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Resoconto della seduta n. 157 del 22/06/2021

CLVII SEDUTA

(ANTIMERIDIANA)

Martedì 22 giugno 2021

Presidenza del Presidente Michele PAIS

indi

del Vicepresidente Giovanni Antonio SATTA

La seduta è aperta alle ore 10 e 04.

Confronto consiglieri-Giunta regionale con svolgimento di interrogazioni a risposta immediata ex articolo 123 bis del Regolamento

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata ex articolo 123 bis del Regolamento.

Oggi inauguriamo un nuovo corso di sedute di Consiglio regionale dedicato al question time, quindi alle domande a risposta immediata da parte della Giunta. È un modo per valorizzare le prerogative del Consiglio regionale e dei singoli consiglieri regionali incentivando e promuovendo il confronto con la Giunta che, altrimenti, nelle sedute ordinarie per via di una calendarizzazione dell'ordine del giorno magari non potrebbe esserci. È una novità per il Consiglio regionale della Sardegna che nelle intenzioni è quello di ripetere ogni primo martedì del mese e questo consente di trattare temi importanti e di attualità rispetto ai quali c'è necessità di una conoscenza immediata in ordine alle intenzioni e alle azioni poste in campo dalla Giunta, quindi confronto, democrazia, trasparenza sono gli obiettivi di questo nuovo corso dedicato al question time. L'organizzazione delle sedute è testé definita: tre minuti sono dedicati all'esposizione della domanda, cinque minuti sono destinati alla risposta dell'Assessore e della Giunta, e ulteriori due minuti vengono concessi all'interrogante per dichiararsi soddisfatto o meno rispetto alla risposta fornita dalla Giunta. È uno strumento di fatto che valorizza il ruolo del Consiglio e garantisce fondamentalmente l'opposizione, perché non meno del 50 per cento del tempo è dedicato alle interrogazioni delle opposizioni, e in virtù di questa suddivisione nella seduta inaugurale di oggi vi sono nove atti a disposizione dei Gruppi di minoranza, tre domande ai componenti dei Gruppi Progressisti e PD, due domande ai componenti del Gruppo Movimento Cinque Stelle, una domanda al Gruppo Liberi e Uguali, mentre invece sette atti a disposizione dei Gruppi di maggioranza, e quindi uno per Gruppo.

PRESIDENTE. Ha facoltà di formulare la sua domanda il consigliere Fausto Piga per illustrare l'interrogazione numero 869.

PIGA FAUSTO (FdI). Grazie Presidente, intanto io volevo ringraziarla per questa novità che sono sicuro potrà dare sicuramente maggiore impulso anche all'azione politica e amministrativa di questo Consiglio regionale. Io porto oggi all'attenzione l'interrogazione numero 869, che avevo presentato nel periodo di febbraio, che ha come oggetto le gravi criticità e carenze nel servizio farmaceutico territoriale con la carenza di farmacisti nel sistema sanitario pubblico a livello regionale, puntando in modo particolare l'attenzione sul poliambulatorio di Senorbì, Trexenta, semplicemente perché è il territorio in cui vivo e quindi ho maggiore confidenza rispetto ai disagi. Di fatto, da febbraio ad oggi, questa interrogazione ha trovato anche parziale risposta perché in quel periodo vi era il serio rischio che il servizio di farmacia territoriale chiudesse, invece si è passati da un'apertura settimanale ad un'apertura quindicinale. Rimangono però le incertezze dovute al proseguimento del servizio, soprattutto per dare garanzie agli ammalati che devono ritirare farmaci essenziali e dispositivi medici. Io nell'interrogazione chiedevo anche quelle che fossero le strategie che si intendevano attuare anche al fine di potenziare i servizi territoriali e cercare di trovare anche delle soluzioni emergenziali, ma che comunque potessero portare un po' di sollievo a questo servizio fondamentale. Mi viene da dire se in questo periodo appunto emergenziale si possono utilizzare degli specializzandi per sostituire le figure carenti di farmacisti, e comunque cercare di accelerare quelle che sono le fasi concorsuali. I problemi si conoscono e vengono comunque da lontano, non riguardano sicuramente l'operato suo, Assessore, ma ovviamente noi oggi ci siamo e dobbiamo risolvere questi problemi, che hanno radici sicuramente anche nel numero chiuso a livello universitario, nell'imbuto formativo e anche ai tagli della spesa pubblica che si sono fatti in passato con una visione programmatoria miope di chi ci ha preceduto. Però, ripeto, oggi ci siamo noi e dobbiamo cercare di risolvere questi problemi e dare maggiori certezze. Grazie.

PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.

NIEDDU MARIO, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Grazie Presidente. Come giustamente richiamava l'onorevole Piga, oggi ci siamo noi, i problemi vengono da lontano, ma tocca a noi l'onore e l'onere di cercare almeno di risolverli. I servizi farmaceutici territoriali nonché ospedalieri soffrono di grosse criticità perché sono legati ovviamente anche essi alla mancanza del personale dedicato. Sicuramente i pensionamenti dello scorso anno e di quest'anno non aiutano perché, come voi sapete, nell'ambito della dirigenza medica e sanitaria abbiamo perso oltre 700 figure lo scorso anno, oltre 800 ne perderemo stando ai piani di ATS nell'anno in corso e questo sicuramente, nonostante abbiamo provveduto per tempo a bandire i concorsi che sono partiti e alcuni sono arrivati a compimento, tra cui anche quello per i farmacisti territoriali, ovviamente i tempi di resilienza, di risposta sono un po' dettati anche dai ritmi della pandemia e quindi abbiamo avuto qualche ritardo, scontiamo un po' di lentezza dovuta anche a questo. Per quello che attiene nello specifico alla problematica della farmacia territoriale di Senorbì, va ricordato che la distribuzione diretta di Senorbì e Isili è stata gestita in emergenza dal 2020 con l'invio di farmacisti da Cagliari con contratto annuale, in quanto per la carenza di personale non è stato più possibile assegnare personale dedicato ai due punti di distribuzione. La situazione già grave di carenza di personale è diventata drammatica con il collocamento a riposo di tre dirigenti farmacisti e il mancato rinnovo del contratto a tempo determinato. Essendo rimasti a Cagliari solo tre farmacisti per la distribuzione diretta e per l'ADI e l'RSA ai diabetici e a Quartu due farmacisti, che peraltro usufruiscono anche della legge numero 104, pertanto si assentano almeno tre giorni al mese dal servizio, al fine di poter garantire la distribuzione diretta ADI e la fornitura delle sette RSA e dispositivi per diabetici e l'area critica di Cagliari e Quartu, che contano un bacino d'utenza notevole, è stato necessario intervenire riorganizzando i servizi. Per quanto sopra precisato è stata disposta per il mese di febbraio la chiusura di Senorbì e la distribuzione da Isili. Il giorno 11 febbraio del corrente anno il servizio di distribuzione è rimasto chiuso, dal 18 febbraio invece per venire incontro alle necessità dei cittadini il dipartimento del farmaco ha assicurato l'apertura di Isili e Senorbì, come ricordava giustamente l'onorevole Piga, a settimane alterne, in pratica si è avuto un solo giorno effettivo di chiusura, solo per una settimana il servizio non è stato erogato. Poi si è chiusa un po' la falla passando a una distribuzione quindicinale anziché settimanale con un farmacista con un contratto a tempo determinato che arriva da Cagliari. Adesso si sta provvedendo a ricoprire il posto mediante l'attribuzione della posizione a un vincitore del concorso che è stato appena effettuato, quindi nell'ambito dell'espletamento delle procedure concorsuali al più presto avremo la possibilità di ricoprire nuovamente il posto e di ripassare così al ritmo settimanale per l'erogazione dei presenti. L'altra problematica è quella della figura di un amministrativo che comunque è di più facile reperimento perché abbiamo comunque delle graduatorie a tempo determinato dalle quali possiamo attingere, e in ultima analisi si può fare ricorso anche a contratti di somministrazione.

PRESIDENTE. Grazie, Assessore.

Ha facoltà di parlare il consigliere Fausto Piga per dichiarare se è soddisfatto.

PIGA FAUSTO (FdI). Grazie Assessore. Io, ripeto, mi auguro che i tempi di espletamento di questo concorso siano i più celeri possibili perché è un'emergenza seria. Oggi il servizio è sottodimensionato e abbiamo necessità di ritornare alla vecchia normalità, lei ha toccato anche il tema dell'amministrativo, effettivamente se si riuscisse a inviare un amministrativo nel più breve tempo possibile a supporto anche di quello già presente riusciremmo a tamponare comunque la carenza dello stesso farmacista e quindi a dare un servizio comunque più puntuale. Io mi auguro che quanto da lei previsto si possa realizzare nel più breve tempo possibile. Grazie.

PRESIDENTE. Ha facoltà di formulare la sua domanda la consigliera Desirè Manca sull'interrogazione numero 1075.

MANCA DESIRÈ (M5S). Grazie Presidente. Buongiorno, Assessore, sono contenta di vederla e in merito a quello che lei ha dichiarato poco fa, lei ha detto noi ci siamo ritrovati in una situazione che è pregressa, è vero, non possiamo pretendere che tutti i problemi che la Sardegna vive dal punto di vista sanitario e che ha vissuto in questi ultimi forse vent'anni, in particolar modo in questi ultimi dieci anni, possano essere risolti in due anni e mezzo, però io credo che ci possano essere dei piccoli passi da compiere che per noi magari possono essere anche piccoli e per la gente comune, la gente che invece ha qualche problema di salute possa rappresentare un modo per vivere meglio e soprattutto un modo per vivere. E mi riferisco all'interrogazione, Assessore, che le abbiamo presentato in merito agli stomizzati sardi. Quanti di noi sanno che cosa significa vivere con una sacca? Io credo nessuno. Allora, Assessore, chi subisce un intervento magari tumorale, e successivamente è costretto a vivere con una sacca, io credo che a queste persone si debba riconoscere almeno la dignità di continuare a vivere nel miglior modo possibile, è il nostro compito, il compito della politica anche quello di stare vicino e di sostenere le persone che hanno più necessità. In Sardegna ci sono più di 4 mila stomizzati e sono tutte persone che hanno dovuto affrontare prima un problema fisico importante correlato anche ad un problema psicologico, a un aiuto, anche a un supporto psicologico, ma che attualmente vivono con, e lo ribadisco, una sacca. Lei ha un compito, Assessore, ed è quello di poter e di avere la possibilità di aiutare queste persone a vivere meglio, e lo aveva nel momento in cui poteva scegliere, poteva decidere insieme al suo Assessorato di poter prevedere per queste persone la possibilità di avere tutta la strumentazione e le sacche, perché di questo parliamo, non solo nelle farmacie, perché sa, Assessore, ci sono posti, ci sono luoghi della Sardegna che, purtroppo, non sono così ricchi di farmacie. Sa, Assessore, ci sono

PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.

NIEDDU MARIO, Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. In merito all'interrogazione presentata dall'onorevole Manca si comunica che attualmente la distribuzione dei dispositivi per stomia, aggiudicati con procedura ad evidenza pubblica dell'ATS e classificati secondo il nomenclatore nazionale A10, avviene con cadenza trimestrale con doppio canale, al domicilio del paziente, per via maggioritaria, e in distribuzione diretta attraverso i distretti e con riferimento alle sole ASSL le di Cagliari e Sassari, presso i servizi farmaceutici territoriali aziendali. Tali modalità di distribuzione hanno determinato diverse segnalazioni da parte di pazienti e associazioni di pazienti, che rappresentavano criticità sia nei confronti del servizio di consegna a domicilio, riguardante in particolare aspetti legati alla privacy, sia verso la distribuzione diretta da parte dei distretti e dei servizi farmaceutici territoriali aziendali, in quanto il ritiro in giorni e orari prefissati e in punti spesso dislocati territorialmente distanti dalla residenza dell'assistito, determinava difficoltà per il ritiro della fornitura e talvolta costi aggiuntivi per il paziente. In data 25 marzo del 2021 l'ATS, ai sensi del decreto legislativo 50 del 2016, nelle attività finalizzate al rinnovo della procedura di gara per la fornitura dei dispositivi medici in oggetto, ha attivato una consultazione preliminare di mercato, alla quale sono state invitate e hanno partecipato anche le associazioni dei pazienti, tra le quali l'Associazione italiana atomizzati. Da tale consultazione è emersa la necessità di superare le limitazioni delle attuali modalità di fornitura come su esposte, quindi quello che lamentava l'onorevole Manca è stato oggetto di attenzione da parte dell'ATS perché quelle modalità di distribuzione non venivano giudicate congrue da parte dei pazienti, rappresentati dalle loro associazioni. L'ATS, preso atto di quanto emerso in sede di consultazione preliminare, lo ha comunicato all'Assessorato, che in data 7 maggio 2021 ha convocato una riunione per esaminare le criticità e proporre eventuali soluzioni, quindi abbiamo, come dimostrano gli atti, messo in campo l'opera di mediazione dell'Assessorato per addivenire a delle soluzioni condivise. In tale sede è stato concordato, al fine di superare le criticità emerse nella distribuzione dei presidi per pazienti stomizzati, di procedere con la gara in accordo-quadro e prevedendo la distribuzione presso le farmacie aperte al pubblico che, con la distribuzione capillare su tutto il territorio regionale, garantiscono l'accesso ai cittadini presso un punto di distribuzione dislocato nella sede di residenza. Tale modalità operativa permetterà, previo accordo con l'associazione dei titolari di farmacia, di superare le criticità illustrate in premessa, evitando quindi sia i disagi del ritiro presso le farmacie territoriali aziendali, sia i problemi di privacy, così come esposti dall'associazione italiana sintonizzati. Va inoltre sottolineato che l'aumento della frequenza della distribuzione che passerà da trimestrale a bimestrale, permetterà una calibratura più performante nella fornitura dei dispositivi, che dovrebbe portare anche a una razionalizzazione dei costi.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la consigliera Desirè Manca per dichiarare se è soddisfatta.

