Interrogazione n. 346/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Interrogazione n. 346/A

AGUS – ZEDDA Massimo – CADDEO – LOI – ORRÙ – PIU – SATTA Gian Franco – STARA, con richiesta di risposta scritta, sulle misure messe in atto nelle strutture sanitarie della Sardegna al fine di minimizzare il rischio di contagio Covid-19 per i pazienti e per il personale degli ospedali.

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I sottoscritti,

premesso che:
– alla data di oggi in Sardegna sono stati riscontrati 38 casi di pazienti positivi al test per individuare la positività al Covid-19;
– tra i casi di positività, un numero elevato e comunque superiore al 30 per cento del totale, ha riguardato medici, operatori sanitari e soccorritori;
– il Ministero della salute ha predisposto delle linee guida, destinate alle direzioni sanitarie degli ospedali, al fine di ridurre il rischio contagio per medici e altri pazienti in cura nell’ospedale attraverso una logistica emergenziale e l’individuazione di percorsi dedicati che, insieme all’uso dei dispositivi individuali di protezione (DPI), può contenere l’insorgenza di eventuali epidemie all’interno delle strutture ospedaliere;
– i percorsi, che sono necessari nei casi in cui si riscontri un sospetto di positività tra i pazienti già ricoverati o tra il personale della struttura, sono tesi a permettere la conduzione del paziente in isolamento o all’esterno della struttura riducendo al minimo la possibilità di diffondere il contagio all’interno dell’ospedale;

considerato che:
– il “Piano strategico per l’attivazione progressiva di strutture di area critica”, approvato l’11 marzo dalla Giunta regionale, prevede una progressiva riorganizzazione degli ospedali dell’Isola e individua, in quella che è stata definita “fase 1”, i primi tre presidii dedicati al trattamento dei pazienti positivi al Covid: l’Ospedale SS Trinità di Cagliari, l’AOU di Sassari e il San Francesco di Nuoro per complessivi 20 posti letto;
– gli altri ospedali dell’Isola non dedicati al trattamento dei pazienti sintomatici positivi al Covid, stando anche alle linee guida del Ministero della salute, al fine di ridurre ogni possibile rischio di contagio ed evitare a monte la possibilità di dover attivare l’isolamento fiduciario per il personale medico e paramedico operante nella struttura, sono comunque tenuti ad attrezzare dei percorsi dedicati al trattamento di eventuali soggetti Covid positivi o sospetti positivi;

evidenziato che:
– tutte le aziende sanitarie della Sardegna nei giorni scorsi hanno segnalato la carenza dei dispositivi individuali di protezione necessari a proteggere il personale ospedaliero;
– le associazioni rappresentative delle categorie più esposte al rischio contagio tra i non ospedalieri (medici di medicina generale, medici di continuità assistenziale, soccorritori del 118, farmacisti) hanno lamentato l’impossibilità di reperire sul mercato i DPI;

sottolineato che:
– l’Ospedale San Francesco di Nuoro, presidio sanitario della Sardegna maggiormente colpito dal Covid-19, nei giorni scorsi ha visto il contagio di un numero elevato di operatori sanitari;
– la diffusione del virus tra il personale medico e paramedico dell’ospedale e la necessità di attivare le procedure di isolamento per gli operatori entrati in contatto con i pazienti Covid-19, in assenza di un’adeguata organizzazione dei percorsi interni all’ospedale, ne ha compromesso la funzionalità;
– si è ancora in attesa del dato complessivo relativo al personale medico del San Francesco positivo al test Covid,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale per sapere:
1) se le direzioni degli ospedali della Sardegna abbiano predisposto i piani dei percorsi destinati a pazienti Covid-19 o sospetti positivi al fine di garantire la massima tutela ai pazienti dell’ospedale e al personale medico e paramedico delle strutture;
2) se esista un controllo e una regia organica rispetto alla predisposizione dei piani dei percorsi e quali siano le intenzioni dell’Assessorato riguardo questo aspetto strategico della prevenzione;
3) se le aziende sanitarie abbiano attivato le procedure di sanificazione degli ambienti necessarie a ridurre i rischi di contagio;
4) quanti dispositivi personali di protezione siano oggi in possesso delle aziende sanitarie e se la centrale di committenza abbia in programma ordinativi di nuovi DPI in grande quantità;
5) se, ai fini di prevenire l’insorgere di nuovi contagi diffusi tra la popolazione, non sia il caso di rendere immediatamente disponibili i DPI alle categorie di lavoratori non ospedalieri o di volontari maggiormente esposte.

Cagliari, 18 marzo 2020

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