Mozione n. 294

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Mozione n. 294

MANCA Desiré Alma – CIUSA – LI GIOI – SOLINAS Alessandro in merito alla responsabilità del management di Abbanoa nella gestione fallimentare che ha caratterizzato la società negli ultimi anni.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
– con interrogazione dello scorso 18 giugno, il Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle portava all’attenzione dell’Assessore regionale dei lavori pubblici le criticità relative alle recenti nomine in posizioni apicali effettuate il 12 giugno dal responsabile del settore complesso Human capital di Abbanoa Spa per conto dell’amministratore unico dimissionario Abramo Garau senza attendere l’insediamento del consiglio di amministrazione;
– tra gli incarichi conferiti spiccano quelli in favore dello storico direttore generale di Abbanoa Sandro Murtas, al quale è stata assegnata, tra le altre, la responsabilità del procedimento su dossier speciali quali Adiconsum, Vitrociset, Engineering e il coordinamento delle istruttorie e corrispondenza nei rapporti con titolari di funzione Egas, di fatto consentendogli di continuare a occuparsi dei medesimi dossier dei quali si occupava prima dell’avvento del consiglio di amministrazione e restituendogli, in tal modo, gran parte dei poteri di cui ha goduto dal lontano 2009 fino alla riforma in senso collegiale dell’organo amministrativo della società, in spregio alla volontà dell’Assemblea dei Soci di porre fine a un’epoca di cattiva gestione societaria;

CONSIDERATO, infatti, che:
– il 13 gennaio 2020 l’Assessore regionale dei lavori pubblici ha chiesto il rinvio al 3 febbraio dell’Assemblea dei soci di Abbanoa ritenendo che la riorganizzazione proposta dal management della società non rispondesse né alle richieste della Regione né, tantomeno, alle reali esigenze dei cittadini sardi e del sistema idrico integrato della Sardegna;
– durante l’Assemblea dei soci del 3 febbraio 2020, l’Amministratore unico Garau ha annunciato le sue dimissioni e si è messo a disposizione del processo di riorganizzazione dell’ente, alla luce della riforma voluta dalla Giunta regionale e volta alla reintroduzione dei consigli di amministrazione in luogo dell’organo amministrativo monocratico;
– la proposta di riforma presentata dalla Regione, maggiore azionista di Abbanoa con circa il 71 per cento delle quote societarie, è stata approvata dall’Assemblea dei soci, che è stata poi aggiornata a data da concordare per la modifica dello statuto che dovrà reintrodurre il consiglio di amministrazione;
– a seguito dell’Assemblea del 3 febbraio, il Presidente della Regione ha espresso alla stampa la propria soddisfazione per la “nuova fase nella gestione idrica in Sardegna, che porterà a un servizio più efficiente per i cittadini in un settore di vitale importanza quale quello della gestione e distribuzione del bene acqua” a beneficio dei cittadini sardi, delle famiglie e delle imprese e ha ringraziato l’amministratore unico “per il lavoro svolto e per il senso di responsabilità dimostrato”;
– di analogo tenore sono state le dichiarazioni a caldo dell’Assessore Roberto Frongia;

CONSIDERATO, tuttavia, che il medesimo Assessore, nella seduta pomeridiana del Consiglio regionale del 12 febbraio, è stato molto più eloquente nell’esprimere il proprio giudizio circa l’operato del management uscente di Abbanoa;

RILEVATO, infatti, che:
– durante la predetta seduta, l’Assessore ha dichiarato che “l’amministratore unico sostanzialmente ha riconosciuto di aver fallito nel suo compito e lo ha detto con molta chiarezza in qualche misura anche presentando quel piano di riorganizzazione che era stato chiesto dalla Regione nell’assemblea del 25 settembre del 2019”, per poi aggiungere che “le parole dell’amministratore unico in quell’occasione sono state ciò che storto è rimasto storto, purtroppo non siamo riusciti a raddrizzarlo”;
– il piano di riorganizzazione presentato avrebbe dimostrato, sempre secondo l’Assessore, “che la società non era una società efficiente” e che, di sicuro, per poterla rendere efficiente non sarebbe stato sufficiente assumere, come richiesto dai vertici societari, 340 persone;
– a tale proposito, l’Assessore ha richiamato la scelta della Regione di astenersi in occasione del voto sul bilancio 2018 di Abbanoa, motivata dalla totale “inadeguatezza delle scelte amministrative” compiute dai vertici societari – l’Amministratore unico Garau subentrato ad Alessandro Ramazzotti nel 2018 e il direttore generale Sandro Murtas, in carica dal 2009, un’inadeguatezza evidente su ogni fronte: “in merito alla gestione del ciclo attivo con riferimento ai settori del recupero dei crediti, reclami della qualità, degli approvvigionamenti”, per non parlare delle “sanzioni amministrative erogate dall’Autorità garante per la concorrenza e il mercato ad Abbanoa per pratiche commerciali aggressive nei confronti dell’utenza”, il fallimento del sistema informativo, le problematiche connesse all’avanzamento delle spese per gli investimenti, le copiose perdite della rete idrica, quantificabili in media nel 57 per cento ma che toccano vette dell’87 per cento a Bosa e del 64 per cento a Porto Torres, Selargius e Alghero;
– l’approvazione del bilancio 2018 di Abbanoa è stata, in effetti, molto travagliata;
– difatti, all’Assemblea dei Soci del 26 luglio 2019 l’Assessore dei lavori pubblici ha chiesto un rinvio per ottenere chiarimenti in merito alle criticità riscontrate in relazione alla gestione dei crediti e del contenzioso e all’avanzamento della spesa per gli investimenti;
– il 18 settembre 2019 l’Assessore ha chiesto un nuovo rinvio dell’Assemblea ritenendo che per poter votare sul bilancio della società vi fosse la necessità di acquisire preventivamente ulteriori informazioni in merito a due aspetti sostanziali: se fossero stati previsti gli indennizzi a favore dei clienti rispetto alle indicazioni date da ARERA, e quali fossero gli eventuali nuovi scenari e ripercussioni economiche inerenti i conti di Abbanoa dopo l’accordo con l’Adiconsum;
– all’Assemblea dei soci del 25 settembre 2019 il bilancio 2018 è stato approvato con l’astensione della Regione e dei Comuni di Sassari, Alghero e Quartu Sant’Elena e con il voto contrario dei Comuni di Modolo, Ilbono e Sedini;
– l’Assessore Frongia, nel dichiarare l’astensione della Regione, ha chiesto che fosse presentato dal management di Abbanoa entro 30 giorni un piano di profonda riorganizzazione aziendale e che l’Assemblea fosse riconvocata entro 45 giorni per condividere il piano con i soci;
– il comunicato dell’Assessore in tale occasione è stato molto critico, avendo definito l’astensione della Regione come “un atto di sfiducia nei confronti dei vertici della società”, rei di aver fornito i chiarimenti richiesti in forma meramente generica, tale da non superare i dubbi in merito all’inadeguata gestione societaria, caratterizzata da fortissimi ritardi nella spesa per investimenti, da non più tollerabili carenze nel rapporto con i clienti e da una poco incisiva azione di contrasto alle perdite idriche;
– in occasione dell’Assemblea dei soci, anche il Sindaco di Modolo si è espresso duramente nei confronti della gestione di Abbanoa, contestando i due dossier presentati su richiesta della Regione e lamentando, in particolare, il fatto che la società sostenesse di non avere conoscenza di tutti gli impianti sotto la sua gestione e forse, per tale motivo, impossibilitata a redigere un valido piano di programmazione, oltre ad essere ancora priva di un piano di sicurezza idropotabile a tutela dell’utenza;

CONSTATATO che:
– del resto, le gravi carenze nella gestione della società sono emerse ben prima dell’esercizio 2018;
– già nel 2013 la relazione dell’advisor Deloitte sulla gestione Abbanoa fotografava una situazione disastrosa, in cui tutti i poteri e le deleghe erano concentrati nelle mani del direttore generale, con un numero elevato di direzioni e settori che rispondevano direttamente a lui anche per problemi operativi;
– non esisteva un modello organizzativo che consentisse di individuare con certezza il soggetto responsabile per gli atti illegittimi e illeciti, mancava il codice etico a indicare i comportamenti da adottare in tutti gli ambiti di attività aziendale e la società non si era ancora adeguata alle norme in materia di trasparenza e anticorruzione;
– mancava, inoltre, uno strumento informatico gestionale che consentisse di acquisire dati anagrafici certi sulle utenze e di gestire adeguatamente il processo di fatturazione e il recupero crediti;
– l’advisor, infatti, evidenziava già a quel tempo l’imminente fallimento del sistema informativo SIRIS, costato quasi 6 milioni di euro, che su 730.000 utenze ne aveva individuato e registrato solo 110.000;
– la relazione dell’advisor indicava le criticità da superare per l’implementazione del sistema informativo e segnalava, a tal fine, la mancanza di un project manager qualificato;
– ciononostante, il management della società ha bellamente ignorato i rilievi e le indicazioni della Deloitte e, nel maggio 2018, il direttore generale di Abbanoa ha ammesso il fallimento del progetto SIRIS e ha disposto il ripristino del vecchio sistema GEA, utilizzato fino al 2011;

CONSTATATO, ancora, che:
– nel bilancio 2017 emergeva un fondo di svalutazione crediti di 290 milioni di euro, oltre a 124 milioni di euro di consumi accertati che non potevano essere fatturati perché il sistema informatico era fuori uso e a un incremento abnorme dei fondi rischi per controversie legali e per controversie con il personale, a indicare inequivocabilmente l’enorme mole di contenzioso generato da una gestione inadeguata e da pratiche commerciali aggressive, che finivano per sottrarre risorse alle infrastrutture;
– non è un caso che nel mese di giugno 2017 il Consiglio di Stato abbia confermato la sanzione irrogata dall’Antitrust ad Abbanoa, condannata a pagare 680.000 euro per pratiche commerciali scorrette nei confronti degli utenti con riferimento alle modalità di rilevazione dei consumi, alle procedure e ai criteri di fatturazione, alle richieste di pagamento di morosità pregresse all’utente subentrante, alle modalità di riconoscimento e di gestione dei reclami e alle procedure di messa in mora e distacco, pratiche aggressive che pregiudicavano gravemente i diritti dei consumatori;
– l’abitudine di Abbanoa di porre in essere pratiche commerciali aggressive ha formato anche oggetto di apposita interrogazione presentata il 17 settembre 2019 dal Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle, con cui si segnalavano l’accertamento ispettivo posto in essere dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato a dicembre 2018 presso la sede amministrativa di Abbanoa e la conseguente sanzione di 3.880.000 euro comminata alla società;
– sono note le numerose richieste di conguagli regolatori inviate da Abbanoa agli utenti relativamente alle annualità dal 2005 al 2011, palesemente inaccettabili e invalide;
– andando a ritroso nel tempo, il bilancio relativo all’esercizio 2016 evidenziava all’attivo crediti verso clienti per circa 700 milioni di euro, di cui, però, solo il 40 per cento esigibile entro l’esercizio finanziario successivo;
– in effetti, la cattiva gestione dei crediti verso i clienti e l’incapacità di riscuoterli è una costante di tutti gli ultimi esercizi finanziari di Abbanoa;
– i consumi sono spesso accertati, o comunque fatturati, con notevole ritardo, e le fatture sono consegnate con modalità e tempi assolutamente inadeguati, determinando in buona misura la prescrizione dei crediti;
– a questo proposito, sono significative le problematiche verificatesi in relazione all’affidamento e alla gestione dei contratti di appalto dei servizi di predelivery e delivery delle fatture, note di credito e solleciti di pagamento del Servizio Idrico Integrato dal 2017 in poi;
– infatti, Abbanoa ha maturato un debito di oltre un milione di euro per il mancato pagamento delle fatture relative ai solleciti, alla postalizzazione e al recapito diretto delle bollette, e ciò, per di più, a fronte di servizi resi dall’appaltatore in modo chiaramente inadeguato alle esigenze e alle finalità dell’appalto affidato, se soltanto si considera la consegna avvenuta presso bar, pizzerie e i più disparati esercizi commerciali;
– a fronte di centinaia di milioni di euro di crediti verso i clienti, destinati in buona parte a non essere mai riscossi a causa di un’amministrazione societaria inefficiente, si è assistito all’ingiustificabile ricorso, negli ultimi anni, ad aumenti di capitale richiesti dai vertici di Abbanoa e finanziati dalla Regione;
– non pago delle iniezioni di capitale, il management della società ha previsto tra il 2017 e il 2018 l’emissione di un prestito obbligazionario di 180 milioni di euro, stanziando, tra l’altro, un compenso di circa un milione di euro per l’intermediario finanziario incaricato di collocare il prestito sul mercato;

EVIDENZIATO che:
– a proposito della spesa per gli investimenti, sono stati costantemente registrati e denunciati gravi ritardi da parte di Abbanoa nella realizzazione di importanti interventi infrastrutturali di riqualificazione della rete idrica programmati e finanziati negli anni, come quelli sull’impianto di potabilizzazione di Truncu Reale a Sassari;
– solo una minima percentuale delle risorse disponibili – ad esempio in forza delle delibere CIPE nn. 79/2012 e 27/2015 – è stata effettivamente utilizzata dalla società;
– un altro aspetto critico della gestione di Abbanoa è rappresentato dai problematici rapporti del Gestore con l’Ente di Governo dell’Ambito della Sardegna (EGAS);
– l’assenza di leale collaborazione e financo di dialogo tra i due enti emerge in modo particolarmente nitido sotto il profilo del mancato aggiornamento della Carta e del Regolamento del Servizio idrico integrato (SII) in conformità alle disposizioni contenute nelle Deliberazioni ARERA nn. 655/2015, 311/2019 e 547/2019;
– il braccio di ferro tra Abbanoa ed EGAS, protratto per anni con un continuo rimpallo di responsabilità tra i due soggetti per l’inerzia nell’aggiornamento dei suddetti documenti si ripercuote sugli utenti del SII, pregiudicandone il diritto ad accedere al miglioramento della qualità dei servizi attraverso la previsione di standard generali e specifici e relativi indennizzi e penalità in caso di mancato rispetto degli stessi, a una più trasparente ed equa gestione della morosità e del recupero del credito e alla nuova disciplina della fatturazione di importi relativi a consumi risalenti a più di due anni;
– anche l’organizzazione degli uffici e la gestione del personale ha presentato, negli ultimi anni, elementi di criticità, date le svariate lettere di denuncia e gli esposti presentati, che tratteggiano un quadro allarmante caratterizzato da una guerra di potere all’interno della società, con i dirigenti vittime di una politica di controllo e oppressione da parte dei vertici aziendali e che, a loro volta, tendono a sovraccaricare di lavoro e responsabilità i sottoposti;
– più volte i sindacati hanno segnalato addirittura un atteggiamento di carattere intimidatorio dei vertici della società nei confronti dei dipendenti;

CONSIDERATO che:
– le circostanze sopra descritte fanno emergere in maniera evidente l’inadeguatezza della gestione condotta negli ultimi anni dagli organi di vertice di Abbanoa e il conseguente, enorme, spreco di denaro pubblico ai danni dei cittadini sardi;
– dal 2009, a fronte dell’avvicendarsi di persone diverse nell’incarico di Amministratore unico, esiste un minimo comune denominatore nella gestione della società, vale a dire il direttore generale Sandro Murtas, continuamente confermato nell’incarico, che dall’inizio del mandato -come dimostra la relazione dell’advisor del 2013- accentra nelle sue mani le deleghe e i poteri decisionali su ogni aspetto operativo e gestionale;
– nel corso degli anni, più volte è stato denunciato il rinnovo della nomina di Murtas a direttore generale avvenuto in violazione dei criteri di trasparenza, pubblicità e imparzialità e dei principi sanciti dalla normativa sulle partecipazioni pubbliche;

RITENUTO necessario che la Regione prenda formalmente le distanze dalla disastrosa gestione che ha caratterizzato la società negli ultimi anni, facendo valere la responsabilità, anche erariale, del management di Abbanoa,

impegna il Presidente della Regione, la Giunta regionale e l’Assessore regionale dei lavori pubblici

a prendere formalmente le distanze dalla disastrosa gestione che ha caratterizzato negli ultimi anni Abbanoa Spa in danno dei cittadini sardi, facendo valere la responsabilità, anche erariale, del management della società e impedendo che i responsabili delle scelte gestionali e operative fallimentari continuino ad avere un ruolo decisionale all’interno della società stessa.

Cagliari 25 giugno 2020

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