Nota stampa della seduta n. 222

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVI Legislatura

Ufficio Stampa

Nota stampa della seduta n. 222 – antimeridiana
Giovedì 3 novembre 2022

Approvato all’unanimità il Testo unificato N. PL249-PL250-PL252/A Disposizioni per la promozione della lingua dei segni italiana (LIS) e della lingua dei segni italiana tattile (LIST) e di ogni altro mezzo finalizzato all’abbattimento delle barriere alla comunicazione

Approvata all’unanimità la Proposta di legge N. 353. (Saiu e più) “Istituzione della giornata regionale della donazione e del trapianto di organi e tessuti”

Il Consiglio regionale sarà convocato a domicilio

I lavori del Consiglio hanno preso avvio alle 10.43. In apertura di seduta, il presidente Michele Pais ha comunicato la nomina a presidente del gruppo Udc del consigliere Pietro Moro che prende il posto di Gianfilippo Sechi. Dopo le formalità di rito, l’Aula è passata all’esame del primo punto dell’ordine del giorno: il Testo Unico “Disposizioni per la promozione della lingua dei segni italiana (LIS) e della lingua dei segni italiana tattile (LIST) e di ogni altro mezzo finalizzato all’abbattimento delle barriere alla comunicazione”.

Sull’ordine dei lavori è intervenuto il consigliere di Leu Daniele Cocco: «La settimana scorsa si era rimasti d’accordo per rimettere in discussione la mozione sull’agricoltura. Abbiamo sentito in Commissione le associazioni di categoria e l’Anci, nel corso dell’incontro si era deciso di istituire un tavolo tecnico. Quel tavolo non è stato ancora attivato. Chiediamo di avere notizie. Gli impegni non sono stati rispettati».

All’on. Cocco ha replicato il presidente Pais: «La Conferenza dei capigruppo ha demandato la questione alla Quinta Commissione. Sulla istituzione del tavolo tecnico sarà mia cura chiedere al presidente della Commissione di dare conto al Consiglio sullo stato dell’arte. Per quanto riguarda la mozione sull’agricoltura, non è pervenuta nessuna richiesta agli uffici del Consiglio». 

Sull’ordine dei lavori ha chiesto di intervenire anche il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus: «Il 25 ottobre dovrebbe essere stato approvato dalla Giunta il Disegno di legge “Omnibus”. Nel sito della Regione non è stato però ancora caricato – ha rimarcato Agus – il testo approvato dalla Giunta è stato inviato al Consiglio? Ricordo che la ragioneria della Regione ha come tempo limite per i mandati il 30 novembre. I tempi sono tali da non consentire nemmeno la discussione del testo. Sarebbe il caso di comunicare alla Giunta di ritirare il testo e avviare una interlocuzione tra le forze politiche per elaborare un provvedimento snello di uno o due articoli. Il rischio, altrimenti, è di non poter spendere nemmeno un euro. questo modo di agire da parte della Giunta è inaccettabile».

Eugenio Lai (Leu) ha evidenziato le numerose assenze dei consiglieri nei banchi della maggioranza: «Vogliamo approvare la legge sulla lingua dei segni ma la maggioranza non è in grado di garantire il numero legale. Il presidente richiami all’ordine i consiglieri. In Aula mancano tutti i capigruppo del centrodestra».

Giuseppe Meloni (Pd) ha invece denunciato la cattiva abitudine da parte degli assessori di utilizzare i propri capi di gabinetto per rispondere alle interrogazioni dei consiglieri: «Mi riferisco a una mia interrogazione sui voli della continuità territoriale. L’assessore non era in carica e forse in questo caso, far rispondere a un Capo di Gabinetto, è uno dei pochi casi ammissibili. Ma questo Capo di Gabinetto è ancora in carica dopo le dimissioni dell’assessore? Non ho trovato nessun atto che dice che sia stato conferito un nuovo incarico».

Stefano Schirru (Psd’Az), ricollegandosi all’intervento dell’on. Lai ha detto: «Il collega Lai ha ragione. Ci sono tante assenze in Aula. Abbiamo chiesto più volte una modifica del Regolamento per applicare delle decurtazioni in caso di assenza».

A Schirru ha replicato il presidente Pais: «Il regolamento già esiste. L’assenza o la presenza sono un diritto dei consiglieri. Non possiamo costringere nessuno a venire in Aula. Ci sono impedimenti diversi. Giudicheranno gli elettori sui comportamenti di ciascuno di noi ma non abbiamo poteri di polizia».

Il presidente ha quindi dato la parola all’on. Dario Giagoni, relatore di maggioranza del Testo unico sulla lingua dei segni. «Il provvedimento, approvato dalla Commissione e condiviso da tutte le forze politiche, si propone di promuovere la piena ed effettiva inclusione nella società delle persone con disabilità uditiva o con deficit di comunicazione e di linguaggio mediante la diffusione e l’’uso della lingua dei segni italiana, della lingua dei segni italiana tattile e di ogni altro mezzo idoneo a creare un ambiente accessibile nella famiglia, nella scuola, nella comunità e nei servizi pubblici – ha detto Giagoni – prevede, in particolare: misure finalizzate a sostenere l’inclusione scolastica e lavorativa delle persone con disabilità uditiva; interventi di sensibilizzazione e di formazione, diretti ad accrescere la consapevolezza sulle problematiche legate alla disabilità uditiva e a favorire la diffusione della lingua dei segni e di ogni altro mezzo, anche tecnologico, volto ad abbattere le barriere della comunicazione; misure per favorire l’accesso ai servizi pubblici, agli eventi, all’informazione». Tra gli obiettivi anche l’adozione di misure che consentano alle persone con disabilità uditive una maggiore partecipazione alla vita politica: «La lingua italiana dei segni (LIS) è, infatti, una lingua con proprie regole grammaticali, sintattiche, morfologiche e lessicali, che si è evoluta naturalmente, seppure con una struttura differente rispetto alle lingue vocali. Il diritto delle persone sorde, sordocieche, o comunque con disabilità uditiva, ad accedere a una corretta informazione è fondamentale. Per questo motivo il testo che andiamo a discutere oggi è di basilare importanza per promuovere un sempre maggior riconoscimento dei diritti dei non udenti alla partecipazione attiva della vita collettiva, promuovendo senza indugio iniziative a sostegno di una compiuta integrazione dei non udenti attraverso la LIS e le nuove tecnologie accogliendo così implicitamente quei principi di tutela già riconosciuti in sede europea e internazionale escludendo il crearsi di situazioni che possano in un qualche modo portare ad avere nella società moderna cittadini di seria A e cittadini di serie B».

Una rapida approvazione della legge ha auspicato anche la relatrice di minoranza Desirè Manca (M5S): «A livello nazionale esiste già una norma sull’interpretariato Lis, le pubbliche amministrazioni promuovono progetti sperimentali. Ora anche la Sardegna, con questa legge, si adegua alla norma nazionale. E’ un atto di civiltà per il riconoscimento dei diritti dei più fragili – ha detto Manca – favorirà l’abbattimento delle barriere della comunicazione». La consigliera del M5S ha poi rimarcato l’assenza di una relazione tecnica sul fabbisogno finanziario da parte dell’assessorato: «Nonostante questo la Commissione si è battuta per l’approvazione del testo – ha detto desirè Manca – il provvedimento prevede il sostegno all’inclusione scolastica, l’attivazione di servizi specialistici di assistenza alla comunicazione, corsi di formazione e aggiornamento professionale, l’inserimento lavorativo dei soggetti con disabilità uditiva, progetti sperimentali per l’utilizzo della Lis nei pronto soccorso e nei trasporti pubblici. Questi sono alcuni esempi, ribadiamo l’importanza dell’applicazione effettiva di questa legge. Vigileremo affinché non venga dimenticata nei cassetti della Regione come purtroppo spesso avviene».

Il presidente della Seconda Commissione Franco Stara (Udc) ha espresso soddisfazione per l’imminente approvazione della legge ringraziando tutti i componenti della commissione per il lavoro svolto.

