari per far sì che non si tengano in Sardegna eventi con la presenza di ospiti che arrivino da oltre il Tirreno. Io ho letto anche questo sulla stampa, però non ho certezza che sia una circolare ufficiale, perché se così fosse, siccome mi risulta che proprio questa settimana ci siano a Cagliari, a Sassari e da altre parti dei convegni con degli ospiti che arrivano da oltre il Tirreno, volevo capire se effettivamente esiste una circolare ufficiale da parte dell'Assessore, perché questo sulla stampa ho letto, però non so se questa sia una circolare ufficiale. Sarebbe importante anche che capissimo se questo è oppure no. Grazie.

PRESIDENTE. L'ultimo intervento per conclusione del tempo per l'onorevole Giagoni. Prego, ha tre minuti.

È iscritto a parlare il consigliere Dario Giagoni. Ne ha facoltà.

(Interruzioni)

PRESIDENTE. Il tempo lo sta tenendo il Segretario generale.

GIAGONI DARIO (LEGA). Scusate, chiedo all'Aula, gentilmente vorrei intervenire, un minuto e mezzo, sarò brevissimo, ve lo chiedo per favore. Ve lo sto chiedendo per favore. Colleghi, ho tagliato anche il mio discorso…

(Interruzione dell'onorevole Francesco Agus)

GIAGONI DARIO (LEGA). Onorevole Agus, se posso…

PRESIDENTE. Prego.

(Interruzione dell'onorevole Francesco Agus)

PRESIDENTE. L'ho fatta concludere. Onorevole Agus, anche a lei ho consentito tutto il tempo… sì, ma poteva parlare, non ho messo limiti a nessuno, ho detto che non avrei fatto il farmacista del tempo. Prego onorevole Giagoni.

GIAGONI DARIO (LEGA). Grazie signor Presidente, sarò brevissimo, ho tagliato il mio discorso, innanzitutto ringraziando lei che ha convocato l'Aula, ringraziando le colleghe e i colleghi Consiglieri, anche le signore e i signori della Giunta. Vorrei subito rimarcare il fatto, come ha rimarcato anche il collega Cocco, al fine di evitare leggerezze potenzialmente pericolose riteniamo sia indispensabile intraprendere una collaborazione diretta con gli enti locali, i quali potrebbero svolgere un importante ruolo di vigilanza sul rispetto delle regole essenziali per la prevenzione dei contagi, non ultima una particolare attenzione a tutto il sistema penitenziario, Assessore, per le implicazioni in ordine alla sicurezza che un eventuale focolaio epidemiologico all'interno delle medesime potrebbe comportare. Esprimiamo massima solidarietà, rimarco quello che ha detto il Presidente prima, massima solidarietà e vicinanza a tutti i medici, gli infermieri, i soccorritori e i volontari della protezione civile che stanno lavorando in modo instancabile sia nelle strutture sanitarie che fuori da esse, con un sovraccarico di responsabilità dato dal particolare momento di emergenza, senza trascurare che 365 giorni all'anno, con assoluto impegno ed abnegazione, garantiscono comunque la salvaguardia della nostra salute. Mi rivolgo al Presidente della Regione, agli Assessori competenti e al Governo centrale che già stanno assicurando il massimo impegno nell'affrontare questa situazione di emergenza affinché, oltre ad informare tempestivamente i cittadini, anche attraverso l'uso dei social, sull'evolversi della situazione, senza creare possibilmente falsi allarmismi, si attivino - questo lo chiedo a gran voce - all'occorrenza con le misure di sostegno economiche più opportune ed efficaci, eventualmente anche valutando il blocco dei mutui, tasse, cartelle esattoriali e bollette a salvaguardia di imprese e cittadini sardi proprio in prossimità della stagione estiva, dalle eventuali negative ripercussioni di carattere economico che potrebbero investirci in questa delicata fase. Noi della Lega faremo comunque la nostra parte, coerentemente con le posizioni annunciate fin dall'inizio, per un massimo rigore a protezione dei cittadini e delle loro famiglie. Grazie a tutti.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la consigliera Desirè Manca. Ne ha facoltà.

MANCA DESIRÈ (M5S). Grazie Presidente, io non volevo neanche intervenire. Faccio una piccola premessa, Presidente. Gradirei, lo dico prima, non essere interrotta perché non mi permetto mai di interrompere nessun collega quando interviene, quindi io mi rivolgo sempre a lei, Presidente, faccia in modo che questo non avvenga. Grazie. Io non volevo neanche intervenire perché nel momento in cui lei mi ha contattato come Capogruppo per paventarmi l'ipotesi che si sarebbe poi convocato oggi il Consiglio per parlare del Coronavirus, ci siamo poi detti, ma poi so che l'ha fatto anche con tutti gli altri colleghi, "Mi raccomando, parliamo di un problema sanitario e cerchiamo di non andare a trasferire questo problema in un dibattito politico". Al che io gli ho risposto subito: "Ma ci mancherebbe", questa è la solita dichiarazione che io rilascio, davanti ad alcuni temi come quello sanitario, io invito tutti i colleghi a non parlare di posizioni politiche e soprattutto attacchi politici, perché davvero, è come sminuire l'importanza della vita delle persone. Adesso noi ci siamo attenuti, Presidente, a quelli che erano gli accordi, ma dettati sinceramente dal buon senso, vedo che per alcuni colleghi, anzi per correttezza d'informazione per un collega, questo argomento è stato motivo per andare ad effettuare un attacco politico.

