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Resoconto della seduta n. 46 del 12/02/2020

XLVI SEDUTA

Mercoledì 12 febbraio 2020

(POMERIDIANA)

Presidenza del Vicepresidente Giovanni Antonio SATTA

La seduta è aperta alle ore 16 e 28.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Angelo Cocciu, Giampietro Comandini, Roberto Deriu, Pietro Moro, Antonello Peru, Valter Piscedda e Giovanni Satta hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 12 febbraio 2020.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Continuazione della discussione della mozione Moriconi - Ganau - Comandini - Corrias - Deriu - Meloni - Piano - Piscedda - Lai - Cocco - Agus - Piu - Orrù - Satta Gian Franco - Loi - Caddeo - Stara - Zedda Massimo - Manca Desiré Alma - Solinas Alessandro - Li Gioi - Ciusa sulla valutazione degli effetti dell'accordo del 7 novembre 2019, stipulato tra lo Stato e la Regione autonoma della Sardegna e la sua eventuale rettifica, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio regionale ai sensi dei commi 2 e 3

dell'articolo 54 del Regolamento (133) e approvazione di ordini del giorno

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 133. Comunico che sono stati presentati due ordini del giorno, di cui io faccio dare lettura dal Segretario.

MELE ANNALISA, Segretaria. Ordine del giorno sulla valutazione degli effetti dell'accordo del 7 novembre 2019 stipulato tra lo Stato e la Regione autonoma della Sardegna (1).

Ordine del giorno sull'improvvisa messa in liquidazione della società Air Italy e la conseguente urgenza della salvaguardia dell'occupazione dei lavoratori e la tutela del traffico aereo da e per la Sardegna, nonché la tutela dell'economia turistica dell'isola (2).

PRESIDENTE. Quindi metto in votazione l'ordine del giorno numero 1, che assorbe la mozione numero 133.

Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (LEU). Chiedo di apporre la mia firma.

PRESIDENTE. Onorevole, viene aggiunta la sua firma.

Metto in votazione l'ordine del giorno numero 1.

(Interruzioni)

Allora per la votazione elettronica bisogna aspettare dieci minuti, quindi procediamo per alzata di mano.

Metto in votazione l'ordine del giorno numero 1. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Sul Regolamento

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Eugenio Lai. Ne ha facoltà.

LAI EUGENIO (LEU). Presidente, io capisco che ha sollecitazioni da parte della maggioranza, però noi abbiamo chiesto la votazione elettronica. Non abbiamo chiesto né il numero legale, né nient'altro. Abbiamo chiesto solo ed esclusivamente la votazione elettronica. Nel Regolamento non c'è scritto da nessuna parte che la votazione non può avvenire in maniera elettronica nei primi dieci minuti. C'è scritto che non si può chiedere il numero legale nei primi dieci minuti, però che non si può fare la votazione elettronica non c'è scritto da nessuna parte, quindi la invito la prossima volta, quando ci sono le richieste di votazione elettronica, a verificare senza ascoltare cattivi suggerimenti che vengono, purtroppo, dai difensori d'ufficio.

PRESIDENTE. Allora teoricamente non si potrebbe procedere a nessuna votazione nei primi dieci minuti, quindi se lo legga anche lei il Regolamento…

(Interruzione del consigliere Eugenio Lai)

Ecco, una volta che lei ha letto bene il Regolamento allora può fare quel tipo di dichiarazione e io non mi sento condizionato dalle pressioni degli altri, neanche dalle sue, caro Eugenio.

Allora sospendiamo per dieci minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 16 e 33, viene ripresa alle ore 16 e 41.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori.

È stato presentato l'ordine del giorno numero 2.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stefano Tunis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TUNIS STEFANO (MISTO). Presidente, intervengo a nome del Gruppo Misto, ringrazio i colleghi per avermi dato questa opportunità, si tratta come sollecitato da più parti di un tema che va affrontato secondo alcuni criteri, la tempestività è tra questi l'elemento più centrale, perché la modalità individuata dai Air Italy per la chiusura traccia un percorso obbligatorio, e che coinvolge nelle sue primissime fasi il rapporto di lavoro prima ancora che le stesse risorse umane. Perché ci troviamo davanti ad una non comune crisi aziendale, ci troviamo davanti a una crisi aziendale che si manifesta all'apice, senza quelle fasi transitorie che normalmente consentono una fase di gestione e spesso di conservazione del rapporto di lavoro. In questa circostanza ci troviamo in una situazione inversa, e se noi non dovessimo creare le condizioni perché cambi questo tipo di atteggiamento e di decisione da parte di Air Italy, quello che è un futuro che l'hub di Olbia e di Milano garantiranno a chi oggi ha queste licenze di volo non vedrà come protagonisti questi oltre mille lavoratori. Questo è un tema rispetto al quale non possiamo retrocedere di un passo, questo è il primo impegno che dobbiamo prendere, lasciando da parte tentazioni di sciacallaggio rispetto a questo tema, questo è un tema che si manifesta in questo modo a causa di questioni che hanno una portata internazionale, perché hanno a che fare con regole valide a livello planetario, e che non consentono al socio di minoranza di ricapitalizzare o di assumere la maggioranza dell'azienda, allo stesso tempo hanno a che fare con scelte strategiche di acquisto di aeromobili che purtroppo si sono trovati in una condizione non di rilanciare o di lanciare questa compagnia verso il medio e il lungo raggio, ma viceversa di dover sopportare ingenti perdite dal punto di vista del capitale che la portano oggi in questo stato. Quindi la prima cosa che deve fare la politica sarda è trovarsi attorno a questi lavoratori, chiudersi attorno a questi lavoratori e proteggerli da una condizione che rischia di vederli espulsi. Giudichiamo inaccettabile che qualunque strategia venga da questa crisi aziendale non debba vederli compresi e non debba vederli inclusi, di conseguenza il primo passo è quello di rivolgerci al Governo perché davanti a tutto al centro della strategia ci siano i lavoratori e la conservazione del posto di lavoro. Air Italy non deve uscire da una condizione per la quale si possa anche transitoriamente una prosecuzione dell'attività e quindi un ammortizzatore sociale transitorio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Dario Giagoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

GIAGONI DARIO (LEGA). Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, noi tutti ieri abbiamo seguito con sgomento e reale preoccupazione il susseguirsi di notizie che ci pervenivano da Milano circa la liquidazione in bonis della compagnia aerea Air Italy, una società nata poco più di due anni fa dal connubio tra Alisarda S.p.A., socio di maggioranza, e Qatar Company, socio di minoranza detentore del 49 per cento delle quote azionarie, e che risultava essere il vettore aereo più importante nell'ambito dei collegamenti Sardegna-continente. Una decisione che ci lascia ancor più sgomenti poiché assunta senza che la società sentisse la necessità di confrontarsi e consultarsi con tutti i soggetti coinvolti, con il Governo centrale e con gli esponenti della Giunta regionale. Questa presa di coscienza crea in noi grande rammarico in quanto siamo costantemente chiamati a risolvere vertenze delicatissime che se affrontate per tempo non avrebbero probabilmente conseguenze così infauste come l'attuale situazione di Air Italy, dove la paventata liquidazione della società determinerà il recesso immediato dei rapporti di lavoro, con conseguente impossibilità di sostenerli con l'attivazione di misure straordinarie quali ammortizzatori sociali previsti dalla normativa vigente per ben 1200 dipendenti. Urge trovare una soluzione alternativa per tutelare i lavoratori, urge l'apertura di un tavolo di crisi per trovare una soluzione e tentare con ogni mezzo di scongiurare la liquidazione. Alla già drammatica situazione dei dipendenti si va ad aggiungere un ulteriore colpo inflitto alla mobilità dei sardi in un paradossale contesto generale che vede in progressivo aumento il numero dei passeggeri del trasporto aereo. Non solo è fortemente a rischio il futuro di 1200 lavoratori, 550 dei quali in Sardegna, ma anche un patrimonio tecnologico e professionale di notevole livello, oltre la perdita degli introiti delle quote delle imposte versate dalla compagnia aerea, andando a causare un ulteriore impoverimento.

Chiediamo con assoluta urgenza al Presidente della Regione, alla Giunta di intercedere immediatamente mettendo in campo ogni strategia possibile per impedire che la Sardegna subisca questo ennesimo colpo alla sua economia, e che la Gallura non venga lasciata cadere nel baratro dell'incertezza di una stagione turistica sempre più messa in crisi dal susseguirsi di queste avversità. Abbiamo il diritto di crescere e veder fiorire il nostro sistema produttivo e lo rivendicheremo con ogni mezzo lecito.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Roberto Li Gioi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LI GIOI ROBERTO (M5S). Presidente, oggi più che mai dobbiamo mettere al centro di questo Consiglio i lavoratori, 1200 in tutto, 600 lavoratori galluresi che da ieri si trovano sulla strada, e quindi d'obbligo partecipare, partecipare come Giunta, come Consiglio regionale, al tavolo che è stato già aperto ieri dal governo immediatamente, sia da parte del MISE che oggi ha parlato con i liquidatori. Sederci attorno al tavolo perché? Perché praticamente chi ha determinato questo disastro sociale deve togliere la maschera, perché se è vero che Qatar Airways ha inviato, immediatamente dopo la mail che hanno ricevuto i lavoratori, un comunicato con cui diceva che aveva intenzione di andare avanti e che era l'altro socio a non voler andare avanti, a mio parere, 360 milioni di buco in due anni non sono causati da incapacità ma da qualcosa già determinato e già deciso a tavolino appunto due anni fa sulla pelle dei lavoratori. E quindi assieme al nostro Governatore e all'aiuto del Governo dobbiamo appunto ripeto far togliere la maschera a Qatar Airways e fargli dire se effettivamente vogliono continuare ad andare avanti, perché 1200 lavoratori e 600 in Gallura sarebbero costretti a modificare completamente le loro prospettive di vita, la loro qualità di vita, e ci sarebbe un ritorno economico devastante per la nostra realtà economica, io parlo di tutta la Sardegna. Quindi io ritengo che questo ordine del giorno sia un primo passo fondamentale per stringersi attorno a questi lavoratori che hanno diritto di sapere di che vita devono vivere.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (LEU). Presidente, l'ennesimo colpo mortale inflitto al cuore della Sardegna. Ringrazio tutti i colleghi presenti per aver capito l'urgenza della situazione e per aver voluto tutti insieme preparare e presentare per essere approvato un ordine del giorno unitario. Credo che in situazioni come queste non possa esistere l'appartenenza politica o ideologica, ma deve esistere solo l'impegno e tutta l'energia che dovremo profondere per fare in modo soprattutto che il personale che rischia il posto di lavoro possa essere messo in sicurezza. E credo che da questo dobbiamo partire con l'approvazione dell'ordine del giorno che impegna la Giunta e il Presidente affinché si attivino immediatamente, con tutti gli strumenti possibili, affinché si apra immediatamente un'interlocuzione forte con chi deve in qualche maniera dare delle risposte. Non possiamo assolutamente accettare che si perpetri un atto così violento verso la comunità, perché poi non è giusto parlare solo di Gallura, dobbiamo parlare comunque di Sardegna, perché quei 250 dipendenti che rischiano il posto di lavoro sono nostri concittadini anche se abitano in Gallura sono cittadini della Sardegna e noi dobbiamo porre tutto il nostro impegno non solo a parole perché questo atto possa essere sventato. Questo l'ha detto bene il collega Li Gioi il primo atto propedeutico e fondamentale perché si possa davvero attivare immediatamente un processo contro questo che è qualcosa che sembra più di un'ipotesi purtroppo. E approfitto anche per chiedere di aggiungere la mia firma all'ordine del giorno, grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Grazie Presidente, intanto il primo pensiero va alle lavoratrici e lavoratori di AirItaly e quindi la prima esigenza è quella di fare ciò che è nelle nostre possibilità e anche il nostro dovere per salvaguardare i posti di lavoro anche in relazione alle vicende future. L'Assessore al lavoro può attivarsi immediatamente per comprendere quali siano i meccanismi, le azioni, cassa integrazione, ammortizzatori in deroga in modo tale da dare una garanzia e un sollievo in queste ore drammatiche per più di un migliaio di lavoratrici e lavoratori nella società più in generale, ma diverse centinaia nell'ambito della nostra Regione. L'impegno è quello che voi tutti come Giunta, Presidente dovete assumere di un tavolo immediatamente da attivare di confronto in modo tale, se è possibile, da scongiurare la liquidazione, e poi per trovare soluzioni atte a salvaguardare ovviamente il posto di lavoro e il sistema del trasporto che rischia di crollare, precipitare. Dai cieli ai mari è una situazione che dal dramma si sta trasformando in una tragedia non solo per il sistema del trasporto ma a questo punto anche per il futuro e la speranza di vita, di lavoro di tantissime ragazze, ragazzi, persone che avevano una garanzia di futuro grazie al lavoro all'interno di alcune società come quelle citate. I colleghi Meloni e Li Gioi hanno più volte sollecitato e tentato di portare alla nostra attenzione il tema, contestualmente l'Assessore ai trasporti ha più e più volte dichiarato, così riportano gli organi di stampa, ma in molti casi sono né più né meno comunicati stampa, che hanno trovato poi spazio negli organi di giornale o negli organi di informazione più generale: sto tenendo la situazione sotto continuo monitoraggio, 13 novembre 2019. Se AirItaly vuole essere una compagnia sarda la Regione è pronta a sedersi a un tavolo e a trattare con l'azienda, ipotesi in fase di studio l'ingresso della Regione nella compagine, 12 gennaio. Badate, quando c'è una vicenda di questo tipo dare ad intendere che tanto ci sarà sempre un soggetto pubblico, un'istituzione che metterà a correre risorse intanto rischia di allontanare altri possibili investitori privati e dà a intendere a colui che va via che tanto la soluzione la si troverà con risorse pubbliche e con mamma Regione. Io penso che questo sia un errore fondamentale, uno sbaglio che ha determinato anche una possibile accelerazione del processo. Oggi noi ci troviamo a discutere in una situazione che è difficilmente recuperabile se non prendendo per i capelli e cercando di salvare una vicenda che non abbiamo governato come forse avremmo potuto anche investendo il Consiglio e dando al Consiglio della possibilità di discutere e dibattere.

L'altro aspetto è quello di quel che si può fare, ci si attivi per trovare soci, per discutere quali possano essere le condizioni per attrarre altri capitali e non si percorrano strade già percorse nel passato che hanno fatto naufragare le flotte nei mari, non vorremmo vedere precipitare le flotte dai cieli e sulle nostre teste, cose realizzabili, reali, puntuali e non illusioni che sappiamo quanto possano essere difficili, complesse se non percorsi impercorribili e rischiano poi di non trovare soluzione per quanto riguarda le lavoratrici e i lavoratori, grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Mula per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MULA FRANCESCO (Psd'Az). Grazie Presidente, ma giustamente non poteva mancare anche l'apporto per la discussione da parte del Gruppo del Psd'Az naturalmente annunciamo il voto favorevole alla mozione che io credo mi sembra che ci sia il clima di unanimità. Ma mi sembra doveroso fare un paio di considerazioni anche alla luce delle ultime cose dette anche adesso dal collega Zedda e vorrei rilevare che io stamattina ho seguito un po', diciamo un po' di interviste che sono state fatte a colleghi del Consiglio regionale dove qualcuno auspica anche il fatto che la quota azionaria maggioritaria del 51 per cento possa essere in qualche modo rilevata dalla Regione. E su questo insomma, ragazzi, discutiamone, parliamone, cerchiamo di capirci perché se da un lato si continua a dire il fallimento della flotta sarda, da un'altra parte invece si lancia il sasso di dire possiamo vedere noi di acquistare queste azioni come quota societaria da parte della Regione, insomma ragioniamoci o meglio cerchiamo anche di metterci d'accordo. Forse ci servirà anche a questo lasso di tempo da qui a martedì alla luce anche degli incontri che sono stati chiesti, ho sentito anche i vari segretari delle associazioni sindacali dove venerdì dovrebbero, così hanno annunciato, essere qui in Consiglio regionale, mi sembra che dovrebbe essere concordata la cosa per capire se c'è la possibilità di incontrare i Capigruppo, non perché serva un invito ufficiale ma sul fatto di farci trovare, ecco questo è quello che ho appreso. Ma anche da parte di qualche sindacato qualcuno sollecita il fatto, la Regione si dovrebbe accollare queste quote. Una soluzione, perché poi parlano di assenza della politica, vorrei anche rasserenare un po' gli animi, assenza della politica quale? Quella di ieri, quella di oggi o quella di avantieri? AirItaly, è storia, ha iniziato accumulare debiti non ieri già da un bel po' di anni e poi inizia con questa politica che voleva abbandonare Olbia doveva andare a Malpensa. Insomma mi sembra che i segnali erano evidenti e non da oggi che c'era in atto una fase di smantellamento. Quindi non è che, abbiamo appreso ieri di questa cosa scorretta, scusate il termine, scorretta, lo ha detto anche il Ministro, lo ha detto lo Stato. Dove dice abbiamo saputo a cose fatte, praticamente, immaginiamoci la Regione, immaginiamo noi che l'abbiamo appreso anche noi dal notiziario e dagli organi di stampa. Mi sembra un'azione molto scorretta. Ma detto questo siamo qui per cercare di trovare soluzioni, ci preme assolutamente in primis, così come ho dichiarato, la sorte dei lavoratori, dei 550 lavoratori sardi e in totale 1200 che lavorano per AirItaly in secondo luogo e che non è in seconda posizione…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppe Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MELONI GIUSEPPE (PD). Grazie Presidente, vede onorevole Mula è diverso intervenire dopo che è successo un fatto quale quello di ieri per cercare di proporre ipotesi, valutare se certe ipotesi possano essere portate avanti, ovviamente senza avere le soluzioni in mano, e un conto è farlo un mese prima e farlo quando, ha detto bene il collega Massimo Zedda, ancora la situazione è aperta è tutta in divenire. Ecco probabilmente in quel caso non andavano fatte le esternazioni che sono state fatte da parte dell'Assessore. In quel caso è da un anno a questa parte probabilmente anche se questo non è il momento delle polemiche, non è nostra intenzione creare polemiche, però probabilmente andava fatto qualcosa, ne parleremo martedì, io spero se ne possa finalmente parlare, anche discutere finalmente in quest'Aula su quali siano le possibilità percorribili almeno per quanto di competenza della politica regionale. In quest'anno sono successe diverse cose, abbiamo visto che ancora in coda alla precedente legislatura la stessa compagnia ha partecipato in modo blando al bando in particolare per le tratte di casa su Olbia per Linate e per Fiumicino. Ecco, quello era un grande campanello d'allarme che meritava una grande attenzione da parte della politica regionale. Ecco, noi abbiamo sempre chiesto a maggio, durante l'estate, a ottobre, a novembre, fino a gennaio quale fosse il livello delle interlocuzioni fra la compagnia e la Regione Sardegna perché ci risultava che fossero assenti, per la verità interlocuzioni che anche col Governo gialloverde e poi col Governo giallorosso erano abbastanza, almeno a detta dei sindacati, deboli. Una compagnia che aveva quelle perdite probabilmente andava monitorata molto di più da parte della politica affinché non si arrivasse ad oggi. Oggi quello che ci interessa di più con questo ordine del giorno è prestare una grande attenzione verso quei lavoratori che vivono un momento drammatico e l'hanno vissuto, in pochissime ore è cambiata la loro vita, noi dobbiamo prestare attenzione, dobbiamo chiedere che il Governo nazionale si attivi, come sta facendo, mi risulta, ma con vigore, insieme alla Regione perché venga congelata la procedura di liquidazione, vengano tutelati, ha detto bene il collega Tunis, tutti i lavoratori, quei lavoratori, quelle competenze specifiche che ha Air Italy e contemporaneamente si possano intravedere delle soluzioni. La politica ha il dovere di intervenire, probabilmente in ritardo, per recuperare il tempo che è stato perso, in particolare in quest'anno, soprattutto in quest'anno, e cercare appunto di trovare una soluzione che possa essere soddisfacente per tutti, con in mente principalmente la tutela dei lavoratori. Io credo che la seduta di martedì possa essere molto importante in questo senso perché potremmo sentire finalmente dalla viva voce dell'Assessore cosa è successo in quest'anno e cosa succederà da oggi in poi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Mundula per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MUNDULA ANTONIO (FdI). Siamo passati da una discussione che era già abbastanza difficile, quella sulla continuità territoriale, e ci troviamo adesso a parlare oltre che di continuità territoriale anche della messa in liquidazione di Air Italy, che è un qualcosa di ancora più grave. Air Italy è nata dalle ceneri di Meridiana nel febbraio 2018 con l'ingresso del Qatar, già dopo un anno di operatività è entrata in crisi e non è neppure bastato un cambio, un avvicendamento ai vertici della compagnia che potesse rendere più efficiente la gestione della stessa. Ci sono state delle perdite importanti nel giro di due anni di oltre 300 milioni di euro, sono stati messi in vendita dei voli intercontinentali già sapendo che non si sarebbero mai operati. L'ENAC sapeva, era al corrente della grave situazione, ma non è intervenuta per bloccare la vendita dei voli che non sarebbero stati mai effettuati, sarà molto difficile anche ottenere il rimborso del biglietto. Tutto questo denota che è una crisi che parte da lontano, una crisi che però, purtroppo, coinvolge moltissimi lavoratori, lavoratori in gran parte sardi. Con un'azienda in liquidazione così non sarà possibile neppure il ricorso alla cassa integrazione. Bisognerà quindi studiare e fare in modo che si creino le condizioni per cui, perlomeno in attesa di risolvere questo problema importante, si possa almeno trovare una soluzione con gli ammortizzatori sociali. Il compito della Regione, in questo caso della politica, non è fare da vacca da mungere, ma è sicuramente, per quello che riguarda la Sardegna, visto che siamo veramente partecipi di questo problema sia come consiglieri che come cittadini, anche il diritto alla mobilità della Sardegna, cercare di attivare tutto quello che è possibile prima di tutto per salvare i posti di lavoro e poi, soprattutto, per dare uno spiraglio a questa Sardegna che è relegata in questo momento qua, saremo bloccati fra un po'. Grazie.

PRESIENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (FI), Assessore tecnico del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale. Giusto per dare, anche come Giunta, e fare delle considerazioni su ciò che si sta discutendo. Intanto io credo, senza riprendere gli argomenti che ormai sono noti, che questa liquidazione sia avvenuta, sicuramente la liquidazione e quella decisione, a ciel sereno, tutto il resto evidentemente no. Per cui invito veramente a volere vedere questa vertenza come una situazione di emergenza che riguarda appunto la liquidazione, la posizione del personale e il sistema dei traffici nazionali e internazionali, dopodiché credo che si debba lavorare velocemente per le soluzioni in emergenza e tra tutte la Giunta concorda che si deve dire stop alla liquidazione e a qualsiasi forma di licenziamento. Su questo voglio fare una sottolineatura che credo sia già emersa, senza l'azienda non si può attivare nessuna forma di sostegno al reddito o di ammortizzatore sociale. Quindi lo dico soprattutto all'onorevole Zedda, da parte nostra c'è massima disponibilità, ma occorre un piano con l'azienda, seppur in liquidazione. Quindi occorre che ci sia una responsabilità aziendale sotto questo profilo. Però, guardate, sotto il profilo dello sviluppo io credo che siamo all'anno zero, il Governo deve davvero, oltre che convocare velocemente così come emerso alla fine del tavolo stamattina, le due regioni coinvolte, e come ha chiesto il presidente Solinas, ma deve davvero pensare di mettere una forte riflessione sui traffici nazionali e internazionali del Paese per tutti gli aeroporti, non possiamo limitarci ancora una volta a guardare il dito e non la luna, intendendo per il dito la sola Sardegna, non funzionerà così perché continueremo ad essere abbandonati, come è avvenuto con tutti i Governi che ci sono stati. Quindi, sostanzialmente credo che la vera proposta sia quella di fare investimenti strutturali e soprattutto investimenti di politica, di mobilità sui traffici aeroportuali. Quindi, su questo credo che veramente debba passare una delle principali richieste che fa la Regione Sardegna. Confermo la disponibilità ovviamente dell'assessore Todde, che è impegnato a Roma e non è qui adesso solo per questo, a trattare l'argomento insieme nella prossima giornata che il Consiglio deciderà di dedicare a questo argomento.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare, metto in votazione l'ordine del giorno numero 2. Votazione elettronica.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno numero 2.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Discussione della proposta di legge Giagoni - Mula - Sechi - Cocciu - Caredda - Salaris - Modifiche alla legge regionale n. 8 del 2018, alla legge regionale n. 35 del 2015, alla legge regionale n. 19 del 2006, alla legge regionale n. 45

del 1989 e alla legge regionale n. 4 del 2015 (83/A parte I)

PRESIDENTE.Il seguente punto all'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge numero 83, parte I.

Dichiaro aperta la discussione generale. Ha facoltà di parlare il consigliere Dario Giagoni, relatore di maggioranza.

GIAGONI DARIO (LEGA), relatore di maggioranza. Grazie, signor Presidente, colleghe e colleghi, signore e signori della Giunta. La quarta Commissione consiliare permanente, nella seduta del 21 gennaio 2020, ha licenziato per l'Aula la proposta di legge numero 83 parte I/A recante modifiche alla legge regionale 4 febbraio 2015 numero 4 (Istituzione dell'Ente di governo dell'ambito della Sardegna e modifiche ed integrazioni alla legge regionale numero 19 del 2006), con il voto favorevole dei Consiglieri di maggioranza e l'astensione dei consiglieri di opposizione. La quarta Commissione, nella medesima seduta, preliminarmente ha audito l'Assessore regionale dei lavori pubblici sulle parti di competenza della proposta di legge, ossia nelle parti in cui introduce modifiche alla legge regionale numero 8 del 2018, alla legge regionale numero 35 del 2015, alla legge regionale numero 19 del 2006 e alla legge regionale numero 4 del 2015. In tale occasione l'Assessore regionale dei lavori pubblici, in accordo con il Presidente della Commissione, ha richiesto lo stralcio dei commi 2 e 3 dell'articolo 5 recante modifiche alla legge regionale 4 febbraio 2015, numero 4, che riguardano la proroga di un anno del termine per la cessione delle azioni dalla Regione in Abbanoa SpA ai comuni e la possibilità di poter ridurre ulteriormente il numero di azioni di proprietà della Regione, che potranno avere un tetto massimo del 20 per cento. Ciò per consentire l'approvazione in Aula in tempi rapidi del provvedimento considerato che il comma 1 dell'articolo 15 della legge in parola fissa data odierna il 12 febbraio 2020 come termine ultimo per la cessione delle azioni della Regione in Abbanoa SpA ai comuni. Tale proroga si rende altresì necessaria per consentire alla Regione e ai Comuni di individuare una nuova forma di gestione di Abbanoa. La Commissione ha accolto la richiesta di stralcio condividendo l'urgenza del provvedimento e non ritenendo necessario richiedere il parere finanziario, in quanto l'applicazione della norma non comporta maggiori oneri da parte della Regione ha deciso di approvare definitivamente il testo nella medesima seduta.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Grazie, Presidente. Avere una parte prima e una parte seconda ricorda i dischi dei Pink Floyd con quelle canzoni molto lunghe divise in più parti. In questo caso non parliamo di musica però, parliamo di una società, il principale gestore idrico della Regione, la cui attività è stata oggetto, diversi anni fa, anche di un quesito referendario approvato a stragrande maggioranza che ha sancito, una volta per tutte, le caratteristiche pubbliche dell'acqua erogata dai gestori, che negli anni ha vissuto fortune alterne e attraversato stagioni di grandi crisi. Oggi noi interveniamo per adeguare lo statuto alle nuove disposizioni normative per superare una scadenza che sapevamo essere già fissata e che in questo caso, diciamo nell'ultimo momento utile o, anzi, poco dopo, viene modificata attraverso i dispositivi. Inizialmente quanto contenuto in questa norma era previsto nell'assestamento di bilancio, fortunatamente in quel caso è stata una scelta giusta e condivisa, si è deciso di stralciare il testo e di affidare alla Commissione l'istruttoria dello stesso, credo però che, per quanto riguarda le difficoltà e soprattutto la migliore organizzazione per il futuro che Abbanoa SpA dovrà avere e di cui dovrà dotarsi, penso occorra un supplemento di istruttoria e occorra molta attenzione, perché a volte anche le società pubbliche, le grandi strutture pubbliche che ogni giorno attraversano problemi e che non sembrano mai perfette, perché in questo modo la perfezione non è di casa, o è di casa poche volte, ebbene, a volte bastano poche azioni fatte male per tornare indietro di anni, e in questo caso per far vivere ai sardi problematiche che pensavamo risolte una volta per tutte. Io ho conosciuto, come tutti voi, il periodo in cui l'acqua, oltre a essere un bene prezioso, era anche un bene razionato nelle nostre città, dire che non è cambiato niente o che il mondo e i servizi sono avviati a un peggioramento globale inesorabile non è nel mio costume, e in questo caso credo che non risponda nemmeno al vero, ci sono tanti problemi ma abbiamo conosciuto stagioni dove i problemi erano molti di più e dove ciascuno di noi viveva sulla sua pelle queste problematiche. Per cui io auspico che la Commissione competente, purtroppo la nostra organizzazione risente di una distribuzione sbagliata delle competenze nelle Commissioni, noi abbiamo la Commissione che si dovrebbe occupare di sanità, di sociale e di sport che di fatto è una Commissione che si occupa solo dell'attività delle ASL, e abbiamo la Commissione che si dovrebbe occupare di urbanistica, di ambiente, di lavori pubblici e di trasporti che di fatto è la Commissione urbanistica, quindi io auspico che quella Commissione trovi il tempo, e sarà sicuramente intenzione dei Consiglieri di minoranza portare queste istanze, per un serio lavoro di studio dell'attuale situazione della società Abbanoa e del sistema idrico in Sardegna, a partire anche dalle criticità che hanno gli altri enti coinvolti, penso per esempio a ENAS, e nei prossimi mesi con molta attenzione, per evitare di buttare il bambino con l'acqua sporca, si intervenga pesando le azioni ed evitando di farsi prendere dalla foga riformatoria per poi dover magari essere costretti, tra qualche mese o tra qualche anno, a tornare indietro contando i danni. Grazie.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Grazie, Presidente. Innanzitutto, trattando il tema di Abbanoa e delle questioni legate all'acqua, ci tengo a iniziare l'intervento volendo ribadire che quel che è stato affermato col referendum, cioè l'aspetto che ha riguardato l'intervento dei cittadini che hanno, con la loro volontà, col loro voto, detto che l'acqua deve essere pubblica, non può essere superato in alcun modo, che non significa che l'acqua è un bene pubblico, significa anche che la società che gestisce l'acqua in Sardegna deve rimanere pubblica, perché nell'ambito del confronto su Abbanoa che c'è stato anche in Commissione si è più volte ripetuto che il bilancio di Abbanoa sarebbe in perdita, non si è parlato di perdite idriche, si è parlato di perdite di bilancio, se ci trovassimo nella situazione di una società quotata in Borsa sarebbe aggiotaggio, cioè l'intervento, stravolgendo le dinamiche del mercato, su una società che ovviamente non può avere un pregiudizio da voci. Se in più queste voci sono portate all'attenzione dell'opinione pubblica da parte di un socio è ancor più grave, anche perché si mette in discussione la veridicità dei bilanci e la veridicità di ciò che è stato affermato dal Collegio dei revisori interno alla società, e quindi da una serie di professionisti, oltre che dai documenti contabili, oltre che da quei documenti che devono essere anche approvati e vengono approvati e sono stati approvati nell'ambito del consolidato da parte della Regione Sardegna. Quindi la prima questione è l'acqua pubblica, la seconda è non mettere sistematicamente in discussione le questioni riguardanti i bilanci. Il terzo aspetto è che sappiamo anche il perché la società abbia avuto quel problema iniziale, perché solo a distanza di tempo c'è stato un investimento di risorse pubbliche e regionali per la capitalizzazione iniziale, mascherata da ricapitalizzazione, da iniezioni di risorse pubbliche successivamente rispetto alla costituzione della società, solo tanto tempo dopo, tanto da aver trasformato il primo intervento che sarebbe dovuto avvenire all'atto della costituzione della società in una ricapitalizzazione successiva e non, invece, in un'iniezione di risorse nel momento in cui è nata la società. È stato detto dal mio Capogruppo, dal collega Agus, che cos'era e che cosa è stato il governo dell'acqua in Sardegna nei decenni passati. A Cagliari fino agli anni Ottanta non veniva fatta pagare l'acqua, perché pagare l'acqua significa pagar pegno in termini di voti. Far pagare l'acqua costava in termini di preferenze e ci volle una battaglia politica per far pagare l'acqua, all'epoca l'acquedotto era in capo al Comune di Cagliari, non era in capo alla Regione, era la società idrica municipalizzata, e solo in quegli anni si riuscì a far pagare l'acqua. Nel frattempo era un colabrodo di perdite idriche, di perdite di risorse e alla fin fine tutti noi si doveva rientrare dal mare per tempo perché alle tre si staccava l'acqua e guai a non aver ricordato di riempire le vasche da bagno per avere un approvvigionamento idrico. Così era Cagliari fino agli anni 90, non l'epoca dei miei bisnonni, quando ero ragazzino io! Con 32 enti che governavano l'acqua in Sardegna, con 32 presidenti, 32 consigli di amministrazione, 32 segretari dei presidenti e dei consigli di amministrazione, 32 oltretutto da moltiplicare, ovviamente, per il numero anche delle assistenti o assistenti uomini che dovevano assistere ai lavori di quei consigli di amministrazione; uno spreco di risorse pubblico, oltre che di risorsa idrica. Per non parlare del sistema delle dighe, e via dicendo. Ora a tutto ciò si vuol far fronte aumentando i posti di sottogoverno nel consiglio d'amministrazione. Ricordo male o siete stati voi, Assessore, e mi rivolgo anche al collega Cossa, i promotori del referendum nel 2012 sul taglio delle poltrone dei consigli di amministrazione? Avete cambiato idea, non ci sono problemi. Qualcuno afferma anche che cambiare idea nella vita aiuta, è segnale di intelligenza, quando lo si stravolge il proprio pensiero non è esattamente la strada del sinonimo di intelligenza. È negare le affermazioni fatte nel passato, negare battaglie politiche, perché oggi c'è un'occasione di avere posti di sottogoverno. Si sono espressi i sardi, non è che si è espressa un'assemblea di partito! Non si è espresso un comitato ristretto di persone, si sono espressi i sardi sette anni fa per cancellare enti inutili e consigli d'amministrazione inutili. Oltretutto la norma nazionale, nel frattempo, successivamente modificata, quei decreti e gli interventi a livello nazionale, ha detto che la prima strada è l'amministratore unico, la seconda strada, al netto di incremento di spesa che non può avvenire è nella dimostrazione che ci sia la necessità di avere un organismo plurale, si possa anche valutare l'aspetto dell'insediamento di un consiglio di amministrazione e non di un amministratore unico, senza incremento di spesa. Ditelo a quelli che volete nominare che il compenso dell'amministratore unico andrà al Presidente, ai consiglieri d'amministrazione e al Collegio dei revisori, perché i compensi un tempo erano equivalenti a quelli di un direttore generale e i compensi dei componenti il consiglio d'amministrazione erano equivalenti ad alti funzionari con categoria D della Regione, per intenderci viaggiavano a cifre superiori i componenti di quei Consigli di amministrazione dei Sindaci delle Città metropolitane d'Italia. C'è stato, quindi, un referendum anti casta, adesso vi siete appassionati al tema della casta, nella creazione però di questa, non nella eliminazione delle caste, tante, che leggo anche in altre proposte e volete creare ovunque. Non si trova una poltrona in aereo, ma poltrone per posti di sottogoverno tra qualche mese se ne troveranno tante. Non si trova un posto in aereo, ma un posto per un amico o l'amico dell'amico si troverà a breve. Io non so se vi rendete conto del paradosso.

L'altro aspetto sul quale vorrei soffermare ancora l'attenzione e sollecitare voi ad una riflessione, è scaduto il termine da tempo per quanto riguarda le indicazioni di sentenze passate in giudicato e provvedimenti dell'ANAC e dell'autorità che governa il libero mercato, prima di indicare consigli di amministrazione indicate le quote da trasferire ai Comuni. Non è una scelta politica, è un obbligo di legge e a seguito di sentenze, a meno che non vogliate ricevere ulteriori sanzioni, segnalazioni e provvedimenti di altro tipo per non aver dato seguito a interventi dell'ANAC e dell'Autorità garante per la concorrenza. La delibera è bloccata da marzo e da aprile. Io capisco, perché ho vissuto la vicenda anche nel passato, che quando si arriva, non so che cosa vi faccia a voi Villa Devoto o viale Trento, prima di entrare in quei luoghi si è tutti a favore del risparmio della spesa pubblica, appena entrate là dentro ci deve essere un virus, all'interno di quelle stanze, per cui vi aggrappate al potere e non si riesce a strappargli manco un pezzettino di quelle quote azionarie da trasferire agli enti locali. Va sanificato il posto! Suggerisco di cambiare sede. Vedetevi altrove! È un contagio! Non so cosa accada ai Presidenti quando entrano in quelle stanze. Suggerisco… meno male che qualcuno non l'ha fatto, perché ho rischiato di essere contagiato anch'io, sì! Ma infatti io sono molto contento perché vi posso dire queste cose da questi banchi ed era dieci anni che non lo potevo fare essendo seduto per dieci anni in un banco superiore, e quindi dovendo avere un atteggiamento diverso. Mi è andata male e va beh. È andata male a voi, a me è andata benissimo, a voi è andata malissimo.

