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Resoconto della seduta n. 28 del 29/10/2019

XXVIII SEDUTA

Martedì 29 ottobre 2019

Presidenza del Presidente Michele PAIS

La seduta è aperta alle ore 10 e 54.

MELE ANNALISA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta del 22 ottobre 2019 (27), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Gianfranco Congiu, Michele Cossa, Eugenio Lai, Diego Loi, Gianluigi Piano, Gian franco Satta e Giuseppe Talanas hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 29 ottobre 2018.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Ricorso proposto dal Presidente del Consiglio dei Ministri contro la Regione autonoma della Sardegna nanti la Corte Costituzionale per la declaratoria dell'illegittimità costituzionale dell'articolo 4 della legge regionale 8 agosto 2019, n. 15 "Terza variazione di bilancio 2019-2021. Modifiche alla legge regionale n. 36 del 2013, alla legge regionale n. 8 del 2018, alla legge regionale n. 48 del 2018 e alla legge regionale n. 49 del 2018, disposizioni in materia di entrate tributarie e accantonamenti a carico della Regione a titolo di concorso alla finanza pubblica, in materia di continuità territoriale aerea e disposizioni varie".

PRESIDENTE. Comunico che, con atto notificato al Presidente della Regione in data 15 ottobre 2019, il Presidente del Consiglio dei Ministri ha proposto ricorso nanti la Corte Costituzionale per la declaratoria dell'illegittimità costituzionale dell'articolo 4 della legge regionale 8 agosto 2019, numero 15 "Terza variazione di bilancio 2019-2021. Modifiche alla legge regionale numero 36 del 2013, alla legge regionale numero 8 del 2018, alla legge regionale numero 48 del 2018 e alla legge regionale numero 49 del 2018, disposizioni in materia di entrate tributarie e accantonamenti a carico della Regione a titolo di concorso alla finanza pubblica, in materia di continuità territoriale aerea e disposizioni varie".

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Comunico che il consigliere Antonello Peru ha dichiarato, con nota del 22 ottobre 2019, di aderire al Gruppo consiliare "UDC CAMBIAMO".

Comunico inoltre che il consigliere regionale Elena Fancello ha dichiarato, con nota del 29 ottobre 2019, di aderire al Gruppo consiliare "MISTO".

Annunzio di presentazione di proposte di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le proposte di legge numero 61, 62, 63, 64, 65, 66.

Risposta scritta a interrogazioni

PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle interrogazioni numero 144; numero 155.

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

MELE ANNALISA, Segretaria. Sono pervenute le interrogazioni numero 178, 179, 180, 181, 182, 183.

Annunzio di interpellanza

PRESIDENTE. Si dia annunzio della interpellanza pervenuta alla Presidenza.

MELE ANNALISA, Segretaria. È pervenuta l'interpellanza numero 68.

Annunzio di mozione

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.

CUCCU CARLA, Segretaria. Sono state presentate le mozioni numero 93, 94, 95, 96, 98.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giorgio Oppi. Ne ha facoltà.

OPPI GIORGIO (UDC - Cambiamo). Signor Presidente, colleghi, a me dispiace dover dire delle cose che dirò anche in un prossimo futuro come è mia abitudine nei cinque anni da questore. Ma voglio chiarire che nel disordine bisogna cercare di mettere ordine. Lei questi giorni ha convocato i Capigruppo, ha messo in evidenza che ci può essere un sistema che consente alle Commissioni di poter operare in modo più spedito. Però, ahimè, lei ha anche aggiunto che c'era un ponte, infatti, la Regione giovedì è chiusa. Allora per evitare di dover offendere chi che sia, io che normalmente vengo dal lunedì al venerdì, lunedì ho visto tre macchine per tutto il giorno, questo lunedì, ma sempre; tre, quattro, cinque macchine. Convocare la Commissione allorquando la Regione è chiusa e c'è un ponte credo che non sia certamente una cosa che sia corretta nei confronti dei Consiglieri. Per cui siccome è convocata la quinta Commissione con una serie di audizioni, giovedì, e moltissimi non ci sono, e peraltro praticamente il Consiglio non svolge nessun tipo di ruolo, poteva farlo anche il Consiglio, le sarei grato se comunicasse al Presidente della quinta Commissione di disdire quella convocazione per questione di coerenza e di correttezza.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Laura Caddeo. Ne ha facoltà.

CADDEO LAURA (Progressisti). Sull'ordine dei lavori, Presidente, grazie. Volevo portare all'attenzione del Consiglio che il 10 ottobre i Consiglieri e le Consigliere dell'opposizione hanno presentato una mozione, con la richiesta di convocazione straordinaria dell'Aula, in seguito alla convocazione nei diversi territori regionali dei comuni, e quindi dei sindaci e dei dirigenti scolastici delle autonomie sarde, per approvare, in vista dell'approvazione, del piano di dimensionamento. Siccome queste convocazioni erano avvenute senza che ci fosse la delibera della Giunta delle linee guida che devono ispirare poi il Piano, mi chiedo se non è il caso di inserire con urgenza la mozione alla discussione in aula. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Va bene, onorevole Caddeo, sarà fatto.

Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Sull'ordine dei lavori, perché nella scorsa seduta lei aveva giustamente citato gli adempimenti, ai sensi dell'articolo 24 della legge numero 1 del '77, relativi all'obbligo per la Giunta di trasmettere le delibere, anzi i titoli delle delibere una volta approvate. Però, lo stesso articolo al primo comma da quell'adempimento e al secondo aggiunge che i consiglieri regionali, a richiesta, hanno diritto a ottenere copia delle delibere. In data 8 ottobre, abbiamo presentato regolare richiesta per ottenere la copia della delibera 39/17 del 3 ottobre, "Norme per il rilancio delle attività di impulso, coordinamento ed attuazione degli interventi di Giunta e di riorganizzazione della Presidenza della Regione", questa delibera risulta non pubblicata nel sito e non ci risulta nemmeno trasmessa via PEC. Delle due l'una, o c'è un'omissione, una violazione di legge, appunto dall'articolo 24 riguardo al diritto dei consiglieri di avere copia della delibera, oppure si tratta di una delibera fantasma che sta producendo i suoi effetti, perché ai sensi di quella delibera mi risultano essere anche portati avanti degli atti da parte della Giunta regionale, ma che appunto è segreta e non si può vedere. A questo punto io chiedo al Presidente di far valere il diritto dei consiglieri all'informazione e il diritto anche di avere accesso…

PRESIDENTE. Onorevole Agus, è la 39/17 del?

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Del 3 ottobre.

PRESIDENTE. Va bene.

Ha domandato di parlare il consigliere Dario Giagoni. Ne ha facoltà.

GIAGONI DARIO (LEGA). Grazie, signor Presidente. Chiedo la questione sospensiva per trattare prima i punti di bilancio che hanno carattere d'urgenza. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Mula. Ne ha facoltà.

MULA FRANCESCO (PSd'Az). Sostanzialmente per chiedere dieci minuti di sospensione perché ci sono delle novità rispetto a quello che noi dovremo andare ad approvare, soprattutto per quanto riguarda il bilancio, Presidente. Quindi, dieci minuti, se sono accordati, vanno bene.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Roberto Deriu. Ne ha facoltà.

DERIU ROBERTO (LEU). Signor Presidente, forse è opportuno che la maggioranza rifletta sul fatto che occorre garantire il numero legale in Aula, soprattutto quando ci sono votazioni a maggioranza qualificata, onorevole Tunis. Onorevole Tunis, non si offenda per questo, è giusto mantenere la maggioranza quando ci sono votazioni a maggioranza qualificata, è necessario un intervento a maggioranza assoluta, noi per le sospensioni siamo sempre d'accordo, però le state facendo perché non leggendo l'ordine del giorno non riuscite a mettervi d'accordo a venire tutti alla stessa ora. Questa cosa non è un danno per l'opposizione, è un danno per l'istituzione. Bisognerebbe, signor Presidente, darsi una regola perché l'opposizione è stanca di dover coprire la maggioranza su questi aspetti di deficienza della maggioranza stessa. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stefano Tunis. Ne ha facoltà.

TUNIS STEFANO (MISTO). Ci spiace che l'opposizione sia stanca, magari dieci minuti possono servire anche a riposare in attesa di analizzare le norme di bilancio che ci attendono. Tuttavia, volevo rassicurare il collega Deriu che non vi è nessuna connessione tra la necessità di valutare questa inversione e la necessità di raggiungere i numeri che, già ad un primo colpo d'occhio, sono assolutamente nella disponibilità della maggioranza. Occorre valutare la possibilità di dare la precedenza in modo che gli Uffici da subito possano dare per approvata questa norma e cominciare a lavorare sulle variazioni. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gianfranco Ganau. Ne ha facoltà.

GANAU GIANFRANCO (PD). Guardate, questo teatrino non va bene perché o ci diciamo le cose come stanno oppure ci prendiamo in giro, e a me essere preso in giro non piace. Il motivo della sospensione è evidente, al primo punto all'ordine del giorno c'era una mozione che modifica la delibera fatta a maggioranza assoluta la volta precedente sul referendum richiesto dalla LEGA. Su questo serve una maggioranza qualificata, è evidente che in aula in questo momento non c'è la maggioranza qualificata, e per questo è stato chiesto il rinvio, non ci prendiamo in giro con altre discussioni o con altre motivazioni, questo è il motivo, noi ne prendiamo atto, non c'è problema, può succedere, e quindi siamo d'accordo per la sospensione per i dieci minuti, però non ci prendiamo in giro perché è meglio per tutti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (LEU). Io sono d'accordo per la sospensione, ma non è che ci può dare l'autorizzazione ad andare ad incontrare la Ministra dell'agricoltura, che in questo momento è qui per portarci notizie sulla gravissima vertenza sul prezzo del latte? Tanto i dieci minuti della maggioranza, a parte il sorriso dell'onorevole Tunis, sicuramente non saranno solo dieci minuti. Sono le 11 e 15, io credo che alla fine riprenderemo nel pomeriggio. Quindi, se così fosse davvero, potremmo anche recarci a sentire la Ministra, magari daremmo anche una mano alla nostra Assessora dell'agricoltura.

PRESIDENTE. Il Consiglio è sospeso per dieci minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 11 e 15, viene ripresa alle ore 11 e 33.)

PRESIDENTE. Riprendiamo con i lavori del Consiglio.

L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 98.

Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.

GIAGONI DARIO (LEGA). Grazie, signor Presidente. Con la presente mozione si intende dare seguito ai rilievi evidenziati dall'Ufficio centrale per il Referendum, costituito presso la Corte Suprema di Cassazione con l'ordinanza del 16 ottobre 2019, in riferimento alla richiesta di referendum di cui all'articolo 75 della Costituzione, sottoscritta dai delegati dei Consigli regionali delle Regioni Veneto, Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Abruzzo, Basilicata e Liguria, e concernente, come è noto, la normativa che disciplina l'elezione delle Camere. In particolare, secondo l'invito del citato ufficio, la formulazione del quesito referendario presentato, compreso quello proveniente dal nostro Consiglio regionale, contenuto nella mozione numero 67/4 del 25 settembre 2019, deve essere integrato con l'integrale trascrizione dei testi delle disposizioni di cui si chiede l'abrogazione, secondo quanto prescritto dalla normativa in materia di referendum abrogativi. Inoltre, nella citata ordinanza dell'Ufficio centrale, viene proposta una differente denominazione della richiesta referendaria, al fine di identificare in modo più chiaro l'oggetto del referendum. Con la presente mozione, dunque, si propone di conformare la precedente mozione, la numero 67 del 25 settembre 2019, votata da questo Consiglio regionale a maggioranza assoluta dei Consiglieri assegnati alla Regione sarda, alle indicazioni trasmesse dall'ufficio centrale per il referendum. Sulla base dei rilievi evidenziati dal medesimo Ufficio nella mozione si specifica, in modo puntuale, il risultato della votazione della precedente mozione del 25 settembre, in modo da fugare ogni dubbio circa il rispetto della maggioranza richiesta per promuovere il referendum abrogativo da parte dei Consigli regionali. Grazie, signor Presidente.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale

ZEDDA ALESSANDRA, l'Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale. La Giunta si rimette all'Aula.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pierluigi Saiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SAIU PIERLUIGI (LEGA). Intervengo per esprimere il voto favorevole della Lega alla mozione che è stata illustrata dall'onorevole Giagoni, ribadendo sostanzialmente quelle che sono le argomentazioni che abbiamo già proposto nella seduta precedente, e quindi, signor Presidente, esprimendo, in sede di dichiarazione di voto, il voto favorevole del nostro Gruppo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stefano Tunis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TUNIS STEFANO (MISTO). Grazie, Presidente, i fatti della politica, soprattutto quelli di questi ultimi giorni, mettono ancora una volta alla nostra attenzione la necessità di tornare a mettere in relazione l'azione politica, la forma di governo, la stessa espressione di Governo, in relazione con i cittadini. Non è secondario che ci si trovi nella circostanza di dover sempre e continuamente dover giustificare formule politiche che non trovano riscontro nell'elettorato, attraverso delle alchimie che allontanano, ogni giorno di più, i cittadini dalla politica. Ecco, credo che l'opportunità offerta da questa proposta di referendum, credo che il dibattito che ne dovesse scaturire, credo che la civiltà che noi sapremo dimostrare nel sostenere ognuno le proprie ragioni, rappresenterà un punto da cui ripartire per lasciare alle nostre spalle i lunghi mesi in cui i cittadini non sono riusciti a comprendere la politica. Io credo che aver dovuto accettare delle formule politiche del tutto sconosciuti al momento del voto, il fatto di doversi continuamente confrontare, come accadeva prima del 94, con delle proposte di programma e di governo del tutto slegate da ciò che sentirono in campagna elettorale, abbiano nuovamente stancato i nostri elettori, e la forte reazione che si è vista, soprattutto a livello regionale o comunale, dove è più semplice collegare l'appartenenza all'azione politica, siano delle circostanze di cui fare tesoro. La scorsa domenica, in Umbria, i cittadini sono andati a votare in massa, sono andati a dare una testimonianza di partecipazione, sono andati a dire: "Noi col voto vogliamo esprimere con chiarezza qual è la nostra visione e qual è la squadra che scegliamo per governare". Quindi, colleghi, io credo che dovremmo ancora partecipare a questo dibattito con questo spirito, cioè con l'idea costruttiva di ripercorrere al contrario la strada che ci ha portato al punto in cui ci troviamo in questo momento, perché non abbiamo soltanto la responsabilità di amministrare, e amministrare bene, ma abbiamo anche la responsabilità di restituire ai cittadini la garanzia che questo viene fatto con quel tipo di trasparenza che è nella loro disponibilità soltanto quando l'idea di governo, l'idea di programma è strettamente ricollegabile al loro voto. Quindi, ognuno con le proprie differenze, ognuno con le…

PRESIDENTE. Onorevole Tunis, dichiari il voto.

TUNIS STEFANO (MISTO). Intendevo comunque sia dichiarare per il Gruppo Misto il voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Grazie, Presidente. Il voto sarà contrario, esattamente com'è stato contrario quello alla mozione che è stata approvata due sedute fa. Non mi dilungherò su quei temi perché non sono all'ordine del giorno, oggi all'ordine del giorno c'è semplicemente una correzione formale che va, tra l'altro, a recepire uno dei temi che è stato oggetto di discussione durante l'approvazione di quella mozione, cioè il fatto che quel testo fosse totalmente incomprensibile e fosse un elenco illeggibile tanto per i consiglieri regionali chiamati a votare in quel momento quanto per la Corte costituzionale che, infatti, ha suggerito le modifiche che oggi sono all'attenzione dell'Aula.

Rimando tutte le altre considerazioni a sede più consona, visto che non sono all'ordine del giorno, e approfitto dei pochi secondi rimasti per chiedere sommessamente alla maggioranza un comportamento consono al ruolo che dovrebbe ricoprire in quest'Aula e al di fuori di questa. Non è normale dover iniziare con un'ora di ritardo perché è impossibile anche darsi la minima disciplina che è quella a cui sono tenuti gli studenti delle scuole, cioè quella di arrivare in orario, e non è possibile neanche mascherare questa carenza con una tarantella che è indegna rispetto all'importanza dei temi che quest'Aula è chiamata a trattare. Non ci vuole molto, non sto chiedendo di rimettere in discussione ognuno le proprie idee, sto soltanto chiedendo un minimo di rispetto reciproco tra le parti e per i cittadini che hanno voluto che ci sedessimo in questi banchi, rispetto che, anche dai toni utilizzati da qualche collega, mi sembra molto lontano anche dall'essere compreso.

PRESIDENTE. Comunico che è rientrato dal congedo l'onorevole Talanas.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della mozione numero 98.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Discussione e approvazione del documento: Bilancio consolidato della Regione Sardegna per l'esercizio 2018. Articolo 68 del decreto legislativo n. 118 del 2011 e successive modifiche ed integrazioni (3/XVI/A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del documento numero 3/XVI/A.

Dichiaro aperta la discussione generale.

Ha facoltà di parlare il consigliere Stefano Schirru, relatore di maggioranza.

SCHIRRU STEFANO (PSd'Az), relatore di maggioranza. Presidente, il bilancio consolidato, oggi all'esame del Consiglio, è un documento contabile a carattere consuntivo diretto a rappresentare il risultato economico, patrimoniale e finanziario del "Gruppo Amministrazione Pubblica Regione Sardegna", inteso come unica entità economica distinta dalle singole società e/o enti componenti il gruppo.

La redazione del bilancio consolidato si inserisce nella più ampia riforma normativa relativa al consolidamento dei conti per il controllo della finanza pubblica. L'articolo 68 del decreto legislativo numero 118 del 2011 prevede che il bilancio consolidato delle regioni sia approvato dal Consiglio regionale entro il 30 settembre dell'anno successivo a quello cui il bilancio si riferisce secondo le modalità previste dalla disciplina contabile della Regione.

Il principio contabile applicato di cui all'Allegato 4/4 del medesimo decreto disciplina in modo specifico le operazioni propedeutiche alla redazione del bilancio consolidato, prima fra tutte la definizione del perimetro di consolidamento. In conformità ad esso la Giunta regionale, con deliberazione numero 27/30 del 23 luglio 2019, ha approvato l'elenco dei soggetti che compongono il Gruppo Amministrazione Pubblica Regione Sardegna (GAP) e, nell'ambito di tale elenco, i soggetti da includere nel bilancio consolidato, costituenti il cosiddetto Gruppo bilancio consolidato. Con Deliberazione numero 37/25 del 19 settembre 2019, confermando tali elenchi, ha poi approvato il Bilancio consolidato della Regione Sardegna per l'esercizio 2018, trasmesso al Consiglio in data 30 settembre 2019.

Il documento, n. 3/XVI, assegnato alla Terza Commissione permanente per il relativo esame, è stato approvato nella seduta del 16 ottobre 2019 con il voto favorevole dei Gruppi di maggioranza e l'astensione di quelli di opposizione. Nel suo insieme, il bilancio consolidato 2018 è composto dallo Stato patrimoniale, dal Conto economico e dalla Relazione sulla gestione, comprensiva della Nota integrativa. Non include, invece, la relazione del Collegio dei revisori dei conti, in quanto non si è ancora concluso l'iter per la nomina del medesimo. Come previsto dalla vigente normativa, ai fini della redazione del bilancio consolidato è stata effettuata la riconciliazione delle partite reciproche infragruppo e sono state effettuate le rettifiche nei casi di disallineamenti. Il documento chiude con un risultato economico positivo di euro 818.842.253, mentre il patrimonio netto, anch'esso positivo, ammonta a euro 1.897.616.807.

Come evidenziato dall'Assessore della programmazione nel corso dell'illustrazione del provvedimento, il bilancio consolidato 2018 che l'Aula si accinge ad approvare non è in grado di offrire una visione completa delle consistenze patrimoniali e finanziarie della Regione in uno con le sue articolazioni organizzative, enti strumentali e società controllate e partecipate ricomprese nel perimetro di consolidamento, nonché del risultato economico della complessiva attività svolta dal gruppo, in quanto non tutti i soggetti coinvolti hanno trasmesso la relativa documentazione contabile nei tempi utili previsti dalla legge per il consolidamento. Quindi io le chiedo anche, Assessore, qui di prendere i dovuti provvedimenti del caso.

Ciò posto, la Commissione nelle sue varie componenti politiche ha convenuto sulla opportunità che in sede di approvazione del documento siano dal Consiglio impartiti alla Giunta direttive volte a rafforzare le funzioni di indirizzo e vigilanza della Regione sulle attività dei propri enti e società partecipate, così da poter programmare, gestire e controllare con maggiore efficacia il relativo operato e perfezionare il processo di consolidamento.

Stante l'importanza che l'approvazione del provvedimento in esame riveste, se ne auspica una condivisa e celere approvazione da parte dell'Aula.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Massimo Zedda, relatore di minoranza.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti), relatore di minoranza. Nel salutare le colleghe, i colleghi e gli Assessori e ringraziare anche il Vicepresidente della Commissione bilancio che svolge le funzioni di Presidente in questa fase di assenza del Presidente della Commissione, poi la dottoressa Elsa Diana e il dottor Fabrizio Contu per il supporto che hanno dato, davano e daranno ai lavori della Commissione, per quanto riguarda il bilancio consolidato mi soffermo solo su alcuni aspetti che preoccupano in relazione a quali elementi che possono avere delle ricadute sulla capogruppo, cioè la Regione Sardegna. C'è una sottovalutazione degli obblighi da parte delle società, le partecipate o enti, comunque tutti i soggetti che fanno parte del gruppo oltre ovviamente la Regione, nella funzione di capogruppo, c'è una sottovalutazione del rispetto della tempistica di trasmissione dei bilanci alla capogruppo Regione. Questo che cosa determina? Se guardate le pagine relative ai numeri del consolidato 17 e del consolidato 18 c'è una distanza da un punto di vista numerico tra l'uno e l'altro abissale, non data da fatti nuovi, o almeno ci auguriamo che sia dovuta a fatti positivi, ma nella maggior parte dei casi all'assenza di trasmissione di documenti nei confronti della capogruppo. Stando all'elenco, per quanto riguarda il bilancio consolidato che trovate a pagina 8 nell'allegato numero 3, il gruppo amministrazione pubblica è composto da 49 soggetti, se scorrete poi ancora le pagine, andando più avanti troverete un elenco di 32 soggetti fino a pagina 12 del documento, di questi 32 soggetti 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15 soggetti su 32 non hanno trasmesso i documenti alla Regione. Che cosa significa questo?

Che ovviamente il bilancio consolidato che è alla nostra attenzione non è solo parziale ma è totalmente inefficace rispetto alle azioni che la Presidenza della Regione in qualità di rappresentante della capogruppo Regione dovrebbe avere come compiti, a questo servirebbe il bilancio consolidato, in termini di programmazione, di indirizzo, di controllo e nel caso in cui emergano fatti di evidenza negativa nella gestione di alcune società, anche di intervento e ovviamente di indirizzo per il futuro. Tra le società, tenendo conto che quando abbiamo analizzato il documento in Commissione anche Abbanoa non aveva trasmesso, mentre mi pare Assessore che nel frattempo tra i lavori della Commissione e la seduta odierna la società Abbanoa abbia trasmesso il documento, è pur vero che in alcuni casi c'è una distanza temporale in relazione alla diversa disciplina legislativa che opera per la Regione capogruppo e alcune società che operano con un sistema privatistico e quindi hanno una tempistica diversa, ma è anche vero che quegli stessi soggetti sono perfettamente a conoscenza del fatto di essere inseriti nell'ambito di un'Amministrazione pubblica e quindi dovrebbero consentire alla capogruppo di ottenere per tempo i documenti per arrivare a quel che è legge dal 2011, quindi dovrebbero avere almeno avuto il tempo di padroneggiare la materia per consentire alla capogruppo di avviare tutte quelle azioni che potrebbero essere in termini di indirizzo, di controllo, di verifica e di programmazione, utili ai fini del lavoro anche all'interno delle società. Per quanto riguarda e chiudo, la motivazione quindi dell'astensione è che mi pare ci sia stata nel corso del tempo una sottovalutazione su alcuni aspetti fondamentali, cioè quello che sfugge è che l'assunzione di personale nel sistema del bilancio consolidato, cioè di tutte le articolazioni delle società partecipate al cento per cento o anche per una percentuale inferiore, incide per quanto riguarda le assunzioni di personale con una contrazione di assunzione di personale per la capogruppo. Questa cosa sfugge completamente alle controllate e potrebbe avere una ricaduta in termini di danno per quanto riguarda la capacità assunzionale della Regione, di tutto il sistema Regione. Non troverete qua la sanità perché ovviamente è ricompresa nell'ambito del bilancio della capogruppo cioè Regione, ma quell'aspetto di assunzione di personale nelle diverse agenzie o all'ARST se non comunicata e non approvata dalla capogruppo Regione può determinare una contrazione anche sulla spesa già preventivata in termini di capacità assunzionale per il futuro. Quindi ci sono ripercussioni molto serie che potrebbero determinare un problema.

Cosa suggerisco, oltre alla nomina del Collegio dei Revisori, Assessore, perché può essere utile anche per il lavoro che lei svolge e svolgerà in termini di indirizzi sulle società?

Suggerirei all'atto della nomina, ad esempio degli amministratori delegati, che in caso di mancato rispetto della trasmissione di documenti, tenuto conto della tempistica data dalle norme sul bilancio consolidato, determina l'eliminazione del premio di produzione, una decurtazione di stipendio, cioè è vero che la legge non definisce delle sanzioni, ma è vero anche che la legge dà per scontato che di fatto essendo la Regione Sardegna la proprietaria con pro-tempore rappresentanti quali il Presidente della Regione e gli Assessori, nel partecipare alle assemblee dei soci soprattutto laddove la partecipazione sia al cento per cento o nella nomina degli amministratori, possa tranquillamente inserire una serie di criteri nel caso in cui non vengano rispettati questi parametri. L'altro elemento è, non so se lo si voglia fare come indirizzi dell'Aula nei confronti della Giunta oppure se la Giunta voglia fare proprie alcune di queste considerazioni e adottare una delibera di indirizzi nei confronti delle partecipate su come operare, perché quegli indirizzi approvati in Giunta per quanto riguarda le partecipate diventano poi elemento che ognuno di voi, immagino che qualche volta in alcune Assemblee possa partecipare direttamente il Presidente della Regione a seconda dei casi e delle articolazioni, anche di tematiche, immagino che l'Assessore dell'agricoltura magari partecipi per conto del Presidente della Regione nelle assemblee o comunque dia indirizzi e indicazioni sostituendo il Presidente in ARGEA, LAORE e tanto altro.

Ecco, quella delibera di Giunta può diventare tranquillamente un indirizzo da portare all'attenzione dell'assemblea dei soci che diventa vincolante per la società o le partecipate, perché è vero che nell'ambito dell'armonizzazione del bilancio ancora la Corte dei conti non ha approfondito la materia, sta guardando altri aspetti e sta lasciando il tempo congruo perché partecipate, società, capogruppo nell'ambito del consolidato facciano proprie la normativa e gli indirizzi alle questioni, ma è vero anche che il giorno in cui dovesse esserci un intervento, quelle ripercussioni anche sul fronte della ricaduta occupazionale o della capacità assunzionale potrebbero arrecare un serio danno alla capogruppo, tenendo conto che c'è poi sempre un elemento di culpa in vigilando, cioè siamo tenuti a incidere, obbligare le società a trasmettere la documentazione e quindi su questo suggerirei degli interventi puntuali ed efficaci perché l'ho vissuta anch'io quando siamo entrati in termini di sperimentazione del bilancio armonizzato e gli amministratori delle società partecipate, pubbliche, hanno l'impressione di avere ereditato la società quale patrimonio di famiglia e sfugge loro il fatto che non è una nomina data dall'asse ereditario, ma è una nomina pubblica su governo di risorse pubbliche, su mandato di un'istituzione pubblica qual è la Regione e far suonare la campana per ricordare questo anche con atti formali penso che aiuterebbe il lavoro di tutti voi e alla fin fine il controllo sul sistema del bilancio consolidato, comprese capogruppo, enti e fondazioni. Suggerirei di ottenere gli atti anche di coloro che non devono essere consolidati perché la normativa cambia ogni settimana e non vorrei che ci fosse l'inclusione nel consolidato futuro, in base al cambio di norme…

(Interruzione audio)

…soggetti che oggi sono esclusi, ma se dovessero essere ricompresi nel futuro potrebbero determinare dei danni se non controllati, anche se non fanno parte oggi del consolidato. Grazie.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

FASOLINO GIUSEPPE, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Presidente, non entro in merito a quello che già il Consiglio ha spiegato, cioè sul bilancio consolidato quali sono le società e quali sono le motivazioni che fanno rientrare alcune controllate all'interno del bilancio consolidato della Regione, però ci tengo a precisare e a dire che condivido a pieno l'analisi fatta dal consigliere Zedda, l'ho condivisa durante la Commissione e continuo a condividerla, perché molto spesso poi ci si chiede perché magari non si riesce a lavorare bene con le controllate, o perché non si può arrivare in tempo a cercare di far cambiare rotta a una partecipata. Ecco, le motivazioni sono proprio queste. Quindi riuscire ad avere uno strumento per poter intervenire, magari sull'amministratore, o su quello che svolge l'incarico di Commissario, penso che possa essere una cosa buona e giusta. Ed è vero anche che, secondo me, andrebbe controllato e ci dovrebbero essere degli obblighi anche per quelle società che fanno parte del giro, e quindi del gap della Regione Sardegna, ma per le quali il bilancio non rientra poi nel bilancio consolidato. Perché, a parte il cambio della normativa, come diceva il consigliere Zedda, ma comunque incide a prescindere su quello che è il bilancio regionale. Quindi sarebbe opportuno tenere sempre sotto controllo anche il bilancio di quelle società, seppur piccole, che non rientrano nel bilancio consolidato. A onor del vero dico che comunque sul bilancio consolidato i dati che mancano prevalenti sono di tre società, perché poi le altre sono tutte più piccole e quindi non vanno a incidere così pesantemente sul totale del bilancio consolidato. Però reputo molto positive le considerazioni portate dal Consiglio, in particolare dal consigliere Zedda.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'allegato 1. Chi lo approva alzi la mano. Chi non lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Metto in votazione l'allegato 2. Chi lo approva alzi la mano. Chi non lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Metto in votazione l'allegato 3. Chi lo approva alzi la mano. Chi non lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del Documento numero 3.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Discussione e approvazione del disegno di legge: Riconoscimento di debiti fuori bilancio ai sensi dell'articolo 73, comma 1, lettere a) ed e) del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42), e successive modifiche ed integrazioni, e autorizzazione di spese non rientranti tra i debiti fuori bilancio di cui all'articolo 73 del decreto legislativo n. 118 del 2011 (22/A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 22/A.

Dichiaro aperta la discussione generale.

Ha facoltà di parlare il consigliere Stefano Schirru, relatore di maggioranza.

SCHIRRU STEFANO (PSd'Az), relatore di maggioranza. Presidente, anch'io ringrazio la struttura che ha seguito la Commissione, l'intera struttura, e anche il Vicepresidente che sta rappresentando l'intera Commissione nelle diverse sedute e non manca occasione di poter far apprezzare la sua professionalità e la sua serietà.

Il provvedimento in esame, trasmesso dalla Giunta regionale al Consiglio in data 18 giugno 2019, prevede il riconoscimento di due differenti tipologie di debiti fuori bilancio: quelli derivanti da sentenze esecutive (articolo 1), sui quali secondo la giurisprudenza contabile non vi è alcun margine di discrezionalità nel valutare l'an e il quantum del debito poiché l'entità del pagamento rimane stabilita nella misura indicata dal provvedimento dell'autorità giudiziaria; quelli concernenti acquisizioni di beni e servizi in assenza del preventivo impegno di spesa (articolo 2), nei quali precisamente si è in presenza di un'obbligazione perfezionatasi nell'ordinamento civilistico assunta, tuttavia, in violazione delle norme giuscontabili che regolano i procedimenti di spesa.

L'articolo 3, invece, contiene un elenco di spese non rientranti tecnicamente tra i debiti fuori bilancio elencati all'articolo 73 del decreto legislativo n. 118 del 2011 per i quali, nondimeno, occorre una specifica autorizzazione di spesa; si tratta, in particolare, dei contributi obbligatori dovuti all'ANAC in occasione della pubblicazione di gare e delle spese di notifica di verbali per violazione al codice della strada.

L'articolo 4 prevede la copertura finanziaria e, infine, l'articolo 5 l'entrata in vigore.

Il testo del disegno di legge è corredato da una dettagliata relazione nella quale, come chiarito dall'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio nel corso dei lavori in Commissione, ciascun Assessorato interessato dopo aver ricostruito l'iter di formazione dei debiti in esame ha attestato la sussistenza dei presupposti normativi per il loro riconoscimento con legge e individuato la necessaria copertura finanziaria, sulla quale si è incentrata una puntuale verifica da parte degli uffici dell'Assessorato regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Durante i lavori l'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio ha anche illustrato i due emendamenti al testo d'iniziativa della Giunta regionale: un emendamento aggiuntivo all'articolo 2, che propone, a seguito delle richieste pervenute dai competenti Assessorati, il riconoscimento di altri debiti concernenti acquisizioni di beni e servizi in assenza del preventivo impegno di spesa, descritti nello specifico nell'allegata relazione; un emendamento sostitutivo dell'articolo 4, che, tenuto conto dell'emendamento sopraccitato, ridetermina l'importo complessivo degli oneri derivanti dal provvedimento in euro 1.945.408,02 per l'anno 2019 e in euro 5.937,33 per l'anno 2020.

La terza Commissione permanente, preso atto delle relazioni illustrative e dei chiarimenti forniti dall'Assessore nel corso dei lavori, ha approvato nella seduta del 16 ottobre 2019, il disegno di Atti Consiliari 33 Consiglio regionale della Sardegna legge in esame, come modificato e integrato dagli emendamenti presentati dalla Giunta regionale, con il voto favorevole dei gruppi di maggioranza e l'astensione dei gruppi di opposizione.

PRTESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Massimo Zedda, relatore di minoranza.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti), relatore di minoranza. Grazie Presidente, un ringraziamento sempre all'onorevole Moriconi che presiede da Vice Presidente la Commissione, sempre al dottor Contu e alla dottoressa Diana per quanto riguarda il supporto e il lavoro all'interno della Commissione.

I debiti fuori bilancio che trattiamo nella seduta odierna dell'Aula riguardano fattispecie eterogenee tra loro. È vero anche che però all'interno dei tanti debiti, anche di importi per cifre molto, molto ridotte, rispetto ovviamente all'ammontare di massa manovrabile o di bilancio che è quello della Regione, è vero anche che vi sono i primi due debiti fuori bilancio che possono essere presi ad esempio, per motivi e questioni differenti, in relazione al fatto che il primo riguarda la realizzazione di un sistema di monitoraggio elettronico e di sistemi di comando per la prevenzione degli incendi nelle zone boschive individuate dal Piano regionale ex lege 1° marzo 1975 numero 47, di cui al decreto dell'Assessore all'ambiente del '91. Questo è l'oggetto, la vicenda riguarda il servizio di vigilanza e coordinamento tecnico della direzione generale del Corpo forestale il 4 giugno 2008 non aveva approvato la relazione e il certificato di collaudo presentato ritenendo che gli atti fossero affetti da abbondanti sintomi di inidoneità per verificare se il sistema di monitoraggio elettronico fosse eseguito secondo le prescrizioni tecniche prestabilite in conformità al contratto e agli atti aggiuntivi successivi. Quindi la Regione metteva in discussione l'intero sistema, il fatto che potesse operare e che fosse realizzato a regola d'arte e di qui aveva impugnato. Dopodiché si scopre che la Regione viene condannata a risarcire, ora nell'ambito delle relazioni, che ovviamente non competono all'Assessore al bilancio che trasferisce in quanto pagatore il documento con i debiti fuori bilancio, ma tutti gli Assessorati o i settori coinvolti dovrebbero fornirci documentazione per comprendere il perché è venuta meno una motivazione così forte e la Regione ha perso nell'ambito di un giudizio tanto da stravolgere le argomentazioni che la Regione stessa ha portato all'attenzione e soprattutto sapere se questo sistema di monitoraggio degli incendi funziona o meno. Perché poi è quello che a noi interessa, no! Se abbiamo pagato per un sistema che ha funzionato al di là del collaudatore, che era una società e lì nulla quaestio perché siamo stati condannati a risarcire. Ma il secondo debito fuori bilancio che alla fin fine ammonta ad una cifra rispetto all'ammontare complessivo dei debiti che sono alla nostra attenzione, cioè 1.945.000, per l'anno 2019 quasi ammonta a poco meno della metà, un unico debito fuori bilancio cioè il secondo oggetto della deliberazione odierna, e riguarda una vicenda alquanto particolare. La Regione Sardegna due legislature fa sul finire della legislatura in relazione alla materia e alla vicenda molto intricata delle iniziative dell'accordo di programma su Tuvixeddu decise di attivare un arbitrato, scelse la via dell'arbitrato individuando degli arbitri che dovevano stabilire se quel che richiesto dal privato e quel che invece non era secondo la Regione dovuto all'epoca fosse giusto o meno o comunque stabilire il quantum. Bene gli arbitri hanno stabilito che la Regione dovesse risarcire per 84 milioni di euro; successivamente la Regione Sardegna tiene in piedi il giudizio anche ordinario e si scopre nell'ambito della sentenza nel recente passato, ma di un anno fa mi pare, un anno e mezzo fa, che la Regione Sardegna deve 1 milione di euro rispetto a 84 milioni. In questo caso la curiosità sarebbe sapere dall'Avvocatura della Regione, dalla Direzione regionale, dalla Presidenza della Regione quali azioni immediatamente dopo la sentenza, che ha visto stravolgere la decisione arbitrale, cioè da 84 a 1 milione, quindi non una rimodulazione per fatti nuovi, ma né più né meno aver stravolto l'idea stessa che ha originato da parte degli arbitri un risarcimento per un ammontare di 84 milioni, quali attività abbia svolto o abbia intrapreso e quali azioni abbia attivato la Regione per mettere in discussione il fatto che degli arbitri, che vengono anche pagati in modo parametrato rispetto al quantum della decisione arbitrale, che almeno mettere in dubbio il fatto che gli arbitri, come dire, abbiano preso, a voler essere buoni, una cantonata da un punto di vista del chi doveva a chi. Perché si parte nell'ambito della decisione che riguarda il secondo debito fuori bilancio alla nostra attenzione, si parte dallo stravolgimento del principio che ha dato origine agli 84 milioni, cioè mentre gli arbitri erano partiti a ritroso fin dall'origine delle iniziative e quindi avevano stabilito un lucro cessante, una serie di altri risarcimenti connessi a tutta l'attività fin dalla sua origine, il giudizio, la sentenza passata ingiudicato stabilisce che nel momento in cui sono arrivate poi le sentenze della Corte costituzionale, tutti gli interventi su Tuvixeddu, veniva meno la possibilità di vantare un credito nei confronti della Regione per quell'ammontare, e quindi nell'ambito del giudizio si fa, cioè si conteggia il credito vantato dal privato per un ambito temporale ristretto rispetto a quella valutazione ampia che era stata dagli arbitri a suo tempo. Quindi su questo siccome paga l'Assessore, ma sarebbe interessante sapere il perché, quali azioni e quali sono state le azioni, anche perché quella sentenza passata in giudicato immediatamente obbliga la Regione a riottenere 83 milioni di euro, perché viene stravolta la decisione arbitrale con una sentenza passata in giudicato. Ci sono altre vicende che riguardano l'aspetto dell'accordo di programma e quindi ci saranno anche altri interventi? Ma su quell'aspetto la Regione è già obbligata quindi anche questo sarebbe curioso sapere su questo debito quali azioni sono state fatte nei confronti degli arbitri, se abbiamo resistito in giudizio rispetto a una decisione arbitrale, che completamente è stata stravolta dal tribunale, e quali azioni sta intraprendendo la Regione per riottenere gli 83, a questo punto, milioni di euro erogati immediatamente senza neanche avere fideiussioni o garanzie nel caso in cui proprio il giudizio del tribunale ordinario avesse stravolto la decisione degli arbitri, grazie. Quindi il voto è di astensione per queste motivazioni.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito assetto del territorio.

FASOLINO GIUSEPPE, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Grazie Presidente, consiglieri anche qui devo dire che i due relatori sono talmente esaustivi che non lasciano spazio ad altre considerazioni. Noi riconosciamo i debiti fuori bilancio e li riconosciamo in base all'articolo 73 del "118". Quindi l'unico lavoro che facciamo è quello di considerare il riconoscimento del debito fuori bilancio in base a quello che è stabilito dall'articolo 73 e a trovare le coperture finanziarie. La motivazione che poi ha fatto scaturire il debito fuori bilancio o le precisazioni sul debito fuori bilancio quelle poi sono riconducibili a ogni Assessorato che giustifica e spiega quali sono le motivazioni per le quali si è arrivati a quel debito fuori bilancio. Il lavoro che l'Assessorato di mia competenza fa è solo quello del riconoscimento dello stesso e di trovare la copertura finanziaria. In questa norma questo abbiamo fatto e all'interno dell'articolo 1 abbiamo l'elenco del riconoscimento dei debiti fuori bilancio relativi alle sentenze esecutive. All'interno, invece, dell'articolo 2, abbiamo il riconoscimento di debiti fuori bilancio concernenti acquisizioni di beni e servizi in assenza del preventivo impegno. Nell'articolo 3, invece, quelli che non rientrano nell'articolo 73 del "118", ma che comunque hanno bisogno di una norma per il riconoscimento del debito fuori bilancio. Nell'articolo 4, invece, abbiamo la copertura finanziaria per il riconoscimento di questi debiti. Grazie.

PRESIDENTE. Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli. Votazione elettronica.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del passaggio all'esame degli articoli.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 1.

Poiché nessuno è iscritto a parlare, metto in votazione l'articolo 1. Votazione elettronica.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 1.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 2.

Poiché nessuno è iscritto a parlare, metto in votazione l'articolo 2. Votazione elettronica.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 2.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 3. All'articolo 3 è stato presentato un emendamento aggiuntivo.

Metto in votazione l'articolo 3. Il parere del relatore?

Ha domandato di parlare il consigliere Michele Ennas. Ne ha facoltà.

ENNAS MICHELE (LEGA). Noi non troviamo il testo di questo emendamento, in ogni caso il partito della LEGA chiede alcuni minuti di sospensione per poterlo esaminare e confrontarsi con il resto della maggioranza. Grazie.

PRESIDENTE. Eravamo in fase di discussione, in fase di discussione sono stati presentati… ho detto che all'apertura della votazione e della discussione all'articolo 3 è stato presentato un emendamento, naturalmente c'è un Gruppo che chiede di poter leggere l'emendamento, penso che sia corretto e naturale concedere questa facoltà.

Il Consiglio è sospeso per cinque minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 12 e 30, viene ripresa alle ore 12 e 37.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Comunico che sono rientrati dal congedo anche l'onorevole Loi e l'onorevole Gian Franco Satta.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Onorevole Mula, vuole intervenire sull'ordine dei lavori?

Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Mula. Ne ha facoltà.

MULA FRANCESCO (PSd'Az). No, Presidente, veramente mi sembra che siamo anche nei termini, volevo proporre un emendamento orale all'articolo 3, se l'Aula poi è d'accordo possiamo chiedere… vorrei anche spiegare, signor Presidente, un attimino in maniera veloce, e poi se è il caso ci fermiamo anche due minuti, in che cosa consiste l'emendamento. Sostanzialmente abbiamo un problema per quanto riguarda le concessioni demaniali, sapete benissimo che vige la stagionalità e passati i sei mesi quindi le strutture devono essere smontate. Noi vorremmo, con questo emendamento, fare riferimento a una norma di carattere nazionale, quindi già una legge, e precisamente l'articolo 1 e il comma 246 della legge numero 145, che è una disposizione di bilancio, e sostanzialmente noi vorremmo recepire con questo emendamento una norma di carattere nazionale. A nostro modo di vedere questa norma ci può, ci potrà permettere, e gli Uffici saranno messi nelle condizioni di poter uscire fuori con un provvedimento, e noi abbiamo anche la certezza che se ne assumeranno responsabilità, dove con queste direttive praticamente stiamo spostando il fatto dello smontaggio delle strutture al 31/12/2020, così come dice la norma nazionale. Ci auguriamo che nel mentre ci sia la possibilità di poter normare a livello regionale con una nuova legge, però io chiedo all'Aula di valutare veramente l'opportunità, perché questi nostri concessionari stanno morendo. Io capisco che ci sono le norme, io chiedo che quando si arriva al momento di poter forzare anche la mano ci assumiamo noi anche le nostre responsabilità, mi sembra che l'umore dell'Aula, poi ci possiamo fermare anche più di due minuti, ma credo che questo emendamento meriti attenzione, soprattutto perché va nella direzione di poter dare una mano a quegli operatori che, ripeto, a oggi stanno operando in condizioni veramente disastrose.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppe Meloni. Ne ha facoltà.

MELONI GIUSEPPE (PD). Grazie, Presidente. Io ricordo che esiste una proposta di legge presentata… che ha come primo firmatario il sottoscritto, e anche da altri colleghi, la numero 54, che normerebbe proprio sul tema, in particolare nelle aree retro demaniali, perché la normativa nazionale poi non è stata chiarissima sul tema, parla di concessione demaniale marittima, probabilmente gli Uffici anche regionali sono in dubbio su quale sia poi l'area effettiva sulla quale intervenire, quindi il collega Mula ha parlato di una norma più corposa in qualche maniera che dovrà essere adottata sul tema, io credo che sia assolutamente urgente… poi emendiamola, facciamo quello che vogliamo, comunque che vengano presi in considerazione i contenuti della proposta di legge numero 54, che credo sia molto esaustiva e serva a chiarire bene tutta la vicenda perché, con concordo col consigliere Mula, oggi la situazione è davvero di incertezza assoluta rispetto alle normative vigenti, e il paradosso, diciamocelo francamente, è che ci sono situazioni in Sardegna differenti, a seconda anche del tempo, del modo di intervento di chi è preposto ai controlli, del tempo a disposizione appunto di chi è preposto ai controlli e anche, diciamo così, dall'attenzione che viene posta. Ci risultano quindi situazioni nella stessa Isola, in Sardegna, dove certe strutture permangono per tutto l'anno e in altri casi invece vengono regolarmente rimosse, e io credo che questo non debba accadere e occorre intervenire, quindi credo che si possa prendere in considerazione l'opportunità di intervenire urgentemente adesso, ma è necessaria una norma più chiara a brevissimo. Grazie.

PRESIDENTE. Mi pare di capire che l'emendamento dell'onorevole Mula si tratti solamente di recepire il comma 246 della finanziaria nazionale, quindi né una virgola in più, né una virgola in meno, praticamente una presa d'atto di una normativa in essere nel nostro ordinamento giuridico.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Grazie, Presidente. Devo dividere le mie considerazione in due parti, nella prima una questione di metodo, io non sono favorevole all'introduzione di norme intruse, l'ho detto nell'ultima riunione e non posso che ribadirlo in questa, se il testo ha nel titolo semplicemente il riconoscimento di debiti fuori bilancio, ci si deve attenere al titolo, qualunque forzatura diventa poi il buco dal quale passa il fiume, e cioè, se oggi noi diamo l'okay alla presentazione di emendamenti, in questo caso in forma orale, ma non sarebbe cambiato niente se fosse stato in forma scritta, questo sarebbe semplicemente l'inizio di un processo che vedrebbe, nei prossimi giorni, nei prossimi mesi e nei prossimi anni, la presentazione di emendamenti che nulla c'entrano con il tema oggetto dell'istruttoria. Sempre riguardo al metodo, poi, per la poca esperienza che mi è capitato di fare in passato, le norme che sono entrate in Aula con l'utilizzo dell'articolo 102, o con le procedure d'urgenza, o sempre perché ci sono i creditori alle porte e i licenziamenti a un passo, sono poi le norme che hanno creato una condizione sfavorevole per le persone che questo Consiglio, magari all'unanimità, in passato ha cercato di aiutare, perché sono norme che sono state impugnate, hanno dato il via a contenziosi e, insomma, io sono per, soprattutto quando si tratta di legiferare su materie così sensibili, sono invece perché le Commissioni di merito facciano un'istruttoria seria, sentano l'Assessore competente, che oggi ovviamente non può essere l'Assessore al bilancio, perché si trattava di una norma intrusa con caratteristiche completamente differenti, in una legge che ha ben altro contenuto, quindi sono per fare questi passaggi. Riguardo invece poi al tema concreto, quindi al contenuto di quell'emendamento, io rilevo che il demanio non è competenza regionale. Noi abbiamo già discusso più volte dell'esigenza, condivisa da più parti, di regionalizzare quella competenza attraverso una legge di rango costituzionale, ebbene oggi la competenza è pienamente statale. Se il problema è che all'interno degli uffici, non so se quelli comunali o quelli regionali, c'è qualche difficoltà ad applicare una norma, l'ultima cosa che dobbiamo fare è inventarci una legge che non ha senso di esistere, perché dire che nelle materie su cui è piena la competenza statale in Sardegna si deve applicare la legge statale è quanto di più ridondante ci sia. Io credo che intanto vada esaurito l'ordine del giorno, quindi vada chiusa la discussione del DL numero 22, dopodiché una discussione di questo tipo può avere il suo iter all'interno della Commissione competente, si eviteranno in questo modo errori e si eviterà anche magari una figuraccia che quest'Aula, appunto, non si merita in aggiunta alle altre.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Presidente, io comprendo le ragioni dell'onorevole Mula nel voler dare un sollievo a tanti che operano nell'ambito delle zone costiere, in particolar modo nelle spiagge, con iniziative che hanno carattere temporaneo nell'ambito della fase primaverile ed estiva, che però in alcuni casi sono diventate delle strutture che potrebbero offrire dei servizi anche nell'ambito delle nostre coste in modo permanente. Lo dico perché ci siamo occupati della vicenda che ha riempito pagine e pagine di quotidiani e di organi d'informazione nell'isola nell'ambito del sistema del Poetto. Ricorderete tutti, smonta e rimonta, le problematiche legate alle vicende dei chioschi del Poetto. Come siamo arrivati alla soluzione, a norme addirittura precedenti, consentendo la possibilità ai gestori dei chioschi e alle strutture di poter rimanere in modo permanente nell'ambito della (…)? Coinvolgendo tutti i soggetti pubblici, il Ministero, la Soprintendenza, tutela del paesaggio, eccetera, in modo tale da arrivare, nell'ambito della redazione del Piano di utilizzo dei litorali, alla configurazione di strutture permanenti con autorizzazione paesaggistica che guardava a un ambito temporale più esteso rispetto alle vecchie autorizzazioni paesaggistiche, in modo tale da poter consentire adeguamenti, eccetera. E con quale argomento si è arrivati ad avere una permanenza dei chioschi anche nella fase autunnale e invernale? Con l'elemento della tutela dell'ambiente, cioè smontare e rimontare, questa continua opera nell'ambito della spiaggia, arrecava un maggior danno alla spiaggia rispetto a opere con una conformazione di un certo tipo, sopraelevate rispetto all'arenile, che potessero consentire, quindi, il deflusso dell'acqua e la formazione della vegetazione, il ripristino del cordone dunale, cioè l'elemento fondamentale è stato quello della tutela ambientale, che poi immediatamente dopo, nell'ambito della scrittura del Piano di utilizzo dei litorali, ha determinato la possibilità di situazioni permanenti nell'ambito dei litorali. Perché quel che avverto come rischio è che non è sufficiente recepire la norma, perché è chiaro che guardando erga omnes a tutte le situazioni in modo identico su tutto il territorio regionale noi ci troviamo in situazioni totalmente differenti. In alcuni casi c'è un ambito costiero che è soggetto ad erosione e quindi quella stessa concessione probabilmente ha caratteri diversi rispetto ad altre concessioni dove, invece, non ci sono fenomeni di erosione; in altri casi sei all'interno di zone SIC, cioè con una tutela ancora maggiore rispetto anche al fatto di insistere nell'ambito dei 300 metri o dei 150 metri nelle isole minori, quindi una serie di aspetti normativi diversi. In altri casi hai bisogno che gli uffici regionali attivino le procedure di autorizzazione paesaggistica per un tempo più esteso rispetto alla sola paesaggistica ottenuta per i mesi primavera estate, quindi rischiamo di dare un'illusione di possibilità che può attivare una serie di contenziosi perché già oggi ci troviamo in situazioni dove i Comuni stanno operando in maniera diversificata tra loro e - chiudo, Presidente - su quest'altro aspetto stiamo attenti perché se c'è una valutazione di impossibilità di operare anche per i mesi invernali rischiamo che quei soggetti si trovino in una situazione, in ambiti così sensibili, di abusivismo e un eventuale procedimento attivato dalla Magistratura su abusi nell'ambito costiero o nell'arenile può determinare un'automatica perdita della concessione. Quindi rischiamo, se non curando in maniera di dettagliata e chiedendo tutti i pareri, volendo favorire i soggetti che operano nell'ambito del sistema costiero e degli arenili, paradossalmente di recare loro un danno ben maggiore, facendo addirittura iniziare iter nei tribunali con la perdita della relativa concessione.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Angelo Cocciu Ne ha facoltà.

