Mozione n. 242

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Mozione n. 242

MANCA Desiré Alma – CIUSA – LI GIOI – SOLINAS Alessandro sulla programmazione di interventi a sostegno del “Turismo 2020”.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
– il 30 gennaio l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha dichiarato emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale l’epidemia di Coronavirus (Covid-19) in Cina;
– per dare attuazione alle misure precauzionali conseguenti alla dichiarazione dell’OMS, il 31 gennaio il Consiglio dei ministri ha deliberato lo stato d’emergenza, per la durata di sei mesi, per consentire l’emanazione delle necessarie ordinanze di Protezione civile e lo stanziamento dei fondi necessari;
– i provvedimenti stringenti e volti ad evitare la diffusione del Covid-19 presi dal Governo nazionale fino ad oggi, hanno dettato una linea chiara di misure stringenti a cui tutta la popolazione italiana si è attenuta;
– attualmente si è in attesa della definitiva messa a punto delle misure dedicate alla cosiddetta fase 2 a sostegno di quella che potrebbe essere definibile come la ripresa;

CONSIDERATO che:
– la situazione della Sardegna deve necessariamente considerarsi più delicata rispetto ad altre regioni d’Italia, giacché legata ai trasporti aerei e navali che comportano un maggior costo già alla base;
– secondo Confturismo e Confcommercio la perdita generata dal lockdown mondiale nei soli mesi tra marzo e maggio è stimabile in oltre 31 milioni di turisti italiani e stranieri, per un valore di circa 7,4 milioni di euro;
– in Sardegna i dati sono catastrofici, rammentando che nel 2019 sono stati registrati 3.557.557 arrivi da distribuire su 12.387 strutture ricettive, per un totale di 15.841.748 presenze alloggiati in alberghi (10.757.606), strutture extra-alberghiere quali campeggi ed agriturismo (4.056.320), bed and breakfast e alloggi privati (1.027.822);
– nel 2019 i rapporti di lavoro attivati in Sardegna per finalità turistiche sono stati 94.021 di cui 78.641, pari all’83,6 per cento per i soli alberghi e ristoranti;
– nei giorni scorsi il presidente regionale di Federalberghi ha evidenziato che gli ultimi dati Aspal sul crollo delle assunzioni in Sardegna è pari a circa il -68 per cento in hotel e ristoranti;
– inoltre, il numero dei posti di lavoro persi dipende dalle dimensioni aziendali delle imprese, stimando che nell’81,2 per cento dei casi la riduzione arriva alle 10 unità lavorative in meno, per il 12 per cento tra gli 11 e i 30 dipendenti in meno e per il 6,6 per cento tra i 30 e i 50 posti di lavoro persi;

EVIDENZIATO che:
– la situazione delicata che stiamo vivendo porterà ad individuare scenari alquanto insoliti e il turismo cambierà, almeno per un po’ e ci si dovrà necessariamente adattare alle nuove forme;
– la preoccupazione manifestata dagli operatori del settore si concentra in maniera particolare sui livelli di occupazione nelle proprie strutture, che comunque non apriranno quasi certamente prima di luglio, e sulle necessarie misure di sostegno per consentire la riapertura delle strutture;
– occorre vigilare affinché la necessità di distanziamento sociale, e quindi la minore disponibilità di posti, non porti a ingenerare una grande lievitazione dei prezzi nei ristoranti, nei mezzi di trasporto, negli stabilimenti balneari, nelle strutture ricettive in generale;
– il rischio da evitare è proprio quello di un possibile aumento dei prezzi delle vacanze combinato con la minore disponibilità finanziaria della gran parte della popolazione che porterebbe così ad eventuali discriminazioni per censo;

