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Commissione Sanità: approvate le delibere su linee-guida delle strutture sociali, trapianti di staminali e trasfusioni

Cagliari, 7 febbraio 2023 – La commissione Sanità, presieduta da Antonio Mario Mundula (Fdi) ha approvato con l’astensione della minoranza le delibere riguardanti le linee-guida delle strutture sociali (P/197), i requisiti minimi della strutture impegnate nel programma di trapianto di cellule staminali emopoietiche (P/231) e e di quelle trasfusionali (P/232). Rinviato, invece, l’esame della delibera sul trasferimento definitivo della Clinica universitaria di ortopedia e traumatologia all’Azienda ospedaliera universitaria di Cagliari.

Su quest’ultimo punto si è sviluppato un dibattito nel quale hanno preso la parola i consiglieri regionali Daniele Cocco (Alleanza europa verde), Gianfranco Ganau e Rosella Pinna (Pd), Michele Ennas (Lega), Francesco Agus (Progressisti) Annalisa Mele (Riformatori), Domenico Gallus (Psd’Az), Carla Cuccu (Idea Sardegna) e Marco Tedde (Forza Italia). Tutti, con sottolineature differenti, hanno sostenuto che lo schema della rete ospedaliera approvato con la riforma va rivisto anche alla luce del post-covid ma ogni possibile intervento va collocato nella sua sede naturale, il Consiglio regionale.

Particolarmente significativa, come ha spiegato il direttore delle Politiche sociali dell’assessorato della Sanità Giovanni Deiana, la delibera sulle linee-guida delle strutture sociali, che per la prima volta definisce un quadro regolatorio comune per le strutture che finora hanno operato solo con autorizzazioni comunali in un settore molto delicato: comunità di tipo familiare e gruppi di convivenza, comunità per minori, madri con bambino, anziani, centri di aggregazione e per la prima infanzia.

Per ottenere l’accreditamento, ha proseguito Deiana, sarà necessario garantire elevati standard di qualità, formazione costante e specializzazione delle diverse figure professionali. Tutto ciò, ha avvertito il direttore delle Politiche sociali, comporterà un aumento delle tariffe che la Regione (al netto dei fondi nazionali) dovrà corrispondere ai Comuni, secondo un fabbisogno tendenzialmente in crescita, stimabile complessivamente in circa 22 milioni anno.

(Af)

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