Interpellanza n. 113/C-6

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Interpellanza n. 113/C-6

LI GIOI sulla necessità di disposizioni urgenti e tempestive per la disabilità.

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Il sottoscritto,

premesso che:
– il DPCM 26 aprile 2020 introduce, a partire dal 4 maggio, diverse novità, tra cui all’articolo 8 (Ulteriori disposizioni specifiche per la disabilità): “1. Le attività sociali e socio-sanitarie erogate dietro autorizzazione o in convenzione, comprese quelle erogate all’interno o da parte di centri semiresidenziali per persone con disabilità, qualunque sia la loro denominazione, a carattere socio-assistenziale, socio-educativo, polifunzionale, socio-occupazionale, sanitario e socio-sanitario vengono riattivate secondo piani territoriali adottati dalle regioni e assicurando attraverso eventuali specifici protocolli il rispetto delle disposizioni per la prevenzione dal contagio e la tutela della salute degli utenti e degli operatori.”;
– il DPCM dunque, rimette alle regioni l’adozione di piani territoriali per la riattivazione dei servizi sociali e socio-sanitari;
– il Presidente della Regione ha adottato, successivamente al DPCM del 26 aprile, due ordinanze, la n. 20 e la n. 21 rispettivamente del 2 e del 3 maggio, al fine di definire “Ulteriori misure straordinarie urgenti di contrasto e prevenzione della diffusione epidemiologica da Covid-19 nel territorio regionale della Sardegna. Ordinanza ai sensi dell’art. 32, comma 3, della legge 23 dicembre 1978, n. 833 in materia di igiene e sanità pubblica”;
– nel corpo dell’ordinanza n. 20 del 2 maggio 2020 si riferisce che le misure limitative degli spostamenti adottate per contenere la diffusione del contagio, a livello nazionale e regionale, hanno inciso significativamente sulle attività sociali e motorie dei minori e dei soggetti diversamente abili;

considerato che:
– con grande amarezza e stupore, la sopra citata ordinanza n. 20 non dispone in alcun modo in merito alla riattivazione degli indispensabili servizi sociali e socio-assistenziali così come esplicitamente richiesto dall’articolo 8 del DPCM 26 aprile 2020; difatti, nel testo dell’ordinanza si riscontrano indicazioni più o meno dettagliate sugli ambiti più disparati: dalla riapertura dei negozi e dei parrucchieri ed estetisti alla cura di cavalli, alla toelettatura di animali d’affezione e sulla tosatura degli ovini, ma è assente un riferimento alle strutture assistenziali di cui all’articolo 8 del DPCM del 26 maggio;
– nessun riferimento, né accenno né minima indicazione è stato fatto in merito ai servizi per la disabilità: centri diurni, centri riabilitativi, attività socio e psico-educative, tirocini di inclusione lavorativa (Includis), attività ambulatoriali di supporto alle persone con disabilità psichica, supporti psicoeducativi di supporto alla DAD e molti altri sono gli ambiti in cui è necessario avere immediate e tempestive indicazioni;

evidenziato che:
– in questi due mesi le famiglie di persone con disabilità, autismo e altre disabilità intellettive sono state l’unico supporto a se stesse giacché in molti casi si è scelto di non ricevere operatori al proprio domicilio per questioni di sicurezza;
– inoltre, in molti casi il supporto di operatori e assistenti si è potuto assicurare solo con tempi ridotti e per lo stretto necessario;
– le conseguenze di questa assenza di regolare supporto hanno avuto ripercussioni sui bambini e sui ragazzi con autismo: sono loro ad aver subito i contraccolpi di questo isolamento e la certezza di un efficace e totale recupero non esiste;
– gli obiettivi raggiunti in anni di lavoro per alcuni si sono dissolti in due mesi di isolamento, generando regressioni, perdita di abilità generali, problemi comportamentali talvolta gravi, perdita di contatto con la scuola ed i compagni con la relativa perdita di abilità sociali;

tenuto conto che:
– l’attesa di un’ordinanza regionale in grado di definire la modalità di ripresa delle attività per le persone con disabilità è stata gravemente e incomprensibilmente elusa, privando così della necessaria assistenza tutte quelle famiglie di persone con disabilità, autismo e altre disabilità intellettive;
– è doveroso che la Giunta regionale intervenga affinché si disponga un immediato provvedimento, in ottemperanza alle disposizioni del DPCM del 26 aprile, per sanare la situazione di assenza di regolarità nelle prestazioni specialistiche a garanzia degli ammalati e senza ulteriori gravose ripercussioni economiche,

chiede di interpellare il Presidente della Regione e la Giunta regionale per sapere se:
1) siano a conoscenza della gravosa situazione di carenza assistenziale in cui da due mesi si ritrovano le famiglie di persone con disabilità, autismo e altre disabilità intellettive;
2) siano stati definiti i piani territoriali e i protocolli che il DPCM 26 aprile 2020 dispone debbano essere adottati dalle regioni al fine di fornire indicazioni chiare alle strutture che svolgono attività sociali e socio-sanitarie dietro autorizzazione o in convenzione, su come riprendere le attività in sicurezza.

Cagliari, 4 maggio 2020

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