Mozione n. 459

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Mozione n. 459

AGUS – CIUSA – COCCO – GANAU – CADDEO – COMANDINI – CORRIAS – DERIU – LAI – LI GIOI – LOI – MANCA Desiré Alma – MELONI – ORRÙ – PINNA – PISCEDDA – PIU – SATTA Gian Franco – SOLINAS Alessandro – ZEDDA Massimo sulla revoca degli incarichi fiduciari di natura politica e dirigenziale nelle amministrazioni regionali, sull’adozione di azioni urgenti volte a tutelare la credibilità dell’istituzione Regione e l’immagine dell’Isola come meta turistica, i conseguenti danni economici e reputazionali causati dai fatti avvenuti presso il centro “Sardegna Termale” a Sardara il 7 aprile 2021, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio regionale ai sensi dei commi 2 e 3 dell’articolo 54 del Regolamento interno.

***************

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
– il DPCM 2 marzo 2021, il decreto-legge 13 marzo 2021, n. 30 e il decreto-legge 1° aprile 2021, n. 44, hanno disposto l’applicazione di misure restrittive per il contenimento del contagio da Covid-19;
– il decreto legge n. 44 del 2021 ha previsto la proroga fino al 30 aprile 2021 dell’applicazione delle disposizioni del DPCM 2 marzo 2021 e di alcune misure già previste dal decreto legge 13 marzo 2021, n. 30;
– il decreto legge n. 30 del 2021 ha previsto l’applicazione nelle zone gialle delle misure della zona arancione; l’estensione delle misure previste per la zona rossa in caso di particolare incidenza di contagi (superiori a 250 casi ogni centomila abitanti e nelle aree con circolazione delle varianti) sia con ordinanza del Ministro della salute che con provvedimento dei presidenti delle regioni; la possibilità, nella zona arancione, di uno spostamento giornaliero verso una sola abitazione privata abitata in ambito comunale.
– con ordinanza del Ministro della salute del 19 marzo 2021 la Sardegna è stata collocata in zona “arancione” e, successivamente, preso atto del peggioramento dei dati inerenti la situazione epidemiologica, con ordinanza del 9 aprile 2021, ha collocato la Regione in “zona rossa”;
– nelle aree collocate in “zona arancione” è vietato consumare cibi e bevande all’interno dei ristoranti e delle altre attività di ristorazione (compresi bar, pasticcerie, gelaterie etc.) e nelle loro adiacenze e l’ingresso e la permanenza negli stessi da parte dei clienti sono consentiti esclusivamente per il tempo strettamente necessario ad acquistare i prodotti per asporto e sempre nel rispetto delle misure di prevenzione del contagio. Non sono comunque consentiti gli assembramenti né il consumo in prossimità dei locali; non sono consentiti altresì gli spostamenti fuori dal proprio comune di residenza o domicilio al di fuori di comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute;

CONSIDERATO che:
– da quanto riportato sui maggiori organi di stampa regionale e nazionale, il 7 aprile 2021 presso il ristorante annesso alla struttura “Sardegna Termale” a Sardara si è tenuto un “pranzo” in piena violazione delle regole anti-covid, che ha visto la partecipazione di almeno 26 persone, la maggior parte delle quali risultano essere soggetti titolari di incarichi politici e dirigenziali sia nell’amministrazione centrale che in vari enti strumentali della Regione Sardegna;
– il predetto incontro “conviviale” è stato interrotto da un controllo degli uomini della Guardia di finanza, chiamati ad intervenire in ordine all’evidente condotta illegittima dei partecipanti rispetto alle norme anti-covid vigenti in tutto il Paese e, in particolare, in Sardegna come Regione classificata in “zona arancione” dal 22 marzo scorso;
– il fatto è diventato, oltre che causa di forte indignazione di tutta la popolazione sarda, anche oggetto di una indagine da parte della Procura di Cagliari tutt’ora in corso di svolgimento;
– tra le persone sentite dalla Procura in quanto informate sui fatti risultano diversi soggetti che ricoprono incarichi dirigenziali di vertice nell’Amministrazione regionale, negli enti strumentali della Regione e nelle aziende sanitarie, soggetti componenti degli uffici di gabinetto del Presidente della Regione e degli Assessorati, attuali ed ex amministratori locali, ex commissari di Province, soggetti vari nominati in enti, fondazioni e partecipate controllate dalla Regione, componenti delle forze armate;

EVIDENZIATO che:
– quanto è avvenuto il 7 aprile a Sardara e i silenzi seguiti da parte dei diretti interessati e del Presidente della Regione pongono quesiti inquietanti sulle attività esercitate da soggetti titolari di incarico pubblico regionale: una commistione preoccupante di poteri diversi e interconnessi riunitisi nel corso di un’ordinaria giornata lavorativa in zona arancione, lontano dai riflettori e dalle loro sedi di lavoro;
– sono inoltre diverse le persone nominate con incarichi fiduciari in Regione che non hanno permesso alla Guardia di finanza la loro identificazione: soltanto l’attivazione dell’indagine da parte della Procura di Cagliari ha consentito di conoscere l’elenco (a oggi ancora parziale) delle persone che si sono sottratte alle verifiche delle forze dell’ordine;
– dopo quasi 2 settimane dai fatti il Presidente della Regione non ha mai preso una posizione ufficiale sull’accaduto ma si è limitato a diffondere a mezzo stampa indiscrezioni su possibili provvedimenti da intraprendere in futuro;
– a seguito delle insistenti richieste da parte della opposizioni in Consiglio regionale affinché il Presidente della Regione riferisse sulla vicenda, la Vicepresidente della Giunta regionale è intervenuta sull’argomento nel corso della seduta del Consiglio del 13 aprile scorso affermando che il Presidente “non deve riferire alcunché” in quanto “ci sono delle indagini, e all’esito di queste indagini si valuterà quale dovrà essere la reazione che la Giunta dovrà avere in relazione ai fatti”;

RILEVATO:
– che le principali norme anticovid sono vigenti da oltre un anno e sono certamente conosciute a tutta la popolazione sarda, sarebbe paradossale che titolari di alte cariche nelle amministrazioni pubbliche regionali non ne fossero a conoscenza;
– la gravità della condotta dei soggetti che, colti in flagranza di reato, hanno evitato con ogni mezzo a loro disposizione di sottrarsi all’identificazione delle forze dell’ordine: è inammissibile che tra coloro che hanno fatto ricorso a queste azioni ci siano titolari di incarichi pubblici istituzionali nella Regione;

SOTTOLINEATO che:
– dopo un anno dall’inizio della pandemia tutta la popolazione sarda è oggi fortemente provata dalla situazione sanitaria e dalle conseguenze socio-economiche delle restrizioni stabilite anche dalla Regione per la limitazione dei contagi: la vicenda del “pranzo di manager e politici regionali”, organizzato lontano da occhi indiscreti e in spregio alle più elementari regole di contrasto al contagio, sono un’offesa insopportabile ai tantissimi che oggi sono costretti a una vita drammaticamente condizionata dalle chiusure delle attività lavorative, dei luoghi di istruzione e di socialità, oltre che dalle tante persone che ancora oggi lottano contro la malattia da coronavirus;
– il rispetto delle regole viene oggi accettato, con sempre più difficoltà, dai “comuni” cittadini solo con la speranza che gli sforzi da loro profusi siano intrapresi indistintamente da tutta la popolazione e che non esistano sacche di previlegio derivate dallo status sociale di alcuni cittadini “speciali”: con quale spirito i sardi potrebbero continuare a fidarsi della classe dirigente regionale che elude palesemente quelle regole, dure e stringenti, proprio da essa stabilite?

RITENUTO che:
– l’episodio sopra riportato ha determinato un danno di immagine incalcolabile alla istituzione regionale, di cui vengono lesi il prestigio ed il credito verso i cittadini, fatto ancora più grave a causa dell’attuale momento storico, in cui i cittadini provati dal persistere della pandemia da Covid-19 e dalla conseguente crisi economica;
– gli effetti di rottura e compromissione del rapporto di fiducia tra i cittadini e l’Istituzione ascrivibili a condotte inappropriate, negligenti o in violazione di norme poste a tutela della sanità pubblica messe in atto da soggetti operanti nell’organizzazione amministrativa regionale in virtù di incarichi di tipo dirigenziale apicale o di tipo fiduciario, si traducono in una grave lesione dei principi di legalità, buon andamento, di imparzialità e dei criteri di economicità, efficacia, efficienza e trasparenza, che costituiscono il nucleo fondante dell’azione di ogni pubblica amministrazione;
– la tipologia di danno descritta, che per sua natura non necessita di attendere ulteriori ed eventuali sviluppi giudiziari per essere accertata, esige un intervento immediato e deciso del Presidente della Regione sui responsabili delle condotte già conosciute, a tutela dell’immagine dell’Istituzione, dell’interesse generale e dell’economia, con tutte le azioni previste e consentite dalla normativa vigente;

POSTO che:
– il Codice di comportamento del personale della Regione autonoma della Sardegna, degli Enti, delle Agenzie e delle Società partecipate afferma che “il dipendente osserva la Costituzione, servendo la Nazione con disciplina ed onore e conformando la propria condotta ai principi di buon andamento e imparzialità delibazione amministrativa. Il dipendente svolge i propri compiti nel rispetto della legge, perseguendo l’interesse pubblico senza abusare della posizione o dei poteri di cui è titolare”;
– il Codice di comportamento si applica sia ai dipendenti, che ai titolari di incarichi di funzioni dirigenziali e ai soggetti che svolgono funzioni equiparate ai dirigenti operanti negli uffici di diretta collaborazione delle autorità politiche e, tra l’altro, ribadisce che “il dirigente assume atteggiamenti leali e trasparenti e adotta un comportamento esemplare e imparziale nei rapporti con i colleghi, i collaboratori e i destinatari dell’azione amministrativa”;
– quanto emerso in occasione dell’evento svolto a Sardara rappresenta una palese violazione degli obblighi previsti dal Codice e integra comportamenti contrari ai doveri d’ufficio, dando luogo anche a possibili effetti con riferimento alla responsabilità civile, amministrativa o contabile di coloro che hanno messo in atto simili condotte;
– le violazioni suddette sono altresì fonte di responsabilità disciplinare che devono essere valutate tenendo conto della gravità del comportamento e dell’entità del pregiudizio, anche morale, che deriva al decoro e al prestigio dell’amministrazione e, pertanto, il Presidente e la Giunta regionale devono attivare, senza indugio e per quanto di loro competenza, il procedimento disciplinato dall’articolo 50 della legge regionale n. 31 del 1998, dai regolamenti e dei contratti collettivi di lavoro vigenti;
– tutti gli incarichi negli uffici di Gabinetto della Regione hanno natura fiduciaria e sono revocabili, in qualsiasi momento, da parte degli organi politici che ne hanno richiesto la nomina qualora venisse meno il necessario rapporto di fiducia;

CONSIDERATO inoltre che:
– la notizia del banchetto clandestino ha avuto risalto sui media nazionali, tanto sulla carta stampata quanto su diverse trasmissioni televisive e su numerosi siti di informazione anche internazionali;
– al di là del fatto contingente, il pranzo in un periodo vietato, come se ne stanno purtroppo verificando diversi, l’attenzione è stata giustamente riportata sui partecipanti: rappresentanti delle istituzioni deputate ai controlli, dirigenti regionali, capi di gabinetto. È chiaro il rimando alla gravità di quanto sta emergendo per tutti gli aspetti connessi;
– ancora una volta per l’opinione pubblica la Sardegna è descritta come luogo insicuro, dove le regole sanitarie non sono rispettate neanche da chi dovrebbe farle rispettare e dove si rischia di mettere a repentaglio la sicurezza dei turisti, come durante l’estate scorsa per la mancanza dei controlli precedentemente annunciati;
– difficilmente la ripartenza del comparto turistico, principale motore occupazionale dell’Isola, potrà avvenire a prescindere da una riprogettazione del comparto che tenga conto del rispetto delle misure di distanziamento interpersonale, di sanificazione e di tutte le altre norme di sicurezza sanitaria, elementi indispensabili per integrare un’offerta turistica che deve proporre ai potenziali turisti degli indispensabili elementi di “rassicurazione” rispetto alla pandemia;
– il risalto che la vicenda ha avuto sui media regionali e nazionali, potrebbe avere gravi ripercussioni sulla programmazione della nuova stagione turistica, danneggiando irrimediabilmente l’immagine dell’Isola e vanificando gli sforzi che le imprese del settore stanno mettendo in campo per riavviare le loro attività;
– al contrario, i danni causati dalle vicende riportate in premessa, uniti alla lentezza e ritardo della campagna di vaccinazione regionale, si verificano nel momento in cui i principali paesi competitor dell’area del Mediterraneo si attivano per porre in essere tutte le strategie per attirare i flussi turistici, causando un colpo mortale alle possibilità di ripartenza e rilancio dell’economia dell’Isola;
– nel corso dell’attuale legislatura il Consiglio regionale è già dovuto intervenire più volte sui danni subiti all’immagine della Sardegna, il 19 novembre scorso affrontando la discussione sulle conseguenze della condotta della Regione e dei suoi consulenti sulla riaperture delle discoteche nel mese di agosto e il 2 settembre sulla campagna di stampa che individuava la nostra isola come Regione-focolaio capace di scatenare in tutto il Paese le ripresa dei contagi da coronavirus;
– proprio nel corso della seduta di settembre il Consiglio ha approvato l’ordine del giorno n. 43 che rilevava come le notizie di stampa avessero determinato gravi conseguenze per l’immagine della nostra Isola, ricadute negative sull’economia e l’occupazione e che, di conseguenza, impegnava la Giunta regionale “ad adottare ogni atto affinché la Sardegna venga tutelata anche per i danni subiti all’immagine di Regione ospitale e preparata ad affrontare in modo adeguato e sicuro l’emergenza epidemiologica e affinché si ristabilisca un clima di serenità basato su una comunicazione veritiera, tempestiva ed efficace”;

CONSTATATO che per quanto sopra evidenziato gli atti più efficaci, immediati e risolutivi sono di stretta competenza del Presidente della Regione,

impegna il Presidente della Regione

1) a riferire all’Aula del Consiglio regionale sulla vicenda del pranzo tra manager e politici di Sardara relativamente:
a) alla presentazione di dimissioni formali, ai sensi delle norme vigenti, dagli incarichi nelle amministrazioni della Regione da parte di uno o più soggetti coinvolti nella vicenda;
b) sugli esiti delle verifiche interne effettuate sui titolari di incarico politico e amministrativo in Regione che hanno partecipato al pranzo e sui conseguenti procedimenti disciplinari avviati ai sensi della legge regionale n. 31 del 1998;
c) sullo stato delle revoche delle nomine fiduciarie negli uffici di gabinetto e degli incarichi di direttore generale o, diversamente, sui motivi per cui il Presidente abbia deciso di non procedere;
2) ad adottare ogni atto di sua competenza per tutelare l’Isola ed evitare che i silenzi e le omissioni dei continui rinvii sulle azioni da intraprendere contribuiscano a ledere “l’immagine di Regione ospitale e preparata ad affrontare in modo adeguato e sicuro l’emergenza epidemiologica e affinché si ristabilisca un clima di serenità basato su una comunicazione veritiera, tempestiva ed efficace” così come stabilito dal Consiglio regionale con l’ordine del giorno n. 43 del 2 settembre 2020.

Cagliari 20 aprile 2021

Condividi: