Nota stampa della seduta n. 267

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVI Legislatura

Ufficio Stampa

Nota stampa della seduta n. 267 – antimeridiana
martedì 12 settembre 2023

Collegato alla manovra finanziaria 2023-2025. Prosegue la discussione

Dichiarazioni della Giunta  

I lavori riprenderanno alle 15.30

La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con gli articoli e gli emendamenti del Dl n.373 (Collegato alla Finanziaria). In particolare, è iniziata la discussione dell’emendamento 443 (Cocco) che concede alle Aziende socio-sanitarie, anche senza delega dell’Ares, la possibilità di attivare e gestire autonomamente le procedure di assunzione del personale.

Prendendo la parola sull’ordine del lavori il firmatario dell’emendamento Daniele Cocco (Arv) ha chiesto chiarimenti sulla sequenza delle votazioni, perché l’emendamento all’emendamento 903 della Giunta, collegato al 443, dice l’esatto contrario. Cocco ha poi ribadito la richiesta di voto segreto sul 443.

Il presidente Pais ha osservato che la richiesta voto segreto non può essere “trascinata” da una seduta all’altra, per cui è meglio sospendere la seduta per verificare la compatibilità fra le due proposte.

La seduta è stata sospesa.

Alla ripresa dei lavori, l’assessore della Sanità Carlo Doria ha illustrato il contenuto dell’accordo raggiunto fra i gruppi che ha portato alla revisione dell’emendamento 903 della Giunta. Il testo, suddiviso in quattro parti, riguarda le assunzioni che saranno effettuate sulla base delle esigenze delle diverse aziende sulla base degli “indici di sofferenza”, le diverse tipologie delle prestazioni aggiuntive, l’utilizzo degli eventuali risparmi del piano fabbisogni per incrementare il trattamento accessorio del personale e la redistribuzione delle economie delle aziende a favore dello sviluppo dei progetti di continuità assistenziale.

Prima della votazione i consiglieri Francesco Agus e Massimo Zedda (Progressisti) e Roberto Li Gioi (M5S) hanno chiesto alcuni chiarimenti sul testo.

Sull’ordine dei lavori Daniele Cocco (Arv) ha sollecitato assicurazioni sulla presenza in Aula dell’assessore Doria per riferire sulla vicenda della radioterapia di Nuoro.

Il presidente ha confermato la presenza dell’assessore.  (Af)

L’Aula ha approvato l’emendamento 903 con l’emendamento orale dell’assessore Doria.

Il presidente Pais ha messo in discussione anche l’emendamento 905 sulla stabilizzazione del personale precario dell’Istituto zoo profilattico. Per l’on. Agus (Progressisti) “è necessario un approfondimento sulla natura giuridica dell’istituto”. L’emendamento è stato approvato.

E’ intervenuto anche l’assessore Doria sulla vicenda della radioterapia negata a un paziente nuorese. “C’è una fuga dal sistema sanitario pubblico anche a causa della bassa retribuzione degli operatori sanitari sardi. La certificazione radioterapica di questa paziente è a stata a dir poco contraddittoria, con un certificato incompleto che parlava di sei mesi per effettuare la radioterapia, con un invito ad effettuarla fuori Sardegna. Nel certificato la patologia è ben descritta dal medico, che in maniera precisa ha fissato per il 20 dicembre 2023 alle 10 la somministrazione del raggio presso la radioterapia di Nuoro, all’interno dei famosi quattro – sei mesi previsti dalle linee guida.

Non è però comprensibile che in quel certificato compaia una riga sotto con altri caratteri e con invito al paziente a rivolgersi all’ospedale Sant’Andrea di Roma a causa del fatto che a Nuoro sarebbero necessari sei mesi per la radioterapia.

Non sappiamo chi abbia aggiunto questa scritta ma è un fatto gravissimo perché è passato il messaggio che per curarsi bisogna andare fuori dalla Sardegna. E non è giusto denigrare i medici e gli operatori che sono rimasti in Sardegna a lavorare”.

L’assessore Doria ha illustrato i numeri delle radioterapie sarde: “La Asl di Nuoro per la prostata ha tempi da 4 a 6 mesi dalla prima visita, la Asl del Businco dai 4 ai cinque mesi; a Sassari entro 4 – 6 mesi; il Mater Olbia garantisce la prestazione a 120 giorni. Quindi la situazione della radioterapia sarda è assolutamente in linea con i tempi previsti dalle linee guida”.

Nella discussione ha preso per primo la parola l’on. Salvatore Corrias (Pd), che ha detto: “Ho vissuto questa burocrazia sanitaria per mia madre e finché non verrà garantita a tutti i malati il diritto a curarsi non saremo un paese civile. In Ogliastra non si può più nascere e nemmeno curare: non ci resta che morire”.

Per l’on. Daniele Cocco (Rossoverdi) “non è possibile che nel 2023 siamo ridotti a questo, noi dobbiamo fare in modo che i servizi sanitari siano erogati a tutti i pazienti”.

A seguire l’on. Agus, secondo cui “ogni azione della giunta Solinas ha peggiorato la situazione della sanità sarda, è una critica non nostra ma che travalica ogni confine. E di fronte ai problemi voi cercate sempre un alibi, non di evitare nuovi delitti”.   Sempre dai banchi di maggioranza l’on. Massimo Zedda ha denunciato “il totale disinteresse della maggioranza, visto che in aula ci sono appena dieci consiglieri della maggioranza”. Per l’on. Gianfranco Satta (Progressisti) “oggi l’assessore Doria non ha chiarito i contorni di questa vicenda. Davanti a una tale situazione come può l’assessore pensare al danno di immagine della sanità sarda se il problema è la mancanza di soluzioni concrete?”.

Dalla maggioranza l’on. Michele Cossa (Riformatori) ha spiegato che “non è soltanto un problema di medici ma anche di tecnici, che mancano a Cagliari come a Nuoro. E non ci sono gli strumenti giuridici per costringere gli operatori di Cagliari, per dire, di andare anche temporaneamente a lavorare altrove. Probabilmente l’unico sistema sarebbe vincolare la presenza nei bandi dei concorsi e non è detto nemmeno che funzioni”. (c.c.)

Critica anche la posizione di Desirè Manca (M5S): « Di fronte a tutte segnalazioni di malasanità (carenze nell’oncologia pediatrica, lunghe liste di attesa, mancata assistenza ai malati di Sla) lei non fa altro che smentire e minacciare querele – ha detto Manca rivolgendosi all’assessore Doria – sembra quasi che lei voglia creare un clima di paura non solo per i pazienti ma anche per gli operatori sanitari. Negare l’evidenza è un modo per non affrontare il problema. Quello del malato di Fonni non è un caso isolato. Lei dovrebbe avere l’umiltà di sedersi con tutti i consiglieri di maggioranza e opposizione per cercare di trovare una soluzione».

Anche per Franco Mula (Psd’Az) la sanità nuorese vive una situazione particolare, i suoi mali vengono da lontano. «Erano anni che non si faceva un concorso alla Asl di Nuoro. Oggi paghiamo lo scotto, all’ospedale San Francesco manca il personale, dobbiamo fare lo sforzo per trovare una soluzione. Qualcosa di importante si sta facendo, bisogna riconoscerlo, domani a Sorgono sarà aperta la chirurgia. E’ un risultato importante per il nostro territorio. Quell’ospedale stava per chiudere». Sulla mobilità degli operatori sanitari, secondo Mula “occorre incentivare i medici per andare a lavorare nel Nuorese”. Sul caso del paziente oncologico di Fonni, Mula ha invocato chiarezza: «C’è un’indagine in corso, siamo in attesa di capire cosa è successo – ha detto l’esponente del Psd’Az – ciò che è grave è che c’è un reparto di radioterapia dove i macchinari sono fermi».

Per il capogruppo del Movimento Cinque Stelle Alessandro Solinas nel dibattito di oggi si sentono toni da “fine legislatura” ma la verità è che “quello che dovevate fare non lo avete fatto”. Secondo Solinas: «Non è possibile accusare i pazienti che si lamentano per la qualità delle prestazioni come per il caso delle guardie mediche di Oristano. Serve un intervento della politica, il personale sanitario deve sentirsi tutelato. Ci sono persone che sono state spremute per anni o ora dicono basta. La maggioranza ha fallito perché non è riuscita a dare risposte ai pazienti e agli operatori sanitari».

Di diverso avviso Domenico Gallus (Psd’Az): «Oggi parliamo di un caso specifico ma insistere sulla situazione della radioterapia di Nuoro mi sembra stucchevole – ha detto Gallus – ci sono altri casi: domenica a Paulilatino durante una manifestazione si è sentito male un bambino. Mi sono rivolto ai carabinieri che mi hanno messo in contatto con il 118. Ho dovuto penare per convincere l’operatore dell’Areus a mandare una medicalizzata. Lo stesso è capitato domenica per un incidente stradale. Questo per dire che c’è sempre qualcosa da segnalare». Gallus ha poi difeso l’assessore Doria: «Qui non si tratta di danni di immagine ma di procurato allarme. Alimentare la voce che la sanità non è in grado di dare risposte crea paura – ha detto il consigliere regionale – quello che mi dà più fastidio è sentire la parola “vergogna” riferita al nostro operato. Provo più vergogna a farmi fotografare con un paziente gravissimo e farmi pubblicare la foto sui giornali».

Per Gianfranco Ganau (Pd): «Di fronte al caso del paziente di Fonni provo imbarazzo – ha detto il capogruppo del Partito Democratico – non è una vicenda isolata, purtroppo ci sono altre segnalazioni. Ciò testimonia che c’è qualcosa che non funziona. Non può essere che i medici consiglino ai pazienti di recarsi fuori dalla Regione per curarsi adeguatamente. L’Agenas certifica che siamo tra gli ultimi per le prestazione territoriali e i primi a rinunciare alle cure per difficoltà di accesso al sistema sanitario o problemi economici. Non è il caso di parlare di danno d’immagine o procurato allarme, occorre entrare nel merito delle questioni come nel caso del Businco dove un’insurrezione dei pazienti ha costretto l’autorità sanitaria a fare una programmazione per garantire le cure oncologiche in altri ospedali della Regione. Serve più attenzione ai problemi per evitare situazioni di imbarazzo».

Concluso il dibattito sulle comunicazioni della Giunta, il vicepresidente Giovanni Antonio Satta ha chiuso la seduta e aggiornato i lavori alle 15.30. (Psp)

 

 

 

 

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