Interrogazione n. 401/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Interrogazione n. 401/A

(Pervenuta risposta scritta in data 02/02/2021)

MANCA Desirè Alma con richiesta di risposta scritta, in merito all’applicazione dell’articolo 29 del decreto legislativo n. 148 del 2015 a parte dell’organico di Abbanoa Spa.

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La sottoscritta,

premesso che:
– il 30 gennaio l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha dichiarato emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale l’epidemia di Coronavirus (Covid-19) in Cina;
– per dare attuazione alle misure precauzionali conseguenti alla dichiarazione dell’OMS, il 31 gennaio il Consiglio dei ministri ha deliberato lo stato d’emergenza, per la durata di sei mesi, per consentire l’emanazione delle necessarie ordinanze di Protezione civile e lo stanziamento dei fondi necessari;
– con successivi provvedimenti il Governo nazionale (decreto legge n. 6 del 23 febbraio 2020, decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1° marzo 2020, decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 4 marzo 2020, decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 8 marzo 2020, decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 11 marzo 2020, decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 17 marzo 2020, decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 22 marzo 2020, decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1° aprile 2020 e decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 10 aprile 2020) ha adottato misure sempre più stringenti per evitare la diffusione del Covid-19;
– il 17 marzo il presidente della Regione Sardegna ha dichiarato lo stato di emergenza regionale sino al 31 luglio;

considerato che:
– la legge del 22 maggio 2017, n. 81, recante “Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato”, definisce l’istituto dello “smart working” ponendo l’accento sulla flessibilità organizzativa, sulla volontarietà delle parti che sottoscrivono l’accordo individuale e sull’utilizzo di strumentazioni che consentano di lavorare da remoto;
– lo smart working è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro;
– lo smart working è una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività;

rilevato che:
– nell’ambito delle misure adottate dal Governo per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, il Presidente del Consiglio dei ministri ha emanato il 1° marzo 2020 un apposito decreto che interviene sulle modalità di accesso allo smart working, modalità confermata anche dal decreto 4 marzo 2020;
– con tali provvedimenti si è voluto attuare il massimo utilizzo, da parte delle imprese, di modalità di lavoro agile per le attività che possono essere svolte al proprio domicilio o in modalità a distanza;
– i decreti in parola prevedono una versione “semplificata” dello smart working, estesa per l’intera durata dello stato di emergenza, ad ogni tipo di lavoro subordinato su tutto il territorio nazionale, anche in assenza degli accordi individuali previsti dalla relativa normativa, al fine di evitare gli spostamenti e contenere i contagi;

dato atto che:
– a seguito dell’emanazione dei recenti decreti del Presidente del Consiglio dei ministri recanti misure urgenti da applicare in materia di contenimento dal contagio da Covid-19, Abbanoa Spa ha comunicato di aver assunto dei provvedimenti per la regolamentazione dei servizi a contatto con il pubblico e per l’avvio dello smart working;
– alcune organizzazioni sindacali hanno tuttavia segnalato che Abbanoa Spa starebbe applicando in maniera confusa e contraddittoria gli adempimenti previsti dai vari decreti del Presidente del Consiglio dei ministri adottati dal Governo per il contenimento dell’epidemia da Covid-19;
– in particolare Abbanoa non sarebbe riuscita a dotare tutto il personale delle apparecchiature necessarie per poter lavorare in modalità smart working, con la conseguenza che quanti tra i dipendenti erano e sono sprovvisti presso la propria abitazione di collegamento internet e/o di personal computer sono stati collocati “in ferie d’ufficio” da parte dei responsabili; la medesima sorte sarebbe stata applicata ai lavoratori che pur riuscendo a lavorare con mezzi propri in smart working si ritroverebbero in ferie di ufficio in determinati giorni della settimana;

considerato che:
– le attività dei reparti aziendali “non indispensabili alla produzione” interessano 100 lavoratori, quali ad esempio operatori letturisti, operatori per sostituzione massiva contatori, operatori dei servizi generali;
– la sospensione delle letture periodiche potrebbe conseguentemente generare un danno economico alla Società in quanto la fatturazione verrà effettuata non sui consumi reali, ma in acconto;

appreso che:
– Abbanoa in data 31 marzo 2020 ha comunicato che per far fronte alla emergenza epidemiologica che ha imposto diverse modalità di servizio, ovvero sospensioni di attività non indispensabili, avrebbe fatto il massimo ricorso tecnicamente e gestionalmente possibile, allo smart working;
– la società intenderebbe incrementare e sostenere tale modalità di lavoro a prescindere dall’attuale fase emergenziale;
– con la stessa nota Abbanoa Spa ha comunicato altresì che poiché alcune mansioni non possono essere comunque svolte mentre alcuni servizi, giusto il blocco del paese, sono scemati o sostanzialmente fermi intende sospendere a zero ore e/o ridurre la prestazione lavorativa di parte dell’organico aziendale;
– secondo le intenzioni della società, la procedura di sospensione della prestazione lavorativa avrà una durata presumibile di 9 settimane e potrà interessare a rotazione circa 300 unità dell’intero organico aziendale;
– la società ha pertanto avviato la procedura di consultazione sindacale propedeutica alla richiesta degli ammortizzatori sociali previsti dall’articolo 29 del decreto legislativo n. 148 del 2015 e più specificatamente del Fondo integrazione salariale – Assegno ordinario – causale “Covid-19 nazionale”;

considerato che i sindacati lamentano che determinate attività dichiarate da Abbanoa come “non indispensabili” possano essere svolte in mansioni sostitutive e che la società non abbia valutato l’assegnazione in back office della mole di lavoro arretrata delle varie unità operative amministrative per quelle risorse per cui non sia possibile avviare il lavoro da remoto, che richiederebbe esclusivamente l’adozione di procedure di sicurezza già adottate per i servizi essenziali;

posto che:
– le azioni intraprese da Abbanoa potrebbero causare discriminazioni tra i vari lavoratori delle unità operative;
– a fronte di una garanzia del servizio, e quindi di una garanzia degli introiti, Abbanoa vorrebbe ugualmente disporre lavoratori a salario zero ore e ricorrere agli ammortizzatori sociali,

chiede di interrogare l’Assessore regionale dei lavori pubblici per sapere:
1) se sia a conoscenza della situazione sopradescritta;
2) se le azioni intraprese da Abbanoa Spa siano legittime e rientrino nel regime ordinario;
3) se non ritenga opportuno, alla luce di quanto esposto, impartire ad Abbanoa Spa specifiche direttive per il reimpiego del personale non operativo per lo smaltimento della mole di lavoro arretrata delle varie unità operative amministrative.

Cagliari, 15 aprile 2020

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