MANCA DESIRÈ (M5S). Assessore, non si può sentire "razionalizzazione dei costi", io non lo voglio sentire, quando parliamo di malati non voglio parlare e non voglio sentire "razionalizzazione dei costi". Mi sarei aspettata, Assessore, una risposta non tanto, come ha fatto lei, una lettura di quanto le è stato preparato, ma una risposta di una sua scelta politica, che è diverso. Le ribadisco, le stavo dicendo poco fa che ci sono persone, ci sono anziani, ci sono persone che non hanno la possibilità di recarsi a prendere tutti i dispositivi che servono per la stomia, non hanno proprio la possibilità, quello che ha chiesto l'associazione sarda stomizzati è proprio quello di avere la possibilità invece di far pervenire tutto a casa loro; viene fatto, viene già utilizzato nelle altre regioni, perché dire no? Perché! È quello che io mi domando, perché dire no! Cosa c'è di più comodo di farsi pervenire un pacco a casa propria con tutti i dispositivi che servono per vivere, invece di dovermi recare in un posto designato dall'associazione dei farmacisti, ma se io non ho la possibilità di andare, se non ho i soldi per andare, se non ho la macchina per andare, se non c'è nessuno che mi accompagna, come faccio ad andare a prendere ciò che mi serve per vivere? Il buonsenso, Assessore, il buonsenso! Che le è stato chiesto anche durante la riunione che voi avete tenuto con l'associazione sarda di stomizzati, ma non li avete ascoltati, perché non li ascoltate mai, c'è sempre questa distanza; sì, sì, Assessore, è così! Continua a non richiedere e a non accettare le richieste delle persone che stanno male, non mi soddisfa per niente questa risposta.

PRESIDENTE. Ha facoltà di formulare la sua domanda la consigliera Rossella Pinna.

PINNA ROSSELLA (PD). Grazie, Presidente, buongiorno alle colleghe, ai colleghi e a tutti i presenti. Con questa interrogazione si chiede di voler dare attuazione ai provvedimenti per la parte compresa nel paragrafo 10 "ospedali privati" della rete ospedaliera della Regione autonoma della Sardegna, approvata dal Consiglio regionale nella seduta del 25 ottobre 2017 e, in particolare, relativamente all'area omogenea del Medio Campidano, per riconoscere il Centro riabilitativo Santa Maria Assunta di Guspini quale stabilimento complementare alla rete territoriale, con funzioni riabilitative di hospice, come previsto anche nella tabella 6.2 "articolazione della rete ospedaliera per area omogenea e DEA di riferimento". Nel 2011 la Conferenza Stato Regioni ha approvato il Piano di indirizzo per la riabilitazione e ha stabilito che in ciascuna regione debba essere attivata un'organizzazione capillare, tale da consentire al paziente di avere un riferimento certo ed essere seguito nel percorso post ricovero, con la possibilità di accedere ad eventuali e ulteriori attività riabilitative necessarie. L'offerta riabilitativa che attualmente esprime il territorio sardo non ha ancora raggiunto le previsioni auspicate, in quanto caratterizzata dalla presenza di centri e di presidi di riabilitazione estremamente disomogenei sul territorio e non sempre in grado di rispondere pienamente ai criteri di adeguatezza e di appropriatezza delle prestazioni. Considerato appunto che il paragrafo 10 "ospedali privati" nella ridefinizione della rete ospedaliera della Regione autonoma della Sardegna, approvata nella seduta del 25 ottobre 2017 dal Consiglio regionale, prevede che nell'area omogenea del Medio Campidano la Regione provvede, entro il primo gennaio 2018, all'attuazione del comma 10 dell'articolo 5 della legge regionale 2017 numero 5, che prevedeva la possibilità per l'ATS di accedere a un mutuo e all'adozione di conseguenti provvedimenti inerenti la rete ospedaliera, nel caso in cui non sia possibile dare integrale attuazione al comma 10 dell'articolo 5 di cui parlavo prima, la Regione prevede una idonea offerta pubblica e/o privata di posti letto di riabilitazione territoriale intensiva, per un eventuale sperimentazione gestionale dello stabilimento pubblico e privato, anche attraverso la riconversione dei posti letto post acuti ospedalieri. Ora, l'ATS nel 2018, il 28 novembre, aveva avviato il progetto di sperimentazione gestionale…

PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.

NIEDDU MARIO, Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Nel testo dell'interrogazione si richiama la delibera di ATS 1182 del 28 novembre del 2018, come ha appena fatto anche l'onorevole Pinna, con la quale, su autorizzazione della Giunta regionale, rilasciata con delibera 57/55 del novembre del 2018, sarebbe stato dato avvio al progetto di sperimentazione gestionale e alle azioni per la sperimentazione gestionale tramite la famosa Società consortile a responsabilità limitata Sas Domos che, tra le linee dell'attività, comprendeva il riavvio della struttura di riabilitazione e hospice del Santa Maria Assunta di Guspini. Allora, da un'attenta lettura della succitata deliberazione e alla luce del quadro normativo nazionale in tema di sperimentazioni gestionali, di cui alla legge 30 dicembre 91 numero 412, sembrerebbero emergere profili di eventuale illegittimità che potrebbero generare contenzioso e lacune che potrebbero determinare il mancato avvio del progetto. Preliminarmente si evidenzia che la Regione Sardegna non ha preventivamente adottato alcun provvedimento legislativo in materia di sperimentazione gestionale, salvo un generico richiamo a tale possibilità nella precedente legge regionale 10 del 2006, a differenza di altre regioni nelle quali i Consigli regionali hanno, invece, legiferato disciplinando la materia con criteri ben definiti in attuazione della normativa nazionale; alla utili alla luce di ciò si sarebbe perlomeno dovuto provvedere con atto deliberativo, con particolare riguardo alla modalità di gestione della partnership pubblico-privato, cosa che non è avvenuta, che è quello che poi abbiamo sempre lamentato quando ci si chiedeva di utilizzare la Società Sas Domos nell'ambito di altri progetti di sperimentazione gestionale. Come si evince nell'articolo 9 bis del decreto legislativo 502 del 92 che regola la materia, come modificato dall'articolo 10 del decreto legislativo 229 del 99, le sperimentazioni gestionali devono arrecare da un lato un vantaggio di tipo assistenziale, nel quale dunque sia evidenziato un miglioramento della qualità dei servizi di assistenza in coerenza con le previsioni del Piano sanitario regionale, e dall'altro il relativo progetto gestionale deve essere necessariamente motivato da ragioni di convenienza economica, convenienza che appare dunque il requisito essenziale per la proposizione del progetto. Ebbene, tale ultimo requisito risulta essere carente o, quantomeno, non illustrato laddove si rileva che all'allegato 1 della deliberazione 57/55 si attendono benefici non tanto sul piano economico, quanto su quello qualitativo, affermazione effettuata in assenza di un piano economico. Peraltro, come si dirà al punto successivo, appare molto complicato pensare che possano essere generati benefici economici acquisendo una struttura privata gravata da una complessissima situazione di indebitamento. Nel programma gestionale è prevista l'acquisizione con negoziazione dal commissario liquidatore della struttura Guspini per la vita, e la definizione dell'adeguamento impiantistico e strutturale e la conseguente riattivazione. Se è vero che al fine di porre in essere la sperimentazione gestionale la Regione può dar vita a società miste di capitale pubblico e privato, non è altrettanto vero pur lasciando al dettato normativo nazionale ampio margine di manovra in capo alle regioni, che possa procedere a un'acquisizione di beni privati, almeno senza incorrere nei limiti conosciuti derivanti dai finanziamenti alla spesa pubblica e dalla normativa nazionale in tema di acquisizione di beni. Ancora è necessario evidenziare che il dettame normativo, di cui all'articolo 5 comma 10 della legge regionale numero 5 del 2017, la finanziaria del 2017, ha individuato l'ATS e non la società costituenda quale soggetto autorizzato a contrarre un mutuo o altre forme di credito finalizzati all'acquisizione e al completamento del centro di riabilitazione in parola, dettando quindi indicazioni esclusivamente di tipo economico e finanziario, senza indicare le modalità concrete di attuazione della stessa norma regionale. Non si rileva, pertanto, il necessario presupposto normativo che consenta alla Giunta regionale di procedere, così come ha fatto con la deliberazione in esame, ad autorizzare nell'ambito della sperimentazione gestionale l'acquisizione di un immobile che, si ricorda, fra l'altro essere una struttura privata, sulla quale graverebbe un diritto reale di superficie in capo al titolare. Non c'è nessuna stima di valore della struttura, non c'è un piano economico e l'unico valore economico indicato nella delibera richiama per intero il tetto di spesa di cui alla delibera 21/12 del 2018, determinato per l'acquisto di prestazioni di riabilitazione nel triennio 2018-2020. La riattivazione della struttura mal si concilia con l'attuale programmazione regionale in materia di riabilitazione; ai sensi della normativa vigente, infatti, si ricorda che sia in caso di ricorso alla sperimentazione gestionale, sia con la gestione convenzionata. e quindi contrattualizzata. la struttura, per la quale in data 14 marzo 2014 è stato revocato l'accreditamento temporaneo, per poter operare deve richiedere il parere di funzionalità, l'autorizzazione all'esercizio, il parere di compatibilità e l'accreditamento, ciò richiederebbe la riprogrammazione dei posti che ad oggi sono quasi interamente distribuiti tra i privati accreditati già esistenti. È evidente che i tempi necessari per un'eventuale modificazione della programmazione non possono essere assolutamente brevi. Alla luce di quanto sopra, mantenendo ferme le riserve sopraesposte in ordine all'acquisizione del bene da parte di ATS, qualora si volesse ricorrere alla sperimentazione gestionale e sussistessero i presupposti di cui all'articolo 9 bis della 502 del 92, sarebbe necessario dare attuazione a quanto disposto dall'articolo 46 della legge regionale 24 del 2020, in cui è stato inserito appositamente un articolo che riguarda le sperimentazioni gestionali, che recita così: "Con deliberazione della Giunta regionale, su proposta dell'Assessore regionale competente in materia di sanità, sentito il parere della Commissione competente, possono essere previste una o più sperimentazioni gestionali anche pubblico privato, allo scopo possono essere costituite una o più società di capitali, la gestione convenzionata, quindi contrattualizzata, sarebbe invece evidentemente subordinata alla previa acquisizione della struttura da parte di un soggetto privato". Questo è il quadro diciamo sinottico e l'evoluzione normativa che abbiamo finora visto, c'è l'eventualità, ovviamente qualora si potesse accedere a un progetto di sperimentazione gestionale, visto che c'è una problematica inerente alla distribuzione dei posti di riabilitazione di inserire la struttura appartenente a Guspini per la vita in un progetto, è all'attenzione di questo Assessorato, di costituire un centro per la riabilitazione delle paralisi cerebrali infantili, per l'area del Sud Sardegna, perché la struttura si presterebbe molto per questa eventualità, e siccome è un centro che praticamente manca completamente, non solo nel Sud Sardegna, ma non abbiamo un centro di riferimento per il trattamento delle paralisi cerebrali infantili in tutta l'Isola, potrebbe essere questa un'ottica di utilizzo della struttura in futuro.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la consigliera Rossella Pinna per dichiarare se è soddisfatta.

PINNA ROSSELLA (PD). Grazie per la risposta, Assessore, è chiaro che non sono assolutamente soddisfatta, anzi, mi chiedo se effettivamente lei abbia risposto all'interrogazione che è stata presentata o se abbia risposto a una domanda che non le è stata posta, perché la domanda a cui lei ha risposto è perché Sas Domos non poteva andare avanti e per quale motivo il presidente Solinas, appena arrivat,o ha deciso di interrompere quell'esperienza. Il punto della interrogazione non è questo, il punto dell'interrogazione, Assessore, è che il Consiglio regionale ha votato, e le voglio ricordare anche con il parere favorevole dell'allora Presidente del Gruppo del PSd'Az, che oggi ricopre il ruolo di Presidente della Giunta regionale, quindi sto parlando dell'onorevole Christian Solinas, di buona parte della maggioranza, dall'onorevole Zedda all'onorevole Oppi e altri, che hanno sostenuto quel progetto. Ora io mi chiedo se effettivamente noi stiamo dando ai sardi ciò di cui hanno bisogno. La riabilitazione in Sardegna, Assessore, è un tallone d'Achille, la riabilitazione in Sardegna, sia per gli adulti, sia per i bambini, come lei giustamente diceva e faceva osservare, ha un vulnus aperto, anzi, apertissimo. Io vorrei chiederle, Assessore, quante sono le persone che ogni anno vanno a fare la riabilitazione intensiva fuori Regione e, soprattutto, ci rendiamo conto del carico di disabilità che ricade sui sardi e di conseguenza…

PRESIDENTE. Ha facoltà di formulare la sua domanda la consigliera Elena Fancello per illustrare l'interrogazione numero 866.

FANCELLO ELENA (PSd'Az). Riguarda un'interrogazione per il centro di dialisi di Dorgali che è stato chiuso. L'interrogazione risale al 2 febbraio del 2021, il problema è vecchio di un anno, dopo un anno comunque la situazione dei dializzati di Dorgali non è cambiata, sono costretti ancora a viaggiare con il caldo, con il freddo, i pazienti sono stanchi e provati, il viaggio è faticoso, soprattutto al rientro.

Siniscola dista da Dorgali 65 chilometri e quindi sono tre quarti d'ora di viaggio, 50 minuti di viaggio. Il disagio e la sofferenza riguardano anche le modalità del viaggio perché questi sono anche obbligati, dopo il periodo Covid, non più a viaggiare con un pulmino perché comunque per via delle restrizioni viaggiano un po' con il pulmino e un po' con auto di privati o dei familiari. Non è accettabile quindi che il centro di dialisi sia chiuso, sono sei dializzati, oggi mi sono informata e stanno facendoli la dialisi in questo momento a Siniscola, ci sono a Siniscola quattro infermieri, due medici e due assistenti, quando un medico e un assistente, oppure anche un infermiere poteva essere destinato alla struttura di Dorgali. Un'altra cosa, Dorgali dispone di sei reni artificiali, questi sei reni artificiali sono stati spostati al presidio del San Francesco, quindi all'ospedale San Francesco di Nuoro nel periodo Covid, i reni devono tornare a Dorgali. L'altra problematica che abbiamo sono i turisti, i turisti non possono venire nella nostra località turistica perché non c'è una situazione adeguata per dare assistenza. Il problema si potrebbe risolvere anche individuando un soggetto privato che possa erogare il servizio, quindi noi chiediamo un infermiere e un assistente per potere riaprire e dare comunque una vita dignitosa a questi sei dializzati.

PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.

NIEDDU MARIO, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. La situazione della dialisi in Sardegna, premetto, è una situazione abbastanza complicata e anche questa è complicata dal fatto che purtroppo le figure dedicate all'assistenza dei pazienti dializzati, in particolar modo i dirigenti medici con la specializzazione in nefrologia sono talmente pochi che non si riesce che a fatica a mantenere il livello attuale di assistenza. Lo stesso problema lo scontiamo col personale infermieristico dedicato, perché gli infermieri della dialisi hanno una formazione particolare e non sono sostituibili facilmente con altre figure, quindi da questo derivano le nostre problematiche. Nello scorso mese di ottobre 2020 a seguito di positività di alcuni medici e infermieri e OSS del reparto di nefrologia e dialisi, si è resa necessaria la chiusura del reparto di degenza nefrologica e in data 25 ottobre si è reso necessario anche la chiusura del centro dialisi di Dorgali per mancanza di personale medico, infermieristico e OSS. Si fa presente che data la riapertura completa del reparto che è avvenuta a febbraio del 2021, con il conseguente incremento del numero dei pazienti ricoverati, si è ravvisata la necessità di un adeguamento del personale infermieristico che nel mese di ottobre 2020 alla chiusura del reparto è stato attribuito ad altre unità operative e solo parzialmente reintegrato, pertanto si ritiene ad oggi impossibile garantire una riapertura del centro dialisi di Dorgali senza un incremento del numero degli infermieri, tenendo presente che un aumento numerico del personale infermieristico non risolve nell'immediato la criticità, in quanto richiesto un addestramento alle tecniche dialitiche per un periodo di almeno 3-6 mesi. I pazienti emodializzati di Dorgali attualmente afferenti al CAL di Siniscola sono tre, per il loro rientro nel CAL di Dorgali è necessario destinare almeno due unità infermieristiche, ma addestrate, una unità di OSS e un ausiliario per tre volte la settimana e un medico una volta alla settimana. Adesso, una volta che ci sarà, come dire, il reintegro del personale e visto che c'è stata la riapertura della nefrologia nel San Francesco, ovviamente ci sarà una redistribuzione del personale, una volta che verranno formati magari gli infermieri che potranno essere sostituiti da quelli che arriveranno dal concorso che in questi giorni si sta tenendo, perché credo che termini oggi il concorso per gli infermieri, ci dovrebbe essere la possibilità nel giro del tempo di addestramento di sostituire le risorse e quindi magari provvedere alla riattivazione.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la consigliera Elena Fancello per dichiarare se è soddisfatta. Ne ha facoltà.

FANCELLO ELENA (PSd'Az). Io chiedo, comunque, visto che il personale di Siniscola diciamo che è in esubero, perché comunque oggi erano otto dializzati, sei erano di Dorgali, due non erano di Dorgali, a Siniscola. Voglio dire, spostare i medici è molto più facile che spostare i malati, perché un medico e un infermiere si possono spostare con più facilità, piuttosto che spostare sei malati che soffrono e sono in situazione di disagio.

PRESIDENTE. Ha facoltà di formulare la sua domanda la consigliera Elena Fancello per illustrare l'interrogazione numero 448.

FANCELLO ELENA (PSd'Az). Per quanto riguarda l'interrogazione presentata oltre un anno fa, perché è del 13 maggio, io volevo segnalare una situazione particolare per il San Francesco. Allora, noi abbiamo la situazione dei laboratori privati che hanno esaurito praticamente il budget per le prestazioni in convenzione.

Allora, questi laboratori stanno praticamente sostituendo l'ospedale nell' erogazione delle prestazioni, in sostanza che cosa succede? Che l'ospedale dà gli appuntamenti a 15-20 giorni, quindi il privato si rivolge comunque alle strutture sanitarie private, le quali hanno comunque esaurito il budget in questo momento e non riescono più a far fronte al servizio. Quindi è necessario intanto adeguare il budget all'aumento delle prestazioni convenzionate e quindi permettere ai laboratori privati di continuare a svolgere il servizio essenziale per i cittadini e per la tenuta dello stesso sistema sanitario. Questa è una segnalazione che le sto facendo.

PRESIDENTE. Onorevole Fancello, può verificare se ha dato lettura dell'interrogazione numero 448?

FANCELLO ELENA (PSd'Az). Come ho già detto, le problematiche da un anno a questa parte sono cambiate, nel senso che questa interrogazione discussa a maggio del 2020 aveva un senso, oggi non ha più un senso logico, quindi ho segnalato una problematica che esiste rispetto al San Francesco e sempre legata alla pandemia Covid, comunque darò all'Assessore uno scritto, non aspetto risposta.

PRESIDENTE. ha facoltà di parlare il consigliere Emanuele Cera per illustrare l'interpellanza numero 149.

CERA EMANUELE (FI). In effetti l'interpellanza che abbiamo presentato con il collega Talanas, in nome e per conto del gruppo di Forza Italia, era indirizzata non solo all'Assessore alla pesca ma anche a quello all'ambiente e alla programmazione trattandosi della esigenza non più rimandabile di metter mano al patrimonio regionale relativo alle zone umide. Io mi riferisco in modo particolare alle situazioni che conosco e nasce proprio in relazione all'approvazione della legge regionale numero 28, la numero 35 che come ben sappiamo ha prorogato la concessione dei compendi ittici di tutta la Sardegna alle cooperative di pesca e ai consorzi. È paradossale che la Regione sia proprietaria di un bene e che a questo bene non rispondano le necessarie manutenzioni straordinarie, i necessari interventi successivi a stati di calamità e quindi danneggiamenti dovuti a mareggiate, danneggiamenti che si sono ripresentati a più riprese negli stagni di S'Ena Arrubia e di Marceddì nell'ultima stagione invernale.

Pertanto, come dicevo, la finalità di pesca e acquacoltura prevede che i gestori dei dei compendi ittici possano, anzi debbano fare le manutenzioni ordinarie ma tutte quelle di carattere straordinario e di regimentazione idraulica sono in capo alla Regione che per decenni, probabilmente gli ultimi interventi risalgono all'Assessorato o meglio al periodo in cui l'Assessore era il dottor Francesco Foddis, da allora risorse destinate alle manutenzioni straordinarie e ai risanamenti ambientali degli stagni non ne sono state mai più finanziate. Pertanto l'appello agli Assessori, come dicevo, era quello di capire se è intendimento dell'Esecutivo e in modo particolare degli Assessori che hanno competenze specifiche, inserire risorse utili e necessarie per ricreare un giusto equilibrio. Non dimentichiamoci che oltre gli specchi d'acqua, ai consorzi di pesca e alle cooperative sono stati dati in concessione anche degli immobili che spesso e volentieri ormai dopo anni risultano inutilizzabili, ai quali la Regione deve metter mano. Questo è un accorato appello che viene da un settore produttivo importante quale quello…

PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.

MURGIA GABRIELLA, Assessore tecnico dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. L'interpellanza è finalizzata come sempre a sollecitare l'Amministrazione regionale e in particolare gli Assessorati regionali dell'agricoltura, della difesa dell'ambiente, della programmazione per intervenire a regolarizzare tutta la questione del patrimonio immobiliare regionale. Premesso che le competenze appunto come richiamate dall'onorevole Cera non sono soltanto dell'Assessorato dell'agricoltura e degli Assessorati che prima ha citato, ma anche dell'Assessorato degli enti locali, dell'autorità di bacino e anche della Protezione civile. Si rammenta inoltre che negli ultimi decenni in numerosi ambienti lagunari affidati in concessione demaniale agli operatori della pesca, sono stati eseguiti lavori di recupero ambientale a supporto delle attività produttive con l'investimento di ingenti fondi pubblici, in particolare gli interventi finalizzati al recupero ambientale hanno riguardato per lo più la razionalizzazione delle bocche a mare, il dragaggio dei fondali e la derivazione di scarichi inquinanti e la costruzione di canali per regolare la circolazione idrica, mentre gli interventi a supporto delle attività produttive hanno riguardato in particolar modo la costruzione o ristrutturazione dei lavorieri e la realizzazione dei fabbricati di servizio. In merito al riordino del patrimonio dei beni demaniali, quindi arriviamo alla risposta del punto 1, destinati all'attività di pesca e acquacoltura, sia appartenenti al demanio marittimo che a quello regionale, in attuazione della deliberazione di Giunta regionale numero 53/35 del 20/12/2013, il Servizio pesca e acquacoltura aveva affidato al BIC Sardegna un incarico di supporto specialistico e operativo nell'attività di istruttoria tecnico-amministrativa per il completamento delle attività di ricognizione dei beni del demanio marittimo regionale e del mare territoriale, destinate alla pesca, oggetto di concessione demaniale alle imprese attraverso la ricognizione del materiale a disposizione dell'amministrazione regionale, esecuzione degli accertamenti e verifiche, anche in loco, la descrizione dettagliata dei singoli compendi e delle relative pertinenze, lo stato di consistenza di ciascun fabbricato o opera esistente, la descrizione degli interventi necessari alla funzionalità e sicurezza degli stessi e un relativo capitolato di manutenzione. Il piano operativo di affidamento era stato sottoscritto il 30 giugno 2014 e successivamente rimodulato nel 2015 e la consegna finale è avvenuta lo stesso dicembre 2015. Dallo stato finale dell'attività svolta da parte del BIC Sardegna, è risultato evidente che il lavoro fatto costituisce solo una base per un'ulteriore attività di avvio e conclusione dell'iter volti alla risoluzione delle problematiche ancora presenti nella maggior parte dei compendi, espropri, acquisizione al demanio, delimitazioni, regolarizzazione dal punto di vista urbanistico e edilizio. Tali procedimenti necessari per una corretta gestione dei beni di concessione sono rimasti, come è noto, all'Amministrazione regionale e richiedono ulteriori fondi e soprattutto ulteriori risorse umane per completare l'iter iniziato dal BIC Sardegna. Il Servizio pesca e acquacoltura non dispone in questo momento di personale sufficiente per affrontare in modo organico tutte le criticità e le questioni lasciate aperte in passato, la cui mole di lavoro necessita di un gruppo di lavoro specifico allo scopo che si auspica venga costituito a breve non appena abbiamo il personale sufficiente per poter dare seguito a tutte queste attività amministrativo-giuridiche anche. Per quanto riguarda l'onere di accatastamento risulta che invece sia posto a carico dei soggetti concessionari all'atto della concessione. Per quanto riguarda il punto 2 dell'interpellanza, la gestione unitaria dei bacini idrografici che a partire dai fiumi vanno a interessare anche le lagune costiere con la regimazione delle piogge e la regolazione degli sbocchi a mare per garantire un sufficiente scambio idrico col mare e un adeguato sbocco in caso di eventi di piena come anticipato in premessa non è competenza di questo Assessorato.

Per quanto riguarda il punto 3, in relazione all'intervento diretto e strutturato… si evidenzia che l'Assessorato non ha fondi per interventi strutturali, qualora si dovessero individuare le risorse finanziarie, ci si rende disponibili a collaborare alla raccolta delle richieste provenienti dai soggetti che gestiscono beni demaniali per finalità di pesca e individuare priorità di intervento. Per quanto riguarda il punto 4, in riferimento alla proposta di istituzione di una cabina di regia, l'Assessorato garantisce la propria disponibilità e attività a collaborare al fine di favorire un processo di regolamentazione e standardizzazione dei processi autorizzativi.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Emanuele Cera per dichiarare se è soddisfatto.

CERA EMANUELE (FI). Sapevo che sarebbero state parziali le risposte, perché come ho detto in premessa l'interpellanza era indirizzata anche ad altre competenze specifiche. Non ho capito però dalle risposte dell'Assessore, questi interventi che ha rappresentato dove siano stati fatti. Io ho rappresentato nell'interpellanza e ora al question-time l'esigenza che conosco e ho evidenziato proprio alcune situazioni negli stagni dell'oristanese, dove mi risulta che da anni non si faccia nulla. Quindi i mancati interventi nel corso di questi anni hanno creato una situazione di non fruibilità del bene per quanto riguarda i concessionari. Pertanto ecco la mia esigenza di capire e soprattutto di sollecitare un intervento da parte dell'Esecutivo affinché si possano individuare risorse utili e necessarie per metter mano ad una situazione che danneggia in modo considerevole tutta l'attività.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIOVANNI ANTONIO SATTA

(Segue CERA EMANUELE.) Così come ho detto più volte in quest'Aula probabilmente bisogna che ci si concentri maggiormente su questi settori produttivi, quindi sull'agricoltura e sulla pesca, perché rappresentano un settore produttivo importante per l'economia della nostra Regione. Quindi, Assessore, l'appello è in considerazione anche al fatto che l'ufficio pesca e acquacoltura risulta, così come lei ha dichiarato, sottodimensionato e in difficoltà a portare avanti i procedimenti che gli vengono assegnati, pertanto credo che ci sia la necessità di un ulteriore sforzo per far sì che lo stesso, ancorché rappresento che funziona pur avendo poche unità lavorative, ma credo ci sia la necessità di incrementarlo per dare risposte concrete al settore della pesca.

PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione numero 469.

Ha facoltà di formulare la sua domanda il consigliere Daniele Cocco.

