Seduta congiunta Consiglio-Cal. Il saluto del Presidente Pais

Colleghe, colleghi, Presidente e componenti del Consiglio delle Autonomie locali della Sardegna,

ho l’onore di aprire la prima seduta congiunta Consiglio regionale – CAL di questa legislatura. La fase di avvio e la pandemia, infatti, negli anni passati, non hanno consentito di celebrare questo importante momento. Le misure adottate al fine di impedire i contagi e la necessità di assumere decisioni immediate per far fronte all’emergenza, hanno impedito (e ancora oggi, in parte, impediscono), di utilizzare nel modo più adeguato quegli strumenti democratici concepiti per rendere i processi decisionali il più possibile inclusivi.

Come è ben noto, la Legge regionale 17 gennaio 2005, n. 1 prevede all’art. 10 che “il Consiglio regionale ed il Consiglio delle autonomie locali si riuniscano annualmente in seduta congiunta, prima dell’approvazione del bilancio della Regione, per un esame dello stato del sistema delle autonomie in Sardegna”.

Una modalità di raccordo, prevista dalla legge, al fine di incentivare un confronto collaborativo e serrato tra i due Organi.

In un momento di profonda crisi, come è quello che stiamo attraversando, la classe politica, e in particolare chi, al suo interno, ricopre incarichi di governo e rappresentanza, è chiamata a svolgere la propria funzione con forte senso di responsabilità per affrontare, con la giusta determinazione e autorevolezza, il momento di grande difficoltà sanitaria, economica e sociale. Mai come in questo periodo la comunanza di intenti e la forte coesione devono costituire il denominatore comune nel rapporto tra le istituzioni che concorrono a regolare la vita pubblica: in particolare, nell’ambito della nostra Isola, il Consiglio Regionale, il Presidente della Regione, la sua Giunta e il Consiglio delle Autonomie Locali, quale organo di rappresentanza istituzionale degli enti locali della Sardegna. Per questo motivo ritengo che, per la valenza straordinaria dei tempi che stiamo vivendo, la produzione legislativa, ancor più nella fase attuale, debba essere preceduta da una adeguata sinergia tra i diversi livelli di governo: il rilancio sociale e produttivo dell’Isola, mediante l’utilizzo delle risorse a disposizione, deve partire dall’ascolto di tutti gli interlocutori preposti a governare i territori che la compongono. Questo pomeriggio entra in Aula il disegno di legge di stabilità regionale e gli altri documenti che compongono la manovra. Questi atti costituiranno un ulteriore banco di prova per dare risposte adeguate, in tempi di crisi, alle attese della società, alle attese dei sardi ma anche dei comuni da voi oggi rappresentati.  La pandemia oltre a creare lutti, ha generato una nuova società nella quale sono stati ridisegnati bisogni, necessità, stili di vita, priorità. Dal 2019 a oggi sono cambiati molti aspetti, lo stesso concetto di “futuro”. Soprattutto i giovani, devastati dal “distanziamento sociale”, hanno maturato un approccio diverso che rischia di intaccare la loro capacità progettuale, la loro voglia di investire nel futuro. Credo sia prioritario, anche in favore dei più giovani, come delle categorie più fragili, impegnare gli Organi di governo regionale, con l’incisivo apporto del Consiglio delle Autonomie locali, nella progettazione e nello sviluppo di azioni mirate, calibrate sulle esigenze delle singole realtà territoriali, autorevolmente “presidiate” dai nostri sindaci, per ripartire nella costruzione di un Sistema Sardegna improntato sulla interazione tra i diversi livelli di governo. Da questo punto di vista il disegno di legge di stabilità presenta già forti segnali forti che inducono a sperare che il periodo più difficile dell’emergenza sia passato e che ci si avvii ad inaugurare una nuova stagione progettuale di più ampio respiro. Plaudo, ad esempio, all’incremento dell’importo complessivo del Fondo unico per gli enti locali e a tutte le iniziative messe in campo a favore dei 377 comuni della nostra Isola, soprattutto quelle finalizzate ad evitare la piaga dello spopolamento e a supportare i comuni nella progettazione delle opere pubbliche. Anche se, come evidenziato inizialmente, non è stato possibile, fino ad oggi, realizzare l’annuale appuntamento congiunto, l’apporto del Cal non è mai mancato in questi anni difficili: le osservazioni e i differenti punti di vista che l’Organo ha sempre fatto pervenire al Consiglio, costituiscono uno stimolo che incrementa la dialettica istituzionale arricchendo i processi di decisione della politica. Sono sicuro che questo apporto proseguirà anche con il nuovo Cal il cui rinnovo è previsto tra qualche giorno: una nuova Assise che ci affiancherà anche sui grandi temi, primo fra tutti il pieno riconoscimento della condizione di insularità a livello costituzionale che è in dirittura d’arrivo.

Vi ringrazio e auguro al Consiglio e al CAL un buon lavoro

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