Mozione n. 588

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Mozione n. 588

(Discussa il 18/05/2022 e il 30/06/2022 – Approvato Ordine del giorno n. 86 il 30/06/2022)

MORICONI – GANAU – COMANDINI – CORRIAS – DERIU – MELONI – PINNA – PISCEDDA – LAI – COCCO – AGUS – LOI – ORRÙ – CADDEO – PIU – SATTA Gian Franco – ZEDDA Massimo – LI GIOI – SOLINAS Alessandro – CIUSA – MANCA Desiré Alma sul rischio del fallimento della Regione Sardegna rispetto all’occasione del PNRR e le azioni politiche per un Recovery plan di compensazione: una nuova alleanza col sistema delle autonomie locali e con le organizzazioni economiche e sindacali sarde, per nuovo accordo con lo Stato, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell’articolo 54 del Regolamento.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSA

LE TAPPE CHE CONDUCONO AL FALLIMENTO DELLA REGIONE SUI FONDI EUROPEI: IL CONSIGLIO REGIONALE E LE PARTI SOCIALI INASCOLTATI.
LA SARDEGNA AI MARGINI DEL PNRR.
IL RITARDO DI SVILUPPO DESTINATO AD AUMENTARE.

IL TAVOLO TECNICO-POLITICO DI CUI AL PUNTO 10 DELL’ACCORDO STATO REGIONE DEL 7 NOVEMBRE 2019 E L’ORDINE DEL GIORNO DEL CONSIGLIO MAI ATTUATI DAI PRESIDENTI DELLA GIUNTA E DEL CONSIGLIO REGIONALI
PREMESSO che:
– il 7 novembre 2019 è stato sottoscritto l’Accordo in materia di finanza pubblica tra il Ministro dell’economia e delle finanze, il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, il Ministro per il Sud e la coesione territoriale ed il Presidente della Regione Sardegna (recepito con legge 27 dicembre 2019, n. 160 – Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022), nel quale, al punto 10, è stabilito che: “[…] Lo Stato e la Regione concordano di costituire entro 60 giorni dalla sottoscrizione del presente Accordo un tavolo tecnico-politico per la definizione degli svantaggi strutturali permanenti derivanti alla Sardegna dalla sua particolare condizione di insularità come enunciati dalla Corte Costituzionale nella sentenza n. 6/2019 e degli strumenti compensativi più idonei alla loro rimozione in ossequio ai principi di uguaglianza, coesione territoriale e pari opportunità, previa individuazione di idonea copertura finanziaria.”;
– il 19 dicembre 2019 è stata depositata la mozione n. 133 con cui “si chiede al Presidente del Consiglio regionale di procedere alla convocazione straordinaria del Consiglio regionale, con la partecipazione dei parlamentari eletti in Sardegna e dei massimi rappresentanti delle autonomie locali e delle parti sociali ed economiche isolane, per esaminare e discutere l’accordo stipulato, il 7 novembre 2019, tra la Regione e lo Stato, al fine della sua valutazione, l’eventuale rettifica e la costruzione di un mandato per un nuovo Patto per la crescita della Sardegna”;
– il 12 febbraio 2020 il Consiglio regionale, al termine della discussione della summenzionata mozione n. 133, ha approvato l’ordine del giorno n. 26 con cui sono stati impegnati il Presidente del Consiglio e della Regione, ognuno per la parte di sua competenza di procedere alla convocazione straordinaria del Consiglio regionale, con la partecipazione dei parlamentari eletti in Sardegna e dei massimi rappresentanti delle autonomie locali e delle parti sociali ed economiche isolane, per identificare un mandato preciso per la trattativa sul tavolo tecnico politico ed attivare tutte le procedure propedeutiche e conseguenti;

LE MOZIONI MAI DISCUSSE SUL RECOVERY FUND E LA MANCATA PREDISPOSIZIONE DI UN RECOVERY PLAN REGIONALE, TRA I MOTIVI DI UNA SARDEGNA IMPREPARATA E RELEGATA Al MARGINI DEL PNRR E DEL PNC.

– il 27 maggio 2020. a seguito del dilagare della pandemia da Covid-19 e dei drammatici effetti conseguenti sul sistema economico dell’UE, la Commissione europea ha presentato la proposta relativa a un fondo per la ripresa e al bilancio a lungo termine aggiornato dell’UE, il quadro finanziario pluriennale (QFP) per il periodo 2021-2027, immediatamente inserita all’ordine del giorno del Consiglio europeo convocato per il 19 giugno 2020 dal suo Presidente Michel;
– il 9 giugno 2020 in conclusione alla discussione tenutasi nella seduta del Consiglio regionale “convocato urgentemente ai sensi dell’articolo 54, commi 1 e 2, del Regolamento interno, per discutere degli effetti conseguenti alla drammatica crisi pandemica da Covid-19, dei provvedimenti più urgenti e delle scelte strategiche di prospettiva che il Consiglio regionale avrebbe dovuto adottare per la salvaguardia e il rilancio del sistema economico e sociale dell’isola”, la Giunta regionale e la maggioranza consiliare che la sostiene non accolsero la proposta di discussione di un ordine del giorno, presentato dai gruppi consiliari di minoranza, sui temi relativi proprio al Recovery fund.
Lo stesso ordine del giorno è stato poi trasformato nella mozione depositata il successivo 10 giugno 2020;
– il 10 giugno 2020 è stata depositata la mozione n. 282 con cui è stato chiesto al Presidente della Regione di “[…] avviare, la predisposizione di un moderno Piano di Sviluppo, elaborato nel rispetto delle raccomandazioni dell’Unione europea, denominabile Sardegna Terzo Millennio III (Recovery plan regionale), da sostenere nella fase di elaborazione del Recovery plan del Governo nazionale, al fine delle previsioni delle misure necessarie per fronteggiare le conseguenze immediate e future della pandemia e rilanciare l’attività economica, produttiva e sociale della nostra isola; di condividere con le parti politiche e sociali dell’isola l’elaborazione del summenzionato piano di sviluppo per la Sardegna del terzo millennio, che dovrà essere fortemente caratterizzato dalla rivendicazione degli investimenti infrastrutturali e delle misure indispensabili per il superamento del ritardo di sviluppo, derivante dalle condizioni di insularità, e per assicurare, finalmente, il diritto alla continuità territoriale e alle nuove straordinarie opportunità, offerte dal Recovery fund, per lo sviluppo nei settori del digitale, dell’economia verde, delle infrastrutture, della scuola, dell’educazione”;
– il 21 luglio 2020 il Consiglio europeo, riunito in seduta straordinaria, ha definito l’intesa su un pacchetto complessivo di 1.074,3 miliardi di euro, che combina il quadro finanziario pluriennale (QFP) con uno sforzo straordinario per la ripresa nell’ambito dello strumento Next Generation EU. In particolare, Next Generation EU fornirà all’Unione i mezzi necessari per affrontare le sfide poste dalla pandemia di Covid-19. In base all’accordo la Commissione sarà in grado di contrarre prestiti sui mercati fino a 750 miliardi di EUR.
– per accedere alle risorse del Recovery fund, sin dalla prima proposta presentata dalla Commissione europea riunita il 27 maggio 2020, è chiarito che l’ammissibilità dei progetti concorrenti è subordinata al possesso di precisi requisiti coerenti con gli obiettivi di riforma finalizzati a rafforzare crescita, resilienza e coesione nella direzione della transizione verde e digitale e, inoltre, è chiarito ancora, che verranno privilegiati gli interventi di riforma sui quali i Paesi membri promuoveranno investimenti in linea con le raccomandazioni dell’Unione europea, ossia nei settori del digitale, dell’economia verde, delle infrastrutture, della scuola, dell’educazione. In altre parole, si capisce da subito che il lavoro istruttorio delle proposte da includere nei Recovery plan nazionali non potevano essere progetti raccolti in ordine sparso, ma veri e propri piani organici di ripartenza e rilancio dello sviluppo socio-economico;
il 16 settembre 2020 è stata trasmessa alle Camere la proposta di Linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza approvate, nei suoi contenuti essenziali, dal Comitato interministeriale per gli affari europei del 9 settembre scorso, in coordinamento con tutti i Ministeri e le rappresentanze delle regioni e degli enti locali;
– il 16 ottobre 2020 è stata depositata la mozione n. 349 con cui è stato chiesto al Presidente della Regione di “1) informare il Consiglio regionale sul lavoro di programmazione e scrittura in corso delle idee progettuali da presentare al Governo nazionale al fine di essere finanziate con le risorse del PNRR, con una tempistica precisa su riforme e interventi; 2) accelerare la predisposizione e la presentazione di progetti innovativi e indispensabili per la ripresa post Covid-19 della Regione, al fine di attivare il confronto con il Governo nazionale in modo tale da ottenere i fondi dello strumento “Next Generation EU”; 3) illustrare al Consiglio regionale il metodo, fino a oggi utilizzato, per coinvolgere i territori e la società sarda nell’elaborazione di idee progettuali”;

UN SEMPLICE COMUNICATO STAMPA DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE PER ANNUNCIARE L’INVIO A ROMA DI 206 PROGETTI E L’ESAUTORAMENTO DI GIUNTA, CONSIGLIO REGIONALE E PARTI SOCIALI ALL’ELABORAZIONE DI UN RECOVERY PLAN PER LA SARDEGNA.

