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Termovalorizzatore di Tossilo e crisi del comparto le latte vaccino: audizioni in Commissione Agricoltura

La crisi del comparto vaccino e la situazione del termovalorizzatore di Tossilo sono stati al centro della seduta odierna della Commissione “Attività Produttive” del Consiglio regionale.

CRISI COMPARTO VACCINO

Il parlamentino guidato da Piero Maieli (Psd’Az) ha esaminato con attenzione la situazione della cooperativa 3A di Arborea e di tutta la filiera del latte vaccino della piana oristanese attraversata da una crisi senza precedenti. «L’aumento delle materie prime (mangimi e sementi)  e dei costi dell’energia sta mettendo in ginocchio molte aziende – ha spiegato il presidente della 3A di Arborea Remigio Sequi –  nel 2021, su 190 allevamenti consorziati, 22 hanno dovuto chiudere.  I produttori di latte vaccino non riescono più a coprire i costi di produzione». Sequi ha quindi avanzato una richiesta alla Regione: «Serve un ristoro immediato per gli allevatori – ha detto il presidente della 3A – un contributo da 10 milioni di euro per compensare la mancata remunerazione del latte. Se poi si vuole tenere in piedi il sistema Arborea, occorrerebbe pensare a interventi strutturali per abbattere i costi dell’energia diventati ormai insostenibili. In questo caso servirebbero altri 12 milioni di euro per la costruzione di impianti destinati alla produzione di energie rinnovabili». Stessa richiesta da parte dei rappresentanti della cooperativa dei produttori Walter Mureddu e dal dirigente locale di Coldiretti Giancarlo Capraro: «Non avremmo mai pensato di dover chiedere un sostegno alla Regione – ha detto Capraro – ma la situazione è davvero grave. Arborea è sempre stata considerato un’isola felice, adesso però gli allevatori sono in grandissima difficoltà». Crisi dovuta alla mancata remunerazione del prezzo del latte oggi pagato a circa 38 centesimi al litro: «Ne mancano 8 – ha detto il direttore di Coldiretti Luca Saba – lo certifica l’ultimo rapporto Ismea secondo cui la produzione di un litro di latte ha raggiunto i 46 centesimi a litro. Senza contare il gap infrastrutturale delle aziende sarde rispetto a quelle della penisola». Secondo il direttore regionale di Copagri Pietro Tandeddu un canale di finanziamento potrebbe essere ricercato nelle pieghe dei provvedimenti statali. Tra questi il recente decreto per l’abbattimento dei costi dell’energia e il recupero dei fondi promessi dal Governo per la compensazione del calo del prezzo del latte: «Ma si potrebbe pensare anche ad altre soluzioni – ha aggiunto Tandeddu – per esempio l’abbattimento dell’Irap per le aziende zootecniche o l’apertura di un tavolo con la grande distribuzione per strappare un prezzo migliore del latte vaccino». Secondo il presidente di Confagricoltura Paolo Mele occorre agire in fretta: «Senza un aiuto pubblico tra due o tre mesi le aziende chiuderanno  – ha detto Mele – non si può più aspettare». La commissione all’unanimità ha condiviso le preoccupazioni del mondo produttivo e ragionato su una soluzione possibile. Diverse le proposte in campo, la più percorribile sembra essere quella di uno stanziamento ad hoc per il comparto. Se fatto entro il 30 giugno – hanno fatto notare diversi consiglieri – potrebbe rientrare tra i provvedimenti urgenti per arginare gli effetti negativi della pandemia. In questo caso non si correrebbe di incorrere in una procedura di infrazione per la violazione delle norme europee sulla concorrenza. L’altra strada è quella del contributo de minimis ma, in questo caso, i tempi di erogazione si allungherebbero. «Nelle prossime ore verificheremo se sarà possibile trovare le risorse già in questa manovra finanziaria o se invece dovremo aspettare il prossimo provvedimento “omnibus” – ha detto il presidente della Commissione Piero Maieli. Il problema, comunque, deve essere affrontato e risolto. La Sardegna non può permettersi di mandare in crisi un comparto trainante come il sistema Arborea». Disponibilità a trovare una soluzione è arrivata anche dall’assessore Gabriella Murgia: «Il presidente Solinas ci sta lavorando – ha detto l’esponente della Giunta – bisogna però capire dove andare a prendere le risorse».