Io, devo essere onesta, sono rimasta basita, scioccata, perché davvero l'ho sempre dichiarato, davanti ad alcuni temi si deve pensare solo e sempre alla salvaguardia delle persone. Ma vedo e constato, ogni giorno di più in questo Consiglio regionale non avviene questo, si mette sempre davanti la bandiera politica, quello che potrebbe essere il ritorno, la strumentalizzazione anche di argomenti sanitari come questi.

E allora riportiamo quello che è invece l'intervento che voleva essere un intervento anche costruttivo o anche informativo, io credo che il compito di tutti i consiglieri regionali quando ritornano nel proprio territorio, è quello di aiutare quella campagna di informazione e quindi di portare le informazioni che magari ricevono anche dall'Assessore, della sanità in questo caso, e poter aiutare la popolazione del proprio territorio ad informarsi meglio. Ho ascoltato molto volentieri quelle dichiarazioni e l'attenta analisi che l'assessore Nieddu ci ha fornito e lo ringrazio anche. Mi vengono però, Assessore, alcune domande alle quali vorrei che lei rispondesse. Io mi auguro che come hanno detto alcuni colleghi medici, io non sono un medico, hanno dichiarato che anche se qualcuno, un cittadino arriva al porto, all'aeroporto senza la febbre, quindi con la temperatura normale, a volte non si può definire se effettivamente è stato contagiato due o tre giorni prima per cui è virulento, non si può sapere. E allora mi domando, Assessore, e mi auguro, non è che per caso se dovessimo avere fatto anche, forse normale, qualche caso di contagio in Sardegna, possiamo dare la colpa a lei. No, perché mi rifaccio alle colpe che vengono date, traslate adesso al Governo, non so per quale motivo, sarebbe stupido, mi permetto proprio di dirlo, stupido. Ma Assessore, le faccio alcune domande. A me non preoccupa tanto il discorso di verificare e controllare, anche se mi incuriosisce quello che lei ha dichiarato, nei porti, nonostante noi abbiamo appreso da alcune testate giornalistiche e non sappiamo la provenienza della loro informazione e la veridicità, ma lei ci sta dicendo che non è così, nei porti non sono presenti i termoscanner, mi incuriosisce sapere di chi è la competenza per l'acquisto di questi strumenti, Assessore, perché lei dice: "C'è una diatriba tra l'Autorità portuale perché non si sa chi deve acquistare", è il solito problema delle parti, è sempre il solito gioco delle parti, quando dobbiamo intervenire poi c'è sempre un ente che dà la colpa all'altro. Per cui lei è l'Assessore per cui io le faccio questa domanda: "Chi si deve occupare di acquistare la strumentazione?" A parte questo, Assessore, le pongo due domande. La prima: "Negli ospedali, nei maggiori ospedali di Sassari, di Cagliari, di Oristano, di Olbia, di Nuoro, nel caso in cui ci fossero dei contagi, lei ha parlato poco fa di circa 2 mila anzi, dell'eventualità di 400 mila persone che potrebbero essere contagiate in Sardegna. A fronte di queste 400 mila persone che potrebbero essere contagiate, gli ospedali, i principali ospedali presenti nell'isola, sarebbero in grado di ospitare e di curare le persone affette da Coronavirus? E le terapie intensive di cui molti di noi conoscono le criticità, io parlo del mio territorio, io conosco perfettamente in quali condizioni sono e siano le terapie intensive, nel caso in cui ci fossero dei contagi nelle terapie intensive, ripeto, di tutta la Sardegna, si sarebbe in grado di affrontare questo problema?" Vorrei gentilmente una risposta, ma soprattutto, anche perché davvero se si dovesse verificare, io mi auguro che la risposta che lei ci darà oggi corrisponderà poi alla realtà di quello che accadrà. L'ultima domanda, Assessore: "Sa cosa mi preoccupa di più in questo periodo?" E' leggere su Facebook, o comunque nelle testate mediatiche, il grave clima di violenza che si sta creando anche tra le persone che magari sono di nazionalità cinese, persone che vengono picchiate, persone che magari vengono emarginate. Io credo che anche in questo caso noi dovremmo intervenire, con l'informazione, ma cercando di evitare che succedano casi come quello che ho letto proprio stamattina, di un ragazzo che è stato picchiato solo ed esclusivamente perché è cinese, anche questo è un caso di razzismo che non ci possiamo e non ci dobbiamo assolutamente permettere.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.

