Interrogazione n. 533/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Interrogazione n. 533/A

COMANDINI – GANAU – CORRIAS – DERIU – MELONI – MORICONI – PIANO – PISCEDDA, con richiesta di risposta scritta, in merito al progressivo smantellamento dell’assistenza pediatrica di base negli ambulatori dei pediatri di famiglia e l’estinzione del medico pediatra di libera scelta.

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I sottoscritti,

premesso che:
– alla luce della situazione sanitaria dovuta anche all’emergenza da Covid-19 che ha messo in evidenza tutte le criticità dovute all’assistenza pediatrica di base negli ambulatori dei pediatri di famiglia, la Federazione italiana medici pediatri (FIMP) ribadisce l’importanza del ruolo e delle attività del pediatra di famiglia, riconoscendo la valenza del rapporto di fiducia con le famiglie che rappresenta “un elemento irrinunciabile che contraddistingue la Pediatria nell’ambito delle Cure Primarie”;
– in Sardegna si assiste ad un progressivo smantellamento dell’assistenza pediatrica di base negli ambulatori dei pediatri di famiglia e l’estinzione del medico pediatra di libera scelta;
– negli ultimi tempi, come evidenzia la Federazione medici pediatri, si è cercato di spostare l’assistenza dei bambini da 0 a 14 anni verso il medico di medicina generale; questo perché è mancata la riarticolazione del sistema di offerta e delle risorse necessarie al mantenimento e al potenziamento delle cure pediatriche territoriali;
– di conseguenza si verifica una forte carenza assistenziale in diversi territori che hanno perso il pediatra di famiglia per pensionamento o trasferimento, con ritardi nella sua sostituzione o addirittura cancellazione della sede;
– sono del tutto evidenti i gravi disagi dovuti al trasferimento per una banale visita con viaggi anche di 50 km di sola andata o, ancora peggio, la negazione dell’assistenza pediatrica ai bambini con età maggiore di sei anni;

considerato che:
– la continuità dell’assistenza pediatrica non si basa esclusivamente su criteri numerici, massimali o rapporti ottimali che tengono conto solo dei bambini al di sotto dei sei anni, ci sono altri parametri da valutare, come ad esempio la continuità dell’assistenza, l’opera di prevenzione e di screening che viene fatta negli studi pediatrici; da non sottovalutare, inoltre, il rapporto diretto con la famiglia che comincia dal giorno della prima visita e prosegue per tutto l’arco di vita del bambino e che coinvolge tutto l’ambito familiare;
– per garantire ai pediatri di famiglia la possibilità di eseguire ed utilizzare nel proprio ambulatorio le metodologie e gli strumenti finalizzati all’erogazione delle prestazioni fondamentali, individuate negli ambiti della prevenzione della salute del bambino, della sicurezza del paziente e della gestione del rischio clinico come ad esempio gli esami diagnostici di primo approccio, screening uditivi, visivi ed ortopedici, bilanci di salute, vaccinazioni ecc.., è necessario rivedere la riarticolazione del sistema sanitario regionale per l’assistenza pediatrica di base;
– l’utilizzo di tali strumenti che supportano il medico nella sua attività clinica è indice di qualità del servizio offerto al bambino ed alla famiglia, che ne ricevono un vantaggio anche in termini di spostamenti, tempi di attesa e traumaticità dell’intervento;

evidenziata la forte preoccupazione sia per l’inesorabile declino del ruolo della pediatria di famiglia sia per la criticità dell’assistenza pediatrica di base in un periodo in cui ci accingiamo ad affrontare una stagione critica, dove il territorio deve giocare un ruolo determinante per arginare le sindromi pseudo-influenzali, l’influenza, eventuali recrudescenze di Covid-19 e continuare contemporaneamente con la gestione globale della salute dei nostri bambini;

considerato ulteriormente che:
– il mancato riconoscimento del diritto-dovere del pediatra di famiglia ad eseguire le prestazioni aggiuntive, come ad esempio il PCR, il tampone faringeo per la ricerca dello Streptococco, l’esame urine multistick, la glicemia capillare, incide negativamente sia sulla gestione delle malattie acute sia sulla prevenzione e la diagnosi precoce delle malattie croniche non trasmissibili, quelle metaboliche e del neuro-sviluppo;
– è necessaria una buona programmazione per salvaguardare la peculiarità della pediatria di famiglia, che rappresenta un’opportunità di qualità in termini di prestazioni sanitarie pediatriche per i piccoli pazienti sardi, il pediatra è il garante della salute dei bambini durante tutta l’età evolutiva e questo è un principio irrinunciabile;
– il tentativo di sostituire i pediatri di famiglia con i medici dell’ospedale o del pronto soccorso, anche solo per un banale controllo di routine, oltre che sbagliato è anche controproducente sia dal punto di vista della qualità dell’assistenza sanitaria sia dal punto di vista economico,

chiedono di interrogare l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale per sapere se non ritenga urgente ed opportuno avviare un tavolo di coordinamento tra la Regione, l’ATS Sardegna e i rappresentati dei medici pediatri della Sardegna, così da trovare la soluzione più organica per la riarticolazione dell’assistenza pediatrica di base negli ambulatori dei pediatri di famiglia, in grado di rispondere alle esigenze del territorio ed ai nuovi bisogni dei soggetti in età evolutiva e delle loro famiglie.

Cagliari, 15 giugno 2020

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