Interrogazione n. 23/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Interrogazione n. 23/A

CERA – COCCIU – TALANAS, con richiesta di risposta scritta, sulla deliberazione n. 2 del 18 dicembre 2018, del Presidente del Comitato istituzionale dell’Autorità di bacino regionale.

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I sottoscritti,

premesso che:
– con deliberazione n. 2 del 18 dicembre 2018, del Presidente del Comitato istituzionale dell’Autorità di bacino regionale, è stato approvato il documento “Calendario, programma di lavoro e dichiarazione delle misure consultive per il riesame e l’aggiornamento del Piano di Gestione del rischio alluvioni della Sardegna – secondo ciclo di pianificazione 2016-2021 (PGRA)” in base al Piano di gestione del rischio di alluvioni, predisposto ai sensi dell’articolo 7 della direttiva n. 2007/60/CE e dell’articolo 7 del decreto legislativo 23 febbraio 2010, n. 49;
– in base alla deliberazione n. 2 del 2018, è stato dato mandato alla Direzione generale del Distretto idrografico della Sardegna – Servizio difesa del suolo, assetto idrogeologico e gestione del rischio alluvioni, di avviare la fase di consultazione per almeno sei mesi sul suddetto documento, informando i soggetti individuati nell’Allegato “Mappa dei soggetti interessati”;

considerato che:
– la modellazione idraulica effettuata dagli estensori dello studio sul bacino del Rio Mogoro, ri¬ferita alla situazione attuale (Scenario 0), individua un quadro degli allagamenti notevolmente differente da quella scaturita dalla modellazione del Piano stralcio delle fasce fluviali (PSFF), pur utilizzando gli stessi dati di input (portate – condizioni al contorno – software). Infatti, gran parte delle aree a sud dell’abitato di Terralba, che nel PSFF risultano a pericolosità molto elevata (Hi4), con la nuova modellazione non risultano interessate da alcun livello di pericolosità idraulica e al contrario, le uniche aree del centro urbano, che nel PSFF erano mappate a pericolosità bassa (Hi1), con la nuova modellazione risultano interessate da una pericolosità idraulica molto elevata (Hi4);
– non essendo stati messi ancora a disposizione dall’Agenzia di distretto, gli elaborati relativi alla modellazione, ma solo i risultati da essa prodotti in termini di allagamento, risulta pressoché impossibile fare una valutazione tecnica che permetta di ricostruire quali elementi della mo¬dellazione concorrano a determinare tale discrasia fra i risultati delle due modellazioni che, si ribadisce, hanno la stessa base di partenza;
– l’unico elemento certo, è rappresentato dal fatto che, con la conseguente applicazione dell’articolo 41 delle NTA del PAI “nelle aree caratterizzate da differenti livelli di pericolosità derivanti da distinti strumenti di pianificazione dell’assetto idrogeologico, nel rispetto del principio di precauzione, si applicano le norme più restrittive nelle sole zone di sovrapposizione”, le aree del perimetro urbano e periurbano del Comune di Terralba che sulla base del PSFF erano a pericolosità bassa (Hi1) ora diventano con vincolo (Hi4) mentre quelle che col PGRA risulterebbero a pericolosità idraulica nulla e permangono col vincolo precedente di pericolosità molto elevata sancita dal PSFF;
– dal momento che il PGRA non ha avuto nel suo iter di adozione, al contrario del PSFF, opportuni momenti di condivisione e di confronto né a livello regionale, né provinciale, né tantomeno comunale, è evidente che la sua applicazione a livello vincolistico calata in una sequenza temporale quasi istantanea, rappresenta per la comunità di Terralba, una situazione di stallo ed incertezza sia per la pianificazione urbanistica che per lo sviluppo dell’intero territorio, creando una situazione di incertezza per tutti gli operatori economici della zona;
– l’articolo 24, comma 5 delle NTA del PAI prevede che gli studi di compatibilità idraulica debbano essere predisposti secondo l’Allegato E, che stabilisce che tali studi, per quanto attiene le metodologie di analisi idrologica e idraulica debbano essere applicati almeno i criteri indicati nelle linee guida allegate alla relazione del PAI;
– sia per il PAI che per il PSFF il modello idraulico utilizzato è quello di moto permanente monodimensionale con l’utilizzo del software Hec-Ras;
– tale approccio modellistico non interpreta correttamente situazioni nelle quali il corso d’acqua presenta arginature pensili rispetto alle aree golenali (quali il tratto vallivo del Rio Mogoro) ed in genere in quei corsi d’acqua di pianura per i quali, per certi valori di portate di piena lo stesso esonda (con componenti di moto di certo differenti dalla monodirezionalità dell’alveo);
– le modalità di perimetrazione della pericolosità idraulica riportate nelle linee guida del PAI stabiliscono che la stessa sia individuata tramite l’intersezione tra la quota del livello idrico generato dalla portata esondante ed il terreno e, quindi, nel caso di vaste aree pianeggianti all’infinito in quanto il livello idrico non interseca il terreno;
– la metodologia utilizzata nel PSFF rappresenta un approccio meramente semplificativo a quelle che sono le reali condizioni di deflusso che vengono a verificarsi e che meriterebbero un maggior grado di dettaglio e di approfondimento al fine di pervenire a risultati di maggior tenore scientifico;
– sarebbe conveniente apportare modifiche e integrazioni all’Allegato E delle NTA del PAI, come ad esempio per i corsi d’acqua di pianura, laddove i livelli idrici conseguenti agli eventi di piena non siano contenuti dal sistema arginale o comunque esondino; infatti, si potrà ricorrere ad una modellazione idraulica bidimensionale in moto vario, al fine di pervenire alla valutazione delle condizioni di deflusso e a perimetrazioni più aderenti alle effettive dinamiche fluviali del corso d’acqua in un evento di piena. La modellazione potrà essere corredata da una valutazione della congruenza tra volume della precipitazione efficace che ha originato il deflusso e la somma tra volumi esondati e convogliati dall’alveo, al fine di evitare, come stabilito dalle linee guida del PAI, la sovrastima delle aree allagate;

vista l’inadeguatezza, in talune situazioni come quella rappresenta per il tratto vallivo del Rio Mogoro del modello stazionario monodimensionale suggerito dalle linee guida del PAI e valutata la grande preoccupazione di tutti i soggetti interessati,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione per sapere:
1) se non ritenga opportuno rivedere la deliberazione n. 2 del Comitato istituzionale dell’Autorità di bacino regionale, previa la sua sospensione, per sentire tutte le parti interessate e rivalutare i prin¬cipali problemi di gestione identificati nel bacino idrografico;
2) quali iniziative intenda assumere al fine di garantire un adeguato e reale coinvolgimento delle parti interessate all’aggiornamento del Piano di gestione del rischio alluvioni della Sardegna.

Cagliari, 28 maggio 2019

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