A favore della legge si è espressa Laura Caddeo (Leu): «Questo provvedimento consentirà di rafforzare la capacità di inclusione delle persone sorde. Si parla di Lis, di sottotitolazione e di qualsiasi strumento che possa garantire pari opportunità. La legge può essere migliorata in modo da permettere a tutte le persone con disabilità uditiva (circa 40mila in Sardegna) di abbattere le barriere comunicative – ha detto Caddeo – recentemente è stato elaborato un software che ha consentito di creare un traduttore automatico che faciliterà la comunicazione con la pubblica amministrazione. Occorre lavorare sulla ricerca medico sanitaria ma anche sulla tecnologica. C’è un discorso importante che riguarda la scuola per l’inclusione e l’autonomia dei bambini sordi. M riferisco alle iniziative che si possono intraprendere fin dalla tenera età. Si può intervenire in modo che le persone sorde possano acquisire l’oralità. Prima questa possibilità era preclusa. E’ importante offrire percorsi di logopedia e di riabilitazione linguistica e orale. Sarà necessario investire risorse importanti».

Anche per Michele Cossa (Riformatori) «il principio per cui nessuno si deve sentire escluso è un grande principio di civiltà. E’ dovere dell’amministrazione pubblica fare in modo che tutti si sentano parte della comunità. Il Consiglio regionale oggi fa un importante passo in avanti per recuperare un ritardo che è anche un ritardo culturale. Quando si parla di inclusione il nemico più difficile da affrontare è l’ignoranza».

Per Antonio Piu (Progressisti) «oggi il Consiglio regionale risponde alla richiesta dell’Oms di azioni a favore della sordità. La legge è importante per garantire l’accesso alla politica, alla scuola, alla pubblica amministrazione a chi ha difficoltà e non viene tutelato. Il rischio per le persone sorde è incontrare ostacoli nei processi democratici. Deve essere garantito a tutti il diritto a partecipare alla vita pubblica. Sull’assistenza scolastica bisogna essere più incisivi. La preoccupazione è l’effettiva applicazione della norma. Occorre dare gambe alle leggi approvate da questo Consiglio».

Secondo Gian Filippo Sechi (Udc) l’approvazione di questa legge non era scontato: «E’ però la naturale conseguenza dell’art 3 della Costituzione – ha detto Sechi – è giusto approvare una legge sarda che risponde ad esigenze reali e concrete. Abbiamo il dovere per rimuove ogni tipo di ostacolo alla partecipazione delle persone alla vita pubblica. E’ il compito principale di ogni legislatore».

Il consigliere del Partito Democratico Salvatore Corrias ha parlato di “testo di civiltà” che oggi più che mai è importante in un mondo dove la comunicazione è tutto. «E’ davvero bello vedere oggi in tribuna un interprete Lis che spiega a chi non sente – ha detto Corrias – è ciò che dovrebbe avvenire in tutti i contesti ma purtroppo non è così». Corrias ha quindi invitato l’Aula a un approfondimento sull’art 3 della legge che incentiva l’attivazione di forme di collaborazione con gli operatori del sistema culturale, turistico e ricreativo. «I luoghi di attrazione della cultura turistica spesso non sono fruibili da chi ha un deficit uditivo – ha detto Corrias – ci si preoccupa solo delle barriere fisiche. Il mio invito è questo: curiamo questo aspetto, la vocazione della Sardegna è cultural-turistica, questo aspetto va curato in forma precipua». (Psp)

Il capogruppo di Fdi Fausto Piga ha espresso soddisfazione per la nuova legge del Consiglio regionale, un segnale importante per le persone con questa disabilità che abitano in Sardegna, che colma finalmente un vuoto normativo e mette “nero su bianco” impegni precisi in materia di inclusione, anche grazie all’inserimento della clausola valutativa che consentirà un esame concreto sulla sua attuazione.

Per il Pd Rossella Pinna, consapevole di essere “fuori dal coro”, ha evidenziato che la legge avrebbe meritato un contributo diverso, nel senso che sarebbe stato necessario un esame anche da parte della commissione sanità, per aspetti che si riflettono in modo significativo sulla disabilità, quando viene messa di fronte alle terapie “logopediche”; la legge è quindi parziale e meritevole di integrazione, perché i diritti delle persone con disabilità auditiva devono allargarsi fino a comprendere sia le diagnosi precoce alla nascita che, successivamente, la garanzia di prestazioni sanitarie e riabilitative (da svolgersi possibilmente in un centro audiologico) in grado di assicurare più autonomia e più indipendenza alle persone.

