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Gestione autonoma delle risorse idriche, il Comitato dei Sindaci consegna la proposta di legge di iniziativa popolare al Presidente del Consiglio regionale della Sardegna

Data: 17/10/2007

 


Il Presidente del Consiglio regionale, Giacomo Spissu, ha ricevuto questa mattina il “Comitato dei Sindaci con la gestione autonoma delle risorse idriche” che hanno consegnato la proposta di legge di iniziativa popolare che punta a modificare gli articoli 3 e 15 della Legge n. 29 del 1997.


Sono diciottomila le firme dei cittadini che chiedono di correggere alcuni aspetti della normativa oggi in vigore.


Il Presidente dell’Assemblea legislativa ha sottolineato l’importanza dello strumento scelto dagli amministratori locali, previsto dallo Statuto Sardo e dal Regolamento consiliare, “perché ha il merito di coinvolgere i  sardi nei meccanismi di iniziativa legislativa”.


La proposta di legge sarà trasmessa immediatamente alla Commissione consiliare competente in modo che possa essere inserita nel carico di lavoro che l’organismo dovrà svolgere nelle prossime settimane.


“Si tratta – ha evidenziato il Presidente Spissu – di una materia delicata. L’acqua è un bene prezioso che va utilizzato  con attenzione e non va sprecato. È un bene che certamente costa: l’obiettivo è quello di farlo pagare in modo equo a tutti, secondo il reale utilizzo che i cittadini ne fanno. Il passaggio a un nuovo sistema di gestione delle risorse idriche era necessario e imposto da normative nazionali e comunitarie. Il vostro contributo e l’esperienza di questi anni possono consentire di migliorare un’organizzazione del sistema che non deve scaricare esclusivamente sulla collettività il costo, spesso eccessivo, dell’acqua”.


Il Presidente del Consiglio ha poi ripercorso le fasi che nella scorsa legislatura portarono l’Assemblea di via Roma a optare per un ambito unico regionale – considerato allora il sistema migliore – e ha rimarcato le contraddizioni di un’Assemblea dei Sindaci (ATO) dove “siedono ancora oggi amministratori che non rappresentano politicamente i territori di provenienza perché cessati dalla carica anche da molti anni. “

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