Mozione n. 258

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Mozione n. 258

LAI – COCCO – DERIU sulla necessità di interventi straordinari a difesa e valorizzazione dell’intera filiera suinicola della Sardegna.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
– a seguito dell’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale relativa all’epidemia da Covid-19 dichiarata dall’Organizzazione mondiale della sanità, il Consiglio dei ministri ha emanato la deliberazione con la quale si dichiara, per sei mesi, lo stato di emergenza sul territorio nazionale;
– successivamente, a causa del carattere particolarmente diffusivo dell’epidemia e dell’incremento dei casi sul territorio nazionale, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell’11 marzo 2020, sono state adottate sull’intero territorio nazionale ulteriori misure in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19;
– il Presidente della Regione, in esecuzione delle disposizioni nazionali, ha emanato le ordinanze funzionali al contenimento dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 nel territorio regionale, tra cui vige la chiusura di tutte le attività di ristorazione oltre alla limitazione di accesso ai mercati rionali;

CONSIDERATO che:
– l’emergenza Coronavirus ha avuto effetti devastanti sul comparto suinicolo, che dopo quarant’anni di peste suina e dieci consecutivi di divieto di esportazione delle carni rischia il crollo del volume d’affari;
– oltre il 70 per cento della produzione sarda dei maialetti è, infatti, indirizzato al turismo, settore economico più penalizzato e sul quale la ripresa è la più incerta e lunga di tutti;
– dopo l’embargo sui maiali sardi dovuto alla Peste suina africana, l’emergenza Coronavirus ha bloccato anche la compravendita di maialetti da latte dentro i confini della Sardegna, andando ad incidere negativamente su un settore già fortemente compromesso tanto dalla crisi economica degli ultimi anni quanto delle limitazioni sulla libera circolazione ed esportazione delle carni in conseguenza delle misure applicate per l’eradicazione della Peste suina;

DATO ATTO che:
– la contrazione delle vendite, destinata ad accentuarsi a causa anche dell’assenza totale della cosiddetta stagione turistica, con la chiusura di ristoranti, agriturismi e delle strutture ricettive in conseguenza dei provvedimenti adottati a livello sia nazionale che regionale, avrà certamente gravissime ripercussioni sugli allevamenti sardi del comparto suinicolo;
– la base produttiva è costituita da allevamenti di medio/piccole dimensioni diffusi in tutte le aree rurali dell’isola;
– il crollo dei consumi ha provocato un ribasso del prezzo della carne viva dei suinetti da latte in Sardegna, sino a 3 euro al chilo, esattamente la metà del prezzo rispetto allo scorso anno, che sommato al mancato ritiro delle produzioni, sta determinando perdite economiche considerevoli;
– i capi invenduti stanno causando il sovraffollamento delle stalle, con possibili problemi sanitari e di benessere animale dovuto al numero elevato di presenze in ambienti strutturati per numeri molto inferiori, con il rischio dell’insorgenza di problematiche comportamentali (es: traumatismi) e di patologie condizionate (infezioni sia batteriche che virali). Inoltre, un allentamento delle condizioni ottimali di biosicurezza potrebbe causare un ritorno della tanto combattuta Peste suina africana (PSA) in allevamenti che con investimenti mirati sono riusciti a tenerla lontana in tutti questi anni;

RILEVATO che:
– il crollo delle vendite dei prosciutti e la chiusura delle macellazioni favoriscono le speculazioni del mercato anche su un’altra importante linea del settore, quella dei cosiddetti magroni, colpendola duramente, senza peraltro bloccare l’importazione di circa un milione di cosce dall’estero, provocando un invitabile crollo del prezzo (circa il 40 per cento negli ultimi due mesi) che si sta ripercuotendo anche nel mercato sardo;
– gran parte del bilancio delle aziende è composto dalle spese per mangimi e stante la crisi dovuta all’emergenza in atto, i margini per riprogrammare ed abbassare i costi di gestione sono davvero limitati, con il rischio di mandare in fumo anni di programmazione e compromettere l’allevamento anche delle aziende in salute, che non possono reggere le ingenti perdite subite;
– il quadro dei risultati ottenuti nel contesto di eradicazione della Peste suina africana lascia ben sperare in una definitiva sconfitta della malattia e la fine del blocco delle esportazioni di carni suine e prodotti con suini sardi sembra essere un obiettivo ormai a portata di mano;

RITENUTO necessario avviare misure straordinarie rispetto alla grave crisi che stanno soffrendo i produttori suinicoli sardi, da considerarsi senz’altro uno dei maggiori volani dell’economia agro-pastorale sarda ed adottare con determinazione ed attenzione tutte le più opportune misure al fine di sostenere il settore e dare il necessario aiuto di cui hanno bisogno le famiglie che ruotano attorno allo stesso,

impegna il Presidente della Regione
e l’Assessore regionale dell’agricoltura e riforma agro-pastorale
e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale

a porre in essere tutti gli strumenti che consentano alle aziende del comparto suinicolo di proseguire le proprie attività e a favorirne la ripresa, attraverso i seguenti interventi:
1) sostenere lo sblocco in tutto il territorio nazionale dell’esportazione delle carni suine sarde e dei suoi derivati, quali salumi e prosciutti, verso i quali si registra un notevole interesse da parte delle varie piattaforme della Grande distribuzione organizzata (GDO), per tutte le aziende certificate e indenni da PSA;
2) anticipo di tutti i contributi disponibili, compresi anche quelli riferibili alla Misura 14 del PSR, per supportare i suinicoltori sardi in questo momento di grave emergenza economica;
3) in ambito di sostegno alle aziende, destinare incentivi economici per la salvaguardia del comparto, anche attraverso una linea dedicata del PSR;
4) concedere un contributo a capo, supportando in tal modo la vendita dei suinetti, invogliandone così il consumo su base regionale;
5) ampliare la platea dei beneficiari del premio unico, inserendo anche i suinicoltori in base al numero di capi posseduti.

Cagliari, 13 maggio 2020

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