Nota stampa della seduta n. 244

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVI Legislatura

Ufficio Stampa

Nota stampa della seduta n. 244 – antimeridiana
mercoledì 03 maggio 2023

 

Approvata la proposta di legge 378 (Ennas e più) “Disposizioni urgenti in materia di assistenza primaria

Dichiarazioni della Giunta regionale in merito alla fusione degli aeroporti del nord Sardegna per incorporazione della Sogeaal da parte della Geasar

I lavori del Consiglio riprenderanno alle 16

 

La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito il presidente ha comunicato che, in base alle decisioni della conferenza dei capigruppo, l’ordine del giorno sarà invertito collocando al primo punto la nuova legge sulla medicina di base n.378, con la corsia preferenziale dell’art.103.

Prima della discussione, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il consigliere Stefano Tunis (Misto) è tornato sul tema degli attentati agli amministratori locali dopo il recente attentato al Sindaco di Serdiana Maurizio Cuccu. Tunis ha consegnato alla Presidenza un suo documento con proposte operative in materia di status degli amministratori.

Il presidente, rispettando un impegno assunto nella precedente, ha ricordato l’invio di una lettera al Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi per invitarlo ad una visita in Sardegna, accompagnata da adeguate misure di potenziamento degli organici e degli strumenti di intervento delle Forze dell’ordine. Nel report aggiornato del Viminale, ha concluso, la Sardegna è fa parte purtroppo fra le 10 Regioni nelle quali si verifica il maggior numero di attentati contro gli amministratori: un dato che non ci fa onore, anche se la nostra è una delle poche Regioni nelle quali sono previste con una legge forme di risarcimento.

Il consigliere di Fdi Fausto Piga ha invitato tutti i consiglieri a partecipare sabato alle 17.00 a Serdiana alla seduta congiunta dei consigli comunali del Parteolla e del Basso Campidano per parlare dell’argomento.

Il consigliere sardista Domenico Gallus ha invece sollevato il problema della violenta aggressione subita da un medico di Ittiri, sollecitando un dibattito che porti a risposte concrete.

Il presidente ha osservato che nel nuovo testo può essere inserita una norma per la tutela del personale sanitario.

Aprendo la discussione il consigliere Daniele Cocco (Alleanza Europa Verde) ha espresso la sua posizione favorevole, mantenendo però alcune riserve sulla possibile impugnazione perché la legge incide su contratto nazionale medici; inoltre, ha aggiunto, occorre riprendere una legge, presentata dalle opposizioni nel giugno del 2022, sull’istituzione dell’infermiere di famiglia, figura necessaria proprio per sollevare i medici da una serie di attività collaterali, sia infermieristiche che amministrative.

Desirè Manca (M5S) ha parlato di argomento importante ma a suo avviso non è questo il modo per intervenire, così serve solo a mascherare l’incapacità della maggioranza, una ennesima “pezza”, perché casomai prima bisognava chiudere l’accordo contrattuale con i medici. La Manca ha annunciato l’astensione del suo gruppo.

Marco Tedde (Forza Italia) ha sostenuto che si tratta di una norma responsabile con contributo condiviso, ed è l’unica strada percorribile perché l’accordo non si poteva chiudere in tempi utili. Teoricamente, ha proseguito, è vero che potrebbe essere impugnata ed arrivare alla Corte Costituzionale ma comunque si colmerà una voragine, attraverso uno strumento utile per stimolare medici di famiglia ad arrivare a 1800 dove possibile; magari, ha suggerito, si può cambiare il comma 3 fissando il limite minimo di 1500 pazienti/medico a fronte del massimo di 1800.

Giovanni Satta (Psd’Az) ha sottolineato che purtroppo la situazione della sanità sarda dimostra che la quella della Regione è una autonomia è incompiuta perché pur pagando tutta la sanità siamo sempre a rischio. Circa un anno fa, ha ricordato, insieme ad Elena Fancello, avevano chiesto la convocazione straordinaria del Consiglio assieme a parlamentari e categorie mediche proprio su questo problemi: diciamo “no” alle cure concentrate a Cagliari e Sassari con i nostri paesi deserti, e con i nostri studenti che per superare il numero chiuso vanno all’estero.

Il presidente ha assicurato che terrà conto di tutte le segnalazioni utili, alcune delle quali saranno sottoposte anche al Ministro Calderoli.

Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha dichiarato che la legge è una specie di “yogurt” con la data di scadenza perché incide sulla contrattazione, e molti precedenti non sono incoraggianti, come è accaduto sulla vicenda delle indennità di risultato, bocciate in riferimento alla Sardegna ed ammesse invece in regioni ordinarie come il Veneto. Per Agus siamo di fronte ad un pericoloso precedente, che potrebbe avere ripercussioni su altre questioni importanti come i punti nascita in deroga, e quindi è giusto che la Sardegna alzi la voce. Sulla proposta dell’infermiere di famiglia, il consigliere ha espresso dubbi senza stanziamenti ed una valutazione dell’impatto sui territori marginali.

