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Resoconto della seduta n. 187 del 01/02/2022

Bozza provvisoria

CLXXXVII SEDUTA

(ANTIMERIDIANA)

Martedì 1 febbraio 2022

Presidenza del Presidente Michele PAIS e del Presidente del Consiglio delle autonomie locali Andrea SODDU

La seduta è aperta alle ore 11 e 41.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Sara Canu, Diego Loi, Cesare Moriconi e Aldo Salaris hanno chiesto congedo per la seduta del 1 febbraio 2022.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Seduta congiunta del Consiglio regionale con il Consiglio delle autonomie locali sullo stato del sistema delle autonomie in Sardegna (articolo 10 della legge regionale del 17 gennaio 2005, n. 1)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la seduta, che come sapete è la seduta congiunta, ai sensi dell'articolo 10 della legge regionale 1 del 2005, sullo stato delle Autonomie in Sardegna.

Colleghe, colleghi, Presidente e componenti del Consiglio delle Autonomie locali della Sardegna, ho l'onore di aprire la prima seduta congiunta Consiglio regionale-CAL di questa legislatura, la fase di avvio e la pandemia, infatti, negli anni passati non hanno consentito di celebrare questo importante momento. Le misure adottate al fine di impedire i contagi e la necessità di assumere decisioni immediate per far fronte all'emergenza hanno impedito, e ancora oggi in parte impediscono, di utilizzare nel modo più adeguato quegli strumenti democratici concepiti per rendere i processi decisionali il più possibile inclusivi. Come ben noto, infatti, la legge regionale del 17 gennaio 2005 numero 1 prevede all'articolo 10 che il Consiglio regionale e il Consiglio delle Autonomie locali si riuniscano annualmente in seduta congiunta, prima dell'approvazione del bilancio della Regione, per un esame dello stato del sistema delle Autonomie locali in Sardegna. Una modalità quindi di raccordo prevista dalla legge, al fine di incentivare un confronto collaborativo e serrato tra i due organi. In un momento di profonda crisi come quello che stiamo attraversando la classe politica, e in particolare chi al suo interno ricopre incarichi di governo e rappresentanza, è chiamata a svolgere la propria funzione con forte senso di responsabilità per affrontare con la giusta determinazione e autorevolezza il momento di grande difficoltà sanitaria, economica e sociale. Ma anche in questo periodo la comunanza di intenti e la forte coesione devono costituire il denominatore comune nel rapporto tra le istituzioni che concorrono a regolare la vita pubblica, in particolare nell'ambito della nostra isola: il Consiglio regionale, il Presidente della Regione, la sua Giunta e il Consiglio delle Autonomie locali, quale organo di rappresentanza istituzionale degli enti locali della Sardegna. Per questo motivo ritengo che per la valenza straordinaria dei tempi che stiamo vivendo la produzione legislativa, ancor più nella fase attuale, debba essere preceduta da un'adeguata sinergia tra i diversi livelli di governo. Il rilancio sociale e produttivo dell'isola, mediante l'utilizzo delle risorse a disposizione, deve partire dall'ascolto di tutti gli interlocutori predisposti a governare i territori che la compongono. Questo pomeriggio entra in Aula il disegno di legge di stabilità regionale e gli altri documenti che compongono la manovra. Questi atti costituiranno un ulteriore banco di prova per dare risposte adeguate in tempo di crisi alle attese della società, alle attese dei sardi, ma anche dei Comuni oggi da voi rappresentati. La pandemia oltre che creare lutti ha generato una nuova società nella quale sono stati ridisegnati bisogni, necessità, stili di vita e priorità. Dal 2019 a oggi sono cambiati molti aspetti, devastati dal distanziamento sociale, e soprattutto i giovani, che hanno maturato un approccio diverso che rischia di intaccare la loro capacità progettuale, la loro voglia di investire nel futuro. Credo sia prioritario quindi, anche in favore dei più giovani, come delle categorie più fragili, impegnare gli organi di governo regionale con l'incisivo apporto del Consiglio delle Autonomie locali nella progettazione e lo sviluppo di azioni mirate, calibrate sulle esigenze delle singole realtà territoriali, autorevolmente presidiate dai nostri Comuni, dai nostri sindaci, per ripartire nella costruzione di un sistema Sardegna improntato sulla interazione tra i diversi livelli di Governo. Da questo punto di vista il disegno di legge di stabilità presenta già forti segnali che inducono a sperare che il periodo più difficile dell'emergenza sia passato e chi ci si avvii a inaugurare una nuova stagione progettuale di più ampio respiro. Plaudo, ad esempio, all'incremento dell'importo complessivo del fondo unico per gli enti locali e a tutte le iniziative messe in campo a favore dei 377 Comuni della nostra isola, soprattutto quelle finalizzate a evitare la piaga dello spopolamento e a supportare i Comuni nella progettazione delle opere pubbliche. Anche se, come evidenziato inizialmente, non è stato possibile fino a oggi realizzare l'annuale appuntamento congiunto, l'apporto del CAL non è mai mancato in questi anni. Le osservazioni e i differenti punti di vista che l'organo ha sempre fatto pervenire al Consiglio costituiscono e hanno costituito uno stimolo che incrementa la dialettica istituzionale, arricchendo i processi di decisione della politica. Sono sicuro che questo apporto proseguirà anche con il nuovo CAL, il cui rinnovo è previsto solo tra qualche giorno. Una nuova assise che ci affiancherà anche sui grandi temi, primo fra tutti quello dell'insularità, condizione necessaria per la nostra Isola.

Vi ringrazio e auguro al Consiglio e al CAL un buon lavoro.

A questo modo do la parola al Presidente del CAL, a cui seguiranno gli interventi da parte dei Sindaci, sulla base delle prenotazioni che sono pervenute, dopodiché interverranno i rappresentanti dei Gruppi politici presenti in Consiglio e concluderà l'Assessore in rappresentanza del Presidente.

Ha facoltà di parlare Andrea Soddu, Presidente del CAL.

SODDU ANDREA, Presidente del CAL. Grazie Presidente, buongiorno a tutti. Buongiorno al Vicepresidente della Regione, all'Assessore agli enti locali, a tutti i Consiglieri regionali qui presenti e ai Sindaci del Consiglio delle Autonomie locali. Come ha detto il Presidente del Consiglio regionale oggi è una giornata speciale da un certo punto di vista, perché è la prima volta che davanti e insieme al nuovo Consiglio regionale, uscito dalle elezioni del 2019, si celebra la seduta congiunta prevista dalla legge istitutiva del CAL, e ciò accade indubbiamente perché in questi anni purtroppo la vita ci ha messo davanti a una cosa che magari nessuno di noi immaginava, una vera e propria guerra contro la pandemia che ha limitato le libertà personali, economiche, sociali e le relazioni, anche politiche. Per cui è con vivo piacere che noi del Consiglio delle Autonomie locali presenziamo a questa seduta congiunta, in occasione dell'ingresso in Aula oggi stesso del disegno di legge finanziaria, di stabilità, della Regione Sardegna. E vogliamo subito iniziare a dire che questo disegno di legge, sul bilancio della Regione Sardegna, è in alcuni suoi aspetti anche fondamentali, dal nostro punto di vista, frutto delle interlocuzioni che sono avvenute negli anni scorsi, prima della pandemia, con l'Assessore regionale alla programmazione, l'onorevole Fasolino, al quale rappresentammo tante esigenze, tra le quali ad esempio quella inerente la necessità di istituire un fondo rotativo per la progettazione dei comuni, che in effetti è presente nella proposta con misure anche importanti rispetto a quello che hanno fatto altre regioni, oppure le esigenze inerenti lo spopolamento e la denatalità che sono i temi cruciali, fondamentali, del nostro vivere futuro e del nostro vivere presente, specialmente in Sardegna e specialmente nelle zone collinari interne e montuose. E in relazione al quale, nel disegno di legge proposto dalla Giunta, c'è una misura importante, sicuramente migliorabile, da migliorare all'interno del dibattito del Consiglio regionale, da migliorare nella attuazione concreta che si vorrà dare, però ci sono dei segnali incoraggianti. Contemporaneamente ci sono delle questioni aperte non con questo Consiglio regionale, ma già col precedente con la precedente Giunta, e mi fa piacere che ci sia l'Assessore agli enti Locali con il quale ogni tanto abbiamo parlato di questo argomento, che è quello ad esempio del adeguamento dell'entità del fondo unico rispetto alla previsione legislativa che ha istituito quel fondo. E cioè nella previsione legislativa si diceva "il fondo unico deve essere aumentato all'aumento delle entrate non vincolate della Regione Sardegna", l'aumento delle entrate non vincolate della Regione Sardegna c'è stato, ma non c'è stato un adeguamento del fondo unico. E il CAL e l'ANCI hanno più volte richiesto ai competenti assessorati di istituire un tavolo di discussione, che purtroppo per questi due anni non si è potuto svolgere per evidenti ragioni, e quindi ci auspichiamo che nel più breve tempo possibile ci si possa risiedere intorno a un tavolo e vedere effettivamente come stanno queste partite, passatemi il termine, di credito da parte delle Autonomie locali nei confronti della Regione. Ma questo lo dico, perché? Perché è chiaro che tutti dobbiamo essere impegnati, indipendentemente dai ruoli di amministratori locali o di amministratori regionali, in una visione nuova della Regione, in una visione nuova della nostra Sardegna, dove dobbiamo investire per creare un equilibrio tra le Istituzioni territoriali e l'istituzione Regione. E questo non può che passare non solo per un riordinamento delle Autonomie locali, che ha come vediamo purtroppo alterne vicende e alterne fortune, ma deve passare per un ragionamento forte, un ragionamento complessivo sul ruolo della Regione nel nostro ordinamento e sul ruolo della Regione nella società sarda. E cioè da tempo, diciamo dalla creazione del Consiglio delle autonomie locali, il Consiglio delle Autonomie locali ha sempre predicato questo, che la Regione deve diventare un ente di indirizzo programmazione e controllo, dove il Consiglio regionale deve essere destinato a elaborare le leggi, le visioni del futuro in maniera alta e autorevole, e non si deve occupare della gestione della spesa e della spesa corrente, questo lo devono fare gli uffici, ma soprattutto lo devono fare i Comuni e le autonomie locali, con degli ambiti ottimali che evidentemente dobbiamo sederci intorno a un tavolo, anche qui, e studiare quali possano essere, perché altrimenti lo sviluppo della nostra Isola, proprio su questo fatto della mancata realizzazione della Regione come un ente di indirizzo programmazione e controllo, e non di gestione, ci blocca inesorabilmente e non possiamo dare quelle risposte dal punto di vista pubblico, che invece la Sardegna si attende. Per cui io voglio salutarvi e non vi voglio tediare oltre, ma lancio un appello da questa sede, e l'appello è che fra poco, come ha detto l'onorevole Pais, ci sarà il nuovo Consiglio delle autonomie locali, ecco, facciamo che tutti noi, Consiglio delle Autonomie locali nella sua rinnovata veste e Consiglio regionale, anche in questi due anni di legislatura che mancano, ci impegniamo per tirarne fuori un progetto corale che veda la partecipazione di tutte le forze politiche, di tutte le forze sindacali e di tutti i livelli di amministrazione per studiare un modello diverso di Regione, perché indipendentemente da chi governa ci sono delle cose che non vanno bene e sulle quali siamo sempre in tempo per intervenire. Per cui con questo appello vi saluto con affetto e auguro a tutti buon lavoro.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la Sindaca di Fonni.

FALCONI DANIELA, Sindaca di Fonni. Buongiorno Presidente del Consiglio, Vicepresidente della Giunta, Assessore, onorevoli consiglieri e consigliere, carissime colleghe Sindache e colleghi Sindaci, questa è la quarta seduta congiunta alla quale partecipo da rappresentante del Consiglio delle Autonomie locali, la prima del mio secondo mandato da Sindaco che si è rinnovato ottobre, ma è anche la prima con questa Amministrazione regionale. Negli scorsi due anni - è stato già detto - non è stato ovviamente possibile incontrarci per i motivi che ben sappiamo, indipendenti dalle nostre reciproche volontà, ma l'importante è comunque essere qui oggi.

L'ultima seduta congiunta si è tenuta in quest'Aula nel dicembre del 2018, più di tre anni fa, sembra passata un'epoca da allora, soprattutto per ciò che ognuno di noi, dentro e fuori le istituzioni, ha attraversato durante questi lunghissimi anni di pandemia di cui ancora si stenta a vederne la fine; sembra passata un'epoca per i problemi e per i cambiamenti profondi, alcuni dei quali li vedremo solo nei prossimi anni, che sono intervenuti nella nostra società. Arriviamo a questa seduta alla vigilia dell'ingresso in Aula della manovra finanziaria, e il mio auspicio, ed è anche il motivo per cui ritengo la giornata di oggi non solo un semplice adempimento, è che da questo confronto si possa partire per garantire il miglior utilizzo possibile delle risorse e per definire le migliori politiche per i nostri concittadini.

Sono convinta, e non me ne voglia nessuno, che il Comune, l'ente che mi onoro di rappresentare, sia il più grande osservatorio privilegiato sulla vita delle persone; un osservatorio che ti permette, non solo di vedere e di ascoltare, ma soprattutto di toccare con mano ogni singolo dolore ed ogni singola gioia delle persone. Dico questo perché sono fortemente preoccupata per ciò che sono diventate le nostre comunità a seguito di questi anni, dico questo perché vedo ogni giorno cosa sta succedendo alle nostre imprese, alle famiglie dei miei concittadini, ai nostri bambini, ai nostri ragazzi. Ecco perché la giornata di oggi vorrei diventasse un momento per trovare tutti insieme tutta la forza possibile per risollevarci non solo dai problemi economici e sociali ma anche da una forma di depressione collettiva e di "incattivimento post-pandemico". Servono certamente aiuti, incentivi, politiche, interventi, ma serve anche una politica della cura e della gentilezza, verso chiunque e verso chi abita le zone marginali e periferiche; una politica dell'attenzione verso chi ha vissuto il lochdown dall'altezza e dalla solitudine di una montagna, di paesi che hanno visto ridotte le occasioni di socialità. Serve un nuovo umanesimo che abbia cura dei bambini e degli anziani, dei fragili e degli abbandonati, tutte queste esigenze io spero si riescano ad intercettare e ragionare in quest'aula quando, tra poche ore, si parlerà della nuova finanziaria regionale. Serve in buona sostanza - ed è questo un mio appello a tutto il Consiglio regionale ed alla Giunta - un deciso cambio di passo, un cambio di passo in cui le risorse, che pare non saranno un problema nei prossimi anni, diventino un mezzo e non un fine; le risorse che arriveranno ai nostri concittadini, alle nostre imprese, ai nostri Comuni, non solo da questa finanziaria ma dal PNRR, dalla nuova progettazione europea, possono essere un mezzo di costruzione di nuove politiche di sviluppo solo ed esclusivamente se non vengono disperse in interventi frammentati e senza una visione di lungo respiro.

L'appello che mi sento di fare a quest'Aula è questo: prima di votare qualsivoglia provvedimento, se ne studino a fondo le ricadute economiche e sociali su ogni territorio e su ogni cittadino, magari confrontandosi proprio con quei territori e con quei cittadini in maniera costruttiva.

In un mio recente intervento al Quirinale, davanti al Presidente della Repubblica e a diversi Ministri presenti, io ho giudicato estremamente miope da parte del Governo italiano non aver definito attraverso il PNRR una misura quadro sui paesi, sulle aree interne e sulle aree montane, di contrasto vero allo spopolamento, alla desertificazione umana, civile ed economica. Avere spezzettato (ce ne stiamo accorgendo in questi giorni nei nostri Comuni) in troppe misure ed interventi le politiche territoriali non dà il senso di uno sforzo corale che ci dovrebbe guidare tutti verso un obiettivo che - come detto - non è solo di chi abita in montagna o in un paese ma deve essere di tutti, da quell'intervento però è nata una grande opportunità per la nostra Isola, siamo riusciti infatti ad aprire un tavolo permanente con il Ministero per il sud per la coesione territoriale, e grazie e insieme alla Regione - e qui voglio ringraziare pubblicamente l'assessore Fasolino per essersi accompagnato a noi - ci ha consentito di ragionare su una "questione Sardegna" assieme allo Stato italiano, una vertenza in cui mettiamo al centro non solo un grande piano delle infrastrutture ma soprattutto un grande piano di lotta allo spopolamento attraverso interventi, riforme e azioni corali. Con questo stesso spirito, noi Sindaci abbiamo ragionato durante l'insediamento della cabina di regia regionale per il PNRR di qualche giorno fa; abbiamo fatto questi passi non mettendoci in contrapposizione ma anzi con spirito di collaborazione, di quella sussidiarietà che dovrebbe essere alla base di tutti i rapporti istituzionali. In Sardegna abbiamo un grande esempio di collaborazione tra Regione ed enti locali, sto parlando della progettazione territoriale, un sistema sicuramente migliorabile in diversi aspetti ma che è l'unico sistema che consente ai territori e alla Regione di dialogare intorno a progetti di sviluppo, mettendo insieme le esigenze e i problemi per trovare insieme le soluzioni. Ecco, io vorrei che questo stesso spirito che tra i Comuni, dal più piccolo al più grande, già esiste diventasse guida anche per il Consiglio regionale. Non esiste contrapposizione tra città e paesi, ma nemmeno tra Regioni e Comuni, se la collaborazione e il confronto costante diventano un modo di agire tra istituzioni democratiche, ecco perché ribadisco che, anziché continuare verso la logica dei bandi, dove vince il più ricco e il più veloce, o peggio verso la logica degli interventi puntuali, sarebbe auspicabile che la Regione al più presto riveda se stessa ed entri nella logica che il dialogo serrato con i territori è l'unica via percorribile, come abbiamo fatto per la progettazione territoriale e per tantissimi altri progetti. Questo esempio cos'è se non un esempio di costruzione di federalismo interno, che tanto sarebbe auspicabile e di cui tanto parliamo come Regione a Statuto speciale?

Io chiudo il mio intervento esattamente come ho fatto quattro anni fa, citando Giovanni Lilliu, che è cittadino onorario del mio paese, di Fonni, il quale diceva spesso durante i suoi interventi che sarebbe stato utile ogni tanto prendere il palazzo della Regione e girarlo al contrario, in modo che non guardi solo il mare come se stesse aspettando sempre che arrivi qualcuno che ci risolve i problemi, ma girarlo affinché guardi anche verso l'interno, intendendo per interno il guardare non solo dentro se stessi ma verso tutti quei paesi che costituiscono la spina dorsale della Sardegna. Grazie.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la sindaca di Buggerru.

CAPPELLI LAURA, Sindaca di Buggerru. Signor Presidente, onorevoli Assessori e consiglieri, colleghi Sindaci, sono ormai trascorsi tre anni da quando le Autonomie locali hanno avuto la possibilità in quest'Aula di confrontarsi con la Giunta regionale. La pandemia purtroppo ha fatto sì che gran parte delle risorse, finanziarie e non, venissero impiegate nella gestione dell'emergenza.

Allora come oggi mi piace focalizzare l'attenzione sulla necessità dei Comuni sardi nel dare risposte concrete alle comunità locali, essendo costretti a governare il proprio territorio con le limitazioni imposte dalle norme transitorie. Purtroppo i nostri Comuni, che da decenni assistono inermi all'aggravarsi di uno scenario di crisi generalizzata che sta di fatto trasformando il territorio sardo, soprattutto negli ambiti dell'interno, attendono la nuova legge urbanistica, nell'attesa ci si auspica che questa diventi l'occasione per tutti gli enti locali di un nuovo sviluppo che, traducendosi in una certa, sicura ma anche flessibile attività di pianificazione locale che consenta la gestione autonoma del proprio territorio, possa essere in grado di creare le condizioni per lo sviluppo economico della propria comunità, e che, con celerità, possa adeguarsi alle occasioni offerte dal mutare degli scenari locali, nazionali ed europei. Le aspettative sono quelle di un processo di semplificazione della procedura di adeguamento dei Piani urbanistici al Piano paesaggistico regionale; da Sindaci, l'auspicio è che il ruolo di centralità dei Comuni venga riaffermato, in quanto ai Comuni sardi, ai Comuni in generale, spetta la prerogativa di soggetti attuatori della pianificazione e gestione del proprio territorio. La Regione deve prendere coscienza che il primo soggetto da riformare in questo ambito è essa stessa, semplificando le varie funzioni coinvolte nel processo decisionale, individuando nel processo autorizzativo un unico interlocutore per quanto di competenza, costituendo un'unica regìa all'interno dell'Assessorato competente. Spesso infatti la Regione con i suoi svariati, e spesso non coordinati, organi competenti in materia di pianificazione e valutazione ambientale preposti alla tutela del paesaggio valutano e indirizzano l'attività pianificatoria dell'ente locale in tempi estremamente dilatati. La Regione, se realmente confida nella necessità dell'adeguamento delle pianificazioni alla nuova disciplina del territorio per un nuovo sviluppo locale, dovrebbe investire adeguate risorse per sostenere l'attività dei Comuni, dotandoli delle necessarie coperture che possano garantire la certezza di poter svolgere il ruolo attribuitogli.

