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Manovra finanziaria, concluse le audizioni: credito, piccoli Comuni e numero chiuso di Medicina al centro del dibattito

Scade lunedì prossimo alle 17 il termine ultimo per il deposito degli emendamenti alla Finanziaria in commissione Bilancio. Da martedì alle 16 dibattito in commissione sugli articoli e sugli emendamenti. Con queste comunicazioni del presidente Stefano Schirru si è chiusa la seconda e ultima giornata di audizioni delle parti sociali in vista della manovra finanziaria della Regione per il prossimo triennio. Oggi è stato il turno del credito, dell’Università, delle rappresentanze degli enti locali e del Terzo settore.

Il Banco di Sardegna è intervenuto con il presidente Antonello Arru e con il direttore generale Giuseppe Cuccurese. “Nel rispetto dei ruoli non ci esprimiamo sul merito della manovra e siamo pronti alla collaborazione”, ha detto Arru. Ha poi proseguito: “Il nostro istituto ha già gestito tra gli altri il bando Jessica 1 sullo sviluppo locale, il fondo per la ricerca scientifica. Bankitalia sta registrando comunque punti positivi per l’economia della Sardegna”. Per Cuccurese “il fondo Jessica 1 ha consentito di movimentare 21 milioni di euro che hanno significato 110 milioni di euro di ulteriori finanziamenti. Invece, con il fondo di emergenza per le imprese, che prevedeva finanziamenti a tasso zero fino a 800 mila euro, abbiamo consentito a 130 imprese sarde di rinegoziare il loro debito verso le banche e dunque di rafforzarsi. Sarebbe opportuno che questo fondo fosse rifinanziato perché siamo consapevoli di una grande quantità di domande inevase”. Il dg del Banco di Sardegna ha fatto un accenno al ruolo dei consorzi fidi su quale si è poi soffermato Massimo Concas, presidente dell’Osservatorio Confidi.

Anche la Sfirs con il suo presidente Tonino Chironi ha illustrato i dati del sostegno rivolto alle imprese, in particolare quelle alberghiere, durante la fase Covid ribadendo la disponibilità verso la Regione “a fornire tutte le collaborazioni utili per attuare le politiche creditizie verso le imprese”.

I rettori degli atenei di Cagliari e Sassari, Francesco Mola e Gavino Mariotti, hanno ringraziato la commissione per la conferma degli contributi sulla legge 26, “che ci consentono l’attività ordinaria e l’edilizia universitaria”. Rispondendo a una domanda del presidente Schirru sul numero chiuso nelle professioni sanitarie, il rettore di Cagliari ha detto che “si tratta di un tema di cui si parla da anni, considerando che ha portato vantaggi sulla gestione ma è il caso di risedersi e discutere del verso fabbisogno di medici per la Sardegna”. Per il rettore di Sassari, però, “la ministra dell’Università è stata chiara di recente, in occasione di una visita all’ateneo, e ha detto che l’accesso a Medicina è nazionale e il numero programmato non si tocca.  A Sassari su 120 posti 95 vengono assegnati ogni anno a studenti non sardi, che si specializzano da noi e da specializzati tornano a casa loro. Questa rotta si può invertire soltanto rafforzando la formazione e preparazione degli studenti delle superiori, preparandoli all’accesso al concorso. In ogni caso, se perdiamo ogni anno 700 medici che vanno in pensione e anche riusciamo a formarne 120 il saldo è negativo. Pertanto bisogna cercare da fuori i medici e invitarli a trasferirsi in Sardegna, se non vogliamo che presto la Sanità vada in crisi”.

Il sistema degli enti locali ha preso la parola con Emiliano Deiana e Antonello Atzeni (rispettivamente presidenti di Anci e Asel e sindaci di Bortigiadas e Nurri).  Deiana ha annunciato “un documento tecnico finale di valutazione della manovra, che presto sarà consegnato alla commissione” ma intanto si è espresso a favore delle misure a favore del contrasto al fenomeno di spopolamento delle zone interne. Ancora, il numero uno di Anci Sardegna ha sollecitato “la rapida approvazione della Finanziaria, altrimenti  i Comuni non riusciranno a spendere le risorse”.

Per il terzo settore oltre al Forum, che ha consegnato un relazione alla commissione, ha preso la parola Pier Paolo Pintus (Anas Sanità 118), che ha ringraziato il presidente Schirru e la commissione “perché è la prima volta che una rete del terzo settore a forte carattere sanitario può confrontarsi su un provvedimento così importante” e ha ricordato che “anche in tempo di Covid il servizio di emergenza territoriale è svolto quasi totalmente dalle associazioni e coop. Pintus ha chiesto alla Regione “di sottoscrivere la nuova convenzione” e al Consiglio regionale di “rifinanziare per il prossimo triennio la somma di cinque milioni di euro per coprire almeno una parte dei maggiori costi del servizio”. Anas ha sollecitato inoltre l’attivazione da parte di Areus di altre auto mediche e ambulanze con infermiere a bordo.

A seguire la Caritas, con il suo referente don Marco Lai, che ha denunciato “le nuove povertà nelle famiglie sarde, povertà relative e assolute che le misure come il reddito di cittadinanza hanno potuto soltanto attenuare e nemmeno sempre. A nostro parere le misure di sostegno economico vanno accompagnate da politiche sociali rivolti alle famiglie, ancora di più in questo momento di grande incertezza causata dalla pandemia”.

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