Interrogazione n. 1249/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Interrogazione n. 1249/A

CORRIAS – GANAU – COMANDINI – DERIU – MELONI – MORICONI – PINNA – PISCEDDA, con richiesta di risposta scritta, sull’inarrestabile calo della popolazione in Sardegna e sulla necessità di definire strategie e programmi in grado di arginare il fenomeno.

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I sottoscritti,

premesso che:
– le rilevazioni periodiche sull’andamento demografico in Sardegna attestano un continuo e inesorabile calo di popolazione: i dati Istat testimoniano per il 2020 una riduzione da 1.611.621 abitanti a 1.598.225, con una perdita dunque di 13.396 unità;
– a incidere pesantemente sono il calo delle nascite, di diverse centinaia di unità inferiore al numero dei morti (-610 per il 2020) e il saldo migratorio totale, inteso come differenza tra emigrati e immigrati (-2650 per il 2020);
– il trend negativo interessa tutta l’Isola, non è più circoscritto alle zone montane e dell’interno e non è più questione di piccoli paesi e aree rurali dato che coinvolge, anche se con numeri meno importanti, anche le coste e le città;
– le previsioni per il futuro sono allarmanti e se non si troverà modo di invertire la rotta; entro il 2030, fra soli 9 anni, interi paesi sardi saranno scomparsi e, secondo il rapporto Eurostat, nel 2050, fra soli 29 anni, le quattro macro aree di Carbonia-Iglesias, Medio Campidano, Oristano e Nuoro avranno perso circa un quarto della loro popolazione residente;

evidenziato che:
– le conseguenze in ambito sociale, economico e ambientale dello spopolamento sono tante e da più parti provengono quotidianamente grida d’allarme; le università e i centri di ricerca, il variegato mondo delle associazioni, quello delle professioni e delle imprese, pubblicano i propri studi che scandagliano il fenomeno e le sue ripercussioni, incitando la politica e le istituzioni a farsi carico del problema;
– anche organismi come l’ANCI fanno sentire la loro voce perché il peso dello spopolamento sembra essere lasciato sulle spalle dei sindaci e le conseguenze si riflettono negativamente sulle singole comunità: servizi essenziali in ambito sociale, sanitario, scolastico, dei trasporti, che non vengono più erogati, presenza delle istituzioni che si affievolisce, investimenti pubblici che non vengono realizzati, ecc.
– i giovani sardi, in gran parte forniti di titoli di studio superiore e con un alto livello di specializzazione, decidono di stabilirsi altrove lasciando l’isola priva di competenze e di risorse umane utili per il rilancio della sua economia;
– la popolazione invecchia dato che a seguito del calo delle nascite cresce l’età media che in Sardegna risulta più elevata rispetto alla media nazionale;
– il progressivo abbandono del territorio, la mancata conservazione del suolo e la crescita della vegetazione arbustiva, in concomitanza con le trasformazioni climatiche, sono spesso all’origine di gravi eventi calamitosi che investono le campagne causando danni e distruzione;
– l’estinzione dei piccoli centri e lo spopolamento dei territori montani e dell’interno, ricchi di tradizioni locali, beni storico-artistici e paesaggistici, innescheranno una progressiva perdita dell’identità culturale dell’Isola;

dato atto che:
– lo Stato, con la legge 6 ottobre 2017, n. 158 “Misure per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni, nonché disposizioni per la riqualificazione e il recupero dei centri storici dei medesimi comuni”, in un’ottica di sviluppo sostenibile ed equilibrio demografico, ha inteso “tutelare e valorizzare il patrimonio naturale, rurale, storico-culturale e architettonico, nonché il sistema dei servizi essenziali, con l’obiettivo di contrastare lo spopolamento”;
– il Ministro dell’interno, in concerto con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e con il Ministro per i beni e le attività culturali, ha recentemente adottato il decreto che definisce i parametri utili ai comuni per poter beneficiare dei contributi statali disposti all’articolo 3 di tale legge;

atteso che:
– la Regione parrebbe avere preso coscienza del grave fenomeno visto che ne ha fatto menzione nei documenti regionali di programmazione strategica;
– nel Programma regionale di sviluppo (PRS) 2020-2024, infatti, approvato dalla Giunta regionale con la deliberazione n. 9/15 del 5 marzo 2020 e poi dal Consiglio regionale con la risoluzione n. 4/2 dell’11 marzo 2020, al paragrafo 3.3.3 “La strategia territoriale e lo sviluppo locale”, dopo la constatazione del continuo calo demografico nell’isola e del fatto che a patirlo sono soprattutto i piccoli comuni delle aree interne, si riferisce “Per tale motivo si intendono adottare delle misure volte a contrastare il fenomeno dello spopolamento o per lo meno a rallentarlo, incentivando da un lato i residenti a non abbandonare il loro territorio e dall’altro rilanciando l’economia e incrementando i consumi al fine di poter fornire i servizi necessari e attirare nuove famiglie”;
– per quanto riguarda le risorse, il PRS 2020-2024, principale strumento di programmazione strategica e finanziaria, prevede l’utilizzo, per l’attuazione di quelle misure, di fonti provenienti dal POR FESR, dal POR FSE, dal Fondo di sviluppo e coesione (FSC), dal Piano di azione e coesione (PAC) e dai fondi regionali, a cui adesso devono sicuramente aggiungersi quelle provenienti dal PNRR;
– il PRS prosegue affermando di voler “proseguire e implementare lo sviluppo delle strategie e l’attuazione degli interventi della Programmazione territoriale (Strategia regionale per le aree interne) e della Strategia nazionale aree interne (SNAI), attraverso un processo negoziale di co-progettazione con gli attori locali coinvolti che si esplica nella programmazione e realizzazione di interventi pubblici e interventi di sostegno alle attività di impresa, individuati nell’ambito di una specifica strategia di sviluppo locale”;
– non sembrerebbe però che agli enunciati della programmazione strategica siano seguite azioni puntuali e mirate;

atteso altresì che anche in Consiglio regionale sono state depositate due proposte di legge aventi ad argomento lo spopolamento e le azioni per contrastarlo, la n. 44 “Azioni a favore delle zone interne e di contrasto dei processi di spopolamento”, presentata il 9 agosto 2019 dai Consiglieri regionali Salaris, Cossa, Marras, Satta Giovanni Antonio, e la n. 84 “Interventi a favore delle giovani famiglie nei comuni soggetti a spopolamento”, presentata il 6 dicembre 2019 dai Consiglieri regionali di minoranza Deriu, Cocco, Lai, Comandini, Corrias, Ganau, Meloni, Monconi, Piano, Piscedda, Agus, Caddeo, Satta Gian Franco, Zedda Massimo che riprende negli obiettivi e nei contenuti la proposta n. 423 presentata il 10 maggio 2017 dallo stesso on. Deriu;

ritenuto che:
– debba essere individuata da parte della Regione, concordandola con tutti i soggetti aventi parte in causa, una precisa strategia di medio e lungo termine per contrastare il fenomeno del calo demografico e dello spopolamento;
– tale strategia debba essere declinata in obiettivi e azioni puntuali e corredata delle necessarie fonti finanziarie che, vista la particolare congiuntura, con l’avvio del nuovo settennio di programmazione 2021-2027 e il piano per il rilancio post pandemia, potrebbero essere facilmente recuperate,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l’Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica, per sapere:
1) se siano a conoscenza dei dati relativi al progressivo spopolamento della Sardegna e delle previsioni che ipotizzano per il 2050 una riduzione di abitanti di circa il 28 per cento;
2) se convengano sul fatto che il calo demografico e lo spopolamento dell’entroterra, oltre alle pesanti conseguenze in ambito sociale, economico e ambientale, contribuiscano a creare la perdita di identità culturale dell’Isola;
3) se non ritengano che per contrastare il fenomeno sia necessario elaborare una precisa e puntuale strategia di medio e lungo termine;
4) quali misure, tra quelle annunciate nel Piano regionale di sviluppo 2020-2024, siano state realmente adottate per “contrastare il fenomeno dello spopolamento o per lo meno a rallentarlo, incentivando da un lato i residenti a non abbandonare il territorio e dall’altro rilanciando l’economia e incrementando i consumi al fine di poter fornire i servizi necessari e attirare nuove famiglie” e in quali azioni programmatiche concrete tali misure siano state tradotte;
5) quale rilievo si intenda dare nel nuovo ciclo di programmazione 2021-2027 alle strategie per la valorizzazione e l’attrattività dei piccoli borghi in un’ottica di contrasto al fenomeno dello spopolamento;
6) quali progetti, alla luce delle strategie individuate, siano stati proposti per essere finanziati con risorse del PNRR.

Cagliari, 3 novembre 2021

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