Mozione n. 643

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVI Legislatura

Mozione n. 643

SOLINAS Alessandro – LI GIOI – MANCA Desiré Alma – CIUSA sul problema afferente la disponibilità di risorsa idrica.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

 

PREMESSO che:

– secondo il rapporto della Convenzione delle Nazioni Unite per combattere la desertificazione (Unccd), «Drought in Numbers 2022», in mancanza di una efficace strategia e di un impegno condiviso a livello globale, entro il 2050 la siccità potrebbe colpire oltre i tre quarti della popolazione mondiale;
– il degrado dei terreni nelle aree più esposte alla desertificazione è causato principalmente dallo sfruttamento eccessivo e dall’uso inappropriato del suolo e delle acque, oltre che dalle variazioni climatiche;
– la siccità è una delle principali cause della desertificazione che, a sua volta comporta, il declino della sua fertilità, della biodiversità che ospita, con evidenti danni complessivi anche alla salute umana, azioni i cui impatti sono fortemente inaspriti dai cambiamenti climatici;
– come rilevato dalle categorie di settore e dalle istituzioni competenti in materia, tali fattori hanno un pesante impatto sulla disponibilità di risorse idriche anche nel nostro Paese;
– la Società meteorologica italiana (Nimbus web) ha rilevato che il 2022 è entrato nella storia della climatologia italiana ed europea come un anno tra i più estremi mai registrati in termini di caldo e deficit di precipitazioni, e in particolare in Italia si è rivelato il più caldo e siccitoso nella serie climatica nazionale, iniziata nel 1800 e gestita dal Cnr-Isac di Bologna, con pesanti ripercussioni sulle portate fluviali, sull’agricoltura e la produzione idroelettrica;
– le prospettive non sembrano incoraggianti anche per il 2023. Il 10 gennaio 2023 il programma di osservazione satellitare della Terra EU-Copernicus (servizi sui cambiamenti climatici e il monitoraggio dell’atmosfera, C3S e CAMS) ha diramato l’analisi delle anomalie climatiche del 2022 in Europa e nel mondo ed evidenziato che un nuovo episodio di mitezza eccezionale ha interessato gran parte d’Europa anche tra fine dicembre 2022 e inizio gennaio 2023;
– si rileva inoltre che il già precario equilibrio del territorio è sempre più spesso aggravato da fenomeni pluviometrici estremi di segno diametralmente opposto, come violenti nubifragi che comportano erosione del suolo, rischio di frane, mareggiate intense, trombe d’aria e sbalzi termici, provocando frequenti e ingenti danni al territorio e al sistema produttivo;
– oltre all’aspetto quantitativo legato all’approvvigionamento, va considerato che il fenomeno della siccità comporta anche un decadimento della qualità della risorsa idrica, con gravi ripercussioni soprattutto per il settore agricolo. Si tratta del cosiddetto fenomeno dell’intrusione del cuneo salino, per il quale la progressiva intrusione di acqua marina a un elevato grado di salinità, determina una salinizzazione dei pozzi con cui vengono irrigate le colture, che risultano così irrimediabilmente danneggiate e un conseguente degrado dei suoli (salinizzati);
– va inoltre considerato che le infrazioni per la presenza di nitrati in falda permangono in molte zone d’Italia e gli indici di eutrofizzazione peggiorano lo stato di molti corpi idrici, con la conseguenza che la diminuzione dell’acqua in falda non può che aggravare la concentrazione dei nitrati e di altri inquinanti chimici nelle acque;