Ha assunto la presidenza dell’Assemblea il vice Giovanni Antonio Satta.

Franco Mula (Psd’Az) ha invitato le opposizioni a votare a favore, anche perché ci sono già zone si opera in deroga arrivando ad un tetto di 1800 pazienti, mentre sull’infermiere di famiglia c’è un vecchio problema aperto dal 2014 per la figura degli assistenti di studio e della loro retribuzione. Mula ha poi condiviso le argomentazioni del consigliere Tedde, auspicando inoltre il superamento del numero chiuso “vincolo inaccettabile” per una Sardegna che si paga per intero la sanità.

Alessandro Solinas (M5S) ha affermato che la minoranza non ha mai sottovalutato l’argomento, piuttosto è la maggioranza che sta squalificando per l’ennesima volta il Consiglio regionale, rincorrendo emergenze ma dimenticando l’incapacità di governo e la superficialità imbarazzante da cui derivano buona parte delle impugnazioni. Solinas ha concluso citando il caso di Oristano dove tanti assistiti hanno ricevuto lettere di revoca del loro medico di base.

Il capogruppo della Lega Michele Ennas ha detto che quella in discussione è una legge giusta da approvare il prima possibile perché è necessario operare secondo realtà, tenendo conto che le sedi carenti in Sardegna sono 33, mentre nel solo Sulcis operano 17 medici sui 28 in organico. Ora, ha continuato, una norma di transizione è urgente per risolvere una crisi di sistema che viene da molto lontano.

Domenico Gallus (Psd’Az) ha individuato nella legge una risposta necessaria anche se parziale, positiva inoltre la disponibilità delle opposizioni, segno di una consapevolezza comune che consente di rispondere alle attese di molte comunità. Siamo inoltre aperti, ha assicurato, ad interventi migliorativi sia sulla presenza degli infermieri che sul tetto minimo, come suggerito dal collega Tedde.

Pietro Moro (Udc-Sardegna al centro) non si è definito contrario al nuovo tetto di 1800 pazienti per i medici di base, però occorre tenere conto della situazione reale ed il lavoro dei medici è soffocato da una burocrazia intrecciata con le inefficienze degli ospedali, soprattutto a danno delle zone svantaggiate, anche a causa della attuale situazione degli ambiti territoriali nei quali sono presenti guardie mediche e poliambulatori.

Il capogruppo dei Riformatori Annalisa Mele Moro ha condiviso i contenuti di, soprattutto per quanto riguarda la burocrazia, che richiede anche adempimenti che riguardano le Rsa e le comunità alloggio, e spesso ritarda come nel caso del Cup che a volte fornisce risposte non professionali, sbagliate o incomplete. La 378, ha concluso, è frutto di tanto lavoro sulla medicina di base ed è giusta. Sul testo la Mele ha annunciato un emendamento finalizzato al reclutamento di altri medici nelle zone disagiate. (Af)

E’ poi intervenuto Fausto Piga (Fratelli d’Italia) che ha detto che questa legge è l’ennesimo sforzo per provare a tamponare la carenza di medici.  Siamo di fronte a un’emergenza , che riguarda non solo la Sardegna ma tutta Italia, che va affrontato  con un intervento straordinario.  Il vero problema è che sul mercato del lavoro manca la figura del medico.  Per Piga  non basta fare l’elenco delle criticità per  risolvere i problemi. Serve altro. Stiamo provando a farlo con questa legge che non risolverà tutti i problemi ma almeno ci proviamo . L’esponente di Fratelli d’Italia ha ringraziato l’opposizione che ha consentito alla legge di entrare in aula.  Sulla possibilità che questa legge sia impugnata, Fausto Piga è stato chiaro: “Non dobbiamo avere paura di fare scelte azzardate. Non si può stare fermi”.

 Per Gianfranco Ganau (Pd)  è una legge importante che  prova a tamponare una situazione emergenziale. Per questo – ha detto – abbiamo consentito che questa legge arrivasse in Aula, ma il nostro voto sarà di astensione. Il capogruppo del Pd è stato molto critico sulla legge che “interviene su regole contrattuali”   è a “grande rischio impugnazione” ed è frutto di un “modo di legiferare inaccettabile” . (r.r.)

Dopo l’on. Ganau ha preso la parola l’on. Deriu (Pd), che ha detto: “Vi invito al buon costume dell’ipocrisia, dite che questa legge non è incostituzionale e la approvate. Non potete dire che è costituzionalmente illegittima e approvarla. Non mi considerate, lasciatemi perdere, sono di un altro mondo”.

Per l’assessore Doria è necessario precisare che “siamo in presenza di un accordo integrativo regionale del 2010 e due mesi fa ho aperto il tavolo per il rinnovo dell’accordo e la sua rinegoziazione. Oggi abbiamo 1150 medici di medicina generale e solo 5 anni fa erano 1500, con un carico di lavoro evidentemente aumentato, non di poco, oltre che un aggravio di burocrazia. Siamo tutti chiamati qui a un atto di responsabilità che dobbiamo condividere”.