– il 12 dicembre 2020, invece, il Presidente della Regione Sardegna ha comunicato, con una scarna nota stampa, di avere inviato al Governo un pacchetto di 206 progetti per un valore complessivo di 7 miliardi 690 milioni 693 mila euro, destinati a contribuire alla definitiva stesura del Recovery plan nazionale ;
– il 19 dicembre 2020 è stata depositata la mozione n. 377 con cui è stata ribadita la preoccupazione per i ritardi e l’inadeguatezza dell’azione politica condotta dalla Regione Sardegna e per il rischio, conseguente, che andassero perdute molte delle straordinarie e irripetibili opportunità offerte dal Recovery fund;
– con la stessa mozione n. 377 è stato, pertanto, chiesto ai Presidenti del Consiglio e della Giunta regionali di “assumere con estrema urgenza tutte le iniziative utili e necessarie ai fini della costruzione e della condivisione di un grande progetto di rinascita che fosse anche frutto di una vera consultazione delle parti sociali ed economiche, delle istituzioni locali e dei rappresentanti sardi al Parlamento, ragion per cui si sollecitava la convocazione straordinaria e urgente di una sessione aperta di una settimana del Consiglio regionale, per discutere di indirizzi, criteri, strategia da adottare ai fini della selezione delle proposte progettuali e della redazione del piano di recupero e rilancio regionale”;
– il 12 gennaio 2021 l’Esecutivo Conte II ha approvato il primo PNRR;
– il 19 aprile 2021 è stata depositata la mozione n. 450 con cui è stato chiesto al Presidente della Regione di “assumere, con estrema urgenza, tutte le iniziative politiche e tecniche utili e necessarie al fine di assicurare presso il Governo nazionale la partecipazione della Regione Sardegna alla programmazione delle risorse che si prevedeva di stanziare sul fondo aggiuntivo annunciato dallo stesso Governo, meglio noto come Fondo Complementare al PNRR, e a predisporre, con urgenza, la documentazione progettuale adeguata”;
– il 25 aprile 2021 il nuovo PNRR è stato trasmesso alle Camere e illustrato, i successivi giorni 26 e 27 aprile, dal Presidente del Consiglio Draghi;
– il 30 aprile 2021 è scaduto il termine ultimo, fissato dalla Commissione europea, entro il quale gli Stati membri avrebbero dovuto presentare i loro relativi Piani nazionali di ripresa e resilienza;
– si ricorda che, ai fini della stesura del PNRR, sin dalle prime bozze elaborate dall’Esecutivo Conte II, le regioni avrebbero dovuto adottare, per poi inviare al Governo, ciascuna le proprie proposte coerenti con le linee guida adottate dalla Commissione europea e dal Comitato interministeriale per gli affari europei;
– il 13 luglio 2021 il PNRR dell’Italia è stato definitivamente approvato con Decisione di esecuzione del Consiglio europeo, che ha recepito la proposta della Commissione europea;

IL TAVOLO TECNICO-POLITICO DELL’ACCORDO STATO-REGIONE DEL 7 NOVEMBRE 2019, MAI INSEDIATO, AVREBBE DOVUTO FORNIRE I TERMINI DEGLI SVANTAGGI STRUTTURALI PERMANENTI DERIVATI DALLA PARTICOLARE CONDIZIONE DI INSULARITÀ PER LA DEFINIZIONE DEI CRITERI DI PRIORITÀ PER IL RECUPERO DEL DIVARIO INFRASTRUTTURALE E DI SVILUPPO DELLA SARDEGNA.

– il 10 settembre 2021 il Governo, con l’articolo 15, comma 1 bis, del decreto-legge n. 121 , poi coordinato con la legge di conversione 9 novembre 2021, n. 156, ha adottato le seguenti disposizioni urgenti in materia di perequazione infrastrutturale: “i criteri di priorità e le azioni da perseguire per il recupero del divario infrastrutturale e di sviluppo […], devono avere riguardo delle carenze infrastrutturali […] sussistenti in ciascun territorio, con particolare attenzione alle aree che risentono di maggiori criticità nei collegamenti infrastrutturali con le reti su gomma e su ferro […] e alla specificità insulare e delle zone di montagna e delle aree interne, nonché dei territori del Mezzogiorno. […]. I criteri di priorità per la specificità insulare devono tener conto di quanto previsto dall’articolo 1, comma 690, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, e degli esiti del tavolo tecnico-politico sui costi dell’insularità di cui al punto 10 dell’accordo in materia di finanza pubblica fra lo Stato e la regione Sardegna del 7 novembre 2019, purché sia comunque assicurato il rispetto dei termini previsti dal presente articolo”;
– del tavolo tecnico-politico, di cui al punto 10 dell’accordo stipulato dalla Regione Sardegna con lo Stato il 7 novembre 2019, che ai sensi delle disposizioni di cui all’articolo 15, comma 1 bis del decreto legge del 10 settembre 2021, n. 121, avrebbe dovuto definire i termini degli svantaggi strutturali da colmare con le risorse del PNRR e del PNC, a parte l’annuncio della sua istituzione e dell’imminenza del coinvolgimento degli “attori nazionali e regionali” avvenuto tramite nota stampa del 8 febbraio 2022, alla data odierna, non si è avuto alcun riscontro ;
– inoltre, sempre alla data odierna, in Sardegna, né la Giunta regionale, né il Consiglio regionale sono mai stati riuniti per discutere di Recovery Fund, Next Generation EU, PNRR e relativo Fondo Complementare. Tantomeno sono stati coinvolti i parlamentari, i rappresentanti delle autonomie locali e delle organizzazioni di categoria e sindacali;

GLI INDICATORI INFRASTRUTTURALI (BANCA D’ITALIA) FOTOGRAFANO IL RITARDO DELLA SARDEGNA, ULTIMA, RISPETTO ALLE ALTRE REGIONI D’ITALIA.

– dallo studio della Banca d’Italia, pubblicato nel luglio 2021, emergono chiari i contorni dei divari infrastrutturali tra Nord e Sud e il ritardo di sviluppo che, con le risorse del PNRR, il Governo nazionale si è prefisso di colmare. La misurazione del capitale infrastrutturale, sulla base del raffronto di diversi indicatori elaborati dallo studio, colloca la Sardegna ultima tra le regioni in termini di adeguatezza di strade, ferrovie, aeroporti, porti, ospedali;

LA RIPARTIZIONE DELLE RISORSE DEL PNRR E DEL PNC IN CAPO AL MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DELLA MOBILITÀ SOSTENIBILI

IL RECUPERATO DEL DIVARIO INFRASTRUTTURALE E DI SVILUPPO DELLE REGIONI CON MAGGIORI CRITICITÀ CON LE RISORSE DEL PNRR (COMMA 1 BIS, ART. 15, DECRETO-LEGGE DEL 10 SETTEMBRE 2021, N. 121), MA PER LA SARDEGNA, IL GAP AUMENTA.

Il 21 dicembre del 2021. nel sito del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili sono pubblicati i dati di ripartizione e assegnazione di risorse per oltre 60,1 mld di euro del PNRR e del PNC, più altre RN (Risorse nazionali), 25,6 mld dei quali sono destinati a investimenti in infrastrutture e mobilità sostenibili “territorializzati”, ossia risorse assegnate direttamente a Regioni ed Enti Locali per progetti di propria competenza o assegnate ad altri soggetti attuatori per interventi che ricadono su specifici territori, come il caso dei porti e delle reti ferroviarie regionali.

