Mozione n. 466

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Mozione n. 466

CIUSA – MANCA Desiré Alma – LI GIOI – SOLINAS Alessandro sulla ripresa delle attività della filiera dei matrimoni e degli eventi privati.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
– il comparto conta a livello nazionale circa 50 mila operatori economici, tra imprese e liberi professionisti, e oltre 500 mila persone impiegate;
– il comparto conta a livello nazionale circa 50 mila operatori economici, tra imprese e liberi professionisti, e oltre 500 mila persone impiegate;
– nel 2019 sono stati circa 360 mila gli eventi di dimensioni piccole o medie tenutisi in Italia, capaci di produrre un fatturato nazionale del solo settore matrimoni nel 2019 di oltre 15 miliardi e un giro di affari complessivo i 60 miliardi;
– negli ultimi anni si è registrata una sensibile ascesa dell’Italia del “destination wedding” e del “destination event”, ovvero di matrimoni ed eventi con sposi o committenti residenti all’estero ma celebrati nel nostro Paese;
– nel 2019 sono stati oltre novemila i matrimoni con sposi provenienti dall’estero tenutisi in Italia, eventi che hanno richiamato nel nostro Paese 1,5 milioni di presenze e prodotto un fatturato di circa 550 milioni di euro, a cui va ad aggiungersi il consistente indotto;
– i dati dei matrimoni 2019 sono estratti dal sito ISTAT http://dati.istat.it/Index.aspx?DataSetCode=DCIS_MATRIND;
– la Sardegna è ricca di potenzialità per lo sviluppo del turismo derivante dagli eventi privati e, tra questi, i matrimoni sia di italiani che di stranieri (Destination wedding tourism) e può contare sulle principali attrattive turistiche del mar Tirreno e Mediterraneo per svilupparne l’indotto di spesa turistica e specialistica dell’organizzazione degli eventi;
– se si considerano i soli matrimoni (escludendo altre tipologie di eventi privati), nel 2019 l’ISTAT ha registrato 4.469 matrimoni (civili + religiosi) in Sardegna, stimandone un costo medio di 25.000 euro, è facile calcolare in circa 112 mln di euro di volume d’affari a beneficio dell’economia regionale, ma se di questi dati considerassimo un solo 20 per cento di matrimoni esteri con stima al ribasso al quale si desse secondo Enit un dato di spesa che si aggira intorno a 58.000 euro l’indotto di questo segmento si aggirerebbe su circa 52 mln al quale andrebbero aggiunte le spese generate dagli ospiti dell’evento per la partecipazione che sempre dati Enit dichiarano con almeno 7 giorni in presenza nel luogo designato;

CONSIDERATO che:
– le misure di contenimento del Covid-19 hanno di fatto proibito ogni occasione di socialità, colpendo inevitabilmente le attività della filiera dei matrimoni e degli eventi privati;
– nel 2020 il fatturato del settore ha registrato una flessione media che si attesta attorno al 90 per cento e un azzeramento degli eventi con committenti o partecipanti provenienti da Paesi esteri;

RILEVATO che:
– l’articolo 16, comma 2, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 2 marzo 2021 vieta ogni festa, anche conseguente a cerimonie religiose o civili;
– il decreto legge n. 52 del 2021 calendarizza la ripresa per numerose attività economiche e commerciali, non contemplando tuttavia le feste, che restano quindi vietate ai sensi dell’articolo 16 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 2 marzo 2021;
– il 28 aprile 2021 la Conferenza delle regioni ha adottato Le “linee guida per la ripresa delle attività economiche e sociali”, ivi comprese le cerimonie;
– tali linee guida risultano essere immediatamente operative, senza necessità di ulteriori approvazioni o recepimenti, ma limitatamente alle attività non vietate da altre norme e consentirebbero lo svolgimento di cerimonie ed eventi in sicurezza;
– alcune associazioni di categoria si sono rese disponibili ad integrare tali disposizioni con ulteriori interventi ispirati alla sicurezza sanitaria, come gli “eventi certificati”, al fine di evitare il proliferare di feste “abusive”, come già si sta verificando in tutto il Paese;
– matrimoni ed eventi hanno tempi di programmazione medio-lunghi, per cui un ritardo nell’indicazione della data di ripartenza, anche se differita, rischia di compromettere anche i mesi di giugno e luglio, notoriamente “alta stagione” per i matrimoni;
– il 26 aprile scorso le associazioni di categoria hanno tenuto manifestazioni contemporanee in 13 città d’Italia per chiedere una data che possa permettere una ripresa immediata per la programmazione e lo svolgimento di matrimoni ed eventi e ristori adeguati alle consistenti perdite del settore, tra i pochissimi a non aver ripreso le attività;
– nel corso delle ultime settimane numerosi presidenti di Giunte regionali, tra i quali il precedente e l’attuale presidente della Conferenza delle regioni Stefano Bonaccini e Massimiliano Fedriga, e il Ministro per gli affari regionali Mariastella Gelmini hanno convenuto sulla giustezza della richiesta di una data certa per la ripresa delle cerimonie e degli eventi, riconoscendo la particolare e critica situazione attraversata dagli operatori economici del settore;
– a fronte delle ingenti perdite registrate a causa dell’adozione dei codici Ateco quale parametro per la richiesta dei ristori gran parte degli operatori economici del settore ha ricevuto esigui contributi, spesso sufficienti appena a pagare tasse e imposte;

RILEVATO che una ripartenza in sicurezza dei matrimoni e degli eventi permetterebbe agli operatori economici di acquisire una liquidità di cassa di fondamentale importanza e allo stesso tempo ne beneficerebbero anche l’indotto, dal turismo all’artigianato locale alla ristorazione,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

1) a portare in sede di Conferenza delle regioni la richiesta di una data per la ripresa dei matrimoni e degli eventi affinché tale richiesta possa poi essere posta all’attenzione del governo in sede di Conferenza Stato-regioni;
2) a sollecitare il governo affinché nel decreto Sostegni bis sia incrementato il fondo a favore del settore istituito con il decreto Sostegni.

Cagliari, 7 maggio 2021

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