COCCO DANIELE (LEU). Presidente, devo dire che questa mozione è presentata a nome di tutte le opposizioni. Non è mia abitudine, dovrò leggere per restare entro i tre minuti, e comunque vorremmo interrogare non solo l'Assessore ma anche il Presidente sulla necessità urgente di chiarire le modalità e i limiti per la coltivazione, trasformazione, commercializzazione ed utilizzo della canapa in Sardegna. Negli ultimi anni si è sviluppato un forte interesse verso la coltivazione della canapa industriale, in relazione soprattutto ai diversi utilizzi a cui la pianta si presta quali quelli legati all'industria alimentare, tessile, cosmetica, della bioedilizia e bioenergia. In Italia è consentito coltivare la canapa a condizione che vengano utilizzate le varietà ammesse nell'Unione europea, registro europeo delle sementi, con un tenore di THC inferiore allo 0,2 per cento e che sia seguita la procedura stabilita dalle circolari del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Il quadro normativo italiano, purtroppo composito e apparentemente contraddittorio, genera dubbi interpretativi e difficoltà attuative da parte degli operatori di tutta la filiera agroindustriale della canapa, e delle stesse forze di polizia costantemente impegnata all'accertamento dell'attività in violazione dell'articolo 74 del DPR numero 309 del 1990. I maggiori dubbi interpretativi, anche a seguito di alcune sentenze della Corte di Cassazione, riguardano la cessione o vendita di prodotti contenenti foglie, infiorescenze, olio e resine che risulterebbero comunque un'attività illecita, risulterebbero, a prescindere dal valore di THC della cannabis e quindi del suo effetto stupefacente, in quanto con la revisione del sistema tabellare in materia di sostanze stupefacenti, attuata con il decreto legge numero 36 del 2014 e convertito con modificazione della legge numero 79 del 2014, è stato inserito nella tabella delle sostanze stupefacenti il termine generico "cannabis e i suoi derivati", senza distinguere la fondamentale differenza tra cannabis indica e sativa. Diversi imprenditori sardi hanno creduto nella diversificazione delle colture, approntando coltivazioni di canapa industriale per il mercato domestico e per quello internazionale, favoriti sia dal clima favorevole della Regione, sia dalle sempre maggiori azioni commerciali tese a favorire la coltivazione della canapa per i diversi usi. Passo subito al "ritenuto" perché vedo che sta finendo il tempo. Crediamo che sia necessario tutelare un settore produttivo e quindi impegniamo il Presidente della Regione e l'Assessore dell'Agricoltura qui presente ad assumere e a capire quali iniziative stiano assumendo affinché la Regione si faccia parte attiva nei confronti del Governo, al fine di chiarire le modalità e i limiti per la coltivazione, trasformazione, commercializzazione ed utilizzo della canapa in Sardegna. Ricordiamo che tantissime nuove intraprese, non solo agricole, hanno dato la possibilità di creazione di numerosissimi posti di lavoro che in questo momento rischiano di non essere più una realtà, tra l'altro con investimenti importanti che in questo momento le stesse persone che li hanno fatti vedono sfumare.

PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.

MURGIA GABRIELLA, Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. La coltivazione della canapa in Italia sta ponendo, come giustamente ricordato dall'onorevole Cocco, non pochi problemi di natura legislativa agli operatori che sempre più numerosi provano a cimentarsi con questa coltura. Nella nostra Isola si stima che ci siano 800 aziende impegnate con tale coltura, con una superficie complessiva valutata intorno ai 650 ettari e un numero complessivo di piante che supera i 3 milioni di unità. Le difficoltà di natura legislativa derivano dal fatto che sulla materia intervengano sostanzialmente due basi normative che hanno ingenerato quindi molta confusione, anche in seguito a pronunciamenti dall'attività giudiziaria tra loro non uniformi. Trattasi del Decreto del Presidente della Repubblica 309 del 1990 e la legge del 2 dicembre 2016, numero 242. La prima disciplina gli stupefacenti e le sostanze psicotrope e quindi cura e riabilitazione dalla tossicodipendenza, l'altra invece disciplina la promozione e la coltivazione della filiera agro industriale della canapa. A chiarire la portata di entrambe e il reale ambito applicativo delle diverse discipline è intervenuta di recente la Corte suprema di cassazione, Sezioni unite penali, con sentenza del 10 luglio 2019, numero 475, che nel chiarire il reale ambito applicativo delle diverse discipline ha peraltro ritenuto di non dover sollevare alcun incidente di costituzionalità sulla materia. Tale sentenza chiarisce definitivamente allo stato attuale che la coltivazione della cannabis e la commercializzazione dei prodotti da essa ottenuti, quali foglie, infiorescenze, olio e resina, in assenza di alcun valore soglia preventivamente individuato dal legislatore penale rispetto alla percentuale di THC, che ricordiamo che è una particolare sostanza chimica presente in tutti i fiori e le infiorescenze delle piante appartenenti appunto alla famiglia delle cannabinoidi ed è ritenuto il principale responsabile degli effetti psicologici psicotropi provocati dalla cannabis, che agisce sulle funzioni quindi psichiche. Dicevo, quindi, che tale sentenza chiarisce definitivamente quale percentuale si dovrebbe utilizzare del THC, ma in realtà non c'è un valore di soglia individuato, quindi questo crea ovviamente un difetto dal punto di vista giurisprudenziale. Unica eccezione invece quella introdotta nel 2014, relativamente alla canna coltivata esclusivamente per la produzione di fibre e usi industriali, diversi da quelli di cui all'articolo 27, consentiti invece dall'Unione Europea. La 242 introdotta nel 2016 ha come scopo quello di fornire una base giuridica per il sostegno e la promozione della coltivazione della filiera della canapa, nonché come coltura da impiegare qual possibile sostituto di colture eccedentarie e come coltura da rotazione. Stante quindi le finalità richiamate dall'articolo 1 il quadro normativo comunitario, la Suprema Corte evince che tra questa, quindi il DPR 309/90 sugli stupefacenti, non esista alcun contrasto riferendosi alla legge 2016 alla coltivazione di canapa per la produzione di fibra. La Suprema Corte peraltro, condividendo l'orientamento giurisprudenziale, conferma l'orientamento secondo cui la commercializzazione dei derivati dalla coltivazione, non ricompresi nel richiamato elenco, continua a essere sottoposta al DPR 309. Ne consegue che dalla coltivazione della cannabis sativa non possono lecitamente essere realizzati prodotti diversi da quelli elencati nella 242 del 2016, e in particolare foglie, infiorescenze, olio, resina rientrando questi prodotti nell'ambito di applicazione del testo unico sugli stupefacenti. Né, tantomeno, la Corte rileva alcun passaggio normativo che possa giustificare la tesi che tende a far rientrare le infiorescenze della canapa nell'ambito delle coltivazioni florovivaiste. Stante la posizione giurisprudenziale a cui si fa riferimento, condividendo quindi la posizione espressa dagli onorevoli Consiglieri, secondo cui gli agricoltori che si stanno cimentando (manca audio) …di riferimento che per il cittadino ordinario è sicuramente di difficile comprensione. Si ritiene quindi che comunque la Regione Sardegna possa farsi interprete di questa situazione di disagio e incertezza degli operatori del settore nei confronti dei competenti organi di governo e delle competenti Commissioni parlamentari, al fine di sensibilizzare il legislatore affinché, per usare la parola della Suprema Corte di Cassazione, nell'esercizio della propria discrezionalità e compiendo mirate scelte valoriali di politica legislativa possa finalmente delineare una diversa regolamentazione del settore che involge la commercializzazione dei derivati dalla cannabis sativa, rispetto ai principi costituzionali convenzionali.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarare se è soddisfatto.

COCCO DANIELE (LEU). Presidente, va tutto bene quello che ha appena enunciato l'Assessora, però noi volevamo capire, siccome la mozione è presentata da qualche giorno che cosa la Giunta abbia fatto per poter interloquire col Governo, con le Commissioni deputate a livello nazionale, perché questi dubbi interpretativi vengano comunque chiariti e le disposizioni vengano, quelle che di fatto stanno creando delle difficoltà, vengano modificate. Quindi gli ostacoli devono essere rimossi, quindi invito l'Assessora e il Presidente affinché immediatamente si relazionino e interloquiscano con il Governo centrale perché questo possa avvenire. Perché, ripeto, ci sono numerosissime imprese, ha detto bene l'Assessora, sui terreni coltivati che in questo momento hanno le loro produzioni bloccate, che rischiano davvero, fatemi passare la battuta, di andare in fumo.

PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione numero 1082.

Ha facoltà di formulare la sua domanda il consigliere Gian Franco Satta.

SATTA GIAN FRANCO (Progressisti). Presidente, Assessora, due anni fa questo Consiglio regionale visti i gravi ritardi sui pagamenti in agricoltura ha promosso e poi approvato la legge regionale 24 del 23 dicembre 2019, con l'obiettivo di risolvere la suddetta problematica, come risaputo uno dei principali fattori di criticità denunciato dalle nostre aziende e dalle loro associazioni di categoria è proprio quello legato alla lentezza della Regione nella gestione delle pratiche di liquidazione delle spettanze relative ai premi, contributi e ogni altra erogazione di qualsiasi natura rivolta agli agricoltori. La situazione di debolezza del mondo agricolo sardo e i continui ritardi sui pagamenti rischiano di infliggere l'ennesimo colpo alle imprese, con il serio rischio di indebolire ulteriormente un settore strategico e trainante come quello primario già in sofferenza da tempo. La norma in linea con l'urgenza della questione prevede, o sarebbe meglio dire prevedeva, in quanto il Piano straordinario ha cessato i suoi effetti, così come previsto dalla legge al 31/3/2021. Infatti io mi riferisco all'ultimo rapporto approvato dall'unità di progetto, approvato il 4 maggio di quest'anno. Vi ricordo che in questa attività sono state coinvolte le nostre agenzie Argea e Laore. L'erogazione tempestiva e puntuale di queste somme avrebbe quindi potuto costituire per le imprese agricole sarde un fondamentale iniezione di liquidità, scongiurando di dover ricorrere necessariamente al credito per affrontare le attività ordinarie, accollandosi così per interessi passivi che inevitabilmente riducono la redditività e la competitività delle stesse. Per questo la corretta applicazione di questa giusta attuazione della legge regionale 24 avrebbe potuto rappresentare un reale e concreto sostegno alle imprese. Dico avrebbe potuto perché la lettura dell'ultimo recente rapporto del monitoraggio sul piano mostra come i risultati raggiunti siano stati ampiamente negativi, per non dire del tutto fallimentari, come emerge dai dati infatti non si è raggiunta nemmeno una soglia minima di liquidazione tale da poter definire il piano sufficientemente realizzato, anzi tutt'altro. Se nell'ambito dello smaltimento delle pratiche e le relative misure a capo e a superficie, e agli aiuti regionali, i risultati possono essere al meglio definiti infruttuosi, e nell'analisi dei dati delle domande di pagamento delle misure strutturali che il dato è veramente disastroso. L'oggetto appunto dell'interrogazione è se l'Assessore reputa che questa legge sia stata attuata concretamente e se ha monitorato lo stato di avanzamento del lavoro da parte dell'Unità di Progetto.

PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.

MURGIA GABRIELLA, l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. Allora, l'ultimo report puntualmente trasmesso al Consiglio regionale il 14 maggio del 2021, nel quale si evince che i risultati del piano conseguiti conclusivi sono in sintesi lo smaltimento delle pratiche all'80,66 per cento alla data del 3 maggio, nel frattempo si sono comunque istruite e pagate ulteriori pratiche, quindi non mi sembra così pessimo come bilancio dalla task force. È vero anche che si poteva fare di più, per carità, però se anche nel frattempo, come sapete, si è dovuto comunque dare seguito anche a tutte quelle misure restrittive del Covid, che hanno fisiologicamente rallentato l'attività istruttoria. Però di fatto siamo all'80,66 al 3 maggio, per cui contiamo insomma a oggi, magari siano già istruite e pagate il 100 per cento delle pratiche. Consideriamo anche che all'interno della legge 24 avevamo inserito anche tutta quelle domande di siccità che erano inferiori al 30 per cento che comunque per leggere non andavano liquidate, invece con la legge 24, appunto per dare un ulteriore sostegno ai nostri agricoltori, avevamo inserito anche le pratiche inferiori al 30 per cento, che sono circa 650, e quelle effettivamente sono ancora da istruire, ma non possiamo indicarle come arretrato. Tutto il resto diciamo che è già stato istruito e pagato. Laore, a oggi, ha soltanto 40 pratiche dell'arretrato, parlo della legge 24, e Argea ne ha 83, quindi insomma siamo in dirittura d'arrivo. Per quanto riguarda invece quelle sotto il 30 per cento sono 650. Per il resto io direi che ormai Argea ha assodato la piattaforma informatica, quindi sta andando spedita con i pagamenti. Infatti ieri proprio mi mandava il report il coordinatore dei pagamenti, ha pagato ulteriori 54.901.650 di euro. Quindi insomma stiamo migliorando, sicuramente è tutto perfettibile, però ecco diamo a Cesare quel che è di Cesare, nonostante il fatto che ci sia carenza di personale come in tutto l'assessorato, tutti gli enti e agenzie credo in tutti gli Assessorati della Regione Sardegna.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Gian Franco Satta per dichiarare se è soddisfatto.

SATTA GIAN FRANCO (Progressisti). Grazie Presidente.

Non posso che dichiararmi totalmente insoddisfatto, Assessore, perché probabilmente abbiamo letto un rapporto di monitoraggio diverso, perché quello che è stato trasmesso a questo Consiglio, invito tutti i Consiglieri a leggere quel monitoraggio, è abbastanza semplice anche da leggere perché ci sono i dati anche che vengono riportati in sintesi. Quel monitoraggio indica con precisione che su i bandi e sulle misure strutturali sono state messe in liquidazione esclusivamente il 2 per cento delle risorse. In 4 mesi Argea e Laore non hanno fatto altro che scambiarsi comunicazioni, perché non sono riusciti anche a trovare un metodo di lavoro C'è scritto ed è sottolineato dal commissario di Argea, approvato con determina quel piano di monitoraggio. Quindi non può assolutamente venire in quest'Aula e sbugiardare un piano che è stato approvato da una commissaria di un'agenzia e anche, in qualche modo, non rendere giustizia a questo Consiglio regionale che si è impegnato con una legge, che quel monitoraggio certifica il fallimento di quella legge, e che i contributi e tutti quelle che sono le spettanze agli agricoltori non sono arrivati.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Dario Giagoni per illustrare le interrogazioni numero 938 e 1009.

