Giornata della Memoria. L’intervento del Presidente Pais

“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre.”

Credo che questa frase di Primo Levi,
partigiano, antifascista superstite dell’Olocausto, rappresenti al meglio la giornata della Memoria che oggi anche il Consiglio regionale della Sardegna vuole celebrare.

“Comprendere è impossibile” ma “conoscere è necessario”. Per questo mai si dovrà far cadere il silenzio e quindi lasciare spazio all’oblio su una terribile pagina di storia che scuote le coscienze di tutti.

La Giornata della Memoria, che oggi celebriamo, fu istituita ufficialmente nel 2000 per ricordare l’orrore della Shoah. Si è scelta proprio questa data perché il 27 gennaio del 1945 le truppe dell’Armata rossa buttarono giù i cancelli di ingresso al campo di sterminio nazista di Auschwitz, in Polonia.

Celebrare il Giorno della Memoria significa impedire che l’indifferenza sia l’ultima parola. Per questo è importante ricordare e tenere viva la lezione dei Giusti tra le Nazioni, tra cui alcuni sardi come Girolamo Sotgiu e Bianca Ripepi, Salvatore Corrias e Giovanni Gavino Tolis che rompendo il muro dell’indifferenza e dell’omertà, seppero opporsi alla barbarie dell’odio, delle persecuzioni e dello sterminio del popolo ebraico. Essi sono testimoni di libertà e speranza. La responsabilità della Memoria è un impegno che riguarda tutti, nessuno escluso.

Oggi nel “giorno della memoria” anche il Consiglio regionale della Sardegna vuole ricordare lo sterminio e le persecuzioni del popolo ebraico e i deportati militari e politici di ogni nazionalità nei campi nazisti.

Più che una ricorrenza questa giornata deve rappresentare un profondo momento di riflessione. Meditare sulla Shoah vuol dire non dimenticare e rinnovare ogni giorno il pensiero sulle atrocità di quel periodo.

Orrore che purtroppo stiamo vivendo nuovamente. La giornata della Memoria quest’anno assume un significato particolare. Stiamo assistendo, purtroppo, ad un’altra brutta pagina di storia: il conflitto Russia – Ucraina che sta insanguinando il Continente europeo dopo 77 anni di pace ininterrotta.

La devastazione della guerra si è riproposta nuovamente in tutta la sua crudeltà e atrocità. Abbiamo visto ancora violenze, umiliazioni contro un intero popolo, vittime innocenti. Una guerra che sta mettendo in discussione ancora una volta la libertà e la pacifica convivenza tra i popoli, obiettivi principali del vivere civile.

Conflitti diversi in epoche diverse. Ma con un denominatore comune: la violenza e il tentativo di sopraffazione di un popolo su un altro.

Per questo oggi 27 gennaio 2023 vogliamo celebrare, ancora una volta, le vittime di sempre: di ieri e di oggi.

Non potremo mai dimenticare che il genocidio nazista non ha risparmiato neanche il nostro popolo.

Anzi la Sardegna, come tutti sappiamo, è una delle regioni che ha pagato un altissimo tributo di deportati, politici e militari: 250 sardi sono stati deportati nei lager e furono circa 12.000 mila i soldati sardi IMI (Internati militari italiani) rinchiusi nei lager.

A tanti anni di distanza gli “errori e gli orrori” del passato sono ritornati.

Per questo è quanto mai attuale ed importante commemorare le vittime dell’Olocausto e ricordare coloro che, a rischio della propria vita, hanno protetto i perseguitati.

Auspico che oggi “Giornata della Memoria” parta una nuova speranza di pace: creare una società più giusta dove i diritti di ogni individuo siano rispettati e tutelati.

Dal passato ci arriva una lezione che non possiamo ignorare: in un paese democratico non ci può essere spazio per la sopraffazione, la persecuzione, l’ intolleranza e la discriminazione.

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