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La presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo al convegno organizzato da Cgil Cisl e Uil su Federalismo, Autonomia e Sovranità lancia un appello all’unità per vincere la sfida delle riforme.

Data: 16/07/2010 – Abbasanta, Hotel de Baione

La presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo al convegno organizzato da Cgil Cisl e Uil su Federalismo, Autonomia e Sovranità lancia un appello all’unità per vincere la sfida delle riforme.


 


Abbasanta, 16 Luglio 2010 – Uniti sotto la bandiera dei Quattro Mori per difendere i primari interessi storici, politici e civili del Popolo sardo. Perché solo uniti sapremo risvegliare le coscienze sopite dei tanti sardi che hanno perso la speranza nel domani e che appaiono rassegnati a un destino già scritto. E solo uniti potremo spezzare le catene di una condizione di sudditanza psicologica, politica e culturale che ci ha reso proni a scenari mutuati da realtà che non ci appartengono. E’ giunto il momento di mettere definitivamente da parte le strettoie e i vincoli della politica militante per dedicare ogni nostro possibile sforzo a un impegno sovraordinato e generoso verso la nostra terra e verso il nostro popolo. L’appello all’unità per vincere la sfida per il diritto all’autogoverno dei sardi, e per aprire una nuova stagione delle riforme, è stato lanciato stamattina ad Abbasanta dalla presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo che è intervenuta durante i lavori del Convegno, organizzato da Cgil, Cisl e Uil “Federalismo, Autonomia, Sovranità: un nuovo Patto Costituzionale per la Sardegna.” L’azione di riforma deve partire da un nuovo, moderno e originale strumento di governo che consenta l’esercizio di maggiori ambiti di potere.”E’ il momento – ha detto la presidente – di rivendicare, per la nostra Isola, una accresciuta personalità giuridica, fondata sulla profonda consapevolezza che l’autonoma determinazione sia l’unico strumento che può creare, all’interno del nostro ordinamento statale, le migliori condizioni affinchè una regione insulare possa recuperare i ritardi infrastrutturali derivanti dalla particolare condizione geografica”. Dunque, è urgente, riscrivere lo Statuto sardo. Ma questa riscrittura – ha aggiunto Claudia Lombardo – non può e non deve limitarsi a una semplice perifrasi di quello esistente. Riformulare l’attuale Statuto, infatti, non condurrebbe di sicuro a un successo, in quanto si continuerebbe a scrivere norme nuove su norme vecchie, creando così maggiori problemi di quanti già attualmente ne esistono. Da questi anni di “autonomia incompiuta” affiora l’esigenza che la nostra nuova Carta contenga tre linee direttrici: la necessità che la Sardegna si costituisca in Regione Autonoma con l’attribuzione di tutti i poteri ad eccezione di quelli di ordine federale relativi per esempio alla Difesa, alla Giustizia e ai rapporti diplomatici; la necessità che tutti i rapporti fra la Sardegna, lo Stato centrale e l’Unione Europea si ispirino al principio secondo il quale tutti i popoli hanno pari dignità e pari diritti; la necessità che al Popolo sardo, in quanto nazione senza Stato, sia riconosciuta la possibilità di riformare la propria Carta fondamentale nel rispetto certo del patto con lo Stato e con l’Europa, ma anche del suo diritto di scegliere in che modo essere parte della Repubblica italiana e dell’Unione europea. Questo percorso di revisione costituzionale della nostra Carta di Autonomia Speciale dovrà essere portato avanti dal Consiglio Regionale che dovrà assumere il ruolo di una “agorà” permanente del Popolo sardo. I tempi sono maturi – ha detto ancora la presidente – non possiamo dilungarci oltre, è già iniziato il conto alla rovescia. Qualunque siano le forme di coinvolgimento che decideremo per favorire la più ampia partecipazione popolare in questa fase storica di revisione della nostra Norma Fondamentale, bisogna tener presente che l’iter per le modifiche della parte costituzionalizzata dello Statuto sardo non sarà breve. Partendo già oggi, è ragionevole pensare che occorrano non meno di tre anni perché veda la luce. L’iter legislativo per la revisione costituzionale del nostro Statuto prevede un percorso assai articolato e complesso che va dall’esame in Prima Commissione Autonomia del Consiglio, all’Aula per l’approvazione. Segue l’invio alle Camere con la presa in consegna del testo presso la Commissione Affari Costituzionali, la prima lettura alla Camera, la prima lettura al Senato, al termine se dovesse intervenire anche una minima variazione, si ripete l’iter parlamentare in prima lettura. Se, invece, non intervengono variazioni si va alla seconda lettura sia alla Camera dei Deputati e sia al Senato. Approvato lo Statuto si innescano passaggi legislativi obbligatori per completare la Riforma. In primis la riforma del titolo terzo che è la parte decostituzionalizzata dello Statuto e che va approvata d’intesa col Parlamento; quindi la legge statutaria che va approvata con procedura rinforzata e, per finire, andrà riformata la legge regionale 1 del 1977 per imporre un nuovo e più aderente modello organizzativo della Regione sarda. Mettiamo, dunque, al bando divisioni anacronistiche, faziosità perdenti e futili incomprensioni per dare ai sardi – ha concluso la presidente Lombardo – un nuovo motivo di orgoglio verso una così rinnovata classe dirigente capace di assumersi in pieno la responsabilità di guidare il destino della Sardegna attraverso una “Via Sarda al Federalismo”. Non possiamo, non dobbiamo, non vogliamo fallire in questa missione per consentire ai sardi di guardare al domani con rinnovata speranza e riguadagnare quella fiducia che sembra perduta nella propria classe dirigente. (R.R.)

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