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Resoconto della seduta n. 18 del 06/08/2019

XVIII Seduta

Martedì 6 agosto 2019

Presidenza del Presidente MICHELE PAIS

indi

del Vicepresidente GIOVANNI ANTONIO SATTA

indi

del Presidente MICHELE PAIS

La seduta è aperta alle ore 10 e 47.

MELE ANNALISA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta del 1° agosto 2019 (17), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Roberto Deriu, Pietro Moro e Gian Filippo Sechi hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 6 agosto 2019.

Se non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Comunico che in data 1° agosto 2019 è stata presentata, primo firmatario onorevole Deriu, la "Richiesta di istituzione di Commissione speciale inerente al riconoscimento del principio di insularità, da parte dei rispettivi Stati e dell'Unione Europea, per le regioni appartenenti a Stati sovrani, aderenti all'UE, il cui territorio sia esclusivamente insulare e situato nel mar Mediterraneo (Regione Siciliana, Regione autonoma della Sardegna, Collettività della Corsica, Comunità Autonoma delle Isole Baleari, Regione Periferia di Creta, Regione Periferia dell'Egeo settentrionale, Regione Periferia dell'Egeo meridionale, Regione Periferia delle isole Ionie), per la durata di un anno, ai sensi dell'articolo 53 del Regolamento interno ai sensi dell'articolo 53 del Regolamento.

Comunico che, in data 1° agosto 2019, il Presidente della Regione ha fatto pervenire la seguente comunicazione: "Comunico che, con decreto numero 78 del 24 luglio 2019, ho attribuito le funzioni di Vicepresidente della Regione all'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, dottoressa Alessandra Zedda".

Risposta scritta a interrogazione

PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta all'interrogazione numero 59/A.

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

MELE ANNALISA, Segretaria. Sono state presentate le interrogazioni numero 108, 109.

Annunzio di interpellanze

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.

MELE ANNALISA, Segretaria. Sono state presentate le interpellanze numero 45, 46, 47.

Annunzio di mozioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.

MELE ANNALISA, Segretaria. Sono state presentate le mozioni numero 45, 46, 47.

Continuazione della discussione della proposta di legge nazionale Maieli - Mula - Satta Giovanni - Schirru - Usai - Lancioni - Mura - Giagoni - Moro - Piras - Canu - Cera "Applicazione della legge 24 luglio 1985, n. 401 (Norme sulla costituzione di pegno sui prosciutti a denominazione di origine tutelata) ai prodotti vitivinicoli a denominazione di origine protetta (DOP) o indicazione geografica tipica (IGP) a lunga maturazione." (4/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la prosecuzione della discussione della proposta di legge nazionale numero 4/A.

È iscritto a parlare il consigliere Piero Maieli. Ne ha facoltà.

MAIELI PIERO (Psd'Az). Grazie Presidente, visto che l'altra volta è stata magari espressa un po' velocemente, vorrei ribadire quello che è la bontà di questa legge. Praticamente si sta parlando di una materia che per lungo tempo è stata trascurata e che soprattutto apre un'economia enorme sia per la Sardegna ma sia in campo nazionale. La legge praticamente prevede, come lei ha già detto, l'estensione per il pegno rotativo ai prosciutti e ai formaggi, praticamente era stata adottata, infatti, da noi nel 27 marzo del 2001, ai prodotti vitivinicoli e praticamente consiste nel far utilizzare come garanzia i vini che sono invece in forma statica in cantina. Quindi danno un valore che altrimenti non verrebbe finanziato o comunque avrebbe difficoltà per il finanziamento e invece in questo caso non essendoci lo spossessamento, e quindi rimanendo in azienda, quindi il produttore ha la possibilità di continuare l'affinamento, e quindi portarli a compimento, e contemporaneamente invece viene riconosciuto un valore, che quindi permette di finanziare la propria azienda. Questo insomma in soldoni. Oltretutto con una possibilità di TAEG bassissimo perché appunto non essendoci lo spossessamento e quindi non essendoci la necessità di una gestione da parte dell'ente creditizio, perché, ribadisco, il prodotto rimane in situ, a quel punto veramente il TAEG è bassissimo e quindi è un valore assoluto. Grazie.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Emanuele Cera. Ne ha facoltà.

CERA EMANUELE (FI). Solo per significare la ferma volontà del sottoscritto e del Gruppo di Forza Italia di sostenere questo provvedimento. Credo sia doveroso ringraziare il Presidente della quinta Commissione per la celerità che ha avuto nel proporre questa proposta di legge, e soprattutto estenderla a quello che è un settore, quello vitivinicolo, che ha lanciato, proprio nel contesto della Commissione attività produttive, quindi agricoltura, agroalimentare, quella che è la necessità proprio di normare anche il settore attraverso la costituzione del pegno che, come diceva il Presidente, è solo previsto per ciò che riguarda il prosciutto, e adesso lo si intende estendere anche al settore vitivinicolo. Dicevo, abbiamo in qualche modo colto la necessità e l'opportunità di questa estensione perché sappiamo benissimo che ci sono in Sardegna degli enopoli che hanno necessità di accedere in modo più agevole al credito e hanno difficoltà proprio in relazione allo stoccaggio dei vini che, come diceva il Presidente, sono stoccati nelle cantine in affinamento stoccati nelle cantine in affinamento, e producono un magazzino che deve essere in qualche modo riconosciuto ai fini dell'accesso al credito, che gli permette di portare avanti la gestione ordinaria.

Quindi, per concludere, perché le mie sono solo semplici considerazioni, credo che questo Consiglio regionale, mi auguro all'unanimità nel caso in cui dovesse approvare questa proposta di legge, darebbe un grandissimo segnale alle cantine, soprattutto alcune che gravano in situazione di difficoltà finanziaria e che troverebbero soddisfazione attraverso il riconoscimento del pegno. Grazie.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Dario Giagoni. Ne ha facoltà.

GIAGONI DARIO (LEGA). Sulla proposta di legge che è stata discussa in quinta Commissione i colleghi della Lega vorrebbero apporre firma, perché riteniamo, ringraziamo l'onorevole Maieli, che è una legge importante che riguarda la possibilità di rendere applicabile al settore vitivinicolo l'istituto del pegno sulle merci in lavorazione, così come già accade per la produzione di prosciutti a denominazione di origine tutelata secondo disposizioni di una legge dell'85. Una proposta nata dal desiderio di potenziare e accrescere un settore che ha da sempre rappresentato un solido punto di riferimento per l'intera economia agricola sarda e che vanta delle vere e proprie eccellenze meritevoli di essere sempre più riconosciute oltre i nostri confini regionali. Applicazione del pegno, questo strumento tanto antico quanto al contempo attuale, che garantisce innanzitutto di ottenere in tempi rapidi liquidità senza la richiesta di ulteriori verifiche patrimoniali, rivelandosi particolarmente adatto a tipologie di produzione che richiedono una maturazione particolarmente prolungata nel tempo, garantendo altresì la possibilità a piccole e medie realtà ancora emergenti di farsi spazio nel mercato con una serenità assai maggiore. Questa nostra positività circa la buona riuscita del progetto è accresciuta da risultati tangibili avuti già in Friuli con l'applicazione della stessa…

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Giagoni, c'è veramente un brusio fastidiosissimo in aula. Prego.

GIAGONI DARIO (LEGA). Grazie, Presidente. Questa nostra positività circa la buona riuscita del progetto è accresciuta da risultati tangibili avuti già in Friuli con l'applicazione della stessa sui famosi e rinomati prosciutti San Daniele, un impegno che mira ad essere esteso anche ad altri comparti, che funge da ulteriore apripista verso un sempre più costante atto di valorizzazione delle nostre eccellenze enogastronomiche. Grazie, signor Presidente.

PREIDENTE. Io non avrei nessun altro iscritto in fase di discussione generale, quindi darei la parola alla Giunta, che potrà offrirci un approfondito parere in merito.

Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.

MURGIA GABRIELLA, Assessore tecnico dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. Il pegno dei beni mobili è disciplinato dal codice civile nell'articolo 2786 e successivi, e prevede in linea generale la consegna del bene al creditore, che conferisce l'esclusiva disponibilità del bene stesso, cosiddetto spossessamento. Il pegno sul prodotto, costituito prima sui prosciutti con la legge 24 luglio 1985 numero 401, è poi stato esteso anche ai prodotti lattiero-caseari a denominazione di lunga stagionatura. Quindi, lo strumento, come abbiamo visto, è stato utile ed è stato apprezzato dal sistema di tutte le imprese. Questa proposta di legge prevede che il pegno possa essere costituito con le stesse modalità anche sui prodotti vitivinicoli a lunga maturazione, a denominazione di origine controllata, quindi DOP, e indicazione geografica tipica, IGP. L'esigenza di estendere questo istituto ai prodotti vitivinicoli era già stata segnalata più volte dal sistema bancario sollecitato in proposito dagli stessi produttori.

Quindi la proposta di legge va in questa direzione, e ringraziamo il presidente della Commissione Maieli per averla proposta e tutti i consiglieri firmatari della proposta. Quindi, il parere della Giunta non può che essere favorevole.

PRESIDENTE. Non sono stati presentati emendamenti, quindi io metterei in votazione il passaggio alla votazione della legge. Degli articoli. Elettronico? Perfetto.

