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Insularità, il bilancio del presidente della Commissione Michele Cossa. “L’isolamento si combatte con politiche innovative e coraggiose. No alle scorie nucleari nell’Isola”

“Le politiche future per lo sviluppo della Sardegna richiedono un approccio coraggioso e innovativo, che tenga conto della complessità e della diversità dell’Isola, che proprio per questo non potrà ospitate scorie nucleari, che darebbero un colpo mortale all’immagine della nostra Isola, danneggiando la sua attrattività”. Lo ha affermato il presidente della Commissione speciale per l’Insularità, Michele Cossa (Riformatori), questa mattina nel corso della seduta in cui ha presentato la relazione conclusiva dell’attività della Commissione. “Sono convinto che le basi poste da questa Commissione siano un passo avanti verso un futuro prospero e sostenibile per la Sardegna. Con l’obiettivo di esplorare nuove strade, promuovere lo sviluppo economico, tutelare l’ambiente e migliorare la qualità della vita dei sardi, garantendo che essa sia non solo un luogo meraviglioso in cui vivere, ma anche un modello di innovazione e sostenibilità”.
Quattro anni di attività intensi, che hanno portato allo storico risultato di inserire il principio di insularità nell’articolo 119 della Costituzione. Quattro anni in cui la Commissione speciale per l’Insularità ha lavorato senza sosta, anche durante il difficile periodo della pandemia, con approfondimenti, audizioni, il coinvolgimento di tutti gli attori della nostra società, dall’Università alle imprese, e della politica sarda, e creando una collaborazione proficua con la Sicilia per raggiungere il primo traguardo del reinserimento del principio di insularità in Costituzione. Un primo passo da cui il Parlamentino è subito ripartito per declinare, con proposte e azioni concrete, il novellato articolo 119. “Un lavoro costante – ha spiegato il presidente Michele Cossa (Riformatori) presentando la relazione del quarto anno di attività della Commissione – di tutti i componenti che è stato caratterizzato da spirito di collaborazione, rispetto reciproco e profondo senso delle istituzioni. Un atteggiamento positivo testimoniato dall’unanimità nel voto di approvazione di tutti gli atti – legislativi e di indirizzo – proposti, sia in seno alla Commissione che da parte del Consiglio regionale”.
La Commissione ha studiato, nel corso del suo mandato, le possibili proposte da mettere in campo per superare il gap dovuto alla condizione insulare. “Servono politiche specifiche, sia a livello nazionale sia a livello europeo. E’ necessario – ha proseguito Cossa nella sua relazione – intervenire con una dotazione supplementare all’interno della futura politica di coesione per assistere le isole, dotarsi cioè degli strumenti necessari promuovere un approccio integrato e mirato alle questioni insulari. Tali risorse aggiuntive, in un’ottica di equità e convergenza, dovrebbero essere quantificate in misura tale da compensare la perdita di PIL pro capite, allo scopo di ridurre le disparità esistenti tra le isole e le loro controparti continentali e a garantire che queste regioni abbiano accesso adeguato alle risorse necessarie per il loro sviluppo”.
Per Cossa quello che occorre “è soprattutto una complessiva revisione del quadro legislativo in materia di aiuti di Stato – il cui impatto sulla competitività tra le economie delle regioni insulari è molto rilevante – e la definizione di un regime specifico per i territori insulari, rispetto ai quali una applicazione rigida e indiscriminata spesso si trasforma in uno svantaggio competitivo. Un regime fiscale più favorevole e le sovvenzioni finalizzate a mitigare l’insularità dovrebbero essere inquadrate come compensative dei maggiori oneri sostenuti a livello insulare dalle famiglie e dalle imprese, piuttosto che come aiuti di Stato, per porre le isole su un effettivo piano di parità con le rispettive controparti continentali. Lo svantaggio insulare rappresenta infatti il presupposto per superare l’elemento dell’ingiustificato arricchimento del beneficiario, alla base della limitazione di ammissibilità di tali aiuti”. Tutto questo, continua Cossa, presuppone la creazione di una sottocategoria “isole” tra le regioni svantaggiate, che tenga conto delle loro caratteristiche distintive, prevedendo un approccio tale da assicurare un efficace utilizzo dei finanziamenti e sviluppare una strategia plasmata in modo tale da considerare le loro specificità. Per Cossa “anche alla luce del nuovo art. 119 della Costituzione italiana, non si può più prescindere da una interpretazione dinamica dell’articolo 174 del TFUE, per concretizzare un’agenda europea e nazionale per le Isole che rifletta appieno le esigenze locali e le realtà sul campo”.
La Commissione ha quindi delineato alcune strategie chiave sulle quali è necessario ragionare, che sono state inserite nel documento che la Commissione speciale ha consegnato alla Commissione bicamerale per il contrasto degli svantaggi derivanti dall’insularità. Sette i punti strategici inseriti nella relazione: accessibilità, recupero del gap infrastrutturale, innovazione e ricerca scientifica, esplicazione dell’Autonomia speciale, qualità istituzionale, fiscalità di Sviluppo e regolamentazione e politiche ambientali.
“Il lavoro svolto dalla Commissione rappresenta un contributo che ritengo utile per il progresso e lo sviluppo della Sardegna, una regione che si distingue per la sua unicità geografica e culturale. Grazie agli sforzi della Commissione, – ha continuato Cossa – è stata possibile una più profonda comprensione delle specifiche sfide legate all’insularità, che vanno ben oltre le mere questioni logistiche e si estendono agli aspetti economici, sociali e ambientali. La Commissione ha lavorato con impegno per identificare e analizzare le problematiche peculiari che affronta la Sardegna, fornendo una base solida su cui costruire strategie efficaci per il futuro, alla pianificazione e all’attuazione di politiche che permettano di trarre il massimo vantaggio dalle peculiarità dell’isola, trasformando le sfide in opportunità”, ha concluso.

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