Mozione n. 261

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Mozione n. 261

TALANAS – LANCIONI – COCCIU – SATTA Giovanni Antonio – COCCO – CERA – FANCELLO sulle misure a sostegno della categoria dei venditori ambulanti della Sardegna.

***************

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
– il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 11 marzo 2020 rubricato “Misure urgenti di contenimento del contagio sull’intero territorio nazionale” e le successive modifiche hanno disposto la sospensione delle attività di commercio al dettaglio, ad eccezione dei generi alimentari e di quelli di prima necessità nell’ambito degli esercizi di vicinato e delle medie e grandi strutture di vendita, ivi compresi i centri commerciali;
– il “decreto Conte” ha successivamente concesso lievi aperture per quanto riguarda i mercati di ogni ordine e grado, in relazione alle sole attività di generi alimentari (e non anche di prima necessità) e purché venga garantita la distanza interpersonale di almeno un metro;
– il commercio su area pubblica ricomprende la vendita al dettaglio di merci, alimentari e non alimentari, e la somministrazione di alimenti e bevande effettuata su aree pubbliche o su aree private di cui il comune abbia la disponibilità;
– in Sardegna il commercio è esercitato spesso in forma ambulante, con vendita di beni alimentari e altri beni che hanno una percentuale importante di addetti di settore;

CONSIDERATO che:
– in Sardegna, ed in particolare nei Comuni di Desulo, Tonara ed Aritzo, in minore misura anche Belvì e Gadoni, e altri paesi della Sardegna, insistono numerose attività di ambulantato storico che costituiscono un patrimonio culturale e materiale con un excursus di oltre 200 anni;
– gli eredi di quei “viagiantes”, che vendono al pubblico torroni, frutta secca, dolciumi, oppure artigianato sardo comprensivo di manufatti in pelle, sedie in legno, campanacci e altri utensili lignei di diretta tradizione locale, hanno un ruolo primario nell’economia dei territori, giacché i beni da loro commerciati sono in larga parte prodotti nel comprensorio Barbagia Mandrolisai creando una sorta di economia di filiera che l’attuale emergenza sanitaria ha drammaticamente interrotto;
– occorre osservare che a Desulo, Tonara, Belvì, Aritzo e Gadoni vengono prodotti quasi l’80 per cento di noci e nocciole che vengono poi trasformate in torroni o dolciumi, rivenduti dagli ambulanti;
– i medesimi centri producono il 90 per cento delle castagne sul mercato che vengono rivendute, in autunno ed inverno, dai medesimi ambulanti che operano così una sorta di diversificazione dell’offerta, portando in tutti i mercati e le ricorrenze isolane, sagre comprese, i principali frutti del bosco dell’entroterra;
– per esempio, solo in tre stabilimenti di torrone a Tonara vengono impiegati non meno di venti dipendenti tra fissi e stagionali; una decina di laboratori sono a conduzioni familiare; due laboratori sono presenti ad Aritzo, tre a Desulo e uno a Gadoni e così via. Attività che trovano la loro principale forma di diffusione nell’ambulantato, essendo ben poche le imprese che accedono alle attività commerciali di dettaglio e alla grande distribuzione;

RIMARCATA:
– l’importanza dei dati economici legati a questo commercio di prodotti variegati, in gran parte provenienti da una vera e propria filiera: i venditori di artigianato sono coloro che diffondono presso ogni piazza utensili in legno (le caratteristiche truddas, tageris, culleras ecc.) diffusissimi in ambito culinario, oltre che manufatti in pelle, impiegati nel mondo agro-pastorale; gli stessi sono prodotti da artigiani presenti nei paesi di provenienza degli ambulanti;
– che altra mercanzia tipica dei “viagiantes” è rappresentata dal campanaccio sardo, tipico di Tonara, ove due famiglie proseguono questa importantissima attività che trova i suoi principali acquirenti nei tanti allevatori della Sardegna, verso i quali i “viagiantes” sono un fondamentale veicolo di distribuzione;
– sotto il profilo numerico sono circa cento i rivenditori ambulanti di torroni a Tonara, una ventina a Desulo; tra torroni, artigianato sardo e altri beni, una ventina ad Aritzo e una ventina tra Gadoni e Belvì, e molti altri nei vari centri della Sardegna. Tali categorie commerciali rappresentano una importante forma di tramandamento di un’arte già nota nelle liriche dei poeti del Novecento che raccontano le loro vicissitudini e la loro permanenza in ogni ricorrenza festiva di Sardegna; e considerato che non vi è festa senza ambulanti, la loro tutela appare necessaria anche in ordine alla salvaguardia del patrimonio tradizionale di Sardegna;

EVIDENZIATO che:
– le restrizioni dovute alle varie ordinanze che si sono succedute nel tempo impediscono agli ambulanti di installare le loro bancarelle e, sia per tradizione che per ragioni pratiche, non può essere consentito loro il commercio itinerante;
– la stagione lavorativa degli ambulanti appare compromessa, poiché dal mese di febbraio a quello di aprile non hanno potuto effettuare nessuna attività lavorativa;
– altresì, alla luce delle restrizioni attuali e comunque di quelle che saranno emanate, anche per il contingentamento delle persone per ragioni di prevenzione sanitaria, la categoria degli ambulanti tradizionali, allo stato, non può svolgere il proprio lavoro nelle ricorrenze festive nei mesi di maggio, giugno luglio e agosto, mesi in cui l’attività lavorativa è massima;
– non è dato conoscere se lo potranno fare a settembre, altro mese vitale per questa categoria di attività commerciali e neppure nei mesi autunnali,

impegna il Presidente della Regione e l’Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio

ad individuare una forma di aiuto di settore;

chiede

inoltre, anche attraverso provvedimenti normativi, il riconoscimento culturale ed identitario di queste professioni, oltre ad individuare soluzioni per consentire l’esercizio dell’attività o, in difetto, di voler creare un fondo di aiuto per consentire a tali attività la sopravvivenza; con ciò volendo aiutare tutto un comparto che è connotato da forti legami di filiera produttiva col territorio e con la stessa Isola sarda.

Cagliari, 14 maggio 2020

Condividi: