Nota stampa della seduta n. 195

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVI Legislatura

Ufficio Stampa

Nota stampa della seduta n. 195 – Pomeridiana
Martedì 15 febbraio 2022

Manovra 2022-2024: Dl 301 (legge di Stabilità 2022), approvati gli articoli 3 e 4

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito, il presidente ha messo in votazione l’emendamento 484 all’articolo 3 che è stato respinto. Spostato invece all’articolo 7 l’emendamento 485.

L’Aula ha quindi bocciato, senza discuterli, gli emendamenti 489, 500, 501,509, 510, 511, 512, 536.

Sull’emendamento n.552 (Piga e più) che stanzia 100mila euro a favore dell’Arst, il consigliere Massimo Zedda (Progressisti) ha chiesto chiarimenti. L’assessore al Bilancio Giuseppe Fasolino ha spiegato che si tratta di una somma già assegnata che gli uffici non erano riusciti ad impegnare in precedenza. L’emendamento n.552 è stato approvato.

Respinti invece gli emendamenti 527, 526. Su quest’ultimo, Maria Laura Orrù (Progressisti) ha invitato l’Aula a non lasciar cadere nel vuoto la protesta degli studenti sulle carenze del sistema dei trasporti. «L’emendamento voleva supportare gli studenti prevedendo una riduzione del costo dell’abbonamento – ha detto Orrù – i ragazzi devono poter viaggiare in sicurezza. Il diritto allo studio passa anche attraverso le politiche dei trasporti». Il presidente della Commissione Bilancio Stefano Schirru (Psd’Az) ha precisato che l’emendamento 526 è stato bocciato perché è già prevista la copertura in legge.

L’Aula è quindi passata all’esame dell’articolo 4 “Disposizioni in materia di sanità e politiche sociali”. Ottenuto il parere sugli emendamenti dal presidente della Commissione Bilancio e dalla Giunta, il presidente Pais ha dato la parola alla consigliera Rossella Pinna (Pd) per il primo intervento.

L’esponente della minoranza ha confermato il suo giudizio negativo sulla Manovra. «Assistiamo a interventi spot, sembra quasi che la pandemia non sia esistita – ha detto Pinna – non si intravede una strategia sulla sanità, le conseguenze potrebbero essere drammatiche». Secondo la consigliera del Partito Democratico la sanità non è mai stata così lontana dai cittadini: «Il sistema è fuori controllo e sembra che non ci sia la consapevolezza da parte di chi governa la Sardegna – ha proseguito Pinna – non serviva in questo momento smantellare l’azienda unica e tornare alle 8 asl. Il sistema di pronto soccorso si regge soltanto sullo spirito di servizio degli operatori. I pazienti sono costretti per giorni a stare in barella». Rossella Pinna si è poi soffermata sulla situazione dell’ospedale di San Gavino e del Businco di Cagliari: «Con soli sei medici si fa fronte al lavoro di 12 medici. Il pronto soccorso di questo ospedale ha gestito 18mila accessi: qui si riversano pazienti della Marmilla, dell’oristanese, della Trexenta, del Parteolla e del Sarcidano. Nell’ospedale Businco c’era un reparto per le terapie radio metaboliche con 11 posti letto. Ora è chiuso con conseguenze gravi per i malati di tiroide».

Critico anche l’intervento della consigliera Laura Caddeo (Progressisti): «L’assessore Fasolino ci ha detto che la massa manovrabile di questa Finanziaria è limitata a 200 milioni di euro. Sono pochi, per questo occorrerebbe individuare delle priorità per garantire ai cittadini sardi almeno i diritti costituzionali come quello alla salute – ha detto Caddeo – bisogna mettere le strutture in condizione di funzionare con il personale adeguato». Per Caddeo sarebbe utile ragionare su altri aspetti connessi al diritto alla salute: «Due esempi per tutti – ha detto ancora Caddeo – la situazione dei trasporti mette a rischio la salute dei cittadini. La Regione non ha finanziato la convenzione con le aziende private che hanno integrato i mezzi dell’Arst durante la pandemia. Molti studenti oggi non riescono a raggiungere la scuola. Questo non fa altro che amplificare il fenomeno dell’abbandono scolastico. Si chiede ai ragazzi di rispettare il distanziamento e poi li si costringe a viaggiare stipati sui pullman. Altro esempio è quello dell’assistenza delle persone disabili che necessitano di cure dentro le scuole. Garantire un’assistenza adeguata significa dare dignità a queste persone».

