Interrogazione n. 433/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Interrogazione n. 433/A

CUCCU, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di finanziare le borse di studio per la frequenza delle scuole di specializzazione in discipline non mediche di area sanitaria, delle Università degli studi di Cagliari e di Sassari, relativamente a tutti gli anni accademici per ciascun indirizzo di corso.

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La sottoscritta,

premesso che con legge regionale 6 marzo 2020, n. 6, al fine di garantire ai professionisti sanitari di area medica l’accesso ad adeguati percorsi di formazione, di didattica, di assistenza e di ricerca, favorendo la loro permanenza nelle strutture e negli enti del Servizio sanitario regionale, è stata autorizzata per l’anno 2020 la spesa di euro 5.000.000;

dato atto che;
– il nostro Servizio sanitario necessita anche di professionisti sanitari di area non medica (veterinari, odontoiatri, farmacisti, biologi, chimici, fisici, psicologi), che meritano parimenti attenzione, pur non essendo stata ancora garantita l’equiparazione dello status contrattuale ed economico dei laureati specializzandi medici e non medici che afferiscono alle scuole di specializzazione di area sanitaria;
– al pari delle professioni mediche, tutte le professioni sanitarie non mediche sopra citate so-no state riconosciute dal Ministero della salute;
– occorre sostenere anche la formazione specialistica di tali indispensabili figure professionali, spesso ingiustamente discriminate;

visti:
– il decreto interministeriale 4 febbraio 2015, n. 68, recante “Riordino delle scuole di specializzazione di area sanitaria”;
– la legge 29 dicembre 2000, n. 401, recante “Norme sull’organizzazione e sul personale del settore sanitario” ed in particolare l’articolo 8, rubricato ” Scuole di specializzazione”;
– la legge regionale 7 agosto 2009, n. 3, recante “Disposizioni urgenti nei settori economico e sociale”, comma 10, articolo 8, rubricato “Disposizioni nel settore sanitario e sociale”;

tenuto conto che:
– la borsa di studio assegnata alle professioni non mediche di area sanitaria ammonta a euro 11.603,49 all’anno, importo inferiore a quello previsto per il dottorato di ricerca che è di euro 13.638,47, nonché pari a meno della metà di quello previsto per il contratto di formazione specialistica del medico specializzando che è di euro 25.000,00 per i primi due anni di frequenza, per poi aumentare a 26.000 euro per gli ultimi tre anni;
– dall’anno 2009, con il solo stanziamento di 1.500.000 euro annui erano state assegnate fino a 130 borse di studio, coprendo così tutti gli specializzandi frequentanti una scuola di specializzazione di area sanitaria a partire dall’anno accademico in corso di ciascun iscritto;

rilevato che:
– in data 17 luglio 2019 la VI Commissione ha proceduto all’audizione della categoria dei bio-logi, che hanno rappresentato sia le loro attività e responsabilità presso il SSR dove operano sia le difficoltà legate al loro percorso di specializzazione, soprattutto in considerazione dell’esiguità a partire dall’anno solare 2017 delle borse di studio regionali per la frequenza delle scuole di specializzazione in discipline sanitarie non mediche, evidenziando in particolare la disparità di trattamento rispetto agli specializzandi medici, nonostante il medesimo impegno;
– i biologi svolgono un ruolo essenziale, ormai noto a tutti in periodo di emergenza epidemio-logica da Covid-19, considerata la loro preziosa attività nei laboratori di analisi e diagnostica e gli onori ricevuti per essere stati protagonisti del primo isolamento del Coronavirus in Italia;
– gli stessi, così come gli altri importanti professionisti non medici, in questo periodo, non hanno ricevuto alcun sostegno economico poiché non riconosciuti né come “precari” né come “lavoratori”;

dato atto che:
– i professionisti sanitari di area non medica costituiscono un anello fondamentale della cate-na di assistenza sanitaria;
– occorre individuare quanto prima le risorse da destinare alle borse di studio per le scuole di specializzazione non medica, al fine di garantire a tutti pari opportunità (le spese sostenute sono completamente a carico dell’interessato) ed eliminare le ingiustificate disparità di trattamento;

considerato che:
– alcune regioni, quali per esempio la Campania, hanno finanziato le borse di studio da de-stinare ai giovani laureati che accedono alle scuole di specializzazione in area sanitaria non medica a valere sui fondi POR FSE 2014/2020;
– uno dei pilastri sui quali si basa la strategia di intervento del FSE in Sardegna consiste proprio nella valorizzazione del capitale umano;

ritenuto necessario ed urgente restituire dignità agli specializzandi in discipline sanitarie non mediche, tenuto conto del fabbisogno di ciascuna categoria,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale per sapere:
1) se sia stata verificata la possibilità, a legislazione vigente, di utilizzare i fondi POR Sardegna FSE 2014/2020 per finanziare le borse di studio per la frequenza delle scuole di specializzazione in discipline non mediche di area sanitaria, delle Università degli studi di Cagliari e Sassari, relativamente a tutti gli anni accademici per ciascun indirizzo di corso;
2) quale sia, eventualmente, la tempistica necessaria;
3) se intendano recuperare ulteriori risorse regionali disponibili in bilancio da destinare con urgenza almeno a copertura dei primi posti in graduatoria relativi a tutti gli indirizzi esistenti per la Scuola di specializzazione di area sanitaria, da assegnare per ogni anno accademico in corso, dal primo all’ultimo compreso;
4) se non ritengano indifferibile una programmazione ordinaria delle figure sanitarie necessarie da inserire stabilmente nell’organico della sanità pubblica, che renda possibile anche fronteggiare le eventuali emergenze che dovessero sopraggiungere, senza essere costretti a dover attingere da altre unità operative depauperandole.

Cagliari, 30 aprile 2020

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