Ha domandato di parlare il consigliere Michele Ciusa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CIUSA MICHELE (M5S). Volevo annunciare il voto favorevole del Gruppo Movimento 5 Stelle ad una proposta che va a favore della categoria. Dare maggiore accessibilità al credito è da sempre un aspetto in cui noi crediamo fortemente, e quindi il nostro voto non può che essere favorevole. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Angelo Cocciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCIU ANGELO (FI). Solo per dichiarare il voto favorevole del Gruppo di Forza Italia e ringraziare l'onorevole Maieli per aver posto in essere un disegno di legge così importante, è qualcosa che si aspettava da tempo, che darà sicuramente un po' di ossigeno all'intera categoria. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gianfranco Ganau per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

GANAU GIANFRANCO (PD). Anche io per dichiarare il voto favorevole del Gruppo del Partito Democratico a questo provvedimento, che propone un'estensione del pegno sui prodotti vitivinicoli in lavorazione, sulla base di quanto già in essere e sperimentato con successo per quanto riguarda la produzione di prosciutti e successivamente esteso ai prodotti lattiero-caseari. È una proposta che quindi va a sostegno di un settore produttivo in forte crescita e determinante per l'assetto economico della nostra Regione. Per cui non possiamo che votare favorevolmente e ringraziare i proponenti per l'iniziativa.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Domenico Gallus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

GALLUS DOMENICO (UDC). Grazie, Presidente, Assessori e colleghi. Anche il Gruppo dell'UDC dà assolutamente il voto favorevole a questa iniziativa e, a nostra volta, ringraziamo i proponenti e ovviamente ringraziamo anche l'Assessore.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Franco Satta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SATTA GIAN FRANCO (Progressisti). Grazie, Presidente. Intervengo Per dichiarare il voto favorevole dei Progressisti, in quanto è stata licenziata all'unanimità dalla quinta Commissione e quindi il voto è assolutamente favorevole. Grazie.

PRESIDENTE. Passerei ora alla votazione per il passaggio all'esame degli articoli. È stato chiesto il voto elettronico.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, per il passaggio all'esame degli articoli.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Poiché la proposta di legge è formata da un solo articolo, metteremo in votazione direttamente il testo di legge, senza passare dalla preventiva approvazione dell'articolo medesimo. Immagino che si chieda la votazione elettronica.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa Per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Grazie, Presidente, intervengo per dichiarazione di voto. Il Gruppo dei Riformatori voterà a favore della proposta di legge, che valutiamo molto positivamente. Un ringraziamento al relatore Maieli, alla Commissione e all'Assessore per il lavoro svolto proficuamente in queste settimane.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (LEU). Intervengo per ringraziare l'onorevole Maieli per questa proposta di legge, che sicuramente è positiva, e per dichiarare il voto a favore mio personale, e del mio Gruppo.

PRESIDENTE. Ricordo quindi che la proposta di legge, oltre ai firmatari, è stata integrata, così come annunciato nell'intervento dell'onorevole Giagoni, dai consiglieri Canu, Piras, Giaconi, Ennas, Saiu, anche Manca e Mele. Passiamo quindi alla votazione del testo, la votazione finale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della proposta di legge nazionale numero 4.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Paolo Mula. Ne ha facoltà.

MULA FRANCESCO PAOLO (PSd'Az). Presidente, chiedo una breve sospensione.

PRESIDENTE. Sospensione accordata, il Consiglio è sospeso.

(La seduta, sospesa alle ore 11 e 13, viene ripresa alle ore 11 e 32.)

PRESIDENTE. Prego i colleghi di prendere posto, stiamo riprendendo i lavori d'Aula.

Onorevole Satta, assessore Sanna, onorevole Mura, onorevole Ennas, prego prendiamo posto. Riprendiamo i lavori.

Informo l'Aula che il presidente Solinas purtroppo ha un ritardo di qualche minuto, sta arrivando, tuttavia la proposta che faccio è che, in attesa del suo arrivo, si possa procedere quantomeno con l'illustrazione, se non la discussione e la votazione, dei punti all'ordine del giorno che abbiamo in scaletta e nel momento in cui arriva il Presidente della Regione sospendere ed iniziare la risoluzione, questo per dare produttività ai minuti d'attesa. Purtroppo l'amministrazione, la gestione e il governo creano anche questi impedimenti, quindi io farei questo tipo di proposta.

Invito l'onorevole Giagoni a procedere all'illustrazione della mozione numero 34, di cui è primo firmatario; inizierà l'illustrazione dopodiché, ribadisco, inizieremo la discussione; nel momento in cui dovesse arrivare il Presidente si interromperà la discussione della mozione e si passerà direttamente al punto numero 2, cioè alla discussione della risoluzione sugli accantonamenti.

Discussione della mozione Giagoni - Saiu - Canu - Ennas - Manca Ignazio - Mele - Piras sulla emanazione di una deliberazione della Giunta regionale che impartisca ai Comuni le direttive per l'immediato adeguamento alla Legge 30 dicembre 2018, n. 145. (34)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 34.

Dichiaro aperta la discussione.

Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.

GIAGONI DARIO (LEGA). Signor Presidente, onorevoli colleghi e colleghe, signore e signori Assessori, il turismo balneare rimane attualmente il principale attrattore turistico della Sardegna…

PRESIDENTE. Mi scusi onorevole Giagoni, io non mi sono accorto, ma credo che l'onorevole Cocco volesse intervenire sull'ordine dei lavori. Mi perdoni, onorevole Giagoni.

Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (LEU). Io chiedo che vengano rispettate le decisioni assunte in Conferenza dei Presidenti di Gruppo, perché in Conferenza dei Presidenti di Gruppo avevamo detto, qualche minuto fa, che noi avremmo iniziato i lavori con la legge con l'onorevole Maieli come primo firmatario, una volta terminata la discussione e l'approvazione di quella legge saremmo passati alla discussione della risoluzione. Cioè non è che poi, senza riconvocare i Capigruppo, si decide di variare l'ordine del giorno con l'anticipazione di altri punti. Vorremmo almeno essere informati e condividere un percorso che è diverso rispetto a quello che era stato precedentemente stabilito. Solo per questo.

PRESIDENTE. Onorevole Cocco, io condivido assolutamente, tanto è vero che la mia è stata una proposta. Allora non si modifica assolutamente la decisione assunta in Conferenza di Capigruppo. L'esigenza è solamente quella di dare proficuità ai minuti d'attesa che ci separano rispetto all'arrivo del Presidente. Le soluzioni sono due: o fare una sospensione, e quindi non lavorare, oppure riempire questo spazio con la prosecuzione dei lavori, così come all'ordine del giorno, ma nel momento in cui dovesse arrivare il Presidente la discussione verrà sospesa e si passerà immediatamente alla discussione della risoluzione. Era solo per dare…

COCCO DANIELE (LEU). Io voglio finire il mio intervento.

PRESIDENTE. Prego onorevole Cocco.

COCCO DANIELE (LEU). Io credo che se noi iniziamo la discussione di questa mozione, che tra l'altro è una mozione anche importante, non di poco conto, se si inizia la discussione io credo che vada portata sino al termine, cioè mi sembra davvero inusuale, per non dire altro, che si sospenda la discussione di una mozione, con gli interventi poi che sicuramente si succederanno, non stiamo parlando di una mozione così, campata in aria, è una mozione importante. Per cui io credo, questa è la mia posizione e la posizione del mio Gruppo, che se si inizia la discussione di questa mozione vada a questo punto portata a termine.

PRESIDENTE. No, onorevole Cocco, su questo non vi è assolutamente dubbio. Si tratta una mozione importante, però il metodo è lo stesso che abbiamo utilizzato per quanto riguarda la proposta di legge sul pegno ai prodotti vitivinicoli. Si tratta solamente di dare proficuità al tempo di sospensione, dopodiché se l'Aula ritiene di sospendere i lavori in attesa dell'arrivo del Presidente lo può pure fare, però io ritengo che sia opportuno continuare a lavorare e nel momento in cui dovesse, così come succederà, arrivare il Presidente si sospende la discussione della mozione e la si riaffronta nella seduta prossima, che ricordo essere domani e dopodomani. Quindi non c'è nessun tipo di impedimento. Quindi onorevole Giagoni prego.

GIAGONI DARIO (LEGA). Di nuovo grazie, quindi riprendo.

Il turismo balneare rimane attualmente il principale attrattore turistico della Sardegna. Fortunatamente il settore garantisce impiego e possibilità di investimento a molti operatori del settore, che però spesso vedono i loro guadagni traballare o ancor peggio il loro futuro essere reso incerto da leggi e regolamentazioni che non sempre garantiscono la tutela delle piccole e medie imprese, vere perle economiche da rivalutare e tutelare, non solo a livello regionale, ma anche sull'intero panorama nazionale. Forti di questa convinzione abbiamo già da tempo intrapreso un percorso di dialogo e di necessario supporto alle piccole imprese balneari sarde, impegno coronatosi con la disposizione in legge, la numero 145 del 30 dicembre 2018, che prevede l'estensione di quindici anni del termine di scadenza delle concessioni demaniali marittime. Un percorso di forte coerenza che abbiamo portato avanti dal 2018, quando alle politiche Lega e PSd'Az. si sono presentati per il Governo nazionale insieme alle altre forze del centrodestra, che sono Fratelli d'Italia, Forza Italia e anche l'UDC. Questa legge, che è stata approvata anche dai colleghi qua in Aula, dei 5 Stelle, è uno spot che abbiamo sempre portato avanti durante la nostra campagna elettorale, oltre a parlare di "stop Fornero", oltre a parlare di "stop immigrazione", abbiamo detto anche "stop Bolkenstein". Quindi ci siamo ritrovati seduti con l'attuale Presidente della Giunta al Senato, adesso il ruolo è ricoperto dalla nostra senatrice Lina Lunesu, e se ci ritroviamo in quest'Aula è grazie anche a quel processo, a quel progetto, a quell'idea che abbiamo portato avanti durante la campagna elettorale del 2018. Un programma, come dicevo prima, abbracciato anche dai colleghi qua dei 5 Stelle a seguito della stipulazione del famoso contratto. In sostanza un tema che dovrebbe toccare e accomunare le linee guida di tutta la maggioranza e di buona parte della minoranza stessa in quest'Aula, non dimentichi del fatto che la misura summenzionata è stata considerata di fondamentale importanza dal Legislatore al fine di permettere alle imprese di far ripartire gli investimenti e consolidare le attività imprenditoriali. Sono infatti parecchi gli imprenditori operanti sul territorio regionale che si sono visti negare in sede bancaria, e qua mi ritrovo un documento, faccio lettura di questo documento: "Facciamo seguito alla richiesta di finanziamento a medio e lungo termine presentata da ( non posso fare nomi) a nostro Istituto per significarle quanto segue: abbiamo esaminato nel dettaglio il business plan da lei presentatoci e raffrontato i ricavi attuali con quelli previsionali derivanti dallo sviluppo dell'iniziativa. Riteniamo il progetto economicamente valido e in grado di aumentare la capacità competitiva dell'azienda nel breve periodo. Tuttavia però il mancato recepimento reso operativo da parte dei Comuni della proroga di 15 anni delle concessioni demaniali stabilite (come ho detto prima) dalla legge 145 del 30 dicembre 2018, attraverso la definizione anche del piano di utilizzo dei litorali, ci impedisce di dare seguito alla sua richiesta". Questa è una delle imprese che purtroppo ora non avrà a disposizione dei soldi per poter rinnovare la propria azienda e dovrà forse mandare a casa qualcuno perché non avrà la possibilità di affittare e noleggiare quello che sta all'interno della propria concessione. Un trattamento ingiusto nei confronti di chi svolge tale attività solo ai fini prettamente economici, ma garantisce servizi di utilità. Io ho anche lavorato all'interno di una concessione demaniale, coloro che hanno una concessione demaniale hanno anche una responsabilità, hanno un defibrillatore, hanno fatto un corso, hanno anche dei bagnini che vigilano su quelle spiagge, ma non vigilano solo su quella concessione, vigilano su tutto l'ambito. Quindi, chiedo a questo Governo regionale di fare molta attenzione e di portare avanti, spero in tempi abbastanza brevi, e di recepire come l'ha fatto il Governo della Puglia, come l'ha fatto il Governo della Toscana (il Governo della Toscana noi sappiamo è un Governo PD, è un governo rosso, anche loro hanno recepito questa legge), la Puglia, l'Abruzzo, la Sicilia, noi siamo sempre il fanalino di coda. Quindi, chiedo di avere la massima attenzione per quanto riguarda questo reparto, meritano la nostra stima perché danno lavoro, offrono lavoro e sono da 10, 15, 20 anni di famiglia in famiglia, sennò rischiamo di mandarli per strada.