Per Daniele Cocco (Leu): «Una finanziaria deve servire per progettare il futuro ma il presente deve essere messo in sicurezza. Questo non sta avvenendo. Ora ci sono le otto Ats territoriali ma ci risulta che i nuovi direttori generali non siano in grado di svolgere le loro funzioni. Non è chiaro cosa devono fare Ares e le Ats territoriali, non si conoscono le linee guida generali sugli atti aziendali. Senza questi non si può fare programmazione territoriale. Le emergenze sono qui, stanno negli ospedali periferici. Se i direttori generali non sono messi in grado di dare risposte la situazione peggiorerà. Il presidente convochi la direttrice di Ares per capire quali atti programmatori vuole mettere in campo». Cocco ha quindi sollecitato la presentazione di un report dettagliato sullo stato della sanità sarda in particolare sugli organici a disposizione: «Manca personale nei pronto soccorso: ma come mai le graduatorie non vanno a scorrimento. Perché i 2000 infermieri idonei ai concorsi non vengono chiamati così come gli oo.ss. Perché per gli oo.ss delle vecchie graduatorie non si è fatta una procedura di mobilità?».

Anche Massimo Zedda (Progressisti) ha parlato di situazione critica: «Ieri abbiamo fatto un sopralluogo in tutti i presidi sanitari. Quel che è stato riscontrato è che le difficoltà dei presidi territoriali stanno determinando il collasso delle maggiori strutture di Cagliari e Sassari. La devastazione nel territorio sta causando la distruzione dei centri di cura di patologie complesse. La chiusura dei pronto soccorso ha provocato l’assalto alle poche strutture aperte. Un’ambulanza si è spostata da Olbia a Nuoro e poi a Oristano e Cagliari. Dopo sette ore il paziente trasportato ha trovato una possibilità di cura». Zedda, infine, ha parlato della carenza di sangue in Sardegna: «E’ un’emergenza nazionale – ha detto – c’è bisogno di una campagna straordinaria di sensibilizzazione».

Il consigliere Michele Ciusa (M5S) ha invocato maggiore attenzione per il tema della sanità: «Il dramma che si sta vivendo negli ospedali è evidente. Molti operatori stanno pensando di abbandonare. Questo è preoccupante, dovrebbe farci ragionare sul perché. Si dice che mancano medici ma non può esserci sempre questa scusante. Non si capisce come sarà distribuito il personale tra Ares e ATS territoriali, tutto questo crea degli enormi disservizi. Non c’è più programmazione. Prima della pandemia avevamo 4 pronto soccorso a Cagliari ora ce ne sono soltanto due. Non è solo un problema di medici. Nessuno ha la bacchetta magica ma occorre impegnarsi di più entrando nel vivo dei problemi». (Psp)

Dopo l’on. Ciusa, ha preso poi la parola l’on. Giuseppe Meloni (Pd), che ha detto: “L’emergenza Covid non è finita e i numeri lo dimostrano. Certo la riforma sanitaria che avete varato non ha aiutato e nel mio sopralluogo di ieri all’ospedale di Olbia ho assistito a pazienti ammassati nei pronto soccorso per giorni interi, in attesa di salire nei reparti che però non hanno posti letto liberi. Siamo anche al paradosso di reparti Covid che non possono curare malati Covid perché non sono autorizzati a farlo”. Per Cinque stelle l’on. Desirè Manca ha esordito ironicamente: “Va tutto bene, non esiste il caso Sardegna e non sia mai che il presidente della Regione stia in quest’Aula e ci ascolti.  Non gli possiamo dire che la Sanità sarda è allo sfascio, non gli possiamo dire che i sardi reclamano il diritto alla vita e alle cure, che stiamo negando in questo momento. Diteglielo voi a tutti i pazienti oncologici che va tutto bene, a quelli che attendono da tre mesi di essere operati di un cancro alla prostata. Certo che va tutto bene: perché la pelle non è la nostra ma di altri. Perché nei reparti che non riescono a operare non ci siamo noi. E non basta dire che c’è la pandemia, perché la pandemia c’è da due anni. E’ evidente la vostra incapacità e per questo ci siamo rivolti al ministro della Sanità”.

Ha preso la parola l’on. Eugenio Lai: “Il fatto che dalla maggioranza non si alzi nessuno a difendere l’assessore Nieddu la dice lunga. La Sanità deve essere in testa a ogni discussione del Consiglio regionale e siamo a disposizione per risolvere i problemi. Basta con gli spot, basta inaugurare i pronto soccorso che manco aprono, basta con le attese negli ospedali a causa di un’organizzazione sanitaria scarsissima”.

Sempre dai banchi dell’opposizione l’on. Li Gioi (Cinque stelle) ha detto che “la Sanità sarda è un inferno e mi fa specie che l’assessore faccia no con la testa perché noi abbiamo visto con i nostri occhi quello che voi, nelle stanze comode, non vedete. Ovvero centinaia di medici e infermieri a rischio di sindrome di burn out perché fanno notti e giorni di seguito al lavoro. Ma davvero voi volete risolvere i problemi sanitari della Sardegna o vi interessava soltanto fare un po’ di nomine? Abbiamo pure gli infermieri di Areus senza divise, abbiamo il pronto soccorso di Olbia senza  tamponi rapidi, graduatorie di infermieri ferme da due anni. Assessore, la smetta di dire no con la testa e dia risposte oggi”.

Anche il capogruppo dei Progressisti, on. Francesco Agus, ha ribadito la richiesta di uno stanziamento straordinario per i diabetici sardi contenuta da un emendamento firmato da tutti. “Altro non si può fare perché ormai la Sanità ha un bilancio da 4 miliardi di euro e la spesa sanitaria continua ad aumentare. La sensazione è che la macchina regionale sia guidata a fari spenti nella notte senza che si possa imprimere una direzione. Non ho visto da nessuna parte un pronto soccorso inaugurato e poi mai aperto. Mai aperto. A Cagliari stanno operando appena due pronto soccorso, mancano all’appello due pronto soccorso e le ambulanze scaricano pazienti a getto continuo. Non servivano miracoli ma un controsoffitto per aprire il Santissima Trinità, questa è la verità. E così collassano anche le Medicine, dove tutti i posti sono occupati da pazienti Covid”.

Dai banchi della Lega il capogruppo Pierluigi Saiu si è rivolto all’assessore Nieddu: “Tre anni fa che Sanità c’era in Sardegna? Gli ospedali funzionavano benissimo e non c’erano liste d’attesa? No, abbiamo ereditato una sanità disastrata e la abbiamo ereditata da voi che oggi ci addebitate i disastri. Non potevano essere assunti i medici nel 2019 e non si poteva spendere una euro in più: oggi ci sono 4 miliardi e 100 milioni nella Finanziaria. In questo quadretto meraviglioso si è aggiunta una pandemia  mondiale che solo oggi registra 2927 casi di positività, oltre 156 mila positivi dall’inizio della pandemia e 1956 decessi.   Non è un alibi  ma uno tsunami che si è abbattuto ovunque, mettendo in crisi i sistemi sanitari. Figuratevi quello sardo, che avevate martoriato negli anni precedenti. Abbiamo reclutato 1621 figure sanitarie  in questi mesi e incrementando di quattro volte le risorse per le borse di specializzazione, grazie a un emendamento a firma Oppi. Voi vi  siete impegnati per anni a tagliare costi e servizi: venga qui il ministro Speranza e così gli diciamo che ci servono medici, cento medici per i pronto soccorso. Non ispettori”.

Per l’Udc l’on. Giorgio Oppi ha detto. “Che mestiere fanno 20 medici all’Ares, visto che si tratta di una struttura amministrativa? Come mai Ares ha 594 amministrativi e 52 infermieri e pure Ooss? A queste domande l’assessore Nieddu dovrebbe rispondere. Io sono critico perché sono sempre stato un decisionista e non capisco cosa ci voglia ad assumere 1400 infermieri in graduatoria, nonostante abbiamo bisogno drammatico di infermieri. Lo faccia, assessore: si imponga”. Al centrosinistra l’oratore ha detto: “Non capisco perché entri in ospedale un singolo consigliere regionale e non ci vada la commissione Sanità, non mi sembra corretto”.

L’on. Gianfranco Ganau (Pd) ha replicato: “Perché non avete sostituito i dirigenti medici in questi tre anni se non vi andavano bene? E anche se il consigliere Saiu dice che va tutto bene è vero invece che tre anni fa la  Sanità stava molto meglio. Non c’è un solo intervento in questa Finanziaria sulla Sanità, come se tutto andasse bene mentre invece la riforma che avete fatto sta paralizzando il sistema a causa della mancanza di personale. Abbiamo provato a presentare emendamenti, vi sfidiamo a discuterli”. (C.C.)

Il consigliere dei Riformatori Michele Cossa ha osservato che dal dibattito sono emersi molti problemi anche se l’opposizione ha usato un “carico” eccessivo dovuto in realtà ad un sistema sanitario “clientelare” che ha, purtroppo, radici profonde nel passato. Tuttavia la situazione è complicata ed aggravata dalla pandemia, nella quale è stata avviata una riforma che doveva portare più servizi sul territorio, lasciando a livello centrale alcune funzioni amministrative per realizzare economia di scala. La riforma, ha precisato l’esponente dei Riformatori, va accelerata decentrando sul territorio le funzioni prima esercitate da Ats e su questo c’è un evidente ritardo, come se Ats fosse ancora attiva all’interno di Ares dopo la sua eliminazione. Così come, ha precisato, vanno sbloccate subito le assunzioni e riorganizzato il personale che deve far funzionare la nuova “macchina”. Per cui, ha detto Cossa in conclusione, assessorato a Giunta devono muoversi con molta più rapidità.

A nome della Giunta l’assessore della Sanità Mario Nieddu ha innanzitutto smentito di aver detto che “va tutto bene”, anzi, è vero il contrario perché siamo ancora nel pieno della pandemia, durante la quale abbiamo elaborato strategie nuove che poi abbiamo cambiato a seconda delle diverse fasi dell’incidenza del virus. Indubbiamente, ha riconosciuto Nieddu, c’è ancora “stress” sul nostro sistema ma dovuto ai circa 50.000 non vaccinati e ad una tendenza alla riapertura nella quale alla maggiore circolazione delle persone corrisponderà una maggiore circolazione del virus. Quanto al numero dei posti letto, ha aggiunto l’assessore, non è stata modificata ma è successo semplicemente che il picco dei contagi ci ha costretto a convertire un gran numero di reparti, e questo è anche il motivo della chiusura di alcuni punti di pronto soccorso che non possono esistere in ospedali Covid. Mi dispiace, ha continuato Nieddu, non aver sentito un cenno di apprezzamento sulla campagna vaccinale che in Sardegna è andata davvero molto bene, nonostante la sanità sarda sconti una carenza strutturale di organico di almeno il 50%, numeri che non erano e non sono sufficienti nemmeno a gestire l’ordinario. A questo problema, ha ricordato ancora Nieddu, abbiamo dato una risposta forte con 101 concorsi per 1315 posti complessivi, molti dei quali conclusi. Venendo ad alcuni tempi concreti sollevati nel corso del dibattito, l’assessore della Sanità ha annunciato che la prossima settimana inizieranno le chiamate degli infermieri inseriti in graduatoria anche se, ha sottolineato, la gran parte sta già lavorando come del resto i medici, perché spesso si partecipa ai concorsi solo per di sede. Soffermandosi infine sull’andamento del processo di riforma, l’assessore h difeso la scelta di farla subito nonostante la pandemia ma necessariamente era prevedibile una fase transitoria: l’Ares in effetti è in un “limbo” perchè mancano la delibera di assegnazione delle risorse alle diverse aziende ed il completamento della pianta organica degli amministrativi, ed anche il piano di scorporo è quasi pronto per essere esaminato dalla Giunta.