CONSIDERATO che

– secondo la normativa vigente (decreto legislativo n. 152 del 2006) tutte le derivazioni superficiali di acqua pubblica nei corsi d’acqua naturali sono soggette all’obbligo del mantenimento in alveo di una portata minima d’acqua, definita «deflusso minimo vitale». Tale concetto è stato poi integrato da quello di «deflusso ecologico» che ne rappresenta un’evoluzione: con esso si passa dal garantire una portata istantanea minima al garantire un regime idrologico per il raggiungimento degli obiettivi ambientali indicati dalla direttiva comunitaria quadro in materia di acque 2000/60/CE, volta a prevenire il deterioramento qualitativo e quantitativo della risorsa, a favorire il mantenimento delle biocenosi tipiche delle condizioni naturali locali e assicurarne un utilizzo sostenibile, basato sulla protezione a lungo termine delle risorse idriche disponibili, ma anche a contribuire a mitigare gli effetti delle inondazioni e della siccità;
– l’articolo 61 del decreto legislativo n. 152 del 2006 attribuisce le competenze alle Regioni in relazione alle norme in materia di difesa del suolo e della lotta alla desertificazione, di tutela delle acque dall’inquinamento e di gestione delle risorse idriche di cui alla parte terza del Decreto;
– tra i compiti delle regioni ai sensi del citato articolo 61, rientrano la formulazione di proposte per la formazione dei programmi e redazione di studi e progetti relativi ai distretti idrografici, l’attuazione dei piani di tutela delle acque di cui all’articolo 121 del decreto, assumendo ogni iniziativa necessaria in materia di tutela ed uso delle acque nei bacini idrografici di competenza;
– l’articolo 146 del decreto legislativo n. 152 del 2006 prevede che le regioni attuino norme volte al risparmio idrico mediante interventi infrastrutturali, di controllo e di diversificazione delle reti suddivise a seconda degli scopi di utilizzazione;
– il risparmio della risorsa idrica e la riduzione degli sprechi richiede la transizione da un modello di gestione delle acque reflue di tipo lineare a uno, maggiormente virtuoso, basato sui principi dell’economia circolare, nel pieno rispetto delle vigenti disposizioni di tutela dell’ambiente e della salute. Nel settore agricolo il riutilizzo delle acque reflue depurate ha un potenziale rilevante, quantificabile in 9 miliardi di metri cubi all’anno, sfruttato solo per il 5 per cento ossia 475 milioni di metri cubi;

RILEVATO che:

– la disponibilità di risorsa idrica è un fattore di primaria importanza che si ripercuote sulle attività umane, dal settore civile a quello agricolo, dal settore industriale a quello ricreativo, ed i fenomeni siccitosi possono avere un impatto rilevante sia sull’ambiente sia sull’economia regionale;
– per tale motivo, per ottenere una corretta gestione delle risorse idriche, dal punto di vista quantitativo, è opportuno disporre di una idrologia di base solida e, considerato che gran parte dei sistemi regionali di accumulo sono di tipo pluriennale, è altrettanto opportuno conoscere le evoluzioni dei periodi di siccità;
– la Regione ha avviato un’attività di monitoraggio della siccità al fine di fornire un utile strumento per migliorare la gestione delle risorse idriche dell’intero territorio regionale;
– è stato pertanto elaborato un modello che, sulla base delle informazioni acquisite continuativamente tramite il monitoraggio, raffronta le risorse disponibili con i fabbisogni ed elabora gli scenari di bilancio idrico prevedibili, nel breve e medio termine, per tutti i sistemi idrografici del territorio regionale;
– in particolare il modello consente di determinare, mese per mese, il valore assunto da un “indicatore di siccità” che, per ciascun sistema idrico, permette di valutare i rischi al fine di poter gestire proattivamente eventuali crisi idriche;
– i risultati di questa attività vengono riportati nel “Bollettino dei serbatoi artificiali del sistema idrico multisettoriale della Sardegna” 11 che la Regione, con cadenza mensile, pubblica nel sito dell’Autorità di bacino. L’indicatore di siccità è determinato attraverso il calcolo della frequenza osservata nelle condizioni attuali. Gli indicatori così calcolati vengono interpretati sulla base del Piano di gestione delle crisi, che definisce, in funzione del livello assunto dall’indicatore, le procedure di gestione che consistono in:
– interventi di restrizione e riduzione delle erogazioni;
– interventi per l’attivazione delle riserve strategiche e per l’uso combinato di risorse superficiali; e sotterranee; – interventi per la messa in atto di un complesso di misure di mitigazione;