NELLA PROGRAMMAZIONE DELLE RISORSE REGIONALIZZATE DEL PNRR E DEL PNC, DESTINATE AGLI INVESTIMENTI IN INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ SOSTENIBILI, LA SARDEGNA È STATA ESCLUSA DALLA RIPARTIZIONE DEL 41,3 PER CENTO DELLE RISORSE COMPLESSIVE DEL MIMS DESTINATE ALL’ALTA VELOCITÀ.

Alla Sardegna sono destinati 1.201,93 milioni di euro, il 4,7 per cento del totale dei 25.6 mld di euro, risultanti dalla somma dei 16,0 mld di euro provenienti dal PNRR e 9,5 mld di euro provenienti dal PNC (Piano Nazionale Complementare) e FN (Fondi Nazionali).

Una cifra apparentemente equa, se raffrontata con le risorse destinate alle altre regioni d’Italia, in particolare quelle del Mezzogiorno che, insieme, incassano il 52 per cento del totale complessivo delle risorse regionalizzabili del PNRR, del PNC e delle altre RN.

Peccato, però, che della quota più importante delle risorse rimanenti, dei complessivi 60,1 mld di euro del Mims, quelle in particolare classificate come “non regionalizzabili” e ammontanti a 25,3 mld di euro, corrispondenti cioè al 41,3 per cento del totale, nulla è destinato alla Sardegna.

Sono le risorse per l’Alta velocità, parte delle quali verranno spese entro il 2026 e la rimanente entro il 2030.

Nel sito del Governo è ben spiegato che “non tutti gli investimenti, per loro natura, possono essere ripartiti su base territoriale. Il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili ha, per esempio, ritenuto che gli investimenti ferroviari nell’alta velocità/capacità di media-lunga distanza hanno una valenza di carattere generale, poiché promuovono un efficace collegamento tra aree del Paese” (pag. 29 della Relazione sullo stato di attuazione del PNRR) .

Per capire cosa succede nel resto d’Italia, ma non in Sardegna, gli interventi, individuati esplicitamente all’interno del PNRR e riferibili all’Alta Velocità, sono:
1) Collegamenti ferroviari ad Alta Velocità verso il Sud per passeggeri e merci:
a) Napoli-Bari (1,4 mld)
b) Palermo-Catania-Messina (1,44 mld)
c) Salerno-Reggio Calabria (11,2 mld). Alla realizzazione di questa linea, oltre agli 1,8 miliardi di euro inseriti nel PNRR, sono stati dedicati 9,4 miliardi di euro del PNC.
2) Linea ad Alta Velocità del Nord che collegano all’Europa:
a) Brescia-Verona-Vicenza-Padova (4,6 mld)
b) Liguria-Alpi (4,0 mld)
c) Verona-Brennero (0,93 mld)
3) Connessioni diagonali:
a) Roma-Pescara (0,62 mld)
b) Orte-Falconara (0,51 mld)
c) Taranto-Metaponto-Potenza-Battipaglia (0,45 mld)

L’ALTA VELOCITÀ UNISCE L’ITALIA DA NORD A SUD, MA NON ARRIVA IN SARDEGNA

Con l’esclusione della nostra regione dalla ripartizione del 41,3 per cento delle risorse del MIMS, il PNRR, anziché ridurre, aumenterà il gap di adeguatezza infrastrutturale della Sardegna rispetto a tutte le altre regioni d’Italia.

Che con l’alta velocità si intenda unire l’Italia da nord a sud, compreso la Sicilia, che pure è un’isola come la Sardegna, invece esclusa, lo spiega lo stesso Governo attraverso il suo sito www.italiadomani. nel quale è scritto che “Entro il mese di giugno del 2026 la tratta Napoli-Bari diventerà percorribile in 2 ore, contro le attuali 3 e mezza, con un aumento della capacità da 4 a 10 treni/ora sulle sezioni a doppio binario. Per la linea Palermo-Catania-Messina saranno realizzate le tratte intermedie del progetto, al completamento del quale tra Palermo e Catania il tempo di percorrenza diminuirà di oltre 60 minuti (ora sono 3 ore), con un aumento della capacità da 4 a 10 treni/ora sulle tratte in raddoppio. Sulla tratta Salerno-Reggio Calabria la durata del viaggio diminuirà di 80 minuti; per consentire un migliore transito dei treni merci, inoltre, per il porto di Gioia Tauro sono previste da subito ulteriori significative risorse. Il costo totale dell’investimento è di 4.64 mld di euro.

I principali benefici di questi interventi sono una più rapida connettività tra nord e sud, con un minore isolamento per gli abitanti del Mezzogiorno, un collegamento più efficiente per il porto di Gioia Tauro, minori tempi di percorrenza sulle linee Napoli-Bari, Salerno-Reggio Calabria, Palermo-Catania, l’aumento del numero di treni per il trasporto sia di passeggeri sia di merci e la creazione di posti di lavoro e opportunità di sviluppo per le aziende del Sud.

Un altro miliardo e mezzo di euro è destinato agli interventi sulla Roma-Pescara, Orte- Falconara e Taranto – Battipaglia”8.

Inoltre, per dare il senso delle cose che si possono fare, quando le si vuole fare, per la realizzazione della Salerno Reggio Calabria, ben 9,5 mld di euro sono stati stanziati col PNC (articolo 4, comma 2, decreto legge n. 59 del 2021), con le ragioni ben spiegate dallo stesso Ministro delle infrastrutture e della Mobilità Sostenibile Enrico Giovannini, secondo il quale «Fare la Salerno Reggio è stata una scelta di questo Governo. Se l’avessimo inserita tutta nel PNRR saremmo stati dei folli perché è impossibile ultimarla nei tempi previsti dal PNRR: per questo sono stati inseriti solo i lotti realizzabili e resi fruibili nel 2026, ma ci sono altri dieci miliardi sul bilancio dello Stato per proseguire l’opera oltre tale data».

Per la Sardegna, invece, non è stata fatta nessuna scelta simile, nonostante gli oggettivi e straordinari svantaggi derivanti dalla sua particolare condizione di insularità; i pronunciamenti della Corte Costituzionale, che, con sentenza n. 6 del 2019, prescrive l’individuazione degli strumenti compensativi più idonei (quale migliore strumento del PNRR?) alla loro rimozione in ossequio ai principi di uguaglianza, coesione territoriale e pari opportunità; l’articolo 15, comma 1 bis, del decreto-legge 10 settembre 2021, n. 121, con cui sono state adottate le disposizioni urgenti in materia di perequazione infrastrutturale, stabilendo che tra i criteri di priorità dovessero rientrare quelli della Sardegna relativi alla sua specificità insulare.

ANALISI DELLE RISORSE DI PNRR, PNC, E RN IN CAPO AL MIMS , REGIONALIZZATE, E LA RELATIVA RIPARTIZIONE ALLA LUCE DELL’ESCLUSIONE DELLA SARDEGNA DALL’ALTA VELOCITÀ

Il MIMS, a seguito delle intese completate con regioni ed enti locali, ha ripartito le risorse per il rinnovo degli autobus in senso ecologico, la riqualificazione dei porti, il potenziamento delle linee ferroviarie regionali, le ciclovie turistiche e urbane, le metropolitane, le infrastrutture per le Zone Economiche Speciali (ZES), interventi di riqualificazione e rigenerazione urbana inseriti nel programma Pinqua sulla qualità dell’abitare, il rafforzamento delle strutture idriche, i miglioramenti delle reti stradali nelle aree interne, l’efficientamento delle cittadelle giudiziarie.

FERROVIE, TRENI E AUTOBUS (ESCLUSA L’ALTA VELOCITÀ): LA SARDEGNA ANCORA Al MARGINI

Con particolare attenzione al sud Italia, dall’analisi della ripartizione delle risorse del PNRR, PNC e RN destinate alla mobilità e ai trasporti (ferrovie, treni e autobus), con esclusione di quelle, invece, assegnate all’Alta velocità (25,3 mld di euro, corrispondenti cioè al 41,3 per cento del totale dei 60,1 mld di euro del Mims) di cui, come si ricorda, nulla è destinato alla Sardegna, si evince, con disarmante chiarezza, che il dato comparato tra regioni, risalta la posizione di marginalità della nostra isola nel disegno generale di rilancio del Mezzogiorno d’Italia, al quale, peraltro, è riservato almeno il 40 per cento delle risorse del PNRR.