TENUTO CONTO che:
– occorre pensare ad entrambi le parti che rendono possibile “la vacanza”, e cioè i fruitori della vacanza da una parte e le strutture ricettive insieme ai fornitori di servizi che offrono la vacanza;
– occorre garantire un sostegno in termini di liquidità ad entrambe le parti affinché si realizzi concretamente l’incontro tra domanda ed offerta;
– occorre ragionare immediatamente per attivare protocolli di sicurezza realizzabili senza eccessi in burocrazia e costi, e definiti per tipologia di attività, affinché in Sardegna si possa gestire il turismo nazionale domestico e il cosiddetto “Turismo di Prossimità”, ovvero la ricerca di mete vicine a casa e possibilmente poco affollate;
– occorre tenere ben presente che rispetto ad altri settori, l’industria del turismo in Sardegna si caratterizza per una stagionalità forte, si chiude a settembre per riprendere le attività a giugno dell’anno successivo, e chi ne pagherà le conseguenze sono proprio i lavoratori stagionali;
– quest’anno c’è il rischio che la riapertura non ci sia e se non si trovano tempestive soluzioni chi ha fermato tutto a settembre 2019 potrebbe definitivamente non riaprire più, perché ci sono dei costi di manutenzione, pulizia e voci di spesa non più sostenute da entrate;
– si stima che siano necessari circa 40-50 giorni per poter aprire, perché bisogna preparare le strutture e quest’anno significa preparare le strutture secondo i protocolli di sicurezza;

RITENUTO che:
– il benessere psicologico e sociale oltre che economico debba rappresentare una priorità per le istituzioni regionali perché dopo mesi di isolamento crescerà sempre più il desiderio di qualche giorno spensierato all’aria aperta, che sia una vera vacanza o un weekend o che sia sostenere le alte temperature che caratterizzano le estati sarde;
– gli sforzi portati avanti fino ad oggi dalla Regione autonoma della Sardegna a sostegno dell’economia isolana e del sistema imprenditoriale della filiera del turismo non devono considerarsi completati ed esaustivi;
– la messa in campo a livello nazionale di misure quali: la sospensione o l’allungamento del pagamento delle rate dei prestiti e mutui, la sospensione del pagamento delle rate dei finanziamenti, la probabile detrazione fiscale delle spese del 2020 per soggiorni di almeno tre notti presso strutture ricettive italiane, devono ritenersi complementari ad un intervento diretto da parte della Regione in termini di liquidità anche attraverso la riprogrammazione dei fondi comunitari attualmente disponibili;
– sarebbe fondamentale creare una campagna di comunicazione innovativa ma allo stesso tempo pervasiva e rassicurante a sostegno del turismo nazionale domestico e del turismo di prossimità che privilegi le gite fuori porta, escursioni e gite in luoghi di prossimità;
– la creazione di un voucher vacanza (minimo 350 e massimo 700) da assegnare a ciascun nucleo familiare sardo anche composto da un unico individuo, e da spendere entro il 2020 sia in strutture ricettive (campeggi b&b, affittacamere, agricamping, case vacanze codificate IUN, agriturismi, etc.), che in servizi (stabilimenti balneari, servizi di guide ed escursioni, musei, campi estivi per i figli, corsi estivi di carattere ludico sportivo, etc.), potrebbe rappresentare un concreto incentivo alla ripresa del settore;
– le risorse a destinazione vincolata saranno trasferite ai comuni dalla Regione e la riscossione dei buoni da parte delle strutture e delle società di servizi dovrà avvenire secondo una procedura informatizzata snella e capace di garantire l’immediato accredito del buono entro 15 giorni dalla presentazione della domanda di riscossione dello stesso;
– il rilascio del voucher spetta al comune in cui la persona fisica avente diritto ha la residenza e dovrà essere attivato entro e non oltre il quindicesimo giorno dalla presentazione della pratica;
– il voucher potrà essere erogato in forma di carta prepagata secondo le modalità scelte dal comune o in forma cartacea da ritirare presso edicole e/o tabacchini autorizzati dislocati in maniera capillare su tutto il territorio regionale;
– occorre pensare ad una procedura di immediata liquidità per l’erogazione di servizi turistici nel rispetto delle misure di sicurezza regionali, e secondo gli standard di sanificazione degli ambienti, definite e realizzabili senza eccessi burocratici e di costi, affinché la filiera del turismo in Sardegna possa rimettersi in piedi con tutte le necessarie forze lavorative, stagionali inclusi, ed andare così a regime secondo i nuovi canoni richiesti dal modello “turismo 2020” che si sta configurando in questi giorni,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

ad utilizzare tutti i mezzi a disposizione per mettere in campo le misure sopra individuate al fine di tutelare e salvaguardare il benessere bio-psico-sociale dei cittadini sardi e al contempo evitare la scomparsa definitiva della stagione turistica 2020.

Cagliari, 30 aprile 2020

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