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Resoconto della seduta n. 26 del 17/10/2019

XXVI Seduta

Giovedì 17 ottobre 2019

Presidenza del Presidente Michele PAIS

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del Vicepresidente Giampietro COMANDINI

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del Presidente Michele PAIS

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del Vicepresidente Giampietro COMANDINI

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del Presidente Michele PAIS

La seduta è aperta alle ore 11 e 08.

CIUSA MICHELE, Segretario f.f., dà lettura del processo verbale della seduta del 14 ottobre 2019 (25), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Giovanni Antonio Satta, Gian Filippo Sechi e Fabio Usai hanno chiesto congedo per la seduta del 17 ottobre 2019.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

CIUSA MICHELE, Segretario f.f. Sono pervenute le interrogazioni numero 171, 172, 173.

Annunzio di mozioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.

CIUSA MICHELE, Segretario f.f. Sono state presentate le mozioni numero 81, 82, 83, 84, 85.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Presidente, per chiederle sommessamente di far valere le prerogative dei consiglieri regionali visto che questo appunto è il ruolo che il Presidente, diciamo, più di ogni altro riveste, almeno a mio giudizio.

Mi riferisco in particolare al diritto all'informazione dei consiglieri, è ormai sistematico il ritardo con cui avviene la pubblicazione delle delibere nel sito della Regione, ritardo che ovviamente lede il diritto all'informazione di tutti i cittadini perché quello è un sito pubblico, ma lede due volte il diritto dei consiglieri che su quelle delibere dovrebbero anche basare la loro attività politica e la loro azione, anche in quest'Aula. Per cui nessuno pretende ovviamente di conoscere il contenuto delle delibere un minuto prima della firma, però è nostro diritto conoscerne il contenuto un minuto dopo l'approvazione in Giunta, per cui le chiedo di far valere questa prerogativa. Poi le segnalo un fatto, io ai sensi dell'articolo 105 in rappresentanza del Gruppo consiliare che presiedo, ho presentato in due occasioni domanda di regolare accesso agli atti, circa due settimane fa, anzi due settimane, a oggi non ho ricevuto risposta. Ora, siccome il nostro Regolamento prevede che il Presidente della Regione possa opporre il segreto d'ufficio su alcuni atti, io le chiedo entro la seduta di oggi di comunicarci se per caso il Presidente della Regione ha opposto il segreto d'ufficio a tutela dell'Amministrazione regionale o delle persone coinvolte appunto in quegli atti, sugli atti oggetto delle mie richieste. Io le invierò nei prossimi minuti le richieste inviate alla Regione e annuncio che ovviamente qualora non ci fosse nessun diniego, domattina insieme ad altri consiglieri mi recherò personalmente negli Uffici a prendere visione e ritirare copia come previsto dal Regolamento, degli atti su cui appunto ho chiesto di fare l'accesso.

PRESIDENTE. Grazie onorevole Agus, sarà mia cura verificare quanto da lei segnalato.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Franco Satta. Ne ha facoltà.

SATTA GIAN FRANCO (Progressisti). Sull'ordine dei lavori, per richiamare la sua attenzione rispetto a un'interrogazione presentata dal sottoscritto il 10 settembre di quest'anno ovviamente, che riguarda la richiesta di convocazione urgente del tavolo tecnico che va a monitorare il percorso terapeutico della sclerosi multipla. Lei sa benissimo, Presidente, che riguarda 356 casi su 100.000 abitanti qua in Sardegna, l'interrogazione tra l'altro è stata reiterata anche da altri colleghi consiglieri, dall'onorevole Cuccu e di recente anche dall'onorevole Manca Desirè. Io conosco i tempi della politica, Presidente, ma sul percorso degenerativo della sclerosi multipla e dei casi purtroppo diversi che abbiamo in Sardegna, non si deroga su questo e siccome si tratta di una semplice convocazione di un tavolo tecnico che può decidere di cambiare una terapia ad un paziente piuttosto che ad un altro, allora le chiedo veramente di intercedere presso l'Assessore della sanità, collega tra l'altro di partito, affinché dia risposta, ma non tanto a noi, ma che convochi il tavolo tecnico che è stato costituito a luglio se non erro dell'anno 2018, quindi la ringrazio su questo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Annalisa Mele. Ne ha facoltà.

MELE ANNALISA (LEGA).Noi vogliamo esprimere dal profondo il sentimento di un orrore che ci ha invaso alla notizia che l'attivista curda per i diritti delle donne Hevrin Khalaf è stata brutalmente trucidata in Siria in un'imboscata con altre otto persone. Come purtroppo è stato reso noto da fonti internazionali, la donna sarebbe stata prima violentata e poi lapidata con tutta probabilità da integralisti filoturchi. Tanta barbaria ci disgusta e ci rafforza nelle condizioni che la sovranità dei popoli come quello curdo è un valore sacro e inviolabile nella società moderna. La violazione del corpo di Hevrin corrisponde alla violazione della sovranità del suo popolo aggredito dal dittatore Erdogan e tradito dai potentati internazionali, mentre l'Europa tanto idolatrata dal nuovo Governo spuntato in sottofondo non riesce a esprimere un minimo di politica estera coerente e ferma nel contesto del torrido Medioriente. La Lega propugna la sovranità delle nazioni perché crede nella sovranità della persona, uomo o donna di ogni colore, tutti siamo figli di un Dio che ci ha creato uguali, pronti sempre al dialogo ma allo stesso tempo sovrani nella nostra nazione e la nostra terra da difendere con le unghie e coi denti. Noi donne leghiste oggi siamo tutte Hevrin, attivista per la libertà che onoriamo come un martire della sovranità delle nazioni e della sovrana dignità umana e politica di tutte le donne.

PRESIDENTE. Richiamo gli onorevoli a fare gli interventi sull'ordine dei lavori e non inserire altri argomenti.

Ha domandato di parlare il consigliere Roberto Deriu. Ne ha facoltà.

DERIU ROBERTO (LEU). Signor Presidente, chiediamo una sospensione di dieci minuti e la convocazione della Conferenza dei Capigruppo e dei relatori, per definire l'ordine dei lavori rispetto al disegno di legge che adesso ci vede impegnati. E' necessario perché le cose arrivino a una conclusione felice.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Mula. Ne ha facoltà.

MULA FRANCESCO (PSd'Az). Due parole prima della sospensione e siamo perfettamente d'accordo. Presidente, la invito veramente, per quanto riguarda il Gruppo del PSd'Az noi prenderemo seria posizione, è impensabile che continuiamo, seduta convocata alle 10 e 30 e puntualmente partiamo sempre alle 11 e 30. Commissioni dove manca spesso, è inutile che ce lo nascondiamo, il numero legale. Io propongo seriamente in conferenza di capigruppo di mettere mano veramente al regolamento di come funzionano le Commissioni e di come dovrebbe funzionare il Consiglio, così almeno togliamo l'alibi che la gente che è stata eletta deve venire qui a lavorare, destra o sinistra.

Mi perdoni, però siamo anche un po' stufi di questa situazione.

PRESIDENTE. Grazie onorevole Mula. Il Consiglio è sospeso per dieci minuti per la Conferenza dei Capigruppo.

(La seduta, sospesa alle ore 11 e 20, viene ripresa alle ore 12 e 10.)

Discussione del disegno di legge: Disposizioni in materia di enti locali (51/A)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori.

L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 51/A.

Dichiaro aperta la discussione generale.

Ha facoltà di parlare il consigliere Pierluigi Saiu, relatore di maggioranza.

SAIU PIERLUIGI (LEGA), relatore di maggioranza. Presidente, signori assessori, onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, l'esame del disegno di legge numero 51, trasmesso dalla Giunta regionale il 18 settembre e inserito all'ordine del giorno della I Commissione il 23 dello stesso mese, è iniziato nella seduta immediatamente successiva del 26 a seguito dell'illustrazione del provvedimento da parte dell'Assessore competente in materia di enti locali convocato in audizione.

I gruppi di maggioranza condividono le ragioni alla base del provvedimento oggi in discussione in Assemblea. Esse sono essenzialmente fondate sulla natura fiduciaria del rapporto tra gli amministratori straordinari e l'organo politico competente, oltre che sulla esigenza di proseguire un regime transitorio nelle more della definizione di una legge di riforma del sistema degli enti locali della Sardegna, riforma la cui necessità è avvertita in maniera stringente da tutta la Commissione.

Detta riforma dovrà tenere conto della necessità di una disciplina organica, capace, cioè, di ricondurre nella stessa sede quelle materie che oggi non sono normate, oppure la cui disciplina appare incompleta o frammentata.

Il testo, licenziato a maggioranza nella seduta del 2 ottobre, è il risultato di un accordo raggiunto in Commissione che ha visto il ritiro di oltre 150 emendamenti presentati dai gruppi di minoranza, alcuni dei quali evidentemente inammissibili, e 2 emendamenti presentati invece da un gruppo di maggioranza. Contiene, poi, alcune modifiche rispetto al testo del proponente con riferimento all'articolo 1.

Tali modifiche corrispondono, in larga misura, alle indicazioni contenute nella Relazione di analisi tecnico-normativa (ATN) trasmessa alla I Commissione il 23 settembre.

In particolare, da un punto di vista formale, sono stati approvati emendamenti finalizzati a migliorare la redazione del testo, rendendolo più coerente con il dettato della legge regionale numero 2 del 2016 (riordino del sistema delle autonomie locali della Sardegna), attraverso: il riferimento alle "Province" e non alle "circoscrizioni provinciali"; l'esplicitazione dei richiami normativi per evitare inutili duplicazioni di norme; l'eliminazione del rinvio alla disciplina della legge regionale numero 15 del 2013.

Da un punto di vista sostanziale, i gruppi di maggioranza e di minoranza hanno condiviso l'esigenza di inserire un termine finale relativamente alla durata in carica degli amministratori straordinari al fine di rendere la relativa gestione maggiormente rispondente ai principi costituzionali in materia.

Anche in questo caso, infatti, la Commissione ha accolto un'indicazione formulata in sede di analisi tecnico normativa e coerente con la giurisprudenza costituzionale in materia.

Apprezzabile appare, inoltre, la scelta della Giunta regionale di inserire le disposizioni di cui sopra in apposito disegno di legge, rinunciando alla tentazione di inserire le stesse norme in provvedimenti di natura diversa, come avvenuto, invece, nella scorsa legislatura con l'articolo 2, comma 13, lettera b), punto 1) della legge regionale numero 5 del 2017.

In quella sede il legislatore regionale sostituì il comma 7 dell'articolo 24 della legge regionale numero 2 del 2016, consentendo agli amministratori straordinari di restare in carica fino al 31 dicembre 2017.

Quella disposizione, contenuta nella legge numero 5 del 2017, da un lato appare estranea alla materia disciplinata dalla legge di stabilità; dall'altro riduce enormemente gli spazi di critica politica al testo in esame per quelle forze che, maggioranza nella scorsa legislatura, oggi sono all'opposizione. Spazi di critica politica che possono apparire pretestuosi se consideriamo, infatti, che quelle stesse forze politiche nella precedente legislatura hanno approvato altri due distinti testi normativi (legge regionale numero 5 del 2018 e legge regionale numero 39 del 2018), recanti entrambi "disposizioni urgenti in materia di elezione dei presidenti delle Province e dei Consigli provinciali" dirette a introdurre ulteriori rinvii.

Gli altri articoli approvati dalla Commissione, invece, risultano identici a quelli contenuti nel testo del proponente.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIAMPIETRO COMANDINI

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Roberto Deriu, relatore di minoranza.

DERIU ROBERTO (LEU), relatore di minoranza. Grazie signor Presidente, non rinunciamo a esprimere la nostra contrarietà a questo provvedimento che è stato presentato nella Commissione dall'Assessore degli enti locali come l'inizio anticipatore di una grande riforma degli enti locali della quale però noi non troviamo traccia in questo disegno di legge. Questo disegno di legge, nella sua relazione, afferma che ci sono i segni premonitori, ci sono le stelle comete che annunciano la nascita di questo Redentore degli enti locali, però poi, evidentemente, ci si è persi per strada e l'unico provvedimento sostanziale contenuto in questo disegno di legge è puramente e semplicemente la sostituzione di tre amministratori straordinari e dei loro sub commissari. Abbiamo tentato, in Commissione, di soccorrere la Giunta sotto l'aspetto formale, di questo siamo stati ringraziati per cui non c'è bisogno più neanche di parlarne, in Aula abbiamo raggiunto, nella Conferenza dei Capigruppo, un accordo su una un civile confronto che naturalmente non ci esime dall'esporre le nostre ragioni, sono ragioni che sono anche risultate rappresentate da un una serie di emendamenti, politicamente significativi, che sono all'attenzione di quest'Aula, in particolare il numero 51, in numero 54, il numero 18, il numero 24, il numero 30 e il numero 36. C'è da dire, questo lo dico soprattutto ai Presidenti di Gruppo, al Presidente e ai rappresentanti della Giunta che purtroppo nella Conferenza dei Capigruppo non è stato preso in esame l'ultimo, anche dal relatore di maggioranza, l'ultimo gruppo di emendamenti che invece è stato presentato in Aula. Questo ci era oggettivamente sfuggito, è sfuggito a tutti, e sono emendamenti proprio che hanno come prima il nostro Presidente, l'onorevole Comandini, dai quali durante la discussione sarà possibile trarre - magari il relatore di maggioranza potrà svolgere per tutti questo ruolo - sarà possibile trarre uno degli emendamenti più politicamente significativi, per non togliere anche il contributo dell'onorevole Comandini alla discussione, però questo non è stato possibile valutarlo perché la Conferenza dei Capigruppo materialmente non aveva questo elenco. Però dico, non è una cosa che possiamo risolvere in questo momento, io prego il Presidente Saiu magari di poter, durante la discussione, provvedere a una verifica sulla possibilità di prendere in esame uno di questa decina o dozzina di emendamenti. Nel merito in questo momento non credo di dover appesantire la discussione ma anzi di doverla lasciare procedere e sentire quindi i colleghi esporre le loro ragioni, soprattutto a sostegno degli emendamenti che con la maggioranza si è concordato di discutere, volevo soltanto annunciare, Presidente, il ritiro di tutti gli emendamenti a mia firma, ad eccezione di quelli che rientrano nell'elenco che ho dato, quindi esclusi il 51, 54, 18 24, 30 e 36, quelli che sono esclusi da questo elenco a mia firma sono ritirati.

PRESIDENTE. Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.

È iscritto a parlare il consigliere Gian Franco Satta. Ne ha facoltà.

SATTA GIANFRANCO (Progressisti). Sì grazie Presidente, colleghi e colleghe, onorevoli membri della Giunta, questa maggioranza degli annunci e dei proclami che rispetto al ragionamento complessivo di una riforma necessaria e complessa del sistema delle Autonomie locali, presenta un disegno di legge, quello che oggi è in discussione, il disegno di legge numero 51, per cui a mio avviso andava perlomeno cambiato il Titolo, quindi: "Disposizioni in materia di Enti locali", in realtà questo tratta di disposizioni e implementazioni di poltrone in materia di Enti locali, perché di questo si tratta, è chiaro che l'obiettivo della maggioranza è quello di superare il referendum del 4 dicembre del 2016, a ragione o torto, il ruolo delle province, il ruolo di ente intermedio con la capacità naturalmente di avere autorevolezza nel confronto con la Regione, di rappresentare gli enti di area vasta, ma non solo, anche dei Comuni piccoli e periferici che diversamente non potrebbero aver rappresentanza, quindi autorevolezza, di fronte al pachiderma Regione con la sua burocrazia. Dicevo, hanno omesso, quindi il titolo è fuorviante, tant'è che noi abbiamo presentato, io in prima persona ho presentato degli emendamenti, abbiamo lavorato anche insieme al collega Piu per presentare un emendamento che riguardava l'istituzione della città metropolitana, una città metropolitana che coinvolgeva tutto il territorio della ex provincia di Sassari, escludendo e dando titolarità alla autonomia giusta, rivendicata, da parte della Gallura della ex provincia Olbia Tempio dell'area omogenea che ha visto anche la presentazione di un emendamento da parte dell'onorevole Meloni, anch'esso inammissibile, e andava anche a sostegno un po' della credibilità di questa maggioranza, perché in questo caso veramente si parlava di riforma della legge numero 2 del 2016, la stessa maggioranza omette di fare riferimento alla legge del 2014, la "56" la legge Delrio, che quella che detta l'organizzazione degli enti territoriali nella nostra regione, non solo anche nelle regioni nelle altre regioni della nostra Nazione, quindi definisce Città Metropolitana, Province, Comuni, Unioni di comuni, ma non solo, anche l'obbligatorietà delle funzioni dei piccoli comuni che una recente sentenza la Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità di quella norma. Allora se quell'emendamento che riguardava l'istituzione della Città Metropolitana e quindi il riconoscimento della dignità di un territorio della provincia di Sassari, che ha visto con la legge "2" l'istituzione di una rete metropolitana che è una devianza tutta sarda, non esiste, non la troviamo in altre in altre regioni. L'assessore alla programmazione sa bene a cosa mi riferisco, l'attuazione anche della programmazione territoriale, non so quanti, se 100 milioni di euro destinati a quel territorio probabilmente siamo su una percentuale di spendita del 0,01 per cento, per l'incapacità organizzativa di personale, e anche quindi di risorse e di competenze, per la spendita di quelle importanti risorse. Quindi dispiace che questo emendamento non è stato accolto, e quindi si prospetta l'approvazione di questo disegno di legge da parte di questa maggioranza - il terzo mi sembra in ordine di tempo, una legge approvata da questo Consiglio e proposta da questa maggioranza - che probabilmente andrà incontro a seri dubbi di legittimità costituzionale. Non si mette un tempo rispetto al quale bisogna restituire il governo delle Province ai sindaci, perché la legge quadro oggi è quella, quindi intanto restituiamo, a mio parere, dignità alle Province e il governo delle Province ai sindaci, così come prevede la legge quadro n. 56 del 2014. Dico questo perché la legge regionale della Sicilia, recente, n. 168 del 2018, ha dichiarato illegittima la norma, la legge dove il legislatore siciliano prevedeva l'istituzione delle Province con il governo delle Province attraverso il voto popolare. Quindi la legge n. 56 del 2014, la legge Del Rio, non l'ha cambiata né il Governo giallo-verde, né il cosiddetto Governo giallo-rosso, è in piedi, quindi non andate a promettere agli amministratori locali la possibilità di votare domani per il governo di quegli enti, perché state mentendo sapendo di mentire, E allora, la Regione che continua ad accentrare poteri, risorse, non delega agli enti locali, e trova l'accordo sulla nomina dei commissari, e addirittura dei sub commissari delle aree omogenee; tra l'altro non si capisce, perché non è certamente definito né nella legge 2 né tanto meno in questo disegno di legge, quale dovrebbe essere la retribuzione dei sub commissari, a quale casistica legislativa possiamo fare riferimento. Quindi io su questo chiederei, a questa maggioranza così come all'Assessore degli enti locali, di fare una riflessione seria piuttosto che trovarci domani con una legge che viene cassata dalla Corte costituzionale, senza indicare nel testo, nella proposta di legge la data di elezione di secondo livello, che quello è per lo meno, come dire, una questione di buon senso.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salvatore Corrias. Ne ha facoltà.

CORRIAS SALVATORE (PD). Il disegno di legge 51, che reca nella dicitura "Disposizioni in materia di enti locali", effettivamente circoscrive il raggio d'azione ad un tema ben diverso, ben più contingente, e si inquadra in una storia legislativa recente dell'ultimo lustro abbastanza controversa, che soffre di discrasie, di mancate coincidenze di tempi e di intenti tra la legislazione nazionale e quella regionale, almeno dal 2012 in poi, data alla quale ha fatto seguito poi la legge n. 15 del 2013 con le disposizioni transitorie in materia di enti locali, la stessa legge quadro n. 56 del 2014, il referendum costituzionale del 2016 che ha fatto seguito poi alla legge regionale n. 2 del 2016, che tanto ha fatto nonostante sia senz'altro integrabile ed emendabile sul tema degli enti locali. E in questa storia di discrasie, di mancata sintonia e di mancata coincidenza di intenti, come dicevo prima, si inquadra questo disegno di legge. E' curioso leggere nella relazione della Giunta di un "alto tasso di approssimazione istituzionale" e di una "coerenza problematica", addebitabili all'azione innovatrice del legislatore nazionale, a me vien fatto di affermare altrettanto su quella che voi supponete debba e possa essere l'azione innovatrice del legislatore regionale, non fosse altro perché l'annunciato passo verso una riforma sembra davvero solo una povera dichiarazione d'intenti, perché saremmo curiosi di capire in che misura e come queste disposizioni di oggi dovrebbero essere il preludio ad un percorso di riforma: quale percorso, secondo quale visione? Io ho sentito solo parole di un patriottismo posticcio e tardo romantico, che non tiene adeguatamente conto delle istanze dei territori. Colgo con favore l'accoglimento finalmente, dopo oltre 60 giorni, dalla nostra richiesta ad avere audizione presso la prima Commissione (parlo per i sindaci della mia terra, dell'Ogliastra), ma gli intendimenti non bastano, perché ci si chiede quale sia il percorso, quale sia la visione, quali siano gli assetti, perché parlare di disposizioni di enti locali significa parlare di ASL, di consorzi industriali, e questo è un tema attualissimo all'attenzione delle Commissioni di questo di questo Consiglio. E qui serve davvero un percorso sociale, politico per il quale occorre un approccio dal basso, di coinvolgimento reale dei territori, ma serve soprattutto un percorso legislativo procedurale, di rango statutario e costituzionale, che detti disposizioni nel pieno rispetto dell'articolo 43 del nostro Statuto. Guardate, la legge n. 15 del 2013 su questo ha fatto dei passi importanti, per lo meno ha lanciato un sasso nello stagno, dicendo "confrontiamoci sull'articolo 43 dello Statuto speciale della nostra Regione", e questo è un passo fondamentale. E questo percorso legislativo, statutario, costituzionale, credo - e chiedo a lei, signor Assessore, che se ne faccia portavoce - che debba essere oggetto in seno al tavolo tecnico e politico per come è stato istituito, parlo di Città metropolitane e di autonomie locali, dal decreto legge 91 del 2018, per intenderci il decreto "proroga termini": questo è il percorso che va fatto, non si può vivere di sole intenzioni. E' evidente poi che nel merito di questo disegno di legge c'è da sollevare parecchie perplessità, già l'ha fatto il Governo in precedenza sulla legge n. 5 del 2017 e credo che ora lo farà con molta più convinzione e con molti più elementi; la Corte costituzionale si è espressa dicendo che ogni forma di commissariamento, ovvero ogni forma di congelamento delle consultazioni di primo e di secondo livello può essere considerata valida e legittima solo se è una forma temporanea e transitoria. Occorre una riforma di sistema, ebbene voi questa riforma la annunciate, io mi auguro che ci sia ma su questo solo annuncio ci sono forti resistenze e forti perplessità, non ultimo evidentemente il parere del Consiglio delle autonomie locali, al quale noi nei nostri emendamenti più volte facciamo richiamo, perché c'è la legge n. 56 del 2014 che mette al centro di ogni processo di riforma i sindaci. Quindi noi crediamo che sia necessario fare una riflessione condivisa in Prima Commissione ed estenderla ai territori. L'analisi tecnico normativa che è stata richiamata dal relatore di maggioranza sottolinea queste criticità e in qualche modo ci invita a prenderne dovuta cognizione.

Noi ci opporremo a questo disegno di legge e lo faremo anche dopo in sede di illustrazione degli emendamenti, perché crediamo che la fretta sia cattiva consigliera e non vorrei davvero - mi si passi l'analogia - che questa legge frettolosa facesse i commissari ciechi. I territori non staranno a guardare, noi siamo qua per farci voce dei territori, grazie.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Alessandro Solinas. Ne ha facoltà.