Tale disparità nella ripartizione delle risorse, favorisce, inevitabilmente, l’ampliamento del gap che già separa la nostra dalle altre regioni d’Italia.
Il risultato ottenuto dalla somma delle risorse assegnate alle dieci diverse misure delle risorse regionalizzabili di cui alle tabelle del Mims10, destinate a ferrovie, treni e autobus, riserva alla Sardegna la cifra complessiva di 673,49 mln di euro, mentre alla Sicilia 2.049,02 mln di euro, alla Puglia 1.693,20 mln di euro, alla Campania 1.576,05 mln di euro, alla Calabria 754,01 mln di euro.

Un dato che, apparentemente, ha una relazione di proporzionalità col numero di abitanti di ciascuna regione, salvo qualche differenza in meno per la Campania e la Basilicata e in più per il Molise.

Peccato, però, che lo stesso criterio di proporzionalità non è valso per l’alta velocità e, nonostante ciò, non si è provveduto ad alcuna compensazione sugli investimenti che dovrebbero, almeno in parte, colmare il gap in materia di mobilità e trasporti.

A riguardo si evidenzia anche che, l’elenco degli interventi ammessi alla ripartizione delle risorse regionalizzabili per la realizzazione delle cosiddette “Linee Ferroviarie Regionali”, di cui ai fondi del PNRR, per una cifra stanziata pari a 936,71 mln di euro, dal quale sono escluse le infrastrutture ferroviarie della Sardegna, deciso con decreto del Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibile del 9 novembre 2021, n. 439 , è definito sulla base dei criteri stabiliti col decreto del Ministero delle infrastrutture del 16 aprile 2018, n. 210 il quale, nell’individuare le linee ferroviarie regionali che assumono rilevanza per la rete ferroviaria nazionale, di fatto, sancisce il principio secondo il quale, la non rilevanza della rete regionale sarda sul sistema nazionale, estromette la nostra Regione anche dalla programmazione ordinaria delle risorse statali, senza alcuna compensazione.

INTERVENTI PORTUALI: ALLA SARDEGNA LA METÀ DELLE RISORSE DELLA PUGLIA E POCO PIÙ DELLA CALABRIA. LA RELAZIONE DI PROPORZIONALITÀ INVERSA TRA GLI SVANTAGGI DERIVANTI DAL MARE E LE RISORSE STANZIATE PER LA LORO RIDUZIONE.

A valere sulle risorse del PNC, con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti del 13 agosto 2021, n. 330, alla Sardegna sono stati assegnati 170,18 mln di euro per investimenti portuali, destinati, più in particolare, agli impianti di alimentazione elettrica delle navi in sosta per i porti di Cagliari, Olbia, Golfo Aranci, Porto Torres, Santa Teresa di Gallura e Portovesme, e alla realizzazione dei banchinamenti del porto Canale di Cagliari.

Alla Sicilia, invece, andranno 455,60 mln di euro, alla Campania 419,90 mln di euro e alla Puglia 318,62 mln di euro.

Alla Calabria 139,00 mln di euro, appena 31,18 mln in meno rispetto alla Sardegna, come se, il mare, per le due regioni fosse la stessa cosa.

Tra i 139,00 mln della Calabria e i 455,60 mln della Sicilia ci sono, inclusi, anche 50 mln di euro, per ciascuna delle due regioni, destinati all’efficientamento energetico dello Stretto, o meglio, ai “depositi costieri di Lng necessari per la transizione energetica della mobilità marittima nell’area dello Stretto”.
E pensare che lo stesso tipo di efficientamento energetico, in Sardegna (deposito costiero più rigassificatore nell’area portuale di Cagliari) è contemplato solo nelle eventualità (remota) del punto 6 dell’articolo 2 del DPCM del 29 marzo 2022, adottato per individuare le opere e le infrastrutture necessarie per il phase out dal carbone della Sardegna.

Come se la transizione energetica della mobilità marittima non riguardasse anche la Sardegna. Nonostante, dal summenzionato DPCM, la spinta al phase out dal carbone della nostra isola, sembrerebbe talmente dirompente da apparire persino rischioso per la sicurezza del sistema energetico sardo, nella parte in cui si prevede lo spegnimento delle centrali termoelettriche a carbone entro il 2025 e non la loro sostituzione, se non una distesa di generatori di energia, non programmabile, da fonti rinnovabili (eolico e fotovoltaico) e qualche sistema di accumulo, ancora tutto da sperimentare.
Per cui, in Sardegna, nessuno interesse per la transizione energetica della mobilità marittima, ma tanto interesse per le distese di parchi eolici e fotovoltaici, capaci di produrre energia elettrica utilizzabile in minima parte in Sardegna e indirizzata, per la quasi totalità, verso il Tyrrhenian Link, destinazione continente.

Infine, 80 mln di euro sono stati assegnati a Sicilia e Calabria per il rinnovo delle navi dello Stretto di Messina.

RINNOVO TRENI: LE RISORSE ASSEGNATE SONO STATE RIPARTITE SECONDO CRITERI CHE PREMIANO CHI HA UN SERVIZIO FERROVIARIO PIÙ EFFICIENTE. PER CHI È PIÙ INDIETRO, COME LA SARDEGNA, MENO RISORSE.

Con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti del 9 agosto 2021, n. 319 , a valere sulle risorse del PNRR, ben 500 milioni di euro, di cui 250 mln al sud, sono stati assegnati per l’acquisto di treni ad alimentazione elettrica o ad idrogeno, da utilizzare per il rinnovo del materiale rotabile ferroviario utilizzato per servizi di trasporto regionale.

Di questi 500 mln, 15,9 mln di euro sono destinati alla Sardegna, mentre, 94,15 mln di euro, cioè sei volte di più, alla Campania, 53,73 mln di euro, quasi quattro volte di più, alla Puglia, 33,05 mln di euro alla Sicilia, 21,03 mln di euro alla Calabria. Persino l’Abruzzo beneficia di maggiori risorse.

I criteri per la ripartizione delle risorse sono fissati col decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti del 10 agosto 2017 , il quale, nel suo articolo 3, stabilisce che: 1) il 35 per cento delle risorse siano ripartite in funzione della quantità di passeggeri trasportati annualmente con i servizi ferroviari regionali; 2) il per cento 10 per cento delle risorse siano ripartite in funzione della quantità di passeggeri trasportati annualmente; 3) il 35 per cento delle risorse siano ripartite in funzione della quantità di servizi ferroviari regionali effettuati di competenza della singola regione. In altre parole, aldilà della diversa densità demografica, per regioni come la Sardegna, meno accessibile è il servizio ferroviario regionale, meno passeggeri verranno trasportati, meno risorse si potranno ottenere per implementare e ammodernare lo stesso servizio.

I criteri adottati premiano chi ha già sviluppato i migliori standard di qualità del servizio, marginalizzando ulteriormente chi sta indietro, senza introdurre alcuno strumento di compensazione finalizzato alla riduzione del ritardo accumulato nei decenni, spesso, come è il caso della Sardegna costretta alla sua particolare condizione di insularità, anche per ragioni indipendenti dalle proprie responsabilità.

RINNOVO AUTOBUS: LE RISORSE SONO RIPARTITE CON I CRITERI OGGETTIVI DELLA PROPORZIONALITÀ. LA SARDEGNA CONSIDERATA COME SE NON AVESSE ALCUNO SVANTAGGIO DA COLMARE, O NON FOSSE STATA ESCLUSA DAI FINANZIAMENTI DELL’ALTA VELOCITÀ.

A valere sulle risorse del PNC, con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti del 2 agosto 2021, n. 315 , sono stati assegnati 600 mln di euro, destinati per l’acquisto di autobus ad alimentazione a metano, elettrica o ad idrogeno e relative infrastrutture di alimentazione, da adibire al trasporto pubblico extraurbano e suburbano.

Il 50 per cento delle risorse è destinato al sud Italia e di queste, 29,79 mln di euro alla Sardegna.

A valere sulle risorse del PNRR, con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti del 23 dicembre 2021, n. 530 , sono stati assegnati 1.915,00 mln di euro per “Rinnovo flotte bus e treni verdi – subinvestimento BUS”. Di questi, 108,51 mln di euro sono destinati alla Città metropolitana di Cagliari. Serviranno per l’acquisto di autobus ad emissioni zero con alimentazione elettrica o ad idrogeno e alla realizzazione delle relative infrastrutture di supporto all’alimentazione, per il rinnovo del parco veicoli dei servizi di trasporto pubblico locale, nei comuni capoluogo di città metropolitana, nei comuni capoluogo di regione o di province autonome e nei comuni con alto tasso di inquinamento.