Sul tema dello sviluppo sostenibile per le comunità locali finora è mancata la visione su quale dovesse essere il futuro dei territori sardi e delle comunità sarde che vi opereranno nei prossimi decenni; i soli principi di tutela e contenimento dell'uso dei suoli, è stato constatato negli ultimi anni, non possono essere l'unica risposta; è necessario prendere coscienza che la nostra Isola non è un unico ed omogeneo territorio e non va trattato come tale, prescindendo dalle reali e specifiche situazioni che da nord a sud peculiarizzano e differenziano il territorio sardo e che, conseguentemente, hanno invece necessità di un differente e distinto approccio alla disciplina del loro territorio. La Sardegna non è solo costa ma è anche, e soprattutto, territorio interno, che ha esigenze e problematiche spesso opposte a quelle degli ambiti costieri, ma anche gli stessi territori costieri tra loro si trovano in condizioni di crescita molto diverse, di cui è necessario tenere conto. Sia chiaro, non vogliamo che l'Isola si trasformi nella Riviera adriatica, e ci rendiamo conto che il "concetto Costa Smeralda" non possa essere applicato in tutta la Sardegna, però non si può pensare a vincoli uguali per modelli di sviluppo delle coste che sono diversi. La Sardegna non può e non deve diventare solo una cartolina, un bene da contemplare; l'idea di consegnare alle generazioni future una Sardegna così come l'abbiamo ereditata è un'idea sbagliata, l'ambiente va tutelato e non consumato ma nello stesso tempo reso fruibile, solo così diventa un valore sul quale creare lavoro e sviluppo. Parallelamente i territori rurali, che costituiscono la quasi totalità del territorio sardo, sono normati con le medesime regole, senza tenere conto della specificità del mondo agricolo tradizionale locale, inoltre se negli ambiti prossimi alle città o ai Comuni cosiddetti costieri è comprensibile che debba essere posto un limite all'antropizzazione incontrollata delle campagne, in altre parti del territorio sardo la presenza dell'uomo è l'unica reale garanzia di presidio del territorio e rappresenta un deterrente all'abbandono delle campagne. Finora prevalgono gli aspetti, principalmente per le fasce costiere, della salvaguardia dell'ambiente e della limitazione del consumo del suolo e della riqualificazione dell'esistente, ma non si affronta la principale problematica ambientale della Sardegna che è lo spopolamento della zona interna, con il conseguente reale danno sull'ambiente storico, culturale e paesaggistico che la morte di una così ampia porzione della nostra Regione decreta.

Chiudo questa mia breve analisi, che ha esclusivamente un ruolo propositivo, con l'auspicio che sia veramente giunto il momento di prendere in mano un tema così tanto importante per lo sviluppo della nostra Sardegna.

PRESIDENTE. Chiede di intervenire l'assessore Sanna, ovviamente non in sostituzione dell'intervento assegnato al Presidente che verrà svolto dalla Vicepresidente onorevole Zedda, perché poi ha una riunione che non può essere procrastinata.

Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.

SANNA QUIRICO, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Saluto il Consiglio regionale e soprattutto i rappresentanti del Consiglio delle Autonomie locali, con cui spesso ho possibilità di interloquire. Mi ha fatto piacere intanto sentire gli interventi di due autorevoli rappresentanti del Consiglio delle Autonomie locali, e quando sento parlare di attenzione per la montagna e per l'interno, voi sapete, perché abbiamo avuto modo spesso di poterci confrontare, sapete la mia e la nostra sensibilità nei confronti di quello che io ritengo il vero valore di quest'Isola. La pianificazione è importante, è determinante; oggi, alla luce di ciò che è anche accaduto a seguito delle sentenze della Corte costituzionale, è ovvio che bisogna rivedere… non è un caso che io oggi debba assentarmi, perché ho convocato le Sovrintendenze proprio per aprire un confronto leale e collaborativo in modo da poter iniziare una pianificazione con una visione che sia unitaria e globale di tutte le parti interessate, e ritengo che un elemento basilare siano i Comuni, siano quelli che sono in prima linea, i Sindaci, quelli che per primi fungono da filtro e sono i veri rappresentanti di quei territori. Io ho iniziato con voi un percorso di confronto e ritengo che questo confronto deve essere più serrato, ovviamente la situazione pandemica ha limitato anche diversi incontri programmati in loco; spero di poter riprendere presto e poter visitare le comunità e avere un confronto in loco con le comunità. Dobbiamo fare tutti uno sforzo unitario, dobbiamo tutti dotarci di Piani urbanistici comunali perchè oggi più che mai è un'esigenza imprescindibile: senza una pianificazione nelle nostre amministrazioni non possiamo programmare, non possiamo delineare un futuro. Si sono fatti passi avanti, oggi diversi Comuni costieri, pensate ad Aglientu, a Loiri Porto San Paolo, a Golfo Aranci, Comuni che in questi ultimi due anni hanno adottato il Piano urbanistico comunale, con grande difficoltà, con grandi sacrifici però oggi sono dotati di quello strumento che gli consente di poter pianificare e di poter programmare il futuro di quelle comunità. Il Piano urbanistico comunale significa poter superare anche diverse criticità dovute alle norme che limitano chi non è dotato del Piano urbanistico comunale, quindi bisogna incentivare, e la Regione sta facendo uno sforzo immane su questo, anche con la stessa finanziaria abbiamo diversi capitoli per poter aiutare anche finanziariamente nella progettazione le comunità, affinché possano iniziare il percorso della progettazione per il PUC. È uno sforzo che dobbiamo fare tutti insieme, non bisogna fare battaglie di retroguardia ma bisogna guardare all'insieme, all'importanza di avere una struttura di pianificazione globale che parta dal basso e che riesca a dare una visione di quella Sardegna, che noi tutti vogliamo, che possa essere veramente una terra di sviluppo ma anche la terra di quel rispetto che dobbiamo ai nostri padri, che dobbiamo a chi ci ha donato questo bene, che nessuno di noi sogna di poter, come dire, scalfire o colpire mortalmente. Io penso che ognuno di noi ami profondamente la propria terra, la propria comunità, però come ha detto il sindaco di Buggerru in questa comunità non ci abitiamo, c'è l'uomo. Quindi bisogna coniugare le due vie che sono quella del rispetto della tutela del paesaggio ma anche dello sviluppo e del progresso delle comunità.

Io penso che queste due vie possano incrociarsi e possano delineare un cammino unitario che possa portare veramente la Sardegna a essere la terra, come dire, del paesaggio, della bellezza ma anche la terra dello sviluppo e non più la terra della depressione. Questo possiamo farlo se c'è una grande unità, se c'è un gioco di squadra, se c'è la voglia di camminare insieme e arrivare alla meta, grazie.

PRESIDENTE. Ha facolt�� di parlare Omar Hassan, Sindaco di Modolo.

HASSAN OMAR, Sindaco di Modolo, Buongiorno a tutti, signor Presidente del Consiglio regionale, signora Vicepresidente della Giunta regionale, signori Assessori, signore e signori onorevoli, signori Sindaci, signore sindache, buongiorno a tutti quanti. Per me è un onore poter essere qui anche quest'oggi e intervenire insieme a voi per ragionare insieme dei Comuni, degli enti locali di quello che è il governo quotidiano del bene comune. Il mio intervento sarà notevolmente ridimensionato perché molte delle cose che avrei avuto piacere di evidenziare e di condividere son state anticipate dalle relazioni dei miei colleghi, che condivido integralmente.

Allora vorrei enfatizzare alcuni aspetti che considero veramente qualificanti, utili e necessari che sono stati inseriti nella legge di bilancio che stasera sarà analizzata dall'Aula, con riguardo alle politiche per i comuni, alle politiche per le comunità. Io trovo molto, molto positivo, e vi ringrazio per questo, vi ringrazio per la sensibilità che evidentemente avete dimostrato nell'inserire alcuni strumenti all'interno della legge di bilancio. Considero molto positivo che la legge finanziaria regionale preveda interventi a favore degli enti locali in difficoltà finanziarie, questa è una grande necessità che molti comuni hanno. Così come è molto positivo che sia stata prevista la possibilità di contribuire a favore degli enti locali che intendano valorizzare le proprie terre civiche, e ancora trovo molto opportuno che finalmente il tema dello spopolamento irrompa nel dibattito politico del Consiglio regionale in quello che è lo strumento, che io considero più importante, la legge di programmazione, la legge finanziaria. I nostri Comuni si stanno letteralmente spolpando, le nostre comunità stanno andando a sparire e con loro la storia e l'identità dei luoghi. Questo è un problema che veramente ormai non lascia fuori nessuno, neppure i Comuni di maggiore dimensione demografica e che evidentemente necessita finalmente di essere affrontato in maniera decisa da chi ne ha il potere. Io credo che il Parlamento dei sardi abbia tutte le competenze, il potere per poter iniziare a mettere in piedi una serie di strategie che possano aiutare i Comuni a contrastare il fenomeno e quindi ad avviare quello che io considero il controesodo, il ritorno a partire dai nostri giovani.

E ancora considero assolutamente necessario e utile che nella legge di bilancio sia stato istituito un fondo a favore della progettualità degli enti locali, specialmente quelli più piccoli, spesso e volentieri hanno le idee, a volte hanno anche delle risorse umane, ma molto spesso hanno carenze di bilancio per potersi affiancare a dei professionisti, naturalmente incaricati con una procedura di evidenza pubblica, che possano arricchire quella che è l'idea politica, e renderla un vero e proprio progetto.

E infine vi ringrazio per aver dimostrato grande sensibilità rispetto a un'altra questione, che sta molto a cuore agli amministratori locali, ma che poi è un problema un po' più ampio, che è lo status degli amministratori locali, finalmente anche da questo punto di vista moltissime forze politiche che sono rappresentate nell'Aula hanno dato prova di conoscere il problema e di ascoltare i rappresentanti dei Comuni che chiedono di essere trattati alla stregua dei propri colleghi, che in ambito nazionale hanno visto approvare una legge, la legge di bilancio varata non più di 3, 4 settimane fa, che rivede il trattamento economico degli Amministratori locali nelle Regioni a Statuto ordinario, ma si dimentica della Regione Sardegna, questa è una cosa che mi fa un po' sorridere, perché di due l'una: o l'ha ragione la Regione ha autonomia, competenza, potestà di decidere di sé stessa e quindi lo Stato rispetta laddove naturalmente la nostra legge statutaria ce lo consente quelle che sono le prerogative della Regione, oppure si applica sempre una normativa nazionale in maniera uguale dappertutto. E invece io registro da cittadino oltre che da amministratore un po' un andamento altalenante degli orientamenti nazionali. E anche nel caso quindi di specie del trattamento dei Sindaci, degli amministratori locali mi rendo conto che quando si tratta di ridurre, anche decurtando le indennità come è accaduto in passato, questo tipo di decurtazioni si applicano anche in Sardegna, quando invece si tratta di rivedere al rialzo, e quindi riconoscere il ruolo e responsabilità che nel tempo sono aumentate, allora ci si nasconde dietro il fatto che la Regione ha una competenza diversa e quindi lo Stato non entra nel merito, grazie.

PRESIDENTE. Grazie Sindaco, in questo percorso ideale che attraversa tutta la Sardegna arriviamo al Sindaco di Thiesi, comunità a me più vicina.

Ha facoltà di parlare Gianfranco Soletta, Sindaco di Thiesi.

SOLETTA GIANFRANCO, Sindaco di Thiesi. Grazie Presidente, saluto gli onorevoli Assessori, onorevoli consiglieri regionali, care colleghe e colleghi Sindaci, sarò brevissimo in questo mio intervento e parto da una considerazione; il Consiglio delle Autonomie locali ha un ruolo importantissimo in quanto al Consiglio è demandato il compito di garantire la partecipazione degli enti locali ai processi decisionali regionali e verificare l'attuazione del principio di sussidiarietà nell'esercizio delle funzioni regionali. E quindi ritengo giusto evidenziare l'importanza di questo momento di confronto tanto atteso. Da sempre gli enti locali rivendicano un ruolo primario nei rapporti con la Regione per portare avanti quel processo di riforme tanto auspicato. È pur vero che siamo al secondo anno di pandemia, e quel rapporto fondato sul confronto si è interrotto bruscamente, ma è assolutamente necessario riprendere il tavolo del dialogo e ripartire. Le difficoltà sono state tante per tutti e questa hanno evidenziato ancora di più quella distanza delle istituzioni regionali dagli amministratori locali e di conseguenza dai cittadini. I Comuni rappresentano i mattoni della nostra Repubblica e costituiscono gli elementi fondamentali e portanti della nostra Regione, sono l'avamposto del welfare locale e della legalità, lo strumento più immediato e capace per affrontare con dignità e sacrificio i problemi, ne è stato un esempio la gestione della pandemia da parte dei Comuni e dei sindaci. Lo abbiamo dimostrato un'infinità di volte durante questi due anni difficili, ci siamo messi a disposizione dell'Istituzione Regione e delle autorità sanitarie arrivando dove queste non riuscivano, siamo stati un punto di riferimento sia per i cittadini sia per il sistema sanitario regionale. Da questa collaborazione dobbiamo ripartire, ci aspettano grandi scommesse, questo è un momento epocale, sotto tutti i punti di vista, la pandemia ha messo in risalto i nostri punti deboli, ha fatto sì che fossero evidenziate le lacune di norme ormai obsolete che necessitano una radicale rivisitazione in una visione attuale e moderna che tenga conto delle nuove tecnologie e delle nuove risorse umane. Lo ripeto anche questa volta, è giunta l'ora di cambiare le regole e questo è il momento propizio grazie ai fondi che riceveremo dal PNRR potremo sfruttare le opportunità di crescita e di sviluppo che ci verranno concessi. Occorre potenziare l'azione dei Comuni e su questo il CAL può avere un ruolo importante di sostegno specialmente in relazione al rilancio economico. Perciò come obiettivo cardine bisogner�� pensare al futuro che vogliamo dare alle zone interne, che tipo di rilancio dobbiamo pensare, che possibilità vogliamo dare. Ecco da questo si deve partire ripensando al sistema sanitario, al ruolo dell'istruzione e della scuola, dei Servizi periferici dello Stato, dei collegamenti materiali e immateriali, perché senza una visione complessiva non potremo mai attivare un processo di rilancio delle zone marginali attraverso progetti specifici finanziati da risorse pubbliche in rete con le comunità locali. In questi anni la progettualità politica su queste aree si è dimostrata insufficiente per rigenerare i territori, troppo spesso abbandonati al loro destino senza un disegno politico chiaro e deciso con l'obiettivo non solo di invertire nel medio lungo termine il trend demografico negativo delle aree interne ma al contempo di sostenere la crescita economica all'occupazione salvaguardando il territorio.

Perciò signor Presidente del Consiglio, signori Assessori, signori consiglieri mi appello alla vostra attenzione e chiedo ancora una volta quel senso di responsabilità che più volte abbiamo dimostrato noi sindaci ammainando le bandiere delle proprie appartenenze politiche per metterci al servizio dei nostri cittadini in questi due lunghi e difficili anni abbiamo fatto da bacino di raccolta al malcontento popolare, alla sfiducia che i nostri cittadini hanno nelle istituzioni, il senso di abbandono è il sentimento più diffuso e noi tutti abbiamo il dovere di rivedere questo sistema e creare una rete che colleghi i cittadini a tutte le istituzioni. Noi sindaci siamo pronti perché sapete benissimo che siamo l'unico livello istituzionale a cui il cittadino riesce ad arrivare, spesso riversando su di noi colpe per le criticità assolutamente indipendenti dal nostro ruolo. Riapriamo quindi il tavolo del confronto sui principali temi che riguardano i nostri territori, concorriamo insieme a migliorare la riorganizzazione dei servizi sanitari, il potenziamento dell'offerta scolastica, l'ammodernamento della rete dei collegamenti in un disegno di sviluppo industriale nel campo del turismo, dell'agricoltura e dell'uso sostenibile del territorio con l'impegno che ognuno, nel rispetto del proprio ruolo, possa contribuire a dare quelle risposte che oggi più che mai i nostri cittadini si aspettano, grazie.

PRESIDENTE. Grazie signor Sindaco abbiamo concluso, qualora non ci fossero anche altri interventi, quelli dei sindaci, darei quindi ora la parola all'onorevole Eugenio Lai, peraltro Sindaco anch'egli.

Ha domandato di parlare il consigliere Eugenio Lai. Ne ha facoltà.

LAI EUGENIO (LEU). Grazie Presidente, un saluto al Presidente del CAL, un saluto alla Giunta, un saluto ai sindaci che sono intervenuti quest'oggi. Io voglio partire da una considerazione che è emersa da diversi interventi da parte dei Sindaci, in particolare è parso di capire dalla Sindaca di Fonni Daniela Falconi, ossia dalla crisi si esce insieme, è una considerazione che hanno sottolineato tutti gli interventi che mi hanno preceduto. Però in questi anni molto difficili di pandemia, dove i Sindaci sono stati baluardi, sono stati in prima linea per contrastare il Covid e per provare a tenere unite anche le nostre comunità, talvolta sono stati poco ascoltati. E mi dispiace che l'assessore Sanna abbia dovuto abbandonare la seduta, ma naturalmente lo dico alla Vicepresidente della nostra Giunta regionale, si è sottolineato, l'ha sottolineato anche la Sindaca di Buggerru, la necessità di una maggiore condivisione da un punto di vista di programmazione urbanistica, divisione della nostra Sardegna. E allora ci auguriamo e mi auguro che la stagione delle decisioni solitarie sul Piano Casa, che sono state anche bocciate in più circostanze dalla Corte, siano passate e che si apra una nuova stagione di confronto. Perché, badate, quello che noi avevamo annunciato come opposizione sulla questione delle contrapposizioni tra Regione e sindaci sull'applicazione anche del Piano casa si è poi rivelato veritiero, e lo stiamo vivendo quotidianamente. Nel corso degli ultimi due anni, che ci troveremo ad amministrare questa Isola, ci sono diverse sfide importanti per lo sviluppo e per la ripartenza della nostra Isola, una è sicuramente quella del PNRR, dove c'è bisogno di maggiore condivisione e anche in questo passaggio richiamo la Sindaca di Fonni quando dice che bisogna di un cambio di passo, c'è bisogno, insomma, di superare la logica dei progetti e delle cabine di regia composte solo da tecnici dell'Assessorato ed aprire un confronto con la società civile, con le parti sociali, con i sindaci che amministrano le nostre comunità e bene hanno fatto quando hanno sottolineato che la programmazione strategica è risultata fondamentale, risulterà fondamentale nell'ottica di una nuova programmazione di sviluppo della nostra Isola.

L'altro tema principale che abbiamo sottolineato come forza politica è quella della legge sull'insularità sul quale tutte le forze politiche, sul riconoscimento dell'insularità, sulle quali tutte le forze politiche presenti all'interno di quest'Aula si sono battute, e sulla quale si è battuto anche l'ANCI e tutti i Sindaci della nostra Isola. Bene sull'insularità si è arrivati ad un punto fondamentale, ossia la costituzione del tavolo di regia tra Governo e Regione; l'abbiamo detto qualche giorno fa durante la Commissione: questa è un'opportunità fondamentale per la ripartenza della nostra Isola e male si farebbe a non far partecipare all'interno di quei tavoli tutte le forze politiche, sindacali, sociali della nostra Isola compreso naturalmente gli amministratori locali. Quello che abbiamo sentito della costituzione di tavoli che si stanno sviluppando solo all'interno degli Assessorati dal nostro punto di vista è un errore, è un errore strategico che il Presidente della Regione continua a commettere quotidianamente e costantemente e ora che si apra una discussione nella nostra Isola sullo sviluppo della Sardegna, sulla ripartenza da un punto di vista economico. Non entrerò sui temi della Finanziaria regionale non voglio certamente ripetermi sulle considerazioni che farò questa sera. È giusto però sottolineare due aspetti: il primo che il fondo unico è fermo, ed è fermo da tantissimo tempo, ed è ora che venga anche adeguato alle nuove esigenze, perché non si possono dare nuove responsabilità agli enti locali lasciando fermo il fondo unico. Il secondo che sulla sfida del PNRR reputo positiva a metà lo stanziamento di 40 milioni di euro per quanto riguarda il fondo rotativo sulla progettazione. Perché, badate, così come è scritto in questo momento si rischia che un Comune che non risulta beneficiario del finanziamento del PNRR debba restituire immediatamente il fondo rotativo, e da dove lo restituisce se noi lasciamo fermo il fondo unico? A fronte ulteriormente delle nuove esigenze, rischiamo nuovi default di bilancio, questo sì. Sulla questione dello spopolamento finalmente entra in discussione lo spopolamento all'interno delle norme finanziarie, però, badate non si può superare e si fa un errore anche in questo caso pensare di superare lo spopolamento solo ed esclusivamente ragionando di benefici economici. Si deve pensare di superare lo spopolamento attraverso una nuova politica dei servizi, è da questo punto di vista allora che c'è bisogno di una maggiore condivisione, in particolare sui servizi scolastici, sui servizi sanitari per esempio. Avevamo presentato come Gruppo politico un emendamento alla omnibus che riguardava la questione dei progetti "ritornare a casa", ancora oggi ci risulta che non sia applicata quella norma, che si continui a delegare totalmente i PLUS che per la maggior parte dei casi sono un fallimento nella nostra isola. E allora crediamo che ricostruire il tessuto sociale sia una delle prime priorità di una buona politica, ricostruire il tessuto sociale significa ripartire dalla condivisione, pensare che nessuno da solo è in grado di portare avanti una verità assoluta, ma insieme, provando a coinvolgere tutti quanti nella nostra amata Sardegna si possa provare a fare quel famoso cambio di passo che è auspicato un po' da tutti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Grazie Presidente. Sarebbe brutto considerare questa seduta una seduta di circostanza, quando il legislatore regionale ha istituito il Consiglio delle Autonomie locali ha voluto dargli un significato preciso, sottolineato dal fatto che una volta all'anno si fa una seduta comune per parlare dello stato delle autonomie locali della Sardegna. Perché? Perché i Sindaci rappresentano la frontiera istituzionale più avanzata, il parafulmine dei problemi, e questo è stato dimostrato ampiamente in questi due anni di pandemia in cui i sindaci spesso si sono trovati da soli, non i sindaci sardi, i sindaci in generale, spesso si sono trovati da soli a gestire una situazione imprevista che ha messo a dura prova tutte le istituzioni, e la centralità del ruolo dei sindaci è dimostrata anche dalla spinta decisiva che i sindaci, gli amministratori locali hanno dato a questo grande momento di svolta che stiamo vivendo a livello nazionale sul piano della modifica costituzionale per quanto riguarda l'introduzione del principio di insularità, perché la spinta è partita dalle comunità locali, i sindaci si sono schierati senza tentennamenti e senza differenze di schieramento, e se oggi siamo a questo passaggio cruciale in cui stiamo scrivendo una pagina importante della storia costituzionale del nostro Paese in cui la prima proposta di legge di iniziativa popolare ad essere approvata, speriamo, dal Parlamento è partita dalla Sardegna ed è partita dai sindaci della Sardegna, è un fatto che merita di essere sottolineato. Quali sono le criticità principali? Una l'ha detta il presidente Soddu, abbiamo una Regione che è ancora troppo presente nella fase della gestione, mentre dovrebbe essere più presente, e invece a volte è carente nella fase della programmazione e dell'alta amministrazione, che dovrebbe essere il ruolo della Regione. La Regione cerca di mettere riparo a questo, per esempio con una serie di interventi che sono presenti nella legge finanziaria, a partire dal PNRR, il PNRR è stato fortemente centralizzato a livello nazionale, a livello statale, e la Regione però cerca di adottare quei provvedimenti che servono a fare in modo che i comuni, anche quelli meno organizzati, meno dotati di risorse umane e di struttura organizzativa, possano utilizzare i fondi del PNRR, che sono stati strutturati, la cui erogazione è stata strutturata in maniera semplice e automatica dal Governo nazionale, ma c'è un problema grave di informazione nei confronti dei comuni, e spesso i nostri comuni non sono in grado di fare neanche quello. Non dimentichiamoci che la quasi totalità dei Comuni sardi si trova in una situazione di grave difficoltà dal punto di vista delle risorse umane. Però, Presidente, io credo che la Regione debba mettersi seriamente il problema di affrontare due temi nodali, uno è quello dell'urbanistica, perch�� io credo che i Comuni e i cittadini che si interfacciano con i Comuni abbiano diritto di avere norme chiare e applicabili, e questo è un ulteriore appello al Consiglio regionale che spesso scrive le norme in maniera improvvisata e crea un coacervo di norme spesso contraddittorie che mettono in croce gli amministratori locali, e quindi i cittadini, e creano anche situazioni di responsabilità a cui sono esposti i Sindaci e gli Uffici tecnici dei Comuni con tutto quello che comporta in termini di speditezza e di linearità dei procedimenti. L'altro tema è quello della sanità, perché, Presidente, noi stiamo vivendo un momento di passaggio delicato, importante dal sistema della cosiddetta ASL unica, che è fallita per una serie di motivi che più volte abbiamo analizzato in quest'Aula, al sistema delle aziende territoriali, delle ASL, la sanità torna sul territorio. Ebbene, questa specie di guerra di posizione, di guerra di trincea che si sta sviluppando tra l'ARES e le aziende territoriali sta amplificando i problemi che già esistevano in un momento ancora difficile dal punto di vista pandemico, che non è ancora stato superato, e noi dovremmo tenere ben presente sempre questo tema, a cui si aggiunge il tema, su cui purtroppo non possiamo farci nulla perché certo non riguarda, ahimè, soltanto la Sardegna, della drammatica carenza di medici di medicina di base e dei pediatri di libera scelta.

Concludo, Presidente, per sottolineare due interventi importanti che sono presenti nella legge finanziaria: uno, le norme sullo spopolamento che sono state richiamate anche dalla sindaca di Buggerru Laura Cappelli, norme che sono sicuramente da migliorare, ma che rappresentano un segnale importante, forse il primo tentativo che il Consiglio regionale fa per affrontare in maniera organica il tema dello spopolamento, e non soltanto attraverso interventi spot; l'altro, è quello del sostegno agli enti locali che si trovano in difficoltà soprattutto a causa del problema degli espropri. Io penso che siano segnali importanti che la Regione, che la Giunta regionale, e spero il Consiglio regionale, da al mondo degli enti locali in questa occasione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Roberto Li Gioi. Ne ha facoltà.

LI GIOI ROBERTO (M5S). Grazie Presidente. Saluto innanzitutto e soprattutto i sindaci che oggi ci hanno fatto visita auspicando che da oggi inizi un confronto reale con il CAL e che questa non sia una semplice ricorrenza formale, quasi cerimoniale, imposta dal calendario del Consiglio regionale, e che non si è potuta fare negli anni scorsi pare il motivo pandemico. Questo perché ritengo fortemente che è nelle autonomie locali, con le autonomie locali e con il loro consiglio che l'attività legislativa regionale deve essere coordinata e a cui si deve ispirare. Questo perché molto spesso l'attività del Consiglio regionale è quasi avulsa da quello che accade nella vita reale di tutti i giorni nei nostri comuni, questo perché questo palazzo a volte è lontano dai palazzi dove si svolgono le vicissitudini comunali, e dove i nostri sindaci sono costantemente in trincea ventiquattro ore al giorno a risolvere i problemi dei loro cittadini, perché giustamente i loro cittadini a loro si rivolgono. Ritengo anche per questo che il confronto costante con i nostri Comuni, con i nostri sindaci determinerebbe la formazione di una vera e propria strategia legislativa regionale, quella che manca, che è sempre mancata e che andrebbe sicuramente al di là dei colori politici e del fatto che al timone della Regione ci sia una parte piuttosto che l'altra. Come il presidente Soddu ha affermato, credo anch'io fermamente che sia necessaria una nuova visione e che la Regione debba essere l'ente di indirizzo, programmazione e controllo, mentre la parte delle spese correnti debba essere affidata ai comuni, che se ci pensiamo è una cosa logica, però molto spesso la politica non è logica. Penso sia arrivato il momento che questo accada per il bene della nostra Sardegna, che, come alcuni colleghi hanno ricordato, molto spesso è dimenticata dal Governo nazionale, così come noi come Governo regionale dimentichiamo molto spesso quelle che sono le esigenze dei nostri Comuni e dei nostri Sindaci. E qualora questo accada ritengo che lo sviluppo della nostra regione troverebbe finalmente lo slancio fondamentale per attuarsi o comunque per trovare una strada su cui incamminarsi. Ho apprezzato molto l'intervento della sindaca di Fonni Daniela Falconi, forse anche perché mio nonno materno era di Fonni, e comunque sto seguendo la sua attività politica con interesse, e ritengo che quello che ha detto per cui i comuni sono osservatorio privilegiato della vita delle persone siano parole piene di significato e piene di significato reale, e ha anche detto lei che prima di votare qualsivoglia provvedimento se ne devono valutare gli effetti reali sul territorio. Parole sante queste, non sacrosante, perché molto spesso qua in Consiglio prevalgono altre logiche e altre ottiche, e quindi è naturale e conseguente che i provvedimenti legislativi non abbiano poi quell'effetto che dovrebbero avere. Ci deve essere uno sforzo corale anche perché il famoso effetto ciambella è finito, ciambella se intesa come dolce che si mangia, perché siamo arrivati a un punto veramente critico per quanto riguarda anche la fame, e anche, senza le virgolette, ciambella come ciambella di salvataggio, non c'è più questo effetto ciambella. E quindi siamo tutti accomunati in questa situazione critica che il Consiglio regionale deve prendere in mano collaborando e addivenendo ad un colloquio continuo con voi, perché voi rappresentate effettivamente la spina dorsale della nostra Sardegna. Per terminare dico non soltanto che rappresentate la spina dorsale, ma rappresentate soprattutto i comuni dell'interno, quelle realtà dove i valori identitari sono ancora presenti in maniera pressante, e sono quei valori identitari che costituiscono la stella cometa delle vostre decisioni politiche, e dovrebbero essere anche la stella cometa delle nostre. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Li Gioi.

Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Grazie Presidente, un saluto alle Sindache e ai Sindaci presenti in un momento che da rituale quale dovrebbe essere, rituale perché ripetuto ogni anno e contenuto anche nelle nostre leggi, è diventato invece un momento sporadico e unico in questa legislatura. Le cause sono imputabili alla situazione di emergenza in cui stiamo vivendo, ma non solo a queste, in alcuni casi, e credo che il fatto che sia mancata in passato ci impone di fare di tutto perché non manchi in futuro la condivisione con chi in questi anni ha vissuto l'emergenza pandemica in prima persona come un rapporto con i cittadini diretto, in questi anni è stato insufficiente da parte invece della Regione, che troppo spesso è apparsa chiusa alle sollecitazioni dei sindaci e degli amministratori locali. È un lusso che non possiamo permetterci, lo ricordava prima il collega Cossa, la volontà di inserire nelle nostre leggi questo rituale, questa seduta congiunta nasce dal voler fare una volta all'anno una sorta di discorso attorno allo stato dell'Unione. Oggi il Presidente del CAL suggerisce una serie di leggi importanti e attese che dovrebbero ripristinare un giusto rapporto tra i Comuni e l'organizzazione regionale centrale. Condivido quell'auspicio, credo però che quell'auspicio sia necessariamente da rimandare a una nuova legislatura. Non lo dico perché in questo momento sono seduto nei banchi dell'opposizione, lo dico perché oggettivamente la parte terminale di una legislatura, quindi l'ultima metà, è quella meno adatta a portare avanti delle riforme strutturali. La riforma auspicabile e necessaria dell'organizzazione regionale ed il rapporto tra Regione e altri enti locali è qualcosa che è urgente ormai da lustri e da lustri viene rinviata perché oltre a essere appunto urgente è anche difficile da mettere in pratica. Serve una riforma strutturale che nasca da un nuovo ruolo che deve avere la Regione e dal nuovo ruolo che gli enti locali stanno già avendo. Non sarà questa legislatura per�� a vederne la luce, in questa legislatura dobbiamo affrontare le emergenze ed evitare che le emergenze ci cadono sopra la testa. Io ne cito quattro, quattro cose che si devono fare e che si possono fare, perché mentre intervenire con riforme organiche richiede tempo per la scrittura, tempo per l'approvazione e tempo e forza ancora ulteriore per l'applicazione pratica di quelle leggi, alcune cose invece sono nella possibilità di questo Consiglio anche in questa fase finale di legislatura, dico fase finale, nessuno si offenda, perché di fatto tra poche ore inizierà la discussione della legge finanziaria, è la prima volta che la legge finanziaria viene discussa in tempi utili appunto a consentire una discussione, e nonostante questo c'è già chi parla della necessità di un rinvio di questa discussione che sarebbe anche la prima della legislatura e coinciderebbe anche con l'ultima perché sappiamo bene che la finanziaria del terzo anno è l'ultima finanziaria politica, perché quella dell'anno pre-elettorale è giocoforza una finanziaria elettorale. Io consiglio al Consiglio regionale di prodigarsi per intervenire in primo luogo sulla sanità territoriale e sull'attuazione della riforma, anche in queste ore sono in corso interlocuzioni tra i vertici delle aziende sanitarie in merito all'attuazione della riforma. Non abbiamo tempo per aspettare che ci si metta d'accordo, la riforma c'è chi la voleva e chi non la voleva, è stata approvata un anno e mezzo fa, ha iniziato il suo iter d'attuazione nei primi di gennaio, ancora non se ne vedono gli effetti, anzi si vedono i primi effetti nel segno del caos e dell'incomprensione su chi decida e possa prendere legittimamente decisioni. Non possiamo permettercelo, occorre un intervento incisivo in termini di sanità territoriale e occorre tenere conto anche del fattore umano che governa questi processi, non ce ne facciamo niente di decisioni che spostano i medici e gli operatori sanitari come se fosse realmente possibile prendere decisioni in questo senso senza scontrarsi invece con quella che è una situazione molto più complessa. Servono poi interventi finanziari, si deve tornare ai bandi, non è possibile che la spesa regionale sia decisa in una maniera diversa rispetto al bando pubblico e alla possibilità per qualunque comune di concorrere alla spesa dei fondi pubblici. Servono poi interventi immediati per riportare certezza in materia urbanistica. Quello che ha detto l'Assessore dell'urbanistica può essere vero nel pianeta dell'Assessore dell'urbanistica, nella realtà che vive ogni comune oggi si sconta una situazione di gravissima incertezza e bisogna ripristinare la certezza del diritto e fare in modo che, di fronte a situazioni simili, le decisioni dei comuni non siano diametralmente diverse in base a come si interpretano in quel momento norme regionali già corrette e sanzionate dalla Corte costituzionale. Ciò detto, l'augurio è che quanto detto dai sindaci e quanto suggerito dalle amministrazioni comunali in questa Sede, ma anche nella discussione preparatoria della legge finanziaria trovi, laddove sia possibile, un'immediata applicazione già nella discussione che vedrà il Consiglio regionale impegnato nei prossimi giorni.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Pierluigi Saiu. Ne ha facoltà.