Annalisa Mele, capogruppo dei Riformatori, ha affermato che il testo non poteva attendere perché incide su un tema sul quale si interviene sempre troppo tardi, comunque si tratta di una buona legge che però dopo il primo passo a livello nazionale, impegna la Sardegna ad una svolta, con misure a tutto campo a cominciare da sensibilizzazione ed informazione, non esclusi i punti di Pronto soccorso. Non è tuttavia un testo risolutivo perché, come hanno ricordato molte associazioni, il traguardo è quello della piena autonomia sociale con percorsi diagnostici fin dalla tenera età e nelle fasi successive che dovranno aprire la strada al pieno esercizio di importanti diritti costituzionali, senza mediazioni, attraverso prevenzione, screening e riabilitazione in centri specializzati che ancora non ci sono.

A nome della Giunta la vice presidente Alessandra Zedda ha sostenuto che la legge dà un segnale di grande attenzione a problemi come integrazione e benessere delle persone, ed è significativo che questi atti siano approvati con il voto unanime del Consiglio. Questa legge non è una norma semplice, ha aggiunto, ed è vero che alcune parti mancano, ma la stessa esistenza del testo è un riferimento importante anche per il governo regionale che dovrà occuparsi della sua attuazione e potrà rivolgersi anche alle risorse comunitarie finalizzate all’integrazione delle persone ed alla formazione degli operatori, nell’ambito delle politiche generali di coesione.

Successivamente il Consiglio ha approvato il passaggio all’esame degli articoli.

L’art. 1, in particolare, è stato integrato dal contenuto dell’emendamento n.4 prevede la definizione di ogni “mezzo idoneo” e l’art. 2 è stato aggiunto il riferimento alle “specifiche competenze” degli operatori. L’art. 3 è stato approvato nella sua stesura originaria.

L’art. 4, invece, è stato modificato con gli emendamenti n.3 che inserisce l’audiologo nelle prestazioni sanitarie, e n.2 che introduce lo screening auditivo nei punti nascita. L’art. 5 è stato modificato in parte dall’emendamento n.6 riferito alla “sottotitolazione”. L’art. 6 integrato dall’emendamento n.7 è relativo all’inserimento delle lingue Lis e List. Gli articoli dal 7 al 10 sono stati approvati nella loro stesura originaria.

Sull’art. 11 è stato precisato il riferimento alle finalità della legge, alla quale concorrono i fondi nazionali ed europei destinati alle persone con disabilità auditiva. Dopo il voto positivo dell’art. 12 e prima del voto finale, hanno preso la parola alcuni consiglieri per dichiarazioni di voto.

Il consigliere sardista Domenico Gallus ha sottolineato che, di fronte a disabilità, prevale il nostro senso di unione. Quella in esame, ha proseguito, è fra le peggiori perché condiziona profondamente la vita.

Il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda ha richiamato l’attenzione del Consiglio sui necessari approfondimenti in vista della revisione della legge. Uno di questi, ha detto, dovrà riguardare la quotidianità della vita nei Comuni che spesso sottovalutano certe problematiche e non hanno soldi per intervenire, anche se nella realtà, così come un palo rappresenta un ostacolo per chi non vede, la mancanza di segnalazione acustica nelle strisce pedonali è altrettanto pericolosa. Bisogna perciò studiare percorsi accessibili per tutti per dare sicurezza, serenità e benessere alle persone.

Per il M5S Desirè Manca ha espresso il voto favorevole, precisando che due piani di azione successivi dovranno riguardare misure in campo comunicativo e sanitario.

Il presidente Pais ha informato l’Assemblea che sono state avviate le procedure per introdurre la lingua dei segni anche nelle sedute pubbliche del Consiglio.

Al termine il voto finale sulla legge, approvata all’unanimità con 47 voti. Lo scrutinio è stato accompagnato da un applauso nella lingua dei segni.