I criteri adottati per la ripartizione sono quelli stabiliti dal decreto interministeriale n. 71 del 9 febbraio 2021 il quale stabilisce, per la creazione della graduatoria dei beneficiari, un nesso di proporzionalità rispetto alla popolazione residente. Un dato oggettivo che, evidentemente, non contempla alcuno strumento di compensazione del gap infrastrutturale accumulato nei decenni, né delle particolari condizioni di svantaggio, come quello dell’insularità, tantomeno contempla l’esclusione, come il caso unico della Sardegna, dalle opportunità di adeguamento infrastrutturale agli standard delle regioni del Nord Italia e relative all’Alta Velocità.

TRASPORTO RAPIDO DI MASSA: DEI 3.600 MLN DI EURO, ALLA SARDEGNA SONO DESTINATI 0 (ZERO) EURO

Per il Trasporto Rapido di Massa, sono stati assegnati 3.600,00 mln di euro con PNRR, e 843,58 mln di euro con PNC e RN, per un totale di 4.443,58 mln di euro.

A valere sulle risorse del PNRR, assegnate con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti del 16 novembre 2021, n. 448 , i 3.600,00 mln di euro, di cui sopra, sono destinati alla realizzazione di 25 km di infrastrutture di trasporto pubblico nelle aree metropolitane di Perugia, Pozzuoli, Trieste e almeno altri 206 km nelle aree metropolitane di Roma, Genova, Firenze, Palermo, Bologna, Rimini, Napoli, Milano, Bari, Catania, di n uovo Pozzuoli, Padova, Taranto e ancora Perugia e Trieste.

Nel sito del Governo è spiegato chiaramente che “l’obiettivo di questo investimento è ridurre il traffico delle auto private di almeno il 10 per cento a favore del trasporto pubblico realizzando, sul territorio nazionale, ben 231 nuovi km di rete: 11 km di metropolitane, 85 km di tramvie, 120 km di filovie e 15 di funicolari. Il focus, è detto, sarà principalmente sulle aree metropolitane delle maggiori città italiane per diminuire l’impatto sull’ambiente e la congestione delle strade”.

La Sardegna è la Regione con i peggiori indici in termini di dotazione di infrastrutture7 di trasporto stradali e ferroviarie, ragion per cui, anche in linea con le ambizioni di un suo rapido phase out dal carbone, come nelle intenzioni dello stesso menzionato DPCM del 29 marzo 2022, ci si sarebbe aspettati una considerazione coerente nella ripartizione delle risorse finalizzate alla diminuzione dell’impatto sull’ambiente del congestionamento delle strade.

Dalle tabelle, invece, si apprezza che alla Sardegna sono destinati, complessivamente, 0 (zero) euro.

Alla Sicilia 956,41 mln di euro, alla Puglia 423,73 mln di euro, alla Campania 358 mln di euro.
È vero che nella descrizione della misura, i beneficiari di cui si parla sono le aree metropolitane delle maggiori città d’Italia, ma se tra queste ci sono anche Messina, Taranto, Rimini, non si capisce perché non possano esserci anche Cagliari o Sassari.

PINQUA: QUALITÀ DELL’ABITARE. PER LA SARDEGNA, INCAPACE DI PROPORRE PROGETTI AMMISSIBILI AL FINANZIAMENTO, SOLO UN SETTIMO DELLE RISORSE DESTINATE ALLA PUGLIA.
A valere sulle risorse del PNC, con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti del 7 ottobre 2021, n. 383, sono stati approvati gli elenchi per la ripartizione di 2.820,66 mln di euro ai beneficiari e alle proposte presentate da regioni, comuni e città metropolitane, per l’attuazione del Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare (PINQuA).

Obiettivo dell’investimento è costruire nuovi alloggi pubblici, riducendo le difficoltà abitative, riqualificando le aree degradate e puntando alla sostenibilità e all’innovazione verde.
Le risorse, ripartite attraverso un bando, hanno premiato, anche, quattro comuni sardi: Sassari, Olbia, Oristano e Quartu Sant’Elena, per una somma complessiva aggiudicata di 42,18 mln di euro. Non è stata finanziata alcuna proposta progettuale inviata dalla Regione Sardegna.

La Puglia, invece, accede a ben 394,19 mln di euro, grazie a una ventina di proposta progettuale accolte, tra le quali, oltre quelle di numerosi comuni, anche alcune inviate dalla stessa Regione.

Poi, 215 mln di euro vanno alla Sicilia, 173,44 mln di euro alla Calabria, 163,66 mln di euro alla Campania, 66,59 mln di euro all’Abruzzo, addirittura 60 mln al piccolo Molise e poi la Sardegna, terzultima nella classifica nazionale delle regioni.

RIQUALIFICAZIONE EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA: I CRITERI OGGETTIVI CHE, GIUSTAMENTE, RICONOSCONO LO SVANTAGGIO DELLE REGIONI A RISCHIO SISMICO, COLLOCANO LA SARDEGNA IN CODA ALLA CLASSIFICA.

A valere sulle risorse del PNC, con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti del 9 settembre 2021 , sono stati assegnati 2.000,00 mln di euro, destinati alla riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica, di cui, alla Sardegna 45,19 mln di euro, cioè il 2,26 per cento del totale. Delle regioni del Sud, meno, hanno incassato solo la Basilicata e il Molise, mentre all’Abruzzo, sono stati destinati 46,56 mln di euro.

I criteri di riparto tengono conto, oltre che del numero di alloggi di edilizia residenziale pubblica presenti in ciascuna regione, anche della entità della popolazione regionale e della popolazione residente nelle zone sismiche.

STRUTTURE PENITENZIARIE PER ADULTI E MINORI: ALLA SARDEGNA 0 (ZERO) EURO

Dei 132,90 mln di euro a valere sul PNC e assegnati per la costruzione e il miglioramento dei padiglioni e degli spazi delle strutture penitenziarie per adulti e minori, alla Sardegna non sono state assegnate risorse.

CITTADELLE GIUDIZIARIE

Dei 301,67 mln di euro destinati all’efficientamento delle cittadelle giudiziarie, alla Sardegna sono stati riservati 11,06 mln di euro.

ZES: ALLA SARDEGNA, ULTIMA TRA LE REGIONI, APPENA 10 MILIONI DI EURO, CIOÈ, L’1,59 per cento DEL TOTALE DESTINATO ALLE REGIONI DEL SUD ITALIA

La maggior parte delle ZES, previste dal decreto-legge 20 giugno 2017, n. 19, sono state istituite con relativo DPCM tra il 2018 e il 2019. Il DPCM, invece, che istituisce la ZES sarda, ultima tra quelle previste, è stato registrato alla Corte dei Conti il 14 dicembre 2021.

Tra gli obiettivi del PNRR c’è anche quello di “favorire gli investimenti nelle Zone economiche speciali (ZES) per favorire lo sviluppo economico del sud Italia, costruendo le infrastrutture necessarie nelle aree industriali, creando collegamenti efficienti tra le reti di trasporto nazionale e quella europea, avviando lavori di urbanizzazione, industrializzazione e recupero ambientale”.

Le somme stanziate con decreto del Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibile del 3 dicembre 2021, n. 492 sono 630,00 mln di euro.

Con i 10 milioni, la Sardegna potrà realizzare solo la strada di collegamento del terminal Ro Ro avamporto ovest del Porto Canale, con lo svincolo sulla SS 195. Si tratta di un intervento cosiddetto di ultimo miglio. L’Abruzzo di questi interventi ne farà cinque, la Campania sei, Puglia, Basilicata e Molise, insieme, ne faranno otto, la Calabria sette, come la Sicilia.
Ma le altre ZES faranno anche 29 interventi di logistica e otto interventi di resilienza porti. La Sardegna 0 (zero)

Le risorse, distribuite tutte al Sud, sono: per la Campania 136,00 mln di euro, 118,21 mln di euro per la Sicilia, 116,84 mln di euro per la Puglia, 111,70 mln di euro per la Calabria, 62,90 mln di euro per l’Abruzzo, 50 mln di euro per la Basilicata, addirittura 24,35 mln di euro per il Molise, quasi il doppio della Sardegna.

AREE INTERNE: ALLA SARDEGNA, ULTIMA TRA LE REGIONI, APPENA 4,21 MILIONI DI EURO DEI 300,00 MLN DI EURO COMPLESSIVI ASSEGNATI, CIOÈ L’1,40 per cento DEL TOTALE. ULTIMA IN ITALIA COME MEDIA DI RISORSE ASSEGNATE PER CIASCUN APQ (ACCORDO DI PROGRAMMA QUADRO)

A valere sulle risorse del PNC, con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti del 12 ottobre 2021, n. 394 , sono state assegnati 300 mln di euro per “combattere lo spopolamento, e il conseguente degrado, delle aree periferiche e promuovere iniziative per valorizzare il patrimonio naturale, culturale e le filiere produttive locali, favorendo la ripresa economica e sociale delle aree interne, da Nord a Sud”.

Gli interventi destinatari del finanziamento dovranno assicurare il miglioramento dell’accessibilità delle aree interne ed essere inquadrati in un piano organico di miglioramento delle condizioni trasportistiche; potranno, inoltre, riguardare strade di competenza regionale, provinciale o comunale, qualora queste ultime rappresentino l’unica via di comunicazione tra comuni contermini appartenenti all’area.

I 4,26 mln di euro destinati alla Sardegna, serviranno per integrare, rispettivamente, di 2,00 mln e 2,21 mln di euro gli APQ (Accordi di Programma Quadro) dell’Alta Marmilla e del Gennargentu-Mandrolisai, le due aree selezionate da SNAI (Strategia Nazionale per le Aree Interne) per la realizzazione di importanti progetti di sviluppo locale. Una media di 2,11 mln di euro per APQ.

La Sicilia, con 27,41 mln di euro complessivi per cinque APQ, avrà una media di 5,42 mln di euro per APQ. La Campania, con 22,88 mln di euro per quattro APQ, avrà una media di 5,71 mln di euro per APQ. L’Abruzzo, con 21,45 mln di euro per cinque APQ, avrà una media di 4,29 mln di euro per APQ.
La Puglia, con 20,25 mln di euro per 4 APQ, avrà una media di 5,06 mln di euro per APQ.
La Calabria, con 17,20 mln di euro per quattro APQ, avrà una media di 4,30 di euro per APQ

Tutti gli APQ delle altre regioni d’Italia beneficiano di risorse superiori di almeno il doppio di quanto non assegnato agli APQ della Sardegna.

CICLOVIE: 42,37 MLN COMPLESSIVI DESTINATI ALLA NOSTRA REGIONE, NELL’UNICA MISURA DEL PNRR IN CUI LA SARDEGNA STA IN LINEA CON LE ALTRE REGIONI DEL SUD

Per lo sviluppo delle ciclovie turistiche il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, di concerto con il Ministro della Cultura e con il Ministro del Turismo ha previsto l’assegnazione alle Regioni e alla Provincia Autonoma di Trento, di 400 milioni di euro per gli anni dal 2021 al 2026, di cui 150 milioni di fondi statali a legislazione vigente e 250 milioni di finanziamenti europei. I fondi, che per il 50 per cento vengono assegnati ai territori del Sud, sono destinati alla realizzazione, entro giugno 2026, di 1.235 chilometri aggiuntivi di ciclovie turistiche.
Di questi, 33 mln di euro sono destinati alla Sardegna.

A valere sulle risorse del PNRR, con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti del 15 dicembre 2021, n. 509 – intervento 4.1 “Rafforzamento mobilità ciclistica” sub-investimento “ciclovie urbane” di cui alla misura M2C2 del PNRR, è stata avviata la procedura per l’assegnazione delle risorse destinate alla realizzazione delle ciclovie urbane dalle quali, alla Sardegna, sarebbero destinati altri 9,37 mln di euro.
Alla Sardegna, quindi, sono destinati complessivamente 42,37 mln di euro per la realizzazione di ciclovie sia turistiche che urbane.

INFRASTRUTTURE IDRICHE PRIMARIE: LE ALTRE REGIONI DEL SUD COMPENSANO CON REACT-EU IL DIFFERENZIALE SUL PNRR

A valere sulle risorse del PNRR, con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti del 16 dicembre 2021, n. 517 , sono stati assegnati 1.999,02 mln di euro per la realizzazione di “investimenti in infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell’approvvigionamento idrico”.
Alla Sardegna sono destinati ben 203,24 mln di euro che serviranno per la realizzazione di 16 diversi interventi.
Rispetto alle altre regioni, con particolare riferimento a quelle del Sud Italia, la Sardegna ottiene poco meno di Sicilia e Campania e quasi il doppio delle risorse destinate alla Puglia.
Ma a valere sui fondi React-Eu , attraverso cui si assegnano risorse supplementari ai programmi della politica di coesione 2014-2020, con lo scopo di promuovere il superamento degli effetti negativi della crisi pandemica sull’economia, sull’occupazione e sui sistemi sociali delle regioni colpite da Covid-19, alle Regioni Campania, Sicilia e Puglia sono stati destinati, rispettivamente, 85,59 mln di euro, 123,14 mln di euro e 90,28 mln di euro per la “riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti”.

LA RIPARTIZIONE DI ULTERIORI RISORSE DI PNRR, PNC E ALTRE RISORSE NAZIONALI

ALTRI INVESTIMENTI DA REALIZZARE A VALERE SUI FONDI DEL PNRR, DEL PNC E ALTRE RISORSE NAZIONALI

INVESTIMENTI DEL PNRR E DEL PNC A REGIA DEL MINISTERO DELLA SALUTE

A valere sulle risorse del PNRR e del PNC, con decreto del Ministro della salute del 20 gennaio 2022 sono stati stanziati, complessivamente, 8.042,96 mln di euro destinati alla realizzazione di: 1) “Case della Comunità”, per un importo complessivo pari a 2.000,00 mln di euro; 2) “Casa come primo luogo di cura e Telemedicina” per un importo complessivo pari a 204,52 mln di euro; 3) “Rafforzamento dell’assistenza sanitaria intermedia e delle sue strutture – Ospedali di Comunità”, per un importo complessivo di 1.000,00 mln di euro; 4) “Ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero (DEA I e II livello e grandi apparecchiature” per un importo complessivo di 2.639,26 mln di euro; 5) “Verso un ospedale sicuro e sostenibile”, per un importo complessivo pari a 638,85 mln di euro; 6) “Infrastruttura tecnologica del MdS e analisi dati, modello predittivo per la vigilanza LEA” per un importo complessivo pari a 30,30 mln di euro; 7) “Sviluppo delle competenze tecniche-professionali, digitali e manageriali del personale del sistema sanitario”, per un importo complessivo pari a 80,03 mln di euro.
Alla Sardegna sono destinati 271,24 mln di euro, il 3,37 per cento del totale, secondo una ripartizione effettuata sulla base di precisi target regionali da raggiungere, riconducibili, in via generale, ai Target finali EU concordati in sede europea e riportati all’interno del PNRR approvato in data 13 luglio 2021 con decisione del Consiglio dell’UE – ECOFIN.

Con queste risorse, in Sardegna, dovranno essere realizzate: 50 Case della Salute, 16 Interconnessioni Aziendali; 13 Ospedali di Comunità; ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero e digitalizzazione dei DEA di I e II livello per un valore complessivo 86,40 mln di euro; interventi di messa in sicurezza degli ospedali per un valore complessivo di 68,38 mln di euro; opere infrastrutturali tecnologiche per la collezione, la produzione e l’elaborazione dei dati del servizio sanitario per un valore complessivo di 0,99 mln di euro e, infine, 3,62 mln di euro per lo sviluppo delle competenze tecniche, professionali, digitali e manageriali del personale sanitario.

MIGLIORE GESTIONE DELLE RISORSE IDRICHE: BRICIOLE PER LA SARDEGNA

Con decreto ministeriale n. 490962 del 30 settembre 2021 del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha approvato l’elenco dei progetti esecutivi e definitivi ammissibili a finanziamento a valere sui fondi del PNRR per finanziamenti nella resilienza dell’agrosistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche su cui è stata disposta una dotazione finanziaria di 880 mln di euro. Dei 249 progetti complessivi presentati da tutte le regioni d’Italia, 149 sono progetti esecutivi giudicati ammissibili al finanziamento. Dei sette progetti presentati dalla Sardegna (4 del Consorzio di Bonifica dell’Oristanese e uno a testa dei Consorzi di bonifica della Sardegna Meridionale, della Gallura e del Nord Sardegna), solo due sono stati giudicati ammissibili, gli altri cinque sono stati giudicati inammissibili.

CIPESS: ALLA SARDEGNA NESSUNA COMPENSAZIONE PER COLMARE IL GAP INFRASTRUTTURALE E LA MARGINALITÀ NELLA RIPARTIZIONE DELLE RISORSE DEL PNRR

Il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS), il 15 febbraio 2022 ha approvato l’assegnazione di quasi 6,3 miliardi di euro a 273 interventi infrastrutturali, da realizzare principalmente su strade e ferrovie.

Le risorse, che ammontano per l’esattezza a 6.276,67 mln di euro, provengono da un anticipo della programmazione 2021-2027 del Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC). In coerenza con le norme che regolano il FSC, poco più dell’80 per cento della somma (circa 5,1 miliardi di euro) è destinata a opere che saranno realizzate nelle regioni meridionali.
Alla Sardegna sono assegnati 449,24 mln di euro, meno della metà delle risorse assegnate alla Puglia, che incassa 958,00 mln di euro e poco più di un terzo delle risorse assegnate alla Sicilia, per la quale sono riservate 1.231,48 mln di euro. Alla Campania, invece, 1.713,16 mln di euro.

Di questi, la nostra regione potrà realizzare 117,59 mln di euro di investimenti stradali, meno anche di Basilicata e poco più del Molise; 311,00 mln di euro di investimenti ferroviari, meno di Campania Sicilia e la metà delle risorse assegnate alla Puglia, le quali, ciascuna, godono anche dei benefici delle risorse dell’Alta Velocità, e delle maggiori risorse riservate da Rinnovo Treni e Trasporto Rapido di Massa; infine, 12,19 mln di euro di opere idriche.

RIQUALIFICAZIONE ALLOGGI ERP: ALLA SARDEGNA 45,9 MLN DI EURO

Col DPCM del 15 settembre 2021 , sono individuati gli indicatori di riparto su base regionale delle risorse assegnate nell’ambito della dotazione finanziaria destinata al Programma di riqualificazione di edilizia residenziale pubblica.
Alla Sardegna sono destinati 45,9 mln di euro.

DECRETO DEL MINISTRO DELL’ISTRUZIONE DEL 2 DICEMBRE 2021, N. 343

A valere sulle risorse del PNRR, con decreto del Ministro dell’Istruzione del 2 dicembre 2021, n. 34334, sono stati ripartiti: 1) 800 mln di euro, di cui 22,49 mln di euro alla Sardegna per la realizzazione di nuove scuole innovative; 2) 2.400,00 mln di euro, di cui 74,60 mln di euro alla Sardegna per la riduzione del divario nei servizi educativi per la prima infanzia (età 0-2 anni); 3) 600 mln di euro, di cui 16,09 mln di euro alla Sardegna per la riduzione del divario nei servizi educativi per la prima infanzia (età 3-5 anni); 400 mln di euro, di cui 5,96 mln di euro alla Sardegna per l’incremento delle infrastrutture destinate alle mense e potenziare il tempo pieno; 5) 300 mln di euro, di cui 4,59 mln di euro alla Sardegna per favorire le attività sportive e i corretti stili di vita nelle scuole, 6) 500 mln di euro, di cui 17,02 mln di euro alla Sardegna per la messa in sicurezza e la riqualificazione del patrimonio edilizio scolastico.

DECRETO INTERMINISTERIALE INTERNO – MIMS – MEF DEL 30 DICEMBRE 2021- RIGENERAZIONE URBANA: ALLA SARDEGNA 150 MLN DI EURO

A valere sulle risorse del PNRR, con decreto del 30 dicembre 2021 , sono state assegnate le risorse, per un ammontare complessivo di 3.399,27 mln di euro, destinate alla realizzazione di progetti di Rigenerazione Urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale, di cui, 150,64 mln di euro alla Sardegna.

IL FALLIMENTO DELL’AZIONE DI GOVERNO DELLA GIUNTA REGIONALE

CONSIDERATO che il combinato disposto:
– della sentenza della Corte costituzionale n. 6/2019 che prescrive la definizione degli svantaggi strutturali permanenti derivanti alla Sardegna dalla sua particolare condizione di insularità e degli strumenti compensativi più idonei alla loro rimozione in ossequio ai principi di uguaglianza, coesione territoriale e pari opportunità;
– delle disposizioni contenute nel punto 10 dell’Accordo stipulato il 7 novembre 2019 tra lo Stato e la Regione Sardegna nella parte in cui ” […] Lo Stato e la Regione concordano di costituire entro 60 giorni dalla sottoscrizione del presente Accordo un tavolo tecnico-politico per la definizione degli svantaggi strutturali permanenti derivanti alla Sardegna dalla sua particolare condizione di insularità e degli strumenti compensativi più idonei alla loro rimozione in ossequio ai principi di uguaglianza, coesione territoriale e pari opportunità, previa individuazione di idonea copertura finanziaria”;
– delle disposizioni adottate, in materia di perequazione infrastrutturale, con l’articolo 15, comma 1 bis del decreto-legge 10 settembre 2021, n. 121, con cui è stato disposto che “i criteri di priorità e le azioni da perseguire per il recupero del divario infrastrutturale e di sviluppo […], devono avere riguardo delle carenze infrastrutturali […] sussistenti in ciascun territorio, con particolare attenzione alle aree che risentono di maggiori criticità nei collegamenti infrastrutturali con le reti su gomma e su ferro […] e alla specificità insulare e delle zone di montagna e delle aree interne, nonché dei territori del Mezzogiorno. Inoltre, con particolare alla Sardegna, “i criteri di priorità per la specificità insulare devono tener conto di quanto previsto dall’articolo 1, comma 690, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, e degli esiti del tavolo tecnico-politico sui costi dell’insularità di cui al punto 10 dell’accordo in materia di finanza pubblica fra lo Stato e la regione Sardegna del 7 novembre 2019 attribuisce al tavolo tecnico-politico, di cui al punto 10 dell’Accordo stipulato il 7 novembre 2019 tra lo Stato e la Regione Sardegna, una funzione determinante ai fini del riconoscimento degli svantaggi strutturali permanenti derivanti, alla Sardegna, dalla sua particolare condizione di insularità e, conseguente, della giusta ripartizione delle risorse straordinarie del PNRR, del PNC e delle altre RN, necessarie per la realizzazione degli investimenti essenziali per il recupero del divario infrastrutturale e di sviluppo accumulato;

CONSIDERATO, ancora, che:
– il sopra richiamato tavolo tecnico-politico avrebbe dovuto essere istituito entro 60 giorni dalla stipula dell’Accordo avvenuto il 7 novembre 2019, quindi entro il 6 gennaio 2020;
– il 12 febbraio 2020, il Consiglio regionale, al termine della discussione della mozione n 133, citata in premessa, ha approvato l’ordine del giorno n. 26 con cui, purtroppo invano, sono stati impegnati il Presidente del Consiglio e della Regione, ognuno per la parte di sua competenza di procedere alla convocazione straordinaria del Consiglio regionale, con la partecipazione dei parlamentari eletti in Sardegna e dei massimi rappresentanti delle autonomie locali e delle parti sociali ed economiche isolane, per identificare un mandato preciso per la trattativa sul tavolo tecnico politico ed attivare tutte le procedure propedeutiche e conseguenti;
– in ottemperanza al deliberato del Consiglio regionale, di cui al citato ordine del giorno n. 26, nessuna iniziativa è mai stata intrapresa e che, molto tardivamente, a seguito di un annuncio diramato tramite i media locali, nel febbraio 2022, il Presidente della Regione ha comunicato che era stata avviata l’istituzione del summenzionato tavolo tecnico-politico che, come si deduce dalle date, opererà abbondantemente dopo la ripartizione della maggior parte delle risorse destinate alla ripresa e alla resilienza del nostro Paese;
– dall’analisi della ripartizione delle risorse sviluppata in premessa si evince, con chiarezza, che, per la Sardegna, non c’è stata alcuna perequazione infrastrutturale, così come, invece, il decreto-legge 10 settembre 2021, n. 121 si prefiggeva per il recupero del divario infrastrutturale e di sviluppo delle regioni con maggiori criticità;

CONSIDERATO che:
– dall’analisi della ripartizione delle risorse del PNRR, del PNC e delle altre RN, si evince, anche, come la Sardegna sia arrivata totalmente impreparata, dal punto di vista progettuale e dell’approccio strategico, all’appuntamento con l’opportunità irripetibile del Recovery Fund;
– purtroppo, sono rimaste inascoltate le proposte richiamate in premessa delle mozioni n. 282 , n. 349 , n. 377 , n. 450 , con le quali, a partire dal 10 giugno 2020, è stato chiesto ai Presidenti della Regione e del Consiglio regionale di avviare, le iniziative necessarie e utili al fine della predisposizione di un moderno piano di sviluppo, elaborato nel rispetto delle raccomandazioni dell’Unione europea con il coinvolgimento delle parti sociali ed economiche, delle istituzioni locali e dei rappresentanti sardi al Parlamento;
– ogni decisione adottata dal Governo ai fini della ripartizione delle risorse è stata condivisa in sede di Conferenza Stato-Regioni, alle quali, ogni volta, hanno partecipato anche i rappresentanti, delegati, della Giunta regionale della Sardegna, ragion per cui nulla è stato deciso ad insaputa della Giunta regionale;

CONSIDERATO inoltre che:
– la Corte dei conti, sui ritardi della spesa della Regione Sardegna, ogni anno dedica una parte importante della sua relazione al rendiconto, evidenziando, ogni volta, le relative maggiori e gravi criticità, specie quando si tratta di risorse provenienti dall’amministrazione statale, ma ancora peggio, se derivanti da finanziamenti UE;
– dai dati pubblicati dall’Agenzia per la Coesione Territoriale, la spesa dei programmi operativi regionali certificata alla CE alla data del 31 dicembre 2021, risulta che, tra le regioni d’Italia, la Sardegna è rispettivamente ultima e terzultima in termini di percentuali di spesa effettuata sul totale delle risorse FSE e FESR ad essa assegnate e programmate;
– pertanto, appaiono indubitabili i limiti dell’amministrazione regionale e del sistema delle autonomie locali della Sardegna, in termini di adeguatezza e capacità di spendita delle risorse ad essi assegnate, specie quando si tratta di finanziamenti proveniente dalla UE;
– per tali ragioni, alla luce della straordinaria e irripetibile occasione offerta dai fondi del PNRR, occorre porre in essere, con estrema urgenza, tutti gli sforzi utili ed essenziali per intervenire in modo strutturale e rapido sul potenziamento delle capacità amministrativa al fine del rafforzamento delle relative potenzialità e delle competenze necessarie;
– per scongiurare la perdita di parte delle risorse del PNRR assegnate, occorre verificare lo stato di attuazione degli interventi finanziati al sistema delle autonomie locali della Sardegna per poter intervenire prontamente a sostegno delle amministrazioni locali, ma anche garantire una regolare verifica dello stato di attuazione di ogni singolo intervento gestito dal sistema dell’amministrazione regionale della Sardegna, per individuare e circoscrivere, tempestivamente, le eventuali criticità e i ritardi nella attuazione dei programmi di intervento;

VALUTATI:
– gli ennesimi appelli dei rappresentanti delle organizzazioni del mondo produttivo isolano, con cui sono stati evidenziati i rischi della perdita di tante delle occasioni offerte dall’enorme quantità di risorse europee da programmare e spendere nei prossimi anni;
– i richiami alle criticità degli stessi rappresentanti del sistema delle imprese sarde, preoccupati per l’impreparazione con cui si è giunti all’appuntamento irripetibile del PNRR, a cui si aggiungono le incredibili occasioni offerte dalle maggiori risorse dei fondi strutturali europei;
– le proposte alla promozione di opportune iniziative e adeguate sinergie tra pubblico e privato, la creazione di cabine di regia anche territoriali e idonee azioni informative e formative, utili e necessarie al fine del miglioramento della qualità e la quantità della spesa per la ripresa e la resilienza della Sardegna;

PRESO ATTO:
– del fallimento e dell’inadeguatezza della condotta politica della Giunta regionale e della maggioranza che la sostiene, relativamente alla mancata predisposizione di un vero Recovery plan regionale e delle relative soluzioni progettuali per le quali era richiesta la coerenza con gli obiettivi di riforma e il rispetto delle linee guida adottate dalla Commissione europea e dal Comitato interministeriale per gli affari europei;
– della superficialità con cui la Giunta regionale ha sottovalutato gli appelli preoccupati dei rappresentanti delle autonomie locali e delle diverse organizzazioni del mondo sindacale e produttivo isolano;
– dell’insipienza con cui la Giunta regionale e la maggioranza che la sostiene hanno snobbato le iniziative dei gruppi di minoranza in Consiglio regionale, proposte con le mozioni n. 282 , n. 349 , n. 377 , n. 450, con le quali, a partire dal 10 giugno 2020, hanno provato, inutilmente, a creare le condizioni per la predisposizione di un moderno Piano di Sviluppo, che fosse elaborato nel rispetto delle raccomandazioni dell’Unione europea, da condividere con le parti politiche e sociali dell’isola, per la rivendicazione degli investimenti infrastrutturali e delle misure indispensabili al superamento del ritardo di sviluppo, derivante anche dalle condizioni di insularità,
impegna il Presidente del Consiglio regionale e il Presidente della Regione ognuno per la parte di sua competenza
ad assumere tutte le iniziative più opportune e utili da intraprendere al fine della definizione di un mandato da affidare ad apposita delegazione inter-rappresentativa delle istituzioni democratiche e delle organizzazioni economiche e sindacali dell’isola, da individuare e istituire in sede di Stati generali della Sardegna da convocare in un Consiglio regionale aperto alla partecipazione dei rappresentanti delle autonomie locali e delle organizzazioni del mondo produttivo e sindacale, per:
1) l’analisi sistematica dello stato di attuazione degli interventi, finanziati al sistema delle autonomie locali della Sardegna, per poter intervenire prontamente a sostegno delle amministrazioni locali al fine di scongiurare una mancata piena utilizzazione delle risorse assegnate;
2) la creazione delle sinergie necessarie con le rappresentanze del mondo produttivo e sindacale;
3) la verifica periodica dello stato di attuazione di ogni singolo intervento, già finanziato e gestito dal sistema dell’amministrazione regionale della Sardegna, al fine di individuare e

circoscrivere, tempestivamente, le eventuali criticità e i ritardi nella attuazione del relativo programma e degli obiettivi fissati dall’UE;
4) l’analisi dello stato di attuazione e relativa ripartizione, già effettuata, delle risorse del PNRR e del PNC;
5) la verifica del rispetto delle disposizioni urgenti adottate in materia di perequazione infrastrutturale di cui all’articolo 15, comma 1 bis del decreto-legge 10 settembre 2021, n. 121;
6) l’individuazione dei ritardi infrastrutturali e di sviluppo della Sardegna e la valutazione comparata della ripartizione delle risorse corrispondenti del PNRR e del PNC che non tengano conto delle particolari condizioni di svantaggio della nostra Regione e dei criteri di priorità per la specificità insulare, di cui all’articolo 15, comma Ibis del decreto-legge 10 settembre 2021, n. 121;
7) la definizione delle azioni e della strategia conseguenti da adottarsi;
8) l’elaborazione di un Piano complementare al PNRR per la Sardegna, compensativo della mancata perequazione, risultante anche, per l’esclusione della nostra Regione dalla ripartizione di quota delle risorse del PNRR e del PNC, con particolare attenzione, ai settori:
– dell’Alta Velocità
– del Trasporto Rapido di Massa
– della transizione energetica della mobilità marittima
– della dotazione di treni e autobus
– di strutture penitenziarie per adulti e minori
– delle ZES
– del miglioramento dell’accessibilità delle aree interne
9) per le finalità di cui sopra, a provvedere con estrema urgenza alla convocazione di un Consiglio regionale aperto alla partecipazione dei parlamentari sardi, dei rappresentanti delle autonomie locali e delle organizzazioni del mondo produttivo e sindacale, per la definizione del programma delle iniziative, sopraelencate, finalizzate alla richiesta di un confronto con il Governo nazionale, per:
– la rivendicazione dei diritti dei sardi sanciti con sentenza della Corte costituzionale n. 6 del 2019;
– l’attuazione delle previsioni contenute nel punto 10 dell’Accordo stipulato il 7 novembre 2019 tra lo Stato e la Regione Sardegna;
– l’attuazione delle disposizioni adottate, in materia di perequazione infrastrutturale, di cui all’articolo 15, comma Ibis del decreto-legge 10 settembre 2021, n. 121.

ai fini della verifica delle iniziative di cui sopra,

impegna il Presidente della Regione

a riferire ogni 15 giorni al Consiglio regionale.

Cagliari 3 maggio 2022


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