COCCIU ANGELO (FI). Presidente, solo per fare una breve riflessione. Lei naturalmente, Presidente dell'Aula, ci darà anche delle indicazioni per come procedere. Non è assolutamente giusto che venga omologata, come diceva il consigliere Agus, la legge degli emendamenti intrusi, però ci troviamo di fronte veramente ad una necessità, a un qualcosa di importante. Abbiamo lasciato per anni, ripeto per anni, la possibilità a causa anche dei ritardi della Regione per quanto riguarda alcune direttive, per quanto riguarda l'approvazione dei PUL, abbiamo tantissimi operatori turistici che sanno bene che nei PUL in corso di approvazione avranno la possibilità di montare definitivamente quelle che sono le loro strutture. In base a una legge regionale si dà la possibilità di far questo per 3, 4, 5 mesi l'anno.

Questo emendamento darebbe la possibilità a questi operatori, che già vengono individuati all'interno del PUL e anche in zone limitrofe, di poter stare in tranquillità fino al 2020. Il problema dove sta? Ogni anno affrontano costi esagerati per quanto riguarda lo smontaggio e la realizzazione delle strutture. Se noi oggi dovessimo trovare una soluzione in quanto gli enti preposti a tutti i controlli sono già pronti a intervenire e attuare quelle che sono le massime sanzioni, se riuscissimo a fare qualcosa sarebbe una cosa assai gradita, sperando che, ripeto, se dovessimo trovare la via normativa nel rispetto della legge per poter fare questo, sperando che non diventi una consuetudine.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Francesco Mula. Ne ha facoltà.

MULA FRANCESCO (PSd'Az). Presidente, io veramente apprendo con rammarico che alcune volte il Consiglio regionale, credo che abbiamo anche l'esperienza di poter affermare queste cose, quando si assume responsabilità di poter anche forzare la mano e si va nella direzione di provare a dare una mano a chi opera, a chi vive difficoltà e si trovano sempre barriere, io dico non c'è problema, ritiriamo l'emendamento, vediamo un attimino. Volevo ricordare che entro il 30 scade l'ultimo termine e dovranno smantellare, quindi era fatto per questo, non è che è un'esigenza personale. Me ne dispiace. Volevo avvisare qualche collega che in prospettiva futura il Gruppo del PSd'Az. non sarà disponibile anche quando ci saranno esigenze di tipo particolari, come spesso succede in Conferenza dei Capigruppo, quindi da oggi si chiude perché, ripeto, non è una cosa che serviva a me, è una cosa che si serviva a tanti. Poi quando mi si fanno ragionamenti di sempre legalità, di qui, ho specificato che l'accoglimento di questo emendamento, che diceva due parole secche di norma nazionale, avrebbe messo nelle condizioni gli uffici, e si assumevano la responsabilità di uscire con un documento che permetteva a queste concessioni di non essere smontate, più di questo io non posso dire, però siccome il Regolamento è Regolamento, basta che uno sia contrario, quindi ritiro l'emendamento e vedremo di fare qualcosa in prospettiva futura.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Giovanni Satta. Ne ha facoltà.

SATTA GIOVANNI (PSd'Az). Anch'io rimango un po' allibito quando si fa un eccessivo ricorso alla legge perché in questo caso ci sono tutte le prerogative perché un provvedimento del genere potesse andare in porto e salvaguardasse quegli imprenditori che con grandi sacrifici al pari di quelli che vengono licenziati dalle aziende, al pari di quelli che non ricevono lo stipendio da altre aziende che sono in crisi oggi dovranno affrontare. Conosco persone che sono miei elettori, perché è giusto che si sappia, ma che affronteranno spese da 35 a 40 mila euro per smontare quelle attività che hanno dovuto montare all'inizio dell'estate e il 30 del mese prossimo dovranno smontarla. Strutture ovviamente semoventi, quindi non stiamo inquinando o occupando il territorio in maniera stabile, per cui io veramente ho un grande rammarico per questa presa di posizione da parte di persone che tra l'altro stimo molto per quanto riguarda la loro professionalità, ma veramente non vedo nessun tipo di giustificazione a questa penalizzazione che viene fatta a questi imprenditori ai quali è giusto che come è successo un giorno che arrivarono qua delle persone a fare informazioni su eventuali vitalizi che non erano vitalizi, qualcuno si assuma la responsabilità davanti ai cittadini sardi di questa presa di posizione.

PRESIDENTE. Onorevole Satta, specifico che io sono ovviamente vincolato al rispetto del Regolamento, se non ci fossero state obiezioni mi sarei assunto la responsabilità di ammettere l'emendamento, quindi questo lo voglio dire.

È evidente che però di fronte a un'obiezione da parte di un consigliere regionale, anche di un solo consigliere regionale, io non ho la possibilità di forzare il Regolamento.

Ho detto e lo ribadisco che per me il Regolamento è il faro della mia condotta, esercito le mie prerogative in termini di ammissibilità o non ammissibilità degli emendamenti, in questo caso l'avrei ritenuto ammissibile, di fronte a un'obiezione ovviamente il mio potere è limitato e il Regolamento deve essere applicato.

Ha domandato di parlare il consigliere Roberto Deriu. Ne ha facoltà.

DERIU ROBERTO (LEU). Scusi Presidente, intervengo sollecitato dalla sua osservazione che ha testé resa. La valutazione di ammissibilità però ritengo, lei mi corregga se sbaglio, che lei la debba formulare prima che si entri nel merito dell'emendamento e prima che ci si esprima a favore o contro e quindi lo si renda impresentabile perché orale. Cioè, se questo emendamento orale non era ammissibile come ha suggerito il presidente Agus, era lì che doveva essere fatta la pronuncia di inammissibilità, dopodiché ci si pronuncia nel merito e un gruppo o un consigliere può dire che non è d'accordo con la presentazione di un emendamento orale. Però se lei mi dice che non lo accogliamo perché ci si esprime contro nel merito, altrimenti avrei detto che era ammissibile, lei pospone la dichiarazione di ammissibilità. Io le faccio questa osservazione da un punto di vista diciamo perché mi sembra un histeron proteron, mi sembra che mettiamo le cose che ci sono prima dopo, e sarebbe meglio dire: c'è un emendamento, è ammissibile dopodiché ognuno…

PRESIDENTE. Onorevole Deriu, io apprezzo la sua considerazione, poiché non conosco il tenore degli interventi dei colleghi consiglieri che chiedono la parola, io non potevo immaginare il contenuto dell'intervento stesso. Comunque ora sapete che il mio parere è di ammissibilità, se volete riniziamo daccapo, quindi vi do la possibilità di cambiare opinione.

Le prerogative dei consiglieri sono fatte salve, quindi ora sapete il parere del Presidente, potete esprimervi in merito, si tratta esclusivamente dell'accoglimento di una norma che già esiste nel nostro ordinamento giuridico positivo, mi assumo la responsabilità usando le prerogative che il Regolamento, la legge mi attribuisce di considerarlo ammissibile, quindi se volete riniziamo daccapo.

Ha domandato di parlare il consigliere Roberto Deriu. Ne ha facoltà.

DERIU ROBERTO (LEU). Saputo che l'emendamento è ammissibile, entrando nel merito noi diciamo, come già anticipato dall'onorevole Meloni, che abbiamo presentato una proposta di legge, l'argomento dovrebbe essere normato in modo organico come usa scrivere spesso la Giunta nel disegno di legge, cioè complessivo, però riconosciamo, come è stato riconosciuto da molti, che un intervento tempestivo e urgente può essere valutato opportuno.

Quindi da parte nostra non c'è una contrarietà nel merito, c'era una valutazione sull'ammissibilità, però se lei ha risolto il problema noi non abbiamo detto che siamo contrari nel merito di un intervento urgente che comunque deve essere ripreso in modo complessivo da una legge rispetto alla quale noi ci siamo già espressi depositando una proposta.

PRESIDENTE. Le due cose non sono incompatibili, una non esclude l'altra. Se il Consiglio regionale, così come mi sembra di capire voglia fare, intende normare in maniera specifica e dettagliata l'argomento, nulla vieta al Consiglio regionale, all'onorevole Meloni o a chiunque altro consigliere di presentare la proposta di legge, ma questo non esclude il fatto che si recepisca nel nostro ordinamento una norma che già esiste in quello nazionale.

Ha domandato di parlare il consigliere Roberto Li Gioi. Ne ha facoltà.