GIAGONI DARIO (Lega) Assessore Salaris, è sotto gli occhi di tutti che la situazione complessiva della viabilità in Sardegna risulta essere particolarmente critica, le nostre strade provinciali versano infatti in condizioni preoccupanti che non garantiscono l'aspetto più importante: la sicurezza ai viaggiatori. In molti casi - solo per citarne alcune, la SP 33 nel tratto Nuraminis-Samatzai, la SP 11 nel tratto Bonarcado-Paulilatino, la SP 63 nel tratto Chilivani- Mores, o ancora la SP 24 nel tratto Torpè-Lodè - la condizione di usura è tale da non riuscire più a distinguere la striscia di mezzeria. I catadiottri utilizzati per delimitare i margini esterni della carreggiata sono spesso totalmente assenti, così come la segnaletica orizzontale, e nella gran parte dei casi i guard-rail sono inadeguati. Questo, unito al manto stradale dissestato e alla presenza di buche sulla carreggiata, rappresenta un grave fattore di pericolo per chi giornalmente le utilizza per i tragitti casa-lavoro, per svolgere le attività quotidiane, o ancora per recarsi in località dove poter vivere momenti di svago.

So bene che la Regione non ha diretta competenza della manutenzione ordinaria né straordinaria delle strade in questione, ma è altresì vero che le stesse Province sono spesso impossibilitate a effettuare gli interventi necessari a causa della mancanza di risorse economiche. A fare le spese di questa condizione, però, non possono essere ancora una volta i cittadini in termini di sicurezza e di economia, infatti, a voler analizzare a fondo la questione, va evidenziato che non solo la pericolosità delle strade ha portato ad un aumento del numero di incidenti, talvolta purtroppo gravi, ma influisce negativamente anche sulla nostra economia. La proposta ricettiva non può non essere influenzata anche da fattori come questi, il corretto sviluppo dell'Isola in termini turistici passa anche dalla garanzia di infrastrutture adeguate. Mantenendomi sul filone del turismo e dell'aumento del flusso stradale durante i periodi estivi, Assessore, mi sia consentito divagare, pur rimanendo sempre sul seminato, e domandarle che novità può fornirmi, qualora ve ne fossero, sulla realizzazione della Olbia-Palau-Santa Teresa. L'opera, inserita nel 2001 nel primo programma delle infrastrutture strategiche approvato dal CIPE, è strategica per lo sviluppo socio economico del territorio, arrivando a ricoprire un'importanza basilare per tutta la regione in quanto costituisce il tratto conclusivo dell'itinerario regionale Cagliari-Oristano-Nuoro-Olbia-Arzachena-Palau-Santa Teresa. Il primo febbraio 2021 abbiamo ricevuto la comunicazione che informava della consegna del progetto ad ANAS al fine di consentire il prosieguo della progettazione del primo lotto, secondo stralcio, con l'obiettivo di appaltare le opere già nel 2021: sarebbe utile capire come le cose in questi mesi sono proseguite e avere ulteriori informazioni utili, trattandosi, ripeto, di un'opera tanto fondamentale.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta l'Assessore dei lavori pubblici.

SALARIS ALDO (Riformatori Sardi), Assessore dei lavori pubblici. Per quanto riguarda la richiesta in oggetto lei ben ha detto, onorevole Giagoni, si tratta di una competenza provinciale, però abbiamo provveduto a interloquire - lo facciamo di continuo e lo stiamo continuando a fare - con le Province di competenza per le quali lei ha segnalato, poi vedremo con la successiva interrogazione. Per quanto riguarda la Olbia-Palau-Santa Teresa, c'è già una progettazione che prevede due soluzioni che è stata inviata all'attenzione delle amministrazioni. C'è stata qualche settimana fa una conferenza congiunta tra i Sindaci dei Comuni interessati e il sottoscritto, insieme alla Direzione generale e ai vertici di Anas, proprio perché sono stati invitati gli amministratori interessati a confrontarsi su quelle che sono le soluzioni arrivate alle amministrazioni interessate qualche settimana fa, a prendere una decisione, perché credo, e crediamo, che siano talmente importanti, talmente impattanti sui territori, che devono essere decisioni che devono partire da quei territori. Si tratta di un intervento di 185 milioni, 42 milioni e 700.000 euro sono di competenza regionale, la restante sono fondi Anas, pertanto adesso stiamo aspettando in modo tale che l'Anas possa avviarsi alla fase di progettazione esecutiva e concluderla, che le amministrazioni interessate per quanto riguarda il tratto di strada su cui lei ci interrogava ci diano un'indicazione, ci dicano "preferiamo questa soluzione piuttosto che l'altra", cioè in sostanza ci dicano se preferiscono la soluzione che prevede la realizzazione ex novo di quel tratto di strada, oppure se preferiscono che si intervenga sul tratto che già è presente attraverso opere di adeguamento e di messa in sicurezza. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Dario Giagoni. Ne ha facoltà.

GIAGONI DARIO (Lega). Grazie, Assessore, per le sue risposte che ritengo assolutamente soddisfacenti. Non metto in dubbio che l'auspicio di un tempestivo intervento sulla messa in sicurezza delle nostre strade sarà reso presto realtà, grazie alle sue competenze e capacità. La questione infrastrutture è fondamentale per ridurre tempi, costi, oltre gli aspetti emergenziali sanitari, senza dimenticare in primis la sicurezza. Noi vigileremo, e qualora necessario, solleciteremo affinché la sicurezza stradale sia concretamente garantita a ogni cittadino, e sono certo non saremo i soli a farlo.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Alessandro Solinas per illustrare l'interrogazione numero 840.

SOLINAS ALESSANDRO (M5S). Con l'interrogazione numero 840 interroghiamo l'Assessore ai lavori pubblici relativamente alle condizioni di degrado in cui versa il patrimonio di edilizia pubblica gestito da Area, l'Agenzia regionale per l'edilizia abitativa, e i gravi disagi che questa sta arrecando agli assegnatari di questi alloggi situati in particolare nel quartiere di Torangius, nel Comune di Oristano, città da cui provengo. Premesso che i problemi del degrado affliggono tutta la Sardegna, quindi gran parte del patrimonio di edilizia popolare sarda, l'agenzia Area istituzionalmente dovrebbe occuparsi di tutta la cura, la realizzazione, la programmazione relativamente all'edilizia abitativa, in particolare curando accessibilità, verde, servizi, utilizzo di tipologie tecniche innovative, e soprattutto tutela dell'ambiente e della salubrità del patrimonio abitativo all'interno del quale poi le persone a cui vengono assegnati vanno ad abitare. Ebbene, questo non succede, c'è un patrimonio fotografico importante, che sicuramente sarà in vostro possesso, che testimonia le condizioni di degrado in cui alcuni alloggi di edilizia abitativa versano. Io ho visto quelli di Oristano ma tutta la Sardegna è afflitta da questo problema: muffe, calcinacci, piccoli crolli diffusi, disservizi come l'ascensore che non funziona in palazzi dove vivono anche disabili, e tante altre cose che rendono del tutto insalubre e poco ospitale il patrimonio di edilizia abitativa sarda; problema che, come immaginerete, è andato ad acuirsi per via del fatto che durante il periodo del Covid tante persone sono state costrette a permanere all'interno di quelle abitazione più di quanto in un periodo normale avrebbero fatto. Ma da dove deriva, ci chiediamo, questa problematica? Sicuramente non è mai stato istituito l'Oreca, l'Osservatorio regionale sulla condizione abitativa, che deve fornire indicazioni per la redazione del Dopies, che non è mai stato redatto, ovvero il Documento programmatico di edilizia sociale, dove quantomeno viene preso atto e si elencano tutte le criticità e anche l'ordine di priorità da dare a queste per la loro pronta risoluzione.

Abbiamo denunciato, e riteniamo non sia cambiato nulla da allora (l'interrogazione è del 16 gennaio 2021), l'incuria in cui versa il patrimonio di edilizia abitativa, e le finalità di questa interrogazione erano quelle di sapere quali indirizzi si intenda dall'Assessorato e dalla Giunta impartire ad Area affinché dia immediato avvio ai lavori di manutenzione degli immobili di edilizia residenziale, in particolare nel quartiere di Torangius a Oristano, ma, ripeto, in tutta la Sardegna, lavori che sono più che mai urgenti, e quali altre azioni urgenti intendano portare avanti al fine di porre un rimedio a queste problematiche.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare per la Giunta l'Assessore dei lavori pubblici.

SALARIS ALDO (Riformatori Sardi), Assessore dei lavori pubblici. Per quanto riguarda l'interrogazione sottoposta dall'onorevole Solinas, è chiaro che sul quartiere di Torangius al momento non sono previsti nuovi finanziamenti per nuove opere, proprio per una mancanza di risorse da destinare a quelle situazioni lì, mancanza di risorse a livello regionale (lei ben ha detto che lo stesso problema che si riscontra Oristano lo stiamo riscontrando a stesura regionale), è proprio per questo che l'agenzia Area ha provveduto ad inserirsi nel procedimento del cosiddetto bonus 110, nel senso che stiamo accelerando tutte quelle pratiche, tutti quegli accordi, tutte quelle convenzioni affinché l'immenso e importante patrimonio di Area possa usufruire di questo meccanismo, proprio perché non vi sono risorse al momento in disponibilità per quegli interventi che lei sottolinea sul quartiere di Torangius.

Invece è previsto un completamento degli immobili di via Versilia ad Oristano, si tratta di un intervento che è stato deliberato attraverso una determina del Commissario dell'agenzia Area del 22 aprile, se non sbaglio, dove vengono destinati 425.000 euro. Si tratta di economie che arrivano da vecchi cantieri, sono state recuperate e le si stanno destinando agli immobili di via Versilia. A questo alleghiamo anche - sarebbe troppo lungo leggerlo perché sono sedici pagine - un elenco nel quale invece sono descritti tutti gli interventi fatti sino ad ora (interventi tampone, interventi fatti a compartimenti stagni) in tutte quelle palazzine a cui lei si riferisce, soprattutto nel Comune di Oristano.

Riguardo al problema dei canoni di locazione, questi sono determinati in base a quelle che sono le modalità di calcolo previste dalla legge regionale n. 7 del 2000, dove i due fattori fondamentali che vengono presi in considerazione sono la composizione del nucleo familiare e la situazione reddituale. L'Agenzia mi certifica che tutti i canoni vengono determinati in base a questa funzione di calcolo.

Ripeto, qua abbiamo elencato tutti quelli che sono gli interventi che sono stati fatti ad oggi e quelli che sono in programma sul Comune di Oristano per quanto riguarda gli immobili di via Versilia, ma per la località Torangius al momento non vi sono disponibilità finanziarie correnti, e infatti stiamo cercando, come tutto il resto del complesso degli immobili, di inserirli nella procedura del 110 per cento.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare consigliere Alessandro Solinas.

SOLINAS ALESSANDRO (M5S). Per quanto sia apprezzabile il fatto che la Giunta si stia impegnando per utilizzare il bonus del 110 per cento al fine di migliorare la qualità del patrimonio di edilizia abitativa, la prima perplessità che viene in evidenza sono le tempistiche, derivanti non solo dai tempi della burocrazia quanto anche da criticità che questi immobili hanno in sé, ovvero in alcuni casi parti abusive e parti non accatastate, situazioni che rendono ancor più lungo l'iter finalizzato a usufruire del bonus del 110 per cento.

Duole sentire che non vi sono fondi dedicati alla manutenzione degli immobili di edilizia abitativa nel quartiere di Torangius. Va bene il completamento degli immobili di via Versilia, è cronaca di oggi, invece, Assessore (la invito a consultare il giornale la Nuova Sardegna) che in Via Indipendenza da quasi due anni è impossibile rendere abitabili delle case popolari perché manca la corrente elettrica. Giustamente, come dice anche l'articolo, questo episodio non vede coinvolto direttamente il suo Assessorato in questo particolare iter, c'è da dire però che, essendo voi competenti su tutto il patrimonio di edilizia abitativa, certamente potete farvi parte diligente affinché questo iter venga concluso al più presto. Sono certo e spero che stiate provvedendo, magari in sede di variazioni di bilancio, per cercare di raschiare da qualche parte i fondi necessari per porre quantomeno un rimedio alle situazioni emergenziali che rendono queste case, che purtroppo sono abitate, comunque inabitabili, dando alle persone in questo periodo (è appena finito il lockdown, speriamo non ve ne siano degli altri) problemi sia di salute, per chi comunque vive in una casa piena di muffa, ma anche problemi di natura psicologica, come potrà immaginare.

In ogni caso restiamo vigili anche noi, ma soprattutto attendiamo da voi ulteriori novità.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Valter Piscedda per illustrare la mozione numero 478.

PISCEDDA VALTER (PD). Il motivo della mozione portata all'attenzione del question-time sta nel fatto che siamo venuti a conoscenza che nell'iter di approvazione del decreto nazionale che stanzia fondi in aggiunta a quelli del Recovery plan, sono stati presentati due diversi emendamenti da onorevoli della penisola di partiti che sostengono il Governo e che sostengono anche questo Governo regionale, e non mi riferisco certo al suo partito, emendamenti, per un valore complessivo di un miliardo e 843 milioni in otto anni, per la realizzazione di un impianto eolico offshore da 500 megawatt da posizionare sui mari della Sardegna. Il combinato disposto di questi emendamenti con il precedente "decreto sostegni", quello invece approvato, che semplifica enormemente le procedure di realizzazione di questi impianti, ci ha fortemente preoccupato perché non capiamo la direzione nella quale si sta andando, cioè da una parte si semplificano le norme per la realizzazione di questi impianti - e questo decreto, ripeto, è stato approvato, andrà convertito in legge ma vorremmo richiamare la vostra attenzione sul momento della conversione, affinché venga cambiato - e dall'altra alcuni della vostra maggioranza politica chiedono la realizzazione di questi impianti, che peraltro ci risulta, Assessore, aver lei già commentato in modo negativo, ovviamente sono notizie di stampa e quindi non le facciamo assurgere a notizie ufficiali ma glielo chiediamo qua.