Fino a quando non si daranno e non verranno cedute queste quote suggerisco di non toccare nulla su Abbanoa, suggerisco, Assessore, di non toccare nulla su Abbanoa, perché sotto sotto la capisco l'idea: prima di cedere le quote nomino il consiglio d'amministrazione che voglio io, poi dopo che cedo le quote perché lo devo fare, ma nel frattempo ho già il consiglio d'amministrazione nominato da me. State allontanando sistematicamente, ulteriormente i Comuni dal governo e dalla gestione della società che eroga l'acqua alle cittadine e ai cittadini residenti…

PRESIDENTE. Concluda.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Ho concluso, Presidente. Ho concluso nel senso che la volevo ringraziare, volevo ringraziare l'Aula. Cercate di essere come l'acqua, più limpidi, cristallini e incolore, inodore. Grazie.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Antonio Piu. Ne ha facoltà.

PIU ANTONIO (Progressisti). Grazie Presidente, buonasera alle colleghe e ai colleghi. In Commissione con l'Assessore abbiamo avuto modo di discutere di questa proroga, che è stata chiesta in Commissione, di un anno e che consentirà sicuramente sia all'organo politico che a quello tecnico di valutare esattamente che fine debba fare Abbanoa. Io faccio una piccola riflessione in merito alla gestione attuale, quella degli ultimi anni, e di come forse non sia stata mai gestita sino in fondo, verso e nei confronti dei cittadini, una partita così importante come quella dell'acqua. Questo perché che si ritrova ad amministrare paesi, città, lontane da Cagliari, ci si trova contro un muro, contro la poca possibilità di poter programmare i lavori, la possibilità di non assicurare delle infrastrutture e una progettualità efficiente ed efficace ai cittadini dei nostri paesi e delle nostre città. E la Regione Sardegna è sempre stata la madre che appena le perdite iniziavano a salire un pochino quelle perdite andavano ripianate, e andavano ripianate sui soldi dei contribuenti della Regione Sardegna. E allora presenteremo un emendamento che dice uno vale uno, perché forse il cittadino che apre il rubinetto del paese di cento abitanti vale quanto quello della città che di abitanti magari ne ha anche 100.000, proprio perché va tutelato a livello generale quello che è un diritto di tutti, il diritto di ricevere un'acqua che finalmente anche magari si possa bere, perché tante parti di questa Regione, ad esempio quella del territorio sassarese, se uno apre il rubinetto non ci può mettere un bicchiere sotto perché quell'acqua non è adatta per il consumo quotidiano.

Allora investire in infrastrutture, investire sull'acqua potabile io credo che debba essere il primo punto all'ordine del giorno, anche del fatto che se aumentiamo e facciamo passare un altro anno iniziamo a discutere di queste cose, perché forse non se ne è mai discusso in maniera approfondita, e cerchiamo di sentire e di ascoltare gli amministratori locali perché sono loro che vivono quotidianamente e che devono rispondere quotidianamente ai cittadini e a tutte le segnalazioni che vengono fatte. Perché per fare le infrastrutture e programmare i lavori nei tre-quattro anni abbiamo visto che ci sono gare che son partite nel 2013, che sono state assegnate, e i lavori non sono ancora iniziati. E sono sette anni di spese che la Regione si è dovuta caricare, in una società che forse, sì, negli ultimi anni ha tentato di porre rimedio anche a consuetudini sbagliate, perché tantissime utenze erano nascoste, e purtroppo quando è stata creata Abbanoa ci si è caricati di infrastrutture troppo vetuste, vecchie, non si è fatto un calcolo adeguato di quelle che dovevano essere le opere di risanamento. Allora, se in questi 12 mesi, Assessore, io credo che sia questa la sfida, vogliamo discutere realmente di Abbanoa e di come i Comuni, i territori, debbano gestire una partita così importante come quella dell'acqua, allora oggi forse può essere il primo punto, un primo tassello di discussione importante, se diversamente facciamo passare altri 12 mesi, dove le Amministrazioni, dove i Comuni continuano a essere lontani da questa partita così importante, allora tra 12 mesi avremo lo stesso carrozzone, le stesse problematiche, e non avremo dato assolutamente delle risposte adeguate.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (LEU). Presidente, condivido in pieno quello che è stato appena detto dal collega Antonio Piu, come sulle procedure e sulle istruttorie condivido quello che ha detto l'onorevole Massimo Zedda. Il problema di Abbanoa, è inutile stare dietro gli infingimenti, Abbanoa considerato un mostro da sempre rispetto ai cittadini e rispetto agli enti locali, non è che improvvisamente non sia più quel mostro che ha turbato i sonni dei cittadini della Sardegna. Vi parla un sindaco che dopo tante peripezie è riuscito con altri colleghi a far approvare una legge proprio qui in quest'Aula, che insieme ad un decreto nazionale, poi è riuscito ad avere l'autogestione del sistema idrico del proprio paese. Ma credo che non sia più sopportabile che rispetto ai piccoli Comuni, soprattutto ai cittadini, Abbanoa sia da considerare quasi il nemico numero uno. Io vi faccio un esempio che è calzante del Comune di Illorai, il Comune di Illorai quando entrò nell'ambito unico, e quindi sotto le direttive di Abbanoa, aveva un finanziamento per il nuovo depuratore, quelle risorse passarono direttamente dentro il bilancio di Abbanoa, ebbene ad oggi quel depuratore non è stato mai realizzato, e a fronte di questo voi dovete sapere che i cittadini del Comune di Illorai pagano la quota per la depurazione come la pagano i cittadini di Cagliari, o i cittadini di Sassari. Credo che queste siano delle situazioni insopportabili, rispetto alle quali occorre porre rimedio immediatamente. Credo che sia indispensabile che gli enti locali e i Comuni possano dire la loro, ma la loro in maniera dignitosa e paritaria, questa è la rivoluzione che va fatta dentro Abbanoa. E se questo periodo di proroga che l'Assessore, che questa norma di legge dovesse servire per questo, noi saremo molto attenti perché questo possa avvenire. Però mi permetta, Assessore, di dirle che creare dei nuovi consigli di amministrazione è come davvero creare dei nuovi carrozzoni che sicuramente non alleggeriscono le procedure istruttorie o i percorsi amministrativi, ma sicuramente li appesantiscono. Io credo che ci sia necessità invece di distribuire le decisioni fra tutti quelli che sono soci con diritti acquisiti dell'ambito unico. Altro discorso è quello che secondo me, ma secondo molti, l'ambito unico in Sardegna non può e non potrà mai funzionare, perché l'orografia, la geografia, la dislocazione dei paesi della Sardegna è ben diversa da quelle altre regioni dove l'ambito unico esiste e funziona bene, in Sardegna non ha funzionato e mai potrà funzionare, infatti io credo che ci si debba adoperare perché l'ambito unico venga superato e la Sardegna venga divisa in quattro o cinque ambiti, solo così credo che potremo avvicinare l'ente acque, chiamiamolo così in questo momento, a quelle che sono le esigenze dei Comuni e dei cittadini.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Eugenio Lai per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LAI EUGENIO (LEU). Presidente, diciamo che quando si parla di Abbanoa, lo dicevo con qualche collega in precedenza, fuori da quest'Aula non si ha sempre un'ottima percezione, qualche volta a ragione, qualche volta a torto. Io ricordo sei anni fa quando ci insediammo in Consiglio regionale, gli articoli del giornale dell'epoca, se andiamo a ricercarli, andavano ad intitolare "Bisogna portare i libri in tribunale per il fallimento di Abbanoa", "La società sta fallendo", "La società è in una fase estrema debitoria". In cinque anni si è fatto tanto per provare a recuperare anche la situazione finanziaria della società, si sono inserite in particolare delle grosse somme da parte della Regione all'interno della società per provare a riequilibrare la situazione. E dobbiamo anche dire, come è già stato detto anche dall'onorevole in precedenza, per onestà e verità, che Abbanoa è nata in una situazione estremamente particolare, ossia è nata e ha ereditato tutta una serie di strutture comunali che facevano acqua diciamo da tutte le parti, ha ereditato situazioni anche di bollettazioni con città importanti della Sardegna dove non c'erano effettivamente tutte le bollettazioni, non c'era un'anagrafe dettagliata degli utenti, e nel corso degli anni ha provato probabilmente, come ho detto in precedenza, qualche volta in maniera positiva, e qualche volta in maniera negativa, ad offrire un servizio pubblico all'altezza delle aspettative. C'è da dire però, Assessore, che oggi noi non ci troviamo di fronte a un cambiamento epocale oppure una situazione di rinnovamento, di novità totale, ci troviamo solo di fronte con questa legge, con questo articolo di legge, a discutere di che cosa? Discutere del cambio di Governo della Regione, del cambio di governo della città capoluogo che hanno deciso di sfiduciare l'amministratore di Abbanoa e allo stesso tempo hanno deciso di provare a rivoluzionare la situazione, come diceva prima qualche collega anche, imponendo dei CdA. Io non credo che questa sia la riforma attesa dai sardi quando si parla di Abbanoa e di sistema dell'acqua, io credo che sia indispensabile provare a mettere in campo una riforma complessiva dell'acqua pubblica e in particolare partendo da alcuni concetti che sono stati espressi bene nel referendum che poc'anzi i colleghi citavano. E devo dire che sono stato anche uno dei firmatari, nella precedente legislatura, di diverse lettere che con l'allora onorevole Gaia abbiamo inviato all'ANAC, se ne ricordano bene i Consiglieri della passata legislatura, e l'ANAC da questo punto di vista è stata chiarissima, la Regione non può più detenere le quote cioè la Regione non può più entrare a gamba tesa all'interno di Abbanoa, assumere delle scelte, perché ha la maggior parte delle quote all'interno della società, e decidere quel che vuole. È stato detto bene in precedenza, l'ANAC ha già detto bene di cedere totalmente le quote ai Comuni. Ora questo non sta accadendo, si rinvia la cessione delle quote e si prova ad incidere nelle politiche che d'ora in avanti dovrà portare la società. Io credo che se qualcosa si voleva fare, e qui guardo anche tanti colleghi sindaci di piccoli comuni, c'era da pensare ad una riforma che non mortificasse i Comuni che hanno piccolissime percentuali a causa della popolazione residente, ma si doveva e si poteva pensare di dare maggior peso a quei Comuni che hanno dato tanto anche in termini di sistema di costruzione delle dighe, del sistema di costruzione dei laghi artificiali e che si trovano rappresentati con percentuali decisamente esigue e che si trovano, come è successo nell'assemblea in cui si è dimesso l'amministratore di Abbanoa, a dover solo assistere a interventi del sindaco di Cagliari di allora e di oggi e dell'Assessore regionale di allora e di oggi che decidono, perché hanno la maggior parte delle quote all'interno della società, cosa fare del futuro dell'acqua. Io credo che la Regione debba fare non uno ma due passi indietro relativamente alle scelte che i Comuni all'interno della società devono porre in essere, deve favorire la partecipazione di tutti gli enti locali alle Assemblee e glielo dico io, Assessore, perché i Comuni e i Sindaci non si presentano più alle Assemblee perché non contano, perché vanno lì solo ad assistere a discussioni in cui sono compartecipi cioè non possono assumere decisioni. Un Comune che nonostante abbia una diga che fornisce acqua a 180 Comuni in Sardegna va lì conta lo 0,05 per cento della società, cioè stiamo arrivando all'assurdo che ormai la società Abbanoa è considerata non solo dei cittadini ma anche dai Comuni e dai loro rappresentanti qualcosa di distante. Continuando ad andare nella direzione solo ed esclusivamente di creare un nuovo spoil-system che naturalmente sta anche nelle corde ma non in questa maniera e solo ed esclusivamente a pensare che la Regione debba continuare a detenere le politiche societarie e il futuro di Abbanoa io credo che si stia facendo un grosso errore. Si continua ad allontanare il cittadino dalla società, si continua a far sentire il problema dell'acqua qualcosa di distante e solo ed esclusivamente come un qualcosa di insormontabile, un qualcosa che crea solo ed esclusivamente problemi e non benefici. Sul tema dell'acqua, probabilmente anche sul tema dell'acqua, così come abbiamo fatto su tanti altri temi anche questo oggi, credo sia indispensabile aprire una discussione decisamente più generale. Innanzitutto l'ha posto anche il collega Cocco in precedenza la questione degli ambiti, qual è l'intenzione della Giunta regionale sulla questione degli ambiti, qual è l'intenzione della maggioranza sulla questione degli ambiti, si vuole continuare sull'ambito unico regionale, si vuole continuare sull'asse che è già stata tracciata in precedenza oppure la politica della Giunta regionale ha qualcosa di diverso? Noi per oggi vediamo solo ed esclusivamente una corsa strenua all'occupazione delle poltrone e ve lo dico non da opposizione ma come consigliere regionale di quest'Aula. Guardate che al di fuori di quest'Aula, al di fuori di questo Consiglio regionale già parlare di Abbanoa è complicato se aggiungiamo il fatto parlare di Abbanoa più consigli di amministrazione che volete creare diventa davvero un problema gigantesco. Credo e penso, ma dubito che si farà, che questo tema andasse approfondito in maniera un po' più seria, andasse discusso in una riforma complessiva e andasse visto come una possibilità per dare in mano ai Comuni la gestione la gestione dell'acqua; la gestione dell'acqua che naturalmente però anche in questo caso si usa solo ed esclusivamente per creare nuovi posti di potere e nuove poltrone.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore dei lavori pubblici.

FRONGIA ROBERTO, Assessore tecnico dei lavori pubblici. Grazie Presidente, cercherò di essere più breve, insomma cercherò di non dilungarmi troppo, anche se vorrei intanto dire che a proposito dell'articolo 501 del codice penale a proposito di aggiotaggio io credo che riguardi il rialzo o il ribasso fraudolento dei prezzi nelle borse di commercio che sarebbe bello scrivere la storia in Italia dell'aggiotaggio, sarebbe molto interessante e credo che prima o poi ci sarà l'occasione, perché c'entra poco Abbanoa, centrano molto magari altre società. Per quanto riguarda l'acqua pubblica nessuno ha intenzione di cancellare quello che è la volontà popolare noi siamo assolutamente convinti e in Giunta abbiamo detto sin dall'inizio che l'acqua è pubblica deve rimanere pubblica deve rimanere forte nelle mani del pubblico. A sembra però che si sia fatta un po' di confusione cioè tra ciò che avviene e che è regolato dal codice civile da ciò che riguarda le società per azioni quindi il ruolo, i compiti e le funzioni dei soci delle società per azioni e ciò che invece deve discutere il Consiglio regionale, che dovrà discutere una riforma è giusto che discuta una riforma per dire, se vuole discutere nuovamente gli ambiti che cosa si vuole fare se è opportuno continuare a rimanere nell'ambito unico regionale, cosa che io personalmente ritengo, ma poi il Consiglio, la maggioranza, la Giunta deciderà cosa fare. Quindi insomma tutti i temi che devono essere in mano al Consiglio regionale e quindi all'Assemblea che è sovrana. Io credo che questo rinvio riguardi solo esclusivamente, ma poi dirò ancora qualcosa a proposito di Abbanoa e dell'efficienza di Abbanoa, perché se non lo diciamo in quest'aula non so riuscire a capire dove va detto, dove vanno dette le cose come stanno, che nei lavori dell'Assemblea, però credo che il rinvio sia intanto nell'esclusivo interesse dei Comuni. Perché, vedete, i comuni che hanno partecipato all'ultima assemblea, non era soltanto il Comune di Cagliari, il Comune di Sassari e non solo la Regione tutti i Comuni di centrodestra e centrosinistra hanno votato a favore di quel cambio di passo rispetto a ciò che è avvenuto fino ad oggi, cioè i Comuni hanno detto che volevano qualcosa di diverso rispetto all'amministratore unico, perché l'amministratore unico sostanzialmente ha riconosciuto di aver fallito nel suo compito e lo ha detto con molta chiarezza in qualche misura anche presentando quel piano di riorganizzazione che era stato chiesto dalla Regione nell'assemblea del 25 settembre del 2019. Le parole dell'amministratore unico in quell'occasione sono state ciò che storto è rimasto storto, purtroppo non siamo riusciti a raddrizzarlo, testuale, lo ha dichiarato pubblicamente. Proprio per questo, con grande senso di responsabilità, ha deciso di dimettersi e lo ha fatto di fronte all'assemblea dei soci, che non fanno valutazioni di carattere politico, che non fanno nessuna considerazione di maggioranza o di opposizione, ma guardano soltanto i numeri, perché i numeri bisogna guardare, e guardano soltanto l'efficienza e l'efficacia della spesa o come funziona il rapporto con gli utenti, o come funziona il rapporto all'interno della stessa organizzazione del lavoro della società. E proprio guardando a ciò che dicevo essere stato un riconoscimento da parte della società, nel rappresentare quel piano di riorganizzazione richiesto il 25 settembre del 2019, ha detto chiaramente che la società non era una società efficiente, per poterla rendere efficiente occorrevano circa 340 assunzioni. Io credo che la società, una società così importante, così organizzata non possa semplicemente assumere 340 persone per risolvere i problemi della società e la disorganizzazione della società. Quindi, dicevo, il rinvio che oggi stiamo chiedendo e che stiamo proponendo è un rinvio nell'esclusivo interesse dei comuni, è un rinvio chiesto dagli stessi comuni che non si fidano di avere fino all'80 per cento delle quote fino adesso, secondo ciò che dice il dettato normativo, perché ritiene che quell'80 per cento di quote che dovessero arrivare i comuni comporterebbero anche delle spese, e potrebbero comportare anche una situazione di aggravio per le proprie casse e per quelle dei propri consociati. E per questo ci hanno chiesto, ce l'avevano chiesto loro nelle assemblee che abbiamo fatto anche informali prima delle assemblee della società, di riflettere su questa data. E d'altro canto ormai siamo arrivati al punto, nel senso che era inutile continuare a tergiversare proprio perché il 12 di febbraio si sarebbe dovute cedere le quote e per un motivo o per l'altro non si è arrivati a questo punto, ma non si è arrivati a questo punto non per responsabilità del socio Regione o dei soci dei Comuni, ma perché la società ha ritardato in qualche misura la discussione sulla riorganizzazione, ha ritardato la discussione proprio sulla cessione delle quote. Lo ha fatto in modo secondo me inopportuno, questo lo abbiamo detto con molta chiarezza durante quelle assemblee. Abbanoa non è una società che dimostra efficienza nella gestione del servizio idrico, e non è un caso che la Regione, il socio Regione si sia astenuta, proprio il 25 settembre, dal voto per quanto riguarda il bilancio 2018. Non lo ha fatto a cuor leggero e non lo ha fatto semplicemente per valutazioni di carattere politico, lo ha fatto per valutazioni di carattere tecnico, lo ha fatto proprio esaminando il bilancio della società. Dico subito, immediatamente, che il centrosinistra, la Giunta di centrosinistra ha avuto un grande merito, quello di capitalizzare questa società. Questo lo dico, l'ho detto in tutte le sedi, è giusto riconoscerlo, in passato era quello che i Riformatori, così richiamo, se permettete, anche un minimo di storia del mio partito, avevano chiesto che venisse capitalizzata quella società perché non era stata capitalizzata, e quindi opportunamente è stata capitalizzata. Il problema è che bisogna capire cosa è successo dal momento della capitalizzazione fino ad oggi. Quello che è successo fino ad oggi, come dicevo, è stato riconosciuto dallo stesso management della società, che ha dichiarato che ciò che era storto è rimasto storto, ed è rimasto storto in merito all'inadeguatezza della scelte amministrative, in merito alla gestione del ciclo attivo con riferimento ai settori del recupero dei crediti, reclami della qualità, degli approvvigionamenti, e non è risultata incisiva e risolutiva l'azione di interruzione della prescrizione dei crediti vantati da Abbanoa nei confronti dell'utenza. Questo è un tema che abbiamo affrontato, che la stessa società ha affrontato, e credo che sia consapevole, cosciente, così come ha riconosciuto lo stesso amministratore. Le sanzioni amministrative erogate dall'Autorità garante per la concorrenza e il mercato ad Abbanoa, per pratiche commerciali aggressive nei confronti dell'utenza, anche in questo caso l'inadeguatezza della struttura organizzativa hanno portato a quelle sanzioni amministrative. E poi cosa dire del sistema informativo di gestione? Nel mese di gennaio è stato dichiarato che era di grande efficienza e invece poi abbiamo scoperto che è stato spento nell'immediatezza della sua accensione. Dopodiché dovrei parlare delle spese per gli investimenti, delle problematiche connesse all'avanzamento delle spese per investimenti, qua vi posso fare a questo proposito solo tre esempi per non tediarvi, ma per dare il senso di ciò che è accaduto e ciò che accade. Piano regionale delle infrastrutture, la delibera della Giunta regionale del 2015 numero 22/1, è stato elaborato un piano di 40 interventi strategici per un totale di 95 milioni di investimenti, di cui Abbanoa riveste il ruolo di soggetto attuatore e realizzatore. Al 19 luglio 2019 è stato erogato dall'Assessorato dei lavori pubblici un importo pari al 39 per cento del complessivo, il 39 per cento del complessivo. Delibera CIPE numero 79 del 2012, è previsto un finanziamento di 64 interventi, poi modulata a 63 per 33 milioni di investimento. Sapete qual è la percentuale della spesa per gli investimenti? La percentuale della spesa è pari al 2 per cento delle somme disponibili. Per quanto riguarda la delibera CIPE numero 27 del 2015, su 76 milioni di investimenti che dovrebbe realizzare, in questo caso siamo presenti, abbiamo una spendita delle risorse pari a 8 milioni, cioè una spesa pari circa al 14 per cento. Per poi non dimenticare le perdite della rete idrica, che non è che sia molto migliorata, anzi, diciamo che per certi versi è rimasta costante, abbiamo circa di media il 57 per cento, e quindi mi sembra che i dati, anche da questo punto di vista, oltre ad arrivare punte dell'87 per cento per la città di Bosa e per altri comuni dell'isola, quindi mi pare che i dati e le criticità fotografano la situazione attuale. Brevemente, solo portare un'altra informazione, la Regione all'atto di nomina dimagrisce fino al 20 per cento delle quote, cioè la Regione non detiene il 70 per cento delle quote, ma quando deve nominare i nuovi amministratori dimagrisce fino al 20 per cento, e qua poco c'entra il referendum del 2012 perché per quanto riguarda la possibilità di nominare un consiglio d'amministrazione, che in questo caso i comuni, non solo socio Regione, hanno considerato più confacente alle attuali difficoltà della società la necessità di riorganizzarla, è previsto nello statuto della società e quindi non dipendeva e non dipende dal referendum del 2012. Detto questo, stiamo parlando semplicemente di cessione delle quote, voglio sottolineare un'ultimissima cosa, e cioè che la lettera b), quando modifichiamo nella misura massima del 20 per cento è proprio per evitare, perché è stato richiamato il pericolo eventualmente di una possibile sanzione alla Regione Sardegna, fino al 20 per cento noi diciamo che possiamo dimagrire fino a zero addirittura, e quindi possiamo anche cedere, la Regione può cedere tutte le quote azionarie ai comuni. C'è da dire che quest'Aula, questo Consiglio dovrà ragionare se Abbanoa deve andare in mano ai comuni, mettendoli in gravi difficoltà, come voi ben sapete, perché a fronte di due, tre, quattro comuni che sono strutturati la maggior parte non sono assolutamente in grado di gestire una società come Abbanoa, oppure se ragionare proprio in termini di insularità, di prerogative della Regione Sardegna, di specialità per ragionare su una società che mi rendo conto aprirebbe un contenzioso nei confronti dello Stato e forse, anzi certamente, anche dell'Europa, ma forse ragionare in termini di società in house non sarebbe sbagliato proprio per mantenere forte in mano pubblica l'acqua che è di tutti i cittadini.

