Mozione n. 677

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVI Legislatura

Mozione n. 677

MULA – SCHIRRU – TUNIS – STARA – PERU – COSSA – MANCA Annalisa – PIGA – TATTI – CANU – LAI – MORICONI – MAIELI – MARRAS – COCCO Daniele Secondo – COCCIU – CUCCU – DE GIORGI – MANCA Ignazio – SATTA Giovanni Antonio, sulle problematiche di approvvigionamento idrico potabile e per l’impiego civile dei Comuni della bassa Baronia e sulla grave situazione di inquinamento del fiume Cedrino.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
– da circa vent’anni il problema degli approvvigionamenti di acqua potabile per i Comuni della bassa Baronia, mai risolto da nessuna amministrazione regionale, registra una situazione gravissima di carattere civile; i paesi venivano e vengono tutt’ora forniti d’acqua non potabile proveniente dalla diga di Pedr’è Othoni, acqua che necessita d’esser potabilizzata mediante un pesante trattamento di clorizzazione a percentuali altissime;
– questa condizione non è mai variata fino ad oggi, per cui già da quei tempi si rese necessario individuare un nuovo sistema di approvvigionamento e fornitura dell’acqua per almeno cinque Comuni del distretto: Galtellì, Orosei, Onifai, Loculi, Irgoli; la soluzione ideale al problema sembrava essere stata individuata nella possibilità di attingere l’acqua di qualità sorgiva, quindi potabile, dalle sorgenti di Su Gologone, senza necessità di essere trattata ulteriormente, soluzione, che si dimostrò subito impraticabile per svariate ragioni di carattere politico e organizzativo;
– Abbanoa ebbe un’intuizione, al momento l’unica praticabile, che era quella di riparare le tante falle delle condutture dell’impianto colabrodo che fornisce acqua ai paesi di Dorgali, Oliena e Calagonone e poter dirottare l’acqua risparmiata dalle perdite verso i paesi della bassa Baronia; si calcola che, ancora, oggi, il 60% di quest’acqua venga dispersa inutilmente nel suolo senza nessun utilizzo; purtroppo anche questa misura non ebbe nessun seguito nonostante lo stanziamento dei fondi necessari e i progetti presentati e tale situazione persiste invariata; l’acqua fornita ai Comuni della bassa Baronia continua ad essere quella proveniente dalla diga di Pedr’e Orhoni, acqua pesantemente inquinata che per essere resa potabile necessita di overdosi di cloro che gli vengono conferite al potabilizzatore di Taddore;

CONSIDERATO che
– la situazione di inquinamento del fiume Cedrino si è aggravata ulteriormente come dimostrano i rapporti annuali di Legambiente i quali registrano un altissimo livello di inquinamento della foce del fiume in territorio di Orosei;
– è per questa ragione che, da alcuni anni, non è stato consegnato il prestigioso riconoscimento delle quattro vele, riconoscimento di cui il Comune di Orosei si è sempre fregiato;
– ne deriva un grave danno di immagine, tale da recare pregiudizio all’economia locale del turismo;
– sia compito della Regione organizzare eventuali gruppi di controllo in grado di stabilire le attuali condizioni di salute del fiume e individuare le molteplici cause del suo inquinamento per mettere in atto le necessarie e urgenti misure correttive sullo stato di salute di un fiume che da sempre rappresenta la risorsa principale dell’economia di tutta la bassa Baronia;

APPRESO che:
– dati certificati dimostrano che sono in aumento casi di patologie cancerogene tra le popolazioni della zona interessata al consumo dell’acqua proveniente dal potabilizzatore di Taddore, anche se non ci è dato sapere scientificamente se tali patologie siano riconducibili, in tutto o in parte, al consumo continuo di acqua contenente componenti chimiche nocive in percentuali eccessive e delle quali se ne parla ufficialmente nella deliberazione n. 6 dei 17 aprile 2015 del comune di Orosei, nella quale vengono denunciati casi sempre più numerosi di patologie sanitarie in concomitanza alle continue ordinanze di divieto del consumo di tale acqua per uso alimentare;
– di fatto gli abitanti della zona sono, statisticamente, sempre più colpiti da tumori alla tiroide, al sistema linfatico e al sistema immunitario;
– il diritto degli abitanti ad avere l’acqua potabile è sacrosanto, si è già’ detto, ma l’acqua, preziosa risorsa per il territorio, continua a finire in mare inutilizzata, a causa di un impianto colabrodo mai riparato, mai innovato e mai riprogettato;
– di “tavolo tecnico” per canalizzare l’acqua de Su Cologone verso la Baronia si parla, da almeno 20 anni, mentre di salute pubblica dei cittadini, abitanti nei comuni della Baronia, si parla già dal dicembre del 2009 quando si ritenne necessario un Commissario ad Acta per la risoluzione del problema in tempi rapidi, come denunciato allora dai Sindaci del distretto;
– nel gennaio del 2010 ulteriori rassicurazioni in merito giunsero in occasione dell’incontro tra gli amministratori locali e la ATO (Ambito territoriale regionale) in merito alla risoluzione del problema, ovvero al ripristino delle condutture di alcuni paesi, in base alla decretazione di emergenza sanitaria per intervenire il prima possibile e con la massima urgenza; i fondi, si disse, non erano un problema e si parlava allora di circa 7 milioni complessivi;
– ad oggi ancora nessuna misura è stata avviata come è emerso qualche giorno fa durante una riunione con i Sindaci interessati alla quale ha partecipato anche Abbanoa Spa;
– le motivazioni di tali ritardi, addotte durante la riunione, parrebbero essere riconducibili al fatto che si stanno ancora predisponendo gli appalti per i lavori, appalti fermi da dieci anni;
– la società Abbanoa Spa ha come missione dichiarata nel suo statuto la gestione omogenea e unitaria del servizio idrico integrato della Sardegna, così da garantire, nel pieno rispetto dell’ambiente, la fornitura dell’acqua con la stessa qualità, lo stesso livello di servizio e la stessa tariffa in tutto il territorio regionale, dal capoluogo al comune più isolato, il tutto in un’ottica di sviluppo economico e sociale dell’Isola;
– i valori guida dell’attività, di Abbanoa Spa sono ispirati al concetto di risorsa idrica quale bene sociale e improntati alla sua gestione etica e rigorosa;
– la Società Abbanoa Spa è una società per azioni a capitale interamente pubblico, i suoi azionisti sono la Regione autonoma della Sardegna (RAS) e 342 Comuni soci;

VALUTATO se Abbanoa Spa stia o meno conducendo correttamente e continuativamente le operazioni disposte e maturate a seguito del confronto politico e dalle direttive indicate per risolvere il problema e se sia o meno in grado di disporre organicamente delle competenze necessarie per avviare, sebbene con immane ritardo, la risoluzione del problema,

impegna il Presidente della Regione

1) a riferire in merito a tutte le vicende note e quelle eventualmente ignote che hanno interessato, durante gli ultimi 12 anni, il mancato servizio di fornitura dell’acqua potabile alla bassa Baronia, incluse le responsabilità sulle mancate o incomplete aggiudicazioni d’appalto per i lavori previsti;
2) a provvedere, d’ora in poi, con disposizioni certe all’insegna della trasparenza necessaria per risolvere il problema;
3) a ricercare eventuali responsabilità dei ritardi nella risoluzione del problema dell’acqua potabile per la bassa Baronia, responsabilità che potrebbero aver creato gravi danni alla salute delle persone e grave pregiudizio al sistema economico e di sviluppo del territorio e individuare e rimuovere gli eventuali ostacoli causa di rallentamento della risoluzione del problema.

Cagliari, 25 ottobre 2023

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