NIEDDU MARIO, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Siccome non volevo bruciare tutti gli argomenti nel dibattito in Aula, prima ho anche un po' volutamente, forse non so se ho fatto bene, ma visto che le domande sono state abbastanza puntuali da parte di tutti i consiglieri, forse sì, perché mi consentono adesso di dare delle precisazioni che prima non ho dato ma che mi sono state comunque richieste. E' chiaro che abbiamo fatto una ricognizione su tutte quelle che sono le strutture, su quelli che sono i DPI che sono necessari, tutti quelli che sono i presidi che servono per contenere e fare in modo che si lavori in sicurezza da parte degli operatori del settore. Partiamo dai dati sui tamponi eseguiti in Sardegna e sugli isolamenti fiduciari, come quelli dell'onorevole Gallus che nella zona Centro sono tutti suoi, 14 persone in isolamento fiduciario, è l'unico che ha provveduto. Nella zona Sud abbiamo avuto 10 falsi allarmi, 11 sono stati tamponati, ovviamente tutti negativi, e abbiamo 9 persone in sorveglianza attiva con isolamento fiduciario. Nella zona Nord abbiamo 5 falsi allarmi, 12 tamponi eseguiti e 35 persone in isolamento fiduciario. Per quello che riguarda i dispositivi di prevenzione, quelli che sono e servono, è chiaro che poi abbiamo fatto degli ordini che sono in fase di esecuzione perché chiaramente stiamo prevedendo nella malaugurata ipotesi, poi chiaramente siamo sempre lì a sperare che non succeda niente, abbiamo 24 mila mascherine tra le FFP2 e le FFP3, abbiamo 1.400.000 guanti in nitrile, 321 mila e rotti guanti in nitrile, oltre 3 centinaia di occhiali, più visiere, 16 mila e rotti camici e 66 mila calzari, eccetera. Quindi non siamo sprovvisti come qualcuno ha detto, o si può pensare, assolutamente. E quindi anche questo giusto per fugare alcuni dubbi.

Per quello che riguarda i posti letto di rianimazione, e non solo, ma cominciamo da quelli in isolamento alle camere a pressione negativa che abbiamo in Sardegna, sono in totale: tre sono al Santissima Trinità, tre sono a Sassari e due sono a Nuoro, di cui alcune sono con una limitazione, ma solo due sono una limitazione, nel resto sono perfettamente operativi.

Chiaramente abbiamo i posti di rianimazione sono, come sappiamo, in Sardegna sono pochi, lo sappiamo benissimo, ci sarebbe da implementarli, ma non è un problema della Sardegna quello servire dei posti in rianimazione, è una problematica che purtroppo attanaglia tutti. Perché vi voglio ricordare che l'Italia, non solo la Sardegna, ma tutta l'Italia, viene da un periodo abbastanza lungo di sottrazione continua e caparbia di risorse al sistema sanitario nazionale, con una diminuzione di posti letto generalizzata, e quindi qui facciamo tutti un mea culpa, ma chi ha partorito il DM 70 lo dovrebbe fare ancora di più, che purtroppo oggi andiamo a scontare, paghiamo e pagheremo caro se dovesse verificarsi quella disgraziata epidemia che finora siamo riusciti a evitare.

Un altro dato che mi preme dare è che nell'eventualità di una necessità di mettere in quarantena grandi fasce di persone, grandi numeri, abbiamo già previsto un piano operativo, insieme alla Protezione Civile, che ci consente di avere 110 mila posti per operare le quarantene se fosse necessario, ovviamente speriamo di no, ma anche in questo siamo tra le regioni più virtuose anche in questo senso.

Rispondendo adesso alle diverse domande che mi sono state fatte. Intanto rilevo che la dicotomia di cui parlavo prima nel mio intervento, nella mia relazione, l'avete proprio resa palese voi consiglieri nel dibattito, e avete palesato questa dicotomia e quel disorientamento di cui io parlavo, da cui anche qui non siamo scevri. Perché effettivamente è vero, quello che risalta, che a me è risultato dal dibattito, ma suppongo che anche per voi sia la sensazione sia la medesima, è che c'è questo scontro tra il fatto che si spera, si pensa e si vuole che sia una semplice influenza, piuttosto che invece che è un'influenza che però porta delle problematiche serie e gravi rispetto all'impatto che può avere sul nostro sistema sanitario e sul nostro sistema sociale in generale. E questo chiaramente non ve ne posso fare una colpa perché io stesso non ne sono libero da questo atteggiamento dicotomico, perché purtroppo è così, è una cosa che è insita nella stessa problematica, in quelle che sono poi le evidenze che abbiamo tutti i giorni tutti quanti.

Tornando agli interventi, i numeri, avete fatto le prove, qualcuno ha telefonato, per quattro ore non si è risposto, vi ricordo che i numeri, oltre a quello dedicato che forse è quello che è stato fatto a cui per quattro ore non si è risposto, ne stiamo attivando un altro, ma i numeri da chiamare sono in primo luogo il proprio medico di medicina generale, o pediatra di libera scelta, o in assenza il medico di continuità assistenziale, sono loro i medici di primo contatto, poi nel caso non rispondessero questi si passa al 118 e poi si passa al 1500, comunque vedete la scelta di numeri da chiamare è ampia, il numero di operatori dedicati è il massimo che abbiamo potuto ovviamente disporre, è chiaro che in un momento come questo in cui il panico purtroppo in molte persone prende il sopravvento, i centralini e tutti i numeri sono intasati dal fatto che le persone che chiamano, anche per le cose più bizzarre, purtroppo sono talmente tanti che le risposte non sempre arrivano puntuali e tempestive, ma questa è una cosa che purtroppo se noi mettessimo altri dieci numeri non cambierebbe niente, sarebbe uguale perché sono talmente tante le chiamate che intaserebbero qualunque centralino, qualunque capacità di risposta.

Rispetto alle problematiche sollevate dall'Onorevole Ganau, che ha fatto un'analisi anche puntuale, anche dal punto di vista delle sue competenze in ambito sanitario, non posso che condividerle, quelle che poi ha richiamato anche l'onere banca Manca, è chiaro, noi non siamo in grado, lo anche detto, assumendomene la responsabilità, anche nelle interviste dei giorni scorsi, fermare un'epidemia è come fermare il vento con le mani, non si può pretendere di fermare un'epidemia, tanto più se dovesse manifestarsi con un virus com'è questo, che sappiamo che purtroppo è contagioso anche in caso di sintomaticità, quindi è chiaro che non possiamo sapere se all'aeroporto di Elmas il viaggiatore che scende ed è negativo alla rilevazione della temperatura oggi, magari fra due giorni può diventare positivo, o può essere un portatore sano, questo non lo possiamo sapere, non possiamo fare altro che prendere misure limitanti e cercherà di abbattere il rischio, e poi cercare di abbattere la circolazione virale, queste sono le cose che possiamo fare, altro purtroppo, come dicevano i latini, che sono sempre maestri di vita, ad impossibilia nemo tenetur, scusate, ma purtroppo non si può fare quello che non si può.

Un altro aspetto che è venuto fuori dal dibattito è quello della differenza di comportamento tra l'Italia e le altre nazioni, dai numeri che vi ho dato prima avete potuto evincere che ci sono nazioni che non hanno nemmeno bloccato il traffico aereo con la Cina e hanno sicuramente un impatto minore rispetto ai numeri che abbiamo noi di contagiati e di decessi. Ora qualcuno dice se non cerchi chiaramente non trovi, questo può anche essere, ma non è neanche detto questo, come vedete non ci sono certezze e verità depositate purtroppo in questa disgraziata circostanza, perché vi comunico che la Gran Bretagna ha fatto molti più tamponi dell'Italia eppure non ha il numero di contagiati e di decessi che abbiamo in Italia, per cui anche qui. Capisco che anziché dare risposte in certi casi vi sto aprendo degli scenari di dubbio, però mi corre l'obbligo di essere puntuale e preciso in quelle che sono le comunicazioni che devo giustamente a quest'Aula.

Un altro aspetto a cui terrei particolarmente è quello, rispetto anche a quello che ha richiamato l'onorevole Mura prima, sul fatto che la Protezione civile che guida questa, devo dire anche bene, per carità, perché ha maturato delle competenze negli anni la Protezione civile, sia nazionale che quella delle varie regioni, ha sicuramente maturato delle competenze e delle capacità che le consentono di affrontare al meglio le varie emergenze che si sono in questi ultimi anni attraversate e verificate, però per quello che ho potuto vedere io, per quello che penso, sarebbe forse il caso, è chiaro che questa non è una questione che possiamo dirimere a livello di Consiglio regionale, ma a portare all'attenzione comunque del Governo nazionale e degli organi legislativi nazionali questa problematica, secondo me facendo tesoro di quello che si sta verificando in questa disgraziata evenienza forse sarebbe il caso, e cioè che ci fosse sulla falsariga del Dipartimento di Protezione Civile, un dipartimento di politiche sanitarie che si occupasse maggiormente e meglio dell'aspetto sanitario delle emergenze nazionali. Perché io sono convinto che se così fosse stato, oggi, gran parte di questi problemi, che poi hanno scatenato anche un po' di bagarre in quest'aula, secondo me non si sarebbero verificati, e il Governo avrebbe avuto probabilmente informazioni migliori su cui basare il proprio comportamento, di questo io permettetemi ne sono perfettamente convinto.

Si è poi fatto cenno alla differenza di comportamento rispetto al fatto che si è imposto da parte dell'assessore Satta il divieto ai funzionari regionali di spostarsi, e invece noi abbiamo convocato per domani 373 sindaci per un confronto che c'è stato peraltro richiesto. Intanto ricordo che la circolare dell'onorevole Satta riguarda solamente le missioni fuori i confini della Sardegna, cioè è una circolare che dice che è meglio per adesso sospendere le missioni al di fuori dei confini della nostra Isola, per ovvi motivi precauzionali, peraltro ricordo che è una circolare che le è stata richiesta dalle organizzazioni sindacali, quindi non ci trovo niente di deplorevole in questo.

(Interruzione)

PRESIDENTE. Se vuole può specificare anche al microfono la domanda.

Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (LEU). La circolare, oltre quello che ha appena detto l'Assessore, dice: " … disdire tutte le riunioni programmate con partecipanti provenienti dal territorio esterno alla Regione Sardegna; evitare, laddove non strettamente necessario, riunioni o incontri di lavoro comprensivi di un numero significativo di partecipanti, favorendo in alternativa l'uso dei sistemi di comunicazione da remoto".

PRERSIDENTE. Vi devo dire che, nell'ottica dell'abbattimento della circolazione virale (presunta, perché non possiamo sapere se ancora c'è o non c'è), è un ottimo provvedimento anche questo, poi il fatto che convochiamo tutti i sindaci magari è perché forse vogliamo abbatterne qualcuno per limitare il numero. Chiaramente è una battuta ma quella dei sindaci è una richiesta che è venuta da dall'ANCI, quindi cercheremo di mettervi a distanza di un metro e mezzo in modo che non ci sia rischio di contagio

(Interruzione)

Lo deciderete voi se partecipare in massa o no.

Veniamo adesso alle misure più specifiche. Sempre l'onorevole Cocco ha citato la mancanza di rispetto dei protocolli e la mancanza di informazione ai sindaci, ricordo che ci sono già due ordinanze emesse dal nostro Presidente della Regione e un DPCM, più tutte le altre linee guida che sono accessibili, quindi ai Comuni queste informazioni sono sicuramente accessibili, per cui non credo ci siano particolari difficoltà ad avere accesso a queste informazioni.

(Interruzione)

Certo che lo dicono come trattare, le linee guida sono accessibili. Come ho detto prima, adesso stiamo preparando un supporto multimediale ma abbiamo già provveduto ad affiggere presso i vari poliambulatori e ambulatori di medicina generale e dovrebbe essere possibile avere accesso a queste cose anche per i Comuni, comunque provvederemo anche in tal caso ad aumentare la quantità di dotazioni. Però, giusto a titolo informativo, ricordo che il protocollo prevede che i primi medici di contatto siano i medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e medici di continuità assistenziale. Che l'accesso ai pronto soccorso sia praticamente vietato a chi ha problematiche riferibili a disturbi respiratori importanti è la prima precauzione che viene presa e che è obbligatorio prendere, poi che ci siano anche, come ho detto prima, perché purtroppo ci sono, gli stessi medici di primo contatto che non rispettano i protocolli questo è un altro discorso, purtroppo anche lì cercheremo di fare un refresh, cosa che abbiamo già fatto perché ricordo che non più tardi di due giorni fa abbiamo ricevuto tutte le rappresentanze dei medici di primo contatto (cioè medici di medicina generale, pediatri e di continuità assistenziale) per ricordargli quali sono i protocolli, quindi anche loro tramite le loro associazioni di categoria sanno benissimo quali sono, purtroppo qualcuno che non rispetta i protocolli si trova sempre ma questa è una cosa alla quale consentitemi è difficile porre rimedio.

Per quello che riguarda le domande dell'onorevole Manca rispetto all'acquisto dei termo scanner, ho detto quello che è: noi abbiamo chiesto ovviamente l'acquisto all'Autorità portuale e l'Autorità portuale ha detto che non ha la possibilità di fare gli acquisti in prima persona, quindi questi acquisti verranno fatti dal Dipartimento della Protezione civile, questo è quanto, per cui appena arriveranno, e appena avremo le dotazioni perché ovviamente bisogna aumentare anche la dotazione di medici ed infermieri dedicati perché i porti richiedono un impegno notevole, partirà secondo quella modalità, ma è già partita in parte, e verrà implementata, l'analisi dei passeggeri in fase di sbarco secondo le modalità operative presso gli aeroporti, cioè con la rilevazione del termometro adesso possibile. Poi, rispetto alle terapie intensive, abbiamo dei numeri ovviamente limitati, ha chiesto anche l'onorevole Manca se siamo in grado di affrontare una epidemia con 400 mila ammalati: è ovvio che i 400 mila ammalati sono il picco dei malati, ed è chiaro che la malattia ha un decorso temporale che consentirebbe una diluizione di questi ammalati, e la dimostrazione fortunatamente ce l'abbiamo adesso nei cluster che abbiamo in giro per l'Italia, se voi ci fate caso è già passata una settimana dal primo caso in Lombardia e come vedete il numero dei contagiati è relativamente basso, e il numero dei pazienti che hanno impegnato le terapie intensive è relativamente basso, quindi è ovvio che non è che in Sardegna tutti quelli che verranno contagiati arriveranno al picco del 20 per cento che finisce in terapia in rianimazione, non credo che sarà così e me lo auguro vivamente, e continuo ad augurarmi che noi riusciremo a rimanere, non dico esenti ma comunque il più possibile lontani da questa disgrazia.

PRESIDENTE. Io, a conclusione di questo dibattito, posso dire che sia stato assolutamente proficuo e opportuno affrontare in Consiglio regionale un problema che ci tocca tutti e che era opportuno che venisse dibattuto nella massima Assemblea sarda. Ringrazio tutti i colleghi consiglieri che hanno garantito comunque lo svolgimento della seduta in maniera assolutamente ordinata e dando degli spunti e in qualche maniera delle informazioni utili a tutti, così come ringrazio l'assessore Nieddu per la sua meticolosità nell'esporre il problema che viviamo, anche in funzione alle domande e alle eccezioni che sono state sollevate nel corso del dibattito. La seduta a questo punto è….

Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Sull'ordine dei lavori. Dal momento che le risposte dell'Assessore hanno, su un tema come questo, ovviamente sollevato ulteriori perplessità da parte dei colleghi, e c'è un'ulteriore richiesta di chiarimenti che secondo me può essere utile al dibattito, io a questo punto ne approfitterei per poter almeno replicare a quanto detto dall'Assessore, replicare utilizzando i toni che non intendiamo mutare nonostante quanto è avvenuto in quest'Aula, però abbiamo necessità di puntualizzare alcune altre cose in modo da uscire da quest'Aula anche facendo qualche passo in avanti. Quindi io le chiederei di poter intervenire adesso…

PRESIDENTE. Se gli interventi si limitano a delle richieste di specificazione rispetto alla spiegazione, prego.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Presidente, rilevo che la mia perplessità di due giorni fa puntualmente si sta verificando, nel senso che ci sono già notizie di stampa che ovviamente della nostra seduta hanno capito e hanno estrapolato solo la parte più allarmante, solo la parte più preoccupante, solo la parte che forse sarebbe stato bene gestire in maniera diversa. Questo glielo voglio dire perché non è che noi siamo dei commentatori al bar, tutto quello che noi facciamo ha dei risvolti fuori, la riunione di oggi sta già avendo dei risvolti fuori, perché è sufficiente sfogliare i quotidiani per accorgersene. Riguardo i chiarimenti, io vorrei chiedere, allora le riunioni, le adunate, le attività commerciali che riuniscono un numero elevato di persone, penso a un cinema per esempio, devono continuare la loro attività o no? La circolare dell'Assessore al personale rischia di creare fraintendimenti, sarebbe utile se da parte dell'Assessore ci fosse, diciamo, una supervisione per quello che sono gli aspetti sanitari. Cioè dire non si possono tenere riunioni con un numero considerevole di persone crea imbarazzo e preoccupazione nel dirigente che lei deve convocare. Quello che deve convocare quindici persone si chiede se di fronte a quella circolare è titolato o no, rischia o no. Il rischio è che soprattutto in amministrazioni non immuni dal virus dell'immobilismo questo potrebbe tradursi in un ulteriore immobilismo. Quindi io chiedo, e gradirei avere una risposta in questo senso, diciamo, una voce univoca su questo punto, cioè più di dieci persone no, più di cento persone no, più di quello strettamente necessario no. Poi riguarda i presidi, ha parlato di 20 mila mascherine FP3, quelle buone, quelle che bloccano il virus, sarebbe utile, in accordo con l'Ordine dei medici, con Federfarma, con le associazioni di 118 più rappresentative e con chi coordina quegli aspetti capire se utile farle avere il prima possibile a chi si occupa di quel lavoro in prima linea, specificando però, e anche qui la comunicazione è centrale, che vedere un farmacista con la mascherina o un infermiere con la mascherina, non è segno di epidemia imminente, è semplicemente un segno di protezione verso chi è più esposto. Chiudo, noi oggi ci siamo visti con l'intenzione di riparare il tetto in una giornata di sole, per evitare di doverlo fare sotto la pioggia. La pioggia arriva e il problema non è solo il coronavirus, o meglio l'epidemia che in altre Regioni è già in atto si sovrappone a quella influenzale, che da noi, anche a causa delle alte temperature di questo inverno, ancora non si è verificata, io la invito a contattare i medici di base per capire che ancora l'epidemia di influenza solita quest'anno non c'è stata. Ecco con questa disorganizzazione, che non vuole essere una gogna, nessuno di noi è abituato a fronteggiare ad avere a che fare con delle potenziali pandemie, quindi è semplicemente un dato di fatto il fatto che se i numeri dovessero salire, i numeri di falsi positivi, i numeri di persone che con 38 di febbre e la tosse si recano al pronto soccorso o chiamano in massa il numero verde non ne usciamo vivi, quello che chiederei all'Assessore, e pretenderei anche avere una risposta almeno come intento futuro, è anche di iniziare da domani a lavorare per evitare che questo accada. Cioè acquistare degli spazi nei quotidiani regionali è qualcosa che può limitare la spesa futura, immaginare una campagna comunicativa sui social immediata può eliminare quel problema che sicuramente si verificherà a marzo con o senza possibilità di contagio in Regione, perché quando aumenteranno gli influenzati aumenteranno anche gli influenzati che penseranno di avere un malanno più grave. Quindi io credo che sia importante intervenire subito.

PRESIDENTE. Non so se ci sia una richiesta di specificazione anche da parte dell'onorevole Caddeo, no?

Ha domandato di parlare la consigliera Laura Caddeo. Ne ha facoltà.

CADDEO LAURA (Progressisti). Per dare l'opportunità all'Assessore di rispondere a una domanda che aveva già posto l'onorevole Agus, in modo particolare sul monitoraggio delle persone che stanno arrivando, che arrivano in Sardegna dalle zone rosse, chiamiamole così, e che poi si recano in un ospedale o, le faccio l'esempio del quale ho proprio contezza, un papà che lavora a Lodi, è pendolare, sta mandando i bambini a scuola, sta andando a prenderli, ecco io mi chiedo c'è possibilità di fare davvero questo monitoraggio e anche di convincere queste persone al cosiddetto isolamento fiduciario e mi pare che tutto questo poi rientri nella famosa prevenzione che sarà opportuno davvero attuare al 100 per cento, se è possibile. Una risposta su questo, Assessore.

PRESIDENTE. Grazie onorevole Caddeo, mi sembra l'ultima specificazione da parte dell'onorevole Zedda.

Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Grazie Presidente, brevemente una prima questione è la solidarietà alle vittime, famiglie delle vittime, sembrava per alcuni aspetti un dibattito che non tiene conto che ci sono popolazioni bloccate, e anche i numeri, perché poi i numeri aiutano, su questo noi abbiamo per sfortuna delle popolazioni italiane che vivono in alcune regioni già colpite, per nostra, come dire, fortuna o possibilità di intervenire una panoramica della casistica che è accaduta in quelle regioni. Secondo me su questo noi dobbiamo soffermarci qualche secondo, per comprendere noi cosa possiamo fare per determinare una migliore serenità, alcune cose sono state dette nel corso del dibattito. La invito però, Assessore, a cercare su internet e digitare la pagina principale della Regione Sardegna; ci sono tante belle interviste, tanti comunicati non c'è nulla che consenta di arginare quel fenomeno di telefonata al numero che istituirete perché il numero verde oggi ancora non c'è, per diminuire quel numero di persone che vogliono avere un'informazione puntuale. A mio parere la prima cosa da fare, a partire dalle prossime ore, è che la pagina principale della Regione Sardegna e tutti i siti, perché qualcuno può collegarsi anche a qualche altro sito istituzionale, almeno riportino un'indicazione, la più semplice possibile, la più comprensibile da non addetti ai lavori, non ci rivolgiamo a medici, dottori o persone con alte specializzazioni nella professione medica, ma della persona spaventata, perché abbiamo visto che nelle regioni già colpite la paura ha determinato il problema maggiore. Noi siamo nelle condizioni ancora, auguriamoci per molto tempo, ma potrebbe non essere così tanto il tempo, per poter diffondere un'informazione capillare, puntuale, rasserenante per quanto la questione non sia da sminuire, in modo tale da informare quante più persone possibile. L'altro aspetto è prima che circolino notizie false, perché anche questo abbiamo verificato essere stato un problema molto serio in altre realtà che ha determinato oggettiva confusione nelle persone sprovviste di informazioni puntuali e quindi la disinformazione attivata possibile anche da persone che ricoprono ruoli istituzionali. Abbiamo visto nei giorni scorsi i rischi, no (?!) dietro l'angolo. L'altro aspetto è: senza creare allarmismi ma perché, da spiegare proprio in modo facile, perché non ci si deve recare in un ospedale? Perché in un ospedale ci sono persone con patologie gravi che possono, ciò che per una persona non malata può essere anche se contratto il coronavirus un problema di poco conto per una persona immunodepressa o con patologie più gravi può essere letale, questo è il motivo. Quindi cercare in modo preciso, puntuale, di spiegare immedesimandosi nelle persone, è chiaro che ragionando con un medico o con altre persone che di questo si occupano è più facile, ma cercando voi di immedesimarvi nelle persone che non hanno competenze scientifiche e tecniche sulla materia. L'altro elemento è informare immediatamente la grande distribuzione, nel caso in cui possa essere individuato un caso arginare il fenomeno per cui le persone svuotano il supermercato, alla fin fine non consentendo a tanti altri di potere anche trovare generi per la spesa giornaliera. L'altro elemento sono le truffe e gli imbrogli alla popolazione anziana, e anche lì vanno raggiunti, probabilmente l'assemblea coi sindaci deve servire anche per dare queste indicazioni puntuali, un linguaggio comprensibile dicevo. Usare i siti e i quotidiani, anche chiedendo la cortesia di pubblicare per più giorni pagine qualche volta a pagamento, ma se dovessimo chiedere un aiuto da parte degli organi di informazione la pubblicazione di quelle indicazioni, anche per più giorni e in modo semplice, ma in modo che sia capillare l'informazione corretta. I sindaci, questo è stato detto, l'attivazione del numero verde è stato detto, e l'altra questione è il sangue. C'è stata una preoccupazione molto forte lanciata dall'AVIS perché una percentuale molto importante del sangue disponibili in Sardegna proviene dalle regioni colpite, che hanno già informato che c'è e ci sarà un rischio serio di diminuzione, contrazione forte dell'approvvigionamento di sangue. Allora è necessario sensibilizzare anche la popolazione, sono tanti i donatori in Sardegna, per, forse come ha fatto l'AVIS, una raccolta straordinaria per poter… così ha fatto l'AVIS, anche lì l'ha fatto l'AVIS. È giusto, non è giusto? Per questo serve un'informazione puntuale. Le segnalo questo, non ci sono unità di crisi organizzate in alcuni o tanti presidi ospedalieri, tanto che in alcuni presidi ospedalieri, è stato detto l'altro ieri da responsabili del presidio ospedaliero, dai vertici, che in assenza di unità di crisi l'unità di crisi era il responsabile unico. Forse va sollecitata la costituzione di una pluralità di soggetti, non si può pensare che una persona possa ventiquattro ore su ventiquattro dare risposte, e reparti che adottano e stanno adottando criteri differenti, non strettamente connessi ovviamente alle patologie che devono gestire, ma proprio di prevenzione totalmente differente che sta generando qualche problema oggettivo.

PRESIDENTE. Onorevole Zedda. L'ultima, grazie.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Ho chiuso, giusto l'ultima questione. Le farmacie stanno segnalando una diminuzione di vendita di prodotti che si aggira attorno al 10 per cento, strettamente connessa alla diminuzione della vendita di prodotti legati all'influenza stagionale. Perché? Perché avevamo una temperatura di 25 gradi fino all'altro ieri e l'influenza stagionale arriverà forse quando i dati ci dicono che sempre c'è il picco a marzo. Questo elemento, lo ha citato prima l'onorevole Agus, potrebbe determinare un'ulteriore paura per cui ogni persona che ha contratto l'influenza stagionale potrebbe ritenere se stesso come portatore del coronavirus. Quindi, serve immediatamente un'informazione puntuale di questo tipo.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zedda.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Ho terminato, e anch'io faccio riferimento a quello che veniva detto prima, probabilmente anche l'informazione interna deve essere controllata e verificata magari dal responsabile della sanità, protezione civile e altri, in modo tale che venga governata la comunicazione avendo la possibilità di governare la materia…

PRESIDENTE. Ora darei la parola all'assessore Nieddu, così possiamo concludere, in relazione alle ultime specificazioni.

Ha domandato di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Ne ha facoltà.

NIEDDU MARIO, Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Allora, specificazioni da me. In parte, abbiamo già prima risposto per quello che riguarda le specificazioni rispetto alla pubblicizzazione dei metodi di assunzione delle nostre prerogative nel campo dell'operatività, dei numeri e di conseguenza abbiamo specificato che stiamo provvedendo adesso con un supporto multimediale che arriverà a breve, probabilmente sarà già pronto anche oggi, e quindi verrà dato agli organi preposti in giornata o tutt'al più domani. Poi provvederemo ulteriormente a implementare l'informazione rispetto a quello che ha lamentato l'onorevole Cocco, i comuni ritengono di essere poco informati. Intanto domani i sindaci riceveranno probabilmente, visto che saremo con loro, tutte le indicazioni del caso, poi provvederemo anche ad aumentare la comunicazione, vedremo sui social, ma mi pare che sui social sia già abbastanza presente la comunicazione, e anche sulla stampa, perché ho visto che gli organi di stampa provvedono, se non tutti i giorni, almeno a giorni alterni a rendere noti in stampa gli schemi di comportamento riguardo alla profilassi delle malattie virali comuni e di conseguenza anche quella del coronavirus perché sono più o meno identiche. Per cui dal punto di vista della pubblicità penso che ormai sia difficile che qualche cittadino sardo sia ignaro di quali sono le metodiche di comportamento. Giusto per chiudere con una nota positiva, si è appena verificato un caso che è stato affrontato con tutti i termini dei protocolli operativi, mi hanno mandato addirittura il filmato del prelievo con la Biobag, quindi vuol dire proprio che la macchina fortunatamente sta funzionando e, ripeto, non è nemmeno il primo caso perché ne abbiamo già operato altri, e di conseguenza vuol dire che poi alla fine quando i problemi sono seri vengono affrontati seriamente nella maniera corretta. Rispetto a tutte le tematiche che ha posto poi l'onorevole Zedda, sì, sono tematiche abbastanza reali e non sempre di facile soluzione. Mi preme in particolare quella sul sangue perché, è vero, è un problema serio che si manifesta, si manifesterà sicuramente perché noi siamo una regione dipendente dall'esterno per la donazione di sangue, e devo dire che la maggior parte delle sacche che noi importiamo viene dalla Lombardia. Siccome c'è stata la sospensione delle donazioni nell'attesa che si chiarisca se le vie di contagio possono essere anche quelle ematiche, è chiaro che c'è una sofferenza adesso. Abbiamo già preso in esame la problematica, e una delle possibilità sarebbe quella di implementare le donazioni locali. Però, anche questa, come tutte le cose, ha due facce, perché vi ricordo che poi andremo incontro all'estate a breve e siccome i donatori non possono donare più di un certo numero di volte se li facciamo donare adesso e magari non abbiamo necessità rischiamo di trovarci poi sprovvisti nel momento in cui ci sarà il massimo bisogno che può essere il periodo estivo. Quindi, come vedete, le problematiche sono sempre abbastanza complesse da affrontare, non sempre sono semplici le scelte da fare. Comunque, stiamo attenzionando anche su questo la problematica. Tutti quelli di cui abbiamo avuto ovviamente contezza venissero dalla zona rossa sono stati monitorati, sottoposti alla scheda di contatto, ed eventualmente messi in quarantena, a oggi.

PRESIDENTE. Grazie, assessore Nieddu.

Mi sembra che anche lo svilupparsi successivo del dibattito sia stato molto proficuo e debbo dire anche necessario. Era giusto e necessario che il Consiglio regionale dibattesse, discutesse e fosse informato su questo tema di cui apprende notizie dalla stampa, e quindi era giusto che l'apprendessimo in maniera ufficiale dalla voce dell'Assessore nella sede opportuna, che è questa, la sede del Consiglio regionale. Mi sembra che la discussione sia chiusa, quindi la seduta è chiusa e il Consiglio verrà convocato a domicilio. Grazie.

La seduta è tolta alle ore 18 e 26.