 

TOSSILO  

Sulla situazione del Consorzio Industriale di Tossilo, la Commissione ha sentito il commissario liquidatore Marco Naseddu: «La procedura di liquidazione del Consorzio Zir sta per arrivare a conclusione – ha detto Naseddu – siamo pronti a trasferire le nuove competenze alla nuova società che sarà costituita dai comuni di Macomer e Borore. C’è però un ostacolo che impedisce di chiuderla: i debiti della Tossilo Spa, società partecipata per il 91% dal nostro Consorzio che ammontano a 4,8 milioni di euro. Noi non abbiamo le risorse per coprirli». Situazione debitoria confermata dal presidente di Tossilo Spa Antonio Delitala: «Il termovalorizzatore di Tossilo sta per essere ultimato. E’ un punto fondamentale per la gestione dei rifiuti in Sardegna. Produrrà inoltre 7 Mgw di energia elettrica in grado di soddisfare il fabbisogno di 10mila famiglie. La Regione potrebbe coprire il debito che Tossilo restituirà spalmandolo nel bilancio dei prossimi anni. Occorre trovare una soluzione, in ballo c’è anche il futuro di 30 lavoratori». E proprio il prestito ponte è una delle soluzioni prospettate nel corso della mattinata. L’assessore all’industria Anita Pili ha chiarito che occorre individuare uno specifico capitolo di bilancio: «Attualmente non ci sono risorse – ha spiegato – serve una norma specifica. La Regione è interessata a trovare una soluzione per consentire al termovalorizzatore finanziato con 50 milioni di euro di entrare finalmente in funzione». Giudizio condiviso dall’assessore all’Ambiente Gianni Lampis: «Tossilo ha un’importanza strategica per la gestione dei rifiuti del Nord Sardegna – ha detto – senza questo impianto il sistema di smaltimento entra in crisi. Lo abbiamo sperimentato la scorsa estate a Olbia. La Regione ha fatto un grande investimento per il termovalorizzatore. L’entrata in funzione è prevista nel prossimo mese di aprile». Una soluzione per i lavoratori è stata invece assicurata dall’assessore al Lavoro Alessandra Zedda: «Possiamo ricorrere alla stessa procedura utilizzata con i lavoratori del Tecnocasic – ha detto Zedda – i dipendenti di Tossilo, in attesa di chiudere la partita, andrebbero temporaneamente a lavorare per gli enti locali per poi fare ritorno alla loro azienda».

Nel pomeriggio la Commissione ha infine sentito il sindaco di Illorai e gli amministratori comunali di Arbus.

Il primo ha illustrato alla Commissione il progetto “Montes” con il quale il Comune del Goceano chiede alla Regione la cessione di alcuni immobili presenti nel proprio territorio nelle aree attualmente in mano ad Agris. Sul patrimonio boschivo, il Comune chiede invece che la gestione passi in capo a Forestas con l’assunzione di nuova forza lavoro.

Il vicesindaco di Arbus Paolo Salis ha invece illustrato la situazione venutasi a creare nel suo Comune dove Igea ha messo a bando i fondi rustici di sua proprietà. Dal bando sono rimaste escluse le famiglie che per oltre 50 anni, in quei terreni, hanno svolto attività agropastorali. Il vicesindaco, a nome di tutta l’amministrazione, ha espresso forti perplessità sulla procedura adottata chiedendo alla Commissione un approfondimento della questione di concerto con la Giunta regionale.

Su entrambe le richieste la Commissione ha deciso di avviare un approfondimento già dai prossimi giorni.

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