EVIDENZIATO che

– con la delibera del Comitato istituzionale n. 2 dell’11 febbraio 2022 si è preso atto che, come previsto dall’articolo 13, comma 7, della direttiva 2000/60/CE e dall’articolo 117 comma 2 bis del decreto legislativo n. 152 del 2006, il Piano di gestione del distretto idrografico è stato riesaminato e aggiornato il 22 dicembre 2021;
– con la medesima delibera è stato approvato il Piano di gestione del distretto idrografico della Sardegna – Terzo ciclo di pianificazione 2021-2027, aggiornato secondo quanto disposto dalla direttiva 2000/60/CE (Direttiva quadro acque), dall’articolo 66 del decreto legislativo n. 152 del 2006 e dall’articolo 9, comma 4, della legge regionale n. 19 del 2006;
– sulla base delle informazioni acquisite continuativamente tramite il monitoraggio, è stato elaborato un modello che raffronta le risorse idriche disponibili con i fabbisogni ed elabora gli scenari di bilancio idrico prevedibili, nel breve e medio termine, per tutti i sistemi idrografici del territorio regionale;
– l’indicatore di siccità è determinato attraverso il calcolo della frequenza osservata nelle condizioni attuali e gli indicatori così calcolati vengono interpretati sulla base del Piano di gestione delle crisi, che definisce, in funzione del livello assunto dall’indicatore, le procedure di gestione che consistono in:
– interventi di restrizione e riduzione delle erogazioni;
– interventi per l’attivazione delle riserve strategiche e per l’uso combinato di risorse superficiali e sotterranee;
– interventi per la messa in atto di un complesso di misure di mitigazione;
– nonostante la Regione abbia elaborato un modello che, sulla base delle informazioni acquisite continuativamente tramite il monitoraggio, raffronta le risorse disponibili con i fabbisogni ed elabora gli scenari di bilancio idrico prevedibili, nel breve e medio termine, per tutti i sistemi idrografici del territorio regionale occorre tenere alto il livello di attenzione sui rischi legati alla diminuzione dell’acqua quale preziosa e indispensabile risorsa;
– la siccità è ormai un problema strutturale, ed è uno dei prezzi che paghiamo al cambiamento climatico, attrezzandoci per affrontare una realtà nuova, caratterizzata anche da una riduzione della disponibilità idrica media annua del 19 per cento dell’ultimo trentennio rispetto al precedente (ISPRA, 2022) e cambiare, anche ponendo rimedio agli errori del passato a cominciare dagli sprechi e dalle perdite della rete di distribuzione (oggi fino al 40 per cento) e nelle case, dove gli sprechi registrati in Italia sono di circa 220 litri in media per abitante al giorno,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

1) ad adottare adeguate iniziative volte ad aumentare il grado di resilienza dei sistemi di approvvigionamento dei diversi comparti di utilizzo della risorsa idrica rispetto ai fenomeni di siccità, con particolare riferimento al contenimento delle dispersioni idriche;
2) a predisporre idonee iniziative normative volte a gestire le crisi idriche tali da prevedere l’attuazione di misure finalizzate alla riduzione dei prelievi idrici;
3) a promuovere ed incentivare sistemi e tecniche di irrigazione di precisione che consentano di regolare le portate e di ridurre l’inutile spreco della risorsa idrica;
4) ad incentivare iniziative e progetti che consentano di incrementare la capacità di depurazione con sistemi di trattamento terziario delle acque ai fini del riutilizzo dei reflui a fini irrigui, nel rispetto delle vigenti disposizioni di tutela dell’ambiente e della salute;
5) ad avviare ogni iniziativa utile volta a promuovere lo stoccaggio delle acque piovane in cisterne e nel sottosuolo, rendendole meno soggette ai fenomeni evaporativi, resi più intensi dall’aumento delle temperature, e ad aumentare la capacità idrica di campo incrementando il contenuto della sostanza organica nei suoli;
6) ad adottare iniziative per garantire da parte dei concessionari delle acque minerali nelle aree in cui la crisi idrica si presenti critica uno sfruttamento sostenibile della risorsa.

Cagliari, 30 marzo 2023

 

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