PRESIDENT. Dichiaro chiusa la discussione generale.

Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli.

Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Non condivido le parole dell'Assessore, lo dico subito in premessa. Assessore, quando c'era il CdA lei era Assessore, giusto?... Perfetto! Corrisponde al vero in base ai numeri che nel corso della vostra gestione quel CdA faceva sei ingiunzioni di pagamento all'anno? Corrisponde al vero che a fronte di sei ingiunzioni di pagamento salirono i crediti di Abbanoa nei confronti di debitori perché non veniva fatta pagare l'acqua per 100 milioni di euro? Vedremo i bilanci, non ci son problemi. Ora le nuove ingiunzioni sono automatiche…

FRONGIA ROBERTO, Assessore dei lavori pubblici. Quelli passati.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti)… è il passato, che però pesa ancora oggi per quei 100 milioni di euro… ora le ingiunzioni sono automatiche solo che, ovviamente, col lavoro dei comuni vanno fatto insieme a noi un accordo con Abbanoa per non far arrivare ingiunzioni di pagamento in particolar modo a quella fetta di popolazione che vive nelle case popolari o è in difficoltà economica, quindi l'ingiunzione arriva solo per una soglia superiore ai mille euro; sono migliaia le ingiunzioni di pagamento ma partono solo per importi di questo valore. Sì, è vero, la società ovviamente opera in base al diritto societario e al Codice civile. L'attuale Amministratore delegato in uno scontro che c'è stato, che ha visto anche me protagonista nei confronti dell'ex Presidente della Regione, perché ad alcuni di noi, sempre nell'ottica che raccontava prima il collega Lai, venne chiesto che alla fin fine sarebbe stato sufficiente metterci d'accordo Regione, Comune di Cagliari e Comune di Sassari per decidere, in barba a tutti gli altri Comuni, chi nominare come amministratore delegato; uno era un amministratore scelto con procedure, quelle di evidenza pubblica, con la ricerca sul mercato di personale di questo tipo tramite dei cacciatori di teste di uno che dichiarava che voleva privatizzare l'acqua, quindi l'avevo escluso a priori, un altro veniva da chissà dove e non aveva mai dichiarato quale fosse il suo progetto di sviluppo della società Abbanoa, l'altro era una persona conosciuta, l'attuale Amministratore delegato, Abramo Garau, Amministratore unico, che prese i voti di 163 sindaci contro 15, ed è inutile sistematicamente far preoccupare i comuni con le altre affermazioni da lei fatte, cioè sulla disorganizzazione della società, ma soprattutto la spesa in capo ai Comuni, perché è materia già affrontata, è già affrontate in sede anche dell'Unione europea, dove da un lato si può trasferire la quota societaria della Regione con una percentuale simbolica, cioè a cifra simbolica di un euro, e qual è il Comune che non può permettersi di pagare le quote ad un euro?...

PRESIDENTE. Dichiari il voto, onorevole Zedda.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Il mio voto è contrario… trasferire le risorse ai comuni, come già è stato fatto, e in base a quelle risorse i Comuni possano godere di quegli euro per pagare le quote azionarie e quindi far alzare il proprio capitale all'interno della compagine azionaria. Le perdite si sono ridotte, erano superiori negli anni passati, e ricordo anche che su questi aspetti suggerirei di approfondire la materia e di non seminare la preoccupazione tra i comuni perché non saranno tutti i comuni della Sardegna a gestire, ovviamente, verrà indicato un amministratore senza il CdA, non sarà un sindaco ad amministrare, un sindaco di un piccolissimo comune, ma semplicemente saranno chiamati alla responsabilità, l'obbligo e anche però finalmente la possibilità di esprimersi sulla società dei comuni. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Franco Satta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SATTA GIAN FRANCO (Progressisti). Grazie, Presidente, dichiaro innanzitutto il mio voto, che è contrario al passaggio degli articoli. Io mi aspettavo da questo Consiglio, che in campagna elettorale ha più volte dichiarato il rispetto di quella che è la volontà popolare, in questo caso c'è stato un referendum nel 2012 in cui gli elettori si sono espressi in maniera chiara, la volontà di quegli elettori è l'acqua pubblica e io rispetto a quello che è il voto degli elettori, anche quando in qualche occasione prende una cantonata portandovi al Governo di questa Sardegna, rispetto io il voto degli elettori. Io da lei, Assessore, mi aspettavo un intervento che andava nella direzione di restituire le quote ai Comuni, lei ha parlato erroneamente di una ricapitalizzazione, e non si è trattato di una ricapitalizzazione, sono state risorse che la Regione ha distribuito ai Comuni per l'aumento del capitale sociale, che è cosa ben diversa. Qua non si tratta di migliorare il servizio all'utenza, qua stiamo parlando della sostituzione di un amministratore unico, con tutti magari anche i limiti, insomma, è, come dire, anche il risultato di una gestione che io posso anche non condividere, io l'ho votato da Sindaco, quindi… nel momento in cui abbiamo eletto l'attuale Amministratore, perché rimane in carica, presumo, per quello che conosco il Codice societario, sinché non viene nominato il nuovo consiglio d'amministrazione, quindi anche in virtù diciamo di dimissioni una società non può rimanere senza guida, e questo è nel Codice societario, quindi è bene che lei sì ponga come situazione che sarà per le prossime settimane, magari per i prossimi mesi, anche la possibilità che comunque quell'attuale amministratore rimanga in carica e continui probabilmente a governare questa società.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Eugenio Lai per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LAI EUGENIO (LEU). Grazie, Presidente. Neanche a me ha convinto la risposta dell'Assessore, devo dire la verità, e non mi ha convinto tantomeno il silenzio del suo Gruppo all'interno di questo Consiglio regionale. Io credo che anche in questo caso ci siano i riformatori di lotta, che erano quelli che hanno proposto il referendum nel 2012 per l'abolizione di tutti i CdA, e ci siano i Riformatori di Governo invece che ripristinano naturalmente i CdA negli enti e addirittura a assumono anche incarichi apicali all'interno delle province, però credo che sia, anche in questo caso, così come in altre norme che ci siamo trovati a discutere, non sia una proposta voluta dai Riformatori, io credo che questa sia una proposta che l'Assessore si trova a difendere all'interno di quest'Aula ma ha un nome e cognome, che chiede di approvare questa leggina, che è il Governatore di quest'Isola, che ha una visione non sicuramente conforme a quella del referendum del 2012, ricordo ancora quando addirittura l'Assessore dello stesso Partito del Presidente ha detto: "Si berranno un bel bicchiere di vino per digerire la riforma delle province", e però, Assessore, la questione che voglio porle è questa. Ora lei ha impostato il suo ragionamento dicendo: "Si ridarà forza ai Comuni, i Comuni saranno di nuovo al centro", io la domanda che voglio porle è questa; come fanno i Comuni a decidere chi sarà l'amministratore, chi farà parte del nuovo CdA, se da soli, il Comune di Cagliari e la Regione Sardegna, quindi lei è il Sindaco Truzzu, possono decidere tranquillamente di votare in blocco una proposta di un Presidente di un CdA? D'altronde è quello che è già successo, non fosse altro per la richiesta di dimissioni all'Amministratore unico Abramo Garau. Quindi, chi è che assicura a questo Consiglio, chi è che assicura i comuni che lei è il Sindaco Truzzu non interverranno nelle scelte del Presidente del CdA? Io sono sicuro che sarà una questione tutta interna alla maggioranza, con lo spoils system, come spesso accade, però almeno non propinateci la storia e la situazione che saranno i Comuni partecipi di tutto questo grandissimo cambiamento. Io piuttosto che cambiamento continuo a ribadire il fatto che stiamo tornando indietro di almeno vent'anni, l'ha detto prima bene l'onorevole Zedda, lei era Assessore quando c'erano CdA all'interno di Abbanoa, è Assessore adesso quando li…

PRESIDENTE. Onorevole Lai, il tempo a sua disposizione è terminato.

LAI EUGENIO (LEU). Naturalmente il mio voto è contrario.

PRESIDENTE. Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli con voto elettronico.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del passaggio all'esame degli articoli.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 5. All'articolo 5 è stato presentato un emendamento. Ho posto l'articolo 5 perché tutto il resto è stralciato, quindi solo l'articolo 5.

Per esprimere il parere sull'emendamento numero 1 ha facoltà di parlare il consigliere Dario Giagoni, relatore.

GIAGONI DARIO (LEGA), relatore. Grazie signor Presidente, il parere è contrario.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dei lavori pubblici.

FRONGIA ROBERTO, Assessore tecnico dei lavori pubblici. Il parere della Giunta è conforme a quello della Commissione.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Grazie Presidente. Ho ascoltato nuovamente le parole dell'Assessore e sono sempre meno convinto. Lei, Assessore, ha parlato di disorganizzazione della società, che non dimostra efficienza, che non segue il piano industriale presentato, che non corrispondono alla veridicità dei fatti di quel che sta accadendo. Abbanoa beneficia di risorse importanti nel recentissimo passato e per 600 milioni di euro ha progetti di investimento, 23 di progettazione. La verità è che questo quello che fa gola! La verità è che questo è quello che fa gola ed era impossibile e sarebbe stato impossibile valutare, a fronte dell'erogazione di queste risorse ad Abbanoa e questa disponibilità nel tempo breve, perché è una progettazione complessa, la possibilità di vedere immediatamente soluzione ad alcune annose vicende che ci trasciniamo dagli anni Ottanta, riguardo la gestione e la situazione dell'acqua in Sardegna. Pensi che per la prima volta nel 2011, non c'era l'attuale amministratore delegato, erano altri i soggetti, governavate voi a livello regionale, per la prima volta con la società, nel corso del 2011, in base ai progetti del Comune, facciamo un accordo per cui per la prima volta si pose la questione dell'intervento laddove il Comune avrebbe realizzato nuova pavimentazione di sospensione dei lavori per sostituzione dei sottoservizi e ripristino del manto stradale o della pavimentazione, come nel caso di molti nostri centri storici, cioè con granito o altra pietra locale - locale, perché quando siete intervenuti voi il granito veniva dalla Cina, quando siamo intervenuti noi il granito viene dall'interno della Sardegna, tant'è vero che quello che avete posizionato voi si spacca, il granito che abbiamo posizionato noi non si rompe perché ha una tenuta, una concentrazione di pietra, di densità, molto più forte, più resistente rispetto a quello cinese, tant'è vero che viene pagato di più proprio per questo motivo il nostro granito, non perché abbia una colorazione particolare - e intervenimmo perché il maggior costo di Abbanoa era dato dagli interventi sui sottoservizi per l'eliminazione del manto stradale, l'intervento successivo per la posa delle tubazioni e l'intervento successivo a questo per il ripristino del manto stradale. Intervenendo noi come Comune abbiamo dimezzato i costi e anche i costi successivi perché la maggior parte delle buche che si vedono in strada sono date dall'opera dell'acqua che scava sotto e poi fa collassare il manto stradale. Per la prima volta, e siamo intervenuti tanto da aver abbattuto di alcuni punti percentuali, fino a 15 punti percentuali, perché nel 2011 le perdite in città erano del 75 per cento, le perdite nell'ambito delle azioni successive sono arrivate al 60-55 per cento. Io mi sarei aspettato per la prima volta parlando di Abbanoa in Aula il tema che a Sassari non si può bere l'acqua corrente dal rubinetto perché l'acqua non è potabile, come nei Paesi del terzo mondo, così in tante altre realtà, cioè mi sarei posto come primo obiettivo non il consiglio d'amministrazione e la moltiplicazione delle poltrone utili, ma una discussione sulle strategie di sviluppo di una società che governa l'acqua in Sardegna, che è il punto avanzato di possibili politiche future nell'ambito dell'ambiente, la riqualificazione ambientale e anche dal punto di vista del riuso, riutilizzo, in relazione anche a ingenti risorse europee nell'ambito della prossima programmazione proprio sui temi dell'economia verde. Come arriva l'acqua nelle nostre case? Spendendo risorse economiche con energia elettrica che deve consentire a quell'acqua di arrivare. Non arriva per caduta, non è che arriva dal Gennargentu nelle nostre abitazioni. Mi sarei aspettato un piano di sviluppo in quella direzione, mi sarei aspettato un piano di manutenzione, messa in sicurezza e collaudo delle dighe non ancora collaudate. Mi sarei aspettato un annuncio, non nei fatti, nessuno si aspetta che in un anno si possa intervenire su un piano di investimenti di questo tipo, ma perlomeno due parole su quella che è la risorsa fondamentale acqua, che riguarda tutte e tutti, e idee e progetti che voi volete mettere a correre negli anni a venire. Questo mi sarei aspettato: riutilizzo, recupero, riuso anche nell'ambito della possibilità di irrigare. Quali sono i dati? Noi usiamo acqua potabile per l'industria, e quanto pesa? Il 3 per cento del totale. Usiamo l'acqua potabile per l'agro, e quanto pesa?

(Interruzioni)

Guardi, tanto non serve a niente, Assessore, lasci perdere. Non ha alcun senso, è una perdita di tempo chiedere attenzione.

PRESIDENTE. Concluda onorevole.

MULA FRANCESCO (PSd'Az). Ti ascolto!

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Mi stai ascoltando, ma se non chiamo te in causa con nome e cognome perché ogni volta ti senti coinvolto direttamente? Così, per solidarietà con gli altri che non ascoltano. Va bene.

Ho chiuso, Presidente. Il 30 per cento è abitazione, il 70 per cento è agro. Io mi sarei aspettato almeno due parole nella direzione dello sviluppo futuro di una delle più importanti società che abbiamo in Sardegna, non un grande ragionamento sui consigli di amministrazione, che oggettivamente non mi appassionano e non appassionano nessuno al di fuori di questo palazzo.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Gianfranco Ganau. Ne ha facoltà.

GANAU GIANFRANCO (PD). Presidente, ma l'articolo è il succo della legge quindi parliamo di questo. Quello che stiamo rinviando è un obbligo di legge, che è certificato e dichiarato all'ANAC, la Regione detiene illecitamente il 70-80 per cento delle azioni e queste devono essere trasferite ai Comuni. Quindi è una proroga necessitata dal fatto che arriviamo in ritardo su una scadenza che è già in essere, che dovrebbe essere già stata messa in campo. Io spero che questo passaggio si faccia il più rapidamente possibile. Non entro nel merito del passaggio da amministratore unico a cda, anche se devo considerare un po' ingiuste le parole dell'Assessore nei confronti di chi ha governato e ha cercato di governare il sistema idrico regionale, anche in funzione dei grandissimi passaggi che sono stati fatti, io li ho vissuti dall'origine, perché allora ero Sindaco, e ho vissuto tutte le difficoltà di Abbanoa in termini di possibilità anche di avere introiti, di fatturare, perché mancavano gli elenchi che i Comuni non trasferivano, di disorganizzazione totale della struttura, di necessità di unificare i sistemi, di scegliere quali erano le priorità, di decidere quali fossero gli interventi da finanziare e da mantenere in campo. E anche sulle cifre che lei ha dato, Assessore, mi permetta, ma non sono molto distanti dalla capacità di spendita che hanno gli enti locali o la Regione, purtroppo queste sono legate ai meccanismi degli appalti che conosciamo tutti, che rendono difficile una spendita in percentuali maggiori come tutti noi auspicheremmo, e quindi anche quello è un tema su cui dovremmo fare una riflessione comune qua in Consiglio. Quindi io credo che il tema sia quello delle prospettive che noi diamo alla società Abbanoa, in termini di gestione del sistema idrico integrato regionale, e il ruolo che debbono avere i Comuni. Ecco, a questo proposito noi facciamo una proposta con un emendamento di cui anticipo la richiesta di votazione a scrutinio segreto, che parifica per la fase di transizione sino a che la Regione non consegnerà nelle mani dei Comuni tutte le azioni, parifica a una testa un voto la rappresentanza dei comuni all'interno dell'assemblea dei soci, questo per garantire una fase di transizione che veda paritariamente la compartecipazione di tutti i rappresentanti degli enti locali all'interno dell'Assemblea.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Eugenio Lai. Ne ha facoltà.

LAI EUGENIO (LEU). Quando prima ho citato l'ANAC non ho letto il parere che è pervenuto, e che probabilmente in pochi in quest'Aula prima della votazione conoscono, ossia l'ANAC quando 22 consiglieri della precedente maggioranza scrissero per rappresentare la situazione di anomalia che ho sottolineato in precedenza, ossia quella dove due soggetti, o tre soggetti possono e potevano e potranno decidere tutte le politiche di sviluppo, tutte le situazioni all'interno della società, in barba invece ai 360 soci circa, l'ANAC ci scrisse che la partecipazione azionaria regionale, peraltro in misura straordinariamente maggioritaria, rende l'azionariato dei Comuni sardi del tutto irrilevante in sede assembleare perciò che concerne il concreto esercizio del controllo analogo da parte degli stessi. Dall'analisi dei documenti e delle controdeduzioni prodotte in atti, l'autorità presieduta da Raffaele Cantone ritiene il sistema di gestione del servizio idrico integrato in Sardegna non in linea con la disciplina in materia di house providing, non potendosi postulare nel caso di specie il necessario requisito del controllo analogo, neppure in forma congiunta, difettando in capo alle Amministrazioni comunali significativi poteri in grado di influenzare in modo determinante gli obiettivi strategici e le decisioni rilevanti della società in house Abbanoa S.p.A.. Questo è il parere dell'ANAC, non è il parere dell'opposizione in Consiglio regionale, non è il parere di un consigliere regionale che vuole fare sterile polemica, ma è il parere dell'Autorità nazionale anticorruzione. Oggi con questo articolo di legge non fate altro che continuare ad andare a violare il parere dell'ANAC e le relative situazioni che sono già state sottolineate. E' naturale che continueremo a denunciare questa situazione, io credo e lo dico a tutta l'opposizione che sia indispensabile riproporre un quesito all'ANAC sulla situazione che stiamo vivendo, ancor più se il parere dell'Assessore all'emendamento che è stato prodotto è negativo, è significativo questo parere, Assessore, perché sottolinea il fatto di come la Regione voglia decidere quali sono i vertici di Abbanoa, sottolinea il fatto che la Regione insieme all'alleato Sindaco di Cagliari vuole nominare il prossimo Cda, vuole nominare il prossimo amministratore, probabilmente avete ancora qualche posizione da occupare. Io credo che siete ancora in tempo per ripensarci, siete ancora in tempo per porre i Comuni realmente al centro dell'azione politica e dell'azione programmatoria di Abbanoa, siete ancora in tempo per non assumervi l'onere di riportare Abbanoa all'indietro di almeno di almeno vent'anni. E credo che allo stesso tempo il modo in cui voi vi approcciate ai problemi è totalmente sbagliato, perché ogni qualvolta non si guarda il problema a 360 gradi, non si prova ad affrontare il tema dell'acqua provando a fare una riforma complessiva del sistema dell'acqua pubblica magari che interessi ENAS, magari che interessi Abbanoa, magari che interessi tutti gli attori partecipi della vita dell'acqua pubblica, invece prendete una parte del problema, provate a darle una vostra interpretazione, credete che riportare indietro Abbanoa e magari nominare qualche Sindaco amico, o qualche sindaco vicino all'interno dello stesso CdA possa risolvere la questione. Assessore, lei continua a dirmi di no, però lei ancora oggi non mi ha detto se si asterrà durante la votazione per esempio del nuovo amministratore del nuovo Cda, per fare in modo che siano i comuni a scegliere le persone che dovranno incardinare la politica di Abbanoa. Il fatto è che non me lo dirà perché avete già in mente chi sarà il prossimo amministratore, capisco, e lo ripeto ancora, l'imbarazzo anche dei colleghi dei Riformatori che non sono ancora intervenuti sul tema, perché le loro posizioni nel 2012 erano totalmente contrarie a quelle che stiamo vedendo oggi in quest'Aula con l'approvazione di questa legge. Ci riportate indietro, non è una novità, l'abbiamo visto in altre normative precedenti, lo stiamo vedendo in questa normativa, lo vedremo dopo andando ad analizzare la situazione dei chioschetti nei litorali.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Gian Franco Satta. Ne ha facoltà.

SATTA GIAN FRANCO (Progressisti). Grazie Presidente, vede Assessore, io ho sempre apprezzato dall'esterno le battaglie che lei ha condotto insieme al suo partito, i Riformatori, sul CdA così come sul sistema di governo della cosa pubblica, ne ha fatto una questione quasi di principio in Sardegna e ha probabilmente ottenuto anche il consenso che è stato, come dire, costante nel corso di queste legislature con l'espressione anche di persone di governo come lei che ha svolto l'assessore credo in due legislature, se non sbaglio, quindi quella del 2009 forse 2010 e questa che è la sedicesima legislatura. Bene, allora io sono fermamente convinto che quando ci si presenta agli elettori con un programma chiaro, che quello che voi avete costantemente presentato, anche da posizioni differenti opposte rispetto alla mia idea, alla lunga quelle posizioni secondo me devono essere mantenute anche in un'esperienza di Governo. Quindi io da lei mi sarei aspettato invece che chiedere commissariamenti al Governo per l'ANAS, oggi sta di fatto commissariando Abbanoa, lo sta facendo! Lo sta facendo in totale dispregio di quella che è l'autonomia dei comuni, perché con questa legge, mi riferisco anche naturalmente a quelli dell'Aula che non sono interessati a questo argomento, che la società è governata dai comuni, glielo ricordava il Consigliere Lai, c'è una comunicazione da parte dell'ANAC, che a suo tempo e mi ricordo bene anche io, gli chiedeva di cedere quelle quote ai Comuni. Quindi la Regione avrebbe dovuto cederne nel tempo potestà di governo ai comuni, non l'ha fatta neanche la precedente amministrazione benché in qualche occasione comunque aveva dichiarato la volontà, così come per l'elezione dell'amministratore attuale, è nata così l'elezione dell'amministratore attuale è nata nella condivisione con gli enti locali, con i Comuni. Le ricordo, ma lei conosce bene la storia, che i comuni allora si misero contro alla indicazione del suo predecessore e dell'allora Presidente della Regione eleggendo l'attuale amministratore unico. Allora noi oggi stiamo trattando questa legge senza chiedere il parere all'organo che è deputato per legge, e anche qua un richiamo al Presidente, che oggi si vorrebbe approvare una legge in assenza del parere del Consiglio delle Autonomie locali. Presidente, solo per il cognome io la rispetto, presidente Satta, solo per il cognome io la rispetto sempre e mi auguro che continui a condurre questa Assemblea così come sta facendo con merito, in assenza del Presidente emerito che è a Bruxelles, che è a Bruxelles e si permette anche di sorridere in una condizione del genere in Sardegna, io me ne sarei guardato bene. Detto questo, Presidente, per richiamare la sua attenzione sul fatto che questa legge è approdata in Consiglio in assenza del parere del Consiglio delle autonomie locali. Quindi diffido questa Assemblea, in quanto io sono anche componente, a continuare nell'attività di, magari, anche di approvazione di questa legge in assenza di un parere che è fondamentale e che la legge impone, non lo dico io, la legge impone il parere del Consiglio delle autonomie locali quando riguarda materie di sua pertinenza. In questo caso non mi si venga a dire che i comuni non hanno competenze nella gestione della società perché è cosa veramente ridicola.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (LEU). Rinuncio.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Grazie Presidente, sono stati toccati tanti temi dai colleghi, alcuni mi fa piacere sottolinearli in questo intervento, sull'unico articolo, un articolo che avrebbe meritato di ricevere il parere dei Comuni e avrebbe anche necessitato di quel parere previsto ai sensi della legge. Come ai bambini si direbbe: non fa a lasciarvi soli. È stato sufficiente iniziare due settimane fa una protesta giusta, per portare avanti una rivendicazione giusta, che è quella di una maggior serietà nella trattazione dei temi della continuità territoriale aerea per far sì che in quei giorni di confusione legata all'occupazione delle Commissioni e di diserzione dei lavori di Commissione proprio in segno di protesta per il modo in cui questa maggioranza e questa Giunta regionale hanno trattato il tema della continuità territoriale aerea, per consentirvi di approvare un testo in barba alle norme. Perché su una società che è di proprietà dei comuni non è solo garbo istituzionale richiedere il parere del CAL, tra l'altro in quest'aula ci sono molti colleghi che hanno fatto parte di quell'organismo, a parti invertite appena qualche anno fa, avrebbero probabilmente sollevato gli scudi. Io sono andato a vedere cos'era successo nella scorsa legislatura; io nella scorsa legislatura ho ricoperto il ruolo di Presidente della prima Commissione, il CAL veniva convocato su leggi di questo tipo non solo gli veniva trasmesso il testo approvato dalla Commissione, ma era prassi consolidata fare un'audizione di ANCI e il CAL ogni volta che si trattavano argomenti di loro competenza. Lo si faceva anche per evitare i problemi, perché ovviamente acquisire un parere agli atti della Commissione riduce poi molto il pericolo, comunque il problema legato alle dichiarazioni mezz'ora dopo l'approvazione della legge che sicuramente ci saranno in ogni caso proprio perché già non essere stati consultati è di per sé un problema, in questo caso appunto vizia anche il procedimento legislativo. Per cui diciamo qualora prossimamente la nostra minoranza dovesse decidere, e non è escluso che lo faccia visto il clima che si sta creando su più decisioni, di, diciamo, portare avanti altre proteste similari, faremo in modo che almeno un componente segua i lavori e vi impedisca di commettere illegittimità, che non si ripercuotono su di voi ma si ripercuotono appunto sulla dignità che questo Consiglio dovrebbe poter avere nel legiferare seguendo le leggi attualmente in vigore, cosa che in questa seduta, in questa giornata per almeno due volte non è accaduto. L'altro tema è quello dei consigli di amministrazione, è stato già discusso a mezzo stampa, non è ancora arrivato in Aula il tema, e spero che arrivi il più tardi possibile, perché insomma stiamo per andare incontro a un'impugnazione certa, e lo sapete anche voi, perché tra dieci giorni, quindici giorni verrà impugnata la norma che ci tenne qua lontani dalle nostre famiglie a pochi giorni da Natale. La norma sui CDA va incontro alla stessa fine. Nel caso di Abbanoa, però, non si tratta di una norma, a monte non c'è una norma, a monte c'è una decisione della società. Tutte le questioni che però attengono alla finanza pubblica fanno capo e fanno riferimento a norme dello Stato mai abrogate che sono ancora valide. Io non sono un sostenitore a spada tratta del taglio di ogni spazio di gestione politica, non lo sono mai stato, sono sostenitore della lotta agli sprechi. Ricordo poi che in quegli anni ci si mise d'accordo trasversalmente tra tutte le forze politiche, e io sono un sostenitore dell'evitare di rimettere ogni volta in gioco le decisioni già prese all'unanimità. Quando la politica si mette d'accordo, trova una sintesi elevata, a volte è dettata anche dall'opinione pubblica del momento, dal sentimento del popolo di quella fase politica, e ribaltare tutto e riniziare da zero dopo cinque o sei anni non porta fortuna e non aiuta nessuno. Lo abbiamo fatto con le province, perché io invito tutti i colleghi a vedere i verbali anche delle sedute delle Commissioni all'inizio della scorsa legislatura, non c'era uno né tra i consiglieri regionali né tra i sindaci a difendere quell'istituto. A distanza di pochi anni, sembra quasi che una mano cinica e bara abbia cancellato la democrazia, mentre tutto il popolo fuori dal Palazzo invocava affinché quegli istituti rimanessero. La stessa cosa vale per questo tema, nel 2012 eravamo tutti d'accordo, fuori dal Palazzo e dentro il Palazzo, rimettere in discussione tutto crea i presupposti perché tutte le decisioni future non valgono niente…

PRESIDENTE. Comunico che è rientrato dal congedo l'onorevole Giovanni Satta.

Metto in votazione l'articolo 5. Votazione elettronica.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 5.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Ha domandato di parlare il consigliere Gianfranco Ganau. Ne ha facoltà.

GANAU GIANFRANCO (PD). Chiedo la votazione a scrutinio segreto dell'emendamento, grazie.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 1.

Votazione a scrutinio segreto

PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 1.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione l'articolo 6, l'entrata in vigore. Dichiaro aperta la votazione.

Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Per dichiarare il voto contrario in relazione anche all'andamento del dibattito, perché la volontà è quella di andare, rispetto all'approvazione del testo della legge sono avvenuti fatti nuovi, e cioè la presentazione di una serie di testi che incideranno anche su Abbanoa per quanto riguarda la costituzione di una serie di consigli di amministrazione in tanti enti, compreso Abbanoa. Assessore, lei sembra, in questo caso, e con lei anche il suo Gruppo che sta votando nella stessa direzione, come in quel racconto di Trilussa, del gatto che vede un altro suo compagno gatto preparare un pollo, ed essendo affamato gli chiede se quel pollo potesse essere diviso in due, "una parte a me e una parte a te", e l'altro, che stava preparando il pollo e aveva nella disponibilità il pollo dice: "No, io non divido niente con nessuno, so socialista quando sto a digiuno, ma quando magno so conservatore". Quando siete all'opposizione, proponete referendum per la cancellazione dei posti, quando all'occorrenza c'è la possibilità di sistemare gente nel consiglio d'amministrazione allora a quel punto si cambia la strada. Non funziona così, non è bello per voi innanzitutto e per la vostra storia politica. Io invito a non andare avanti e prendere una pausa di riflessione, si fa nelle relazioni, si può fare anche in politica, per non commettere un errore innanzitutto per voi, avendo connotato un pezzo della vostra storia nella direzione dell'eliminazione degli sprechi e dei costi inutili, perché poi sono gli ultimi atti o le azioni successive che qualificano anche quelle precedenti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Il voto sarà contrario.

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Agus.

Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Mi scusi, onorevole Agus, ma avevo chiesto, prima che parlasse l'onorevole Zedda, di intervenire sull'ordine dei lavori. Presidente, la Conferenza dei Capigruppo aveva preso determinati accordi e gli accordi erano che, considerata l'urgenza di approvare tempestivamente l'ordine del giorno su Air Italy, oltre quello sulle entrate, si sarebbe anticipata l'approvazione di quell'ordine del giorno e poi si sarebbe garantita speditezza nell'approvazione delle proposte di legge all'ordine del giorno. Siccome mi pare che da parte dei colleghi si stia andando oltre l'espressione di legittime, ci mancherebbe altro, posizioni politiche, io vorrei chiedere se gli accordi assunti in Conferenza dei Capigruppo sono ancora validi, perché se non fossero più validi, allora bisogna che ce lo diciamo sapendo che però si mina l'affidamento reciproco, e questa è una cosa che non va bene in generale in termini di rapporti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Trenta secondi sull'ordine dei lavori, a questo punto. Non sono stati presentati altri emendamenti a questo testo, per cui stiamo discutendo semplicemente, in discussione generale, l'unico emendamento presentato, che tra l'altro essendo stato bocciato a scrutinio segreto non ha avuto necessità di discussione, ed è la prima volta che l'Aula ha l'occasione di discutere su una società partecipata, che più volte invece è stata oggetto di discussione a mezzo stampa, per cui ci sta che si utilizzi un po' di tempo, tre quarti d'ora, un'ora di discussione, che più o meno è quella che è stata richiesta, per approfondire il tema e lasciare agli atti alcune tematiche, anche perché poi, Presidente, lasciando agli atti quello che pensiamo oggi tutti noi, abbiamo più difficoltà domani a dire esattamente il contrario di quello che abbiamo detto oggi, quindi l'azione di opposizione richiede anche di questi passaggi. Poi son convinto che molti colleghi leggendo i resoconti di appena qualche anno fa, diciamo i loro colleghi, i professionisti che potrebbero dare un'occhiata a quei resoconti avrebbero seri dubbi sul fatto che alcuni concetti siano stati esposti dalla stessa persona a distanza di anni, ma questo è un altro tema. Riguardo la legge che oggi invece ci accingiamo ad Esitare il voto sarà contrario, è per l'ennesima volta una legge che tiene conto e proroga leggi già esistenti, un atto dovuto che arriva in ritardo e arriva senza la dovuta istruttoria. Io vorrei che nel prossimo futuro il Consiglio sia messo nelle condizioni di legiferare avendo chiaro tutto; serve più collaborazione da parte della Giunta e servono atti trasmessi al Consiglio con precisione e con, oltre che il rispetto delle normative, anche con rispetto del ruolo del consigliere regionale. Ho visto gli ultimi testi di legge, gli ultimi DL trasmessi dalla Giunta, l'analisi tecnico normativa allegata ai Dl, in questo caso l'analisi non c'è perché si tratta semplicemente di una proposta di legge stralciata e quindi non rientra nella fattispecie che invece necessiterebbe di una analisi da parte degli uffici, i disegni di legge approvati dalla Giunta hanno una analisi tecnico normativa indegna di uno studente al secondo anno di giurisprudenza, E mi riferisco in particolar modo al testo sul Piano casa e a quello sul riordino della Presidenza, fatto in tutta fretta perché occorreva sanare una situazione che per quanto mi riguarda, e non riguarda solo me, rimane insanabile, perché il testo è pervenuto in ritardo rispetto alle delibere che fanno riferimento a quel testo. Però, parlo dell'analisi tecnico normativa, quella è stata inserita tra l'altro dopo un ampio dibattito in seno alla prima Commissione perché era necessario mettere in grado i legislatori di prendere decisioni avendo la certezza delle conseguenze delle azioni che sarebbero state compiute e delle dirette conseguenze delle leggi appena approvate. Il prossimo periodo il Consiglio non sarà messo in quella situazione, ed è bene che tutti lo sappiano.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Eugenio Lai . Ne ha facoltà.

LAI EUGENIO (LEU). Grazie, Presidente, anche io userò 30 dei secondi che mi sono concessi per dire qualcosa sulla questione della Conferenza dei Capigruppo, visto e considerato che c'ero io. Quando abbiamo affrontato il tema delle leggi, la Vicepresidente della Giunta ci ha chiesto l'impegno riguardante le due leggi dell'Assessore ai lavori pubblici, noi stiamo mantenendo gli impegni presi, tant'è che molti consiglieri non stanno neanche intervenendo, però pensare di ridurre l'opposizione solo ed esclusivamente una questione di passacarte, beh, non è credibile e non è neanche immaginabile, permetteteci almeno di fare il nostro ruolo, quindi adesso lo chiediamo a voi se gli impegni che ci avete chiesto in Conferenza dei Capigruppo sono rispettati, e quindi si tratterà solo di discutere le due norme relativamente all'Assessore ai lavori pubblici, o seppure si vuole pensare di contingentare i tempi su tutto e pensare di non aprire una discussione, magari stando in silenzio su tutti gli altri temi che abbiamo in discussione. Questo era sull'ordine dei lavori, Presidente, sulla dichiarazione di voto, naturalmente chiedo i minuti, il nostro voto sarà contrario, ma non è un voto contrario a prescindere, è un voto contrario motivato dalle discussioni che abbiamo fatto in precedenza e dalle argomentazioni che abbiamo portato in precedenza, ossia abbiamo provato a migliorare anche questo testo che ci avete proposto per dare peso ai comuni, per provare a mettere il Comune e le amministrazioni locali al centro delle politiche della società di Abbanoa; non lo avete accettato, perché probabilmente avete già un'idea abbastanza chiara su quella che sarà la situazione dei vertici della società, e naturalmente ci portate a votare in maniera contraria, consapevoli del fatto che anche l'ANAC va nella direzione di dare pieno sostegno alle posizioni che stiamo portando all'interno di questo Consiglio regionale. Noi vi chiediamo di aprire una discussione profonda sul sistema dell'acqua in Sardegna, di aprirla lasciando da parte le posizioni di potere e pensando solo ed esclusivamente alle questioni che interessano il sardi, ossia un buon servizio, l'acqua pubblica e i costi possibilmente con bollettazioni che arrivino in maniera sicura e certa piuttosto che chissà quando, con magari costi alle famiglie che sono improponibili.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Desirè Manca. Ne ha facoltà.

MANCA DESIRE' (M5S). Grazie, Presidente. Collega Cossa, lei lo sa quanto io la stimi, ma evidentemente le manca un passaggio della Capigruppo, perché è vero che noi avevamo stabilito nella prima Capigruppo, dove lei era presente, quanto ha dichiarato poco fa, ma nella seconda Capigruppo, dove era presente il suo collega, abbiamo deciso altro, e la decisione confermo essere quella elencata poi dal collega Eugenio Lai, per cui siamo rimasti d'accordo nell'ultima Capigruppo che avremmo assolutamente discusso e portato avanti i lavori della proposta di legge numero 83, parte prima e parte seconda, tutto il resto sarebbe stato traslato poi a martedì; questo è quello che è scaturito dalla Capigruppo. E proprio parlando di questo non abbiamo minimamente stabilito né tempistica e né il fatto che nessuno di noi potesse intervenire, e le posso assicurare che, insomma, non stiamo neanche intervenendo tanto; questo per correttezza proprio dei rapporti anche dei Capigruppo e delle Conferenze che vengono stabilite. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie a lei. Metto in votazione l'articolo 6.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 6.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Metto in votazione il testo complessivo della proposta di legge numero 83 parte I.

Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà. Ha tre minuti di tempo.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Sì anche meno, Presidente, perché ho parlato in precedenza. Poi se continuano, invece, stimolano molto, perchè questo gioco di voler sempre dire: "Ma è già aperta, è già chiusa", come dire, incentiva l'intervento, non lo disincentiva.

Il voto è contrario per le ragioni che ho espresso poc'anzi in relazione al fatto che realmente su una vicenda come quella dell'acqua in Sardegna, delle tante implicazioni, guardi io, Assessore, penso questo, ve lo trasferisco come suggerimento. Se si vuole intervenire con efficienza nei confronti delle cittadine e dei cittadini si devono valutare i comportamenti e le azioni reali quotidiane delle cittadine e dei cittadini. Ognuno di noi la mattina si alza e ha bisogno di un approvvigionamento energetico, quindi portate a soluzione le questioni dell'approvvigionamento energetico indubbiamente, del fabbisogno, del miglioramento delle condizioni di erogazione del servizio, indubbiamente si interviene a favore di tutta la popolazione. Successivamente si ha la necessità di avere un approvvigionamento idrico, la mattina ognuno di noi usa l'acqua per varie ragioni. Successivamente ancora con le prime azioni della mattina anche i più virtuosi producono dei rifiuti e poi dopo, anche coloro che son più sedentari, comunque si spostano. Queste un tempo erano le azioni quotidiane fondamentali, oggi probabilmente dovremmo inserire le infrastrutture tecnologiche. Avendo un approccio guardando la quotidianità e portando a soluzioni questioni come queste, si soddisfa il bisogno di erogazione di servizi migliori a tutta la popolazione residente, per tanti motivi, per cui siccome una di queste questioni è quella dell'acqua mi sarei aspettato un approccio, tra i primi suoi interventi su questo tema, non mortificante nella discussione solo su consigli d'amministrazione o questioni legati a percentuali da trasferire, numeri nell'ambito della compagine azionaria, perché a quel punto probabilmente sarebbe stata anche più interessante la discussione tra noi, il confronto. Questo lo suggerisco come metodo.

Il voto è contrario e vi ripeto: pensateci ancora se sospendere e fare un ulteriore valutazione, anche in relazione a quel che diceva prima il mio collega Satta, dell'assenza del parere del Consiglio delle autonomie locali proprio per quanto riguarda una società che nelle autonomie locali dovrebbe avere la sua compagine azionaria. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Alessandro Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS ALESSANDRO (M5S). Grazie Presidente. Per dichiarare il voto del Gruppo Movimento 5 Stelle che sarà, come lo è stato durante tutto il corso dell'analisi di questo procedimento, un voto di astensione. È una questione scivolosa quantomeno, una questione risalente sicuramente, di battaglie politiche che oggi sono state richiamate, battaglie politiche che sono state portate avanti da alcune forze politiche, disattese dalle stesse forze politiche, in cui noi ci inseriamo oggi e ci inseriamo in questa legislatura come prima rappresentanza del Movimento 5 Stelle nel Consiglio regionale della Sardegna. Non siamo sicuramente, l'abbiamo ampiamente dimostrato in quest'Aula, lo dimostreremo e anche sugli organi pubblici, sugli organi di stampa, non siamo per i CdA, che sarebbero la naturale conseguenza di questa proroga, anche probabilmente la finalità perché, comunque sia, questa è una nostra personale opinione. Molte perplessità anche genera il passaggio delle quote di Abbanoa ai Comuni. Abbanoa, così com'è, è un mostro pesantissimo del quale i Comuni probabilmente, per come è concepito questo passaggio, non riuscirebbero a farsi carico. Il nostro non è un volerci smarcare anche vigliaccamente dalla discussione. Vi entreremo, vi stiamo entrando e lo faremo a modo nostro una volta che le cose saranno più chiare e una volta che sarà manifestata una volontà politica che non sia semplicemente quella di mantenere l'organo in un limbo al fine di poter utilizzare al meglio, ed è stato detto ampiamente durante la seduta, il sistema dello spoil system a favore della Giunta regionale, ma quando venga in considerazione l'interesse dei cittadini ad avere un'acqua fruibile pubblica quanto più possibile giusta ed onesta anche nella riscossione dei canoni che per questa devono essere pagati.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gianfranco Satta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SATTA GIANFRANCO (Progressisti). Grazie Presidente, per dichiarare il mio voto convintamente contrario a questa proposta di legge e per ribadire il fatto che noi stiamo mettendo probabilmente in seria difficoltà la prima azienda pubblica della Regione Sardegna che tratta la gestione di un servizio pubblico. Vi ricordo che la riorganizzazione che quest'Aula, l'organo esecutivo della Regione Sardegna sta propinando oggi può assolutamente, a mio avviso, mettere a serio rischio quella che è la conduzione della stessa azienda, perché è possibile che in ragione delle nostre rimostranze rispetto al fatto che non vi è il parere del Consiglio delle Autonomie locali qualcuno possa, anche nell'interesse di ogni cittadino della nostra isola, inoltrare anche un ricorso rispetto anche a questo fatto che io ho segnalato a quest'Aula e che, a quanto pare, secondo la posizione della maggioranza consiliare, può anche non essere tenuto a debito conto. Io avrei certamente più interesse a parlare in quest'Aula di quelli che sono i problemi della gestione di una società. Lei ha fatto riferimento a interventi del POT del 2012. Le ricordo che probabilmente ci sono ancora in corso di esecuzione o devono addirittura ancora avere inizio lavori previsti nel POT del 2009, quindi è un problema, come dire, cronico di questa società che esternalizza tutto e tutti, compresa anche la consegna delle bollettazioni. Lei lo sa che ha esternalizzato a ditte esterne la consegna delle fatture, quindi al…

PRESIDENTE. Onorevole Satta, il tempo a sua disposizione è terminato.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della proposta di legge numero 83/A, parte prima.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stefano Tunis. Ne ha facoltà.

TUNIS STEFANO (MISTO). Cinque minuti di sospensione.

PRESIDENTE. Cinque minuti di sospensione, accolti.

(La seduta, sospesa alle ore 19 e 12, viene ripresa alle ore 19 e 22.)

Discussione della proposta di legge Giagoni - Mula - Sechi - Cocciu - Caredda - Salaris - Mura. Modifiche alla legge regionale n. 8 del 2018, alla legge regionale n. 35 del 2015, alla legge regionale n. 19 del 2006, alla legge

regionale n. 45 del 1989 e alla legge regionale n. 4 del 2015 (83/A parte II).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del progetto di legge numero 83, parte seconda.

Dichiaro aperta la discussione generale.

Ha facoltà di parlare il consigliere Dario Giagoni, relatore di maggioranza.

GIAGONI DARIO, relatore di maggioranza. Presidente, colleghe e colleghi onorevoli, signori della Giunta, la IV Commissione consiliare permanente nella seduta del 23 gennaio 2020 ha licenziato per l'Aula la proposta di legge numero 83, parte seconda, recante modifiche alle leggi regionali numero 45 del 1989, Norme per l'uso e la tutela del territorio regionale, e numero 8 del 2015, Norme per la semplificazione e riordino di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia e per il miglioramento del patrimonio edilizio, con il voto favorevole dei soli Consiglieri di maggioranza e l'assenza dei Consiglieri di minoranza decisa per motivi politici. La Commissione nella seduta del 17 dicembre 2019 ha audito l'Assessore regionale dell'urbanistica sulle parti di competenza della proposta di legge in parola, e segnatamente l'articolo 4 recante modifiche alla legge regionale numero 45 del 1989. La Commissione ha ritenuto di dover votare lo stralcio dell'articolo 4 in considerazione dell'esigenza di approvare in Aula celermente il testo. La proposta di legge numero 83 infatti contiene anche modifiche alla legge regionale numero 8 del 2018, alla legge regionale numero 35 del 2015, alla legge regionale numero 19 del 2006. La Commissione ha introdotto delle modifiche al testo del proponente, votando un emendamento sostitutivo totale presentato da tutti i consiglieri di maggioranza, previamente concordato con l'Assessore regionale all'Urbanistica. La norma si rende necessaria per consentire il mantenimento delle strutture di facile rimozione oltre la stagione balneare, che viene disciplinata di anno in anno attraverso un'ordinanza emanata dall'Assessorato regionale degli enti locali, finanza e Urbanistica. Si è ritenuto altresì doveroso intervenire per migliorare la norma quale naturale conseguenza all'estensione di 15 anni delle concessioni demaniali prevista dalla legge di bilancio numero 145 del 30 dicembre 2018, attuata con determinazione del direttore generale degli enti locali. La modifica alla legge regionale numero 45 dell'89, Norme per l'uso e la tutela del territorio regionale, salute, si rende necessaria per consentire modifiche agli strumenti urbanistici vigenti, riguardanti nello specifico la pianificazione dell'utilizzo del litorale, PUL, ancorché gli stessi strumenti urbanistici non siano state ancora adeguati al PPR. Inoltre a partire dall'approvazione della norma anche in assenza di PUL le strutture autorizzate con titolo concessorio demaniale permangono invariate per posizionamento, superficie, oggetto e utilità turistico-ricreative esercitate sino alla scadenza dello stesso. La Commissione ha inoltre deciso di introdurre anche una modifica alla numero 8 del 2015, Norme per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia e per il miglioramento del patrimonio edilizio. La norma approvata consentirà il posizionamento delle strutture di facile rimozione a servizio della balneazione per l'intero anno solare, al fine di favorire la destagionalizzazione della stagione turistica, a condizione che l'operatore programmi e comunichi entro il 31 ottobre di ciascun anno un minimo di dieci mesi di operatività su dieci mesi successivi. L'operatività così programmata potrà essere comunque ridotta in relazione alle previsioni meteo climatiche.

L'efficacia delle autorizzazioni edilizie e paesaggistiche relative a strutture di facile rimozione a servizio della balneazione avrà durata pari a quella della concessione demaniale e comunque fino al perdurare della relativa esigenza. Non si è ritenuto necessario chiedere il parere finanziario in quanto l'applicazione della norma non comporta maggiori oneri da parte della Regione. Io mi vorrei soffermare, ringraziando, mi dispiace che non ci sia qua in questo momento, il Presidente della Commissione, visto che prima non ho potuto riportare anche il ringraziamento per la parte prima della legge ai colleghi Riformatori i quali hanno dato, diciamo, il compito a me di presentare alla legge per quanto riguarda il discorso Abbanoa, ma voglio ringraziare anche per quanto riguarda questa legge che oggi stiamo presentando in Aula ed è stata licenziata dalla Commissione, grazie all'impegno di tutti quanti. Grazie all'impegno di tutta la maggioranza, di tutta la Commissione, ringrazio anche i colleghi della Lega in particolar modo l'onorevole Piras di Quartucciu, l'onorevole Ennas che sono stati attenti sul tema e ringrazio anche i balneari che sono qua ad ascoltare quello che stiamo portando avanti. Perché vi dico una cosa io personalmente ho lavorato, ho lavorato presso una società, un'attività che aveva un chiosco in area demaniale, ho lavorato per loro e comprendo quant'è la difficoltà per portare avanti un'azienda del genere, soprattutto per le varie spese, soprattutto per tutto il tempo necessario che ci vuole per dare un servizio alle spiagge e un servizio che poi i balneari danno alla Sardegna, danno ai turisti. Sono un comparto importante nel nostro territorio, sono tanti, danno lavoro, danno la possibilità a tante famiglie di portare un pezzo di pane a casa. E quindi come maggioranza, come Gruppo Lega, grazie anche alla Giunta per l'impegno e all'Assessore agli enti locali che siamo riusciti a predisporre e preparare una legge che finalmente garantirà una sicurezza e oltretutto non toccherà più il portafoglio di tanti balneari che purtroppo attualmente nello smontare dei chioschi a servizio della balneazione andavano quasi a incidere tantissimo sulle entrate che avvenivano nell'anno corrente dove lavoravano, grazie signor Presidente, grazie a tutti.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare la consigliera Maria Laura Orrù. Ne ha facoltà.

ORRÙ MARIA LAURA (Progressisti). Grazie Presidente, è particolare anche soggettivo trovarsi alle sette e mezzo a discutere un tema così importante e così delicato. Anche perché quando si interviene in quelle che sono le norme urbanistiche e quando si tratta un tema così complicato anche dal punto di vista normativo bisogna fare molta attenzione e probabilmente mettere sempre quell'attenzione che anche in Commissione è mancata e che purtroppo oggi porta in Aula un testo che, mi dispiace doverlo dire, perché capisco le difficoltà che le persone che quotidianamente lavorano e hanno un'attività sul lungomare, capisco la difficoltà ma far credere a queste persone che questa norma cambierà la loro vita è pericoloso. Pericoloso perché questa norma è stata scritta male, c'è tanto di giurisprudenza, e proverò a entrare in merito, sul fatto che questo non può essere considerato avvallabile certamente dalla Corte costituzionale e verrà sicuramente impugnato e probabilmente nel momento in cui verrà impugnato, nel momento in cui magari qualcuno si troverà il chiosco sotto recinzione, perché viene dichiarato abusivo, quel periodo potrebbe essere un periodo estivo e potrebbe essere un periodo in cui si lavora di più e potrebbe essere un periodo in cui quello che dovrebbe essere il momento di maggior guadagno rischia di diventare il buco nell'acqua. Perché dico questo? Perché noi non possiamo credere che con una norma ordinaria di carattere regionale si vada a scavalcare le norme di carattere sovraordinato quali il PPR, le norme europee, facendo credere, e lo ripeto, in maniera anche pericolosa alle persone che questo invece può essere fatto. Viene scritta una norma che parla di adozioni definitive del piano di utilizzo… l'articolo 20 bis chiede, si vuole inserire l'(i) bis scrivendo che aventi ad oggetto la pianificazione dell'utilizzo dei litorali PUL come definito dall'articolo 22 bis. Noi suggeriamo di sottolineare che venga adottata definitivamente il PUL, perché senza un'adozione del PUL quello che succederà è che quelle strutture verranno dichiarate abusive, perché devono comunque avere sempre tutte le autorizzazioni e le autorizzazioni devono esserci perché in caso contrario questo non potrà essere legittimato. Inoltre io vorrei chiarire alcune questioni: vengono introdotti i piani di utilizzo dei litorali e le loro varianti come atti di pianificazione che possono essere adottati anche senza l'adeguamento dello strumento urbanistico al PPR. Il riferimento all'oggetto territoriale del piano di utilizzo dei litorali potrebbe anche comportare la possibilità di ammettere ulteriori atti di pianificazione che hanno il medesimo ambito territoriale del PUL, magari anche individuati in maniera atipica ulteriori quindi rispetto al PUL e alle sue varianti. Se si vuole evitare questa possibilità io sostituirei, come l'emendamento che abbiamo presentato poco fa, appunto di inserire questa adozione definitiva del Piano. Inoltre è stata introdotta la possibilità che il PUL possa variare lo strumento urbanistico. Per evitare fraintendimenti avrei fatto salve le prescrizioni e le direttive del PPR come strumento sovraordinato, avrei inoltre precisato cosa si intende per strutture di facile rimozione, magari mutando la definizione della legge o comunque dando una specifica ben definita. Inoltre io sottolineerei questo, ma mi ci vorrei fermare un po' di più, più tardi perché non so quanto tempo ho per l'intervento, ma il comma 6, che inserite, esclude lo ius variandi dell'Amministrazione comunale, considerando prevalente l'interesse privato del concessionario senza la possibilità di alcuna ponderazione con l'interesse pubblico. Come anche è stato definito dalla giurisprudenza della Corte costituzionale, perché se si fosse letta un po' di giurisprudenza forse a quest'ora non avremmo fatto gli errori e non staremo scrivendo gli errori che si stanno scrivendo, ok? La possibilità di una limitazione, tramite legge regionale, dello ius variandi proprio, dello strumento urbanistico regionale, può essere giustificata solo a fronte di interessi generali che comunque devono passare il vaglio del giudizio di proporzionalità tra gli stessi e il principio di autonomia locale e di sussidiarietà verticale perché la legge non sia considerata incostituzionale.

PRESIDENTE. Onorevole, non voglio distrarla ma ha altri quattro minuti, se vuole. Voleva conoscere il tempo.

ORRÙ MARIA LAURA (Progressisti). Grazie Presidente, e dicevo perché la legge non venga considerata incostituzionale, per violazione del combinato disposto dell'articolo 117 secondo comma lettera p) della Costituzione e relativamente alla competenza esclusiva dello Stato sulle funzioni fondamentali e degli articoli 5 e 118 primo e secondo comma della Costituzione, come riguardo al principio di sussidiarietà verticale con, tra l'altro, una sentenza della Corte costituzionale, la numero 179 del 2019. Qui, in realtà, non vi è neanche la possibilità di giudizio, di proporzionalità, perché si tratta di tutelare un interesse privato di una categoria di operatori, il problema è questo. Io non vorrei leggere quelle che sono, perché ne ho tante, la sentenza numero 1 del 2019, che dice proprio questo: "L'enunciata finalità di tutelare, relativamente alla Regione Sardegna, l'affidamento e la certezza del diritto degli operatori locali non vale ad escludere il vulnus arrecato dalle disposizioni in esame alla competenza esclusiva dello Stato in materia di tutela della concorrenza. Come infatti anche di recente ribadito dalle sentenze numero 118 del 2018, in linea con le precedenti sentenze, la numero 157 e la numero 40 del 2017, la tutela dell'affidamento degli operatori balneari riguarda una sfera di competenza riservata in via esclusiva alla legislazione statale, alla quale unicamente spetta disciplinare in modo uniforme le modalità e i limiti della tutela, dell'affidamento dei territori e dei titolari delle concessioni già in essere nelle procedure di selezione per il rilascio di nuove concessioni". Per la Regione, appunto, la tutela deve essere garantita. Inoltre, io farei una sintesi perché capisco che poi diventa anche complicato fare il quadro della situazione, però la Corte Costituzionale ha qualificato le concessioni demaniali marittime per uso turistico ricreativo come autorizzazione ai sensi della Bolkestein. Classificata quest'ultima come atto di armonizzazione esaustivo, ma va anche precisato che le varie sentenze della Corte di giustizia dell'Unione europea del 2016, sebbene abbia dichiarato che le disposizioni nazionali che consentono la proroga generalizzata ed automatica delle concessioni demaniali fino al 31 dicembre del 2020, contrastano con l'ordinamento comunitario. Si tratta dell'articolo 1, comma 18, del decreto legislativo numero 194 del 2009, nella versione risultante dalle modifiche apportate dall'articolo 34 del decreto legislativo numero 179 del 2012, articolo introdotto in sede di conversione con la legge numero 22 del 2012. Ha nel contempo però precisato che una proroga di una concessione demaniale è giustificata laddove sia finalizzata a tutelare la buona fede del concessionario, ovverosia qualora questi abbia ottenuto una determinata concessione in un periodo in cui non era ancora stato dichiarato che i contratti aventi un interesse transfrontaliero certo avrebbero potuto essere soggetti a obblighi di trasparenza. Io, per farla breve, direi questo, noi oggi stiamo andando ad approvare una legge che verrà sicuramente impugnata, non ci sono altri mezzi. Io eviterei di far credere fuori che questo invece sarà risolutivo per i balneari perché diventa davvero molto pericoloso. Questo è tutto.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Giuseppe Meloni. Ne ha facoltà.

MELONI GIUSEPPO (PD). Questo è un tema che mi sta talmente a cuore che voglio evitare di fare polemiche, ho evitato di fare polemiche fino ad oggi, perché, senza cercare primati, chi si è occupato in quest'Aula, in questo Consiglio, in questa legislatura, la verità è che l'ha fatto anche nella legislatura precedente, di questo tema, in questo caso, in questa per primo, è il sottoscritto con altri colleghi, che hanno presentato la proposta di legge numero 54, proposta di legge che era stata ritenuta talmente giusta che la stessa Giunta regionale l'ha riproposta in una parte della variazione di bilancio che è stata portata all'attenzione di questo Consiglio, poi stralciata credo in Commissione prima che arrivasse addirittura in aula, considerata non tecnicamente, ma politicamente norma intrusa insieme a delle altre. Successivamente è stata presentata la proposta di legge numero 83 ed è stato utilizzato un escamotage per evitare il testo unificato di proposte di legge che trattassero la stessa materia, cioè per evitare che qualcuno, della minoranza nello specifico, si potesse intestare chissà quali meriti per una questione che sta a cuore a tutti, non è che sta a cuore a uno piuttosto che a un altro consigliere, sta a cuore a tutti, poi è chiaro che ci sono anche punti di vista diversi. Cosa si fa poi? La proposta di legge numero 83 viene divisa in due parti, ma nel momento in cui è stata divisa in due parti, io non so cosa sia accaduto in Commissione perché non sono componente di quella Commissione, avrebbe dovuto essere unificata la proposta di legge numero 54, secondo me. Non ho voluto fare rilievi plateali perché alla fine, debbo dirlo sinceramente, quello che interessa è che arrivi il risultato finale, anche se ritengo che i contenuti della nostra proposta di legge, ossia la numero 54, fossero migliori di quelli inizialmente proposti con la numero 83 in Commissione, e poi arrivati oggi in Aula come PL numero 83, parte seconda. E provo a spiegare in pochi minuti perché. Quella proposta teneva in considerazione, andava a sfiorare, entrare in minima, forse nulla, rotta di collisione con il PPR, perché approvare le leggi è facile, dopodiché invece fare in modo che queste leggi possano avere un futuro nella pratica per risolvere realmente, e non solo a parole, i problemi che si cerca di risolvere con le leggi, occorre che siano fatte bene, occorre che possano poi resistere al giudizio, delle volte siamo convinti che possano resistere al giudizio, delle altre volte siamo dubbiosi sul fatto che possano andare avanti, eppure, come in questo caso, si va avanti lo stesso. Io qualche dubbio ce l'ho, devo essere sincero, poi sul fatto che questa proposta di legge possa avere un futuro nel medio-lungo periodo, cioè che possa passare il vaglio di vari controlli che ci saranno fuori da questo Consiglio regionale, inteso appunto come rischi di impugnative varie. La nostra proposta di legge aveva lo stesso obiettivo, peraltro anche mirata esplicitamente, riferita specificamente alla aree retro-demaniali, cioè a tutte quelle strutture amovibili che insistono nelle aree retro-demaniali, perché non è che non ci interessasse il demanio, perché nel demanio nel frattempo era intervenuta la legge di stabilità che ha in qualche maniera dato un po' di ossigeno per un periodo che spira nel 31 dicembre del 2020 rispetto alla possibilità di tenere in piedi queste strutture anche nel periodo invernale, per capirci. Allora c'era il problema, perché la legge di stabilità nazionale si riferiva solo al demanio, di capire come ci si dovesse comportare nelle aree retro-demaniali, perché il paradosso era che nelle aree retro-demaniali che possono essere anche normate per esempio dai PUL, in quel caso occorresse rimuoverle, oggi occorre rimuovere queste strutture, mentre nel demanio, che teoricamente è più impattante anche per quanto riguarda il punto di vista strettamente legato alla tutela ambientale, invece nel demanio, per effetto della legge di stabilità, si possono mantenere. Ecco, la nostra preoccupazione era questa e abbiamo provato a risolverla cercando di non entrare in rotta di collisione con i comuni e con la pianificazione dei comuni, e su questo magari ci torneremo ma vorrei spendere due parole; ideologicamente c'è un approccio diverso probabilmente fra la nostra proposta e la vostra, perché la nostra era più attenta alla pianificazione dei comuni, a prendere in considerazione la pianificazione dei comuni che, comunque, sono d'accordo non può passare sopra tutto e tutti, è vero, però allo stesso tempo non si può costringere un comune a non poter pianificare, non poter decidere nel suo comune, rispetto alla dislocazione di queste strutture, rispetto a come devono essere appunto assentite, quanto tempo possono restare o meno. Ecco, probabilmente c'è proprio una differenza di approccio ideologico anche se, ripeto, probabilmente il fine che vogliamo e che intendiamo raggiungere è lo stesso, ossia fare in modo che si possa garantire la destagionalizzazione. E come si fa? Incentivando, in questo caso dove c'è domanda, perché c'è domanda e la domanda si crea anche quando c'è la possibilità di poter tenere aperte le strutture, quindi incentivando chi fa gli investimenti, dandogli la possibilità di non rimuovere a patto che ovviamente apra, tenga aperte queste strutture, abbia la possibilità non solo di dare servizio, ma anche di creare occupazione, e quindi da questo punto di vista nessuno credo abbia grandi osservazioni da fare, mentre le osservazioni sono rispetto al percorso che si intende portare avanti. Io capisco anche certe argomentazioni, perché il paradosso qual è, che se da un lato c'è la preoccupazione di evitare da parte nostra, mia, di tanti altri, che i comuni possano essere commissariati di fatto rispetto a una scelta di pianificazione del proprio litorale, dall'altro lato probabilmente c'è anche il timore che, soprattutto rispetto alle strutture già preesistenti, che i comuni possano procedere liberamente senza pianificare mai, perché nel caso in cui stabilissimo che queste strutture possano insistere solo laddove il comune procede con i Pul, ovviamente parallelamente va creato un sistema valido ed efficace che obblighi i Comuni ad approvare i Pul, perché se il comune non approva mai i Pul è anche vero che la situazione non può mai migliorare. Quindi noi abbiamo cercato anche di portare avanti alcuni emendamenti, per esempio uno che non riuscivo a trovare nell'elenco e che per un disguido ho avuto cura di ripresentare adesso, perché era stato presentato, lo chiedo anche al proponente di capire il senso di questo emendamento perché all'articolo 4 bis, comma 1 lettera a) per esempio esclude la parola "e comunque", che non riusciamo a capire quale significato possa avere e ci sembra che addirittura rischi di creare problemi al testo stesso, quindi articolo 4 bis, comma 1, lettera a) la parola "e comunque" secondo noi è in più, e se eventualmente avessero un senso chiedo ai proponenti di spiegarlo, e l'altra questione invece è stare attenti con la definizione di "al servizio della balneazione", perché anche recenti pronunce dei Tribunali amministrativi rispetto a questo sono state abbastanza, diciamo così…

PRESIDENTE. Chiuda.

MELONI GIUSEPPE (PD). … Chiudo, a proposito di chiudere, di chiusura le sentenze dei Giudici amministrativi rispetto al termine "al servizio della balneazione", che lascia ad interpretazioni diverse e spesso molto restrittivo, quindi noi abbiamo proposto un emendamento dove al posto del termine "al servizio alla balneazione" si parla di strutture turistico-ricreative, che credo sia più attinente all'effetto che si vuole raggiungere con questa legge, ossia la destagionalizzazione anche quindi per il periodo che non sia quello strettamente balneare. Grazie.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Michele Cossa. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Grazie, Presidente. Noi non abbiamo tutti i dubbi che sono stati manifestati su questa legge, anzi, volevo ringraziare il collega Giagoni e i colleghi della Lega con i quali abbiamo lavorato assieme, anche io per questo pezzo ho partecipato, su delega del collega Salaris, ai lavori della Commissione, quindi ho seguito molto da vicino questa partita che investe un settore importante della nostra economia, quindi io direi che con il provvedimento che questo Consiglio ha approvato ieri sulla Posidonia e col provvedimento che approviamo oggi si dà un contributo importante al lavoro di, come ha detto l'onorevole Giagoni, al lavoro di tante persone che si dedicano a rendere fruibili i nostri litorali. E io questo vorrei sottolinearlo, perché sembra a volte che la Regione sia lì per adottare norme che rendono la vita difficile alla gente, spesso in maniera incomprensibile, come se ci trovassimo circondati di attentatori dell'ambiente; gli attentatore dell'ambiente vanno colpiti e vanno perseguiti in maniera anche pesante, quelli che invece svolgono onestamente il loro lavoro vanno aiutati e vanno sostenuti, non in termini di soldi, perché stiamo parlando di una categoria che non chiede contributi, non chiede di essere assistita, chiede di poter fare serenamente il proprio lavoro. Quindi il Gruppo dei Riformatori saluta molto positivamente l'approdo in Aula di questo provvedimento, sottolineando il fatto che alcune norme di cui si è discusso in Commissione non sono state inserite nel provvedimento perché sono state ritenute dall'Assessorato materia di un atto amministrativo, di una direttiva quindi da parte dell'Assessorato, ma sono aspetti che richiedono di essere disciplinati, e parlo in modo particolare delle situazioni in cui per carenza da parte dei comuni, per disattenzione o per negligenza da parte dei comuni sono sprovviste di Piano di utilizzo dei litorali, in ordine ai quali si rende necessario comunque un intervento da parte della Regione, perché non è corretto che in queste situazioni non si possa lavorare, queste situazioni vanno normate, secondo me la Regione quando è possibile deve esercitare i suoi poteri sostitutivi, ma in ogni caso deve studiare una disciplina transitoria che permetta anche a questi litorali di essere serviti come Dio comanda dà servizi adeguati, e permetta agli operatori di lavorare serenamente senza avere l'incubo della Procura della Repubblica che viene a bussare a casa loro un giorno sì e l'altro pure. Sullo sfondo di tutto questo, Assessore Sanna, che ringrazio per l'attenzione con cui ha seguito fin dall'inizio, perché ormai stiamo parlando di quasi un anno, e tanto tempo c'è voluto purtroppo per arrivare a oggi, quindi lo ringrazio per l'attenzione con la quale ha seguito fin dall'inizio questo tema, sullo sfondo Assessore c'è quello della adozione del Regolamento edilizio unico, che non riguarda soltanto questa partita, riguarda l'insieme della disciplina edilizia della Regione, ma credo che sia un obiettivo che questa Amministrazione si deve prefiggere di raggiungere. Grazie.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Gian Franco Satta. Ne ha facoltà.

SATTA GIAN FRANCO (Progressisti). Grazie, Presidente. Vede, onorevole Giagoni, in politica non è sempre giusto dare sfogo a false illusioni. I più vivi ringraziamenti da parte dei giudici della Corte costituzionale. Lei probabilmente nelle statistiche delle leggi che verranno impugnate sarà tra i primi, nel corso di questa legislatura, e quindi di questo bisogna naturalmente riconoscere meriti a lei in quanto primo firmatario. La Corte Costituzionale, come diceva l'onorevole collega Orrù, è un organo di garanzia e dirime quelli che sono i poteri di attribuzione, quindi rispetto a questa materia è chiaro che il potere è dello Stato, e come ampiamente prevediamo, almeno noi, la Corte costituzionale non lascerà nessuno spazio di competenze in questo caso alla Regione Sardegna. In sostanza si prevede di intervenire con il PUL anche in difformità al PUC, quindi in deroga al PUC, e quindi non attendere, in questo caso, l'adeguamento del PUC al PPR, una condizione che pone i PUL in una situazione di extraordinarietà non motivata, non motivabile in base all'attuale normativa vigente. Tutte le altre modifiche sono in netto contrasto con i principi dettati dal DL n. 59 del 2010, che è stato emanato, ricordo, in attuazione della direttiva europea del 2006, la 123, relativa appunto ai servizi del mercato interno. La Commissione Europea in quel caso definiva in proposito il significato di servizi di interesse pubblico che sono attività economiche che producono risultati nell'interesse pubblico generale che non sarebbero fornite al mercato senza interesse pubblico. Il fatto che i servizi turistico-balneari siano in concessione su aree demaniali non modifica la loro natura, ben diversa dai servizi di interesse pubblico, come possono essere le Poste, l'acqua pubblica, la sanità, né può limitare il principio di necessaria concorrenza dei mercati, principio difeso dalla direttiva comunitaria. E chiudo dicendo che anche questa legge con molta probabilità, come ho detto in premessa, verrà impugnata perché antepone gli interessi particolari agli interessi generali e a quelli della collettività, pone in essere a favore dei singoli rendite economiche ottenute con l'uso dei beni pubblici demaniali, oltre che naturalmente in contrasto con il libero mercato. Grazie.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Grazie Presidente. Il tema che è stato posto poc'anzi dal collega Satta, e prima ancora dal collega Meloni e dalla collega Orrù, al netto dei distinguo, cioè sull'aspetto del retro demanio che forse sarebbe stato di più facile soluzione rispetto a questo, ci pongono davanti a un tema sconosciuto, mai affrontato. L'impianto normativo esistente è sempre lo stesso, non è stato modificato nel corso del recente passato, negli anni norme sovraordinate, compreso il PPR, sempre hanno caratterizzato gli indirizzi su questi aspetti, così come i codici e gli aspetti anche che sono oggetto di attenzione da parte del Mibact non hanno avuto una modifica legislativa che possa serenamente consentire una valutazione, cioè alla fin fine l'opportunità o meno di approvazione di un testo e non, invece, il ragionamento che deve essere quello principale, la legittimità di questo testo. Vi è stato suggerito sottovoce dal direttore generale dell'Assessorato agli enti locali e urbanistica, vi è stato suggerito sottovoce dagli Uffici del Consiglio regionale, vi è stato suggerito non sottovoce, ma in occasione delle Commissioni, da tanti di noi, in primis la collega Orrù che ha puntualmente indicato gli elementi di criticità del vostro testo, e a fronte di tutto ciò, come dovrebbe accadere normalmente, cioè la Regione Sardegna sa che può legiferare serenamente in alcuni ambiti mentre in altri ambiti così delicati, come il sistema costiero, il demanio, la spiaggia, l'arenile, l'agro, ha bisogno di un iter autorizzativo o il via libera che è dato da organismi ministeriali. Io immagino che questo testo sia stato sottoposto alle Soprintendenze e che abbiano interloquito anche in modo informale, senza dare pareri per iscritto, e abbiano dato il via libera a questo testo, e alla fin fine, essendo proposto da legislatori ed essendo di competenza, per quanto riguarda la realizzazione, di Assessorati, immagino che sia avvenuta un'interlocuzione col Ministero competente, il Mibact, che abbia detto: "Sì, modificate due o tre cose e tutto sommato la norma nell'impianto principale regge e va bene". Tutto questo non è stato fatto e vi dico anche, oltre all'aspetto del Consiglio delle Autonomie locali… cancelliamolo, non riempiamoci più la bocca con le autonomie locali, commissioni sullo spopolamento, non ve ne importa un fico secco, perché altrimenti un parere non vincolante non costa a nessuno recepirlo e leggerlo. Il tema vero è che, stuzzicato l'interesse di qualcuno a portare all'attenzione dell'Aula una cosa irrealizzabile, si pensa di svolgere il compito di legislatori scrivendo testi irrealizzabili, fantasie. Il PUL, i chioschi, le questioni legate all'insediamento le abbiamo viste, le abbiamo verificate. La possibilità della permanenza di manufatti nell'ambito della spiaggia è già esistente, opera già per le spiagge urbane, tant'è vero che se si fosse fatta una norma in alcuni casi, nei luoghi dove l'ambiente lo consente, nello stesso monitoraggio che avreste dovuto fare per quanto riguarda le spiagge per la posidonia, a quel punto si sarebbe potuta scrivere la norma e poi verificare caso per caso. Questo non è stato fatto ed erga omnes, per tutti, si pensa di poter superare le norme urbanistiche. Cosa accadrà? La legge verrà impugnata immediatamente su proposta della Sovrintendenza, immediatamente dopo avrete stabilito un record, poi si tratta di capire arrivati alla cinquina che cosa ottenete, perchè anche in questo gioco di essere riuniti qua a discutere di leggi inapplicabili inizia ad essere abbastanza fastidioso. Facciamo una scommessa: alla quinta legge vi dimettete. Alla quinta legge impugnata vi dimettete, almeno forse qualcuno inizia a leggere qualcosa, a scrivere e chiedere consigli, suggerimenti e ad ascoltarli e porre alla nostra attenzione norme serie. Cioè stabilita la cinquina delle leggi impugnate fate una cortesia alla Sardegna e ai sardi e ce ne andiamo tutti a casa. Forse è la cosa migliore! Almeno così riusciamo a stabilire un punto fermo, cioè che oltre un certo tanto non si va. E nel merito, io ascolto sempre con piacere anche quando non condivido ciò che dice l'onorevole Cossa. Onorevole Cossa, voi siete passati dall'essere un partito di ispirazione liberale oggettivamente, democratica e liberale, a diventare nazionalizzatoori, da piani quinquennali, su tutto. C'è un problema, acquistiamo le quote di Air Italy! C'è un problema sulle navi? Acquistiamo le quote della Tirrenia! C'è un problema su quello? Compriamo i chioschi! Compriamoli, li subaffittiamo! C'è un tema riguardante chi opera nel libero mercato? Rendiamolo non libero!