L’Aula è passata poi all’esame degli articoli e agli emendamenti agli articoli. L’articolo 1 è stato approvato, con immediata entrata in vigore della legge. Dai banchi dell’opposizione sono intervenuti i consiglieri Cocco (Rosso Verdi), Zedda (Progressisti) che hanno annunciato l’astensione. Per la Lega l’on. Ennas ha detto che “a tutti i cittadini vanno garantiti uguali diritti e dunque sono sincero quando dico che è doveroso approvare questa legge”.

Il provvedimento intitolato “Disposizioni urgenti in materia di assistenza primaria” è stato poi approvato con presenti 47 votanti 29 favorevoli 18 astenuti.

A seguire sull’ordine dei lavori l’on. Eugenio Lai (Rosso Verdi) ha chiesto al presidente Pais come intende programmare il proseguo della seduta. Il presidente Pais ha comunicato che i lavori proseguiranno sino alle 14 e poi riprenderanno nel primo pomeriggio a un orario ancora da comunicare.

Per il capogruppo del Progressisti, Francesco Agus, ha ribadito la necessità della presenza in Aula del presidente della Regione, il rappresentante legale delle azionista Regione nelle società di gestione aeroportuali.

A seguire ha preso la parola l’assessore Antonio Moro, per la relazione. L’assessore ha letto una nota inviata dai legali F2I poche ore fa, in cui la società per il tramite di un suo avvocato londinese diffida l’assessore e il Consiglio regionale da azioni diffamatorie nei suoi confronti, anche a nome dei fondi di investimento e dei loro interessi. “Ritengo sia un atto grave e deve essere chiaro che un assessore della Giunta e i rappresentanti del popolo sardo devono avere il diritto di discutere degli interessi dei sardi, soprattutto quando gli interessi del popolo possono come in questo caso confliggere con quelli legittimi di imprenditori privati. Certo, in questa vicenda ci sono elementi complessi ma la realtà dei fatti è abbastanza chiara per una politica che pone al centro gli interessi dei sardi e il loro diritto alla mobilità e alla libertà, ancora di più ora che il diritto all’insularità è riconosciuto in Costituzione”.

Per l’assessore Moro “la Sardegna è un continente disconnesso legato al mondo dagli aeroporti di Cagliari, Olbia e Alghero. Il fondo privato ha come scopo massimizzare i profitti e distribuirli agli investitori. Una missione opposta rispetto agli interessi dei sardi e alla nostra economia”.

L’esponente della Giunta Solinas ha parlato poi di “carenza di comunicazione da parte dei consiglio di amministrazione di Olbia e Alghero, che hanno deliberato il progetto di fusione per incorporazione senza che questo sia mai stata oggetto di confronto con la Regione. E che dunque l’assessorato non poteva sapere nulla, visto che la Regione è stata informata due ore prima che si votasse. Un’operazione che se dovesse concretizzarsi porterebbe Regione e Sfirs ad avere meno del tre per cento delle azioni della nuova società Aeroporti Nord Sardegna. Cioè molto lontana dal dieci per cento, il minimo per garantire alla Regione il diritto di convocare l’assemblea dei soci”.

Non solo: l’assessore Moro ha comunicato che “il cda Sogeal è stato appena convocato per determinare il valore in caso di liquidazione delle quote di chi non aderirà alla nuova società Aeroporti Nord Sardegna. Ma noi affermiamo invece  che siamo pronti all’acquisto delle quote di F2 Liganzia nella società Segal, perché tornino nella proprietà della Regione e dunque in mano pubblica. Segnalo anche che i nostri interrogativi hanno portato Enac a disporre approfondimenti istruttori a seguito della nostra nota del 19 aprile”.

Non si conoscono invece i programmi di F2I Ligantia “per la guida di tutti gli aeroporti sardi, compreso quello di Cagliari che a tutti gli effetti potrebbe essere privatizzato. Cagliari Elmas rappresenta il 50 per cento del traffico sardo e nulla presuppone che una rete aeroportuale coincida con una sola proprietà degli aeroporti sardi. Mai si è pensato di consegnare a un fondo di investimento le chiavi di accesso dell’Isola e noi non consentiremo di compromettere irreversibilmente le politiche pubbliche. Ribadisco che siamo contrari alla privatizzazione della Sogaer e alla fusione della Sogeal in Geasar: siamo invece impegnati a garantire anche in futuro il diritto alla mobilità dei sardi perché il nostro faro è l’interesse pubblico e soltanto quello”. Il presidente Pais è quindi intervenuto e ha sottolineato che “non deve essere consentito a nessuno di diffidare il Consiglio regionale dall’esercizio dei sui diritti e delle sue prerogative”. La seduta è stata chiusa. I lavori riprenderanno alle 16. (c.c.)

 

 

 

 

 

 

 

 

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