SAIU PIERLUIGI (LEGA). Non voglio ripetere quello che hanno detto altri colleghi o sindaci che sono intervenuti prima di me, ma credo sia fondamentale ricordare a tutti noi che questa non può e non deve essere l'occasione per la solita retorica della quale spesso siamo prigionieri anche in quest'Aula, è piuttosto l'occasione, lo ricordavano bene sia l'onorevole Cossa che l'onorevole Agus, per definire lo stato dei rapporti tra l'Amministrazione regionale, tra il Governo della Regione inteso come Giunta, ma anche inteso come Consiglio regionale, e le Autonomie locali, e non è un caso che si parli di Consiglio delle Autonomie locali al plurale, inteso questo come valore diffuso all'interno dell'intero territorio regionale ma anche come pluralità di autonomie da difendere; questo è il primo elemento che io voglio porre all'attenzione di questo dibattito. La collaborazione tra la Regione, i comuni e gli enti locali non può e non deve essere la collaborazione che si riduce alla retorica di un giorno soltanto, che sia questo o che sia un altro, la prima forma di collaborazione alla quale tutti siamo chiamati è la difesa delle autonomie e della nostra autonomia, anche rispetto a quegli atteggiamenti neocentralistici che, comunque, da parte dei Governi della Repubblica si sono manifestati. Allora, il primo richiamo nel dibattito di oggi è questo: la prima collaborazione alla quale siamo chiamati è difendere insieme le autonomie e la nostra autonomia, l'autonomia della Regione Sardegna. Non sono assolutamente d'accordo con l'idea che una legislatura al terzo anno sia una legislatura finita, una legislatura al terzo anno, quindi anche oggi, è una legislatura che deve essere impiegata, impegnata, ciascuno di noi deve impegnare ogni giorno, ogni ora, ogni minuto della sua giornata a combattere per quello in cui crede e per quello per cui è stato eletto, e noi siamo stati eletti anche per realizzare quelle riforme che ovviamente l'impatto della pandemia hanno rallentato e hanno modificato in termini di priorit��, questo è ovvio, però non possiamo rassegnarci all'idea che sia la prossima di legislatura o la prossima ancora quella in cui dovranno affrontarsi temi fondamentali come quelli che ho sentito prima negli interventi dei sindaci. E io non ho paura di rivolgermi alla maggioranza, prima di tutto, ma anche alle forze di opposizione; se vogliamo dare un futuro alla nostra Isola, alla Regione che abbiamo l'onore di rappresentare in quest'Aula e di governare, non possiamo pensare che il nostro orizzonte si fermi a sei mesi, a un anno o a due anni. Allora, il primo patto che io propongo è quello alla maggioranza di cui faccio parte di non rinunciare all'idea che noi possiamo ancora realizzare grandi riforme e che queste grandi riforme, a partire da quelle sugli enti locali per la quale c'è sempre stata grande collaborazione, io lo dico da ex Presidente della Commissione autonomia, è che questo patto noi possiamo avere il coraggio anche di estenderlo alle forze di opposizione, perché la logica dell'alternanza ce lo ha dimostrato fino a questo momento, ma certamente la logica dell'alternanza non può impedirci di fare le cose, anzi ci impone, piuttosto, di ragionare in un termine più lungo della sola legislatura, in un termine più lungo della sola finanziaria, in un termine più lungo dei soli due anni che ci separano dal momento elettorale. E allora il senso anche dell'impegno politico che ciascuno di noi è capace di esprimere al livello a cui partecipa è questo: noi abbiamo il dovere di lavorare fino all'ultimo secondo utile per i nostri cittadini, e sui grandi temi, sulle grandi riforme, a cominciare da quella sugli enti locali, così che abbiamo fatto, possiamo anche farlo insieme se c'è convergenza di idee, se c'è convergenza di proposte. Lo ricordava bene il Sindaco Omar Hassan prima, sul tema dello status degli amministratori locali abbiamo trovato un accordo unanime, sulla riforma o sulla legge che è intervenuta sul riordino delle Autonomie locali abbiamo trovato un accordo, e allora come si fa in tutte le democrazie mature, come si fa in tutte le Assemblee mature, sui temi delle grandi riforme, che non si esauriscono oggi in questa legislatura ma che devono produrre i loro effetti per i prossimi anni, possiamo trovare anche il coraggio e dico io l'intelligenza di definire insieme le regole del gioco, sapendo che la maggioranza ha un dovere perfino più gravoso, che è quello di dare il senso dell'azione di governo, e nel disegno di legge 301 e nella manovra finanziaria in generale provvedimenti a favore degli enti locali ce ne sono tanti, sono importanti, li hanno meglio di me illustrati i colleghi che mi hanno preceduto, ma se non vogliamo che questa sia solo l'occasione per fare un po' di retorica sul rapporto fra Regione e enti locali io ritengo, primo, che la vicinanza delle Istituzioni ai cittadini debba essere garantita dai comuni ma anche dalla Regione, nessun passo indietro, anzi, passi avanti e molti verso quelle che sono le soluzioni ai problemi che i cittadini ci rappresentano: dalla sanità alle imprese, dagli enti locali ai costi dell'energia. Oggi credo, e concludo, Presidente, questa occasione non può essere sprecata dietro la retorica, può essere invece sfruttata per definire insieme un quadro di obiettivi da raggiungere attraverso un'azione che, sono certamente d'accordo con chi mi ha preceduto, può e deve essere più concreta. Grazie.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Gianfranco Ganau. Ne ha facoltà.

GANAU GIANFRANCO (PD). Grazie, Presidente. Un saluto alle sindache e ai sindaci presenti oggi in Aula. Ci troviamo nuovamente, dopo due anni di assenza, in questo momento di confronto che è sicuramente utile ma ha forte azione di sembrare un fatto puramente formale e che non incide poi nella realtà e nella prosecuzione dell'azione politica. Questo dato è sottolineato anche dalla scarsa attenzione del Consiglio, dallo scarso numero di interventi dei consiglieri di maggioranza, dall'assenza del Presidente della Regione, credo che sia la prima volta che il Presidente della Regione non partecipa ad un incontro istituzionale CAL-Consiglio regionale. Credo, e lo dico avendo avuto l'onore di presiedere il CAL qualche anno fa, che il percorso che è stato avviato con la legge istitutiva del CAL, che ricorda il secondo Organo costituzionale della Regione, debba essere completato con adattamenti normativi che siano in grado di superare la marginalità finanche nei pareri espressi sulle proposte di legge che riguardano gli enti locali. Troppo spesso questi pareri sono acquisiti come una mera formalità e senza nessun rilievo o capacità di incidenza, e arrivano in Aula praticamente a provvedimento già iscritto all'ordine del giorno all'inizio della discussione in Aula. Si tratta di una piccola riforma perché credo, onorevole Saiu, che non siate in grado e sia meglio che non facciate grandi riforme, almeno fino a oggi avete dimostrato questo, una piccola riforma che questo Consiglio può prendere in considerazione per dare pieno diritto e valenza e ruolo ai pareri espressi dal Consiglio delle Autonomie locali, prevedendo semplicemente un ritorno in Commissione in caso di parere contrario espresso dal CAL con un'audizione del Consiglio delle Autonomie locali, e poi nella piena autonomia del Consiglio regionale, la piena espressione dei propri poteri, il provvedimento potrà essere licenziato e portato in Aula. Su questa finanziaria mi limito a segnalare che ancora una volta il Fondo unico, pur in presenza di maggiori entrate della Regione, non viene incrementato ma addirittura in parte ridimensionato. Ricordo che proprio il fondo unico è nato per dare autonomia finanziaria ai comuni e consentire la collocazione dei fondi nei settori ritenuti più opportuni sulla base di una programmazione locale, in realtà oggi sono in gran parte destinati a vincoli per garantire la persistenza dei servizi essenziali. Gli enti locali hanno svolto un ruolo essenziale per fronteggiare la crisi sanitaria, e lo sono per garantire la coesione sociale delle comunità e dei cittadini; diamogli il ruolo che meritano favorendone, una volta per tutte, lo spostamento delle funzioni gestionali dalla Regione agli enti locali. Questo è il nodo centrale della riforma della Regione, finché questa Regione non si spoglierà di tutte le proprie funzioni gestionali a favore degli enti locali, questa Regione non funzionerà bene, perché l'Ente Regione non è in grado di articolare sul territorio quelle che sono le proprie indicazioni, le proprie direttive. Questo è un dato dimostrato ed è la principale azione su cui un Governo regionale dovrebbe confrontarsi a partire da questi giorni, perch�� è un tema che viene trascinato, che nessuno ha il coraggio di affrontare fino in fondo, forse per un opportunismo da parte di chi governa la Regione volta per volta, che vuole mantenere le funzioni gestionali in proprio possesso e in piena autonomia governare quindi in questa maniera. Ma in questa maniera non si fanno gli interessi della Regione, si rende difficile la spendita del denaro, l'applicazione di quelle che sono direttive e indirizzi che la Regione stessa dà. Ultima cosa; una cabina di regia enti locali-Regione sul PNRR è stata finalmente realizzata, credo che, come anche l'ANCI sottolinea in questa cabina di regia, dovrebbe esserci una rappresentanza del Consiglio regionale che, lo ricordo, è escluso totalmente ad oggi da ogni interlocuzione sul PNRR, noi non sappiamo, ma non solo noi, tutto il Consiglio non sa assolutamente niente di quali interlocuzioni siano in corso col Governo, su quali siano gli assi portanti che la Regione sta portando avanti per utilizzare al meglio e in maniera strategica i fondi del PNRR. Un'ultima notazione sull'intervento dell'Assessore degli enti locali; credo che con molto ritardo la Giunta regionale debba interrompere sul tema dell'urbanistica le leggi spot, al di fuori di ogni regola, gestite in maniera assolutamente autoreferenziale, per avviare una serie interlocuzione con il Governo regionale, una interlocuzione che sia paritaria, che però richiede la volontà da parte della Regione di affrontare i temi della coopianificazione in quella sede. Un percorso che non è semplice, non breve, ma è l'unico in grado di dare risultati, seppure non nel breve periodo, risultati duraturi e certezze, evitando le condizioni di instabilità e di insicurezza provocate dalle improvvide forzature di questa Giunta tutte a carico delle forze imprenditoriali e dei singoli cittadini. Credo che questo sia un altro tema che vada affrontato in maniera chiara, aperta e che porti finalmente a un superamento di una condizione che non è accettabile, che crea disagio nell'economia, nelle imprese e nei cittadini. Grazie.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Angelo Cocciu. Ne ha facoltà.

COCCIU ANGELO (FI). Grazie, Presidente, un saluto a lei, ai colleghi consiglieri, alla Giunta e agli autorevoli ospiti che oggi in qualità di rappresentanti del CAL sono venuti a trovarci. È una giornata molto importante, una giornata di riunione dove si incontrano due istituzioni importanti che sono quella del Consiglio regionale e quella del CAL. Siamo chiamati come consiglieri regionali a intervenire e a esprimere quelle che sono le nostre posizioni e quelle che saranno le decisioni che andremo ad assumere in futuro. È stato un mandato regionale, è una consiliatura regionale molto, molto particolare, devastata da eventi negativi che, naturalmente, non sono assolutamente imputabili alla politica, però c'è stata la volontà da parte di questa maggioranza e con l'intervento anche, con il sostegno anche in molte occasioni da parte della minoranza, di porre rimedio a quelli che sono stati i problemi che hanno afflitto la nostra Nazione e tutto il mondo in quest'ultimo periodo. Sicuramente avremmo voluto utilizzare, investire fondi in maniera diversa, dare aiuti in maniera più consistente a quelle che sono tutte le attività produttive della nostra Nazione e della nostra Isola, ma parliamo in questo caso di noi, in questo caso parliamo della nostra Isola, solo che siamo stati costretti ad intervenire più volte in maniera diversa, ovvero erogando questo aiuti sotto forma di sussidi e non sottoforma di veri e propri aiuti per quanto riguarda una spinta forte a quella che �� l'economia. Ho sentito qualche riferimento per quanto riguarda il Piano casa; io sono amministratore di un comune sardo, che è quello di Olbia, dove il Piano casa ha fatto veramente miracoli importanti, è stato un Piano casa spinto, dove naturalmente chi di dovere ha cercato di cassare, ha cercato di correggere quelli che secondo naturalmente la Corte potevano essere delle cose e delle iniziative che non andavano bene, e qualcuno ha fatto il proprio dovere, però è veramente difficile vedere un Piano casa cassato in un articolo che riguarda proprio la proroga, perché lo mette completamente ko e non gli permette più di produrre i suoi effetti. Sarebbe stato secondo me giusto cassare quello che non andava, così come hanno fatto, ma non assolutamente cassare l'articolo della proroga, perché l'ha completamente congelato e l'ha completamente messo ko. Io spero che si siano resi conto del problema che hanno creato e delle difficoltà in questo momento dove l'economia subisce un freno, io spero che chi ha fatto questa cosa si renda veramente conto di quello che è accaduto. Abbiamo un compito importante, cercare nel più breve tempo possibile di recuperare il tempo perso, mettere su in essere delle nuove norme partendo da quello che è rimasto anche del vecchio Piano casa, andare avanti e cercare naturalmente di recuperare il gap. Spero che assumendo delle posizioni simili ci possa essere l'incontro da parte di maggioranza e opposizione e porre naturalmente pezza a quello che è un problema che in questo momento attanaglia la nostra Isola. Gli ultimi due anni saranno due anni molto importanti dove spero si possa pensare non più, come è stato fatto prima, al Covid, che ci ha distratto in maniera devastante, ma si possa pensare anche a un periodo di riforme di cui naturalmente la nostra Isola potrà usufruire e chi naturalmente verrà dopo di noi potrà portare avanti. Grazie.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Francesco Mula. Ne ha facoltà.

MULA FRANCESCO (PSd'Az). Grazie, Presidente. Mah, devo dire la verità, non avevo intenzione di intervenire per non essere né ripetitivo né fare alcun tipo di polemica però, siccome ho sentito alcuni ragionamenti che mi hanno stuzzicato in quest'Aula oggi e corro il rischio anche di essere ripetitivo, perché purtroppo stiamo perdendo un'occasione importante che è quella di rivedere quello che magari non va nei rapporti tra la Regione e le Autonomie locali. Invece oggi abbiamo assistito all'ennesima quasi sorta di processo, dove in quest'Aula qualcuno viene a dirci le cose che in questa legislatura non vanno, magari dimenticandosi del disastro che hanno fatto quando erano presenti in quest'Aula del Consiglio regionale in passato, e oggi qualcuno si dimentica e arriva a dare lezioni di urbanistica, di sanità… "che la riforma della sanità, quella che avete fatto voi, è disastrosa", però qualcuno non si ricorda di quel disastro che è stato fatto con la riforma Arru, viene a parlare di urbanistica quando è stato il fallimento totale di altre amministrazioni e qualcuno magari si dimentica che quella famosa legge urbanistica che doveva arrivare in quest'Aula è stata il danno, non solo per questa terra, ma anche la rovina della passata legislatura.

Questo non deve essere sicuramente un'attenuante, perché io dico e ho detto al nostro Assessore che adesso non è presente in quest'Aula, che c'è stato un errore madornale quando noi ci siamo visti per andare a mettere su questo benedetto o maledetto Piano Casa, che è quello di andare a ascoltare troppo quelle che sono state le esigenze che arrivavano non dai territori, ma andare ad ascoltare, e sono state messe in legge, delle fantasie che mai potevano essere messe in legge che sapevamo benissimo che non avrebbero trovato accoglimento da parte dello Stato.

C'è stato un grave errore, e spero che siamo ancora in tempo per poterlo recuperare, quello di aprire un dibattito con il Governo, cosa che probabilmente o non c'è stata o non è stata fatta nella maniera adeguata e corretta. Ma non possiamo certo dire che in questi anni, per quanto mi riguarda, essendo ex Sindaco, credo che io ho vissuto, finita la mia legislatura nel 2016, ho vissuto in quella situazione la marginalità di quanto i sindaci si trovano nei confronti della Regione. Sapete quante volte son venuto a Cagliari per cercare di avere un confronto con gli amministratori che in quel periodo ci amministravano? Senza fare nomi, e sapete le risposte quali erano? Erano sempre le solite. Quindi oggi credo che nessuno abbia nulla da poterci, almeno da parte delle opposizioni dico, da poterci né rimproverare e soprattutto insegnare. Ma siamo noi che dobbiamo fare autocritica, quando sento che non c'è volontà di venire in Aula a discutere della finanziaria, quanto di più falso, assolutamente questa finanziaria noi inizieremo a discuterla, per quanto ci riguarda come Gruppo del Partito Sardo non abbiamo intenzione di accogliere nessun tipo di emendamento, ma dovremmo fare una finanziaria di tipo, chiamiamola così, politica come quella che è stata presentata, magari ci confronteremo perché ci sono alcune cose da rivedere, quindi non c'è assolutamente da parte nostra intenzione di sottrarci dal dibattito, il dibattito ci sarà stasera, andremo spediti per chiudere questa finanziaria. E vorrei anche tranquillizzare me stesso, in primis, per quanto riguarda quello che stava dicendo il collega Ganau sul PNRR, a me risulta che è stata fatta una delibera da parte della Giunta regionale dove è stata istituita questa benedetta cabina di regia, io vorrei anche capire se riusciamo a dargli contenuti a questa cabina di regia che si dovrebbe occupare per fare appunto da tramite a quelle che sono le decisioni del Governo con quello che poi dovrebbe essere il ruolo di questa Regione. Quindi oggi io chiederei di non sprecare questa occasione, i Sindaci sono venuti, ci hanno manifestato tante di quelle perplessità che noi dobbiamo non solo fare nostre, ma cercare insieme a loro di provare a trovare il modo come non solo condividerle ma apportare i correttivi necessari. Una piccola sensibilità che non è poi così piccola l'abbiamo trovata e la porteremo avanti con la finanziaria per quanto riguarda le indennità dei sindaci, che detta così sembra che stiamo parlando sempre di spese e invece è il giusto riconoscimento per chi ha fatto il Sindaco, per chi ogni giorno ci mette la faccia e non solo la faccia ma anche la responsabilità, è quello di essere appena appena, dico non tanto perché non lo sarà mai retribuito, e badate bene che questa operazione di andare a rivedere le indennità costerebbe circa 10 milioni di euro, cosa che io potrei chiedere come mai non è stata fatta dal Governo nazionale, se non ricordo male è stata approvata una norma che prevede l'adeguamento delle indennità per quelle regioni a statuto ordinario, non riesco a capire noi se siamo sempre i figli di nessuno. E chiudo, io credo che il Governo regionale insieme ai sindaci in previsione, quindi so che venerdì ci sarà la nuova elezione dei componenti del CAL, abbiano da ragionare seriamente, se forse conviene fare un ragionamento serio tra istituzione regionale e sindaci per veramente difenderci da quello che ci sta arrivando da parte di questo Governo che continuo a dire, noi non abbiamo un Governo amico che governi la destra o la sinistra o il centro, ma andando a vedere quello che sta succedendo, e mi fermo senza fare altre considerazioni, noi dobbiamo veramente ragionare ed essere veramente uniti per cercare di difenderci veramente da un Governo che fino a oggi ha mostrato totale disattenzione per questa terra.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale.

