Mozione n. 277

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Mozione n. 277

LI GIOI – MANCA Desiré Alma – CIUSA – SOLINAS Alessandro sulla necessità di porre in atto le azioni necessarie per consentire la ripresa delle attività da parte dei centri socio-educativi diurni, di cui all’articolo 18 del decreto del Presidente della Regione 22 luglio 2008, n. 4, per persone con disabilità o con disturbo mentale.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
– il 30 gennaio 2020 l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha dichiarato emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale l’epidemia di Coronavirus (Covid-19) in Cina;
– per dare attuazione alle misure precauzionali conseguenti alla dichiarazione dell’OMS, il 31 gennaio il Consiglio dei ministri ha deliberato lo stato d’emergenza, per la durata di sei mesi, per consentire l’emanazione delle necessarie ordinanze di Protezione civile e lo stanziamento dei fondi necessari;
– con successivi provvedimenti il Governo nazionale ha adottato misure sempre più stringenti per evitare la diffusione del Covid-19;
– in particolare l’articolo 47 del decreto legge 17 marzo 2020 ha disposto che “sull’intero territorio nazionale, allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus Covid-19 e tenuto conto della difficoltà di fare rispettare le regole di distanziamento sociale, nei Centri semiresidenziali, comunque siano denominati dalle normative regionali, a carattere socio-assistenziale, socio-educativo, polifunzionale, socio-occupazionale, sanitario e socio-sanitario per persone con disabilità, l’attività dei medesimi è sospesa dalla data del presente decreto e fino alla data di cui all’articolo 2, comma 1, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 9 marzo 2020”;
– l’articolo 18 “Centri socio-educativi diurni” del Decreto del Presidente della Regione 22 luglio 2008, n. 4, recante “Regolamento di attuazione dell’articolo 43 della legge regionale 23 dicembre 2005, n. 23. Organizzazione e funzionamento delle strutture sociali, istituti di partecipazione e concertazione” definisce i centri socio-educativi diurni come strutture, o moduli strutturali, destinati a specifici gruppi di persone – minori e anziani, persone con disabilità o persone con disturbo mentale con esiti stabilizzati – con funzioni di accoglienza, sostegno alla domiciliarità, promozione della vita di relazione, sviluppo di competenze personali e sociali;

CONSIDERATO che:
– l’articolo 18 del summenzionato decreto dispone che tali centri possano essere costituiti, tra l’altro, presso strutture aggregative quali oratori, sedi di associazioni di volontariato e di promozione sociale, e che siano rivolti a persone con disabilità con notevole compromissione delle autonomie funzionali e per le quali non è prevedibile, nel breve periodo, un percorso di inserimento lavorativo;
– i centri socio-educativi organizzano attività educative indirizzate all’autonomia, attività di socializzazione, attività espressive, psico-motorie e ludiche e in essi, indipendentemente dall’utenza ospitata, sono garantiti i seguenti servizi e prestazioni:
a) assistenza agli ospiti nell’espletamento delle normali attività e funzioni quotidiane;
b) attività di socializzazione, occupazionali e ricreativo-culturali;
c) attività educative finalizzate all’acquisizione e al mantenimento delle abilità fisiche, cognitive, relazionali e alle autonomie personali;
d) prestazioni sanitarie programmate, in relazione alle specifiche esigenze dell’utenza ospitata, quali mediche, infermieristiche, riabilitative.
– l’articolo 8 del DPCM del 26 aprile 2020, in vigore dal 4 maggio, ha disposto che “le attività sociali e socio-sanitarie erogate dietro autorizzazione o in convenzione, comprese quelle erogate all’interno o da parte di centri semiresidenziali per persone con disabilità, qualunque sia la loro denominazione, a carattere socio-assistenziale, socio-educativo, polifunzionale, socio-occupazionale, sanitario e socio-sanitario, vengono riattivate secondo piani territoriali, adottati dalle Regioni, assicurando attraverso eventuali specifici protocolli il rispetto delle disposizioni per la prevenzione dal contagio e la tutela della salute degli utenti e degli operatori;
– con deliberazione n. 26/8 del 21 maggio 2020 recante “DPCM 26 aprile 2020, art. 8. Riattivazione delle attività dei centri di cui all’art. 18 del D.P.Reg. 22 luglio 2008, n. 4. Indicazioni operative” la Giunta regionale ha impartito le indicazioni per il riavvio dei:
a) centri destinati ad anziani, persone con disabilità o persone con disturbo mentale con esiti stabilizzati;
b) centri destinati a minori con le medesime caratteristiche;
– il citato provvedimento individua la deliberazione del Commissario straordinario dell’ATS n. 263 del 17 aprile 2020, unitamente al relativo allegato, quale protocollo estendibile ai centri destinati ad anziani, persone con disabilità o persone con disturbo mentale con esiti stabilizzati;
– la deliberazione del Commissario straordinario di ATS n. 263 del 17 aprile 2020 recante “Epidemia SARS-CoV-2: interventi di prevenzione e gestione dei casi asintomatici e paucisintomatici nelle strutture sociosanitarie e socio-assistenziali. Integrazione e revisione della deliberazione n. 214/2020” indica le misure di carattere straordinario volte alla prevenzione ed alla gestione di casi Covid-19 sospetti/confermati nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali del territorio quali: comunità alloggio, comunità integrate per anziani e disabili e strutture residenziali sanitarie assistenziali (RSA);
– la predetta deliberazione n. 263 non dà alcuna indicazione relativamente ai cosiddetti “centri diurni”;

DATO ATTO che:
– la riapertura dei Centri diurni per disabili (Cdd) è attesa da tantissime famiglie che hanno avuto enormi difficoltà nel gestire figli e parenti durante il lockdown;
– dopo questo periodo di forzata inattività le persone con disabilità presentano in via generalizzata ancor più bisogni di interventi e tutte le famiglie, letteralmente sfibrate dall’aver dovuto affrontare tale emergenza praticamente facendo affidamento sulle sole proprie energie e risorse, hanno giustamente un’alta aspettativa di ricevere adeguate risposte;
– il Ministero della Salute, con circolare prot. 14314 del 23 aprile 2020, recante “Covid-19: Indicazioni emergenziali per le attività assistenziali e le misure di prevenzione e controllo nei Dipartimenti di salute mentale e nei Servizi di neuropsichiatria infantile dell’infanzia e dell’adolescenza” evidenzia che le persone con problemi di salute mentale, rispetto alla popolazione generale, presentano una maggiore suscettibilità allo stress emotivo scatenato dall’attuale pandemia, con conseguenti ricadute o peggioramento di una condizione di salute mentale già esistente;
– l’unità di crisi dell’Associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale (ANFASS) in data 28 aprile 2020 ha pubblicato delle specifiche “Linee di indirizzo per la ripresa graduale delle attività, servizi e centri a carattere sanitario, sociosanitario e sociale per le persone con disabilità”;
– le linee di indirizzo ANFASS vogliono perseguire i seguenti obiettivi:
1) garantire la massima sicurezza possibile alle persone con disabilità ed ai loro familiari, infondendo così anche sicurezza e ritrovato benessere psicologico;
2) ridefinire un nuovo patto di corresponsabilità tra famiglie, enti gestori e amministrazioni committenti, ridisegnando un nuovo modo di supportare le persone con disabilità;
3) garantire agli operatori, ai professionisti esterni e a tutte le figure di supporto nella presa in carico delle persone con disabilità di poter esplicare tutto il loro sapere tecnico e la loro esperienza e creatività in contesti sicuri, stimolanti e solidali.

RITENUTO che:
– per le persone con disabilità intellettiva e disturbi del neurosviluppo la frequenza dei centri diurni rappresenti spesso un’attività strettamente legata ai processi di abilitazione, rafforzamento delle autonomie e del proprio funzionamento, nonché di sollievo per le famiglie e che tali attività per la loro peculiarità difficilmente possono essere sostituite con attività domiciliari o da remoto;
– le misure indicate nella deliberazione del Commissario straordinario di ATS n. 263 del 17 aprile 2020 sarebbero difficilmente attuabili nei centri diurni;
– sia importante adottare specifici protocolli che riducano al minimo il rischio per la salute delle persone con disabilità e dei loro familiari, nonché degli operatori, e che consentano di riprendere le attività con modalità e contesti condivisi;
– i protocolli debbano necessariamente comprendere:
1) la formazione del personale, dei volontari, delle figure esterne di supporto per la corretta adozione delle misure di prevenzione;
2) la sensibilizzazione e formazione delle persone con disabilità;
3) le misure da adottare per l’uso dei mezzi di trasporto che portano gli utenti dalle loro case ai centri, per la sanificazione delle strutture, per la gestione delle spese per l’acquisto dei Dpi, per organizzare il flusso di utenti che inevitabilmente sarà diverso rispetto a prima;

DATO ATTO che diverse regioni italiane, quali Lombardia, Emilia Romagna e Toscana, hanno già definito specifici protocolli per la ripartenza dei centri diurni per persone con disabilità e stanziato appositi fondi;

RITENUTO che la Regione Sardegna:
– debba mettere al centro della propria azione le persone con disabilità e i loro familiari, per garantire una graduale, efficace e soprattutto sicura ripresa delle attività;
– debba sostenere anche economicamente i gestori dei centri diurni,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

a porre in atto tutte le azioni necessarie per consentire la ripresa delle attività da parte dei centri socio-educativi diurni, di cui all’articolo 18 del decreto del Presidente della Regione 22 luglio 2008, n. 4, per persone con disabilità o con disturbo mentale in particolare a:
1) definire urgentemente degli specifici protocolli ex articolo 8 del DPCM 26 aprile 2020 per la riapertura dei centri;
2) sostenere il ravvio di questi servizi fondamentali destinati alla fascia più debole della popolazione attraverso la concessione di un contributo straordinario per il sostegno dei costi relativi al rispetto delle disposizioni per la prevenzione dal contagio e la tutela della salute degli utenti e degli operatori.

Cagliari, 8 giugno 2020

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