Sostanzialmente siamo preoccupati perché non abbiamo chiarezza di quella che è la linea della Regione sulla cosiddetta transizione da fonti fossili a fonti rinnovabili; non sappiamo che cosa sta avvenendo a Villa Devoto, quali siano le notizie. Addirittura per quanto riguarda questi emendamenti, il Capogruppo della Lega Giagoni in Commissione ci ha informato del ritiro di questi emendamenti, ma il tema non è che siano stati ritirati, il tema è che sono stati posti, e che cosa sa la Regione di questo, quale presidio c'è da parte del Presidente della Giunta regionale sul periodo di transizione, in quale direzione si vuole portare la Sardegna, quale è l'interesse dei sardi che si vuole…

PRESIDENTE. Chiuda, onorevole Piscedda.

PISCEDDA VALTER (PD). Quindi vorremmo interrogare l'Assessore, devo dire la verità, non solo all'ambiente, ma è chiaro che è coinvolta anche quella all'industria su questi temi, che per noi sono vitali, grazie.

PRESIDENTE. Per rispondere ha facoltà di parlare l'Assessore della difesa dell'ambiente.

LAMPIS GIANNI, Assessore tecnico della difesa dell'ambiente. Grazie Presidente, occorre premettere che forse cinque minuti non sono sufficienti per provare ad articolare in maniera puntuale, come peraltro chiesto dai Consiglieri interroganti, la natura e il contenuto del progetto proposto alla nostra attenzione. Per questo motivo ritengo di dover poi consegnare ai Consiglieri un fascicolo di documentazione che potrà essere da voi utilizzato per tutte le opportune e dovute conseguenti valutazioni. Agli atti della nostra Direzione generale dell'Assessorato della difesa dell'ambiente risulta presentato un progetto di un impianto per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile eolica di tipo off-shore galleggiante composto da 42 turbine eoliche, ciascuna con potenza nominale di 12 megawatt per una potenza totale dell'impianto di 504 megawatt proponente Ichnusa Wind Power. L'intervento è articolato in una parte offshore comprendente 42 aerogeneratori, come dicevo, da 12 megawatt altezza al mozzo massima pali di 160 metri e un diametro del rotore di 265 metri, un'altezza totale pari a 292,5 metri composti quindi da turbina, torre e fondazione galleggiante. Un cavo sottomarino di interconnessione tra aerogeneratori, due sottostazioni elettriche un elettrodotto sottomarino in corrente alternata, una parte on shore comprendente un punto di giunzione, quindi a terra, elettrodotto marino, elettrodotto terrestre, un elettrodotto terrestre in corrente alternata, una sottostazione elettrica di utenza su una superficie di circa 9600 metri quadri e ancora un elettrodotto terrestre in corrente alternata. Come ho detto la potenza nominale dell'impianto è di 504 megawatt la cui produttività stimata è pari a circa mille 822 gigawatt ora all'anno. Mentre la richiesta di estensione della concessione demaniale complessivamente è desumibile dalla tavola T03 quindi 2 milioni 735.594 metri quadrati, circa 274 ettari. Già nello scorso mese di agosto ho ritenuto di dover percorrere una strada di condivisione con le Comunità rivierasche interessate che sono state ricevute presso i miei Uffici e sulla base delle cui osservazioni abbiamo ritenuto di dover comporre poi il contributo che abbiamo inviato al Ministero della transizione ecologica, già Ministero dell'ambiente. È chiaro che sugli aspetti prettamente energetici che il consigliere Piscedda ha richiamato è opportuno rimandare ad una intervento della mia collega competente in materia, a me il dovere e il compito di provare qui a portare dei contributi di natura ambientale autorizzativa nello specifico. Nel nostro contributo, che è stato quindi spedito, abbiamo espresso numerose perplessità rispetto alla carenza anche della proposta progettuale, rispetto alla carenza di approfondimenti sugli impatti paesaggistici ed ambientali che ne derivano da una realizzazione di un investimento del genere. A titolo di esempio si osserva la totale assenza di un'analisi dettagliata dello stato dell'arte relativo alla tecnologia prospettata, per lo meno alla scala di riferimento europea, da un'analisi della letteratura di settore sull'argomento sembrerebbero infatti essere attualmente in esercizio unicamente impianti pilota, mentre non risultano realizzati impianti commerciali di dimensioni paragonabili a quello proposto. In relazione a quanto rilevato a proposito del quadro di riferimento programmatico si ritiene che le eventuali azioni di progetto necessarie negli areali individuati debbano essere descritte adeguatamente nonché valutato i relativi impatti coinvolti gli enti territoriali laddove è necessario. È chiaro, come ho già avuto modo di dire in altre occasioni, che non si può pensare che gli Uffici della Regione siano dei semplici passa carta, soprattutto quando si parla di investimenti, di proposte progettuali di questa portata. Noi non conosciamo questi imprenditori, non si sono mai presentati presso i nostri uffici perché tutta la procedura tecnico-amministrativa la sta gestendo il Ministero della transizione ecologica. Attualmente occorre ribadire che la proponente ha inviato un iter per il rilascio della concessione demaniale marittima di trent'anni presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, chiedendo appunto una conferenza di servizi con svolgimento in forma semplificata ed in modalità asincrona ai sensi dell'articolo 14 bis della 241… un ultimo passaggio per dire che la Regione Sardegna, il mio Assessorato ha ribadito le preoccupazioni e le criticità già inviato nel mese di agosto scorso a seguito della richiesta, a seguito della nostra nota è pervenuta la richiesta della società proponente di sospendere la Conferenza dei Servizi decisoria, così come la capitaneria di porto di Cagliari ha comunicato l'accoglimento di questo tipo di domanda per giorni indecisi, nel senso che sarà poi il soggetto proponente a richiedere l'attivazione, questo è l'attuale stato dell'arte.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Valter Piscedda per dichiarare se è soddisfatto.

PISCEDDA VALTER (PD). Ma non consideriamo la replica, lasciamo il tema aperto visto la disponibilità dell'Assessore. È chiaro che cinque minuti non bastano, forse non bastano neanche cinque ore o cinque mesi, proprio perché non bastano però, Assessore, e non me ne voglia il collega Talanas, noi abbiamo preso atto che a novembre del 2020 la Giunta ha approvato le linee di indirizzo strategico per l'aggiornamento del PEARS, successivamente sono state individuate le aree non idonee all'installazione di impianti alimentati da fonti energetiche rinnovabili, motivo per il quale noi abbiamo chiesto che in Commissione lei venisse audito su questo tema, ma c'è stato detto che la competenza non era sua, ma era dell'Assessorato all'industria. E noi riteniamo che se si chiama Piano energetico Ambientale della Regione Sardegna una ragione ci sarà, noi non guardiamo alla produzione di energia come un fatto meramente economico, per noi l'ambiente è il life motive che deve muovere tutte questo tipo di questioni. Quindi la vorrei invitare nuovamente, lo farò attraverso la Commissione, a venire a parlare di queste questioni. le Affermo anche, e lo dico anche ai colleghi, che noi come PD non siamo assolutamente contrari in maniera pregiudiziale agli impianti offshore, ma vogliamo capire in che quadro si inseriscono, a che cosa servono, che cosa producono, chi li ha decisi, chi li ha autorizzati, quale iter stanno seguendo, chi sono le società, dove hanno sede, dove pagano le tasse, quali ricadute ci sono per i territori, in che modo le amministrazioni locali e le popolazioni vengano coinvolte, ecco non ne sappiamo nulla, così come non ne sanno nulla loro. Lei pensi che stasera in una chiesa di Cagliari i rappresentanti di un Comune che non è quello di Cagliari si trovano in una chiesa per parlare di un impianto che una società di fuori Sardegna vorrebbe realizzare qui in Sardegna. Apro e chiudo, vorremmo anche sapere che fine ha fatto il Tirrenia link, il cavo che deve collegare Sardegna e Sicilia, è stata fatta la convocazione da parte dell'Assessorato all'industria per il 10 di maggio, il 9 maggio è stata rinviata sine die. Ecco questi sono elementi di preoccupazione, grazie se ci può aiutare la ringraziamo.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata ex articolo 123 bis del Regolamento. Interrogazione numero 926.

Ha facoltà di formulare la sua domanda la consigliera Sara Canu.

CANU SARA (Riformatori) . Grazie Presidente, l'interrogazione 926 era la richiesta sulla necessità di una più funzionale dislocazione dei Canadair per la stagione antincendio 2021 in funzione delle aree a maggior rischio. A tal proposito inizio subito da questa stagione in corso dando alcuni numeri. Il 10 maggio si è verificato il primo rogo nelle campagne di Elmas, è arrivata a lambire le abitazioni. Il 16 maggio un rogo nelle campagne di Olbia. Il primo maggio il rogo è divampato invece nelle vicinanze di Cagliari nella località di Giorgino, e anche un altro rogo in Ogliastra. Il 3 giugno abbiamo assistito a un vasto rogo a San Basilio, che è nel sud della Sardegna, dove sono intervenuti quattro elicotteri più un Canadair che è arrivato da Ciampino. Sono andati in fumo 35 ettari di macchia mediterranea, cistetti e pascolo. 9 giugno 15 roghi nell'oristanese di cui uno ha lambito le case di Terralba, il 10 giugno invece incendi si sono sviluppati a Pula, dove è intervenuto un elicottero, e Ozieri e anche ad Arbus, che è anche il suo Paese, dove le fiamme sono arrivate a ridosso delle case, ha richiesto un intervento di due elicotteri. Il 14 giugno i roghi invece sono arrivati nelle campagne di Muravera, sempre sud Sardegna, dove è intervenuto un elicottero Ussana e Oniferi, Nuoro dove in questo caso è intervenuto mi pare anche un Canadair. Insomma questo elenco che ho fatto è per introdurre l'interrogazione da noi proposta che era quella di chiedere una migliore distribuzione dei Canadair per la stagione estiva presente nel 2021. In quanto andando a vedere la tabella, la distribuzione degli incendi sul territorio regionale dell'anno 2020, l'anno passato, abbiamo messo in evidenza che la maggior parte, la percentuale più alta gli incendi riguarda, per il 63,44 per cento, il sud Sardegna, quindi l'ex provincia di Cagliari, Carbonia Iglesias, Villacidro Sanluri, poi la provincia di Oristano, con il 12,91 per cento, Sassari con il 14,84 per cento. Quindi la richiesta che noi abbiamo fatto era quella, leggo, se non si ritenesse l'opportunità di distribuire in maniera più equilibrata i Canadair in tutto il territorio, anche negli scali, oltre che di Olbia, anche di Cagliari Elmas e Alghero Fertilia, per scongiurare in questo modo che appunto molta macchia mediterranea, pascoli che soprattutto si trovano anche nella parte sud della Sardegna, che è quella più colpita, si ritenesse per l'incolumità delle persone e anche per risparmiare appunto la vegetazione circostante se che si potessero suddividere in questa maniera, anzi abbiamo anche chiesto eventualmente un quarto Canadair disponibile. Per concludere proprio questa interrogazione è stata fatta il 15 marzo, quindi molto antecedente alla campagna antincendi, proprio per trovarci preparati, alla quale non è arrivata nessuna risposta tranne apprendere il 10 giugno dal Presidente, ha lasciato delle dichiarazioni, in cui ha comunque confermato i tre Canadair a Olbia.

PRESIDENTE. Per rispondere ha facoltà di parlare l'Assessore della difesa dell'ambiente.

LAMPIS GIANNI, Assessore tecnico della difesa dell'ambiente. Occorre premettere che ogni presidio che compone la macchina regionale antincendio dev'essere ritenuto a disposizione di tutta la Sardegna, di tutta la Sardegna e di tutte le sue comunità, così come avviene, peraltro, in tutte le situazioni di emergenza. Abbiamo assistito nel corso degli anni a spostamenti importanti di uomini e mezzi laddove i territori ne avessero avuto necessità, le stesse colonne mobili appartenenti ai singoli ispettorati forestali si spostano nei vari territori della Sardegna a seconda di quelle che sono le esigenze. Occorre altresì premettere che la flotta nazionale dei Canadair non è nella disponibilità decisoria in termini di allocazione dei mezzi e della logistica, non è nella disponibilità della Regione Sardegna. La Regione Sardegna partecipa annualmente ad una conferenza, ad un tavolo tecnico in cui cerchiamo sempre di confermare il numero dei velivoli, e vi posso garantire che non è scontato, perché stiamo diventando bravi le donne, gli uomini del Corpo Forestale, della Protezione civile, dell'agenzia Forestas, dei Vigili del Fuoco, i tanti volontari il grande sforzo economico della Regione, pari a circa 30 milioni di euro l'anno, ci sta consentendo negli ultimi due anni di avere risultati importanti sia in termini di riduzione della superficie bruciata, sia nei termini di numero degli incendi. I Canadair vengono dislocati nel punto più vicino alla penisola, questa è la prescrizione che il Dipartimento nazionale di Protezione civile ci dà. Un solo anno sono stati solo spostati ad Alghero, ed è stato l'anno in cui nell'aeroporto civile di Olbia si facevano lavori di adeguamento delle piste, in una situazione in cui naturalmente quell'aeroporto era maggiormente interessato a caratterizzarsi come scalo commerciale non naturalmente come luogo in cui poter ospitare i Canadair. Nel sud Sardegna peraltro sono schierati tutti gli elicotteri, gli elicotteri della flotta aerea regionale a Marganai, Pula e Villasalto a cui si aggiungono quelli presenti nella base di Fenosu. Sempre a Fenosu è presente un elitanker, diciamo così, che ha una capacità di 4000 litri, pari circa a quella dei Canadair che è di 5300. Inoltre nella parte meridionale, più che in altre zone della Sardegna, è fondamentale l'apporto come dicevo prima del volontariato di Protezione civile a supporto del Corpo forestale, delle squadre di Forestas nonché i Vigili del fuoco e barracelli. Nello scalo di Cagliari Elmas, è importante questo sottolinearlo, è però presente un elicottero dell'esercito un AB 412 tra i cinque messi a disposizione a livello nazionale dall'amministrazione della difesa, uno è presente in Sardegna nell'aeroporto di Cagliari Elmas. Dicevo quindi che i Canadair dislocati in Sardegna nei mesi di luglio ed agosto sono due aeromobili, sono due a partire dal primo luglio e fino al 31 agosto, dal 15 giugno al 1° luglio abbiamo già un Canadair, così come avremo un Canadair dal primo settembre al 15 settembre. Questo significa che c'è una capacità di tempestività nell'azione all'atto della segnalazione dell'incendio, i Canadair che devono muoversi sull'Ogliastra, sul sassarese, sul sud Sardegna hanno una capacità di intervento molto veloce e naturalmente devono essere a disposizione anche del territorio nazionale in caso di emergenza. Ed è per questo motivo che il Dipartimento nazionale non consente la ripartizione delle singole unità su tre scali differenti, perché la logistica deve essere affrontata, gestita appunto in maniera unitaria. Dai dati in nostro possesso non ci sono motivi per ritenere che questo tipo di allocazione sia pregiudizievole nei confronti della buona capacità di intervento della macchina regionale antincendio, che come l'anno scorso peraltro potrà contare anche un elicottero dei vigili del fuoco, in questo caso schierato nella loro base di Alghero, grazie.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Sara Canu per dichiarare se è soddisfatto.