LI GIOI ROBERTO (M5S). Per esprimere il dispiacere da parte del nostro Gruppo per quanto riguarda l'opposizione di una parte dei consiglieri all'approvazione di questo emendamento che a nostro parere, nelle more della predisposizione di una norma organica, è fondamentale per tutelare una categoria di imprenditori che ha diritto ad una certezza, era semplicemente per esprimere questo, che noi saremo sicuramente favorevoli all'emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Solo per spiegare meglio un passaggio che forse è sfuggito. A nostro giudizio quella norma statale è già da applicare nell'ordinamento regionale perché questa, guardate, è l'applicazione dello Statuto che è stata fatta non recentemente ma negli anni passati. Se sul demanio non abbiamo una competenza regionale, quella competenza di qualcuno sarà, ed è dello Stato. È lo stesso motivo per cui quando si tratta di temi di competenza statale, quelle norme non vengono recepite con una seduta apposita del Consiglio regionale che scrive che in legge regionale si deve applicare la legge statale, perché sennò dovremmo, ogni volta che il Parlamento legifera in una materia di competenza statale, recepire quella normativa.

Ci sono delle materie in cui è obbligatorio farlo, per esempio sul personale della Regione, il "165" non si applica perché abbiamo una norma regionale che è sovraordinata e questo lo dice la gerarchia delle fonti. Se nello Statuto c'è un tema come può essere il personale degli uffici regionali di competenza regionale, le norme statali non sono più sovraordinate e si applicano quelle regionali. Quando noi vogliamo applicare in Regione una norma che si applica al personale dei Ministeri, per esempio, siamo obbligati a recepirla con legge regionale. In questo caso però se c'è un problema legato al fatto che l'Assessorato dell'urbanistica ed enti locali non vuole prendersi una responsabilità, magari non direttamente l'Assessore dico, capita spesso che appunto avendo anche nominato da poco i direttori generali, essendo in una situazione che deve ancora rodarsi, ci sia l'esigenza probabilmente di avere un ulteriore rafforzamento. Non può essere però fatta chiedendo al Consiglio di esprimersi su un tema su cui non ha competenza, anche perché il rischio è quello di, presi dalla fretta, creare dei problemi. Cioè i contenziosi alle persone, i colleghi di cui tutti vogliamo salvaguardare l'opera economica e la tutela dei posti di lavoro, non li apre la Regione, li aprono altri privati contro interessati, per cui anche dare una carta in mano flebile, incapace di reggere un ricorso non è secondo me un qualcosa che va a tutela magari delle attività che i colleghi vogliono tutelare. Questo ho detto, poi sarebbe stato utile, visto che si è aperta anche una discussione, avere in Aula l'Assessore all'Urbanistica per capire meglio perché in Sardegna i suoi uffici non vogliono applicare una norma dello Stato che va applicata anche in Sardegna. Però, io eviterei anche, posto che la mia contrarietà all'emendamento orale è dettata in primo luogo da questioni di metodo, e come abbiamo visto anche nelle scorse sedute non vorrei derogare a questioni di metodo, perché considero il metodo importante almeno quanto la sostanza. In questo caso, a prescindere dalle questioni di metodo, c'è anche un tema che quantomeno è meritevole di un'istruttoria. Poi in Commissione l'iter dei testi l'abbiamo visto possono durare mesi, o quando c'è un'ampia condivisione possono durare meno, in questo caso io credo che però sia necessario sentire tutti, quindi i Direttori dei Servizi, perché c'è un Servizio Demanio, e credo che possa essere interessante per i componenti della Commissione audire anche chi si occupa di quel servizio, le direzioni generali, e sicuramente l'Assessore.

PRESIDENTE. Onorevole, quindi io avevo inteso benissimo, però quindi per dire meglio, mi sembra che lei dica che è pleonastico e ridondante votare sull'acquisizione a normativa regionale ciò che già è applicabile. Io dal punto di vista giuridico e di principio sarei e sono d'accordo con lei, ma proprio perché è ridondante e pleonastico, quindi non modifica nulla nel sistema giuridico nazionale e regionale, un emendamento come questo, che non innova nulla, in qualche modo può essere assolutamente ammissibile. Mi pare che quindi il suo sia un parere favorevole, o il contrario? È contrario? Per capire!

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Non sono favorevole all'emendamento orale in primo luogo per questioni di metodo. Quindi se la domanda è "siete favorevoli?", la risposta è "non siamo favorevoli". Dopodiché, ho avanzato una richiesta, cioè si faccia una valutazione. Pensavo fosse già stato chiarito, in più c'è un altro tema, e cioè siamo sicuri che già non si debba applicare? Perché non sono favorevole a fare leggi inutili o ridondanti.

PRESIDENTE. Quindi lei comunque si oppone. L'onorevole Agus si oppone.

Ha domandato di parlare il consigliere Angelo Cocciu. Ne ha facoltà.

COCCIU ANGELO (FI). Presidente, solo pochi secondi, il gruppo di Forza Italia le chiede di andare avanti con forza, insieme a tutta la maggioranza, e portare l'emendamento in approvazione, e chiediamo che le firme dei consiglieri vengono messe sull'emendamento stesso.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Mula. Ne ha facoltà.

MULA FRANCESCO (PSd'Az). Io non voglio colpevolizzare nessuno, ci mancherebbe, però caro collega Agus, mi perdoni, che questo emendamento, che può essere forzato o non forzato, che dia interpretazione o non dia interpretazione, che mi sembra ci sia l'umore generale dell'Aula di votarlo, e non viene accolto per una questione di metodo, mi perdoni, e domani questi qua devono smantellare, mi sembra un attimino che andiamo anche oltre.

Poi le regole sono regole. Io non lo sto chiedendo, guardate, non lo sto chiedendo per me perché abbiamo concessioni ad Orosei e hanno le stesse difficoltà su tutti i litorali della Sardegna, noi stiamo dicendo, e allora vi faccio una proposta: permetteteci di rendere l'emendamento accoglibile, fate le vostre dichiarazioni, e votategli contro. Qual è il problema? Perché se lo dobbiamo rigettare per una questione di metodo, me ne assumo io responsabilità di non aver usato un'altra strategia, ma ripeto l'umore dell'Aula mi sembra vada nella direzione di cercare, finché sarà possibile, di dare una mano a questi poveracci. Poi, ripeto, se non è stato chiaro, noi stiamo facendo il recepimento, l'interpretazione autentica di una norma nazionale, e sarà l'Assessorato ad assumersene la responsabilità. Però, giustamente le regole sono regole, se il capogruppo Agus si oppone, sappiamo che non si può forzare la mano.

PRESIDENTE. Certo. Nessuna interpretazione autentica, ma il recepimento… non il recepimento perché è già recepita, ma comunque…

Ha domandato di parlare il consigliere Giorgio Oppi. Ne ha facoltà.

OPPI GIORGIO (UDC-Cambiamo). A me è capitato spesso, molto spesso, contrariamente ai colleghi, di oppormi a emendamenti orali. Tutta questa perdita di tempo è superflua. Nel senso che io sarei favorevole perché è stato discusso anche in Commissione, c'era un orientamento di un certo tipo, ma nel momento stesso in cui un consigliere, chiunque esso sia, dice che non è d'accordo sull'emendamento orale, automaticamente è chiusa la discussione, non esiste l'emendamento. Quindi, a scanso di equivoci, questa è il regolamento. Quindi, se non ritira la posizione Agus, non abbiamo oggetto di discutere.

PRESIDENTE. Ma, infatti, io l'ho ribadito, io sono vincolato dal Regolamento, ho solamente consentito all'Aula di esprimersi perché sollecitato dall'onorevole Deriu, che voleva capire l'ammissibilità o meno dell'emendamento, di esprimersi. Questo l'ho fatto, l'onorevole Agus è intervenuto di nuovo, ha espresso la sua contrarietà Non so se, res melius perpensa, magari…

Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (LEU). Io volevo in primis rispondere all'amico Angelo Cocciu. Angelo, l'ha detto bene l'onorevole Oppi, purtroppo il Regolamento recita in quella maniera, se solo un Consigliere si oppone l'emendamento orale non può essere presentato. Io ho capito che tutta l'Aula è d'accordo sul merito dello stesso emendamento, non capisco perché non venga comunque applicato dall'Assessore di riferimento. Io proporrei, se rimane ferma la posizione poc'anzi espressa dal collega Francesco Agus, io proporrei che l'Aula faccia un ordine del giorno che dia la forza all'Assessore, che chieda all'Assessore comunque di applicare una norma che è vigente, se questo può servire. Perché effettivamente noi stiamo andando a danneggiare delle persone, e purtroppo molte di queste persone vivono di questo, e far spendere loro tantissime risorse delle poche che hanno guadagnato in questi pochi mesi di turismo, credo non facciamo un grande servizio a loro, anzi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Presidente, noi abbiamo affrontato questa materia in occasione di una mozione presentata dall'onorevole Giagoni. Tutta un'altra cosa? Parlava esattamente della normativa nazionale e di recepire… come?

PRESIDENTE. È un altro comma!

È un'altra norma! Cioè, attiene sempre al mare, ai litorali, ma un'altra cosa!

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Ma non cambia la sostanza! Nel senso che, vi ricordate la presa di posizione dell'Assessore a suo tempo? Diceva: "Io sono in attesa che il Ministro dia delle indicazioni precise su come interpretare…". Sì, quella era la vicenda che abbiamo trattato, sempre però di mare, di litorali e di concessioni si parlava. Ok, adesso si tenta, con quest'altro emendamento, di poter intervenire sempre sulla stessa materia. Perché c'è questo problema? Perché questa norma sta cedendo davanti ai tribunali, e quindi c'è una difficoltà di recepire da parte degli uffici la norma oggetto dell'emendamento, perché non la si sta applicando neanche su scala nazionale, perché c'è un serio problema di dubbi, legittimità, possibilità di operare, e creare contenziosi, o addirittura commettere reati, nel caso in cui si operi su norme che sono poi sospese nell'ambito del giudizio anche a livello europeo, perché sappiamo che stiamo trattando di questa materia. Si aggiunga, da noi, che non abbiamo in alcuni casi neanche la copertura sui piani di utilizzo dei litorali, e tutte le altre questioni che dicevo prima. Dopodiché il tema non è, se lo si vuol risolvere, approvare una norma di questo tipo. Ma è né più né meno mettere nelle condizioni i Comuni di dotarsi di piani di utilizzo dei litorali, valutare le singole situazioni e laddove è possibile, le norme attuali lo consentano, poter consentire alle persone di non smontare. L'abbiamo già fatto non è una materia che è nuova e non abbiamo affrontato, ma i tentativi di risolvere la materia in modo differente sono andate a sbattere contro un muro. E anche le questioni che diceva l'onorevole Meloni prima sulle zone retro demaniali possono aiutare nel dare un sollievo, ma stiamo attenti che anche lì se si sposta la competenza dal demanio alle proprietà degli ambiti dei territori dei Comuni, i Comuni non possono creare un automatismo dando quelle concessioni a coloro che sono beneficiari di concessioni demaniali, ma devono mandare a loro volta a gara ulteriori luoghi perché altri possano operare. Quindi sono molto varie le situazioni in ambito costiero, affrontarlo in questo modo, a mio parere, arrecherebbe semplicemente un grave danno a coloro che operano. Perché il rischio è che ci si attivi in altre sedi e se solo qualcuno, è stato detto bene prima, ho chiuso Presidente, siccome ci sono Comuni che non vogliono rinnovare quelle concessioni…

PRESIDENTE. Onorevole Zedda, mi perdoni, comunque guardi la discussione per me è conclusa, perché in ogni caso, ribadisco, il Regolamento per me è il faro dal quale non posso assolutamente discostarmi… solamente sull'ordine dei lavori.

Ha domandato di parlare il consigliere Giovanni Satta. Ne ha facoltà.

SATTA GIOVANNI (Psd'Az). Allora sull'ordine dei lavori per dire che ovviamente faremo una proposta di legge, come dicono loro, che la gente deve sapere comunque che oggi questa cosa non è passata, che ci siamo attaccati a questioni di lana caprina. Perché la giurisprudenza va interpretata ma non in senso assoluto. Allora noi abbiamo la direttiva Bolkestein, che è una norma di rango superiore rispetto alla legge nazionale, la quale ci ha impedito per oggi, visti anche i ricorsi pendenti in Cassazione, ci ha impedito di allungare le concessioni balneari di 15 anni. Abbiamo invece una normativa nazionale che sta all'interno di quel cuneo, cioè fino al 30 dicembre 2020, le concessioni balneari sono rinnovabili, in quell'ambito lì noi stiamo cercando di prorogare queste concessioni anche per il periodo invernale. E badate bene, nel periodo invernale ci sono attività che rimanendo aperte producono. Allora siccome questo è giuridicamente fattibile, l'altra cosa è: per quanto riguarda le attività che si trovano al di fuori del demanio, su quelle ricadenti in territori i privati, hanno la stessa modalità di rilascio da parte demaniale, solo che viene applicato l'articolo 55 del codice della navigazione. Ma il principio rimane lo stesso, poi dopo il 2020 è vero che anche quelli andranno a gara e andavano a seguire un altro Regolamento. Quindi assumiamoci le nostre responsabilità e diciamo che oggi ci si è voluti intestardire per non fare una cosa che andava fatta e sulla quale tutti siamo d'accordo.

PRESIDENTE. Benissimo, allora metto in votazione l'articolo 3.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 3.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Passiamo alla votazione dell'emendamento aggiuntivo numero 1.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emandamento numero 1.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 4. All'articolo è stato presentato l'emendamento sostitutivo totale numero 2.

Mettiamo in votazione l'emendamento numero 2, sostitutivo totale dell'articolo 4 con il relativo allegato.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emandamento numero 2.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 5.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 5.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Passiamo alla tabella A.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della tabella A.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Metto in votazione il testo del DL numero 22/A.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del disegno di legge numero 22/A.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Approvazione della deliberazione di variazione di bilancio del Consiglio regionale della Sardegna. Applicazione di quota parte dell'avanzo libero di amministrazione accertato nel rendiconto del bilancio del Consiglio regionale per l'anno 2018 e variazione delle previsioni di competenza e cassa del bilancio di previsione finanziario 2019-2021 (54).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione sulla variazione di bilancio del Consiglio regionale della Sardegna.

Invito i Questori a sedersi nei banchi della Giunta.

Prego, onorevole Piu e onorevole Lancioni. Se anche solamente uno di voi intendesse fare una breve relazione. La fa lei, onorevole Piu, una brevissima relazione?

Ha facoltà di parlare il consigliere Antonio Piu, Questore del Consiglio.

PIU ANTONIO (Progressisti), Questore del Consiglio. Permettetemi intanto, presentando questa applicazione di quota parte dell'avanzo, sono soldi liberati che non sono stati spesi dal Consiglio regionale, e in qualità di Ufficio Questori di cui poi faccio parte, ringrazio i colleghi Oppi e il collega Lancioni perché abbiamo portato avanti e stiamo portando avanti una proposta per l'utilizzo della somma della quota parte dell'avanzo di 10 milioni di euro da utilizzare per quanto riguarda poi l'assestamento di bilancio che verrà portato avanti dall'assessore Fasolino. Ringrazio l'assessore Fasolino perché insieme agli Uffici abbiamo fatto una riunione nel Collegio dei Questori per cercare di capire come poter destinare questo tipo di risorse, e il Consiglio regionale avrà poi per il triennio '20-'22 una dotazione che parte dai 76 milioni di euro per ciascuno degli anni '20-'21 e '22, quindi un incremento rispetto a quello che abbiamo avuto negli ultimi anni. Quindi portiamo in votazione questi tre articoli in qualità di Ufficio di Presidenza su proposta del Collegio dei Questori.

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, metto in votazione la proposta. Votazione elettronica.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della variazione di bilancio del Consiglio regionale della Sardegna.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Il punto numero 5 reca la discussione della Risoluzione numero 1 sulla ridefinizione dei rapporti economici finanziari tra lo Stato e la Regione Autonoma della Sardegna, ai sensi dell'articolo 1, comma 851, della legge numero 205 del 2017, e dell'articolo 1, sempre comma 875, della legge numero 145 del 2018, alla luce dei criteri di contribuzioni sanciti dalla sentenza della Corte costituzionale del 2009. Posso anticipare io che si è deciso di rinviare alla discussione in Commissione la risoluzione. Quindi, la risoluzione andrà di nuovo in Commissione. Se non ci sono pareri contrari?

Ha domandato di parlare il consigliere Cesare Moriconi. Ne ha facoltà.

MORICONI CESARE (PD). Io chiaramente prendo atto dell'orientamento che si è consolidato in Consiglio e che ha stabilito il rinvio in Commissione. Vorrei però che il Consiglio realizzasse il senso di un'iniziativa che è stata discussa e approvata con urgenza e consapevolezza nella Commissione bilancio, presidenza Truzzu, per l'importanza che aveva e per le finalità che si era prefissa in vista di una scadenza che era quella del 15 luglio, entro il quale dovevano essere chiusi gli accordi tra la Giunta regionale e il Governo nazionale allora diverso. Lo dico perché in questi giorni la discussione, anche attraverso i media, distorce un po' la realtà, perché alcuni di noi, e mi riferisco in particolare all'onorevole Giagoni, che in questo momento sta chiacchierando con i suoi colleghi, e che io invece penso debba ascoltare… onorevole Giagoni, perché mi rivolgo anche a lei… questa risoluzione è una risoluzione attraverso la quale la Commissione aveva condiviso l'urgenza di dover assumere un'iniziativa finalizzata ad una mobilitazione straordinaria, la convocazione straordinaria del Consiglio, coinvolgendo tutte le parti politiche e sociali, al fine di intervenire per rimuovere la ragione del contenzioso che c'è tra la Regione Sardegna e lo Stato, e che sta nel comma 875 della legge numero 145 del 2018, cioè la finanziaria per il 2019 approvata dal precedente Governo. Ma non è una questione di chi, di come, non siamo alla ricerca delle responsabilità, quella causa noi l'avremmo potuta rimuovere se entro il 15 luglio scorso questa Giunta regionale, con il Governo nazionale precedente, avesse chiuso gli accordi. Ciò non è stato fatto e ha messo la Regione Sardegna nel rischio di dover continuare a contribuire al risanamento della finanza pubblica su parametri che sono in totale violazione dei principi costituzionali. È inutile che in questi giorni parliamo della "42" del 2009, è inutile che parliamo dell'articolo 119 della Costituzione perché, se noi non interveniamo e non interveniamo oggi prima della chiusura della discussione dell'istruttoria per la finanziaria, per la legge di stabilità prossima, noi rischiamo di continuare a fare una discussione che non porta da nessuna parte. Siccome io penso che sia interesse di questo Consiglio costruire un fronte unitario, non ci sono differenze di colori politici, Presidente, c'è una grande battaglia che va combattuta in modo unitario, che ha la necessità di essere guidata da chi oggi ha la responsabilità principale, rappresentativa di una Giunta, di una maggioranza, e che deve coinvolgere il Consiglio regionale, il quale si era occupato in sede di Commissione di istruire l'iniziativa, che debba vedere tutte le forze politiche e sociali, i sindaci e i rappresentanti delle diverse organizzazioni di categoria mobilitarsi per fare in modo che nella prossima legge di stabilità anche i parlamentari sardi si impegnino, perché lo Stato ostile alla fine non è un'entità astratta, ma sono, nella sede legislativa i parlamentari sardi che devono condividere una battaglia, e che nella sede della discussione della legge di stabilità devono fare in modo che quella previsione che sta nel comma 875 della legge finanziaria, approvata nel dicembre scorso, non ci sia più, perché rientrino nelle disponibilità del bilancio regionale quelle risorse che sono della Regione Sardegna. Ecco perché io penso che l'ulteriore rinvio sia un errore e penso che, siccome il Consiglio si è orientato in tal senso, chiedo che si acceleri l'eventuale revisione del dispositivo che si è già approvato, perché si arrivi in Aula in tempi utili al fine di poter combattere una battaglia utile in previsione della prossima legge di stabilità.

PRESIDENTE. Concordo completamente con il suo intervento, onorevole Moriconi, c'è stata una valutazione da parte dei Capigruppo in tal senso, però ovviamente io auspico che il lavoro della Commissione, che momentaneamente è presieduta da lei, sia quanto più veloce possibile, dimodoché consenta all'Aula di potersi esprimere nel minor tempo possibile su un tema che probabilmente è il principale che oggi è sul tavolo della Regione, perché questo è il tema dei temi, quindi assolutamente d'accordo con lei, onorevole Moriconi. Quindi mettiamo in votazione la proposta di rimandarla in Commissione, è solamente una formalità perché il rinvio è stato richiesto da tutti.

Chi la approva alzi la mano.

(È approvata)

Il Consiglio è aggiornato al 5 novembre. La seduta è tolta.

La seduta è tolta alle ore 13 e 39.