Si avvia oggi, con questa sessione consiliare dedicata alla riforma statuta-ria e di organizzazione, un confronto ampio su una materia che è spesso risuo-nata in questa aula, evocata nelle campagne elettorali, comunemente sentita dal sistema politico e dai gruppi dirigenti sardi come urgente, necessaria, non più rinviabile anche alla luce delle modifiche profonde nostro sistema costitu-zionale: quelle già avvenute e quelle in corso.
Il confronto sulla revisione degli assi portanti della nostra autonomia speciale – Statuto, legge statutaria, organizzazione della Regione e legge eletto-rale – è un compito impegnativo e ha necessità di una alta tensione politica e morale del Consiglio regionale in tutte le sue componenti, di maggioranza e di opposizione, e della convinzione che ci apprestiamo ad un’azione politica impor-tante.
Possiamo essere i protagonisti di una vicenda che ridefinisce i contorni della nostra istituzione democratica, dei suoi rapporti con la società sarda e del-la partecipazione dei cittadini.
Senza retorica, dobbiamo sentire su di noi il peso di questo “non ordina-rio compito” che supera la momentanea collocazione dei gruppi politici, senza confondere i ruoli e le responsabilità.
Come ho altre volte avuto modo di chiarire, le grandi riforme, quelle che si rivolgono al nostro “sistema”, non sono un compito della sola maggioranza.
Vanno scritte da tutti.
Tutti si devono sentire partecipi.
Le grandi riforme necessitano di due condizioni di partenza: la volontà politica di perseguire l’obiettivo della Riforma e una grande capacità di ascolto delle ragioni altrui.
Non ci sono tesi e articolati precostituiti.
Ci sono contributi al lavoro ai quali certamente altri si aggiungeranno.
Registro un buon clima per affrontare questo impegnativo compito.
Sono certo che lo porteremo a buona conclusione.