CANU SARA (Riformatori). Sì grazie, ho ascoltato la sua risposta comprendo che sia a livello nazionale che la decisione di distribuire Canadair in modo più opportuno, però è proprio questo che magari si richiede alla politica locale, al Presidente e all'Assessore di magari chiedere comunque una, perché tre comunque, sì ha ragione, ha detto comunque sono a disposizione di tutta l'Isola questi Canadair però ovviamente le distanze ci sono e molte volte più incendi scoppiano in vari posti dalla Sardegna, anche disparati potrebbe essere il nord e il sud e quindi molte volte questi Canadair possono essere già impegnati nella località più vicina lasciando scoperta quella più lontana, ricordiamo che sono gli unici che hanno una capacità di 6000 litri d'acqua e liquido schiumogeno, hanno con una capacità di affrontare degli incendi è molto più efficiente rispetto magari ad elicotteri e quant'altro. Quindi io quello che chiedo è questo proprio che a livello regionale nel tavolo tecnico si porti in evidenza questo problema, anzi e magari io direi anche la dislocazione del sud Sardegna quindi Cagliari potrebbe andare anche a coprire la parte sud Italia quindi anche la Sicilia, tutti i territori che sono ogni anno devastati dagli incendi. Quindi cercare una mediazione, cercare comunque di chiedere una migliore distribuzione di questi mezzi che non siano concentrati tutti a Olbia. Questo è quello che noi chiediamo magari anche per il futuro augurandoci che in questa stagione estiva non succedano roghi particolarmente devastanti e a cui dover dire se magari fossero stati distribuiti meglio i mezzi non sarebbe successo, grazie.

PRESIDENTE. Cambiamo argomento. Passiamo all'Assessore dei trasporti, onorevole Todde, che vedo che è presente. Per il Gruppo del Partito Democratico ho un'interrogazione da parte dell'onorevole Comandini e più, la numero 1072.

PRESIDENTE. Ha facoltà di formulare la sua domanda il consigliere Giampietro Comandini per illustrare l'interrogazione numero 1072.

COMANDINI GIAMPIETRO (PD). Grazie Presidente, grazie Assessore. L'interrogazione riguarda la situazione dei lavoratori del porto canale, i 200 lavoratori del porto canale che ricordo licenziati nel settembre del 2020, attualmente in NASPI, in una situazione che conosciamo bene di NASPI, che vede mese dopo mese diminuire il loro assegno di mantenimento, attualmente questi lavoratori prendono 900 euro scarsi, situazione che si sta protraendo per troppo tempo e che non vede la luce anche per quanto riguarda tutte le iniziative che sono messe in campo, non ultimo l'accordo internazionale messo in campo dall'Autorità portuale di Cagliari che ha visto l'interesse di un gestore di Borore, per dire quanto l'accordo internazionale fosse internazionale. Però, al di là di questa battuta, io credo che ci sia l'intenzione non soltanto dalla parte degli interroganti, ma credo di tutto il mondo anche sindacale e politico regionale, di trovare al più presto una soluzione per questi lavoratori, ma anche per il rilancio dell'infrastruttura, un'infrastruttura fondamentale per la Sardegna, anche per gli investimenti che sono stati fatti e anche per quanto riguarda il futuro del traffico nel Mediterraneo. Quindi chiediamo all'Assessore, in questo caso dei trasporti, due cose. La prima, ieri è stato aperto un tavolo ministeriale, questo sicuramente è un aspetto positivo che tutti quanti guardiamo con interesse, però credo che siano fondamentali due questioni, la questione dei tempi è sempre in qualche modo uno degli elementi che non può essere disatteso, il tempo per una famiglia che vive con 800 euro al mese non è lo stesso tempo per noi che siamo seduti in quest'Aula. Quindi è improcrastinabile, necessario arrivare immediatamente alla costituzione dell'agenzia così come è stata fatta a Taranto. Per cui per prima cosa chiediamo alla Giunta di attivarsi in tutte le forme che ritiene necessarie perché venga fatta anche nel porto di Cagliari la stessa agenzia che metta e salvaguardi i lavoratori, le competenze e le professionalità maturate in questi anni. L'agenzia è oggi la prima e fondamentale risposta per dare sicurezza a questi lavoratori e un futuro al porto. La seconda questione riguarda la zona economica speciale, noi non riusciamo a capire ancora oggi perché, per testardaggine di qualche funzionario ministeriale che guarda le virgole, i punti esclamativi, la Sardegna non ha ancora la zona economica speciale. Non ci può essere rilancio del porto se questa zona economica speciale, benedetta zona economica speciale, non viene istituita, è stato fatto tantissimo nella precedente Giunta, ci state lavorando voi, però non deve essere un funzionario dietro una scrivania a stabilire e a decidere lo sviluppo della Sardegna. Per cui, caro Assessore, queste due cose…

PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'Assessore dell'industria.

TODDE GIORGIO, Assessore tecnico dell'industria. Grazie Presidente, onorevoli consiglieri, colleghi Assessori. Un tema a tutti ben noto e un tema che abbiamo a cuore tutti, come ha ben detto lei, onorevole Comandini, e rispondo molto volentieri a questa interrogazione che ci è stata sottoposta, facendo anche una premessa: visti alcuni punti dell'interrogazione che stanno seguendo anche gli Assessorati competenti come l'assessore Zedda, che è qui presente, ha chiesto di presenziare anche lei, se voi siete d'accordo e se il Presidente ce lo concede, per avere una risposta ancora più esaustiva per quanto riguarda le ZES. Ieri, come ha citato lei poc'anzi, è stato fatto un incontro con il Ministero dello sviluppo economico, tutti i Ministeri competenti, le segreterie nazionali e le segreterie regionali, e quel presidente dell'autorità del sistema del mare di Sardegna. Devo dire che dall'incontro che è stato fatto ieri ne siamo usciti molto soddisfatti in quanto siamo stati rassicurati sia dalla viceministra Todde che ci sarà il massimo impegno da parte del Governo per l'istituzione dell'agenzia, come lei citava poc'anzi, perché avere 192 lavoratori in NASPI prendendo 900 euro al mese, come è stato appena detto, è impensabile. Ci sono delle professionalità che vanno tutelate, c'è un porto da rilanciare, ci sono delle opportunità che ci ha detto ieri anche il Presidente dell'autorità di sistema del mare di Sardegna che sono di assoluto riserbo, però ci fa ben sperare affinché arrivi un terminalista, avete citato alcune cose per poter rilanciare il porto che condivido, perché non basta essere al centro del Mediterraneo ed essere in una posizione strategica, ma deve essere anche reso appetibile affinché un terminalista arrivi qua. Sappiamo tutti che il porto di Cagliari ha una vocazione di transhipment che è importante in tutto il mondo, abbiamo chiesto ieri anche al Presidente dell'autorità del mare di Sardegna quali fossero le condizioni delle infrastrutture e ci ha rassicurato in tal senso, stanno stanziando ulteriori risorse affinché venga messo in sicurezza il tutto e qualsiasi terminalista che dovesse arrivare abbia una infrastruttura di recente, ci ha parlato di altri 3 milioni di stanziamento anche sull'area retroporto, 40 ettari pavimentati, e si andrà nella direzione di costituire questa agenzia nel più breve tempo possibile. Devo dire che ne siamo usciti tutti sulla stessa linea, comprese le sigle sindacali nazionali e regionali, e poi con la collega Alessandra Zedda che seguirà in prima persona, essendo l'Assessore competente, sia l'istituzione dell'agenzia che le situazioni delle ZES che dipendono dall'Assessorato del bilancio che sta seguendo, credo, la Vicepresidente anche tramite la Presidenza. Quindi, se vi fa piacere, vi potrà dare delle delucidazioni in più anche la collega Zedda.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale.

ZEDDA ALESSANDRA (FI), Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale. Grazie Presidente, ringrazio l'Aula per poter dare queste integrazioni che sono, tra l'altro, notizie recentissime. Intanto un'integrazione sulla parte dell'agenzia perché il collega Todde ha riportato perfettamente, voglio aggiungere che fino alla costituzione dell'agenzia occorre ancora modificare la norma che è stata inserita nell'ultimo decreto, che però ha bisogno ancora di una modifica per poter consentire a questi lavoratori di avere il riconoscimento mensile, e quindi uscire dalla Naspi sino al 31.12 del 2021, col 2022 dovrebbe essere ovviamente costituita l'agenzia per i prossimi tre anni.

Andiamo alla ZES, la ZES, lo diceva l'onorevole Comandini, ha visto ovviamente un impegno di tutte e due le ultime amministrazioni e devo dire che, ha detto bene anche per quanto riguarda le osservazioni, è nota di venerdì una missiva da parte del Ministero del sud che chiede a nome del MEF una precisazione su due parole, una è una parola speciale, ovviamente la zona doganale non è speciale, ma le zone speciali sono solo quelle economiche, e credo che dopo che addirittura nella nota c'è scritto che è un refuso ci chiedono di rimodificare il piano. Non solo, l'altra parte riguarda la citazione del Porto di Trieste dove c'è una zona doganale interclusa di cui ovviamente noi non siamo ancora dotati e non dobbiamo utilizzare il porto di Trieste, ci pare assolutamente evidente. E comunque, nonostante tutto, oggi andremo in Giunta per, ovviamente, definire completamente, e ci auguriamo che però davvero siano le ultime osservazioni, perché voi conoscete il malloppo del piano strategico ovviamente che riguarda le zone economiche speciali, ne comprendete tutta la complessità, è un lavoro che è iniziato con la Giunta Pigliaru, l'abbiamo modificato e integrato come ci hanno sempre richiesto, crediamo che ora davvero la Sardegna debba avere il provvedimento al pari delle altre regioni, e così si può partire. Non credo di dover aggiungere altro perché…

PRESIDENTE. Può continuare.

ZEDDA ALESSANDRA (FI), Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale. … perché è già stato definito anche normativamente ed è già stato curato da tutti gli uffici legislativi, quindi deve diventare esclusivamente norma.

PRESIDENTE. Grazie, vicepresidente Zedda. Effettivamente l'argomento riguardava più tematiche, comprese trasporti e lavoro.

Ha facoltà di parlare il consigliere Giampietro Comandini per dichiarare se è soddisfatto.

COMANDINI GIAMPIETRO (PD). Questo è un argomento che interessa tantissimi in quest'Aula, tantissime forze sociali fuori dall'Aula, ma soprattutto interessa molto i lavoratori e le forze imprenditoriali. Su questo, assessore Zedda, Assessore dei trasporti, noi saremo estremamente critici e vigili perché i tempi, ripeto, sono fondamentali, non possiamo assolutamente perderne ulteriormente. Sulle ZES sono d'accordo che probabilmente siamo arrivati alla parola fine, per cui sarà sicuramente l'elemento fondamentale da mettere a disposizione dell'Autorità portuale per favorire l'interesse che ci può essere da operatori come sta già accadendo in queste ore, però altrettanto bisogna accelerare sull'agenzia. L'agenzia è uno degli elementi che voi dovete mettere in Giunta come prioritario perché più che vedere i lavoratori ancora sotto i palazzi del Consiglio regionale, noi ci auguriamo questi lavoratori vederli tornare sulle gru a fare il loro lavoro per il quale hanno studiato, per il quale hanno sudato e per il quale hanno avuto competenza e riconoscimenti internazionali.

PRESIDENTE. Grazie, rimanendo sempre nella tematica dei trasporti do la parola all'interrogante Piu per presentare l'interrogazione numero 1065.

Ha facoltà di formulare la sua domanda il consigliere Antonio Piu per illustrare l'interrogazione numero 1065.

PIU ANTONIO (Progressisti). Grazie Presidente, buongiorno alle colleghe e ai colleghi, buongiorno Assessore. La mia interrogazione, protocollata qualche giorno fa, riprende uno dei temi più annosi della nostra Regione che è quello dei trasporti, sia del trasporto urbano che quello extraurbano, del trasporto su gomma, di quello su ferrovia, che vede tantissime migliaia di cittadini sardi purtroppo affrontare l'esigenza di spostarsi e la difficoltà nel potersi spostare da una parte all'altra della nostra Regione. Noi stessi per venire qua a Cagliari difficilmente riusciamo a prendere il treno, tempi di percorrenza biblici, di contro non c'è un sistema su gomma che ci consente di avere quella flessibilità e quella mobilità immediata che ci consente di spostarci in maniera puntuale. Siamo in regime di proroga, abbiamo cinque aziende pubbliche come ARST, ATP, ATP Nuoro, ASPO, e cinquantuno aziende private che coprono il chilometraggio del trasporto urbano. E dicevo siamo in regime di proroga perché la riorganizzazione, la razionalizzazione del servizio non è ancora avvenuta, abbiamo è vero trascorso più di due anni purtroppo di pandemia che hanno bloccato e hanno modificato quel lavoro che era già stato iniziato nella precedente Giunta e do atto all'assessore Careddu dell'ottimo lavoro fatto che ha preceduto l'inizio di questa legislatura. Proprio perché è stato dato compito ad un advisor di verificare esattamente in maniera puntuale sia le necessità, i chilometri e la capacità di riempimento per quanto riguarda determinate aree della nostra Regione e questo percorso poi non ha visto la fine. La mia interrogazione cerca di stimolare intanto la ripresa di un percorso che era già stato iniziato e soprattutto porre l'accento sull'ente di governo, cioè da quel lavoro iniziale fatto dalla precedente Giunta cercare di vedere i territori e i bacini d'ambito delle Città metropolitane e delle province quali primi punti di riferimento per quanto riguarda la gestione dei servizi, perché in Sardegna abbiamo cinque aziende pubbliche che lavorano bene, cinque aziende pubbliche che hanno i conti e i bilanci assolutamente regolari e che hanno dimostrato in maniera puntuale di rispondere a quelle esigenze di cui pochi cittadini riescono ad usufruire, perché i bacini territoriali di Cagliari e Sassari sicuramente hanno nella gestione del trasporto pubblico locale delle ottime aziende, delle ottime professionalità e questo secondo me deve essere principalmente trasferito ad una nuova gestione territoriale che non può prevedere, a mio modo di vedere, il bacino unico. Proprio perché è vero che nell'ultima delibera di Giunta si è parlato della Giunta Pigliaru di bacino…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Piu.

PIU ANTONIO (Progressisti). Grazie Presidente. Serviva principalmente come inizio per una valutazione ancora più approfondita attraverso le aziende pubbliche appunto di trasferimento di dati, eccetera, tant'è che il decreto legge numero 50 dello Stato dice che possono essere date in affidamento a società in house… Presidente, finisco perché è importante definire il punto con l'Assessore, non è detto che si debba andare necessariamente a gara e a evidenza pubblica se le aziende in house riescono a ricevere il servizio direttamente dall'ente Governo. Quindi in questo caso le Città metropolitane e le province potrebbero affidare il servizio direttamente alle imprese, alle ditte, ma soprattutto riprendere un percorso, e concludo, e mi auguro nella sua risposta di avere anche dei tempi in merito all'inizio di un percorso nuovo con gli enti locali, in virtù anche dell'ultima riforma che è stata approvata sulla Città metropolitana di Sassari e sulle province questo servizio diventa assolutamente centrale per tutta la popolazione e per i bacini territoriali. Grazie, mi scusi, signor Presidente, se ho utilizzato…

PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'Assessore dell'industria.

TODDE GIORGIO, Assessore tecnico dell'industria. Grazie Presidente e grazie, onorevole Piu. Credo che lei abbia toccato tutti i punti cruciali di questo che è stato un percorso iniziato dalla scorsa Giunta e ha detto benissimo, tant'è vero che quando io mi sono insediato ho trovato due advisor già contrattualizzati che avevano già messo in atto uno studio. Uno studio che in parte abbiamo condiviso, ci è stato sottoposto varie volte nei vari incontri, all'inizio si parlava addirittura di tre bacini di mobilità dove il bacino centrale che parte dall'Oristanese e arriva fino all'Ogliastra in termini proprio numerici ed economici non avrebbe ragione di esistere. Si stava valutando poi su due enti di Governo, cioè su due bacini, e poi si è valutato sul discorso del bacino unico. Noi abbiamo chiesto una revisione dello studio noi quando ci siamo insediati proprio perché i dati dei due bacini, come diceva anche lei nell'ultima delibera di Giunta, si stava optando per un bacino unico. Poi cosa è successo? È successo che è scoppiata la pandemia come noi ben sappiamo, e in stesura di una riforma sul trasporto pubblico locale è necessario fare gli incontri territoriali previsti per legge, quindi non si riusciva, si è andati in proroga per quanto riguarda il Covid. Di recente, con la Commissione infrastrutture, la Commissione unificata, si è deciso di presentare un emendamento a livello nazionale di comune accordo con tutte le regioni per far sì che venga fatta un'ulteriore proroga, questo anche in virtù del fatto dell'organizzazione degli enti locali. Come diceva giustamente lei, viene approvata la riforma sulle province e bisogna fare una valutazione diversa. Sono d'accordissimo sul discorso degli affidamenti in house, abbiamo cinque società pubbliche e cinquantadue convenzionate di privati, è nostro interesse tutelare anche tutte quelle società minori che operano in Sardegna, abbiamo una riorganizzazione degli enti locali, io proprio di recente ho chiesto anche la copertura finanziaria in fase di assestamento di bilancio affinché si possano riprendere i lavori, visto anche adesso una zona verde europea si potrà tornare sui territori a discutere con tutti i soggetti che verranno coinvolti con gli enti locali, con i comuni, con le nuove province per definire finalmente questo piano che da troppo tempo aspetta questa riforma, di essere riformato. Abbiamo anche predisposto una delibera che è stata approvata mesi fa sul Piano regionale dei trasporti, perché come diceva giustamente lei è vecchio dal '94 con una revisione poi a fine anni '90 o primi anni 2000, è stato aperto un tavolo interassessorile con tutti gli Assessorati coinvolti dalla sanità, agli enti locali e trasporti, è sotto la direzione generale dei trasporti è stato domandato alla nostra direzione generale affinché si arrivi a compimento sia per la mobilità interna che quella esterna. Quindi d'accordissimo sui punti che ha toccato lei e non possiamo che andare in quella direzione.

PRESIDENTE. Grazie, Assessore.

Ha facoltà di parlare il consigliere Antonio Piu per dichiarare se è soddisfatto.

PIU ANTONIO (Progressisti). Grazie Presidente, grazie Assessore. Io questa risposta la prendo come un nuovo inizio e un impegno che ha preso con l'Aula e soprattutto con i territori, proprio perché quel principio della Costituzione del principio di sussidiarietà io credo che vada principalmente preso come punto di riferimento soprattutto in ambito tra dei trasporti e del trasporto pubblico locale, proprio perché da questo servizio passa secondo me gran parte della rinascita del nostro territorio perché le persone e i cittadini, se riescono a spostarsi in maniera flessibile, agile, allora possono continuare a risiedere nei loro paesi di appartenenza e poco cambia se siano lontani o vicini dalle città e dai centri urbani. Sicuramente il ruolo dell'ARST continua ad essere un ruolo importante, che dovrebbe essere quello, a mio modo di vedere, di pianificazione del territorio e di organizzazione, ma il servizio in se, ripeto, le aziende pubbliche che in questo momento stanno svolgendo il servizio nei nostri territori, penso a Olbia, Sassari, Cagliari, sono delle aziende di eccellenza che hanno grandi professionalità, quest'Aula e questa legislatura ha il compito e il dovere di valorizzare quanto più possibile queste professionalità, quindi mi auguro che a breve inizierà, come lei ha già detto giustamente, il percorso tra Regione ed enti locali per cercare di trovare una soluzione che ci consenta finalmente di venir fuori da questo regime di proroga che, purtroppo, fa perdere tanti soldi pubblici, razionalizza ben poco e anche l'efficienza del servizio purtroppo paga conseguenze. Quindi grazie e grazie, Presidente, ripeto, per avermi concesso un minuto in più.

PRESIDENTE. Grazie a lei. Cambiamo adesso materia, risponderà l'Assessore degli enti locali ed urbanistica, Quirico Sanna, per un'interrogazione del Gruppo dei Progressisti, che verrà illustrata dall'onorevole Maria Laura Orrù e più, la numero 1067.

Ha facoltà di formulare la sua domanda la consigliera Maria Laura Orrù.

ORRÙ MARIA LAURA (Progressisti). Grazie, Presidente, buongiorno a tutte e a tutti. In merito sempre alla legge regionale numero 1 del 2021, il famoso Piano casa, perché intanto considerata l'impugnazione e le dichiarazioni di incostituzionalità di 27 articoli si 30, proposto appunto dal Consiglio dei Ministri, e che l'impugnazione sottolinea prevalentemente la sistematica modifica all'orientamento regionale, che consiste nella realizzazione di interventi edilizi, anche di rilevante impatto, in deroga non solo alla pianificazione urbanistica comunale, ma anche a quella paesaggistica, considerato che il Giudice costituzionale, con sentenza della Corte costituzionale numero 178 del 2018, si è già espresso, nel senso dell'impossibilità di derogare appunto con la normativa del cosiddetto Piano casa il Piano paesaggistico regionale, e che questo è stato ribadito anche dal TAR Sardegna con sentenza numero 893 del 22 ottobre 2018, come sapete si è venuta a creare una grave situazione interpretativa e applicativa della legge regionale 1 del 2021, che mette in difficoltà i funzionari preposti a dare i pareri. Questi spesso non possono, considerata anche la giurisprudenza consolidata in merito, dare pareri positivi alle pratiche presentate, soprattutto perché le norme del Piano casa, come ho detto prima, non possono derogare il PPR, e alle disposizioni paesaggistiche né per le sue componenti, ovvero la lettura del territorio in base ai vari assetti, né per i suoi beni, per cui è necessaria appunto l'autorizzazione. Considerato l'atto di indirizzo interpretativo ed applicativo emanato da lei. Assessore, e la grave situazione di incertezza negli operatori del settore, e un diffuso malessere organizzativo nell'apparato amministrativo, che si trova a dover decidere se applicare doverosamente l'indirizzo Assessoriale o incorrere in una sicura illegittimità con la conseguente responsabilità che ne deriva. Tale situazione non solo incide negativamente nella ottimale gestione dei procedimenti, ma è foriera di comportare appunto gravi responsabilità civili a carico dell'Amministrazione regionale, oltre che penali e amministrativi a carico degli organi regionali che se ne siano resi responsabili. Per questo chiediamo se non ritiene opportuno e necessario provvedere ad annullare l'atto di indirizzo in questione, nella parte in cui possa essere interpretato nel senso che la legge regionale 1 del 2021 possa appunto derogare alle disposizioni del PPR, a che punto sono le interlocuzioni con il Governo che ha menzionato in Commissione, e quali certezze ha ricevuto in merito al tema, e perché soprattutto ritiene mettere le casse pubbliche a rischio per via dei possibili ricorsi da parte dei privati che oggi potrebbero ottenere un'autorizzazione e domani invece potrebbero dover interrompere i lavori e quindi piuttosto che trovare immediatamente una via percorribile si sottopone, appunto, la Regione a questo tipo di problematica.

PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.

SANNA QUIRICO, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Buongiorno signor Presidente, buongiorno agli onorevoli consiglieri regionali, ai colleghi. Nel rispondere alle domande che mi sono state inviate nei giorni scorsi, dopo l'interlocuzione che abbiamo avuto anche nella Commissione, mi dovrò in parte a ripetere, ma lo faccio volentieri, rispondendo al primo quesito dico che le disposizioni straordinario introdotte dalla legge regionale numero 1 del 2021, così come espressamente riportato all'articolo 30, comma 2, sono cogenti e di immediata applicazione, e prevalgono sugli atti di pianificazione anche settoriale, sugli strumenti urbanistici generali e attuativi delle altre vigenti disposizioni normative e regionali e, pertanto, tali disposizioni possono derogare anche alla disciplina del Piano paesaggistico regionale. Rispondendo invece al secondo quesito, dove mi chiede di annullare l'indirizzo in questione, rispondo che non ho nessuna intenzione di modificare o ritirare l'atto di indirizzo, per le ragioni esposte nel punto precedente. Rispondendo invece al terzo quesito, la legge regionale numero 1 del 2021 è stata impugnata dal Governo davanti alla Corte costituzionale e il ricorso alla Consulta non inficia l'efficacia e l'applicazione della legge che, pertanto, continua a produrre effetti, infatti una norma perde automaticamente di efficacia, vale a dire non può più essere applicata, solo quando interviene una sentenza che dichiari la illegittimità costituzionale, cosa ancora non avvenuta. Grazie.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la consigliera Maria Laura Orrù per dichiarare se è soddisfatta.

ORRÙ MARIA LAURA (Progressisti). Sì, pensavo che l'Assessore avesse cambiato idea in merito perché in Commissione ho posto due questioni, una è la sentenza del TAR, la numero 543 del 2019 e la conseguente risposta del Consiglio di Stato che ha cassato il pronunciamento del TAR, spiegando che il parere delle sovrintendenze in quel caso, proprio i pareri negativi erano validi, perché non si sta disapplicando la norma, ma si sta seguendo il principio di interpretazione costituzionalmente orientato; il tema è questo, non si sta disapplicando una norma, si sta seguendo un altro principio, e lei lo sa, perché noi glielo abbiamo detto in Commissione e lo stiamo ribadendo in Aula, per cui io spero che su questo si assuma le sue responsabilità. Per me la risposta non è, diciamo così, non può essere accettata e penso invece che si debba intervenire immediatamente per dare una risposta, perché la Sardegna e i sardi non possono attendere e non possono essere lasciati in questa situazione. Grazie.

PRESIDENTE. Sono conclusi i lavori del Consiglio di stamattina, il Consiglio è aggiornato questo pomeriggio alle ore 16 e 30. Buon pranzo a tutti. Ricordo anche che stasera alle 15 e 30 è convocata la quinta Commissione per i pareri necessari sull'energia. La seduta è tolta.

La seduta è tolta alle ore 12 e 28.