SOLINAS ALESSANDRO (M5S). Grazie Presidente, colleghi, membri della Giunta presenti, oggi non parliamo di province ma di nomine, l'unica cosa che sembrerebbe la Giunta voglia fare e l'unica cosa che a giudicare dai numerosi episodi manifesti non vi riesce bene fare. Ognuna delle numerose e troppo spesso discordanti voci della maggioranza spinge per inserire i propri nei posti di rilievo. La volontà e necessità di farle è così forte che evidentemente sovrasta anche le più elementari regole di buonsenso e si manifesta fin dall'inizio della legislatura in una stagnazione causata dalla lenta ma inesorabile corsa individuale partitica finalizzata ad ottenere per sé quanti più posti di rilievo possibile e rappresentata da praticamente nulli risultati fin qui ottenuti da questa pur larghissima, ma quanto mai frammentata, maggioranza. Assessore Sanna, io le posi una domanda precisa in Commissione ovvero quale fosse la necessità di approvare con una così grande urgenza il provvedimento di cui oggi si discute. Ebbene lei mi rispose in buona sostanza che erano nomine fiduciarie e che quindi giustamente dovevano essere fatte al fine di garantire quanta più omogeneità di estrazione politica e di continuità di intenti a tutti i livelli di governo della Sardegna. Aggiunse, inoltre, poi mi correggerà, in maniera neanche tanto velata, che farmi qualche mandato in provincia non mi avrebbe fatto male così da non ripetere questi strafalcioni. Il mio non era uno strafalcione, sono cosciente di avere tanto da imparare e ne ho, come spero i miei colleghi possono confermare, la più genuina propensione. Per mia forma mentis imparo da tutti e sempre, faccio tesoro di ogni esperienza e degli esempi positivi e negativi, che siano, come in questo caso. Il mio era ed è genuino e giustificato stupore per l'esasperazione di una pratica che ha portato dove non si poteva arrivare de imperio a dirottare i lavori dell'Aula e delle Commissioni al fine di garantirsi la disponibilità di quanti più posti di rilievo possibile. Non paghi e non bastando i posti a disposizione ve ne siete inventati di nuovi con questi sub commissari, forse perché memori delle lotte intestine che ha causato ogni attribuzione di incarichi all'interno della maggioranza avete deciso di ovviare al problema aumentando le seggiole così da non lasciare nessuno in piedi, generando però anche seri dubbi di legittimità costituzionale avvalorati dalla recente dichiarazione di illegittimità di una legge analoga recentemente introdotta nella Regione Sicilia.

Emblematico è il caso della terza Commissione, nella quale siedo, la quale dopo le dimissioni del neo Sindaco di Cagliari Paolo Truzzu resta ancora oggi senza Presidente; a tal riguardo voglio solo rappresentarvi la mia speranza che dove non riesca a venirvi in aiuto il buon Cencelli almeno lo faccia il buon senso, perché l'attenzione spasmodica al soddisfacimento di appetiti politici non può e non deve in maniera così incisiva minare il lavoro di una così importante Commissione, soprattutto ora in vista della presa in carico della legge di bilancio, senza nulla voler togliere all'egregio lavoro che il Presidente pro tempore Moriconi sta portando avanti. Vorrei in questo intervento parlare e fornire le mie osservazioni relativamente alla prospettata grande ed ambiziosa riforma degli enti locali, che poi è un ritorno al passato, dietro la quale discussione oggi si cerca di nascondere una semplice distribuzione di incarichi; demando le mie osservazioni al momento in cui ci verrà sottoposto qualcosa sul quale elaborarle visto che fino ad oggi questa riforma resta un libro dei sogni dal sapore amarcord, quasi vintage che come si usa dire. È da sempre è chiara la posizione del Movimento 5 Stelle sul tema delle province e lo è anche quella dei sardi al quale un quesito preciso hanno detto: no! Pretestuosa risulta, a mio avviso, l'affermazione di chi dice che gli italiani abbiano voluto riformare la propria volontà, e anche i sardi quindi, votando no all'incostituzionale quesito referendario sottoposto loro e quindi scegliendo di tornare alle province, perché così non è. Daremo battaglia ad ogni spreco, ogni lottizzazione politica ed ogni azione di governo che persegua meri istinti di autoconservazione e spartizione di potere in totale sprezzo delle necessità dei Sardi, come ciò che oggi sta avvenendo. Perché noi le poltrone le tagliamo e voi invece le aumentate, grazie.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la consigliera Laura Caddeo. Ne ha facoltà.

CADDEO LAURA (Progressisti). Grazie Presidente, ma rinuncio. Grazie.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la consigliera Maria Laura Orrù. Ne ha facoltà.

ORRÙ MARIA LAURA (Progressisti). Grazie Presidente, questo testo, così come espresso da chi mi ha preceduto, non ha toccato per niente il cuore del problema o meglio delle questioni. Un testo che non dà giustizia alle difficoltà e alle particolarità che vivono i nostri territori, soprattutto i territori che poi sappiamo essere più deboli. Sento spesso parlare di una questione, che è quella dello spopolamento, lo spopolamento non è una parola con cui riempirsi la bocca ma è una questione che si deve assolutamente attraversare connettendo le problematiche e connettendo i temi sempre e comunque. Mi aspettavo che la riforma degli enti locali guardasse un po' più in alto, fosse affrontata realmente per quelle che sono le necessità di tutta la Sardegna. Ho visto spesso sventolare la bandiera dei Quattro Mori, in sedi anche poco opportune, ma la bandiera dei Quattro Mori, volevo ricordare a qualcuno, rappresenta tutta l'Isola e non parti e piccole zone di interesse, spesso anche particolare. La nostra bandiera ha una storia che probabilmente nasce dai territori più piccoli, da quei Paesi dove le difficoltà in termini di trasporti, in termini di organizzazione scolastica, in termini di governo di un territorio hanno bisogno di essere normati e cui è necessario restituire dignità, anche perché sono il cuore pulsante della nostra Isola. Possono diventare realmente il volano di sviluppo, che non guarda solo ed esclusivamente a quello che ultimamente leggo, e che stiamo vivendo anche con delle proposte in Quarta Commissione ovvero di una corsa sfrenata ad uno sviluppo legato a vecchi modelli come quelli del costruire ovunque e sempre, perché questo è il vostro modello di sviluppo. Il nostro modello di sviluppo ha necessità di guardare verso i territori agricoli, verso quelle che sono le peculiarità della nostra terra e valorizzarle e per farlo è necessario che i comuni e i piccoli comuni e le zone più in difficoltà vengano realmente ascoltate e da loro deve partire questa proposta di riforma. Qui quello che riesco semplicemente a dire è che, come ha detto chi mi ha preceduto, pare quasi una volontà di restituire alcune posizioni a qualcuno. Ciò non toglie che abbiamo la possibilità in un ragionamento più ampio sulla riforma degli enti locali di guardare magari a un organismo comunque che sia un organismo snello, un organismo capace di dare delle risposte, che sono quelle che ho citato prima, e noi lo dobbiamo fare con forza e con coraggio in una riforma che sia una riforma organica e non questo testo che di organico penso che non abbia nulla, grazie.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Eugenio Lai. Ne ha facoltà.

LAI EUGENIO (LEU). Grazie Presidente, io avrei voluto sentire anche un po' di voci da parte della maggioranza ma capisco che c'è la fretta di approvare un provvedimento. E riparto da ciò che i colleghi in precedenza dell'opposizione che mi hanno anticipato hanno detto. Si prova oggi a portare in quest'Aula una norma che è intitolata "quasi riforma degli enti locali", quando in fin dei conti riforma degli enti locali non è, e ci troviamo, così come ha detto l'onorevole Solinas in precedenza, solo ed esclusivamente a nominare e a provare a sostituire commissari precedentemente nominati da altri commissari che, probabilmente, rientrano più nelle grazie della politica di turno. Con un parere anche, che nessuno per ora ha citato, con un parere del CAL che esprime un no deciso, un no deciso alla riforma così come presentata, a meno che non ci siano alcune correzioni che sono state prontamente proposte da alcuni colleghi della minoranza che riportino al centro il ruolo dei comuni, delle comunità, e provino anche a ridare voce a quei territori che si sono sentiti esclusi. E qui, senza nascondersi dietro a nessun dito o provare ad arrampicarsi su qualche specchio, bisogna fare anche un mea culpa sulla riforma della legge numero 2, della riforma degli enti locali che è andata in una direzione ben precisa, quella che in quel momento storico era più in voga nella politica, nella politica però che ha allontanato le province, ha allontanato i problemi reali dalle risoluzioni. Ne sono un esempio le condizioni delle nostre strade, ne sono un esempio i grossi problemi che stanno venendo alla luce anche in questi giorni su diversi piani di dimensionamento scolastico, sulle difficoltà anche da parte dei comuni di trovare una mediazione con le norme attuali. Però ciò non mi stupisce, d'altronde siamo nel periodo storico in cui l'Assessore non si presenta all'assemblea ANCI, e forse è la prima volta che è un Assessore degli enti locali non si presenta ad un'assemblea ufficiale dei comuni, e magari preferisce farsi dei selfie in giro per la Sardegna con il suo direttore generale. È il periodo storico in cui un Presidente di una Giunta regionale va in visita ufficiale in uno dei comuni della Sardegna e non si degna di fare una telefonata al sindaco del comune che rappresenta quel determinato territorio, addirittura si devono sollevare anche un consigliere o due della maggioranza per ricordare: "Guardate che anche noi siamo stati eletti in questo territorio, chiamate anche noi che siamo i rappresentanti di questo territorio". Siamo in un momento storico in cui ci si prova a trincerare dentro le stanze del potere cagliaritano e si prova con un Manuale Cencelli, a volte riuscendoci e a volte no, a distribuire incarichi sotto incarichi senza magari neanche badare alle competenze, basterebbe guardare come è stata formata la Giunta regionale. Qualche giorno fa ho letto un altro comunicato stampa dell'Assessore dell'agricoltura che andava a vantare i fondi spesi nel PSR, quindi basterebbe solo questo per farci capire quanto e con che criteri si stanno facendo nomine e con che criteri si stanno facendo le selezioni anche della classe dirigente. Ma, come se non bastasse, si presenta anche un emendamento che fortunatamente, dopo la levata di scudi da parte principalmente del relatore di minoranza e da parte di tutta l'opposizione, viene ritirato, ossia si prova a legittimare direttori generali nominati e che magari hanno qualche difficoltà sui requisiti. Badate, io avrei voluto che questo emendamento fosse stato approvato da quest'aula per capire cosa ne avrebbe pensato l'ANAC su una situazione di questo genere. Io invito la politica a riprendersi lo spazio che merita e una capacità di programmazione che va oltre il nominare la persona vicina di turno, e invito la politica ad assumere decisioni importanti attraverso il confronto e il dibattito con chi sta fuori da quest'aula, e non sono neanche tra quelli che si sottrarrà al dibattito sulle province. Io credo che sia stato compiuto un grosso errore nell'abolizione dell'organo elettivo delle province, io credo che con quell'errore si sia contribuito, in una logica demagogica, scusate il doppio termine, in una demagogia assurda del periodo politico che abbiamo vissuto e che mi auguro non vivremo nel prossimo futuro, ad allontanare i cittadini dai problemi, e a consentire purtroppo ai comuni, soprattutto quelli di periferia, di sentirsi sempre più soli, senza un luogo dove poter provare ad affrontare i problemi sovracomunali. E anche qui la battuta verrebbe spontanea quando l'attuale Sindaco di Cagliari si presenta all'assemblea dell'ANCI parlando di spopolamento, e dice: "Non esiste spopolamento, esiste solo un problema di invecchiamento della popolazione". Siamo all'assurdo, non esistono i nostri giovani, l'ha detto l'attuale sindaco Truzzu, che scappano dalla nostra isola, esistono solo gli anziani che continuano a viverci. Questa è l'idea attuale di questa maggioranza, in maniera anche estremamente confusa, estremamente confusa perché avremmo voluto parlare di organizzazione reale degli enti locali, avremmo voluto parlare realmente del ruolo delle province, delle unioni dei comuni, di come si vuole attuare e come si vuole predisporre un organigramma della nostra isola. Invece ci troviamo in maniera quasi banale a parlare solo ed esclusivamente di commissari e di subcommissari. Prima il collega Cocco mi diceva: "Almeno noi siamo stati più bravi, e lo abbiamo fatto in maniera decisamente più veloce". Quello che realmente mi preoccupa è che non ci sia un'idea, non ci sia un'idea di questa terra, perché a sentire le varie parti della maggioranza, così come spesso accade - addirittura si volevano mettere in votazione nella quarta Commissione due testi, per dire qual è il testo più bello di un partito o dell'altro della maggioranza ragionando sull'urbanistica - sentendo le idee della maggioranza andiamo a capire che quest'isola non è destinata ad avere nel più breve tempo possibile una riforma sanitaria e una riforma degli enti locali a cui seguiranno naturalmente poi le idee di sviluppo. Quest'isola è destinata a continuare a dividersi sui ragionamenti quasi territoriali, ossia quante province, facciamo la rete metropolitana o aboliamo la Città Metropolitana, riusciremo a dare una dignità a quei territori che si sono sentiti esclusi come il Sulcis, il Medio Campidano, l'Ogliastra, oppure gli daremo il contentino provando anche in quel caso a nominare subcommissari, subaree, così come sono state chiamate nelle diverse interviste televisive. La verità è che si è in uno stato estremamente confusionale, senza una guida, una guida totalmente assente dalle questioni principali di quest'isola e che continua a non presentarsi all'interno del Consiglio regionale forse per problemi relativi a una carenza di idee, oppure ad una sovrapposizione di idee che sono in contrasto l'una con l'altra nella maggioranza, a volte probabilmente si sta perseguendo il detto "meglio non fare che provare a fare, provare ad avere un'idea di quest'isola, così magari qualcuno non mi attacca e non succede niente". Quindi, la sveglia è suonata da tempo. Io credo che il viaggio di nozze solitamente dura una settimana…

PRESIDENTE. Un altro minuto, onorevole, e poi la invito a concludere il suo intervento.

LAI EUGENIO (LEU). …state facendo durare questo asservimento completo quasi a una politica senza fatti un po' troppo. Io credo che la Sardegna e i sardi non si meritino questo, soprattutto per il 56 per cento dei consensi che avete ottenuto.

E' iscritto a parlare il consigliere Pierluigi Saiu. Ne ha facoltà.

SAIU PIERLUIGI (LEGA). Grazie, signor Presidente. Intervengo non tanto per accogliere il richiamo agli interventi di maggioranza da parte dell'Onorevole Lai, quanto piuttosto per dare un contributo positivo confermando, una volta di più, che le previsioni dell'Onorevole Lai sono previsioni regolarmente sbagliate, e vorrei prendere spunto da alcuni degli interventi che ho sentito in quest'Aula, quelli che, secondo me, in termini di contributo al dibattito si sono rivelati più interessanti.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MICHELE PAIS

(Segue SAIU PIERLUIGI.). Quali sono allora questi spunti di riflessione? Il primo: nel testo di legge che viene sottoposto all'attenzione dell'Aula del Consiglio regionale non c'è una vera riforma degli enti locali; quali sono i principi che voi volete affermare e che voi volete tradurre nel testo legislativo di riforma degli enti locali? La prima considerazione che io svolgo è questa: non c'è nessuno in quest'Aula, o fuori da quest'Aula, che sia disposto a riconoscere che la legge numero 2 del 2016 è una legge che funziona; tutti, maggioranza e opposizione, perfino voi che l'avete votata nella scorsa legislatura, riconoscete che quella è una riforma che non funziona e che va riscritta, e per quanto vi ostiniate a chiedere quali sono i principi, e poi qualcuno lo dirò, che dovranno innervare il nuovo testo legislativo, tutti siete d'accordo, anche voi, che quella legge va riformata. Questo percorso di riforma legislativa come procede? Sicuramente procede attraverso interventi legislativi, e questo è un intervento legislativo che disciplina una situazione transitoria, cioè una situazione che ha un termine, che è indicato, e sul quale io rivendico il buon lavoro della Commissione, che è stata capace di integrare il testo di legge con questa indicazione, cioè noi diciamo che gli amministratori straordinari devono durare in carica per un periodo di tempo limitato, che consenta di fare cosa? Di riconoscere il diritto sacrosanto dei sardi di scegliere da chi essere governati. Io capisco che molte forze dell'opposizione siano accomunate dalla paura del voto, dal desiderio di rifiutare pervicacemente il confronto con l'elettorato, ma noi stiamo affermando un principio semplice, cioè noi vogliamo che siano i sardi a votare, che siano i sardi a decidere. Volete sapere qual è il primo punto della nostra riforma? È questo! Noi vogliamo riconoscere il diritto di voto dei cittadini sardi, quello che proprio la legge numero 2 del 2016, legge fotocopia della disciplina nazionale Delrio, ha provato a togliere. Io ho ascoltato i richiami ai dubbi di legittimità costituzionale delle norme o della volontà politica di riconoscere ai sardi il diritto di votare, eppure io dico che questo Consiglio regionale ha commesso un grave errore nel ricalcare la disciplina nazionale, ha commesso un grave errore nel rinunciare all'autonomia della Sardegna, e se noi vogliamo fare esercizio della nostra autonomia dobbiamo avere la forza di imporre il principio per cui i Presidenti delle province e i Consigli provinciali sono eletti dal popolo, sono eletti dai cittadini. E io sono disposto a sfidare fino in fondo il Governo nazionale e tutte le norme che vogliono impedire ai sardi di esercitare questo diritto, perché credo che sia questo il modo migliore di affermare la nostra autonomia, e in quest'Aula non ce lo dobbiamo dimenticare mai. Noi siamo consiglieri regionali della Sardegna, consiglieri della Regione Autonoma della Sardegna! Ho poi ascoltato, con vivo interesse, le parole del rappresentante del Movimento 5 Stelle, il quale ci ha detto che attraverso questo provvedimento legislativo si apre una corsa alle poltrone; detto da loro francamente fa sorridere, hanno fatto un accordo di governo a Roma con il loro peggior nemico, col Partito Democratico, accusato perfino di fare l'elettroshock ai bambini, pur di non perdere le poltrone, e si permettono di dire che questo è un provvedimento che apre la corsa alle poltrone! Loro, che hanno fatto l'accordo col PD! Ma è anche impreciso nella misura in cui ci dice che noi di poltrone ce ne inventiamo, quelle dei sub commissari; non è così! Sarebbe bastato leggere la legge numero 2 del 2016 per accorgersi che non ci stiamo inventando niente, che quella figura è già prevista in un testo normativo vigente e che piuttosto che parlare correndo il rischio di sbagliare, forse sarebbe meglio informarsi e almeno leggere le cose. Così come sarebbe meglio, soprattutto da parte vostra, evitare di parlare di tagli delle poltrone, perché le ultime poltrone che voleva tagliare il capo politico del Movimento 5 Stelle, il Ministro degli Esteri Di Maio, sono quelle dei sindaci dei piccoli comuni, sono quelle dei sindaci che sono costretti a fare i sindaci, gli assessori, i dirigenti, gli operai, i segretari, cioè quei sindaci reperibili 24 ore su 24 e che noi, invece che tagliare, dovremmo difendere. E poi ho sentito accuse, più o meno ironiche, sulla necessità di una riforma organica; quanto penso sul bisogno della nostra Terra di avere una nuova legge che disciplini la materia degli enti locali l'ho detto, e che sia organica, e che debba essere organica è sotto gli occhi di tutti, perché serve una disciplina che regoli quelle materie che non sono normate, o che riporti alla stessa dimora materie la cui disciplina è frammentata, quello che non siete riusciti a fare voi nei cinque anni di legislatura passata e sul quale i sardi espresso un giudizio chiaro, cioè vi hanno tolto la fiducia per darla a una coalizione diversa che dovrà fare quello che voi non siete stati capaci di fare. E ho ascoltato anche i richiami al parere del CAL, del Consiglio delle Autonomie Locali, e siccome nella precedente legislatura sono stati quattro gli interventi legislativi con i quali voi avete rinviato l'elezione dei presidenti e dei consigli provinciali, ho chiesto di sapere quale fosse il parere del CAL su quei quattro provvedimenti. Uno era una legge finanziaria, cioè avete rinviato le elezioni dei presidenti con la finanziaria, e poi però venite a farci le lezioncine sulle norme intruse e su come si deve legiferare, su come si sta in Consiglio regionale, cioè dite a noi come si fa e poi il vostro esempio è stato esattamente opposto, cioè avete parlato di enti locali in finanziaria; almeno abbiate il buon gusto di non darci lezioni, perché siete un esempio pessimo! Lo siete stati nella scorsa legislatura e continuate a esserlo adesso! Dicevo, scusate, che il parere del CAL sugli altri tre provvedimenti dedicati non c'è, perché i testi non sono passati in Commissione, sono andati direttamente in Aula, e allora il CAL, il Consiglio delle Autonomie Locali, si è potuto esprimere perché? Perché questa maggioranza e questa Giunta non hanno avuto paura di assumersi una responsabilità che è sacrosanta, che è quella che si esprime attraverso questo testo di legge, e ve lo dico da Consigliere regionale, oltre che da Presidente della Commissione autonomia: i Sindaci devono fare i Sindaci! Io sono assolutamente contrario sia alle osservazioni che sono state proposte dal CAL, dal Consiglio delle Autonomie Locali, sia rispetto alle osservazioni che sono state portate avanti dai colleghi dell'opposizione e che poi si sono tradotte in alcuni emendamenti che l'Aula discuterà. E così come credo fermamente nel principio che siano i sardi a dover scegliere da chi essere governati, parimenti credo fermamente nel principio che i Sindaci debbano fare i sindaci e che debbano avere gli strumenti per farlo bene; non devono fare gli amministratori straordinari, non devono fare i presidenti della provincia, i sindaci devono fare i sindaci, e io mi auguro che anche il Consiglio regionale oggi, quando avrà modo di esprimersi sugli emendamenti e sul testo di legge, possa affermare questo principio semplice. Grazie, signor Presidente.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Roberto Li Gioi. Ne ha facoltà.

LI GIOI ROBERTO (M5S). Presidente, prima del mio intervento volevo rispondere all'onorevole Saiu confermandogli che noi le normative le conosciamo e che la possibilità di introdurre dei subcommissari noi la traduciamo come inventare nuove poltrone, per cui arriviamo allo stesso risultato…

SAIU PIERLUIGI (LEGA), relatore di maggioranza. C'è nella legge!

LI GIOI ROBERTO (M5S). Certo che c'è nella legge, però voi le avete introdotte, inventando…

SAIU PIERLUIGI (LEGA), relatore di maggioranza. E allora non inventiamo niente!

LI GIOI ROBERTO (M5S). Lo sappiamo benissimo che c'è, ma voi l'avete fatto ora e ora spiegherò anche perché.

Poltrone, poltrone, soltanto poltrone, in un pedissequo prosieguo della tradizione mai abbandonata da una politica vecchia e cadente…

(Interruzioni)

Presidente, per favore, un po' di educazione da parte dei colleghi alla mia destra…

PRESIDENTE. Prego onorevole Li Gioi.

LI GIOI ROBERTO (M5S). No, deve essere lei a dirglielo.

PRESIDENTE. Prego.

LI GIOI ROBERTO (M5S). Perfetto, allora rinizio.