Subito dopo è iniziata la discussione della legge n.353 istitutiva della giornata regionale dei trapianti, firmata da tutti i capigruppo ed arrivata in Aula con la corsia preferenziale prevista dall’art.102 del regolamento.

Illustrando la proposta il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha ringraziato le associazioni dei pazienti ed il loro impegno quotidiano su un tema sensibile ed urgente, soffermandosi poi sulla figura di “eroi che non devono essere dimenticati”, medici e piloti che, alcuni anni fa, persero la vita sui monti dei Sette Fratelli mentre trasportavano un organo da trapiantare. A loro sarà dedicata la giornata del 24 febbraio, anche per sensibilizzare la società sarda sul tema della donazione ed evitare che si torni indietro sui trapianti, pericolo purtroppo concreto a causa di problemi nelle chirurgie, nel centro del Brotzu e nella logistica di supporto al day-hospital. Su queste questioni bisognerà comunque tornare, ha concluso, perché a livello nazionale sta emergendo la tendenza a ridurre ed accorpare i centri regionali e la Sardegna non può permettersi di disperdere il patrimonio di eccellenza che ha faticosamente conquistato. (Af)

Stefano Schirru (Psd’Az), in apertura del suo intervento, ha ringraziato il personale sanitario dell’ospedale Brotzu di Cagliari, ribadendone  il ruolo di “eccellenza” nella sanità sarda e, ricordando il primo trapianto di rene (1988), ha tratto spunto per evidenziarne gli straordinari risultati nel frattempo ottenuti: 1.300  trapianti di rene in 34 anni, 220 di cuore e 480 di fegato. L’esponente della maggioranza ha inoltre rivolto parole di apprezzamento per il lavoro svolto dalle associazioni dei trapiantati.

Favorevole all’approvazione del testo di legge anche il capogruppo del Pd, Gianfranco Ganau, che ha ricordato l’impegno dei suoi colleghi medici, scomparsi nel drammatico incidente aereo del febbraio 2004, ed ha auspicato efficaci campagne di promozione e sensibilizzazione per favorire le donazioni: «Ad incominciare da quella del sangue, la cui carenza è causa di gravi disagi per pazienti e medici».

Sostegno convinto per l’istituzione della giornata regionale della donazione e dei trapianti è arrivato anche dal Movimento Cinque Stelle, con l’intervento della consigliera Desirè Manca che, nel corso del suo intervento, ha denunciato la sospensione, da parte della Regione, della fornitura del farmaco antirigetto, destinato ai trapiantati di rene: «Una scelta scellerata a cui bisogna metter rimedio in fretta».

Favorevole anche il gruppo Leu che, con il capogruppo Daniele Cocco, ha chiesto apposizione formale di tutte le firme dei consiglieri alla proposta di legge 353.

Via libera convinto anche da Fratelli d’Italia che, con il capogruppo Fausto Piga, ha ricordato il lavoro e l’impegno dei sanitari e delle associazioni, auspicando una maggiore partecipazione degli enti locali nelle iniziative di sensibilizzazione per le donazioni. 

Posto in votazione è stato dunque approvato, all’unanimità,  il passaggio all’esame degli articoli e quindi l’Aula, sempre con votazione unanime, ha approvato in sequenza l’articolo 1 (Istituzione della Giornata regionale della donazione e trapianto di organi e tessuti); l’articolo 2 (Conferimento dell’onorificenza di “Ambasciatore sardo della donazione”) con due emendamenti che introduco piccole modifiche al testo esitato dalla commissione; l’articolo 3 (Norma finanziaria) e l’articolo 4 (Entrata in vigore).

Il consigliere del gruppo Psd’Az, Domenico Gallus, in sede di dichiarazione di voto, ha espresso parere favorevole al testo ed ha chiesto l’apposizione delle firme di tutti i consiglieri del gruppo, ricordando il giovane medico oristanese, Antonio Carta, scomparso nella tragedia aerea del 24 febbraio 2004.

Il presidente del Consiglio ha dunque aperto la votazione finale del testo di legge che è stato approvato con 42 favorevoli su 42 presenti ed ha quindi, dopo una breve sospensione, dichiarato conclusi i lavori del Consiglio, annunciandone la convocazione al domicilio. (A.M.)

Condividi: