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La Sardegna chiede a tutti i Consigli regionali d’Italia di pronunciarsi contro l’iniziativa dell’Agcom di escludere le Tv locali dai primi canali del telecomando del digitale terrestre

Data: 23/07/2010 – Cagliari – Presidenza del Consiglio Regionale

La Sardegna chiede a tutti i Consigli regionali d’Italia di pronunciarsi contro l’iniziativa dell’Agcom  di escludere le Tv locali dai primi canali del telecomando del digitale terrestre


 


 


Cagliari, 23 luglio 2010 – Sarà discusso lunedì, durante i lavori della  Conferenza dei Presidenti delle Assemblee Legislative delle Regioni e della Province Autonome, l’Ordine del giorno, presentato dalla presidente del Consiglio regionale della Sardegna Claudia Lombardo, che invita tutte le Assemblee regionali a richiedere all’Agcom il ritiro della delibera con la quale si escludono le tv locali dai primi nove canali del telecomando della televisione digitale.


Tale atto – si legge nell’ordine del giorno presentato – è un’intollerabile sperequazione che pone in serissime difficoltà la imprese televisive locali che si sono conquistate negli ultimi tre decenni spazi di mercato grazie all’impegno e alla professionalità di giornalisti e tecnici, assolvendo nel contempo alla completezza dell’informazione pubblica nel dare particolare riguardo agli accadimenti locali più prossimi per cultura, usi e tradizioni ai cittadini dei territori di riferimento.


Data l’incipiente globalizzazione dell’informazione, che tende ad un appiattimento verso modelli mutuati dall’esterno, l’emittenza locale – prosegue l’ordine del giorno –   ha sinora svolto un ruolo essenziale nell’assicurare la tutela dei valori identitari del regionalismo italiano preservando la cultura locale dall’invasività di questo fenomeno.


“Il Consiglio regionale della Sardegna – ha detto il vicepresidente Michele Cossa  che lunedì illustrerà l’ordine del giorno durante i lavori della Conferenza – deve essere protagonista nella sensibilizzazione delle altre Assemblee regionali per costringere l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni a ritirare un atto che ritiene illiberale e profondamente lesivo dei principi di autonomismo e di specialità”.  (R.R.)

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