Poltrone, poltrone, soltanto poltrone, in un pedissequo prosieguo della tradizione mai abbandonata da una politica vecchia e cadente priva del benché minimo afflato di vicinanza ai cittadini, lasciati in balia di sondaggi e panzane di fronte all'emergenza incombente della loro drammatica quotidianità. Il vostro cambiamento è sinonimo di moltiplicazione di poltrone. Agli amministratori straordinari, sostituiti nel più solare predicato dello spoil system, si aggiungono subcommissari, nuova figura inventata o introdotta per dare sfogo ai mille appetiti suscitati da un coacervo elettorale avente il solo scopo di promettere poltrone, poltrone anch'esse da inventare per soddisfare quegli appetiti altrimenti fonte di malumori e mal di pancia. L'arroganza di tacciare di approssimazione istituzionale il legislatore statale rivela l'altra faccia della vostra medaglia, poltrone e demagogia, con le Commissioni costantemente prive del numero legale a causa della puntuale assenza dei rappresentanti di una maggioranza che si barcamena tra vertici intrisi di veti incrociati e Assemblee consiliari rinviate e sospese per ore e ore prima di essere annullate, schiaffeggiando beffardamente lavoratori che da un anno non ricevono lo stipendio. Nomi che si inseguono, nomine da fare per non affondare, accontentare senza scontentare, nuovi amministratori nella logica e illogica turnazione che non tiene conto della competenza, ma della vicinanza; subcommissari come ancora di salvezza per dare uno scranno a qualcuno che aspetta con ansia per dare un senso alla sua esistenza altrimenti priva di contenuti significativi; roboanti riforme come fantomatici titoli di meschine spartizioni. Il vostro cambiamento è tutto qua. Non riguarda la Sardegna, non riguarda i suoi abitanti, quegli elettori che avete macinato sotto l'indegno sberleffo del vostro spocchioso capitano, quei sardi per l'ennesima volta usati e gettati, umiliati e offesi, noi siamo qua a rappresentarli con fierezza e dignità, disposti ad usare tutte le armi democratiche a nostra disposizione per impedire uno scempio che ha come obiettivo quello di spegnere i sogni dei nostri figli e dei nostri nipoti. Lo impediremo.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Presidente, nel testo che è stato sottoposto alla nostra attenzione in Commissione e che poi adesso è all'attenzione dell'Aula, per quanto il testo sia, per fortuna, cambiato grazie ai nostri interventi con emendamenti che volevano sollecitare una rivisitazione del testo e che poi a una lettura attenta, anche da parte della maggioranza, si è per fortuna arrivati a una correzione, come diceva l'onorevole Deriu nell'ambito della relazione di minoranza, una correzione di un testo che era né più, né meno un concentrato di corbellerie, inesattezze grammaticali, un livello scoordinato di logica e grammatica e anche diversi errori da un punto di vista… diciamo che si è esercitato quell'errore nei diversi ambiti del diritto, o in almeno alcuni di almeno alcuni di questi, diciamo escluso il diritto canonico era una violazione palese del diritto amministrativo, civile, costituzionale e altro. Persino nel titolo! Il titolo parlava di "collegi provinciali" e anche lì ci è voluta la presentazione di 400 emendamenti per convincere che rispetto al termine "province", quindi addirittura una discussione terminologica sul campo semantico dei termini, il termine "collegio provinciale" fosse distinto rispetto al termine "provincia" che indicava una istituzione riconosciuta dalla Costituzione. Per fortuna avete modificato quel testo.

Vi sono ovviamente nella relazione della Giunta roboanti dichiarazioni in relazione a quel che sarà, quel che si vuol fare, quel che è intenzione e indubbiamente anche per le audizioni che abbiamo avuto in Commissione, abbiamo audito i docenti di diritto costituzionale dei due atenei di Cagliari e di Sassari. Su un punto, perché qualche volta la dottrina ovviamente può avere delle posizioni differenti, non c'è stato uno che abbia sostenuto una tesi differente rispetto all'altro docente, cioè quello che a norme attuali sia impossibile andare ad elezione diretta delle province perché ciò non accade in nessuna parte d'Italia. Non c'entra niente la legge Erriu, non è la legge Erriu che ha eliminato l'elezione diretta nell'ambito del dell'articolazione provinciale in Sardegna, è una scelta a livello nazionale che si può discutere nel merito, ma è più una discussione dottrinale se sia utile, intelligente e interessante o opportuno, ma non sta a noi e non è nella nostra disponibilità, se non in un'interlocuzione che non può vedere la Regione Sardegna in solitudine pretendere un qualcosa che non accadrà da altre parti, ma ovviamente avviare un iter di riflessione con tutte le altre Regioni a Statuto ordinario e a Statuto speciale per una rivisitazione di una scelta a suo tempo fatta per il risparmio della spesa pubblica. Solo così si può andare in quella direzione, si potrà, meglio, andare in quella direzione.

L'altro aspetto è quello di quel che viene dichiarato sempre nella relazione della Giunta con grandi intenti di avviare un processo di riforma che porti a un testo unico degli enti locali della Sardegna. Per carità, tutte volontà espresse e dichiarate dalla Giunta, ma nel testo non vi è alcunché di tutto ciò, c'è né più né meno la sostituzione degli amministratori straordinari delle province a suo tempo nominati da una Giunta di diverso colore politico. Gli altri aspetti che suggerirei di controllare con attenzione sono quelli legati alle preoccupazioni espresse nel parere del Consiglio delle Autonomie locali, che non è che usa parole difficilmente comprensibili o che necessitino di chissà quale interpretazione: "una viva preoccupazione allarga e allunga il vulnus democratico di commissariamenti pluriennali e infierisce su un'istituzione esangue e immolata sull'altare della demagogia". E anche le argomentazioni usate "l'avete fatto anche voi", a parte che il sottoscritto non c'era e qualche cosa l'ha detta anche come elemento di contrarietà su alcuni processi di riforma e non solo in ambito regionale, ma in altra veste, nelle interlocuzioni con la rappresentanza dell'ANCI a livello nazionale anche con tanti Presidenti del Consiglio dei Ministri e tanti Ministri che su questa materia si sono applicati, ma al di là di questo non è che sia utile sostenere una tesi e riproporre un errore in termine di retorica dicendo che la giustificazione all'errore attuale è il fatto di aver commesso tanti errori nel passato, e quindi essere la copia degli errori del passato. O sono errori quelli del passato, e si va in un'altra direzione perché così li si considera, oppure semplicemente si sta compiendo un errore con consapevolezza e anche volendolo ripetere. Le due argomentazioni non è che reggono l'una messa insieme all'altra! E per quanto riguarda le articolazioni la Regione Sardegna percepisce le province, che sono istituzioni di rango costituzionale, come degli enti strumentali della Regione. Persino nelle parole del testo della legge prima della modifica c'era questa percezione, cioè come se fosse una società partecipata, una fondazione istituita e partecipata al 100 per cento dalla Regione Sardegna, sono istituzioni terze, sono istituzioni che hanno la stessa copertura data dalla gerarchia delle fonti, e quindi la Costituzione, che debbono essere considerate in questo modo. E se è stato un errore ritardare l'elezione per quanto non diretta ma con la partecipazione dei Consigli comunali e dei Sindaci per quanto riguarda l'indicazione di coloro che svolgeranno la funzione di Presidente della provincia, si sta ripetendo un errore aggravato, aggravato da una tempistica che va molto in là nel tempo perché per organizzare elezioni di quel tipo basta un rinvio di due mesi e non di un anno, e oltretutto si fa combaciare la data con le elezioni di primo livello, quindi elezioni dirette di 130, mi pare che vadano ad elezioni, Comuni l'anno prossimo nella primavera del 2020. Arriveremo al paradosso, a mio modestissimo parere verrà impugnata la norma quindi è una discussione inutile, ma aldilà di questo poniamo anche il caso che si vada avanti fino alla primavera del 2020, cioè una platea di Consigli comunali in scadenza lo stesso giorno delle elezioni di nuovi Consigli comunali dovrà esser chiamata a votare il Presidente della provincia con un cambio poi di tutti coloro che hanno votato i Presidenti di provincia giusto la domenica rispetto all'esito del voto di lunedì. Siamo a una follia sotto ogni punto di vista.

L'altro elemento è quello, poi ne parleremo più a lungo nella presentazione degli emendamenti per quanto riguarda poi almeno una scelta che sia quella di indicare i Sindaci perché salvaguardiamo almeno un aspetto delle questioni. Ma mi concentro su un'altra cosa perché non mi convince anche se fosse una riforma compiuta, perché si deve partire dalla riforma della Regione per dare poteri, gambe, personale, risorse e competenze agli enti provincia anche nel caso in cui, cosa che viene posta da tanti colleghi che provengono da Olbia, dal collega Corrias che viene dall'Ogliastra e da tanti altri territori anche nel caso in cui si voglia mettere mano a un'articolazione numericamente superiore rispetto a oggi del numero delle province esistenti. Per far questo e per dar gambe, non solo alle province che verranno, ma a quelle attuali, è indispensabile e necessario mettere mano alla Regione, metter mano alla legge numero 1, metter mano all'organizzazione delle competenze e dei poteri della Regione e delegare, so che la parola rispetto al neocentralismo regionale che sta nascendo sembra una bestemmia, però è così, dando risorse attraverso un fondo unico del sociale, disarticolando Assessorati che hanno cose che tra loro non reggono, riorganizzando i servizi sociali in ambito territoriale e provinciale attraverso i PLUS che devono essere dotati di personale, risorse e poteri. Insomma, ripensando una Regione anche financo sul tema dell'urbanistica perché non è più pensabile che la vita delle persone sia pensata e limitata agli aspetti dati dai confini da Comune a Comune e non avvenga invece un ragionamento che guardi aldilà dei confini in un ambito di un'urbanistica almeno di livello provinciale per non avere parametri completamente diversi tra loro laddove i confini, addirittura nelle città poi i confini tra Comune e città soprattutto in alcuni ambiti si perdono, per cui un marciapiede sta in un Paese e un altro marciapiede sta in un altro Comune.

Però mi preoccupa molto, ho terminato Presidente, per la disinvoltura, il fastidio per le regole e per le leggi testimoniato anche da quell'emendamento che per fortuna è stato ritirato, quello che parlava alla fin fine delle nomine in modo retroattivo attribuendo titoli a coloro che non hanno. La percezione di ostacoli e quindi la rimozione di bandi per ottenere tesoretti…

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Mula. Ne ha facoltà.

MULA FRANCESCO (PSd'Az). Giusto per capirci, siccome nel mentre che noi stiamo ascoltando attentamente il dibattito e gli interventi da parte dei colleghi, è inutile che lo neghiamo, si sta messaggiando per capire come ci organizziamo con i lavori. Io credo, se non ho capito male, a parte qualche esigenza di qualcuno, che ci sia una volontà unanime di continuare ad oltranza, poiinviterei qualche collega se ha qualche problema intendo che qualcuno vuole andare a mangiare si può anche spostare, noi continuiamo i lavori, però chiederei al Presidente di valutare sentendo anche un po' i colleghi, di continuare ad oltranza. Seconda cosa, e voglio comunicarla ai colleghi, le opposizioni hanno dato comunicazione per quanto riguarda gli emendamenti che rimangono in discussione, c'è la volontà anche di poter organizzare, riunire la Commissione qui senza andare in Commissione su e perdere tempo e quant'altro e fare…

PRESIDENTE. Onorevole Mula, non c'è bisogno di sospensione neanche per la Commissione.

MULA FRANCESCO (PSd'Az). Per dire che c'è volontà anche di poter andare spediti in un certo senso, poi la valutazione tecnica la faranno gli Uffici, però questo è il segnale. Quindi da parte nostra e del Gruppo del PSd'Az la richiesta è quella di andare a oltranza, stiamo qui, continuiamo a dibattere sugli emendamenti, noi non ci spostiamo e sentiamo veramente gli interventi dei colleghi con grande passione e interesse.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giorgio Oppi. Ne ha facoltà.

OPPI GIORGIO (UDC). Ognuno di noi ha i suoi problemi, i miei problemi sono quelli che devo prendere dei farmaci, ho degli orari. Allora siccome le cose si fanno prima, non all'ultimo momento, io sono contrario, il mio Gruppo non può essere favorevole, si fa una sospensione di un'ora, prima si faceva nel Transatlantico, predisponevano un minimo di servizio che consentiva ad uno di mangiare magari un panino, è sempre stato così, ma in questa situazione facciamo una sospensione di un'ora, ad oltranza non vuol dire niente, vuol dire che molti si allontanano, facciamo una sospensione di un'ora, dalle due alle tre ha un significato, ma dire che noi riteniamo di andare a oltranza, si raggiungono gli accordi con il centrosinistra, si va a fare le cose nel migliore dei modi. L'oltranza si concorda prima, non dopo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Dario Giagoni. Ne ha facoltà.

GIAGONI DARIO (LEGA). Siamo sulla stessa linea dell'onorevole Oppi, un'ora di sospensione giusto anche per mangiare un panino al volo e poi ritornare in Aula.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Condivido la proposta dell'onorevole Oppi di chiudere un'ora, magari se il Presidente ci dà contezza del numero degli iscritti a parlare decidiamo anche quando sospendere, perché a questo punto possiamo lasciare i Capigruppo alla ripresa, oppure chiudere adesso entro le due qualora ci fosse il tanto per la discussione. Piuttosto c'è una proposta dell'onorevole Mula che se ho capito bene è quella di far esaminare gli emendamenti dalla Commissione, almeno quelli rimasti, e non semplicemente esprimendo un parere del relatore.

Io in questo senso sono favorevole perché il parere del relatore è sempre una cosa estemporanea e anche borderline rispetto al dettato regolamentare, lo si fa da una vita, però ritengo che se ci fosse la possibilità diciamo alle tre si potrebbe riunire dieci minuti la Commissione ed esprimere un parere compiuto di tutta la Commissione e non soltanto appunto del relatore.

PRESIDENTE. Il numero delle persone iscritte a parlare ad esclusione dei Capigruppo risulta essere quattro, quindi io procederei con questi quattro, dopodiché magari possiamo fare una brevissima sospensione e poi riprendere con i Capigruppo.

Per quanto riguarda la Commissione, qualora si volesse riunire lo fa nel tempo di sospensione del Consiglio. Ricordo che non c'è nessuna necessità perché vi è l'accordo dei Capigruppo e quindi in questo caso la necessità della convocazione della riunione della Commissione non è necessaria.

Continuazione della discussione del disegno di legge: Disposizioni in materia di enti locali (51/A)

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Antonio Piu. Ne ha facoltà.

PIU ANTONIO (Progressisti). Presidente, colleghi e colleghe del Consiglio e signori Assessori, intervengo nel dibattito perché quella degli enti locali è una di quelle partite che in campagna elettorale ha contato molto in termini elettorali, e questo lo dico perché la riforma che è stata fatta nel precedente mandato sicuramente ha suscitato in tantissimi territori un po' di malessere. Questo malessere la politica lo ha cavalcato in maniera eccellente, tanto da portare un risultato elettorale quasi scontato. E quando si è in campagna elettorale non ci si può dimenticare che questa maggioranza, con a capo il presidente Solinas, ha più volte nominato la necessità di avere una nuova riforma, di stravolgere quelli che sono stati gli assetti degli enti locali proposti ormai più di due anni fa, e quindi io mi aspetto che ci sia all'interno della discussione, ma soprattutto dai banchi della maggioranza perlomeno che si inizi a intravedere qual è il pensiero della maggioranza in seno agli enti locali, perché abbiamo detto che c'è bisogno di più province, che 4 non bastano, che c'è la necessità di avere, e l'avete detto voi, non lo dico io, che c'è bisogno di avere la Provincia della Gallura, che Sassari aveva bisogno della Città metropolitana che invece si è trasformata in rete metropolitana, che non ha purtroppo al suo interno un apparato amministrativo che consente di gestire invece tutte quelle risorse che la rete metropolitana ha avuto. E quindi si maschera e c'è una necessità nei territori di essere rappresentati, e quindi di non essere rappresentati solo all'interno dei Consigli regionali, ma di avere una rappresentanza territoriale immediata, e che le scelte che vengono prese nei territori possano avere dei benefici immediati, e questo oggi non succede. Quindi quando, Assessore, si parla di enti locali non si parla solo di confini o di ridisegnare i territori, ma si deve parlare anche di asset, cioè di come un territorio deve essere amministrato. Quindi quello che leggo oggi in questo disegno di legge lo trovo normale che sia stato portato in Aula così com'è, si stanno cambiando i nomi dei commissari, perché giustamente c'è una maggioranza di centrodestra e nomi di quei commissari debbono essere di riferimento, di fiducia di chi amministra e di chi governa. Quindi io questo invece lo trovo assolutamente normale. Però all'interno della discussione di oggi non si può non chiedere alla maggioranza di iniziare a far capire ai cittadini sardi che idea si ha degli enti locali, cioè bisogna iniziare a capire se ci sarà da qua ai prossimi mesi tutta una serie di iniziative nei territori della per chiedere a quei cittadini che tipo di lacune nell'amministrazione vedono, e purtroppo a quegli amministratori di quei Paesi, di quelle città, che tipo di lacune hanno nel rapportarsi con determinati enti, con determinati settori per dare delle risposte immediate. Ieri in IV Commissione ne abbiamo iniziato a parlare con l'amministratore unico di ARST ad esempio, Area, Abbanoa. Chi amministra nel nord della Sardegna si ritrova costantemente e quotidianamente nella difficoltà di poter dare risposte immediate, e questo deriva dal fatto che non abbiamo più livelli, non abbiamo quei livelli che prima servivano, e quelle competenze che prima erano ricoperte molte volte dalle province e che aiutavano i Comuni all'interno della Provincia ad amministrare meglio, ci si è fatti prendere dal populismo, dal fatto che dobbiamo eliminare e cancellare tutto, e quando si cancella tutto e si tolgono poteri alla politica li si dà a qualcun altro, che purtroppo in alcuni casi anzi sempre non è stato deciso dagli elettori, oppure per non fare delle riforme coraggiose la cosa più facile è quella di fare quello che è più sicuro, e quindi il primo passo è quello dei commissari, e va bene.

Secondo passo, noi abbiamo presentato un emendamento sulla città metropolitana, e lo abbiamo fatto perché io credo fermamente che la città metropolitana nel nord-ovest della Sardegna possa essere fatta, possiamo definirla come vogliamo, come area vasta come è definita nella legge regionale del 2016, possiamo cercare di capire se invece i confini possano essere quelli della provincia attuale di Sassari, però c'è bisogno che quella fetta di territorio possa avere le competenze e anche l'apparato burocratico per poter gestire determinate partite, che ad oggi non può gestire. In Sicilia ne hanno fatto 3, dove una ha 58 comuni, quella di Catania; Messina ha 108 Comuni di Città metropolitana; Palermo ne ha 82. E parlo di una Regione a Statuto speciale, quindi son 3 Città metropolitane, neanche la città di Cagliari inizialmente era prevista nella legge nazionale, quella del 2012, tra le città metropolitane, però la nostra Regione che è una Regione a Statuto speciale, che può chiedere e può decidere di ridefinire tutta una serie di territori può ridefinire anche questi, ma questo non può passare da un emendamento presentato dall'onorevole Piu e dall'onorevole Satta, lo sappiamo, lo abbiamo fatto quasi come provocazione, ma vorrei sentire nella risposta dell'Assessore che cosa intende fare in merito a questa vicenda e a questa partita, proprio perché in campagna elettorale se ne è parlato. E come territorio, con tutti i 66 Sindaci della Provincia di Sassari, questo stiamo continuando a chiederlo a gran voce, come fanno i Sindaci della Gallura a chiedere la Provincia della Gallura. Quindi che ci sia una necessità diretta di poter governare il proprio territorio con delle competenze che vengono date dalla Regione, perché sono d'accordo con l'onorevole Zedda, riformuliamo prima la Regione, cerchiamo di capire a cascata poi quello che serve, basandoci poi su quelle che sono le richieste appunto dei territori. Quindi, Assessore, la verità, non voglio neanche realmente provocare, vi sto chiedendo realmente all'interno del dibattito che mi dia la garanzia, la serenità, che su questa riforma ci si sta lavorando e abbiamo una visione da qua ai prossimi mesi di realizzare quello che secondo voi in campagna elettorale non è stato realizzato due anni fa, e quello che secondo me, quello della città metropolitana, è stato un errore quello di non istituirla nel nord della Sardegna. Quindi ben venga, anche se ovviamente non potremmo votarlo un disegno di legge come questo, perché mi aspettavo già da subito un qualcosa, quindi magari dovrò attendere un pochino di più, ma aspetto dalle sue parole sicuramente una maggior chiarezza di quello che, da qua ai prossimi mesi, riuscirete a fare.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Diego Loi. Ne ha facoltà.

LOI DIEGO (Progressisti). Presidente, colleghi e colleghe Consiglieri, membri della Giunta, di questo provvedimento ne abbiamo discusso in Commissione, abbiamo avuto modo di confrontarci sulla portata del provvedimento, che è un po' il tema sul quale mi voglio concentrare brevemente io. Si è detto e si è parlato in Commissione, alcuni colleghi l'hanno anche riportato, che questo provvedimento rappresenta l'avvio di un percorso di riforma, di un processo di riforma sull'ordinamento degli enti locali in Sardegna, e quindi attorno a questo diciamo si sviluppa la proposta che viene discussa oggi in Aula. E allora io continuo a dire, di questo ne abbiamo discusso, lo ribadisco, in Commissione, abbiamo chiesto all'assessore in commissione che questo disegno di riforma, che questi elementi sostanziali, che i pilastri di questa riforma vengano raccontati, vengano detti, vengano scritti e ci siano dati, perché se io devo pensare a qual è l'attività della Commissione autonomia, di cui io sono il Vicepresidente, rispetto a quello che è il cuore delle attività che la Commissione stessa dovrebbe fare, devo dire che insomma qualche difficoltà rispetto a capirne l'orizzonte ce l'ho. L'onorevole Saiu da Presidente dice quali sono i principi cui noi, come se ci fosse un muro qua tra la maggioranza e la minoranza, vogliamo ispirare i criteri della riforma. Io per primo ne sono stato un propositore, durante i lavori della Commissione, mettendo la disponibilità del ruolo e delle competenze, rispetto a lavorare su un disegno di riforma, quindi non può essere rivolta al contrario la domanda, cioè non può essere che passa che qua il disegno di riforma manca perché la minoranza o perché l'opposizione, che chiamar si voglia, non presenta o non racconta le proprie idee. Ecco, credo che questo sia l'esatta rivoluzione al contrario di quello che dovrebbe essere. Ripeto, ribadendo anche in questa sede la assoluta, non solo disponibilità, ma volontà, necessità che si lavori, come è stato richiamato prima, ad un disegno organico e allora questo provvedimento, scusatemi, lo dobbiamo chiamare nel modo che deve essere chiamato: è una esigenza, comprensibile, è vero che è stato richiamato il fatto che come dire ogni amministrazione nell'ambito dei rapporti fiduciari sceglie le proprie persone, probabilmente non ci si deve scandalizzare su questo, ma che si chiami il provvedimento con il suo nome. Leggo un passaggio veloce nella relazione di maggioranza, in particolare da un punto di vista formale sono stati approvati emendamenti finalizzati a migliorare la redazione del testo rendendolo più coerente con il dettato della legge regionale numero 2 del 2006, salto le parentesi, attraverso il riferimento alle province e non alle circoscrizioni provinciali, l'esplicitazione dei richiami normativi per evitare inutili duplicazioni di norme, l'eliminazione del rinvio alla disciplina della legge regionale numero 15 del 2013. Scusate ma di che cosa parliamo? Di che cosa stiamo parlando? Non possiamo chiamare un provvedimento come l'avvio di una riforma dell'ordinamento degli enti locali in Sardegna legandoci a questi dettagli che fanno quantomeno sorridere. Il provvedimento ha una finalità che è assolutamente diversa, di cui apprezzo evidentemente il tentativo anche di, come dire, definire nella sua esplicitazione, insomma in Commissione l'abbiamo suggerito appunto alcune modifiche perché comunque non si prendessero delle cantonate evidenti, al di là del fatto che comunque abbiamo votato contro in Commissione e voteremo anche qua, ma è chiaro che il rivestire o il vestire il provvedimento di quello che è una rivoluzione, un avvio della rivoluzione organizzativa in Sardegna sul tema dell'ordinamento degli enti locali, scusatemi, non riesco a vederlo, cito oggi, prendo insomma un po' riferimento alcune parole del Presidente della Commissione, fosse altro, come dire, per vicinanza lavorativa nell'ambito della Commissione e si ripropone con ridondanza un tema che, sia chiaro, è carissimo, fondamentale e importante anche per questa parte politica che è la possibilità o diritto dei sardi di eleggersi i propri rappresentanti, che sia chiaro che questa parte politica è vicino allo stesso principio, ma non mi si dica che la sostituzione degli amministratori straordinari, con un nome rispetto a un altro, è la concretizzazione del diritto dei sardi di scegliere i propri rappresentanti, perché non è vero! Si dica in maniera chiara quello che è, ma non è vero che la nomina o la sostituzione degli amministratori straordinari delle province sia la modalità attraverso la quale attraverso la quale i sardi esprimono le proprie rappresentanze, è una sonora falsità. Allora, il mio invito rispetto a questo provvedimento è non solo chiaramente quello di raccontare ai sardi quella che è la realtà, ma che soprattutto, rinnovo il mio invito formale a partire dal Presidente della Commissione autonomia onorevole Saiu, chiaramente con riferimento alla Giunta regionale, in particolar modo all'Assessore degli enti locali, che si lavori e che venga presentata quanto prima una bozza di riforma, degli elementi guida che ci diano la possibilità di ragionare sui contenuti concreti. Lo dico da Vicepresidente della prima Commissione autonomia, ma la dico lo dico anche come Sindaco, chiaramente è noto a tutti la mia funzione e il mio ruolo. Le Amministrazioni locali sanno bene quali sono le esigenze, le amministrazioni locali non hanno paura dell'interlocuzione con i livelli istituzionali superiori, serve, per poter ragionare in termini di valorizzazione delle autonomie locali, di comunità, di identità dei sardi, che si lavori in maniera alacre, immediata e quanto mai attenta su una riforma complessiva che parta dalla rivisitazione, riorganizzazione del ruolo della Istituzione Regione Sardegna fino ad arrivare a quella che, non dimentichiamocelo mai, è la cellula dello Stato, ossia i comuni.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Giuseppe Meloni. Ne ha facoltà.

MELONI GIUSEPPE (PD). Grazie Presidente, assessori, colleghi. Dopo tante chiacchiere, annunci, dichiarazioni di intenti, fatte in campagna elettorale e fatte nei primi mesi di legislatura, oggi sarebbe stata l'occasione giusta per far approdare in Aula un testo, un disegno di legge possibilmente, o comunque un testo, che prevedesse un riordino, una riforma organica degli enti locali. invece, dopo otto mesi dalle elezioni, a sei mesi dall'inizio della legislatura si pensa solo a fare arrivare in Aula un testo blindato, per blindare nove poltrone, perché questo è, questo è, e mi verrebbe da dire che dopo tutti questi annunci la montagna ha partorito il topolino. Un topolino molto affamato, rappresentato da queste nuove poltrone, io non nascondo una grande delusione perché ho avuto anche pazienza se vogliamo, non dimentichiamo che questo tema è un tema che ha interessato in modo importante la precedente legislatura, dove ci siamo trovati ad ereditare tutte le vicende successive al referendum del 2012, che lo ricordo ha abrogato formalmente quattro province ne ha tenuto in piedi altre quattro, e in quella in quella legislatura si è continuato fino alla legge numero 2 del 2016 a tirare avanti, così come si fece in precedenza nella legislatura Cappellacci, fino alla legge numero 2 del 2016 che ha preso atto del referendum e, diciamo così, sostanzialmente ha riprodotto, con la novità della Città Metropolitana, l'esito del referendum, aveva una pecca rappresentata dall'istituzione della provincia del Sud, motivo per il quale il sottoscritto non ha votato quella legge. Quindi, onorevole Saiu, se quella legge, lei l'ha dichiarato, non funziona e va riscritta e molti lo pensano, è anche perché a seguito di quella legge c'è stato un referendum che non ha dato corso ai principi che quella legge in qualche maniera voleva raggiungere, agli obiettivi che quella legge avrebbe voluto raggiungere che sarebbero stati il superamento delle province. Il referendum costituzionale ha bloccato la riforma Renzi - Boschi quindi le province sono rimaste in piedi, quindi occorreva correre ai ripari, nella fine della scorsa legislatura c'è stata una cosa velenosa che conosciamo tutti ma oggi, dopo la campagna elettorale e dopo i primi mesi di annunci della legislatura mi sarei aspettato che arrivasse in Aula una riforma vera, organica, allora l'emendamento numero 57 che ho presentato e che prevede l'istituzione della Provincia del Nord Est, badate bene colleghi, non è un emendamento provocazione, non è strumentale, segna semplicemente un momento nel quale si è persa la pazienza, perché quell'emendamento è identico alla proposta di legge che è arrivata in Aula e naufragata a gennaio, ed è identico alla nuova proposta di legge che ho presentato unitamente al collega Giovanni Satta. Bene, mi sarei aspettato che nel corso di questi mesi si desse seguito alle dichiarazioni fatte, invece nulla, si pensa solamente alle poltrone, che, per carità, va bene lo spoil system, va bene sostituire membri nominati con incarichi fiduciari, però mi sarei aspettato che fosse questa l'occasione giusta per prevedere una riforma organica del sistema. E allora, quando avete intenzione di farlo questo, Assessore Sanna? Perché ha ragione il collega Zedda quando dice che il termine del 1° luglio 2020 è un po' strano, e io sono pronto a scommettere che, per i rinnovi che ci saranno in quei giorni dei consigli comunali, questo termine poi saremo chiamati a prorogarlo nuovamente, e così si andrà negli anni, e così non avremo quella riforma che noi stiamo aspettando, perché poi i rappresentanti politici che provvederete a nominare saranno ben comodi in quelle poltrone e difficilmente con i loro partiti di appartenenza lavoreranno per cambiare questo sistema di cose. Ecco, lo vogliamo dare un segnale agli enti locali a riordinare seriamente il sistema degli enti locali in Sardegna, o non vogliamo dare? E in quali tempi, veri, certi? L'emendamento per la Provincia del Nord Est io l'ho presentato, pur essendo un consigliere regionale di tutta la Sardegna, perché conosco bene la situazione di quel territorio e so che quei territori, rispettando quindi io nella proposta l'articolo 43 dello Statuto, vogliono quella Provincia, non potevo permettermi di prevedere qualcosa riferita ad altri territori e amministratori di quei territori che non so cosa vogliano rispetto alla Provincia; nel Nord Est so che la vogliono, son pronto a schierarmi con quei territori in cui sono certo la volontà rispetto all'istituzione della Provincia. Però dico anche un'altra cosa, quando non votai la legge 2, non partecipai minimamente alla nomina politica dell'amministratore della zona omogenea di Olbia-Tempio, non partecipai, mi rifiutai, tant'è vero che venne nominato un tecnico, un dipendente della Provincia, e allora, quelli che sono contrari alle Province non dovrebbero partecipare alla nomina degli amministratori, quelli che vogliono una riforma vera sul loro territorio e una provincia del territorio non dovrebbero partecipare alla nomina di subcommissari in quei territori, per essere coerenti come lo sono stati altri in passato. E mi viene da ridere, mi è venuto da sorridere, per meglio dire, quando ho sentito le parole dell'onorevole Saiu che parlava di sindaci che non devono fare altro, e affianco aveva dei colleghi consiglieri regionali che sono anche sindaci e guardavo i loro visi. Io penso che non sia proprio così, non sia da considerare così estrema questo, altrimenti non potrebbero fare nemmeno i consiglieri regionali: se questa è la proposta, la si faccia, qua ci sono tanti sindaci che sono anche consiglieri regionali e poi ne discutiamo. Però, coerentemente con questo, credo che sia giunto il momento di essere davvero conseguenti rispetto alle parole. Allora ci sono degli emendamenti importanti che prevedono per esempio la possibilità di nominare commissari, e io aggiungerei subcommissari, sindaci, cioè coloro che oggi, se andassimo alle elezioni con questo sistema, a legge Delrio non superata per essere chiari, avrebbero il diritto all'elettorato passivo, cioè a essere eletti, con elezioni di secondo livello, come Presidente della Provincia. Allora, se siete coerenti, se siete coerenti con questo io credo che le nomine vadano fatte proprio tra quelle figure, fra quelle persone, e quindi credo che dobbiate accettare appunto questi emendamenti.

L'ultimo appello lo ribadisco all'assessore Sanna, io mi aspetto da lei una data precisa rispetto all'istituzione di nuove Province così come è stato promesso; non lasciamo il termine del primo luglio 2020 come termine ultimo entro il quale fare qualcosa, io mi attendo qualcosa prima e annuncio che diversamente sarò costretto in questo autunno, insomma fino alla fine del 31 dicembre, a usare tutti gli strumenti che il Regolamento mi consente per chiedere che venga calendarizzata seriamente la nostra proposta.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gianluigi Piano. Ne ha facoltà.

PIANO GIANLUIGI (PD). Intervengo per ultimo in questa tornata antimeridiana e molte delle cose sul tema sono già state dette, però alcune le voglio ribadire.

Intanto sulla questione della riforma. Oggi, in questa sede, è difficile parlare di riforma, perché di fatto il DL 51 non entra nel merito di alcuna riforma ma semplicemente imposta e decide di cambiare gli attuali amministratori delle Province, quindi io credo che su questo tema oggi ci si possa soffermare solo a parlare di principi generali che la riforma può affrontare, ma c'è una cosa che auspico ed è quella della velocità con la quale la Giunta, l'Assessore presenti a quest'Aula la riforma degli enti locali: è un tema che stiamo sfiorando dall'inizio della legislatura e ancora non siamo entrati nella carne viva dell'argomento. Quindi anche oggi ci si può, sì, soffermare su quelli che sono i principi ma non entrare a fondo sul tema, però alcune cose le voglio dire. Intanto facendo un piccolo passo indietro su quella che è la situazione normativa attuale. Si è parlato di legge regionale n. 2 del 2016 e io credo che su questa legge, lo ha fatto poc'anzi l'onorevole Meloni, qualcosa vada detta per amor di verità, perché è vero che oggi è necessaria una rivisitazione, ne siamo tutti consapevoli, io lo condivido, ma questa rivisitazione nasce da quello che è accaduto nel giro di pochi anni, perché quella legge aveva l'ambizione e nasce in un contesto completamente diverso rispetto a quello di oggi, c'era il referendum di abolizione delle quattro Province regionali, nasce su quella spinta, e nasce anche prima del del referendum sulla riforma costituzionale, che di fatto ha tenuto in piedi le Province, quella legge aveva l'ambizione di ipotizzare un contesto degli enti locali post abolizione Province: il quadro normativo è cambiato, è evidente che non era sbagliata la legge ma è cambiato il quadro e quindi ci dobbiamo confrontare con una sfida diversa, che è quella di una riforma istituzionale della Regione che metta in campo un'idea diversa di Sardegna, che metta in campo una proposta che comprenda e che valorizzi tutti i territori, e quando dico tutti i territori mi riferisco soprattutto a quelli più deboli, perché è evidente che attraverso la riforma passa anche l'erogazione di contributi, l'erogazione di risorse, attraverso questo sistema si cambia l'inerzia socio economica della dell'Isola. E' un elemento, non vale per tutto ma è un elemento importante, perché io credo che tutti i territori, anche quelli più deboli, debbano essere adeguatamente rappresentati e tutelati, e qui aggiungo un elemento, da organi democratici. Io sono d'accordo che il sistema elettorale migliore sia quello elettivo, sia quello del suffragio universale, sia quello del coinvolgimento dei cittadini, ma anche su questo ci sono dei punti interrogativi, perché con la legge Del Rio, che è riforma di grande riforma economico-sociale, non vi è e non è consentito, lo dobbiamo dire, poi si possono fare tutte le battaglie, e io sono d'accordo anche su questo, ma non ci consente di passare a un livello di elezione diretta. Quindi l'auspicio è che ci sia un cambio di normativa a livello nazionale e lì ci si possa agganciare. Al momento io credo che qualsiasi forma diversa sia difficile da portare avanti e che sia di dubbia approvazione, di dubbia conferma da parte del Governo nazionale, che impugnerebbe la norma, come ha fatto, già lo hanno citato alcuni colleghi, per quanto riguarda la Regione Sicilia. Quindi questi sono i temi e dico anche un'altra cosa questa riforma dobbiamo iniziare a immaginarla ponendo dei punti fermi, e questo però si può fare solo quando vi è una proposta, quando c'è un ragionamento condiviso e approfondito. Oggi, oggi noi, come ho detto prima, possiamo ipotizzare e enunciare dei principi che io ho provato a enunciarle qualcuno, e questi, però, a mio avviso devono essere l'asse portante della proposta che si farà. Ed è importantissimo, dal mio punto di vista, che ci sia il coinvolgimento degli amministratori, dei sindaci; ipotizziamo un pensiero, un'idea di Stati Generali dove la Regione Sardegna coinvolge tutti i territori, in maniera totale, forse prendendoci anche qualche tempo in più, non troppo lungo, ma quasi un'idea di riforma che nasce dal basso, anzi la definirei proprio così, e in questo contesto innestare quelle che sono le idee che noi abbiamo e che mi auguro in quest'Aula si possano discutere.

Quindi oggi io credo che di riforma non possiamo parlare, iniziamo ad affrontare, io lo considero davvero un avvio, un avvio concreto e davvero auspico che i tempi siano brevissimi veloci, concludo. Concludo dicendo questo: io ho presentato alcuni emendamenti che, come anticipato dall'onorevole Deriu, ritiriamo, ritiro, ne resta in piedi solo uno, l'emendamento numero 30, che adesso non vado a illustrare, lo farò nel momento stesso in cui affronteremo la discussione sugli emendamenti, grazie.

PRESIDENTE. Grazie onorevole Piano, sono le 13 e 58.

Il Consiglio è sospeso e si riprende alle 14 e 58.

(La seduta, sospesa alle ore 13 e 58, viene ripresa alle ore 15 e 10.)

PRESIDENTE. Prego i consiglieri di prendere posto. Quindi allora sono le 15 e 10, quindi abbiamo detto che iniziamo i lavori dando la parola ai Capigruppo, secondo il consueto ordine.

Sull'ordine dei lavori

Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (LEU). Grazie Presidente, sarò brevissimo e parlerò quasi nulla del DL 51. Perché credo che qualche collega l'abbia detto stamattina sta diventando insopportabile questo modo di procedere in Aula e nelle Commissioni. Io ricordo che la scorsa settimana in Conferenza dei Presidenti di Gruppo avevamo assunto tutti un impegno di chiudere il DL 51 andando ad oltranza, io non ho capito perché stamattina non sia stato rispettato questo impegno, me lo ricordo perfettamente, c'eravamo pronunciati tutti, che avremmo dovuto procedere in quella in quella maniera. È insopportabile che i Capigruppo, tra l'altro vedo tutti presenti in orario sia stamattina che questo pomeriggio, e l'Aula è palesemente vota quindi dovrei parlare a me stesso, siccome mi parlo abbastanza da quando mi alzo la mattina e non mi sopporto più credo che sia inutile continuare a parlare. Sul DL 51 dico solo una cosa: l'avreste dovuto fare molto, molto prima. Io do grandi meriti e faccio un grande apprezzamento al commissario della provincia di Sassari che al momento in cui è cambiato il quadro politico si è dimesso e ha evitato che si facesse un DL 51; ho finito, grazie.

PRESIDENTE. Grazie onorevole Cocco, ha chiesto di intervenire l'onorevole… non c'è Mura. Sull'ordine lavori.

Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Non mi pare decoroso per l'Aula - per la discussione che stiamo portando avanti - continuare con l'assenza della maggioranza, noi abbiamo dato la disponibilità anche di provvedere al ritiro degli emendamenti, perché la maggioranza ci ha fatto capire che fosse urgente per loro approvarla entro oggi. Però lei ha fissato un orario, abbiamo concesso un quarto d'ora di tolleranza, giustamente perché un quarto d'ora non si nega a nessuno è normale impiegare un po' più tempo. Non abbiamo chiesto noi di fare la sospensione, ma anzi è una proposta di maggioranza, dopodiché se la sospensione era necessaria per permettere alla maggioranza di non tornare più in Aula e di lasciarci parlare nel vuoto. Per cui io le chiedo a questo punto di fare una sua valutazione e rimango però del parere che gli accordi presi in Capigruppo nascevano da quell'esigenza. Io voglio capire se da parte della maggioranza quell'esigenza c'è ancora o non c'è più.

PRESIDENTE. Onorevole Agus, mi creda sono imbarazzato quanto lei. Sospendo i lavori per dieci minuti. Il Consiglio è sospeso.

(La seduta, sospesa alle ore 15 e 14, viene ripresa alle ore 15 e 26.)

Continuazione della discussione del disegno di legge: Disposizioni in materia di enti locali (51/A)

PRESIDENTE. Chiedo ai consiglieri di riprendere posto. Riprendiamo i lavori d'Aula.

È iscritto a parlare il consigliere Francesco Mula. Ne ha facoltà.

MULA FRANCESCO (PSd'Az). Avrei voluto rinunciare, Presidente, specialmente in questo clima che c'è in quest'aula, ma le posso garantire, e parlo a nome del Gruppo del PSd'Az, che questa è l'ultima volta che succederà una cosa come quella che è successa oggi, perché c'erano accordi che noi avevamo preso come Capigruppo, dovevamo continuare a oltranza, e c'era la disponibilità anche delle opposizioni, lo possiamo dire tranquillamente, ma se uno non riesce a cogliere questo aspetto credo che bisogna fare altri ragionamenti dentro quest'aula. Le devo dire la verità, quando succedono queste cose mi passa anche la voglia di provare a difenderla questa maggioranza, mi passa anche la voglia. E le dico anche un'altra cosa, che siamo dentro quest'aula - adesso arriveranno anche gli altri - per il rispetto, perché questo disegno di legge è una proposta del nostro Assessore, del Gruppo del PSd'Az, altrimenti questo pomeriggio il Gruppo non sarebbe stato in aula, ma semplicemente per un motivo, che gli accordi si rispettano, si rispettano, perché noi siamo seduti qui. Detto questo, almeno due cose le vorrei dire, rispondere almeno quando qualcuno dice che stiamo sostituendo commissari con altri commissari. Mi è piaciuto molto l'intervento che ha fatto il collega Cocco perché il sunto è proprio lì, se nel 2016 qualcuno avesse avuto quell'onestà intellettuale, la dico io, le ultime elezioni, quando cambia una maggioranza, quella stessa maggioranza che nel 2016 ti aveva nominato, uno dovrebbe dire: "Non rappresento più una certa linea politica, mi dimetto", così come è stato fatto, e allora oggi non saremmo stati qui in aula a discutere di questo disegno di legge, probabilmente sarebbe stata un'altra storia. Quindi, se mi permettete, stiamo sostituendo, è vero, gli amministratori straordinari, ma permettetemi anche di dire che quando voi avete vinto le elezioni avete cambiato anche il vice bidello, ma il giorno dopo però, qui sono passati mesi, sei mesi, e noi continuiamo a confrontarci con alcuni amministratori straordinari che sono anche disponibili, diciamo così, però sicuramente non rappresentano… visto che sono nomine fiduciarie, attenzione, perché sono nomine fiduciarie, se fossero stati eletti il ragionamento sarebbe stato diverso. Quindi noi stiamo, anche se in ritardo, provando nelle more di fare questa benedetta riforma organica sostituendo queste figure con altre figure che noi speriamo siano all'altezza, come magari lo sono quelle che ci sono, e in un termine temporale, primo luglio, entro il quale mi auguro sia non solo presentata la riforma organica per quanto riguarda le province, ma anche portare la gente a votare, perché se le province devono esistere devono essere elette, non nominate, elette. Perché stiamo assistendo purtroppo, anche in abbondanza, a persone che vengono nominate, e mai elette, perché sembra che andare a votare sia sempre qualche cosa che noi dobbiamo negare al popolo. Io penso, così come dice la Costituzione, che quel diritto spetta al popolo, perché lo dobbiamo negare? E lo stesso sul discorso delle province, non voglio manco fare un ragionamento a livello nazionale, però mi dispiace anche quando qualcuno attacca, e dice che siamo attaccati alle poltrone e che siamo in continuo litigio, e qui e là. Io mi meraviglio perché governare un Gruppo di maggioranza di trentasei consiglieri non è facile, c'è gente che non riesce a governare un Gruppo molto, molto più piccolo, e non è che poi venite a farmi lezioni che noi siamo qui, non siamo là. E poi non è che stiamo ricostituendo poltrone, stiamo sostituendo… cioè in queste benedette province qualcuno lo dovremmo pur mettere? Non è che ci stiamo inventando nulla. E poi all'onorevole Lai, al quale io tengo tanto, mi fa sempre sorridere, quando parla di quell'emendamento che ha presentato la Giunta che sembrava fosse lo scandalo di chissà che cosa, quando abbiamo un po' di tempo possiamo leggere cosa dice l'articolo 19 del decreto legislativo numero 165 del 2001, che è una norma nazionale sui dirigenti esterni. Attenzione, non sono tranelli per dire che stiamo mettendo… su una norma nazionale, è il recepimento, chiamiamolo così, o l'interpretazione autentica di una norma che esiste, e non ci serve sicuramente per andare a mascherare qualche nomina strana per cui magari uno non poteva essere nominato se non viene approvata questa leggina. Però, ognuno la può naturalmente leggere come gli pare. Un'ultima cosa, però ci tengo veramente, perché la collega Orrù, quando parla delle bandiere dei quattro mori, che a me sono molto care, ma quelle bandiere sventolavano dal 1921 e sono passati quasi cent'anni, quindi non l'ha portata Franco Mula, che è arrivato anche da poco nel partito, e mi auguro e spero di poter onorare perché ha una storia prestigiosa. Devo dire che quelle bandiere, quando sono state fatte sventolare, anche da poco, continuo a dire che sono state fatte sventolare con grande dignità, perché reputo non solo me, ma anche i miei colleghi, almeno quelli che sono presenti in quest'aula, persone con una grande dignità, la stessa grande dignità che ha il nostro partito, e di questo ne andiamo fieri.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Gianfranco Ganau. Ne ha facoltà.

GANAU GIANFRANCO (PD). Rinuncio all'intervento.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Dario Giagoni. Ne ha facoltà.

GIAGONI DARIO (LEGA). Io mi rivolgo al collega Li Gioi, "beato chi se lo fa sto sofà, ma la sua poltrona, la sua, è qua, e quella dei suoi colleghi a Roma è là". Cioè, le dico che a lei sono rimaste solo parole, a lei sono rimaste solo parole, perché lei secondo me, con l'intervento che ha fatto prima nei confronti del collega Saiu, che è stato bravissimo a descrivere, a relazionare questo disegno di legge, lei ha detto "poltrone, poltrone", forse ha confuso la canzone di Mina in "Parole Parole", parole le sono rimaste solo quelle, come le stesse parole che lei ha utilizzato quando ha parlato di Air Italy. Lei non sa che io, grazie all'Assessore dei trasporti che ora non è presente, ho chiesto che incontrassimo i dirigenti dell'aeroporto di Olbia per trovare una soluzione indubbiamente per quelle famiglie, e soprattutto per quanto riguarda il discorso di un aeroporto importante come quello di Olbia. Vorrei continuare con quello che mi sono prefisso e trascritto qua in questo documento, il disegno di legge preso in esame quest'oggi rappresenta, a nostro avviso, il primo fondamentale presupposto che consentirà in seguito una sostanziale riforma degli enti locali, consentendo la nomina degli amministratori straordinari, i quali avranno il compito della gestione ordinaria. Uno dei principi fondamentali dovrà essere la possibilità di dare voce al popolo sovrano, questo lo chiedo alla Giunta, lo chiedo a tutti i colleghi di maggioranza, consentendo l'elezione diretta degli organi provinciali. Nel trovarci qui a discutere di province, benché il testo in esame sia inerente a differenti disposizioni, non possiamo esimerci dal rendere nota anche un'altra nostra speranza, quella di vedere seguire a questo primo passo l'istituzione della Provincia Nord-Est o Provincia Gallura, come vogliamo chiamarla, che tanto è voluta da noi rappresentanti della Gallura, e vorrei che il collega, onorevole Li Gioi, dicesse davanti a quest'Aula se è d'accordo o contrario alla provincia del Nord-Est a chiare lettere, un'area che può avanzare tale richiesta forse della sua delimitazione geografica già ben definita della coesa volontà degli attuali amministratori e cittadini consci della grande opportunità che tale avvio istituzionale rappresenterebbe per l'intero territorio e i suoi abitanti, un'area che vanta peculiarità e specificità, che meritano riconoscimento e soprattutto meritano possibilità di autogestione. Questa mia breve digressione non deve però essere interpretata come una chiusura nei confronti di altri territori, che sentono il diritto di avanzare le medesime pretese, anzi, siamo ben disposti al dialogo e all'ascolto di qualunque proposta e/o necessità, sempre. Grazie, signor Presidente.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Mula. Ne ha facoltà.

MULA FRANCESCO (PSd'Az). Visto che il pomeriggio oggi è andato a oltranza chiederei dieci minuti di sospensione; urgenti!

PRESIDENTE. Il Consiglio è sospeso per dieci minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 15 e 37, viene ripresa alle ore 15 e 45.)

Continuazione della discussione del disegno di legge: Disposizioni in materia di enti locali (51/A)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, prego i consiglieri di prendere posto.

E' iscritto a parlare il consigliere Angelo Cocciu. Ne ha facoltà.

COCCIU ANGELO (FI). Grazie, Presidente, grazie per la parola, un saluto a lei, agli amici della Giunta e ai colleghi Consiglieri. Siamo giunti a un provvedimento importante, che è il DL numero 51, che ha come tema un argomento molto importante e sentito, che è quello delle province. Come ho sentito già dagli interventi precedenti, come quello del collega Giagoni e qualcun altro, ci sono delle aspettative forti da parte di alcuni Consiglieri, e anche da parte di alcuni territori. L'ho ripetuto più volte tra i miei, i componenti della maggioranza, l'ho ripetuto più volte durante le assemblee, noi rappresentiamo un territorio, la Gallura, che ha una aspirazione importante, che è quella di riavere la propria provincia che, al pari di Autorità portuale, ASL, e qualche altra situazione, è stata estremamente scippata. Noi siamo parte di questa maggioranza, e lo saremo fino alla fine, però volevo dirvi questo; essendo uomo di maggioranza e persona che rispetta le istituzioni, ma anche i propri ruoli, non sono assolutamente disposto a farmi mettere i piedi in testa rispetto a questo argomento, in quanto si tratta di qualcosa inserito all'interno del programma elettorale, non si tratta di un trabocchetto politico presentato all'ultimo momento, ma si tratta di qualcosa che questa maggioranza ha divulgato a spada tratta nelle principali riunioni che sono avvenute all'interno del territorio Gallura. Io sono d'accordo su tutto, non ho nessun problema a portare avanti alcuna iniziativa, l'importante è che non ci si prenda in giro. Concordo con tutti gli amici, anche sull'intervento del Consigliere Franco Mula, ma se il provvedimento che riguarda il riordino degli enti locali non prenderà inizio prima del periodo natalizio io sarò costretto, almeno personalmente, poi gli altri Consiglieri galluresi vedranno quello che vorranno fare, sarò costretto a prendere le mie decisioni, perché ho sentito qualcuno dire: "Entro luglio"; assolutamente no! Assolutamente no! Questo provvedimento di riordino degli enti locali deve essere preso in considerazione immediatamente, altrimenti si procederà come già da tempo si doveva fare in Commissione, cioè modificare la legge affinché la provincia Gallura prenda piede e possa nascere. Noi galluresi non siamo venuti qui a usurpare e mettere i piedi in testa agli altri territori, se gli altri territori, come dicono, vorranno fare qualcosa di nuovo, che lo facciano, che si mettano in coda, che cerchino di ottenere l'ok da parte di tutti i Sindaci, che le loro province, o future province, o province auspicate abbiano i requisiti oggettivi, soggettivi e territoriali, che abbiano tutto quello che ha la provincia Gallura, e soprattutto che passino il parere del CAL come la provincia Gallura ha già fatto. In questo momento, che lo si voglia o che non lo si voglia, la provincia Gallura è l'unico territorio che può ambire a diventare provincia, se gli altri vorranno fare i passaggi che la provincia Gallura ha fatto, li facciano in assoluta tranquillità, e noi non ci metteremo mai contro, però un provvedimento a luglio, entro luglio, che preveda l'istituzione di questo nuovo ente o il riordino degli enti locali per noi galluresi è assolutamente eccessivo e non potremo mai andare oltre. Grazie.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Rinuncio all'intervento.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.

SANNA QUIRICO, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Onorevoli consiglieri regionali, signor Presidente, colleghi della Giunta, ho sentito con attenzione tutti gli interventi dei consiglieri regionali, vi ringrazio per gli interventi, per i suggerimenti e financo per le critiche, che sono sempre bene accette e che servono al prosieguo di un cammino, che non è solo un annuncio. La legge di riforma degli enti locali si fa e si porterà a termine, onorevole Cocciu, portando al voto libero, democratico e popolare alla prossima tornata elettorale. Questa è stata una promessa fatta agli elettori, gli elettori hanno dato il voto di maggioranza per governare questa Regione votandoci su determinate proposte di legge che noi intendiamo onorare nel rispetto dell'istituzione del Consiglio regionale.

Onorevole Lai, è vero, io giro i comuni, li giro tutti, gialli, verdi, rossi, perché è giusto che l'Assessore agli enti locali senta il parere degli amministratori locali troppo spesso abbandonati. Sappia, onorevole Lai, che sono passato in comuni dove per la prima volta passava un Assessore della Regione Sardegna. Questo lo faccio ogni settimana, il sabato e la domenica, lo faccio con grandi sacrifici, ma lo faccio perché è dovere di un Assessore agli enti locali andare nelle comunità e sentire.

Onorevole Piano, ho molto apprezzato il suo intervento. Sì, questa riforma parte dal basso. Io sto sentendo le amministrazioni locali, sto sentendo le parti sociali, le associazioni, perché noi dobbiamo fare un vestito, dobbiamo fare una riforma che serva e che sia condivisa, una riforma che non deve durare l'arco di una legislatura, una riforma che deve avere l'ambizione di durare il tempo necessario per dare le risposte che gli enti locali si aspettano. Certo, abbiamo un'occasione storica di poter costruire una riforma anche condivisa, nel rispetto dei ruoli, però anche in Commissione io vi ho chiesto e sono ben lieto di accettare il contributo che deve essere fattivo. Io non ho problemi, anzi mi sono messo a disposizione da subito perché non siamo titolari della verità, probabilmente sarete anche in grado, e lo siete perché avete anche le capacità per farlo, di dare dei suggerimenti utili, non a voi o noi, a quel popolo che noi rappresentiamo in quest'Aula. Guardate, mi corre l'obbligo e il dovere di ringraziare una persona, un galantuomo, un servitore dello Stato che è il dottor Sechi, che era amministratore straordinario della Provincia di Sassari, un uomo che ha dato una lezione a tutti, quella è la buona politica; un servitore dello Stato che era stato nominato con una nomina fiduciaria, nel momento in cui coloro che gli avevano espresso la fiducia non c'erano più e c'era una nuova maggioranza non ha esitato un minuto a presentare le dimissioni. Io gli ho reso omaggio nella sede della Provincia di Sassari e lo voglio fare qui pubblicamente in quest'Aula. Quella è la buona politica. In quella vituperata Prima Repubblica non c'era bisogno di fare disegni di legge, era normale perché quella è la dignità politica.

Onorevole Piu, grazie per la lezione che ha dato oggi nel rispetto del suo ruolo, nell'eleganza e nel rispetto che ha dell'Aula e di chi è seduto qua. Lei ha detto cose condivisibili e ne faccio tesoro. Nessuno vuole imporre nulla, non faremo mai e poi mai riforme contro la volontà dei territori. Noi le riforme le vogliamo fare e le facciamo con i territori.

Onorevole Cocciu, ha fatto bene a sottolineare anche questo aspetto di quel territorio da dove proveniamo entrambi. Io mi auspico che quel percorso sia fatto anche da altri, non abbiamo pregiudiziali. Io non sono il nemico dell'Ogliastra, non lo sono e non lo sarò mai. Io sono uno che rispetta i territori. Ci sono le norme, ci sono i presupposti, è un percorso che tutti dobbiamo fare.

Quindi questa legge non è la riforma, questa legge è la chiave che serve per iniziare la riforma. La riforma verrà presentata nei tempi che abbiamo stabilito in modo che il Consiglio, che è sovrano, avrà modo di leggere, eventualmente emendare, eventualmente suggerire, ma vi dico di più. Prima che venga presentata in Aula avrò il piacere di incontrare singolarmente o tutti insieme chiunque di voi e da chiunque io prenderò suggerimenti e proposte perché questo io sono, questo è questa Giunta. Non siamo i titolari della verità. Noi l'unico compito che abbiamo è quello di servire questo popolo, di servire questa terra e lo dobbiamo fare nel migliore dei modi perché le riforme non sono riforme della maggioranza, le riforme servono al popolo sardo e vengono fatte dal Consiglio regionale, e quindi con il rispetto che è dovuto a questa Assemblea, con il rispetto che è dovuto agli elettori di questa terra, noi questa riforma la facciamo perché la vogliamo, la vogliamo con forza e sia chiaro, il nostro obiettivo è quello che si vada alla prossima tornata elettorale per eleggere i consigli comunali e i consigli provinciali con un voto libero democratico e popolare. E se è necessario aprire una sfida col Governo sul fatto che il popolo debba votare, ebbene noi sfideremo il Governo, perché ci sono battaglie di principio che vanno fatte e non bisogna avere paura di farle, perché non dovete avere paura di fare esprimere il popolo. Il popolo è sovrano e questo è un elemento che tutti dobbiamo difendere. Per questo voto libero e democratico sono morti italiani, per questo voto libero e democratico è stato sparso il sangue. Ebbene, quel sacrificio va rispettato e onorato difendendo sempre e comunque il popolo. Quindi io auspico che questa legge venga approvata, che la maggioranza abbia gli strumenti che la democrazia gli consente per poter andare avanti nel viatico di questa riforma. Spero vivamente, di cuore lo dico, di avere anche il supporto, nel rispetto dei ruoli, di quella che è oggi l'opposizione e che domani potrà essere la maggioranza. I ruoli si alternano, grazie a Dio, perché in democrazia si vota, per fortuna. Grazie.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Mula. Ne ha facoltà.

MULA FRANCESCO (PSd'Az). Presidente, sull'ordine dei lavori. Chiedo urgentemente una convocazione del Gruppo di maggioranza.

(Interruzione del consigliere Francesco Agus)

MULA FRANCESCO (PSd'Az). Non saranno d'accordo, ma non ci interessa. Urgentemente una sospensione in aula.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Ormai siamo in dichiarazione di voto. Io chiedo…

(Interruzione del consigliere Francesco Mula)

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Non siamo in dichiarazione di voto? Va bene, se l'Assessore ha terminato chiedo il voto elettronico sul passaggio agli articoli.

PRESIDENTE. È sospeso il Consiglio per un quarto d'ora.

(Proteste dai consiglieri della minoranza)

(La seduta, sospesa alle ore 16, viene ripresa alle ore 16 e 32.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori.

Ha domandato di parlare la consigliera Desirè Manca. Ne ha facoltà.

MANCA DESIRE' (M5S). Sull'ordine dei lavori, Presidente, chiederei dieci minuti di sospensione per una breve riunione di minoranza.

PRESIDENTE. Il Consiglio è sospeso per dieci minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 16 e 33, viene ripresa alle ore 16 e 42.)

Continuazione della discussione del disegno di legge: Disposizioni in materia di enti locali (51/A)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori.

Ha domandato di parlare il consigliere Roberto Deriu. Ne ha facoltà.

DERIU ROBERTO (LEU). Presidente, per chiedere la fissazione della Commissione in modo da poter valutare gli emendamenti.

PRESIDENTE. Mi pare che il relatore possa… ci sono degli emendamenti… mi pare che vi fosse anche un accordo in ordine agli emendamenti? Allora se è saltato l'accordo, dopo il passaggio all'esame degli articoli e l'elencazione di tutti gli emendamenti proposti e non ritirati, darò la parola al relatore.

Ha domandato di parlare il consigliere Eugenio Lai per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LAI EUGENIO (LEU). Presidente, lo spettacolo a cui abbiamo assistito per tutta la giornata dà il senso di come questa maggioranza abbia le idee chiare anche su riforme decisamente meno importanti di quelle che poc'anzi ha illustrato anche l'assessore Sanna. Noi crediamo e daremo il nostro contributo, intervenendo naturalmente su ogni articolo, intervenendo su ogni emendamento che abbiamo presentato e proveremo a dare il nostro contributo per migliorare una norma che così com'è ci sembra abbastanza vuota, insulsa e dal nostro, dal mio punto di vista una norma che ha come sola ambizione, nonostante i Consiglieri di maggioranza si offendano, sostituire dei nomi con degli altri nomi, senza nessun tipo di visione, senza nessun tipo di prospettiva. Il voto sul passaggio agli articoli come ben potete immaginare è un voto negativo. Naturalmente, Presidente, aspettiamo la convocazione della Commissione per l'esito sui pareri degli emendamenti, non può essere il relatore di maggioranza a inventarsi un parere a proprio piacimento, c'è una Commissione, la I Commissione, secondo il Regolamento, che deve esprimere il parere su tutti gli emendamenti, non è mai successo che il relatore di maggioranza entrasse in aula a proprio piacimento e dicesse questo sì e questo no. E' un lavoro che è competenza della commissione. Naturalmente dopo il passaggio all'esame degli articoli aspettiamo la convocazione della Commissione, l'esito delle votazioni su tutti gli emendamenti che naturalmente in questo momento permangono alla votazione, e successivamente proveremo a costruire un percorso che ci consenta di migliorare questa normativa. Auspichiamo naturalmente un senso di responsabilità da parte della maggioranza, che non vada a colpi di sospensione della seduta. Ricordiamo le famose "14 e 58" del Presidente del Consiglio che convoca l'Aula, alle 15 e 15 non c'era nessuno, sospensione, si rientra in aula, di un nuovo bagarre, di nuovo sospensione, praticamente alle 16 e 47 si riprendono dei lavori che dal nostro punto di vista potevano, per quello che avete proposto, anche essere approvati entro la mattinata, avete deciso di andare al pomeriggio, è stata una vostra scelta quella di andare al pomeriggio, di non esaminare gli articoli durante la mattina, poi il resto…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Alessandro Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS ALESSANDRO (M5S). Presidente, colleghi, ci tengo a scusarmi con il presidente Saiu, per prima, per aver utilizzato una terminologia innalzata inesatta, come ho detto ho tanto da imparare ma conosco la normativa, vorrei correggere il termine "inventare" con "avvalersi della facoltà di" utilizzare una prerogativa loro attribuita per legge, al solo fine, lo ribadisco, di aumentare le seggiole, perché tant'è. Capisco l'infervoramento che viene dimostrato nel difendere questo libro dei sogni, rappresentato da questa riforma, un libro che purtroppo ancora nessuno ha. Quindi non capisco che cosa si stia difendendo, nessuno lo sa, perlomeno ancora non lo so neanch'io. Capisco che risulta necessario quindi bilanciare la mancanza di argomenti col sacro furor proprio di chi sente di difendere un provvedimento indispensabile e vitale per il miglioramento delle condizioni dei cittadini sardi. Mi auguro per tutti che questo giunga quanto prima, così si avrà una vera ragione per infervorarsi e qualcosa da difendere, e non ci si dovrà lasciare andare ad inopportune e pretestuose reprimende per nascondere con una minuscola foglia di fico la spartizione e moltiplicazione di poltrone che trattiamo oggi, occupando ancora una volta in modo squalificante questo massimo consesso. Un libro mandato come ho detto dal sapore antico, un papiro, una tavoletta cerata azzarderei, che ci riporta ai bei tempi, o meglio che riporta qualcuno ai bei tempi, non di certo i cittadini sardi. Difatti appena approdato in Commissione questo provvedimento si presentava scritto in una maniera quasi incomprensibile, una scrittura cuneiforme, che i Commissari di opposizione nelle insolite vesti di archeologi hanno avuto la compiacenza di tradurre e riscrivere sotto dettatura per cancellarne quantomeno le palesi deficienze, favorendo per puro senso istituzionale e per l'ennesima volta il lavoro della maggioranza, come le innumerevoli volte nelle quali abbiamo garantito la nostra presenza ai fini del computo del numero legale.

Per questo ribadisco il fermo no del Gruppo del Movimento 5 Stelle. Grazie.

Sul Regolamento

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Roberto Deriu. Ne ha facoltà.

DERIU ROBERTO (LEU). Presidente, io le chiedo che sia rispettato il comma 15 dell'articolo 84 del Regolamento. Grazie.

PRESIDENTE. Onorevole Deriu, lei sa meglio di me che questo comma è stato più volte interpretato in maniera tale da evitare il passaggio in Commissione. Vi era, ribadisco, un accordo peraltro in questo senso, mi pare che l'accordo sia saltato, se si vuole interpretare il regolamento per allungare e quindi appesantire i lavori certamente io non posso esimermi dall'applicazione del regolamento. Chiedo però, insomma di qua vedo una serie di interventi, a questo punto se gli interventi sono confermati oppure si passa alla votazione per il passaggio agli articoli, e poi si sospende per la Commissione.

Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Il passaggio degli articoli rimane sospeso, quindi non si prosegue con il passaggio degli articoli, per il tempo strettamente necessario a consentire alla Commissione che ha istruito il provvedimento l'esame degli emendamenti. Per cui a mio giudizio questo comma va interpretato con una sospensione anche di questa procedura, e quindi anche delle dichiarazioni di voto per permettere alla Commissione di riunirsi e dare il parere e poi riprende.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Mula. Ne ha facoltà.

MULA FRANCESCO (PSd'Az). Siccome ci assumiamo responsabilità anche di quello che è successo, c'era un accordo, l'accordo è saltato, quindi chiedo alla maggioranza che si resti qui in Aula fino alle 5 del mattino, non ci interessa, i nostri emendamenti, quelli della Giunta, rimangono in piedi, per colpa nostra ripeto, e andiamo avanti. Quindi chiedo a tutti responsabilità e noi ci siamo.

PRESIDENTE. Era prassi che la Commissione si svolgesse dopo la votazione del passaggio all'esame degli articoli, applichiamo il Regolamento in maniera pedissequa, il Consiglio è sospeso di per trenta minuti per l'esame, per garantire quindi alla Commissione l'esame degli emendamenti, quindi la Commissione è convocata nella stanzetta qua vicino per trenta minuti. Si riaggiorna alle 17 e 25.

(La seduta, sospesa alle ore 16 e 54, viene ripresa alle ore 17 e 49.)

Continuazione della discussione del disegno di legge: Disposizioni in materia di enti locali (51/A)

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta, chiedo ai consiglieri di riprendere posto. Avevamo sospeso in fase di dichiarazione di voto, non so se le iscrizioni permangono.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Franco Satta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SATTA GIAN FRANCO (Progressisti). Sì grazie Presidente, al di là della contrapposizione in aula tra maggioranza e opposizione devo dire che questo dibattito sulla riforma del sistema delle Autonomie locali mi ha dato modo di esprimere quelli che sono i concetti fondamentali, per come vedo una riforma possibile, futura, sul sistema delle Autonomie locali. Devo dire che ho apprezzato anche l'intervento Cocciu, stranamente anche l'intervento di Giagoni che chiede che la riforma sulle Autonomie locali e la nuova architettura in Sardegna debba approdare in quest'Aula entro il 31 di dicembre. Io in proposito ho presentato un emendamento che prevede la possibilità che questo processo, diciamo di commissariamento che dura ormai da sei anni, l'unica Regione in tutta Italia che continua ad avere i commissari al governo delle province e li teniamo anche contro una legge nazionale, la legge quadro, la numero 56 del 2014 che prevede che questi enti vadano ad elezione di secondo grado. In molti interventi dei colleghi che mi hanno preceduto, hanno fatto riferimento alla legge numero 2 del 2016, la legge regionale, in realtà quella è veramente una riforma sul sistema delle Autonomie locali, ma devo aggiungere anche che quella legge è un copia incolla dalla legge nazionale, quindi, allora delle due l'una, io vorrei capire, in questo caso chiamando in causa l'Assessore, su quale norma noi stiamo derogando, perché all'articolo 1 noi deroghiamo alla legge numero 2, ma che cosa stiamo derogando? All'intero complesso della legge numero 2 del 2016 o dobbiamo fare dei riferimenti rispetto a gli articoli…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampietro Comandini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COMANDINI GIAMPIETRO (PD). Grazie Presidente, io devo dire che chiamo in causa il mio amico e collega Deriu a cui chiedo uno sforzo editoriale in più, dopo la sua fatica con la "Pantera di Bultei", credo sia necessario un prossimo libro il "Il topolino di Monti", lascio a lei definire la taglia e le misure del topolino, perché devo dire che leggendo il titolo dell'ambizioso disegno di legge:"Disposizioni in materia di enti locali" la relazione, ma anche il suo appassionato intervento, un intervento dove, la voglio rassicurare, il popolo vota ogni cinque anni non perché lo dice lei o lo diciamo noi ma perché lo dice la Costituzione, e il popolo vota non perché lo dicono i sondaggi o qualcuno si sveglia e lo vuole portare a votare al di fuori della Costituzione, ma ci sono regole che garantiscono proprio quelle libertà a cui lei faceva riferimento. E ora questo popolo sovrano, che sta aspettando trepidante in ogni angolo della Sardegna questo disegno di legge (io ho ricevuto già centinaia di telefonate che mi dicono: "A che punto è il disegno di legge sulle disposizioni in materia di enti locali?"), io credo che domani mattina sarà abbastanza deluso, perché di disposizioni in materia di enti locali qui c'è ben poco, pochissimo, quasi nulla, c'è soltanto un aspetto. Devo dire, e qui dò ragione ai colleghi del centrodestra, io non mi scandalizzo assolutamente che una nuova maggioranza ritenga opportuno modificare alcuni assetti nominando persone di propria fiducia, questo fa parte delle regole del gioco, è accaduto e sempre accadrà, non mi lamento di questo, devo dire che mi sorprende in maniera abbastanza evidente che non è il presupposto ma è quello che siete andati a dire anche durante gli interventi, quello che avete seminato nelle aspettative della gente, su una riforma che è un semplice spoil system; spoil system che vi fa arrivare credo ormai a 100 nomine nei primi sei mesi perché cari colleghi parlando sul serio devo dire che avete superato anche i predecessori, siete arrivati a quasi 100 nomine nei primi sei mesi, vi possiamo dare anche l'elenco. Per cui la prefazione sarà sicuramente quella montagna…

PRESIDENTE. Signor Vicepresidente, purtroppo il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (LEU). Come direbbe l'amico Piero Maieli, che non vedo in aula in questo momento, vi parla la belva di Bottida.

Io ho fatto di tutto, abbiamo fatto di tutto per fare in modo che questo DL 51 alle 14 e 58 venisse esitato da quest'Aula; avevamo assunto un impegno nella Conferenza dei Capigruppo della settimana scorsa, l'impegno è stato portato con estrema tranquillità stamane in Aula, siamo arrivati al dunque e al dunque qualcuno si alza chiedendo di non andare ad oltranza, passa - senza votazione, debbo dire, lì ha sbagliato lei, Presidente, perché quella proposta dell'onorevole Mula andava messa ai voti, perlomeno, perché l'impegno precedente era altro - e comunque si decide di andare a pranzo per tornare poi qua, e poi quando torniamo qui gli amici dei Fratelli d'Italia improvvisamente abbandonano l'aula, sembrerebbe perché è arrivata dai corridoi la notizia di una nomina che a loro non facesse troppo piacere, e a quel punto decidono di chiedere chiarimenti, e i chiarimenti in politica si ottengono anche in quella maniera, abbandonando l'Aula, e chiedendo per poter rientrare di avere risposte in merito. A me dispiace molto, perché sono uno abituato comunque a mantenere gli impegni ma dovete riconoscere che gli impegni sono stati mantenuti, gli impegni, parlo del ritiro degli emendamenti, non è sicuramente responsabilità di questa minoranza… io avrei fatto anche altro, io avrei abbandonato l'Aula, sarei andato a casa e vi avrei fatto votare da soli questa leggina. Lei parla sempre di leggi, non di leggine, questa è una leggina, è una leggina di proroga che io, l'ho detto anche prima, avrei fatto sei mesi fa, cinque mesi fa, quattro mesi fa, appena la Giunta si è insediata, la state facendo oggi. Purtroppo lo spoil system esiste, che sia giusto o sbagliato, e io mi auguro che le nomine che saranno fatte dopo l'approvazione di questa legge (che avverrà entro oggi, dopo mezzanotte sicuramente) le persone che andiate a nominare abbiano le competenze e i requisiti per poter assumere quei ruoli che comunque sinché non si andrà all'elezione diretta dei consigli provinciali, sono ruoli importanti. Lo dico ancora una volta, Guido Sechi ci ha dimostrato davvero di saper ricoprire quell'incarico in maniera egregia, ne sono testimoni tutti i sindaci della provincia di Sassari.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gianluigi Piano per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PIANO GIANLUIGI (PD). Per annunciare il voto negativo. Dopo che ho ascoltato l'intervento dell'Assessore resto ancora più convinto che sia importante davvero avviare la riforma e sia importante anche avviarla con estrema urgenza, però il disegno di legge che oggi stiamo discutendo non porta nulla di questa riforma ma semplicemente va a sostituire gli amministratori straordinari. Quindi il mio voto, come anticipato, sarà negativo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Laura Caddeo per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CADDEO LAURA (Progressisti). Per esprimere innanzitutto il mio voto contrario ma anche alcune perplessità, e perfino un certo disagio rispetto ai lavori di questa Assemblea nella giornata di oggi.

Posto che la dialettica tra maggioranza e minoranza, non solo è legittima ma è proprio necessaria se riteniamo che la formulazione di una legge come questa, ma del resto per tutte le leggi, dicevo la formulazione di una legge debba rispondere alle aspettative dei sardi che ci hanno votato, affinché, proprio con quella dialettica, anche da posizioni diverse si confluisca in un provvedimento che sia cucito su misura rispetto alle caratteristiche dei nostri territori e dei nostri paesi. Oggi credo che in quest'Aula si siano disattesi molti dei nostri doveri e molti dei diritti dei sardi; ciò che si è espresso oggi è probabilmente frutto di una politica intesa più come sintesi di trattative e compromessi che come esercizio di un ruolo eticamente ineccepibile, attraverso il quale maggioranza e minoranza si esprimono e al termine del confronto democraticamente ci si conta, con il voto appunto. In merito alla legge che stiamo discutendo non stupisce che si decida, così come diceva anche l'onorevole Comandini, di nominare o sostituire amministratori o commissari, ma che questa azione venga agghindata come qualcosa di diverso, di più incisivo per la Sardegna, di più significativo per la democrazia.

Qui si è parlato giustamente della dignità storica e politica di alcuni partiti, e allora lo si dimostri, accettando le critiche e rinunciando a scelte campanilistiche, rinunciando a un delirio di onnipotenza che non ha mai portato a scelte sagge e che raramente coincide con l'interesse generale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Diego Loi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOI DIEGO (Progressisti). Due minuti solo per confermare quanto ho già detto stamattina, ovvero il voto contrario a questo provvedimento, per i contenuti che assume rispetto a quanto annunciato per una finalità chiaramente di carattere esclusivamente di spoil system, per dire che nonostante i presupposti, nonostante gli accordi di stamattina con la Conferenza dei Capigruppo, sostanzialmente alla fine ci troviamo, l'abbiamo visto adesso nei lavori della Commissione, a una chiusura rispetto a delle proposte che sono talvolta più dentro i contenuti e propositivi piuttosto che altro, e per denunciare poi sostanzialmente il fatto che siamo attorno a questo provvedimento, che bene l'onorevole Cocco ha voluto definire una leggina, circa un mese, tra lavori di Commissione lavori dell'Aula: siamo un mese attorno a questo provvedimento di sostituzione di nomine di commissari e amministratori straordinari, e credo veramente che la Sardegna e tutto il popolo sardo siano in attesa di ben altri provvedimenti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppe Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MELONI GIUSEPPE (PD). Per esprimere il voto contrario al passaggio agli articoli di questo disegno di legge, per i motivi già toccati nel corso della discussione dal punto in discussione generale, vorrei però aggiungere qualcosa, in particolare vorrei chiedere conto del destino di alcuni emendamenti, Presidente, mi rivolgo principalmente a lei, perché se mi è parso di capire che la Commissione si sia espressa in modo favorevole sui due emendamenti presentati dalla Giunta uno che va a modificare il titolo e l'altro che va a fare una sorta, che poi così non è, interpretazione autentica di una norma, che riguarda l'accesso alle cariche dirigenziali, mi risulta che invece la Commissione abbia espresso parere negativo rispetto agli emendamenti che riguardano uno l'istituzione della città metropolitana di Sassari e l'altro l'istituzione della provincia del nord est presentati dall'onorevole Satta e Piu e dal sottoscritto. Ecco per capire semplicemente anche per andare avanti ed è importante che tutti in sede di voto sul passaggio agli articoli sappiano bene di cosa andiamo a trattare, per capire il trattamento immagino omogeneo rispetto a questi tre emendamenti, anzi quattro emendamenti, che a quanto mi pare di capire vengono accolti tutti. Non mi dilungo oltre lo farò probabilmente nel corso della discussione sui singoli emendamenti, ai singoli articoli, appunto in quella sede poi farò degli approfondimenti che mi interessa fare. Però in questa sede mi interessa capire, Presidente, il destino di questi emendamenti rispetto all'ammissibilità, grazie.

PRESIDENTE. Si applicherà in maniera rigida, non rigida, giusta il Regolamento.

Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Grazie Presidente, il voto sarà negativo nel merito avremo modo nei singoli emendamenti di chiarire meglio ogni aspetto riguardante il sistema degli enti locali oggi in Sardegna. Il voto è negativo ed è condito da stupore, non perché la maggioranza abbia azzardato di fare uno spoil system in enti non subordinati ma equiordinati. Io sono favorevole allo spoil system mi sono lamentato anche ufficialmente con le maggioranze che sostenevo quando non l'hanno applicato, perché trovo assurdo che gli elettori il giorno dopo le elezioni, con l'insediamento della nuova maggioranza debbano assistere a un balletto che vede alcune figure rimanere al loro posto. Sono contro le figure buone per tutte le stagioni. Mi sono lamentato a suo tempo col presidente Pigliaru, credo che fosse parte del mandato di Governo il fatto che la maggioranza neo eletta presentasse una legge e utilizzasse anche quel potere. In questo caso, diciamo, al posto di chi ha scritto la legge lo avrei fatto in modo da non rendere certa l'impugnazione di questa legge. Perché credevo di aver visto tutto, una legge scritta così male e approvata dalla Giunta in quella maniera ancora non l'avevo vista. Fortunatamente nel nostro ordinamento c'è la possibilità, anzi l'obbligo, di accompagnare la legge da una relazione la famosa ATN, che mancava e che è arrivata poco prima della discussione, in cui l'Avvocatura regionale vi ha spiegato chiaramente che quella legge non stava in piedi, continua a non stare in piedi, per diversi motivi ne parleremo quando discuteremo gli emendamenti. L'altro motivo del mio stupore è il fatto che anche questa volta la maggioranza ha cercato di usurparci il ruolo. Ora noi non siamo contenti di essere opposizione, ci sarebbe piaciuto essere in maggioranza, applicare il nostro programma di cambiamento alla Sardegna, però gli elettori hanno scelto altro. La cosa che non è possibile che in quest'Aula la maggioranza giochi più parti in commedia e sistematicamente mandi al macero gli accordi presi dalla Capigruppo per logiche tutte interne agli scontri interni, rende impraticabile quest'Aula, perché io prenderò tutto il tempo necessario per dire le cose che avevo previsto, e che avevamo previsto con il colleghi in questa giornata. Ritengo però assurdo aver trascorso le ultime sette ore all'inseguimento dei vostri accordi…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Roberto Deriu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DERIU ROBERTO (LEU). Grazie signor Presidente, abbiamo tentato inutilmente di aiutare la maggioranza a sveltire l'iter di questa legge invece la maggioranza con un comportamento, che tuttora non abbiamo capito e non capiamo, ci costringe a sfruttare ogni possibilità che abbiamo di rallentare l'approvazione. Mi pare una cosa davvero inutile, perché rimangono ferme le nostre motivazioni contrarie a questo provvedimento, le abbiamo scritte, le abbiamo dette, le ribadiamo qui, non si è stati neanche capaci di tenere la parola non una volta ma già due, nonostante questo mi pare che se anche si volesse dire che la prima Commissione non aveva o non ha avuto il compito di fare un vaglio delle possibilità che ancora esistono rispetto a un contegno più rispettoso nei riguardi dell'opposizione, forse la Giunta, forse la Vicepresidente, forse i gruppi di maggioranza possono adesso prendere in considerazione di nuovo la possibilità di un'approvazione di questo provvedimento in modo semplificato e in modo accettabile. Noi non stiamo ora qui a chiedere sospensioni, anche se questo è lo stile che sta ormai diffondendosi come costume in quest'Aula, però una riflessione mentre andiamo avanti e avremo tutto il tempo perché la facciate, vi dico fatela. Io ho sentito tanti componenti del centrodestra lamentarsi per il fatto che anche la loro parola era stata tradita nel tradire gli impegni che sono stati assunti col centrosinistra in questi giorni. Quindi può darsi che questa insoddisfazione possa tramutarsi in una proposta che venga dal centro destra e che pur sempre potrà essere valutata, grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Valter Piscedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PISCEDDA VALTER (PD). Grazie Presidente, intervengo anch'io su questo disegno di legge il 51/A che ha fatto un iter che sembrava abbastanza semplice poi si è dimostrato invece piuttosto farraginoso. Sembrava un provvedimento di quelli sereni e tranquilli che andasse sostanzialmente a intervenire su un pacchetto di nomine, che giustamente voi rivendicate e volete avocare a voi, è successo in passato anche a noi. E a proposito di passato devo necessariamente dire che almeno alcuni di noi, che provengono dalla precedente legislatura, su tematiche come queste proprio su questioni che riguardano gli enti locali abbiamo forse poco da rimproverare a voi per quello che sta succedendo oggi, ma mi sembra che oggi ci abbiate ampiamente superato, state imparando molto bene dai nostri errori e ci state dimostrando che non c'è limite al peggio. Un'operazione che si poteva risolvere da parte vostra in poche ore, chiamiamole così, se si fossero mantenuti gli accordi non saremmo certo qui a quest'ora. E purtroppo non è la prima volta che gli accordi non si mantengono, e questo a noi dispiace perché siamo appena ad inizio legislatura, siamo di fronte, peraltro, a un atteggiamento che stiamo riscontrando anche in altri ambiti di lavoro. Quando voi dite in questo provvedimento: "nelle more di una riforma organica del sistema delle Autonomie locali della Sardegna", ci fate pensare che stiate lavorando a un qualcosa di organico, appunto, a un testo complessivo che superi interventi parziali come questo e l'Assessore oggi ce ne ha dato prova, ci ha detto che sta lavorando a un testo che a breve ci verrà presentato ci ha detto anche alcuni dei contenuti. Assessore, questo è successo anche sul tema dell'urbanistica, noi abbiamo ricevuto in Commissione due proposte di legge, sono state congelate in attesa che arrivi il testo unico, ma sappiamo che poi arriverà il suo testo. Quindi, immaginiamo che anche oggi questo provvedimento durerà il tempo che lei impiegherà per tirare fuori questo provvedimento organico. Noi aspetteremo come abbiamo aspettato oggi tutta la giornata tra una sospensione e l'altra, aspetteremo fiduciosi, ma saremo…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gianfranco Ganau per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

GANAU GIANFRANCO (PD). Per dichiarare il mio voto contrario al passaggio agli articoli pur essendo evidentemente favorevole allo spoil system, che ritengo un metodo assolutamente legittimo da parte di una maggioranza che si insedia, e che quindi non mi trova assolutamente contrario. Devo dire che questo provvedimento arriva con almeno sei mesi di ritardo, e in questi sei mesi forse si sarebbe potuto arrivare in quest'aula presentando una proposta più organica di riforma degli enti locali, riforma che è assolutamente necessaria per motivazioni che poi proverò a spiegare nell'intervento sugli articoli. Sono contrario soprattutto perché questo intervento sottrae ancora agli enti locali la proprietà di governo dell'Ente provincia, e lo sottrae per un periodo che non è brevissimo, è un periodo che va da qui fino almeno al 20 di luglio, con una prospettiva che verosimilmente sarà ulteriormente prorogata da questa maggioranza. Io credo che per queste motivazioni questa legge avrà grossissime probabilità di essere impugnata giustamente dal Governo, che tra l'altro aveva già eccepito sui precedenti rinvii delle elezioni di secondo livello. Noi abbiamo approvato ad agevolare il percorso di questa legge in tutte le maniere sottraendo alla discussione la gran parte degli emendamenti, ma ci siamo trovati di fronte ancora una volta, devo dire, con disappunto ad una maggioranza che arriva in aula divisa e che mostra tutte le sue divisioni, che cerca di tamponare queste divisioni con infiniti interventi di sospensione dei lavori. Io credo che questo sia un metodo non condivisibile, che non aiuta i percorsi legislativi e neanche il confronto tra maggioranza e minoranza. Spero che a questo si potrà porre rimedio in seguito e questo ci costringe ovviamente a riportare tutti gli emendamenti in campo e a discutere sul tema di ognuno di quelli che è stato presentato.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Nell'esprimere il voto negativo, sfavorevole per il passaggio agli articoli, mi permetto di sottolineare alcuni punti, anche in relazione al dibattito precedente, sia di interventi dei colleghi di opposizione sia nel dibattito generale, nella discussione generale su interventi sulla proposta in sé. In assenza di idee, mi pare di capire, e di progetti reali si promettono cose irrealizzabili nell'incapacità di definire strategie chiare. Cioè, si annuncia la volontà di arrivare al voto diretto senza avere interloquito col Governo e sapendo già di una risposta negativa e quindi dell'impossibilità di fare. Altro che province, il vostro disegno di legge sulle province non convince, non convince nessuno, non è un disegno di legge sulle province, è un disegno di legge sul provincialismo, che è quell'atteggiamento, quella cultura di pensiero al netto che si abiti in un piccolo paese, in un piccolo borgo o in città, che non è un'emarginazione rispetto alla vita nelle grandi città, ma è un'emarginazione del pensiero culturale, cioè si è piccoli, non si riesce a produrre nulla di grande e si guarda il contesto e il resto del mondo con diffidenza, con paura, e si punta sempre il dito nell'incapacità di proporre qualcosa di realizzabile contro coloro che bloccano, che impediscono, spostando ovviamente l'attenzione e la responsabilità da coloro che sono chiamati a dover fare e lavorare per la Sardegna a un nemico esterno, una volta è l'Europa, un'altra volta è lo Stato, che negherà la possibilità dell'elezione diretta, e quant'altro. È stato così per tutto, non, per carità, solo nella vostra esperienza, ma anche nel recente passato. Le ZES? Guai a realizzare le zone economiche speciali, tutta la Sardegna deve essere una ZES, nell'incapacità di definire priorità e luoghi puntuali e sviluppo. Zona franca? No, guai, zona franca integrale, tutta la Sardegna, perché non bisogna scontentare nessuno, alla fin fine senza accontentare e riuscire a dare risposte a un solo sardo. Geoparco, i luoghi dove insistono veramente… no, tutta la Sardegna, 400 siti sparsi per la Sardegna che ha determinato poi un'impossibilità di lavorare. Cioè, mai una scelta per paura di una voce contro, mai un'idea che poi venga realizzata per il benessere della Sardegna e lo sviluppo dei sardi.

Ho chiuso prima dello scadere del tempo, quindi immagino che il Presidente del Consiglio sia contento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Piu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PIU ANTONIO (Progressisti). Mi spiace anche dovere intervenire nella discussione, ma questo è un risultato, è la sintesi di quanto all'interno dell'aula non ci sia la capacità di capire quanto invece determinati provvedimenti debbano avere un iter snello e leggero, e non si capisce per il semplice fatto che una maggioranza così ampia, una maggioranza così solida, a detta dei consiglieri regionali, possa far passare con una semplice discussione di un paio d'ore un disegno di legge che nient'altro è la sostituzione dei commissari da quelli vecchi a quelli nuovi, cosa che io trovo assolutamente corretta e giusta, perché è giusto, lo abbiamo detto anche durante la discussione, che ci siano dei commissari che siano di riferimento del Governo regionale, e quindi che prendano il posto su ruoli che erano stati decisi prima da altri. Ma è impensabile che un Consiglio regionale, signor Presidente, possa continuare ad andare avanti così, cioè un disegno di legge realmente semplice, fatto di tre articoli, veda una discussione di nove ore. Io credo che anche nell'ordine dell'Aula la Presidenza abbia un ruolo fondamentale, nella discussione anche con i Capigruppo, perché ad ogni minima discussione o frizione non si possono prolungare i tempi dalle due alle nove ore, inserire emendamenti da parte della Giunta, di singoli consiglieri, all'interno di un provvedimento che invece dovrebbe parlare d'altro. Io credo che questo sia un modo di lavorare che nel prosieguo della legislatura non porti a niente, se non a creare inutili rallentamenti che purtroppo peseranno solo ed esclusivamente sulle decisioni che andremo a prendere ben più importanti rispetto a quella che stiamo prendendo oggi, perché oggi non si sta facendo altro che cambiare un commissario con un altro. E, quando dovremo parlare della riforma degli enti locali e qualcuno si alzerà con il piede sbagliato, la discussione quanto durerà? Durerà due mesi, durerà tre mesi, durerà quattro mesi? Cioè, la dialettica istituzionale impone che chi la conduce debba avere anche un senso di responsabilità elevato, diversamente si continuerà a vedere una discussione che si dilata nel tempo, si continueranno a vedere discussioni su articoli, su emendamenti che dureranno all'infinito, e purtroppo gli unici che di questo non ne gioveranno sono i cittadini. Quindi, io termino il mio intervento prima dei minuti che avevo a mia disposizione proprio perché non vuole essere solo puro ostruzionismo, ma cercare di riportare tutti a un minimo di senso di responsabilità. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Maria Laura Orrù per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ORRÙ MARIA LAURA (Progressisti). Per esprimere il mio voto contrario e sottoscrivere quanto espresso dai miei compagni di coalizione. Volevo sottolineare una questione abbastanza importante, la giornata di oggi rappresenta una complessità interna alla maggioranza, è evidente, e questa complessità mi dispiace che non sia neanche su dei temi di alto livello, dei temi profondi, di riforme organiche, come ricordavano alcuni passaggi di chi mi ha preceduto, ma piuttosto su modelli di politica vecchi, che le persone, i cittadini, a prescindere dal colore politico, ci chiedono e ci urlano da tempo di non portare avanti e di non continuare. Io penso che il periodo degli slogan debba essere davvero cambiato e portato avanti da periodi di momenti di riflessione e per entrare dentro le questioni con impegno, sacrificio, studiando e, come esprimeva l'onorevole Zedda, prendendo delle posizioni chiare, che delle volte possono anche non accontentare tutti, ma devono essere prese. Noi abbiamo avuto dei periodi in cui abbiamo davvero disatteso quelle che sono le volontà e le aspettative dei cittadini, l'abbiamo fatto e in un periodo ci hanno fatto capire bene che la strada da percorrere era un'altra, a destra e a sinistra, ed è stato fatto con un movimento che è nato anch'esso sotto forma di slogan, ma sicuramente perché ha trovato il consenso dei cittadini che pensavano di poter cambiare. Io invito ad una seria riflessione l'intera maggioranza, perché si assuma le responsabilità, perché oggi è chiamata a governare, e governare significa assumersi responsabilità e scegliere posizioni chiare e non portare avanti, ognuno sotto la sua bandiera, alcuni pezzi che possono essere davvero dannosi per quello che è il benessere di tutti i cittadini. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giorgio Oppi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

OPPI GIORGIO (UDC). Sento il dovere di intervenire perché ho sentito anche cose imprecise. Qualcuno ha detto che in effetti c'era un accordo; scusate, io non vi capisco, sarebbe bastato che uno avesse detto che c'era un accordo, non so in quale "conventicola" c'è stato questo accordo, e se c'è stato però non è stato notificato a nessuno, bastava un modestissimo intervento e avremmo immediatamente chiarito la posizione e rinunciato anche le cose che abbiamo detto. Però fare (…) è una cosa brutta, io avrei preferito invece, avete detto tutti, a seconda delle circostanze, che probabilmente si tratta dello spoils system, certo, quello che avete fatto voi, "come somiglia", diceva uno, "il tuo costume al mio", è una frase storica questa, pertanto voi avete fatto peggio, avete preso la gente e l'avete trasferita da Tempio al Sulcis, dal Sulcis là, poi fate queste specie di slogan, queste sciocchezzuole, no, avete preso la cartina geografica, avete visto i comuni, vi siete anche confusi, avete parlato di Narcao e di Iglesias, di Iglesias e di Villamassargia, peccato, potevate scrivere S'ortu mannu, perché è più famosa come S'ortu mannu il Comune di Villamassargia. Questi sono i vostri emendamenti. Noi abbiamo fatto un accordo, e stamattina abbiamo detto: benissimo! Voi avete individuato sei emendamenti che avremmo discusso, e avete chiesto di ritirare i due emendamenti della Giunta, cosa che è stata puntualmente notificata e concordata, dopodiché ci sarà stato pure questo piccolo inconveniente, ma anche poc'anzi avete chiesto che bastava che si approvasse uno degli emendamenti, in modo tale che avremmo raggiunto l'accordo. È stata avanzata questa proposta da parte dell'onorevole Deriu, ma è stata immediatamente modificata perché si volevano invece verificare anche gli altri cinque da parte di una parte sempre dalla minoranza, e siccome ci avete insegnato tante cose, non potete fare processi a nessuno. La passata legislatura è passata alla storia per le interruzioni durante i lavori di quest'Aula, è passata alla storia! Molte volte per ore intere, caro onorevole Ganau, non lo può contraddire, basta prendere gli atti, si è verificato. Avete concluso la legislatura in un modo veramente vergognoso, avete fatto mancare per tre volte il numero legale perché non eravate all'interno uniti nell'individuare la soluzione per la provincia di Olbia; questo avete fatto voi, e di questo non vi siete mica vergognati. Pertanto io voterò comunque a favore.

PRESIDENTE. Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del passaggio all'esame degli articoli.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 1, a cui sono stati presentati degli emendamenti.

Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Pierluigi Saiu, relatore di maggioranza.

SAIU PIERLUIGI (LEGA), relatore di maggioranza. Signor Presidente, il parere mi viene richiesto singolarmente per emendamento o complessivamente? Perché il parere della Commissione sugli emendamenti è stato negativo.

(Interruzioni)

PRESIDENTE. Il parere è negativo su tutti gli emendamenti. Se volete li legge, quindi dall'1 sono tutti negativi.

Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.

SANNA QUIRICO, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Parere negativo su tutti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Presidente, non ho capito se il parere della Giunta è negativo sugli emendamenti della Giunta.

PRESIDENTE. Allora, emendamenti della Giunta sull'articolo 1 non ce ne sono, quindi…

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Quindi non su tutti, sugli emendamenti legati all'articolo 1. La votazione però mi pare che sia andata in modo differente e diversificato, quindi è stato dato solo il parere.

PRESIDENTE. Articolo 1, stiamo parlando degli emendamenti all'articolo 1. Siamo in discussione dell'articolo e degli emendamenti.

Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Presidente, discussione generale dell'articolo 1, no?

PRESIDENTE. Articolo ed emendamenti, certo.

(Interruzioni)

Scusate, stava già intervenendo, parla dopo sull'ordine dei lavori. Prego onorevole Agus.

GANAU GIANFRANCO (PD). Sull'ordine dei lavori!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gianfranco Ganau. Ne ha facoltà.

GANAU GIANFRANCO (PD). Grazie. Siccome uno degli emendamenti della Giunta riguarda la variazione sul titolo questo è preliminare rispetto all'articolo e allora vorrei capire qual è il parere, se c'è un parere favorevole o contrario sulla variazione del titolo. Questo è l'argomento.

PRESIDENTE. L'emendamento sul titolo non si mette in discussione. La modifica del titolo è conseguente all'emendamento e non lo precede.

È iscritto a parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Io ovviamente mi auguro che si rispetti il Regolamento, la prassi consolidata e anche il buon senso perché qualora si ammettessero emendamenti intrusi la regola per tutta la legislatura sarà la possibilità per la minoranza, visto che è il nostro ruolo in quest'Aula, di presentare ogni tipo di emendamento su ogni tipo di testo. Quindi - lo dico sperando che non ci sia l'eventualità - qualora su un testo avente per oggetto enti locali fosse considerato ammissibile un emendamento sul personale della Regione, quando sarà il momento di discutere una legge sull'industria questa opposizione presenterà emendamenti sul personale, sull'economia, sulle partecipate, su qualunque cosa riguardi, appunto, la gestione regionale perché è evidente che se il modo, io mi auguro che non sia quella l'intenzione, anche perché quegli emendamenti presentati presentano profili seri che meriterebbero da parte della maggioranza una riflessione molto più attenta di quella fatta sinora. Presidente, io lo dico perché è utile… ci sono molti appassionati di basket in quest'Aula, è uno sport che da sempre ha l'istituto del time-out che consente alle squadre in difficoltà di rifiatare e di riprendere contezza di alcuni schemi. Siccome la vostra squadra…

PRESIDENTE. Onorevole Agus, se vuole le fugo ogni tipo di dubbio e le dico gli emendamenti ammissibili e quelli inammissibili. Sono dichiarati inammissibili gli emendamenti numero 57, 56 e 59 della Giunta.

(Interruzioni)

DERIU ROBERTO (LEU). Il relatore deve dare il parere! Il relatore lo deve sapere!

PRESIDENTE. Allora la dichiarazione di inammissibilità è prerogativa del Presidente, dopodiché, lo dico all'onorevole Agus in maniera tale da esaudire la sua richiesta, sono inammissibili gli emendamenti numero 57, 56 e 59.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Va bene, mi ha tolto un dubbio e mi fa piacere per il decoro che quest'Aula deve mantenere, il decoro minimo in questa occasione e in quelle successive. Riguardo però il testo all'ordine del giorno, ora la reazione che ho avuto, appunto, quando è arrivato dalla Giunta è stata simile a quella di Fantozzi in quel film, dopo la visione del grande classico del cinema russo, perché l'unico commento che avrebbe meritato quel testo è quello che Paolo Villaggio non nella canzone "Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers", scritta a quattro mani con De André, ma in quei film che tutti voi conoscete e ricordate, fece davanti ai suoi colleghi, perché come ho detto c'è un livello minimo che dobbiamo dare per scontato. Io son convinto di non apprezzare buona parte dei contenuti che partorirà questa Giunta, però la forma almeno deve essere quella adatta a essere discussa in Commissione e in Aula, perché passi che alcuni testi scritti da noi Consiglieri, quindi le proposte di legge, a volte abbiano qualche problema di tipo tecnico, non abbiamo uffici legislativi che funzionano, abbiamo personale nei gruppi che, come tutti voi sapete, è preso dei ruoli dell'Amministrazione e quindi ha fatto da funzionari e non dai da esperti di drafting normativo, ci sta che ci siano dei problemi. Non è possibile però che la Giunta, che pure dispone di consulenti, di uffici di gabinetto, di Assessorati, presenti i testi che non stanno in piedi, che addirittura presentano errori nel titolo. Cioè volete intervenire sugli enti locali, ma non sapete il nome degli enti locali, che si chiamano province non perché l'ha deciso il legislatore sardo o l'ex Assessore agli enti locali, si chiamano province perché in Costituzione c'è scritto così. E quel referendum che ha detto, alla fine, che la Costituzione debba rimanere esattamente come è scritta ora, mantiene quella parola ed è il motivo per cui alcune riflessioni che erano alla base tanto della legge regionale numero 2, quanto della legge nazionale numero 56, sono venute meno.

Nonostante il lavoro della Commissione però il testo continua ad avere delle problematiche gravissime. Intanto l'inizio. Inizia con "nelle more". Ci sono due locuzioni che ho imparato a conoscere e che anche in questi giorni sono sulle pagine di giornale: una è "salvo intese" e riguarda quelle finanziarie approvate salvo intese, quindi approvate senza che ci sia l'accordo, ma con un accordo da ricercare in futuro, e sono le ultime due leggi di stabilità a livello nazionale; l'altra è "nelle more" e noi con questa frase abbiamo costruito una Regione provvisoria in cui scelte provvisorie, a volte di cinquant'anni fa, continuano a rimanere quasi fossero scolpite nella roccia. L'ultimo esempio è quella legge numero 7 del 1955 la cui applicazione, appunto, con le contrazioni di bilancio, comunque con le mancate modifiche al bilancio fatte dall'Assessorato al turismo, ha provocato un grave problema a 270 operatori della nostra isola, desertificando di fatto il panorama culturale e legato agli spettacoli della Sardegna. Però il problema è a monte perché quella è la legge numero 7 del 1955, modificata, datata, però stiamo continuando utilizzare strumenti nati nelle more. La cultura, lo sa bene l'assessore Biancareddu, si regge su un articolo 56 approvato in una Finanziaria, quindi quanto di più estemporaneo ci sia, e oggi noi, nelle more di una riforma che come tutte le riforme non faremo mai, perché quando si inizia così di solito la fine è questa, introduciamo nuove disposizioni.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Diego Loi. Ne ha facoltà.

LOI DIEGO (Progressisti). Mi accodo alle riflessioni, specie ultime, dell'onorevole Agus per continuare a dire quanto già detto prima evidentemente. Intanto il richiamo a seguire gli accordi presi, fatti secondo anche quanto l'intervento prima, in particolar modo dell'onorevole Oppi mi sembra quanto mai, come dire, curioso nel senso che quanto noi sapevamo dalla Conferenza Capigruppo essere uscito in termini di accordo non è stato certamente, come dire, disatteso da questa parte. Il tentativo di accordo in Commissione adesso quando si trattava di esprimere il parere sugli emendamenti, evidenziava il tentativo di ricostruire quel percorso di stamattina con la scelta di alcuni emendamenti che venissero discussi in luogo appunto dei 70 che sono quelli presentati, ma che sia chiaro, la scelta o il tentativo di accordo rispetto ad approvare o comunque sostenere uno degli emendamenti così come veniva richiamato prima, bisogna che ce lo diciamo chiaramente, o l'emendamento ha un valore di carattere politico sostanziale, altrimenti anche in questo caso non stiamo facendo altro che prenderci in giro, perché l'emendamento in discussione che la maggioranza era disponibile a trattare evidentemente aveva un valore in termini politici molto, molto residuale a quello che è stato presentato o di cui si discuteva.

L'ho già detto nell'intervento iniziale, l'ho ribadito prima sulle dichiarazioni di voto, mi rivolgo all'Assessore in particolare auspicando veramente che in tempi brevi, molto più brevi rispetto a quelli annunciati, anche l'onorevole Cocciu richiamava prima determinate esigenze temporali, che la Commissione possa avere sul suo tavolo una bozza di documento, di proposta di revisione dell'ordinamento degli enti locali quanto prima possibile. Non si tratta di giochi di maggioranza o minoranza, si tratta del destino delle attività dei nostri comuni, destino di tanti sardi sui quali questo Consiglio regionale deve assolutamente definire. Il mio auspicio è chiaramente non quello che veniva annunciato poco fa quasi catastrofico che non si riesca a fare una riforma, io però ribadisco il fatto che se perdiamo tanto, tanto, tanto tempo in lavori della Commissione e di quest'Aula nel ragionare su una parte forse minimale rispetto al valore del concetto della riforma, probabilmente stiamo prendendo una direzione non corretta.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). La discussione anche precedente non mi ha convinto, ma non è che non mi convinca, o meglio non mi convincono alcune delle argomentazioni, non mi convince l'argomento principe utilizzato. Devo dire la verità, questo argomento sta prendendo piede anche tra noi perché a furia di discutere in questa maniera stiamo anche noi giustificando forse atteggiamenti sbagliati. Cioè quando si parla di spoil system è giusto ragionare di cambio in funzione di coloro che devono interpretare le linee di indirizzo di colui che è stato eletto in funzione di un programma al governo della Regione, per tutto quell'apparato della Regione che deve seguire quelle linee di indirizzo, quel programma di Governo presentato agli elettori. Qui stiamo parlando, ed è per questo che non mi convince, perché è figlia questa argomentazione o figlio questo pensiero, del considerare le province non di pari grado costituzionale rispetto alla Regione, ma un'articolazione di essa. Cioè una estensione del potere del Presidente della Regione, della Giunta, della macchina regionale nel controllo e nel governo di un braccio operativo, una società partecipata. Le province non sono questo, le province sono istituzioni riconosciute perché nell'articolo 1 si dice: "da un lato in funzione o meglio, visto, considerato ciò che è accaduto col referendum costituzionale" e poi quattro secondi dopo si nega l'aspetto che le province abbiano rango costituzionale. Ora va benissimo considerare ovviamente un amministratore straordinario per un breve tempo in relazione al tempo necessario per andare alle elezioni, ma è il principio che muove il tutto che è sbagliato, cioè considerare le province un ente che deve rimanere così, quindi a cambio di guardia politica si devono cambiare anche gli amministratori straordinari non per un brevissimo tempo per ripristinare le elezioni, perché da un lato viene lanciata l'idea dell'elezione diretta, dall'altro si nega anche l'elezione di secondo livello se non in un tempo chissà quando, quando avverrà. L'altro argomento che non mi convince è: "Avete fatto male voi, noi ci attrezzeremo per fare un poco meno male rispetto a quel che voi avete fatto di male". Cioè pensate a chi ci ascolta, "ma l'avete fatto voi e quindi è consentito farlo anche noi", ovviamente l'atteggiamento dell'"avete fatto voi", avete fatto una cosa sbagliata, negativa, non produttiva di effetti in termini di sviluppo, di occupazione, però siccome l'avete fatta non vi è il desiderio, l'ambizione, il sogno di realizzare qualcosa di buono, no, ma di copiare gli errori del passato e trasformare gli errori del passato come giustificazione di ulteriori errori nel presente.

E' un'argomentazione che chi ci ascolta fuori potrebbe considerare, giustamente, totalmente sbagliata per usare un eufemismo. Il testo di legge nell'articolo 1 si limita semplicemente a questa stortura citando un referendum costituzionale per poi dire che deve adeguare la nomina dei nuovi amministratori in funzione del referendum costituzionale.

Il referendum costituzionale è già rispettato con l'esistenza delle province anche nonostante le elezioni di secondo grado, non è la nomina dei nuovi amministratori che sana una vicenda legata al referendum costituzionale, non c'entra un fico secco. Io penso, parafrasando Benigni, se quest'articolo 1 e il resto dell'articolato fosse stato mostrato circa 2500 anni fa a Muzio Scevola, voi ve lo immaginate Muzio Scevola, di fronte a una corbelleria del genere: "Ho sbagliato, volevo uccidere il re etrusco, ho ucciso un altro, la mano che ha sbagliato uccidendo e commettendo un errore, nel fuoco. Ora non oso immaginare che cosa dovreste mettere voi nel fuoco, interi corpi, organizzazioni politiche. Oppure Pietro Micca, lo avete presente Pietro Micca che accende, nonostante la miccia sia corta per impedire l'arrivo dei francesi, se avesse visto un testo del genere avrebbe spento la miccia, arrangiatevi, altro che darvi democrazia e difendervi. Poi siamo arrivati all'operazione più bella di tutte: la Giunta regionale propone un testo inammissibile, un emendamento inammissibile, se l'avessi fatto in Comune mi sarei dovuto dimettere per la vergogna prima che per l'intervento di un amministrativista. Io non lo so se vi rendiate conto, il parere si chiede preventivamente, non è che si tenta di infilare una norma inammissibile e non intrusa, totalmente inadeguata perché si pensa, si spera nel fatto che in quel momento quel funzionario sia distratto e quindi la lasci passare. Penso che voi dobbiate ripensare molto a voi stessi.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Eugenio Lai. Ne ha facoltà.

LAI EUGENIO (LEU). Presidente, quando ho sentito poc'anzi negli interventi precedenti l'onorevole Meloni citare "la montagna ha partorito il topolino", poi subito dopo ha aggiunto ancora l'onorevole Comandini "il topolino di Monti", mi è venuto in mente un famoso cartone animato, che sicuramente avrà guardato l'onorevole Giagoni, che è "il Mignolo con il Prof". Ogni mattina Mignolo si alzava e profit chiedeva al Prof: "Prof, cosa facciamo oggi?", e il professore un po' sbalordito, così come ogni mattina, diceva: "Mignolo, ci mancherebbe, andiamo a conquistare il mondo", però giocoforza, ogni volta, nella puntatina divertente succedeva qualcosa che mandava in aria tutto il piano che era stato stabilito. E questa seduta odierna mi ricorda un po' questo cartone animato. Addirittura, per fortuna l'onorevole Giagoni che è sempre attento ha dovuto istruire il relatore per ricordargli che il parere sugli emendamenti inammissibili non bisognava darlo, bisognava dire "questi emendamenti sono inammissibili", è dovuto intervenire il Presidente del Consiglio a ricordarlo. Però, tornando all'articolo 1 che è il centro del ragionamento, io credo che chiamare oggi "riforma" una leggina di questo genere lascia un po' l'amaro in bocca. E mi dispiace anche per l'onorevole Gian Franco Satta, non so cosa farò all'emendamento numero 50, l'onorevole Satta Gian Franco addirittura in un emendamento propone di sostituire la parola "riforma" con "controriforma". C'è un periodo storico estremamente importante per la nostra nazione che ha lanciato dei principi di rinnovamento morale e culturale del mondo cattolico, quindi parlare di "controriforma" per una cosa così banale di occupazione solo di spoil-system, di posti per magari accontentare qualche persona mi sembra abbastanza banale, quindi non se ne voglia l'onorevole Satta valuterò nel tempo che mi rimane se votare a favore o contrario di quell'emendamento. Mi sarebbe invece piaciuto discutere di più anche sulla Provincia della Gallura, perché prima il capogruppo di Forza Italia ha alzato la voce "non ci avete garantito la Provincia della Gallura", dimenticandosi che sono sette mesi al Governo e addirittura all'interno della sua stessa maggioranza c'è chi continua a ribadire che la Provincia della Gallura non avrà luce, ma tranquilli vi verremo in soccorso noi, noi la vogliamo la Provincia della Gallura, così come vogliamo dare giustizia, dare garanzie, dare rappresentatività alla Provincia dell'Ogliastra, alla Provincia del Medio Campidano, alla Provincia del Sulcis, noi crediamo che questi territori abbiano la stessa dignità ed è per questo che in quel periodo storico si sono avute delle contrapposizioni di vedute, perché naturalmente tutti chiedono a gran voce e chiedevano a gran voce la rappresentanza. Così come staremo attenti e ci auguriamo arrivi il prima possibile che le risorse che sono bloccate per le strade provinciali, perché ogni consigliere regionale di maggioranza o di minoranza fa la propria conferenza stampa su una strada provinciale estremamente dissestata, poi si dimentica che i 6 milioni di euro che sono stati stanziati dalla precedente maggioranza non sono ancora stati trasferiti alle Province, perché il Presidente è sempre assente in Aula, non hanno risorse, non si discute di accantonamenti, non si discute di situazioni che potrebbero ridare luce anche a una programmazione. Così come poc'anzi l'onorevole Agus ha ricordato l'importanza della programmazione sul mondo scolastico. Ancora, stiamo assistendo ad discussioni nel panorama politico regionale che continuano a parlare di 22 autonomie scolastiche che sono in forte difficoltà e rischiano la chiusura, e apprezzo che l'assessore Biancareddu abbia dato delle rassicurazioni, però conoscendo la situazione consiglio di approvare dei criteri sul dimensionamento scolastico decisamente diversi che magari possano andare incontro a quei plessi scolastici, a quelle dirigenze scolastiche, a quelle autonomie scolastiche che sono in forte difficoltà, magari andando a fare un conteggio complessivo degli alunni sardi e provando a bilanciare per non perdere né posti di lavoro, né autonomie. Quindi di questo mi sarebbe piaciuto parlare, perché vedete noi ci stiamo animando qui dentro, ma la discussione odierna, al di fuori di quest'aula, non interessa a nessuno. A nessuno interessa chi è il commissario di quella determinata Provincia…

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Franco Satta. Ne ha facoltà.

SATTA GIAN FRANCO (Progressisti). Presidente, in merito all'articolo 1, devo dire che dopo l'accurato, lucido, intervento da parte dell'amico assessore Sanna sono stato, come dire, tentato nella via di Damasco per dare la mia approvazione e il passaggio agli articoli di questo disegno di legge, perché veramente nei principi e nell'attenzione che lui rivolge verso le comunità locali, i territori, mi trova d'accordo, ma evidentemente questo disegno di legge non riguarda di sicuro una riforma degli enti locali, e in particolare l'articolo 1. Quando l'Assessore fa ovviamente riferimento alla possibilità che gli elettori, leggo quello che mi sono appuntato, che gli elettori di questa terra debbano avere la possibilità di votare gli organi di governo delle Province mi trova sicuramente d'accordo, perché è una riforma che parte dal basso, parte appunto dalla terra. Anche l'allarme climatico però parte dal basso, e la terra bolle, così come bolle questa maggioranza in alcuni momenti, e subisce ovviamente i mutamenti di un cambiamento climatico che è irreversibile, così come insomma vediamo, e quando io convintamente ho presentato un emendamento che riguarda appunto non una riforma organica, ma una controriforma, perché evidentemente quando si deroga nella sua totalità la legge 2, perché l'articolo 1, se andiamo a leggere, "in deroga al dispositivo di cui alla legge regionale 4 febbraio 2006, numero 2", quindi deroga a tutta l'impalcatura normativa della legge 2. Quindi questa non può che essere che una controriforma. Quindi il termine da utilizzare, e valutate perché questo ovviamente vi consente anche di dare una certa legittimità costituzionale a questo disegno di legge, quindi di accogliere l'emendamento che sostituisce le parole "riforma organica" con la parola "controriforma". E questa credo che sia una giusta valutazione che deve fare questa maggioranza.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COMANDINI GIAMPIETRO

(Segue SATTA GIAN FRANCO). Inoltre, come poi troveremo anche il momento di discutere sull'altro emendamento, suggerisco di derogare agli articoli 27, comma 6, comma 6 bis e 6 ter, perché gli articoli 6 bis e 6 ter riguardano il fatto che l'elezione del Presidente della provincia e dei Consigli provinciali sono indette dal Presidente della Regione non oltre il 31 dicembre, quindi si deroga all'articolo 6 bis, così come all'articolo 6 ter dove gli amministratori straordinari rimangono in carica fino all'insediamento dei nuovi organi, quindi mi sembra assolutamente pertinente questo emendamento all'articolo 1, dico che se si intravede anche nell'articolo 1 il disegno di questa maggioranza di sottrarre dal Governo gli enti locali, e l'avete fatto oggi con le province, ieri l'avete fatto in Commissione nei Consorzi industriali, avete portato all'attenzione della Commissione il commissariamento dei Consorzi, quindi è un disegno chiaro e preciso da parte della maggioranza di espropriare gli enti locali e i sindaci dal governo di quelli che sono invece gli strumenti propri degli enti locali, quindi io naturalmente non so se ho utilizzato tutto il tempo ma vedo che sta lampeggiando, quindi voterò ovviamente contro se non vengono accolti questi emendamenti.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pierluigi Saiu. Ne ha facoltà.

SAIU PIERLUIGI (LEGA). Grazie signor Presidente, rispetto a quello che sta emergendo anche nel corso del dibattito in Aula e a quello che ci siamo detti in Commissione io chiederei la possibilità di una convocazione della Conferenza dei Capigruppo per vedere, in ordine allo svolgimento dei lavori dell'Aula, se le forze politiche possono trovare un accordo confermemente anche a quello che ci siamo detti in Commissione, la ringrazio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Siamo nella discussione generale dell'articolo 1, non siamo ancora entrati nel vivo, io almeno chiuderei prima di tutto, prima anche di aprire ragionamenti, la discussione sull'articolo 1.

PRESIDENTE. Colleghi, io ritengo che, essendoci ancora sei iscritti a parlare facciamo finire i 6 interventi e poi…

(Intervento fuori microfono del consigliere Pierluigi Saiu)

PRESIDENTE. Allora, io le do la parola però poi convoco la Conferenza dei Capigruppo.

Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Forse è utile parlare del tema che abbiamo in discussione perché l'ultima volta che mi è capitato di entrare in una Conferenza dei Capigruppo senza aver istruito niente, cioè senza che dalla maggioranza sia arrivata un'istruttoria seria, la Capigruppo è durata ore, i colleghi fuori si sono spazientiti, quei poveri disperati che ancora credono nella democrazia nelle istituzioni regionali che seguono il Consiglio ne hanno avuto di noi una pessima opinione, io direi almeno di chiudere la discussione dell'articolo 1, dopodiché non capisco a cosa possa essere cambiato in così poco tempo, almeno per quello che ci riguarda ritengo che di essere esattamente al punto dove eravamo un'ora fa.

PRESIDENTE. Sono d'accordo onorevole Agus, capisco quello che lei in qualche modo dice relativamente alla discussione e all'atteggiamento che ci può essere in quest'Aula, però come prassi quando un Capogruppo o un componente, in questo caso credo che parli come Capogruppo della Lega, chiede la Conferenza dei Capigruppo ed è sempre stata concessa, sospendo i lavori per cinque minuti e convoco la Conferenza dei Capigruppo.

(La seduta, sospesa alle ore 19 e 08, viene ripresa alle ore 19 e 20.)

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PAIS MICHELE

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori.

E' iscritto a parlare il consigliere Antonio Piu. Ne ha facoltà.

PIU ANTONIO (Progressisti). Siamo in discussione sull'articolo 1, io poc'anzi ho avuto modo anche di scambiare due chiacchiere con l'Assessore, che ringrazio perché è presente in Aula a tutta la discussione, anche se mi dispiace dirlo è una discussione che va avanti così… credo che non sia una discussione dignitosa per quest'Aula… Presidente, io chiedo che venga sospeso il mio tempo perché non si può parlare con mille voci di sottofondo.

PRESIDENTE. Io la sto ascoltando.

PIU ANTONIO (Progressisti). Sì ho capito però cerchi anche di capire che quando un consigliere regionale interviene, e si decide di continuare con i lavori, allora i lavori devono continuare, a mio modo di vedere, in maniera dignitosa, perché diversamente uno allora non interviene e sta da altre parti piuttosto che stare seduto qui. Se dobbiamo discutere e dobbiamo continuare a farlo, questa discussione perlomeno che sia utile, anche perché abbiamo l'Assessore che è disposto ad ascoltare tutti gli interventi e quindi può essere utilizzato il tempo anche per dare tutta una serie di consigli e dare anche tutta una serie di suggerimenti che possano servire a quella riforma che l'Assessore nel suo intervento ha auspicato nella replica di prima della pausa di pranzo.

Noi abbiamo presentato, con il collega Satta, un emendamento sulla Città metropolitana sapendo che questo emendamento non aveva di certo la pretesa di entrare all'interno di questo disegno di legge, ma è stato presentato perché questo è il primo atto di riforma degli enti locali da parte di questa Giunta e credo che ogni rappresentante all'interno di quest'Aula debba portare un contributo, non personale ma contributo di un territorio, per cercare di far capire quanto sia utile e quanto sia importante non solo guardare la riforma degli enti locali, se fare una Provincia in più o fare una Provincia in meno, ma capire che la riforma debba entrare anche sulla governance di un territorio. Quindi io immagino che nella discussione sulla riforma degli enti locali debbano entrare tanti altri fattori, ad esempio anche la presenza di tanti altri Assessori, come ad esempio quello della sanità perché una riforma degli enti locali presuppone ad esempio una riforma della ASL, ma anche e soprattutto una riforma molto importante che sarà quella dei trasporti. Ne abbiamo parlato in Quarta Commissione con il presidente Talanas la settimana scorsa, si è detto che il bacino e gli ambiti territoriali per quanto riguarda la mobilità andranno rivisti e andranno ridisegnati, e anche su questo sarà importante capire che tipo di riforma ha l'Assessore, la maggioranza sui territori. Quindi perché abbiamo presentato l'emendamento? Perché Sassari Città metropolitana sia uno di quei punti che, secondo me, nel Nord Ovest della Sardegna possono non solo dare dignità al territorio perché sia la Città metropolitana, ma proprio perché è tutta una serie di servizi, di asset che oggi purtroppo i sindaci del territorio del Nord Ovest della Sardegna son costretti a fare chilometri, andare e tornare, per ricevere o per chiedere semplicemente di prendere delle decisioni che ricadono, che dovrebbero ricadere nell'immediato sulle richieste dei cittadini. Allora dare dignità ai territori significa semplicemente fare in modo che i cittadini che vivono in determinati punti della nostra Isola abbiano dei punti di riferimento certi: se per aumentare il chilometraggio di una semplice corsa di autobus il Sindaco di Sassari deva fare 440 chilometri, come avviene oggi, io credo che questo sia anormale. Quindi, assessore Sanna, quando discutete in Giunta o in maggioranza del riordino degli enti locali cerchiamo di fare un ragionamento armonico, che non preveda solo ed esclusivamente i confini territoriali ma che preveda principalmente anche la riforma di tutti quei servizi e di tutti quegli asset che quei territori dovranno sobbarcarsi al posto della Regione, perché la Regione da sola non basta, con l'amministratore unico di ARST quanto sia il sacrificio importante di un ente, di una struttura, di una società come quella di ARST nel riuscire a far quadrare i conti ma anche dare soddisfazione di servizio a tutti quei punti deboli, chiamate così "utenze deboli", della Sardegna che oggi non hanno nessun tipo di risorse e non possono affidarsi a nessun tipo di risorsa per risolvere questi problemi. Ecco perché quando si parla di articolo 1, e quindi entrare nelle more di una corretta riforma delle autonomie locali, non possa presupporre nient'altro che questo.

Gli amministratori straordinari - l'ho ripetuto già due volte e lo ripeto la terza - è correttissimo che vengano nominati dal centrodestra, da chi oggi è al governo, anche perché è molto importante che questi commissari abbiano un indirizzo ben preciso sui territori, certo è che la precarietà di questi commissari non dà modo a loro stessi di poter dare delle risposte immediate. Anche io mi unisco a quel ringraziamento che è stato fatto prima nei confronti del dottor Sechi, che ha dimostrato comunque di saper spendere tutte quelle risorse che purtroppo negli anni precedenti erano state accantonate e che per mille motivi non erano state spese; abbiamo riaperto delle arterie importanti anche per quanto riguarda le strade che collegano i vari paesi della provincia e questo dimostra quanto gli enti intermedi invece siano necessari in termini di…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Piu, il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritta a parlare la consigliera Maria Laura Orrù . Ne ha facoltà.

ORRU' MARIA LAURA (Progressisti). Discussione sull'articolo 1. Prendendo in mano il testo è palese e si evidenziano già subito sul titolo quelle che sono delle parole cassate: su sette parole, due sono state cassate, ovvero "circoscrizioni provinciali", perché? Perché non contemplate dalla Costituzione, che all'articolo 114 chiarisce esattamente come si deve organizzare il sistema a livello provinciale, Città Metropolitana e via dicendo. Questa parola io non capisco da dove derivi e mi sembra anche un po' assurdo pensare che il testo sia comunque stato scritto dalla Giunta, io potevo capire magari degli errori, senza assolutamente accusare l'Assessore in prima persona, ma con la possibilità che una Giunta ha a disposizione per poter scrivere dei disegni di legge conformi a quello che è il dettato normativo costituzionale, mi sembra assurdo che questo invece venga bypassato e si presentino delle proposte che, per assurdo, trovano nell'articolo 1, al comma 1 un'intera frase cassata, all'articolo 2 stessa questione, abbiamo sempre delle intere parti di frasi cassate, allo stesso modo al punto 3 viene cassata proprio per intero una parte. Questa è chiaro che è una negligenza da parte di un Assessorato che si trova in difficoltà, probabilmente perché, come dicevo prima quando sono intervenuta, ha voluto accelerare i tempi perché si è accorto di essere in ritardo, in un momento in cui aveva promesso grandi riforme in campagna elettorale, queste grandi riforme non arrivano, anzi arrivano delle minuscole riforme, e quindi la fretta porta anche gli Uffici probabilmente a non lavorare nelle condizioni migliori. Inoltre, per quanto concerne l'elezione delle Province, è stato detto più volte in Aula oggi che è necessario avere un'elezione diretta e dare la parola ai cittadini, per quanto io possa anche essere in parte d'accordo su questo, volevo sottolineare comunque che le elezioni di secondo livello sono quelle elezioni in cui i consiglieri comunali e i sindaci sono portati a eleggere i propri rappresentanti, ma i consiglieri comunali e i sindaci vorrei ricordare che sono espressione dei cittadini, delle proprie comunità, i consiglieri comunali sono delegati da ogni Comune per rappresentare quello che si deve fare nella propria comunità, pertanto la responsabilità, che anche i Consiglieri comunali si assumono, quando vanno ad eleggere i propri rappresentanti, insomma, io penso che sia un riconoscimento importante. I commissari, lo esprimeva bene l'onorevole Piu che è intervenuto prima di me, purtroppo non hanno la possibilità di programmare, di pianificare e di portare avanti dei progetti che guardano alle necessità reali delle comunità o comunque delle Unioni dei Comuni insomma di un territorio un po' più vasto. Perché io mi immagino sempre che quando ci si rappresenta un'idea di Sardegna questa Sardegna ci debba essere un'idea una volontà proprio di modificare l'assetto istituzionale perché si migliorino i servizi. Quindi quando si parla di province si deve parlare di mobilità, noi abbiamo un grossissimo problema di mobilità interna, lo ripetiamo, continuiamo a dirlo, parliamo sempre di migliorare i sistemi, l'altro giorno durante la Commissione la Quarta Commissione abbiamo avuto la possibilità di audire l'amministratore unico di ARST che ci ha raccontato quelle che sono le prerogative di un'azienda, ci hanno raccontato le difficoltà della mobilità interna, abbiamo sentito più volte e audito più volte anche in Commissione altri soggetti che si sono presentati per raccontare quelle che sono le difficoltà in termini di mobilità. E questo è chiaro che la mobilità è una delle prerogative numero uno perché la conformazione geografica del nostro territorio cioè della Sardegna è tale per cui ogni realtà ha una sua identità da valorizzare ma anche una necessità di essere messa insieme, di essere messa a sistema, di poter funzionare nel miglior modo possibile, ed è chiaro che per poter funzionare il sistema economico si basa su un sistema di trasporto, un sistema di reti, ne abbiamo parlato anche in Aula non poco…

PRESIDENTE. L'onorevole Deriu, iscritto a parlare, non è presente in aula e decade.

È iscritto a parlare il consigliere Gianluigi Piano. Ne ha facoltà.

PIANO GIANLUIGI (PD). Non rinuncio qualcosa la voglio dire, ma io mi voglio collegare a quanto ha detto poc'anzi l'onorevole Piu, perché, come ho detto anche stamattina, a mio avviso questa è comunque un'occasione per parlare di riforme, riforme con la R maiuscola e quando si parla di riforme credo che sia importante avere un disegno complessivo, e questo che condivido quanto detto dall'onorevole Piu, avere un disegno complessivo e su questo costruire un nuovo sviluppo sostenibile della nostra Isola. Quindi a partire dagli enti locali, dalla riforma degli enti locali che disegnano un contesto completamente nuovo, un disegno che sia innovativo e che sia anche rispondente ai tempi in cui viviamo e questo deve essere giustamente abbinato a una riforma della sanità, quindi un ragionamento che coincide con quanto si decide in merito alla riforma degli enti locali, un ragionamento che va anche ai trasporti, perché no, assolutamente sì. Qualche anno addietro con la legge mi pare "21" del 2005 o 2006 insomma o "23" adesso, scusatemi, non lo ricordo il dato preciso, si decise di suddividere l'isola in diversi ambiti e sub ambiti per quanto riguarda i trasporti, perché? Per dare a ciascun territorio la possibilità di organizzare i trasporti, diciamo così, a misura di territorio. Lo stesso si può dire per quanto riguarda la riforma dell'istruzione anche di questo se ne parla da diversi anni, se ne sta parlando da tantissimi anni, ancora oggi nulla è stato fatto in merito a questo. Quindi io credo che si parte da questa riforma e si ragiona su un'idea di Sardegna che veda e tocchi tutti i temi e gli argomenti che possono portare un beneficio all'Isola. È vero sul disegno di legge di oggi di questo non se ne parla, si parla di deroga alla legge "2" del 2016 relativamente solo agli amministratori straordinari. E però anche su questo qualche dubbio ce l'avrei in termini anche di legittimità dell'articolo ma mi pare che a prescindere da questo si possa comunque non condividere quanto contenuto. Torno e faccio un passo indietro sulla riforma; la riforma a mio avviso deve essere coraggiosa, innovativa e deve soprattutto badare a tutti quei territori in maniera uniforme senza creare territori che possono essere definiti di serie A o di serie B e a quel punto una crescita complessiva del sistema Regione che valga in tutti i territori. Lo dico perché in questi anni dove si è discusso molto di abolizione di province, province sì, province no, la mia opinione, l'opinione che mi sono fatto su questo è quella che le province, come ente intermedio, rivisitate, rielaborate siano uno strumento utile a dare risposte concrete ai cittadini e lo sono, non solo per i cittadini, ma sono quelli interfaccia diretta con le Amministrazioni comunali, con i nostri sindaci, con quei Consiglieri comunali che di volta in volta si susseguono nelle amministrazioni e sono coloro che hanno il rapporto diretto con i cittadini quotidianamente. Lo dico perché il grido dei sindaci di difficoltà, di carenza di risorse, di difficoltà anche a fare ragionamenti con le istituzioni sono a gli occhi di tutti e tutti i giorni queste difficoltà vengono evidenziate. Ecco allora questo è anche un momento passare vicino agli amministratori locali, è un momento per dare loro risposte e questo può essere un momento per ripartire. Quindi ritengo, come ho detto già prima, che la riforma sia assolutamente indispensabile, ritengo che si debba fare in tempi brevissimi e quindi questo è l'auspicio che faccio e che da quest'Aula possa partire davvero una riforma che possa dare risposte concrete ai cittadini.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Salvatore Corrias. Ne ha facoltà.

CORRIAS SALVATORE (PD). Grazie signor Presidente, l'analogia storica che qualcuno ha richiamato sulla riforma della controriforma è per lo meno accattivante ma di riforma credo che non si tratti, non foss'altro perché magari l'Assessore, il signor Assessore, la forza protestante di Martin Lutero non ce l'ha, così come questo non è il castello di Wittenberg sul portone del quale affiggere 95 tesi rivoluzionarie. Io questo l'avrei voluto. Ma questa non è nemmeno il Concilio di Trento e nonostante la caratura, lo dico con molta simpatia, Assessore, alla sua caratura Episcopale, lei non è papa Paolo III. Io vorrei che al di fuori dell'analogia la carica rivoluzionaria di una riforma ci fosse davvero, perché si è parlato anche di un'evoluzione non solo di riforma. Ed è per questa ragione che già in sede di Commissione abbiamo rilevato anche sul piano delle parole usate, anche dall'aggettivazione l'inadeguatezza di alcuni aggettivi, per esempio è stata espunta la parola "coerente" ed è rimasta la parola "organico" nelle more di una riforma organica. Ma la riforma la si annuncia come prossima ad essere concepita, prossima ad essere redatta, ma nell'analisi tecnico normativa, che poi ci è giunta in extremis sui tavoli della Commissione, si fa notare che in termini di incidenza sulla normativa vigente altro non si fa che derogare alla legge "2", quella, sì, voleva essere una legge di riforma, e altro non si fa che integrarla senza effettuare una modifica espressa di quelle disposizioni. E sempre in sede di analisi tecnico-normativa si fa notare opportunamente e correttamente, ma questo l'ho detto già prima in sede di discussione, proprio sull'articolo 1 che già una legge simile, e parlo della legge di stabilità del 2017, la numero 5 del 13 aprile, il Governo allora aveva… Scusi, Presidente, io sento un brusio che è fastidioso, abbia pazienza.

PRESIDENTE. Ha perfettamente ragione.

CORRIAS SALVATORE (PD). Io non voglio che questa discussione sia inutile, per quanto mi riguarda questa discussione è il frutto di una preoccupazione che mi porto dietro anche da sindaco, al di fuori di concilio, di riforme o controriforme, perché nei fatti la realtà di oggi è che i territori non possono più aspettare, e non possono più aspettare preludi di riforme che probabilmente non verranno, ma che io mi auguro possano avvenire. Dicevo che una legge di questo tipo, una leggicchia di questo tipo è stata già quasi impugnata dal Governo, siccome errare è umano, ma perseverare è diabolico, qua si sta perseverando, si stanno congelando elezioni provinciali, di quale livello poi si vedrà perché bisogna confrontarsi nelle adeguate sedi. Io richiamavo la necessità per l'Assessore di recarsi in un altro concilio, che è il tavolo tecnico-politico previsto dal decreto numero 91 del 2018, lì si parla di scelte che valgono per le regioni a Statuto speciale e per le regioni a statuto ordinario. Queste disposizioni sono ad altissimo rischio di impugnativa, e poi non ultimo c'è una sentenza della Corte costituzionale, la numero 356 del '93, che dice chiaramente, sono passati parecchi lustri, ecco perché perseverare è diabolico davvero, che qualsiasi forma di commissariamento affinché sia legittima deve essere temporanea, e deve giustificarsi fin d'ora dico, Assessore, fin da ora, e noi in Commissione siamo pronti a collaborare, deve giustificarsi con la necessità di una riforma complessiva del sistema. La mia preoccupazione è un po' anche il mio scetticismo, non certo il mio e il nostro pregiudizio sul tema, e c'è una preoccupazione di carattere… io ho parlato prima, questo pomeriggio, di percorso sociale e politico, oltre che istituzionale, legislativo e procedurale, la mia preoccupazione è un'altra, c'è la fretta di fare alcune province, se così le vorremo chiamare, ma così le dovremo chiamare, e molta meno fretta di preoccuparsi di altre realtà della Sardegna. Io lo dico oggi e lo ridirò quando andremo a parlarne, c'è una Sardegna fatta di "Sardegne", questo è un quasi continente dove ognuno ha le sue esigenze per caratteristiche orografiche, morfologiche, di viabilità, e per caratteristiche di questi tempi conclamate. Allora parliamo davvero di ordinamento scolastico, delle preoccupazioni nei nostri territori, e cogliamo con favore il riscontro che l'assessore Biancareddu ci ha dato. E vorremmo anche sapere, ma confidiamo anche in questo senso in un senso di assoluto ottimismo, che la programmazione territoriale strategica possa continuare il suo percorso. Vorremmo anche, lo dico agli Assessori presenti, che le politiche del lavoro e del welfare possano intervenire opportunamente, state facendo un bel lavoro di sensibilizzazione di territori, possano continuare proprio per sentirli i territori. Dentro quale assetto? È stato detto prima, l'ho detto anche io questo pomeriggio, dentro un assetto perlomeno instabile oggi, se parliamo di ASL, se parliamo di Consorzi industriali. Quindi questa riforma, lo dico qua e lo ribadirò con l'assoluta buona fede che mi appartiene, caro Assessore, è che questo sia un concilio di conciliazioni, e in Commissione noi siamo pronti a dare un contributo reale e fattivo, ma ex aequo

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Giampietro Comandini. Ne ha facoltà.

COMANDINI GIAMPIETRO (PD). Cedo un minuto al mio collega.

PRESIDENTE. Onorevole Comandini, prego.

CORRIAS SALVATORE (PD). Mi sta cedendo un minuto.

PRESIDENTE. Non esiste. Non ha la parola. Prego, onorevole Comandini.

COMANDINI GIAMPIETRO (PD). Io devo dire che in questa serata abbastanza movimentata, e con tanti elementi di disordine e anche di incomprensione, c'è sicuramente un dato positivo che questa parte dell'Aula ha voluto mettere a disposizione della maggioranza, di chi vuole ascoltare, di chi ha anche la bontà di imparare, è un po' anche l'intervento che mi ha preceduto, del collega Corrias, dando tutta una serie di suggerimenti, elementi che dimostrano quanto noi crediamo fortissimamente nel tema della riforma degli enti locali. Già nelle discussioni sono emerse anche le motivazioni e i contenuti di questa riforma e perché, in qualche modo per superare una stagione che ha visto che le riforme passassero troppo per la pancia dell'elettorato, ricordo il referendum, ricordo anche riforme che sono state tirate per la giacca da una parte e dall'altra e che hanno dato un sistema Regione che in qualche modo non è efficiente, non riesce a garantire i servizi a tutti i cittadini e a tutti i territori nello stesso modo, sono stati ricordati i trasporti, la scuola, la sanità, anche perché quando si va a fare la riforma di un sistema di enti locali bisogna dare in qualche modo la possibilità che i cittadini siano tutti cittadini di serie a, che non si creino scompensi fra un territorio e l'altro. Io dico solo quello di una provincia che conosco, voi parlate della Gallura, molto spesso, volentieri, anche giustamente, per quello che rappresenta la Gallura in Sardegna, e devo dire che quando parliamo della Gallura, cari colleghi, non parliamo solo dei galluresi, anche perché a me piace parlare, sentire dire, soprattutto quando uno svolge il ruolo di consigliere regionale, che ognuno di noi è consigliere regionale non solo del suo comune, del suo territorio, ma sa essere consigliere regionale di tutti i territori della Sardegna e di tutti i comuni. Qua non veniamo a fare i sindaci o i consiglieri comunali, qui veniamo a fare qualcosa di più elevato. Ma comprendo benissimo le richieste, e sottoscrivo le richieste degli amici galluresi nel recriminare una provincia perché so cos'ha significato e cosa significa in qualche modo vedersi, dall'oggi al domani, con un tratto di penna cancellare servizi e dover spostarsi da una parte all'altra. Ma immaginate voi cos'è significato per la Provincia del Sud, eliminando la Provincia del Sulcis, del Medio Campidano, l'istituzione della Città metropolitana. Oggi esistono territori della Provincia del Sud, e riguarda il Sarrabus, il Gerrei, che hanno come capoluogo Carbonia, cioè comuni che vanno da un mare all'altro che hanno difficoltà anche per chiamare i singoli uffici. Quindi, c'è fortissimamente l'esigenza di fare un riordino serio, importante, e che quindi quella parte del bicchiere mezzo pieno della giornata di oggi vada in qualche modo accolta da parte vostra, lo dico all'Assessore, lo dico ai colleghi della maggioranza, da parte dell'Assessore, che ho visto anche con enfasi, con entusiasmo credere in questa riforma e voler portare questa riforma, e scrivere la riforma con ognuno di noi e anche chi è al di fuori di quest'Aula. Devo dire che da parte di questa parte del Consiglio regionale c'è la volontà di scrivere insieme la riforma, caro Assessore degli enti locali, imparando che le riforme non vengono fatte dall'oggi al domani, ma devono essere riforme che appartengono ai sardi, ai cittadini per i prossimi vent'anni, trent'anni, e non è che ogni volta che c'è una maggioranza dobbiamo cambiare assetti istituzionali. Io credo che se noi siamo spinti da questa azione riformatrice, sono sicuro che scriveremo insieme, noi, su grandi temi che riguardano gli enti locali o, come ha ricordato ieri il mio collega Moriconi, sul sistema degli accantonamenti, siamo disposti a fare insieme battaglie comuni, però abbandonando alcuni aspetti ideologici che ancora oggi permangono. Perché alcuni interventi che ho sentito da colleghi della maggioranza sono ancora impregnati da aspetti ideologici che in qualche modo vogliono distinguersi, distinguersi su che cosa, perché. Per l'esperienza che ho avuto nei cinque anni precedenti, ogni cittadino, ogni elettore è in grado di scegliere, quando va nell'urna, va a scrivere nome e cognome, non in rapporto a quello che molte volte noi abbiamo detto o non detto in quest'Aula, ma in rapporto alla coerenza al risultato finale che cambia la propria condizione di vita. E allora io credo che le riforme noi siamo pronti a scriverle insieme, questa e altre riforme, perché vogliamo insieme cambiare le condizioni di vita dei cittadini sardi, con l' ambizione che anche noi per la parte politica, per la nostra esperienza, ma anche per la parte culturale che rappresentiamo, possiamo insieme scriverlo e stringere un patto per dare ai sardi in qualche modo una riforma (…) che meglio risponda alle proprie esigenze. E poi, lasciatemelo dire, io credo che anche su questa nomina dei…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (LEU). Grazie, Presidente, cercherò di essere molto breve. Io ho un sogno, e il mio sogno è quello di vedere l'elezione diretta delle province, però questo mio sogno si infrangerà sicuramente con quella che è la legge Delrio e con quella che è la sentenza della Corte costituzionale, e io direi questo, qualcuno che mi ha preceduto ha parlato di termini "nelle more, salvo intese", "salvo intese nelle more" sarebbe bene che si procedesse all'elezione comunque anche dell'elezione indiretta, perché i Sindaci credo che questo ci chiedano. Non vogliamo che le province siano commissariate all'infinito, vorremo nelle more, sinché non riusciremo a fare quelle riforme di cui ha appena parlato il collega Comandini, si potessero votare comunque i presidenti eletti fra i sindaci eletti. Passo a cose più concrete e più vicine a noi. Stiamo tutti aspettando di andare a casa stasera, e fra un pochino andremo a casa, sapete perché? Perché prima abbiamo fatto una Conferenza dei Capigruppo e si son fatte delle proposte, io personalmente ne ho fatto qualcuna, che sono state rigettate, adesso sembra che il rifiuto a quelle proposte possa trasformarsi in un'accettazione delle stesse, e sapete perché? Perché non avete più di nuovo il numero legale, quindi siamo qui in attesa che ci diciate cosa dobbiamo fare. Io credo che il buon senso, e da quella parte persone di buonsenso ce ne sono abbastanza, da quella parte e anche da questa parte, ci sediamo di nuovo un attimino per decidere di rinviare tutto a martedì e di chiudere questo benedetto DL numero 51 martedì, perché altrimenti continuiamo a prenderci in giro, a parlarci addosso e a far ridere non solo noi, ma anche quelli che sono fuori di qui.

PRESIDENTE. Sta chiedendo una Conferenza dei Capigruppo?

COCCO DANIELE (LEU). Sì, la sto chiedendo. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Il Consiglio è sospeso per una Conferenza di Capigruppo. Grazie.

(La seduta, sospesa alle ore 19 e 53, viene ripresa alle ore 20 e 30.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori.

Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Abbiamo capito che difficilmente ciò che nasce tondo può morire quadrato; la pessima legge che avete presentato non è migliorabile, per stessa ammissione della maggioranza che ha deciso di approvarla così com'è e di non accettare, nemmeno in sede di Capigruppo, le nostre proposte emendative. Intestardirsi sarebbe un errore, noi apprezziamo intanto il fatto che la maggioranza abbia deciso di prendersi un weekend di riflessione e quindi di rimandare a martedì l'approvazione finale del testo, noi, a questo punto, ritiriamo gli emendamenti presentati meno il numero 51 che, lo ricordo, ricalca le richieste formulate nel parere del CAL che è fatto da chi è direttamente coinvolto nel sistema degli enti locali, visto che il Cal è l'Organo di rappresentanza, il nostro interlocutore consiliare dei Sindaci della Sardegna, quindi rimane l'emendamento numero 51, vengono ritirati gli altri, e l'auspicio è che questa discussione, che ha toccato tra gli altri anche il tema dei comuni in crisi, perché mentre noi parliamo di amministratori, dall'altra parte si parla di bilanci in difficoltà, di animazione territoriale ormai ridotta al lumicino proprio per le carenze di bilancio, sia anche il modo, l'approvazione definitiva, di risolvere un problema, quello legato alle graduatorie recentemente pubblicate della legge numero 7, che ha lasciato fuori tanti enti locali e tanti enti di spettacolo, e che speriamo già martedì possa avere unanimemente una conclusione positiva.

PRESIDENTE. Sospendiamo allora la discussione dell'articolo 1 e del l'emendamento numero 51, e passiamo quindi dell'esame all'articolo 2. Poiché non ci sono iscritti a parlare, lo metto in votazione.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 2.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'articolo 3.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 3.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Il Consiglio è aggiornato a martedì alle ore 12.

La seduta è tolta alle ore 20 e 37.