Per le ragioni prima menzionate che per non avere il proprio desiderio di tutelare il patrimonio storico ed identitario della piccola impresa balneare italiana, ci confrontiamo anche col Ministro del turismo Gian Marco Centinaio, tanto citato da qualcuno qua in Aula, ma non si cita solo per le questioni che riguardano l'agricoltura, si cita anche per quello che ha fatto per i balneari. Quindi chiedo gentilmente a questo Governo regionale, in modo tempestivo, l'applicazione di questa legge o con una delibera, come ha fatto il Governo della Toscana, oppure con un decreto, come ha fatto il Governo della Sicilia. Chiedo quindi l'impegno da parte del Presidente della Regione - che tra un po' sarà qui in Aula - all'Assessore, al collega dottor Quirico Sanna, a procede senza alcun indugio all'emanazione di una delibera di Giunta che impartisce ai Comuni direttive per l'immediato adeguamento della legge numero 145, con conseguente formalizzazione sui titoli concessori della nuova scadenza ex lege, totalmente certi di trovare nei nostri alleati e anche all'opposizione, credo, tutti quanti credo siamo sensibili davanti a questo tema, interlocutori accorti e zelanti tanto quanto il nostro ministro Centinaio. Grazie, signor Presidente.

PRESIDENTE. Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.

E' iscritto a parlare il consigliere Giuseppe Meloni. Ne ha facoltà.

MELONI GIUSEPPE (PD). Signor Presidente, Assessore, colleghi, credo che l'onorevole Giagoni abbia fatto bene a portare all'attenzione di quest'Aula, con una mozione, questo tema. L'avrei fatto io sinceramente se non l'avesse fatto lui, poi ho visto che il tema è entrato nella calendarizzazione del Consiglio e quindi è stato sufficiente ed è sufficiente per il momento, quanto meno per la discussione, questa mozione. È un tema che, perdonatemi se parlo anche di casa mia, ma il caso è diventato un caso europeo, si può dire, è un tema che conosco abbastanza bene se non altro per essere stato Sindaco di quel Comune che è arrivato fino alla Corte di giustizia europea sul tema delle concessioni demaniali. C'è arrivato perché nel 2012, poco prima che diventassi Sindaco, l'allora Sindaco decise di non riconoscere le concessioni in essere nel territorio di Loiri Porto San Paolo di poter procedere con l'approvazione come ha fatto il piano di utilizzo del litorale e di poter assegnare, come ha fatto a metà, le nuove concessioni ai nuovi aggiudicatari pensando di estromettere i vecchi concessionari. È una vicenda che io mi sono dovuto ritrovare subito appena fatto Sindaco perché stiamo parlando di un periodo praticamente della fine del mandato del mio predecessore e potete immaginare cosa è successo, io ho dovuto, al di là della mia opinione, seguire e continuare un'azione amministrativa che era in piedi, giudiziaria, prima davanti al TAR e poi davanti alla Corte di giustizia europea, al di là ripeto della mia opinione per tutelare gli interessi del Comune che in quel momento, anche economici, erano davvero a rischio. Il Sindaco era un Sindaco notoriamente un dirigente gallurese di Forza Italia che decise di non riconoscere questa proroga. Non vi annoio su tutte le vicende che ci sono state, vi dico solo che in buona sostanza l'epilogo davanti al Tribunale amministrativo regionale si è avuto quando c'è stata una sostanziale cessazione della materia del contendere con la nuova legge, la legge di stabilità 2019 approvata nel dicembre del 2018 dal Parlamento, con la nuova legge che appunto oggi rispetto alla quale stiamo discutendo, rispetto alla quale si chiede una emanazione dei provvedimenti, direttive o quant'altro in capo a questa Giunta regionale affinché i Comuni in Sardegna non facciano da sé. Sta succedendo che ci sono Comuni che decidono di riconoscere quella proroga, ci sono Comuni che decidono, come fece a suo tempo Loiri Porto San Paolo di non riconoscerla minimamente, un Comune noto a tutti, il Comune di Olbia non è proprio l'ultimo in Sardegna, guidato da un Sindaco che è in prima linea in questa Amministrazione regionale che non riconosce le proroghe disposte del Governo giallo-verde. Poi ci sono altri Comuni invece che le hanno riconosciute, e ci sono comuni che sono nel limbo, non sanno cosa fare e attendono delle indicazioni perché poi non è solo un problema di Giunte e Sindaci, è un problema spesso di funzionari che debbono prendere decisioni importanti e senza avere delle indicazioni, senza ulteriori passaggi quantomeno in termini di direttive che consentano loro di potersi muovere non hanno minimamente idea di come procedere. Diciamo che, come ha detto bene l'onorevole Giagoni, questo tema è stato un tema molto dibattuto in campagna elettorale, anche delle regionali. Ci sono state tante promesse in particolare arrivate da quei banchi ai vecchi concessionari sul fatto che avrebbero avuto la possibilità di poter rimanere per tanto tempo, in buona sostanza con una fuoriuscita dalla direttiva Bolkestein, tanto tempo sulle spiagge senza doversi sottoporre a procedure di evidenza pubblica. Ora arriva il bello: dalle promesse occorre passare ai fatti e il governo, con il ministro Centinaio, io la penso differentemente dall'onorevole Giagoni, perché non è proprio una garanzia se si pensa appunto a come ha gestito la vertenza latte, in autunno - ammesso che il governo duri - capirà quanto quelle promesse fossero meramente elettorali. Ovviamente occorrerà avere la scadenza di legge prevista nella "145" del 2018.

Noi abbiamo superato quella scadenza che se non sbaglio era a fine aprile, entro la quale avremmo dovuto dare delle spiegazioni ulteriori. Io vedo che il tempo sta terminando, non posso dire tutto quello che vorrei dire, lo farò probabilmente successivamente, ma penso che occorra, mi viene in mente un editoriale di Eugenio Scalfari di dieci giorni fa dove parla di questo Governo rievocando il duetto di dottor Jekyll e mister Hyde, coniato nella fine Ottocento da Stevenson. Io credo che anche in Regione non occorra giocare a più parti con un duetto allargato come è stato fatto, lo dirò nel corso delle dichiarazioni di voto perché il tempo…

PRESIDENTE. Trenta secondi.

MELONI GIUSEPPE (PD). … io credo che non bisogna giocare a più parti qua, occorre che ci sia una voce unica da parte della maggioranza che dica ai Comuni cosa occorra fare rispetto all'applicazione della norma nazionale, non c'è più tempo per litigare fra voi così come fanno a Roma.

PRESIDENTE. Ho iscritti alla lista 7 interventi.

E' iscritto a parlare il consigliere Andrea Piras. Ne ha facoltà.

PIRAS ANDREA (LEGA). La rideterminazione pari a 15 anni dei termini delle concessioni demaniali marittime a partire dallo scorso mese di gennaio e fino al 2034 è una misura indispensabile per il settore di impresa a vocazione turistico-balneare. Anche solo un ritardo nell'applicazione della legge in questione, la numero 145 del 2018, causerebbe danni non sostenibili dall'economia sarda. Le piccole imprese balneari dalla Sardegna non possono pianificare gli investimenti né programmare miglioramenti a causa delle difficoltà di dialogo con il credito bancario. Il settore turistico-balneare si trova ora sovraesposto anche a causa dei terribili eventi atmosferici dello scorso inverno, danni non prevedibili alle infrastrutture, spese per pulizia straordinaria degli arenili a causa dei detriti delle mareggiate gravano sui bilanci delle imprese in maniera non sostenibile se non ripartiti in termini adeguati delle concessioni demaniali. Altro deleterio effetto è l'aggravarsi della precarietà dei posti di lavoro che una programmazione fatta solo nel brevissimo periodo inevitabilmente produce. Si sollecita dunque questo Esecutivo perché emani direttive tese all'immediato adeguamento alle disposizioni della legge statale citata ed auspico che questa mozione presentata dalla Lega venga condivisa a larga maggioranza da questo Consiglio.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Roberto Li Gioi. Ne ha facoltà.