Successivamente è iniziato l’esame dell’emendamento n. 94 soppressivo totale presentato dalla minoranza.

Su questo testo, dopo l’intervento dell’assessore Nieddu, si è sviluppato un nuovo dibattito nel quale hanno reso parte diversi consiglieri, rilanciando alcuni temi emersi in sede di discussione generale dell’articolo 4.-

Hanno preso la parola Daniele Cocco (Leu), criticando le dichiarazioni a suo giudizio insufficienti dell’assessore Nieddu su molte questioni sollevate dal suo gruppo; il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus che ha sollecitato interventi urgenti del Consiglio a cominciare dalle scuole di specializzazione; il consigliere Giorgio Oppi di Udc-Cambiamo che ha ricordato la necessità del rispetto degli accordi raggiunti fra tutti i gruppi senza “replicare” dibattiti precedenti ma concentrandosi sulle tante cose concrete ancora aperte; Desirè Manca del M5S che, d’accordo con Agus, ha auspicato un impegno a tutto campo per affrontare le tante emergenze; Piero Comandini del Pd che ha difeso, sui contenuti, l’eredità del centro sinistra nella legislatura precedente; Giuseppe Meloni, sempre del Pd, che ha sollevato il problema del mancato utilizzo di oltre 40 milioni di risorse nazionali per il contrasto al Covid; il capogruppo del Psd’Az Franco Mula, che ha rivolto un appello al Consiglio a costruire per il futuro nella consapevolezza che nessuno ha una ricetta vincente; il capogruppo della Lega Pierluigi Saiu che ha insistito sull’approfondimento di merito su emendamenti sui quali si è già registrata una importante convergenza fra i gruppi; il consigliere dei Riformatori Michele Cossa, per il quale il Consiglio deve andare avanti mostrando maggiore maturità; Rossella Pinna, del Pd che, riferendo provvedimenti della legislatura precedente, ha tenuto a chiarire che nel passato sono stati banditi molti concorsi per stabilizzare i precari; Massimo Zedda dei Progressisti, che ha registrato positivamente che l’evoluzione della situazione attuale dimostra il totale fallimento di chi ha immaginato di sostituire il sistema pubblico con quello privato; Maria Laura Orrù, sempre dei Progressisti, che ha richiamato l’attenzione del Consiglio su una situazione talmente grave ed urgente che spinge l’opinione pubblica verso l’antipolitica; Eugenio Lai, di Leu, che ha rimproverato alla maggioranza di aver ripristinato la competenza dei Plus nella gestione del progetto “ritornare a casa” sottraendola ai Comuni, nonostante un voto unanime del Consiglio.

Al voto, l’emendamento n.94 è stato respinto insieme ad altri presentati dall’opposizione. Approvato invece il testo dell’art.4. (Af)

Non approvati con distinte e successive votazioni gli emendamenti 238, 1, 11, 12, 13, 14 e 15.

Sull’emendamento n. 18 è intervenuto il capogruppo del Pd, Gianfranco Ganau, per illustrarne il contenuto, precisando che con l’approvazione della modifica si darebbe copertura finanziaria alle domande 2020 del contributo per cerimonie di matrimonio, rimaste senza copertura. Il capogruppo della Lega, Saiu, ha invitato ad un rinvio della trattazione nell’omnibus e il presentatore ha accettato la proposta. Dopo un’altra serie di votazioni che non hanno approvato un buon numero di proposte di modifica, sull’emendamento 192 sono intervenuti il capogruppo dei progressisti, Francesco Agus e il consigliere del Pd, Comandini, per chiedere una trattazione degli argomenti inerenti gli specializzandi in commissione. Impegno confermato dal presidente del Consiglio, Pais, che ha proseguito nella chiamata al voto, con esito negativo, fino all’emendamento 301 (Mundula e più) che stanzia 2 milioni per la copertura del 50% degli oneri per il personale delle strutture sanitarie non ospedaliere, e che è stato approvato dopo una breve sospensione dei lavori e successivamente agli interventi dei consiglieri Desirè Manca (M5S) e Franco Mula (Psd’Az).

Non approvate o dichiarate inammissibili un’altra serie di proposte emendative. Il consigliere dei 5 Stelle, Ciusa, e quello del Pd, Meloni, sono intervenuti per annunciare la sottoscrizione dell’emendamento 577 (Oppi e più) che emenda il 363 e stanzia 10 milioni in favore dell’Ares per l’acquisto dei cosiddetti sistemi integrati per i diabetici sardi.

Il consigliere dell’Udc, Oppi, è quindi intervenuto per il ritiro del 364 mentre ha confermato l’opportunità dell’approvazione del 365 che stanzia 2.465.000 euro per la radiologia oncologica dell’ospedale Businco di Cagliari. Il provvedimento è stato approvato con l’unanime sottoscrizione dell’Aula e con la cancellazione dei riferimenti alle ditte produttrici dei macchinari.

Un breve dibattito si è sviluppato sul 389 che, come sottolineato dalla consigliera del Pd, Pinna, stanzia risorse per l’abbattimento delle liste d’attesa nella sanità nuorese. Dopo gli interventi del capogruppo del Psd’Az, Mula; della Lega, Saiu; della consigliera 5 Stelle, Desirè Manca; del consigliere Pd, Meloni e del consigliere Leu, Cocco, si è accettata la proposta del capogruppo del Carroccio per una valutazione in commissione delle problematiche e sulla spendita delle risorse destinate all’abbattimento delle liste d’attesa. Dopo la mancata approvazione di una serie di proposte emendative la consigliera del Pd, Pinna, è intervenuta, supportata dal capogruppo del sui partito, Ganau, per sollecitare l’approvazione del 481 per una campagna di sensibilizzazione per le donazioni di sangue, ma dopo l’invito del capogruppo Psd’Az, Mula, a rinviare l’argomento nella promessa legge omnibus, l’emendamento è stato ritirato. Non approvato, dopo l’intervento della consigliera Pinna, il 506. Il capogruppo della Lega, Saiu, ha quindi proposto la sottoscrizione a l’intera assemblea dell’emendamento 576 che emenda il 518 e incrementa il fondo per incentivare medici di medicina generale e pediatri di libera di scelta nei centri periferici o ultraperiferici. Approvato, dunque il 572 (Agus e più) che modifica il 531 (Agus e più) anch’esso approvato e che aggiunge all’articolo 4, l’articolo 4 bis in materia di sostegno delle cure sanitarie e per la parificazione dei diritti dei trapiantati di organo solido.

Il presidente ha quindi dichiarato conclusi i lavori ed ha convocato l’Aula per domani, mercoledì 16 febbraio, alle 10.30, in prosecuzione dell’ordine del giorno. (A.M.)

 

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