Mozione n. 470

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Mozione n. 470

ORRÙ – AGUS – CADDEO – LOI – PIU – SATTA Gianfranco – ZEDDA Massimo richiesta di intervento sulle complicanze psico-sociali della pandemia da Covid-19 e delle conseguenti misure restrittive e di isolamento, nella popolazione sarda.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
– la pandemia da Coronavirus è un evento traumatico senza precedenti, che influenza i sistemi sanitari, economici e sociali in tutto il mondo;
– dato l’elevato livello di contagiosità, nonché la mancanza di trattamenti e vaccini appropriati nella fase iniziale, quasi tutti i paesi hanno adottato misure di reclusione, tra cui il lockdown, l’isolamento domestico e l’allontanamento fisico;
– l’Italia è stato il primo paese occidentale pesantemente colpito dalla pandemia da Covid-19, con il maggior numero di persone infette e morte per molte settimane;
– l’8 marzo 2020, al fine di rallentare i tassi di infezione, il Primo Ministro Giuseppe Conte ha attuato la prima misura di lockdown per 60 milioni di persone, prorogandola per 8 settimane;
– durante questo periodo, noto come “Fase uno”, tutte le attività non necessarie sono state chiuse, più di 29.000 persone sono morte e quasi 100.000 persone sono state isolate in casa; dal 4 maggio è avvenuta una graduale riapertura delle attività finanziarie e commerciali, nota come “Fase due”;

CONSIDERATO che:
– l’attuale pandemia in corso è completamente diversa da altri disastri naturali, crisi economiche o epidemie precedenti, e rappresenta una forma nuova e complessa di stress psico-sociale;
– gli studi condotti per valutare l’impatto della pandemia da Covid-19, e delle conseguenti misure restrittive e di isolamento previste dalle disposizioni ministeriali e regionali, hanno infatti dimostrato gli effetti negativi a breve e lungo termine sulla salute mentale e il benessere della popolazione in generale;
– le ricadute psicologiche riscontrate sono di diversa natura:
– a livello individuale, sono ad alto rischio soprattutto gli anziani, le donne e i giovani: i primi perché più fragili davanti al virus, alla depressione e alla solitudine, le seconde perché più predisposte alla depressione e più toccate dalle ripercussioni psico-sociali e lavorative, i giovani in quanto hanno visto modificarsi la vita di relazione e subiscono isolamento e perdita del lavoro;
– a livello generale, l’intera popolazione è scossa dall’incertezza e dall’impossibilità di fare programmi per il futuro, si sta adattando a questa situazione prolungata a tempo indefinito che causa spesso un totale svuotamento emotivo;
– le conseguenze psicopatologiche più riscontrate includono: alti tassi di depressione, ansia, paura di contrarre la malattia e di morire, timore di perdere i propri cari o di separarsi dalle famiglie e dai caregiver, panico, rabbia, insonnia e stress; uno dei disagi osservati è la mancanza di elaborazione del lutto a causa dell’impossibilità di vedere il proprio familiare morente o addirittura la sua salma; è peggiorato il rapporto con il proprio corpo e con la propria immagine ed è aumentata la dipendenza da fumo e da droghe;
– l’Istituto superiore di sanità ha recentemente evidenziato l’aumentato rischio di ricaduta e il peggioramento dei disturbi dell’alimentazione e della nutrizione (DCA), un maggiore rischio di infezione da Covid-19 nelle persone con DCA, l’aumento delle conseguenti ripercussioni sul sistema cardio-polmonare e della mortalità;
– è stato riscontrato che la popolazione associa la pandemia a una serie di avversità psico-sociali, tra cui la perdita dei mezzi di sussistenza, la scarsa distribuzione di beni di prima necessità, le chiusure scolastiche, le risorse inadeguate per la risposta medica, la violenza domestica e le preoccupazioni per il futuro;
– una metanalisi di 15 studi sulle complicanze psicologiche e comportamentali della pandemia su un campione di circa 23.000 bambini/adolescenti ha dimostrato che «complessivamente il 34,5 per cento, 41,7 per cento e 30,8 per cento dei bambini soffrono di ansia, depressione, irritabilità e inattenzione, rispettivamente. Il comportamento/stato psicologico di un totale del 79,4 per cento dei bambini è stato influenzato negativamente dalla pandemia e dalla quarantena, almeno il 22,5 per cento dei bambini hanno una significativa paura del Covid-19 ed il 35,2 per cento e il 21,3 per cento lamentavano noia e disturbi del sonno, rispettivamente […] durante la pandemia Covid-19» (Panda et al, 2021);

OSSERVATO che:
– le ripercussioni della pandemia sull’equilibrio psico-emotivo della popolazione stanno impattando sulla domanda di ricorso a specialisti della salute mentale, fenomeno che sta creando uno stress senza precedenti sui servizi di psichiatria, psicoterapia e psicologia territoriali e privati, dato che l’Italia è pesantemente sguarnita sul fronte dei servizi e dei programmi adeguati, a cominciare dal personale;
– prima della pandemia, in Italia era stato stimato un totale di 830.000 pazienti in cura presso i Dipartimenti di salute mentale (ovvero 1’1,6 per cento della popolazione presa in carico, a fronte di un’utenza attesa del 5 per cento), mentre ora si calcola di dover aggiungere almeno un 30 per cento e nel complesso un milione di nuovi casi di disagio mentale;

PRESO ATTO che:
– uno studio cinese, uscito nelle ultime settimane, svolto on-line con uno specifico focus sui bambini dai 7 ai 15 anni, somministrato ad oltre 600 genitori/caregiver, ha dimostrato che «il 44,3 per cento degli intervistati ritiene che l’istruzione online sia efficace nell’acquisire conoscenza e migliorare le capacità pratiche e di comunicazione. Il 78 per cento ritiene che il sistema di istruzione online sia efficiente […] ma una sostanziale percentuale di studenti non si sente a proprio agio con questa nuova forma di apprendimento» (Ma et al, 2021);
– tra gli effetti psico-sociali del Covid-19 vi è l’acuirsi della dispersione scolastica e dell’abbandono della scuola, e più in generale l’aumento delle diseguaglianze educative; è stato riscontrato un aumento della dipendenza da dispositivi elettronici, soprattutto da parte dei minori, e si sono presentati nuovi casi di apatia e anedonia del tutto anomali rispetto a un’età che dovrebbe essere per sua natura proiettata alla curiosità e alla sperimentazione;
– l’ONG Save the children ha presentato, il 5 gennaio scorso, un’indagine effettuata in collaborazione con l’istituto di sondaggi Ipsos, da cui emerge che il 28 per cento degli adolescenti dichiara che dall’inizio della pandemia almeno un compagno di classe ha smesso di frequentare la scuola;
– i magistrati dei tribunali per i minorenni si sono accorti che la didattica a distanza e l’assenza della scuola in presenza hanno aumentato a dismisura la dispersione scolastica; la procura minorile di Cagliari, in un solo mese, sono arrivate 300 segnalazioni riguardanti principalmente la scuola secondaria di primo e secondo grado, a fronte di 700 fascicoli aperti, in media, in un anno;

RILEVATO che:
– gli adolescenti e i più giovani sono vittime dello sconvolgimento relazionale e dell’isolamento forzato provocato dal Covid-19, e avranno anche le maggiori difficoltà nel ricostruire la loro vita del dopo pandemia;
– i giovanissimi, infatti, costretti in casa, lontani dalla scuola e da tutti gli altri luoghi di aggregazione e d’incontro (come i luoghi sportivi, i cinema e i teatri), e ridotti a rapporti sociali attraverso uno schermo, stanno perdendo gli importanti strumenti di crescita come il dialogo e la convivialità; di conseguenza, vivono come anestetizzati e sviluppano o accentuano disturbi preesistenti sempre più critici come fobie, attacchi di panico, ansia, frustrazione e insonnia;
– si è manifestata anche la cosiddetta “sindrome della capanna o del prigioniero”, ossia la paura di uscire e lasciare la propria casa, il luogo che per mesi ci ha fatto sentire al sicuro e al riparo da qualsiasi pericoloso agente esterno. Inoltre, i più fragili possono diventare violenti verso l’esterno, in famiglia o contro se stessi;
– il numero degli episodi di violenze e aggressioni di minorenni contro altri minorenni è in preoccupante e costante crescita in gran parte della Penisola;
– i reati che vengono commessi vanno dallo stalking, al bullismo e al cyber-bullismo, mentre l’età dell’abuso di alcool e di sostanze stupefacenti si è abbassata;
– gli studi condotti sul fenomeno dei comportamenti suicidari e dell’autolesionismo negli adolescenti hanno riscontrato un aumento statisticamente significativo e preoccupante, in particolare per quelli che hanno sperimentato depressione, tristezza o disperazione prima della pandemia;

RILEVATO altresì che:
– un dato preoccupante emerso da alcuni studi è l’aumento di importanti stati di stress e di ansia, insieme a nuovi sentimenti come tristezza e depressione, nelle donne che si sono ritrovate improvvisamente a casa a lavorare in modalità smart-working e a dover gestire i propri figli in DAD; lo stesso vale per le casalinghe;
– i dati raccolti dai Centri antiviolenza a dalle associazioni attive sul contrasto alla violenza di genere durante il periodo di lockdown testimoniano una maggiore esposizione alla violenza domestica e di genere, mentre le chiamate arrivate al numero 1522 sono diminuite del 50 per cento circa a causa delle difficoltà di accesso ai servizi dovute alle minori opportunità di scambio con l’esterno;

EVIDENZIATO che:
– sia doveroso da parte della Regione garantire la massima qualità assistenziale per fronteggiare le conseguenze psico-sociali del Covid-19 sulla popolazione sarda;
– la nomina del Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza è scaduta dal 17 novembre 2020 e al momento l’incarico non risulta ancora ricoperto, nonostante sia fondamentale in quanto rappresenta i diritti e gli interessi dell’infanzia e dell’adolescenza presso tutte le sedi istituzionali competenti e favorisca la conoscenza di tali diritti e dei relativi mezzi di tutela,

impegna il Presidente della Regione
e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale a:

1) potenziare gli investimenti nei servizi e nei programmi di salute mentale e del supporto psicologico per i minori e gli adulti a livello regionale, che hanno sofferto per anni di limitati finanziamenti;
2) indirizzare risorse economiche ai comuni di tutto il territorio regionale, al fine di attivare programmi specifici o aprire uffici specializzati per affrontare le ripercussioni della pandemia sull’equilibrio psico-emotivo della popolazione, con particolare riguardo alle categorie fragili, le donne e i più giovani;
3) reperire i fondi dal PNRR, nello specifico dalla missione 6 “Salute” che tra i suoi obiettivi generali mira a “potenziare e riorientare il Servizio sanitario nazionale (SSN) per migliorarne l’efficacia nel rispondere ai bisogni di cura delle persone, anche alla luce delle criticità emerse nel corso dell’emergenza pandemica”, e in particolare intende “rafforzare la prevenzione e l’assistenza sul territorio e l’integrazione fra servizi sanitari e sociali”;
4) attivare tempestivamente un sistema di controllo e analisi dei dati regionali relativi ai danni che il Coronavirus e le conseguenti misure restrittive e di isolamento stanno causando e causeranno, nel breve e nel lungo periodo, alla salute mentale della popolazione sarda.

Cagliari, 14 maggio 2021

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