LI GIOI ROBERTO (M5S). Il problema della mancanza di una certezza di diritto per quanto riguarda l'attività dei balneari è sicuramente molto importante e deve essere risolto immediatamente, e noi come Gruppo Movimento 5 Stelle auspichiamo l'immediato adeguamento alla legge del 30 dicembre 2018 numero 145. Questo perché parliamo di una categoria, i balneari, che contribuisce in maniera elevata, anzi molto elevata in proporzione al PIL della nostra Regione. Una categoria che garantisce centinaia e centinaia di posti di lavoro, una categoria che ha diritto all'accesso al credito, abbiamo votato qualche decina di minuti fa una legge che permette l'accesso al credito anche per i produttori vitivinicoli, ecco a noi sembra giusto che l'accesso al credito sia garantito anche a una categoria come quella dei balneari che svolge una funzione fondamentale per quanto riguarda la cura anche degli arenili e la sicurezza anche dei bagnanti, dato che offrono dei servizi che vanno anche aldilà di quello che è il loro lavoro, di quello che è il loro ingresso di reddito. Riteniamo che questo sia fondamentale per la cittadinanza e noi siamo qua per fare il bene, gli interessi dei cittadini sardi aldilà delle diatribe che possono esserci in Parlamento e che sicuramente non ci riguardano. Noi come Movimento 5 Stelle ci siamo immediatamente prodigati dalla parte dei balneari accelerando la risoluzione, portando il termine che inizialmente ricorderete era di trent'anni, ma avrebbe comportato un iter legislativo troppo lungo, a 15 anni e quindi contribuendo in maniera fondamentale poi all'inserimento nella legge di bilancio di questa normativa che come è stato detto giustamente dall'onorevole Giagoni è stata già recepita da Liguria, Toscana, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia. Noi siamo una Regione che è, ovviamente essendo un'isola, completamente circondata da arenili e quindi nella quale vivono di questo e danno servizi di questo centinaia di operatori che hanno il diritto di avere certezza per il mantenimento delle proprie famiglie. Stiamo parlando di qualcosa di veramente essenziale e che quindi prescinde, ripeto, dai colori politici, e io ritengo e auspico che questo Consiglio regionale approvi in maniera celere e in maniera il più coinvolgente possibile questa normativa permettendo quindi ai balneari di poter dare una certezza al proprio lavoro e poter vivere con tranquillità.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giovanni Satta. Ne ha facoltà.

SATTA GIOVANNI (PSd'Az). Ho ascoltato con interesse l'intervento dell'onorevole Giagoni che come me arriva da un'area geografica della Sardegna dove penso che risiedano il 70 per cento delle concessioni balneari, quindi probabilmente anche lui tra i suoi elettori, le persone che comunque vivono in quel territorio, ha sentito fortissima l'esigenza di questi imprenditori che come è stato ribadito nei precedenti interventi sono fortemente critici nei confronti di chi non gli concede di avere una stabilità di investimento, una stabilità di operatività. Però, c'è un però, io stesso ricevo quotidianamente sollecitazioni affinché la Regione prenda posizione, così come hanno fatto altre regioni d'Italia, che quindi si sono adeguate al decreto di stabilità presentato dal Governo nel dicembre del 2018, però se noi leggiamo attentamente quello che succede in questi giorni bisogna stare attenti, non bisogna cadere nel populismo e nella demagogia perché lo stesso ministro Centinaio ha fatto una piccola retromarcia, nel momento in cui dice che anche i rinnovi di 15 anni vanno a bando, queste sono dichiarazioni personali del ministro Centinaio contro le quali sono intervenuti recentemente Fratelli d'Italia e Forza Italia nei lavori alla Camera e hanno dichiarato che bisognerebbe invece agire diversamente. Bisognerebbe che il Governo italiano vada a trattare con la Comunità europea per avere un superamento soprattutto in alcune parti delle direttive Bolkenstein perché purtroppo in Italia, e questo per chi ha almeno il minimo comune denominatore di quelli che sono gli elementi di giurisprudenza, dovrebbe sapere che la direttiva comunitaria ha grado di rango superiore rispetto alla norma ordinaria dello Stato, per cui ha lo stesso valore di una norma costituzionale. Per cui nel momento in cui lo Stato italiano fa una legge che è in contrasto con una direttiva europea, questa ovviamente rischia di essere considerata incostituzionale. Quindi io penso che aldilà della demagogia ben venga la mozione del collega Dario Giagoni che ha aperto una discussione sull'argomento, ma io credo che bisogna essere un pochino più cauti quando si affronta un argomento così delicato perché da una parte vorremmo dare risposta a questi imprenditori che come è stato detto animano le nostre coste e sono anche un fiore all'occhiello dell'economia sarda con fatturati anche molto importanti, però bisognerebbe anche essere sicuri quando gli si danno le risposte. Chiunque abbia amministrato un Comune, una provincia o comunque un ente, sa benissimo che molte volte si vorrebbero fare delle scelte, ma queste non si possono fare perché sono in contrasto con la legge.

Quindi io poi tra l'altro non posso dire diversamente, oltre che estimatore sono anche amico dell'Assessore Quirico Sanna, il quale dal primo giorno che si è insediato sente forte questo problema, lo sta affrontando con determinazione, sta studiando quelle che possono essere le soluzioni da trovare, però essendo anche lui un avvocato, quindi un giurista, non può cadere nella demagogia, non può fare false promesse, non può fare un atto tanto per farlo. Quindi io credo che visto che siamo anche ad agosto inoltrato, quindi la stagione è anche decollata, per cui non potremo sicuramente incidere da domani mattina in quella che è stata la gestione delle dell'attività balneari, ma potremo farlo tranquillamente anche se noi a settembre avremo chiarito meglio quella che sarà la posizione del Governo, e soprattutto il rapporto che il Governo vorrà instaurare con la Comunità europea. Penso che questo sia fondamentale, penso che sia importante iniziare a discuterne, ma bisogna anche essere concreti e bisogna sapere che quando si fanno delle leggi, io sono stato qua a tre anni, e vi posso garantire che, me ne sono testimoni anche i colleghi del centrosinistra, spesso le nostre leggi sono state rimandate indietro dalla stesso Governo perché erano considerate, almeno in alcune parti, incostituzionale e comunque non applicabili. Basti pensare, mi sembra che fosse il mese di novembre o di dicembre, noi siamo andati ad approvare il passaggio dei lavoratori di Forestas tra i dipendenti regionali, e quella legge venne rimandata indietro, e abbiamo dovuto fare i salti mortali per riapprovarla nello scorso mese di febbraio, proprio a scadenza elettorale, per dare una risposta concreta, correggendo quella norma nelle parti in cui il Governo ci aveva detto che non era assolutamente in regola con i dettati della Costituzione Italiana. Stessa cosa potrebbe succedere se noi oggi emanassimo, è vero che l'hanno fatta le altre Regioni, quindi l'Assessore comodamente potrebbe anche dire il Consiglio mi ha dato mandato quindi scarico le responsabilità sul Consiglio, ma credo che da persona seria qual è non voglia fare questo, voglia affrontare con serietà e una volta per tutte il problema, senza andare a scopiazzare quello che hanno fatto le altre Regioni, che magari all'indomani di una sentenza della Corte europea potrebbero essere indicati come quelle persone che hanno applicato una norma che è in contrasto con le norme europee, e quindi addirittura con la Costituzione.

Quindi spero che questo porti buon senso, ben venga la discussione, ma agiamo secondo quello che il dettato della legge ci impone. Perché noi abbiamo anche giurato fedeltà a quelle che sono i principi della Costituzione italiana. Grazie.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Presidente, il tema, come ha detto in precedenza l'onorevole Satta e prima ancora l'onorevole Meloni, è conosciuto e noto almeno a tutti coloro che hanno amministrato un Comune, una città, e anche solo abbiano un fazzoletto di territorio sul mare. E mi convince molto il ragionamento sul non semplificare cose complesse, perché nella semplificazione delle cose complesse che riguardano investimenti di privati e posti di lavoro, il rischio è che soccombano privati e posti di lavoro. Le vicende sono diversissime tra loro, vi sono concessioni demaniali, sul demanio dello Stato, dove opera anche in parte in deroga la Regione, che risalgono nel tempo. Sono datate decenni e decenni orsono. Vi sono concessioni demaniali sul demanio regionale e sul demanio statale più recenti, vi sono stati bandi e assegnazioni anche le settimane scorse, e vi sono interventi con legge nazionale non in sintonia con la normativa europea. Noi dobbiamo sapere che è l'ennesima volta, dicevano l'onorevole Satta, che si va in controtendenza, o meglio in violazione di direttive e normative europee, e noi rischiamo di creare una percezione di certezza verso il futuro per molti concessionari che invece potrebbero perdere il titolo. Vi invito a controllare quello che è accaduto il 19 luglio, in relazione a una vicenda che ha riguardato un importante, non chiosco, ma un'importante concessione demaniale statale, mi pare nella costa ligure. Tanto si è dato affidamento a quel proprietario che nell'ambito delle diverse sentenze, fino alla Cassazione, poi oggi si andrà a livello europeo, si arriva a ipotizzare, più che un'ipotesi, è un'ipotesi di reato, l'occupazione abusiva di suolo demaniale. Figuriamoci quale problema abbiamo creato a quell'imprenditore nel dargli la percezione della certezza del titolo nella concessione. L'altro elemento è che sembrerebbe, ed è per quello che il ministro Centinaio vista la mala parata delle ultimi azioni, perché a fronte di chi ha il titolo, e di chi ha una proroga per 15 anni in base alla legge nazionale, ci sono altri mille che vorrebbero partecipare ad una gara per ottenere quella concessione, e uno di quei mille ha fatto ricorso. E alla fine è vero che la giustizia è lenta, ma qualche volta le sentenze arrivano, e si è creato questo precedente. Tant'è vero che il ministro Centinaio interviene perché inizia a non avere più la certezza granitica di quel provvedimento, e quindi non volendo neanche dare un'apertura di disponibilità senza avere una certezza, a un settore, un mondo oggettivamente di imprenditori, un tessuto economico produttivo che genera occasioni di lavoro eccetera, inizia ad andarci con i piedi di piombo e andare cauto. Perché parrebbe per quanto riguarda le proroghe stabilite per legge non si applichino alle concessioni precedenti il 2001, la maggior parte delle nostre precedono il 2001, in base alla legge numero 88 del 2001, che abolì il meccanismo di rinnovo automatico.

L'altro elemento è, chiariamoci anche sui concetti e sui temi. In discussione non vi è l'elemento che ci possano essere servizi di spiaggia nella disponibilità ovviamente di turisti e cittadini nelle spiagge sarde, o italiane, il tema è se è giusto, questo pone la Bolkestein, che colui che ottenne il titolo con un affidamento diretto a suo tempo, senza gara e bando, sia rispettoso questo della libera concorrenza nell'ambito della intrapresa economica privata. Non c'è la negazione di collocare un servizio sul demanio legato alla balneazione o quant'altro, c'è questo aspetto, ed è su questo che poi la direttiva Bolkestein interviene e stanno intervenendo anche le sentenze. Le concessioni quindi non sono identiche tra loro. Io penso che in alcuni casi si debba lasciare anche ai Comuni e alla Regione la possibilità di mandare a gara, perché in alcuni casi si è parlato di concessioni demaniali, non si parla di concessioni dei porti. Vi sono porti turistici in Sardegna gestiti in modo eccellente, con le bitte pulitissime, con gli ormeggi perfetti, con tutti i servizi erogati ai diportisti. Vi sono porti che definirli porti si fa un insulto alla nautica da diporto. In quel caso più si dà la possibilità di non fare investimenti avendo una certezza di utilizzo di quel luogo sine die, e meno ci sarà il potere del pubblico, del Comune, della Regione, di poter intervenire anche incalzando dicendo io il porto lo voglio così, con questi servizi e gestiti in questo modo, perché deve essere un fiore all'occhiello dell'accoglienza turistica in Sardegna. L'altro elemento è chi sono i concessionari?

In molti casi i concessionari non sono più quelli di un tempo, o meglio, rimane il vecchio concessionario nella partecipazione azionaria all'1 per cento, la proprietà è diventata di altri. Ci sono tutte queste vicende che vanno approfondite e verificate. Ovviamente, e chiudo, in questo caso noi alteriamo la libera possibilità dei Comuni anche di intervenire, perché gli diamo la possibilità solo di fotografare l'esistente. Quindi ci sono una serie di meccanismi e di dinamiche complesse. Termino, Presidente, sono d'accordissimo che non si possa andare però a concessioni di brevissima durata perché nessuno fa investimenti milionari, se non ha un tempo di cinquanta, trent'anni, o quel che è, per far rientrare quegli investimenti.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Cocco, dopodiché ho solamente l'onorevole Mula, la proposta che faccio è di sospendere quindi dopo l'intervento dei due consiglieri che si sono prenotati e rinviare poi per quanto riguarda la prosecuzione della votazione della medesima mozione ad altra data.

È iscritto a parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (LEU). No, volevo dire che avrei rinunciato però se lei parla così tanto è inutile che rinunci io, scherzo ovviamente, rinuncio Presidente.

È iscritto a parlare il consigliere Francesco Mula. Ne ha facoltà.

Concludiamo con lei, a meno che lei non voglia rinunciare.

MULA FRANCESCO (PSd'Az). No Presidente, intanto gli interventi dei colleghi sono stati interventi molto interessanti perché è un argomento naturalmente molto sentito, anch'io provengo da un territorio dove, grazie a Dio, concessioni demaniali ne abbiamo e anche di una certa entità, e naturalmente c'è forte preoccupazione per quanto riguarda la possibilità o meno di poter fare questa benedetta proroga, però mi associo alle parole che poco fa ha pronunciato il collega Giovanni Satta, cioè noi dobbiamo trovare il modo, poi io illustrerò, anzi passerò, un ordine del giorno che io ho predisposto per cercare di trovare il modo dove noi non andiamo a forzare la mano oggi in questo preciso momento perché ancora di concreto praticamente non c'è nulla, lo stesso Ministro, ho qui delle dichiarazioni dove sostanzialmente ci stanno lavorando, e questo naturalmente è apprezzabile, però lo scoglio della Bolkestein non è superabile così come qualcuno ha pensato, non è che si possono fare rinnovi tout-court eccetera, lo stesso Ministro dichiara che ci stanno lavorando, è questione di giorni e uscirà un DPCM, del quale noi abbiamo visto anche una bozza, ma naturalmente è una bozza, non stiamo lì a dire oh promettere false illusioni, però è naturale ripeto che sia un problema molto sentito, quindi io non vorrei essere ripetitivo, anche per cercare di stringere un attimino i tempi perché ci sono altri colleghi che vorrebbero intervenire, ho preparato un ordine del giorno dove sostanzialmente riprendiamo tutte le sensibilità che sono emerse in quest'Aula cercando anche di prenderci un attimino di tempo affinché il Governo possa finalmente a partorire questo DPCM che sostanzialmente sembrerebbe racchiuda anche la volontà della Comunità Europea per poter superare questo scoglio, naturalmente sappiamo quali sono le difficoltà oggi dei nostri imprenditori che non hanno certezze, quindi pensare oggi di fare investimenti quando nel 2020 queste concessioni dovranno e arriveranno a scadenza, è naturale che sarebbe una un grosso problema quindi Presidente se se lei è d'accordo, nel mentre poi i colleghi continueranno ad intervenire, io farei copia, darei naturalmente ai Capigruppo per cercare di capire se c'è la volontà o meno, poi facciamo magari due minuti di sospensione veloci per capire se c'è la volontà o meno a divenire ad un ordine del giorno che sia condiviso.

PRESIDENTE. Io apprezzo assolutamente la sua disponibilità e il suo lavoro teso a trovare un testo condiviso, tuttavia non sono d'accordo perché si produca oggi l'ordine del giorno, si era rimasti d'accordo, io tengo ferme le decisioni che abbiamo assunto in Conferenza dei Capigruppo, ho proposto una illustrazione della mozione in attesa dell'arrivo del Presidente Solinas che è in aula, quindi tutto ciò che attiene la discussione e la definizione di un tema, decisamente il sentito è importante, come quello sollevato dalla mozione di Giagoni potrà essere affrontato anche già nella giornata di domani, quindi io ora sospenderei la discussione della mozione a questo punto e passerei alla discussione della risoluzione sugli accantonamenti, sono le 12 e 17, ci siamo dati, come termine, la mattinata, quindi la mia proposta è quella di passare direttamente alla Risoluzione, penso che abbiano chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori l'onorevole Meloni e l'onorevole Agus.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppe Meloni. Ne ha facoltà.

MELONI GIUSEPPE (PD). Presidente, se ci fosse accordo in Aula su questo ordine del giorno, io vorrei leggerlo ovviamente, Io direi che potremmo approfittare della presenza del Presidente in aula, bentornato Presidente, di modo che si possa affrontare con lui che, insomma, ha anche la sua voce in capitolo in Parlamento, un tema così importante, così sentito in Sardegna rispetto al quale penso che il Presidente abbia tanto da dire, e io direi perché non la chiudiamo questa mozione lo facciamo ora e poi partiamo con un altro argomento altrettanto e ancora più importante quale quello della Risoluzione. Approfittiamo della presenza del Presidente.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Sì per chiedere innanzitutto che si concluda la discussione della mozione anche con il con il parere della Giunta che, probabilmente, vista anche la presenza in Aula del Presidente, può essere utile anche per dipanare alcuni temi e anche perché su un tema come questo io eviterei, soprattutto nel pieno della stagione turistica che al di fuori di quest'Aula alcune persone si facciano false illusioni, perché non è in mano nostra la possibilità di dare garanzie su questi temi, senza una decisione del Governo centrale concordata con l'Unione europea, io credo che su questi temi invece debba esserci la maggior serietà possibile, cioè non è pensabile che nemmeno un operatore al di fuori di quest'Aula possa comprendere male, quindi io credo che oggi, approfittando di tutto questo, sia bene chiudere la discussione, anche perché siamo arrivati ormai al 90 per cento della discussione, non c'è stata solo l'esposizione della mozione, c'è stato un accenno di dibattito, tra l'altro è stato anche un dibattito costruttivo, abbiamo tutti considerato il tema importante, è un tema importante ma non lo si può lasciare al 90 per cento, a questo punto chiudiamo la discussione, questa è la proposta, chiedo anche ai colleghi del partito del PSd'Az di iniziare a far girare anche una bozza eventualmente di ordine del giorno su cui è possibile farci un'idea e magari condividere una posizione.

PRESIDENTE. Facciamo così, sospendiamo il Consiglio sull'ordine lavori, e però si deve prenotare, onorevole Satta, la prenotazione non è alzarsi in piedi ma schiacciare il bottoncino.

Ha domandato di parlare il consigliere Giovanni Satta. Ne ha facoltà.

SATTA GIOVANNI (PSd'Az). Sull'ordine dei lavori molte volte lei non sta attento e non vede che vanno oltre l'ordine dei lavori e non li interrompe, quindi se le regole ci sono per tutti ci sono anche per me, allora, sono d'accordo con l'onorevole Agus, penso sia giusto, visto che durerà dieci minuti al massimo l'intervento dell'Assessore, che poi tra l'altro presumo manifesterà la posizione di tutta la Giunta, quindi sentire l'Assessore, poi magari passare al secondo punto all'ordine del giorno e, nel frattempo, il collega Franco Mula farà girare appunto l'eventuale ordine del giorno, comunque si discuterà un ordine del giorno che sia il più ampiamente possibile condiviso, che potrà essere approvato o a fine di questa giornata oppure anche domani.

PRESIDENTE. Vedo prenotati tanti consiglieri, io sospenderei il Consiglio.

Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Scusi Presidente, io sto diventando un po' allergico alle sospensioni perché poi le sospensioni richiedono tempo e poi alla fine è più il tempo che si trascorre durante le sospensioni che non il tempo che dedichiamo al lavoro, quindi io vorrei fare una modesta proposta. Siccome io credo che la dinamica di stamattina sia legata alla presenza del Presidente della Regione e credo che non dobbiamo nemmeno mettere in difficoltà il Presidente della Regione, quindi se il Presidente della Regione si può trattenere io direi che andiamo avanti e chiudiamo la discussione. Io non sono in grado di quantificare i tempi, se sono dieci minuti non c'è problema.

PRSIDENTE. La seduta è sospesa, ci troviamo come Conferenza dei Capigruppo nella saletta a fianco.

(La seduta, sospesa alle ore 12 e 23, viene ripresa alle ore 12 e 44.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori della seduta.

Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Mura sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

MURA FRANCESCO (Fratelli d'Italia). Presidente, ritengo opportuna, se la volesse concedere, una pausa di cinque minuti per incontrarsi i Capigruppo di maggioranza.

PRESIDENTE. Immediatamente dopo ci sarà la sospensione. In sede di Conferenza dei Capigruppo è emersa la necessità che l'Assessore Sanna riferisca della necessità di approfondimento.

Continuazione della discussione della mozione Giagoni - Saiu - Canu - Ennas - Manca Ignazio - Mele - Piras sulla emanazione di una deliberazione della Giunta regionale che impartisca ai Comuni le direttive per l'immediato adeguamento alla Legge 30 dicembre 2018, n. 145. (34)

PRESIDENTE. Per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze e urbanistica.

SANNA QUIRICO, Assessore tecnico degli enti locali, finanze e urbanistica. Signori consiglieri, onorevole Presidente, onorevole Presidente del Consiglio regionale, in merito alla questione dibattuta il mio ufficio da circa due mesi sta analizzando la normativa e la giurisprudenza in materia con serietà e puntualità, e quello che contraddistingue il Presidente e la Giunta è proprio la serietà nella materia.

Gli impegni presi verranno rispettati, ma rispettati con la serietà dovuta agli operatori balneari, quindi io sarò molto più preciso nel prossimo Consiglio e porteremo la proposta della Giunta. In queste ore, in raccordo con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, stiamo concordando con la Presidenza del Consiglio i Ministri proprio la definizione sulla base del DPCM che stanno emanando. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie, Assessore. La seduta è sospesa per cinque minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 12 e 47, viene ripresa alle ore 13 e 11.)

PRESIDENTE. Prego i colleghi di prendere posto, riprendiamo i lavori dell'Aula, adesso, come concordato, l'ordine del giorno reca la… sull'ordine dei lavori?

Ha domandato di parlare la consigliera Desirè Manca. Ne ha facoltà.

MANCA DESIRÈ (M5S). Presidente, solo per chiedere cinque minuti di sospensione per una riunione di minoranza, grazie.

PRESIDENTE. Il Consiglio è sospeso per cinque minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 13 e 12, viene ripresa alle ore 13 e 26.)

PRESIDENTE. Prendiamo posto, riprendiamo i lavori della seduta.

L'ordine del giorno reca la risoluzione numero 1 sulla ridefinizione dei rapporti economici finanziari tra lo Stato e la Regione Autonoma della Sardegna ai sensi dell'articolo 1 comma 851 della legge numero 205 del 2017 e comma 875 della legge numero 145 del 2018 alla luce dei criteri di contribuzione sanciti nella sentenza della Corte costituzionale numero 6.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (LEU). Grazie Presidente, mi rivolgo a lei, mi rivolgo all'Aula, mi rivolgo al Presidente della Giunta regionale per chiedere una variazione dell'ordine del giorno a nome di tutte le opposizioni chiediamo che il Presidente faccia una comunicazione sullo stato dell'arte del problema che avremmo dovuto discutere con la Risoluzione e con l'impegno, sempre del Presidente, che è al rientro dalle vacanze, alla prima riunione di Aula utile, si porti all'ordine del giorno come primo punto la Risoluzione sugli accantonamenti alla presenza del Presidente. Questo chiediamo e chiediamo all'Aula di esprimersi su questa nostra proposta, anche perché, essendo un tema così importante e così delicato non credo che possiamo limitarci oggi a iniziare la discussione, tra l'altro con la tempistica che ci siamo dati, non si farebbe in tempo neanche a iniziare a fare due o tre dichiarazioni credo che non possiamo permettercelo tutti, grazie.

PRESIDENTE. Grazie onorevole Cocco. In effetti l'ordine di intervento che prevede l'intervento dei due relatori per 15 minuti e 6 minuti a testa certamente porterebbe i lavori della seduta oltre il termine delle 14 e 30 così come stabilito. Ricordo che questo pomeriggio è stato riservato perché la Commissione bilancio esamini il testo dell'importante variazione bilancio, quindi la proposta che fa l'onorevole Cocco mi pare una proposta di buonsenso, però rimetto all'Aula la decisione. Se c'è qualcuno che si oppone lo faccia, altrimenti consideriamo come approvata la proposta dell'onorevole Cocco, così come mi sembra, dando la parola immediatamente per non perdere ulteriore tempo al presidente Christian Solinas, prego.

Comunicazioni del Presidente della Regione Christian Solinas ai sensi dell'articolo 121 del Regolamento su Risoluzione numero 1.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Presidente della Regione.

SOLINAS CHRISTIAN (PSd'Az), Presidente della Regione. Grazie Presidente, colleghe e colleghi del Consiglio, innanzitutto voglio dare atto all'Aula del fatto che la Giunta regionale con propria deliberazione 29/1 del 31 luglio 2019 ha proposto ricorso alla Corte Costituzionale contro l'articolo 33 ter comma 5 lettere a) e c) del decreto legge 30 aprile 2019 numero 34 che è il cosiddetto decreto crescita. Lo abbiamo fatto perché all'interno del decreto, specialmente nella legge di conversione, è previsto, era previsto un termine, che sarà modificato dal Governo per consentire di chiudere la trattativa, ma per un principio di massima cautela e nell'interesse esclusivo della Regione abbiamo ritenuto di dover impugnare la norma e tenere il ricorso pendente fino a che non vi sarà un chiarimento.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIOVANNI ANTONIO SATTA

(Segue SOLINAS CHRISTIAN). La disposizione che censuriamo si inserisce nella complessa vicenda dei rapporti finanziari tra lo Stato e la Regione Sardegna; più volte questo rapporto è stato scrutinato dalla Corte costituzionale ed è stato ridefinito nel corso degli ultimi quindici anni in termini molto più ampi come vertenza entrate. Una vertenza che ha visto le attribuzioni costituzionali e statutarie regionali vulnerate a più riprese e per differenti profili dal legislatore statale. Giova in questa sede ripercorrere in sintesi i passaggi succedutesi nel corso degli ultimi quindici anni di questa annosa vertenza per coglierne appieno il perimetro e la portata, al fine di valutare al meglio gli odierni sviluppi e la trattativa attualmente in corso con il Governo. Farò questa disamina citando e utilizzando spesso quello che la Regione ha rappresentato negli ultimi quindici anni in tutte le sedi giuridiche nelle quali ha inteso tutelare i propri interessi: Corte costituzionale, tribunali amministrativi regionali, e da ultimo, con un articolo 700 d'urgenza, anche presso il Tribunale ordinario. Tutto parte nell'estate del 2005 - e questa data intendo fissarla con chiarezza perché dimostra come il tema della vertenza entrate sia un tema trasversale a più legislature, e che quindi non ha un colore politico definito, ma è un interesse superiore di tutta la Regione Sardegna nel suo complesso - come risulta dal carteggio tra la Ragioneria Generale dello Stato e la Regione, il Ministero dell'economia e delle finanze prendeva atto della necessità di una revisione dell'ordinamento finanziario regionale disciplinato dall'articolo 8 dello Statuto di autonomia al fine di rendere attuale lo strumento di garanzia dell'autonomia economico-finanziaria della Regione, diventato obsoleto a seguito delle riforme della fiscalità che avevano reso parzialmente inoperativo il meccanismo di compartecipazione alle entrate erariali, vigenti a quel tempo. Proprio in considerazione della palese insufficienza del quadro finanziario delle entrate regionali riconosciute espressamente dalla Ragioneria Generale dello Stato, con l'articolo 1, al comma 834, della legge numero 296 del 2006, il Parlamento modificava l'articolo 8 dello Statuto di autonomia aumentando i canali di compartecipazione fissa alle entrate. Contestualmente, lo Stato devolveva alla Regione ulteriori 25 milioni di euro, con il comma 835, ma le imponeva il finanziamento integrale del Sistema sanitario nazionale sul territorio sardo senza alcun apporto a carico del bilancio dello Stato, e trasferiva ancora alla Regione le funzioni relative al trasporto pubblico locale, con la cessione contestuale di Ferrovie Sardegna e Ferrovie Meridionali Sarde, e le funzioni relative alla continuità territoriale, questo nel comma 837. Il comma 838, invece, fissava un tetto progressivo agli oneri aggiuntivi a carico del bilancio dello Stato per l'attuazione del nuovo articolo 8 dello Statuto per le annualità 2007, con 344 milioni, 2008, con 371 milioni, e 2009, con 482 milioni di euro, specificando che la nuova compartecipazione della Regione Sardegna al gettito erariale sarebbe entrata a regime nell'anno 2010. Successivamente all'entrata in vigore del riformato articolo 8 dello Statuto, sorgeva una vastissima controversia tra la Regione e lo Stato concernente l'esecuzione dello stesso articolo. In buona sostanza, il contenzioso ha riguardato i seguenti profili. Primo, l'inerzia o il rifiuto dello Stato di dare esecuzione al riformato articolo 8 attraverso la stipula di un accordo relativo alla capacità di spesa regionale nel contesto di Patto di stabilità interno. A questo proposito la Corte costituzionale, con sentenza numero 118 del 2012, pur dichiarando inammissibile un conflitto proposto dalla Regione contro la nota ministeriale che negava l'accordo sul Patto di stabilità, aveva accolto la tesi della Regione affermando che la riforma dell'articolo 8 dello Statuto non può che riverberarsi immediatamente sull'equilibrio del bilancio regionale, tanto sul lato delle entrate, quanto su quello della spesa. Secondo, altro aspetto di censura, l'inerzia o il rifiuto dello Stato di liquidare concretamente alla Regione le maggiori somme derivanti dal rinnovato regime di compartecipazione, se non previa adozione di norme di attuazione statutaria. Per questo profilo, sempre la Corte costituzionale, anche questa volta dichiarando inammissibile un conflitto verso l'inerzia serbata dallo Stato nel liquidare integralmente tutte le somme dovute, ha rivolto a quest'ultimo un severo monito affinché si attivasse con particolare sollecitudine per dare piena esecuzione al novellato articolo 8. Terzo, la possibilità per la Regione di indicare come attività di bilancio in conto competenza le maggiori entrate derivanti dal riformato articolo 8. A tale proposito, ancora la Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile il ricorso proposto dallo Stato verso una disposizione di legge regionale che consentiva alla Regione di indicare in bilancio quelle somme, la famosa sentenza numero 99 del 2012 della Corte costituzionale, con la quale riuscimmo ad iscrivere a bilancio le somme per le quali vantavamo crediti nei confronti dello Stato. Quarto, l'inclusione di alcune specifiche tipologie di entrate nella clausola residuale di cui alla riformata lettera m) dell'articolo 8, cioè quella che assegna alla Regione i sette decimi di tutte le entrate erariali dirette e indirette, comunque denominate, ad eccezione di quelle di spettanza di altri enti pubblici. Quinto, l'imposizione da parte del legislatore statale di contributi di finanza pubblica in capo alla Regione Sardegna in via unilaterale, nonché nelle more dell'effettiva entrata a regime del nuovo sistema di compartecipazione. A tale proposito, la Corte costituzionale ha affermato che, nei confronti delle autonomie speciali, oneri nelle forme di generali contributi di finanza pubblica possono essere imposti esclusivamente attraverso il metodo pattizio, che deve essere sempre osservato. Ancora, la Corte ha stabilito che, nell'esercizio della competenza legislativa concorrente in materia di coordinamento della finanza pubblica, lo Stato può disporre unilateralmente obblighi di finanza pubblica solo se sono rispettati tutta una serie di limiti. Dopo le numerose e significative sollecitazioni della Corte, che ho sinteticamente richiamato, il Ministero dell'economia e delle finanze e la Regione Sardegna hanno stipulato, in data 21 luglio 2014, un accordo in materia di finanza pubblica con il quale si regolavano gli elementi del rapporto economico-finanziario tra Stato e Regione. È il famoso accordo che venne sottoscritto dal presidente Pigliaru nel corso della scorsa legislatura, sul quale ci sono state tante discussioni, che non devo rievocare a questo Consiglio perché fanno parte della storia recente dell'Amministrazione regionale, ma voglio richiamare brevemente che cosa prevedeva in estrema sintesi quell'accordo. In primo luogo, la fissazione del livello massimo di spesa regionale per l'anno 2013; la certificazione del rispetto del Patto di stabilità regionale per l'anno 2013; la determinazione dell'obiettivo programmatico per la finanza regionale per l'anno 2014; la determinazione del vincolo di bilancio per la Regione ai sensi dell'articolo 9 della legge numero 243 del 2012, e corrispondente non applicabilità per la Sardegna delle non compatibili disposizioni di legge in materia di Patto di stabilità; determinazione del sistema di controllo sulla finanza regionale, monitoraggio, certificazione e relative sanzioni. Altro punto, questo è il vero nodo della questione, la composizione stragiudiziale del contenzioso in materia di finanza pubblica, o in caso di definizione giudiziaria la limitazione degli effetti positivi a favore della Regione per un triennio, e quindi la rinuncia agli effetti positivi delle sentenze della Corte costituzionale nei ricorsi già in essere contro lo Stato; il recepimento da parte della Regione delle disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili. Successivamente, nel dicembre del 2015, lo Stato e la Regione sono addivenuti a una seconda intesa nell'ambito del procedimento di attuazione dell'articolo 8, con tale intesa hanno eliminato alcuni residui elementi di incertezza concernenti il catalogo delle compartecipazioni erariali di cui all'articolo 8, in particolare per quanto concerne le entrate derivanti da giochi e scommesse, e la compensazione per la perdita di gettito derivante dalla soppressione della tassa sulle concessioni governative per le patenti di guida, e hanno convenuto, leggo testualmente, che il saldo del maggior gettito spettante alla Regione per gli anni dal 2010 al 2015, in conseguenza dell'adozione del decreto legislativo di attuazione dell'articolo 8, rispetto all'importo già attribuito è erogato alla medesima in quattro annualità costanti a decorrere dall'anno 2016. Contestualmente, la Commissione paritetica, ai sensi dell'articolo 56 dello Statuto regionale, ha licenziato il testo delle norme di attuazione del novellato articolo 8 dello Statuto speciale, recepite poi dal decreto legislativo numero 114 del 2016. Nelle more della stipula dell'accordo, però, la Regione Sardegna è stata sottoposta a contributi di finanza pubblica sempre crescenti, alcuni dei quali imposti non in via temporanea, bensì senza limiti di tempo. In particolare, parlo dell'articolo 15, comma 22, del decreto legge numero 95, dell'articolo 1, comma 132, della legge numero 228, dell'articolo, 1 comma 481, della legge numero 147, che hanno determinato, per il periodo 2012-2017, contributi di finanza pubblica pari a complessivi 475.998.000. Ancora, l'articolo 16, comma 3, del decreto legge numero 95, che ha determinato un ulteriore contributo di finanza pubblica per il periodo 2012-2017 pari ad 1.428.404.000. E, ancora, l'articolo 28, comma 3, del decreto legge numero 201, che per il 2012-2017 ha determinato un ulteriore contributo pari a complessivi 903.333.000. Insomma, appena 17 mesi dopo la stipula, e quindici mesi dopo il suo recepimento da parte del legislatore statale, la legge di bilancio per l'anno 2016 dello Stato, la legge numero 208, al comma 680 ha imposto nuovi e ulteriori contributi di finanza pubblica a carico della Regione Sardegna, senza far precedere tale imposizione dalla revisione dell'accordo di finanza pubblica. Con la legge di bilancio successiva poi lo Stato ha ulteriormente definito e aggravato tale obbligo. La Regione, ritenendo che fosse stata così violata la Costituzione, anche in riferimento all'accordo di finanza pubblica stipulato in data 21 luglio 2014, e successivamente recepito dal legislatore regionale, impugnava l'articolo 1, comma 680 della legge numero 208 del 2015. In particolare già in quella sede deducemmo la clausola di cui all'articolo 3 dell'Accordo di finanza pubblica, a tenore del quale, a decorrere dall'anno 2015, la Regione Sardegna si impegna a garantire il pareggio di bilancio come definito dall'articolo 9 della legge 243 del 2012. Tale impegno aveva determinato in modo chiaro le modalità con le quali la Regione avrebbe contribuito al raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica nazionali. Per tale motivo la Regione confidava nella stabilità del quadro regolatorio dei rapporti economico-finanziari, con esclusione di nuovi oneri imposti dallo Stato per almeno un triennio. Nella sentenza numero 154 del 2017 la Corte ha chiarito quale sia il regime dei rapporti di finanza pubblica tra lo Stato e la Regione Sardegna a seguito della stipula del menzionato Accordo di finanza pubblica. In estrema sintesi, in quella sentenza è stato affermato con chiarezza che l'accordo del 21 luglio non escludeva affatto la possibilità di imporre ulteriori contributi al risanamento finanziario, purché fosse rispettato il metodo pattizio, nella specie garantito con la previsione di apposite intese da concludere con tutte le autonomie speciali, inclusa la Regione Sardegna. Per tale ragione il legislatore statale può chiamare le regioni autonome, compresa la Sardegna, a nuovi contributi di finanza pubblica, ma solo previa intesa con le medesime autonomie. Fissato l'obiettivo di finanza pubblica, da raggiungere anche con il coinvolgimento delle autonomie speciali, queste ultime non hanno potestà di deviare rispetto al comune percorso definito dalla Costituzione, e dunque di sottrarsi all'interlocuzione con lo Stato al fine di concordare il proprio contributo di finanza pubblica, in quanto il principio di leale collaborazione richiede un confronto autentico, orientato al superiore interesse pubblico di conciliare l'autonomia finanziaria delle regioni con l'indefettibile vincolo di concorso di ciascun soggetto ad autonomia speciale alla manovra di stabilità, sicché su ciascuna delle parti coinvolte ricade un preciso dovere di collaborazione e di discussione, articolato nelle necessarie fasi dialogiche. L'Accordo di finanza pubblica tra lo Stato e la Regione Sardegna va ascritto al cosiddetto coordinamento dinamico della finanza pubblica, concernente le singole misure finanziarie adottate per il governo di quest'ultima, e come tali soggette a periodico adeguamento. Alla luce di queste statuizioni, già prima dell'entrata in vigore della legge, la Regione Sardegna chiedeva allo Stato di addivenire alla stipula di un nuovo accordo di finanza pubblica specificamente rivolto al triennio 2017-2019, o al successivo 2018-2020. In particolare, per limitarsi alle interlocuzioni intervenute nell'ultimo anno, si può ricordare che, con nota del 24 marzo 2017, indirizzata al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dell'economia e delle finanze per la coesione territoriale per gli affari regionali, il Presidente della Regione ricordava che nei giorni 16 febbraio e 17 marzo 2017 si erano avute interlocuzioni tecniche tra l'Assessore regionale al bilancio e il Sottosegretario di Stato, con delega agli affari regionali, al fine di definire le linee di una nuova intesa tra Stato e Regione, che subentrasse a quella stipulata in data 21 luglio 2014, destinata a esaurire i propri effetti con l'esercizio di bilancio 2017. Successivamente, con nota del 12 giugno 2017, il Presidente della Regione ha nuovamente prospettato al Governo la necessità di addivenire a un'intesa in materia di contributo di finanza pubblica; a tutte queste note non è stato dato alcun riscontro. Tant'è che, ancora peggio, l'articolo 1, comma 851, della legge 27 dicembre 2017 numero 205, ha disposto che nell'anno 2019 nelle more della definizione dei complessivi rapporti finanziari tra lo Stato e la Regione Sardegna, che tenga conto tra l'altro delle sentenze della Corte costituzionale, è riconosciuto alla Regione un contributo pari a 15 milioni di euro; anche questa disposizione è stata impugnata dalla Regione Sardegna per violazione delle sue attribuzioni in materia finanziaria, nonché per violazione del principio di leale collaborazione.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MICHELE PAIS

(Segue SOLINAS CHRISTIAN). La Corte costituzionale ha accolto il ricorso su quest'ultima norma con una sentenza recentissima e fondamentale, la sentenza numero 6 del 2019, che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 1 del bilancio di previsione dello Stato nella parte in cui, nel triennio 2018-2020 e nelle more della definizione dell'Accordo di finanza pubblica, non riconosce alla Regione Autonoma della Sardegna adeguate risorse determinate secondo i criteri che vengono individuati nella parte motiva della sentenza. Con tale sentenza la Corte ha affermato che il legislatore statale, nel regolare i rapporti finanziari con la Regione Sardegna, non può ritardare l'esatta e piena esecuzione delle precedenti sentenze della medesima Corte. Nelle more della stipula dell'intesa non solo non può imporre ingiustificati sacrifici alla Sardegna, ma deve anche anticipare gli effetti della stipulando intesa sulla base dei criteri definiti, desumibili dalla Costituzione e dai principi fondamentali dei rapporti economico-finanziari tra lo Stato e le autonomie speciali. Deve ispirare tanto gli atti amministrativi e le interlocuzioni con la Regione, quanto gli atti legislativi ai principi di chiarezza e trasparenza nell'elaborazione e rappresentazione dei dati finanziari e di bilancio. Nelle more della pubblicazione di questa sentenza il legislatore statale ha ulteriormente legiferato approvando la legge numero 145 del 2018, novellata dalla disposizione che abbiamo impugnato con la deliberazione della Giunta regionale che vi citavo in apertura. La Regione ha censurato tale disposizione lamentando i vizi di violazione sia dello Statuto, sia delle norme costituzionali che presiedono alla materia. A seguito della pubblicazione della sentenza numero 6 del 2019 della Corte costituzionale, la Regione si è fatta parte diligente per la definizione dell'Accordo di finanza pubblica legislativamente previsto. Nelle giornate del 25 febbraio di quest'anno e del 5 marzo si sono svolti due incontri delle delegazioni di dirigenti e tecnici, nonché per la prima delle parti legali regionali e del Ministero dell'economia e delle finanze. Il 9 maggio, presso la sede del Ministero per gli affari regionali, ho incontrato personalmente, oltre allo staff tecnico e legale sia del Ministero, che degli altri Ministeri coinvolti, il Ministro per gli affari regionali e il Viceministro dell'economia e delle finanze, con l'Assessore al bilancio della Regione Sardegna. In data 16 maggio si è svolto un ulteriore incontro tecnico tra i rappresentanti della Regione e quelli del MEF, nel corso di queste interlocuzioni la Regione ha formulato le seguenti richieste, che sono già state formalizzate con una serie di atti successivi, sia da parte della Presidenza della Regione, sia da parte dell'Assessorato regionale della programmazione. La prima richiesta è un riequilibrio degli accantonamenti, che tenga in conto l'incidenza sul PIL regionale del concorso alla finanza pubblica imposto alla Regione, e, secondo questo criterio, l'avvicinamento al rapporto tra contributo di finanza pubblica e PIL regionale, che è stato impiegato per la definizione del recente accordo di finanza pubblica stipulato tra il MEF e la Regione siciliana, che è, vorrei ricordare, l'autonomia che presenta condizioni analoghe quanto a tessuto economico-regionale e condizioni geografiche. Secondo quanto risulta alla Regione, l'incidenza del concorso alla finanza pubblica imposto alla Sardegna sul PIL regionale è pari all'1,60 per cento, mentre quello della Sicilia ammonta all'1,14. In questa prospettiva è stata chiesta una correzione in riduzione del contributo pari a 153 milioni di euro annui. Secondo; altra richiesta è l'applicazione delle sentenze della Corte costituzionale numero 6 del 2019 e 77 del 2015, e conseguentemente la soppressione del contributo di finanza pubblica pari a 285 milioni, illegittimamente imposto con l'illegittima applicazione dell'articolo 16, comma 3, del decreto legge numero 95 del 2012. Terzo; la ridefinizione del contributo di finanza pubblica imposta alle autonomie locali in ossequio a quanto statuito dalla Corte nelle sentenze numero 205 del 2016 e 84 del 2018, la liquidazione delle somme a titolo di trasferimento di entrate erariali trattenute dallo Stato dal 2010 in avanti, la cui spettanza è stata già riconosciuta formalmente dallo Stato, ma che non sono state ancora versate al patrimonio regionale. A fronte di tali circostanze e specifiche richieste, lo Stato non ha formulato controproposte o negato la sussistenza di tali crediti. Men che meno ha offerto condizioni migliorative per la propria parte. Nelle more ulteriori pronunce della Corte costituzionale, nonché del giudice amministrativo, hanno riconosciuto l'illegittimità dell'accantonamento di ulteriori somme da parte dello Stato in danno della Regione Sardegna, e mi riferisco, in particolare, a 7 milioni di euro a titolo di regolazioni contabili concernenti la tassa sulle emissioni degli autoveicoli per le annualità 2012-2013, alla sentenza del TAR Sardegna numero 194 del 2019, che ha dichiarato l'illegittimità in parte qua del decreto del Ministero dell'economia e delle finanze 11 gennaio 2018, laddove il giudice amministrativo ha affermato che i criteri di attribuzione alla Regione dei sette decimi di quelle entrate erariali debbono essere impiegati dal 2010 invece che dal 2017. La Regione, dunque, ha anche richiesto allo Stato di dare esatta e completa esecuzione alle sentenze sopra citate. Anche per questo profilo lo Stato non ha dedotto alcuna osservazione contraria.

Vorrei, a questo punto, darvi atto della tabella che abbiamo utilizzato per la contrattazione con lo Stato e che sintetizza tutti questi riscontri e questi ragionamenti fatti sulle sentenze con dei numeri precisi. Abbiamo chiesto la riduzione del concorso annuale alla finanza pubblica 2019-2021, in base alla sentenza della Corte numero 6 del 2019, per 153 milioni di euro annui; abbiamo richiesto gli arretrati 2010-2016 alla compartecipazione al gettito redditi da capitale in base alla sentenza del TAR di Cagliari numero 194 del 2019 per 78.631.027; abbiamo richiesto la restituzione di riserve erariali del 2010-2013 per il gettito da tasse automobilistiche, in base alla sentenza della Corte numero 31 del 2019, per 12.869.702; abbiamo richiesto il trasferimento di risorse per gli anni 2016-2018 per funzioni fondamentali degli enti di area vasta pari a 121.079.427 e il trasferimento di risorse per funzioni di area vasta non fondamentali per 33.458.943 e per funzioni fondamentali per 30.000.030. In attuazione delle sentenze numero 77 del 2015 e numero 6 del 2019 della Corte abbiamo richiesto, inoltre, per i ricorsi pendenti ai sensi dell'articolo 702 bis del codice di procedura civile, la cancellazione dell'accantonamento di euro 285.308.981 relativo ad annualità pregresse.

Allo stato attuale, sulla base di questa tabella di trattativa, il Governo ha assunto l'impegno di modificare nel primo provvedimento utile le date di scadenza per il raggiungimento dell'accordo con la Regione Sardegna, e quindi verrà differita la scadenza del 10 agosto, prevista per legge, al 31.12 di quest'anno; a settembre dovremmo avere la chiusura della prima parte dell'accordo con la riduzione del contributo di 153 milioni sugli accantonamenti e in legge di bilancio una serie di provvedimenti che rendano strutturale l'intervento anche con contributi in conto investimenti, sia nel settore sanitario, sia in altri settori strategici come la viabilità e i trasporti.

Abbiamo ulteriormente richiesto che nell'ambito dell'accordo si tratti di una serie di passaggi di competenze che sono rimasti lettera morta per troppi anni e che riguardano il demanio regionale e le sovrintendenze archeologiche e paesaggistiche. Abbiamo ragionevole fiducia nel fatto che settembre possa vedere la chiusura della prima parte dell'accordo e la legge di bilancio per l'anno 2020, invece, la chiusura definitiva degli accordi.

Vi ringrazio per l'attenzione e mi scuso se sono stato particolarmente prolisso nella ricostruzione di tutte le vicende degli ultimi anni però era necessario per dare una cornice di riferimento all'intera partita. Grazie

PRESIDENTE. Grazie Presidente. Ora mi pare che, come da accordi, il dibattito sulla discussione venga rinviato in una prima seduta utile nel mese di settembre.

Sono le 13 e 56; in realtà noi ci eravamo dati come deadline, come orario di chiusura le 14 e 30, quindi…

(Interruzione del consigliere Giorgio Oppi)

PRESIDENTE. Sì, quindi chiudiamo…

Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (LEU). Per chiedere che ci vengano messe a disposizione le tabelle dell'intervento che ha fatto il Presidente prima del prossimo Consiglio, rispetto al quale abbiamo chiesto l'impegno del Presidente di presenziare alla seduta del Consiglio dove all'ordine del giorno ci sarà la risoluzione sugli accantonamenti.

SOLINAS CHRISTIAN (PSd'Az), Presidente della Regione. Le farò avere rapidamente al Presidente, però in pulito perché qualcuna è fatta male.

PRESIDENTE. Io però faccio rilevare che noi abbiamo un servizio molto efficiente di trascrizione degli interventi e quindi l'intervento del presidente Solinas potrete leggerlo già nella serata odierna, quindi diciamo che avrete tutti gli strumenti necessari per affrontare il dibattito alla prossima seduta del Consiglio regionale.

Così come definito nella seduta della Conferenza dei Capigruppo, il Consiglio regionale è convocato per la giornata di domani alle ore 16 e nella giornata di giovedì alle ore 10 e 30. La seduta è tolta.

La seduta è tolta alle ore 13 e 59.