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La denuncia del Pd: solo un’azienda sarda su cinque ha avuto i ristori. Comandini chiede una finanziaria per il “ceto dei coraggiosi”

“Ci vogliono due anni, se va bene, perché alle imprese sarde arrivino i ristori stanziati per la pandemia. I dati della Ragioneria, che proprio oggi chiude, dicono che dal 2020 a oggi soltanto il 18,8 delle piccole e medie imprese e l’8,8 per cento dei lavoratori autonomi ha ricevuto il ristoro. Nel migliore dei casi chi due anni fa era già in difficoltà, riceverà concretamente il denaro della Regione tra qualche mese. Mi sembra che non ci sia altro da aggiungere per certificare il livello di incapacità e improvvisazione della giunta sardo leghista di Solinas”.

Parole di Piero Comandini (Pd), che questa mattina insieme al capogruppo Gianfranco Ganau ha illustrato in Consiglio regionale i dati relativi allo stato di attuazione dei fondi Resisto e Bei.

Per Ganau “i quattro interventi legislativi straordinari non hanno prodotto i trionfi di cui parla la Giunta, senza considerare che le richieste arrivate sono molte di più delle risorse disponibili. Mancano all’appello cento milioni di euro”. Il Pd ha chiesto dunque che “in occasione della prossima manovra finanziaria quei denari siano messi a disposizione del ceto dei coraggiosi, come lo chiama il dem Roberto Deriu, ovvero del mondo delle partite iva, degli artigiani e dei commercianti. Cioè della quasi totalità del tessuto produttivo privato della Sardegna. La vera pandemia per le imprese arriverà nel 2022, con lo sblocco delle cartelle esattoriali”.

Per Comandini  “è mancata con tutta chiarezza una cabina di regia e non è accettabile che dopo tre anni di governo la colpa sia di chi ha governato prima. Ancora oggi non si sa chi abbia ricevuto risorse regionali, chi anche quelle statali e chi non ha ricevuto nulla. Persino i criteri per accedere ai ristori sono sbagliati: l’unico obiettivo e invece non considerato è il calo del fatturato rispetto al 2019”.

Il Pd ha segnalato anche le anomalie dei fondi Bei: “Ci voleva poco a capire che il click day è un sistema sbagliato, che premia soltanto le dita più veloci e le connessioni più potenti. Il 5 per cento dei 3702 richiedenti sardi ha avuto accesso ai fondi Bei. E in quel 5 per cento ci sono farmacie e concessionarie di auto: cosa c’entrino queste rispettabili aziende con il settore turistico, con l’artigianato, con l’agroalimentare, cioè con i veri destinatari individuati dal Consiglio regionale, questo resterà un mistero”.

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