ZEDDA ALESSANDRA (FI), Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale. Intanto, davvero un caloroso saluto a tutti gli intervenuti, in particolare alle sindache e ai sindaci della nostra Regione, da parte mia, da parte del presidente Solinas e da parte di tutta la Giunta regionale. Oggi è una giornata solenne per chi ancora conserva la responsabilità amministrativa e il valore del nostro Statuto, ed è anche un confronto tra i rappresentanti delle istituzioni delle comunità locali della nostra Regione, e avviene in un momento in cui, tra l'altro anche io ho il piacere di vederci oggi in presenza dopo tre anni fa che abbiamo interrotto questi rapporti, ma li abbiamo interrotti solo fisicamente perché io credo che il confronto e anche tutto ciò che abbiamo vissuto insieme, in particolare con i nostri sindaci, sia a seguito della pandemia e anche tutte le altre difficoltà che abbiamo incontrato tra cui gli incendi, gli eventi accidentali, le alluvioni, tutte situazioni che ci hanno portato comunque, o meglio che ci avrebbero dovuto portare a ragionare sempre insieme ed uniti. E dico che viviamo un momento di crisi che non è solo dovuto al Covid, ma credo che la crisi delle istituzioni sia ancora più profonda e vorrei che ci soffermassimo su un aspetto che oggi è una crisi sociosanitaria, è una crisi socioeconomica e soprattutto quello che comporta. Nel costruire le misure e le azioni di contrasto alla crisi e soprattutto quelle di resilienza e ripartenza, la stella polare della Giunta e del presidente Solinas è sempre quella, oltre che del Consiglio regionale, di sostenere in ogni modo i nostri cittadini, le imprese, la scuola, gli operatori del terzo settore, il volontariato ed affrontare le difficoltà, ma cercando anche di intercettare quel vantaggio competitivo che credo da economista di poter mettere in evidenza ogni qual volta si crea e si ha una crisi. Ecco, noi insieme uniti dovremmo riuscire a intercettare proprio questo vantaggio che guarda caso è alla nostra portata e lo dico perché prima della pandemia stavamo indietro rispetto al resto del Paese, e la pandemia in qualche modo ha riportato dei valori e delle posizioni diversificate non solo nel nostro Paese ma in tutto il mondo. Quindi chi oggi davvero sarà in grado di intercettare le opportunità e i vantaggi che sono la parte positiva di quella medaglia drammatica che è stata la crisi pandemica, probabilmente scriverà un futuro diverso. E allora credo che la crisi delle istituzioni, e io voglio che facciamo una piccola riflessione, abbiamo vissuto in questi giorni una crisi latente, non siamo stati in grado di eleggere un Presidente della Repubblica come è di consuetudine e come di norma, non solo, abbiamo un Governo che non ha mai avuto un premier che non è mai stato eletto dal popolo, quindi sicuramente le nostre istituzioni ai massimi livelli godono di un momento di grande difficoltà e allora noi invece che siamo espressione massima dei cittadini, le nostre comunità locali in particolare, dobbiamo ricercare un po' anche i motivi della crisi più profonda. Io credo, e provo a dare un contributo, che probabilmente un aspetto sia anche da ricercare nella responsabilità di chi governa e soprattutto di chi rappresenta i cittadini nelle istituzioni, e lo dico perché credo che Bassanini debba scrivere una parola fine, perché la difficoltà che chi soprattutto governa, in particolare i Sindaci stia proprio nella responsabilità amministrativa che non è più totalmente in capo alla politica. E allora probabilmente una riflessione forte a livello nazionale anche sulla norma che sta a capo del funzionamento delle nostre istituzioni. Ancora, un'altra crisi importantissima che riguarda i nostri Sindaci, i nostri Comuni e le nostre comunità in particolare, da tanto tempo si parla di funzioni delegate, queste funzioni delegate a livello statale sono rimaste squisitamente sulla carta, o meglio o peggio, le dobbiamo esercitare, ma di fatto non arrivano né i trasferimenti finanziari, né tanto meno gli strumenti per poter intervenire. Ecco che in questo senso credo che l'attività e l'impostazione non solo delle finanziarie regionali, ma di tutti i fondi, di tutte le opportunità che la Regione ha, e parlo dai fondi comunitari piuttosto che attualmente del PNRR con i vari programmi che sono contenuti appunto nel Piano, ma anche con le risorse del bilancio regionale, ecco in tutto questo credo che la Regione Sardegna non fa mancare il proprio supporto alle amministrazioni locali. Probabilmente non è tutto, probabilmente non è la soluzione, occorre molto di più, ed è questo il tavolo di confronto che ci deve essere tra di noi lasciando da parte i campanilismi, lasciando da parte le posizioni partitiche, lasciando probabilmente da parte le esigenze, seppur nobili, dei territori, a volte. E allora credo che da parte nostra ci sia assolutamente tutta la disponibilità a trovare quei percorsi che guardate, qualcuno ha parlato in quest'Aula di un nuovo modello di sviluppo, io credo che anche questa impostazione vada rivista, nel senso che il modello di sviluppo è un progetto futuro che ha necessità di anni di approfondimenti, oggi noi dobbiamo intervenire anche in maniera responsabile, concreta, su ciò che stiamo vivendo perché possiamo raccontarlo, ma il modello di sviluppo non è di certo immediato per le esigenze, i bisogni, i desiderata, le situazioni che hanno i nostri territori. E allora a questo proposito credo e voglio citare anche io la legge e il principio di insularità in Costituzione, guardate anche su questo io voglio provare a dire la mia, è un principio nobile, è un'azione che non era mai avvenuta, l'ha detto Michele Cossa, che abbiamo contribuito tutti come Sardegna a portarla in Parlamento, ma una volta approvato il principio e la norma costituzionale, dobbiamo stare molto attenti alle declinazioni, alle leggi attuative, perché non significherà solo avere delle risorse ad hoc, dovremmo essere in grado di declinare e a volte di derubricare norme che riguardano quattro settori fondamentali, energia, sanità, trasporti, che sono sicuramente i più importanti e le attività che sono riconducibili alle infrastrutture. Perché dico questo? Perché noi oggi viviamo questa condizione di insularità non come una opportunità come deve essere, ma come un limite a volte invalicabile, e allora credo che anche le norme esistenti, mi riferisco in particolar modo, cito solo un esempio, per esempio la materia dei trasporti a livello europeo, prevede determinate restrizioni che non consentono neppure di costruire una società in house,per esempio, piuttosto che a livello nazionale la normativa contrattuale e di scelta del contraente impone degli obblighi che sono assolutamente negativi per quanto ci riguarda, o meglio per quello che sarebbe la soluzione ideale, per quello che io penso, ovvero quella infrastruttura immateriale che diventi appunto una infrastruttura credibile, concreta, che ci consenta di andare oltre mare e a chi vuole arrivare in Sardegna ovviamente di poterci venire. E allora è per questo che io credo che oggi le misure che abbiamo a disposizione, avete ragione, devono essere concertate, devono essere condivise, a volte anche solo l'ascoltarsi crea fatica e invece questo deve essere assolutamente abolito come metodo di confronto, dobbiamo utilizzare l'ascolto, la proposta, concertare, condividere, perché l'opportunità che sta arrivando, e voglio ricordarlo a me per prima, è il debito delle future generazioni. perché non pensiamo che le risorse contenute nel PNRR siano assolutamente un regalo, sono un impegno, sono una responsabilità, tutti abbiamo parlato dei nostri giovani, delle donne che ovviamente vivono le difficoltà più di altri e a loro è votata anche la prossima programmazione comunitaria, ecco utilizziamola nel migliore dei modi. E consentitemi anche di dire e di fare un'osservazione.

Ad oggi il PNRR non è stato ancora definito, mancano le linee di intervento alle quali i Ministeri ci dicono che dobbiamo adeguarci, e lo dico perché ovviamente tutti i giorni siamo impegnati per trovare quel progetto che possa essere davvero approvato nel piano complessivo di tutti i vari PNRR, per esempio in tema di lavoro parliamo di GOL, ma sicuramente ogni attività ha il suo riferimento. E allora credo che il nuovo rapporto ritrovato, proprio per intercettare quel vantaggio competitivo, oggi l'innovazione, la rete ci consente, per quello che l'ho citato, di ripartire anche al pari di tante altre realtà internazionali e soprattutto il ritrovato rapporto, credo forse per la prima volta col Ministero del Sud che finalmente ci apre una opportunità per costruire insieme il futuro dei nostri territori, dei nostri giovani, della nostra scuola, delle nostre infrastrutture, perché lo sappiamo, infrastrutturare un Paese sicuramente non è roba da poco. Ma anche qui consentitemi di dire che il PNRR al di là che la Regione possa avere o no, come qualcuno dice ogni tanto, presentato dei progetti, non mi pare che contenesse delle infrastrutture ad hoc utili allo sviluppo immediato del nostro territorio sardo, probabilmente in futuro, ma noi ne abbiamo bisogno oggi, abbiamo bisogno di trovare delle soluzioni che ci consentano di metterci subito al passo per recuperare la crisi, ma soprattutto per costruire il futuro immediato. E allora dandovi la disponibilità ovviamente vera, sincera, di lavorare insieme nel prossimo futuro già con la prossima finanziaria, anche qui io non sono iscritta al partito della piaggeria, ma riconosco che il lavoro dei nostri sindaci va ben oltre quella indennità ad oggi riconosciuta, non solo dei sindaci, anche gli assessori che operano al loro fianco, gli stessi consigli comunali, io credo che la dignità vada ricercata non tanto nel quantum economico ma vada ricercata e vada cambiata, perché è una funzione, una funzione nell'ordinamento dei nostri enti locali. E anche qui lo dico, perché questo Consiglio all'unanimità ha assunto la decisione approvando l'emendamento, di guardarvi con gli occhi della responsabilità e del valore che la funzione di un sindaco e dei consigli comunali ha per i nostri cittadini e per le nostre istituzioni soprattutto. E allora credo che con il principio dell'unità del voler costruire insieme, soprattutto nei settori nevralgici, avete citato il settore sanitario, anche qui abbiamo dimostrato tutti, cari colleghi delle minoranze, che non c'è una ricetta che risolve o che migliora il sistema sanitario, probabilmente va ricercata anche a monte. Anche qui probabilmente avremmo dovuto avere tutti il coraggio, forse in passato, già da quando l'abbiamo ceduta e ce la siamo portata a carico del bilancio regionale, di fare una riforma che potesse essere invece utile, necessaria per i servizi sanitari territoriali, perché la vera chiave di accesso nella riforma sanitaria credo che sia la vicinanza dei servizi, soprattutto quelli salvavita per i nostri cittadini. Voglio concludere con un'espressione che credo tutti conosciate, molto cara, o meglio che ci ha dato il Dalai Lama: "Se non possiamo aiutarli, almeno non facciamoci del male".

PRESIDENTE. Abbiamo così concluso questa seduta congiunta con il Consiglio delle autonomie locali, è stata una discussione proficua, molti sono stati gli spunti, il più importante è quello che attiene al rinnovato impegno di collaborazione tra la Regione e i Comuni, che sono la frontiera più avanzata dello Stato, delle istituzioni pubbliche in senso lato, verso i problemi dei cittadini. Ha fatto molto piacere l'apprezzamento circa l'impostazione della finanziaria, che prevede un inedito, gli interventi per contrastare lo spopolamento, così come il fondo rotativo per la progettualità, ma l'ampliamento del fondo per la lotta ai non autosufficienti, che ci impone insomma di approvare, di liberare queste risorse in maniera tale che arrivino quanto prima alle comunità e ai Comuni. Finanziaria che certamente entrerà in Consiglio regionale, sarà anche oggetto di miglioramento, ove possibile, da parte del Consiglio.

Possiamo concludere qui. Ringrazio i Sindaci presenti e i colleghi che hanno partecipato attivamente alla discussione. La seduta è tolta.

La seduta è tolta alle ore 13 e 36.