Noi abbiamo situazioni di concessioni demaniali dall'84. Io l'ho fatto il lavoro quando ha governato la città, nessuno vuol togliere opportunità, però magari qualche volta anche darne a qualcun altro. Secondo voi il livello dell'offerta qualitativa, dal punto di vista turistico, e forse pregiudicato dal fatto di non aver messo a correre nella competizione tra imprenditori, soggetti diversi, nel poter competere su un oggetto che insiste nell'ambito del demanio? Con mille proroghe! Con l'ennesima proroga in violazione di norme europee.

E l'altro elemento ancora è, lei lo sa, voi lo sapete perché non c'è intrapresa economica che regga in alcuni ambiti costieri, se non nell'ambito degli insediamenti nel demanio su concessioni demaniali? Ma voi lo sapete quanto paga colui che ha una concessione demaniale? Perché si può dire tutto, chi vuol far perdere il lavoro a qualcuno, nessuno, tutti quanti vogliamo agevolare il turismo, aiutare l'intrapresa economica. Sapete quanto pagano? 4500 euro all'anno. L'equivalente di quel che pagano locali di 100 metri quadri, utilizzati come caffè, o bar, a poca distanza da noi al mese. Perché nessuno mette su intrapresa economica, laddove hai una concorrenza di persone che pagano 4500 euro al mese? Perché è inimmaginabile che tu possa reggere sul mercato a fronte di quel tipo di competizione. Aree demaniali, proroghe, 4500 euro all'anno, chi può competere posizionando affianco un'altra intrapresa economica? E' libero mercato? E' concorrenza libera? C'è un giovane che ha volontà di investire e può partecipare a una finanza di progetto per realizzare un manufatto che migliori le condizioni di quei luoghi? No.

Questo, per stare semplicemente ad alcune delle cose che ho sentito che sono totalmente non in sintonia con la realtà dei fatti. In barba alle norme, si pensa di poter far permanere oggetti, confondendo la prosecuzione della possibilità di detenere la concessione demaniale per diversi anni, con gli aspetti urbanistici e paesaggistici che non sono superabili e non sono prorogabili. La concessione demaniale può essere rimandata sine die col Milleproroghe, sempre lo stesso concessionario potrà operare in quel luogo in quella concessione demaniale indicata. L'autorizzazione paesaggistica temporanea è la stessa che opera a poca distanza da noi per i chioschi dei ricci a Su Siccu, per le casette posizionate nel centro storico che ospitano il mercatino di Natale, è la stessa, è un'autorizzazione paesaggistica temporanea, perché nel momento in cui diventa permanente si trasforma immediatamente in sviluppo di cubatura che va inquadrato con uno strumento urbanistico, PUL se si tratta di spiagge, PUC se si tratta di contesto urbano non oggetto di intervento del PUL. Piano paesaggistico del centro storico nel caso in cui si tratti la materia del centro storico. E' come se oggi noi decidessimo ognuno di noi di posizionare sull'asfalto davanti a una spiaggia una casa, con autorizzazione paesaggistica temporanea semplicemente per l'erogazione e somministrazione di cibi e bevande, e domani con provvedimento di legge noi potessimo risiedere in quella casa sine die perché vige un'autorizzazione a star lì, senza vincoli, senza norme, senza rispetto di tutto questo. Questa è la materia, questo è l'oggetto del contendere che per l'ennesima volta creerà illusioni, e rischiando la condanna per abuso edilizio per coloro che sconsigliati male seguiranno le indicazioni del testo.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Presidente, riprendo da dove ha lasciato il collega Zedda e gli altri colleghi. A mio giudizio non state facendo un favore agli operatori che sicuramente avrete consultato prima di fare questa norma. Tra due mesi, e quindi nel mese di aprile, a inizio stagione, potrebbe arrivare una doccia fredda. Questo non aiuta l'intrapresa economica, come ama dire il collega Zedda nei suoi interventi, non aiuta la certezza e la sicurezza per i lavoratori e rischia di aumentare i costi. E' sufficiente fare una passeggiata nel litorale di questa città, lo si è ricordato poc'anzi, siamo in una spiaggia urbana e siamo in una spiaggia, quella del Poetto, che è passata da decenni di superamento delle regole in senso elusivo, ad alcuni anni invece dove un sistema di regole chiaro, il PUL, ha dato certezze agli operatori economici, ha favorito gli investimenti, e ha migliorato anche la qualità della vita dei cittadini che abitano Cagliari, o che la frequentano temporaneamente, come molti di voi. I chioschi oggi sono perfettamente in regola, i proprietari, i concessionari dormono sonni tranquilli, è possibile per ciascuno di noi invitare magari qualche ospite straniero, o comunque non della città, a cena in quei chioschi senza doverli far accomodare in un posto che ancora è servito dai bagni chimici, come lo era sino a qualche anno fa. Insomma le regole creano sviluppo, i sotterfugi, gli aggiramenti delle norme, creano difficoltà principalmente a quelli che ne vorrebbero beneficiare. In questo caso poi parliamo di un campo minato, perché le norme urbanistiche è vero che insistono su una potestà legislativa esclusiva regionale, non esiste un Ministro dell'urbanistica, è però vero anche che spesso queste norme sono state oggetto di impugnazione ne esistono altre sovraordinate rispetto al nostro ordinamento. Noi possiamo legiferare nel rispetto delle grandi norme di riforma economico e sociale, ogni qual volta si cerchi di superare per esempio il codice Urbani, il ministro Urbani non era un Ministro socialista, comunista o socialdemocratico, era un ministro di centrodestra che ha varato un codice che, spesso, è stato protagonista dell'impugnazione delle leggi regionali approvate da questo Consiglio regionale.

Ebbene in questo caso è un'impugnazione "telefonata", cioè sembra quasi che questa legge ve l'abbia scritta un nemico delle persone per cui sicuramente pensate di averla scritta, perché in questo modo è certo che questa legge non sarà capace di produrre effetti. Vi dico quali sono i due presupposti. Ve lo dico perché già in passato mi è capitato di avere a che fare con delle trattative con i ministeri. Quindi, certo purtroppo del fatto che questa volta non vorrete ascoltarci, vi dico qual è il segreto per non farsi impugnare le leggi. In un caso è altamente probabile che di fronte a principi generali, che rischiano di essere superati, il Governo, gli Uffici tecnici del Ministero siano invece molto più tolleranti su norme più puntuali, per cui dire: è possibile creare cubatura anche dove la cubatura non è prevista dagli strumenti urbanistici, sempre comunque in tutta la Sardegna, è come un lampione acceso su quel pezzo di testo. Dire invece per esempio che quelle strutture amovibili possano permanere per un anno in deroga all'obbligo dei Comuni di fare il PUL è un qualcosa che più facilmente può passare, sarebbe una norma derogatoria, non pretenderebbe di superare lo strumento urbanistico ora e per sempre, quindi manterrebbe il pieno significato e la piena importanza del PUL però avrebbe il pregio per esempio di non far ricadere sui concessionari le criticità legate magari a un comune lento nell'approvare lo strumento urbanistico. Allo stesso modo sarebbe utile inserire il fatto che la norma non si possa applicare così com'è a tutta la Sardegna, c'è già un precedente quello dei litorali urbani. Nei litorali urbani si applica una norma contenuta in una legge di alcuni anni fa, quella norma non è stata impugnata perché il legislatore regionale… Presidente, se è possibile un minimo… perché il legislatore regionale quella volta non ha voluto derogare a tutto l'ordinamento, non ha voluto mettere un dito nell'occhio alle sovrintendenze senza esclusione alcuna, ha circoscritto l'intervento solo per i litorali urbani e quella norma esiste ancora, produce i suoi effetti ed è stata anche la base per creare i presupposti per consentire lo sviluppo. Uno sviluppo magari sicuro, anche perché poi, anche a norma approvata, non è detto che i Sindaci poi tengano conto della norma, alla fine i dirigenti comunali anche quelli esperti, per esempio mi parlano bene di alcuni dirigenti che operano all'interno del Comune di Olbia molto precisi, molto attenti che studiano le carte, le norme e vogliono evitare guai ai propri cittadini e anche a loro stessi che per esempio le recenti deliberazioni Trecaniane dell'Assessorato all'urbanistica si sono rifiutati di applicare. Lo stesso avverrà in questo caso! Ci saranno sindaci che si rifiuteranno di mandare avanti quanto scritto in questa legge e quello che più mi dispiace è che il concetto a monte, la buona volontà a monte, non era per forza sbagliata. Io sono per evitare né la cancellazione degli strumenti urbanistici, né il loro commissariamento né tanto meno la creazione di nuova cubatura senza che ci sia a monte alcun strumento alcuna pianificazione, questo senza dubbio. Sono anche però, soprattutto nel breve periodo, per guardare ai casi concreti, ed evitare di giocare a uno smonta e rimonta che poi rischierebbe anche di danneggiare il litorale. Però mi sembra che il modo che voi avete scelto per sanare il problema crei più danni e non risolve il problema. Per cui… Presidente mi deve dire qualcosa? Sembrava poi mi sono ricordato l'ultima parte e ho pensato fosse utile aggiungere anche questo tema. Non peraltro vorrei che si evitasse il gioco degli amici, delle imprese e dei nemici dello sviluppo, magari perché in testa ancora hanno l'idea che solo lo Stato e solo il pubblico può fare impresa perché il sogno rimane quello di tornare alla Regione albergatrice, alla Regione proprietaria di imprese, quello non solo non è più il sogno, ma non fa più parte dei tempi che stiamo vivendo. Per cui quello che dico è che il modo migliore per aiutare le imprese sono le certezze e a volte è sufficiente guardare le opere fatte nel recente passato, quando ciascuno di noi si è trovato a sostenere dei governi e a guidarli in alcuni casi a sostenerne all'esterno l'azione, per capire chi ha aiutato le imprese, chi ha incrementato e ha consolidato le imprese del territorio e chi invece ha complicato la vita degli imprenditori ha reso impossibile lo sviluppo dei luoghi.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze e urbanistica.

SANNA QUIRICO, Assessore tecnico degli enti locali, finanze e urbanistica. Buonasera un saluto doveroso a tutti i consiglieri regionali, siamo qui per approvare una legge che è fatta con scienza e coscienza, fatta senza consultare le procure della Repubblica, fatta con l'autorità che scinde dalla sovranità di quest'Aula. Le leggi le fanno i legislatori e non le fanno i procuratori, la Procura della Repubblica fa applicare la legge, ma la legge la fanno i legislatori. Questo è il nostro pensiero, questo è quello che facciamo, faremo e abbiamo sempre fatto. Siamo consapevoli di aver proposto una legge giusta, una legge che porta equilibrio in un settore dove regna il disordine, siamo consapevoli di aver fatto una norma che riporta giustizia. Il concetto di mare d'inverno, la possibilità a chi intraprende di poter dare un servizio, di poterlo dare tutto l'anno senza fare figli e figliastri, questo è cosa buona e giusta. E quindi sono convinto che quest'Aula andrà a approvare questa legge, perché siamo convinti della bontà di questa legge, perché siamo convinti di rispondere alle esigenze di chi opera nello specifico con quelle attività, perché siamo convinti di dare un servizio ai cittadini, perché siamo convinti di poter dare un input allo sviluppo e all'occupazione. Ringrazio quanti sono intervenuti, rispetto le opinioni ma rimaniamo convinti di quello che abbiamo scritto e di quello che facciamo e faremo anche questa sera, grazie a tutti.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale. Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli.

Poiché nessuno domanda di parlare, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 4. Sono stati presentati degli emendamenti.

Prima è necessario mettere in votazione il titolo: Modifiche alle leggi regionali numero 45 del 1989, numero 8 del 2015 in materia di piani di utilizzo dei litorali.

Non è un emendamento, stiamo parlando del titolo.

Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Adesso intervengo anche sull'altro. È giusto quello che è stato detto, i patti sono… eccetera, però i patti li dovete trasferire anche a quelli che sistematicamente parlano non avendo molti argomenti, se non per interrompere. Per quanto riguarda il titolo, cioè modifica della legge regionale numero 45 dell'89, ribadisco che si può fare, è stato detto dal collega Agus, non lo volevo citare ad esempio, ma è stato fatto. Si può fare? Sì. È stato fatto? Si. È stato fatto con la faciloneria di questo testo? No. Nell'ambito della norma che consentì il superamento della temporaneità con la permanenza dei chioschi dodici mesi l'anno, successivamente interloquimmo con soprintendenze ed altre istituzioni, è il nostro caso, voi lo state estendendo ad altre spiagge. È un automatismo? No. Approvando il PUL, il piano di utilizzo dei litorali, voi avete messo nella modifica ovviamente della numero 45, nella modifica anche in deroga al PPR, il superamento del PUL. Voi avreste dovuto scrivere il superamento del PUC, cioè di tutti gli strumenti urbanistici, perché superato il PUL vi rimane lo strumento madre che è il PUC, il piano urbanistico comunale, che fotografa che cosa? Le cubature permanenti, ciò che rimarrà. Non solo l'abbiamo fatto, ma l'abbiamo fatto avendo quale linea guida quella dell'ambiente, della salvaguardia dell'ambiente, lo diceva prima il collega Agus, cioè smontare e rimontare in alcuni casi arrecava un danno maggiore all'arenile rispetto alla permanenza dei manufatti in spiaggia. Gli stessi manufatti che oggi insistono sulla spiaggia? No, su palafitta, in modo tale che ci fosse una possibilità per le mareggiate e la creazione di vegetazione di poter crescere e sorgere in sintonia col rispetto dell'ambiente, che fu l'elemento che consentì alla Soprintendenza di autorizzare, perché non era neanche sufficiente l'aspetto della deroga sulla temporaneità, perché successivamente devi comprendere che cosa, qual è l'oggetto architettonico che può rimanere oltre quell'elemento di temporaneità. Successivamente ancora, a fronte della permanenza di questi immobili, abbiamo ottenuto in un dialogo che non è stato facile, addirittura, pensate un po', l'aumento di cubature e volumetrie sulla spiaggia. I chioschi di un tempo avevano dimensioni ridottissime nell'ambito del Poetto, addirittura nell'ambito della porzione così ridotta di immobili, manufatti che erano né più né meno dei prefabbricati in cemento armato, i servizi igienici, uno solo, non c'era il servizio igienico per i dipendenti, non esisteva quello per i disabili, non esisteva la differenziazione tra donne e uomini, era un bagno chimico posizionato sulla spiaggia, perché era talmente tanto ridotto lo spazio che i proprietari dei chioschi dovevano posizionare un bagno chimico, vi lascio immaginare il decoro, nella spiaggia a servizio di turisti o di coloro che volevano vivere, lo sanno tutti coloro che hanno frequentato la spiaggia, lo sanno le persone che ricordano quegli episodi.

PRESIDENTE. Metto in votazione il titolo. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(è approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 4. All'articolo 4 sono stati presentati degli emendamenti.

Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Dario Giagoni, relatore.

GIAGONI DARIO (LEGA), relatore. Tranne il numero 26, su tutti gli emendamenti che lei ha detto il parere è contrario. Grazie.

PRESIDENTE. Sul numero 26 parere favorevole? Mi può ripetere, onorevole Giagoni?

GIAGONI DARIO (LEGA), relatore. Calma e sangue freddo, stiamo approvando una legge. Mi manca il numero 26. Signor Presidente, mi manca nell'elenco che ho degli emendamenti il numero 26 in questo momento.

PRESIDENTE. Stiamo parlando dell'articolo 4, non del 4 bis.

GIAGONI DARIO (LEGA), relatore. Signor Presidente, allora per quanto riguarda il numero 24 e 25…

PRESIDENTE. Forse non ci siamo capiti, onorevole Giagoni, stiamo parlando dell'articolo 4, c'è un emendamento, che è il numero 26, che riguarda l'articolo 4, mentre gli altri riguardano l'articolo 24 bis.

GIAGONI DARIO (LEGA), relatore. Per quanto riguarda l'articolo 4, e quindi non quello bis, per quanto riguarda il numero 25 e 26 il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.

SANNA QUIRICO, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Parere contrario escluso… sul numero 26 diamo parere positivo. Parere favorevole sul numero 25 e 26, per quanto riguarda l'articolo 4.

PRESIDENTE. È aperta la discussione sull'articolo 4 e sui relativi emendamenti.

È iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Per quanto riguarda l'articolo 4, riprendendo il discorso precedente si può fare, certo che si può fare, anzi si può fare anche aumentando le volumetrie, a me fa sorridere, io vi vedo impegnatissimi in questa cosa del 10 per cento di aumento di volumetrie nei 300 metri, eccetera, l'abbiamo già fatto, e l'unico che l'ha fatto in Sardegna è il sottoscritto con la propria Giunta e la propria amministrazione, senza sollevare chissà che cosa, semplicemente studiando, applicandosi, e non certo solo il sottoscritto, i dirigenti insieme alle Soprintendenze eccetera, e abbiamo aumentato le volumetrie nei 300 metri, pensate, una cosa incredibile, adesso i chioschi hanno spazi interni che non sono più somministrazione di cibo e bevande come erano un tempo, perché non avendo i servizi igienici in base alle norme sanitarie potevano avere la somministrazione di cibo e bevande ma non la ristorazione. Ora hanno spazi di lavorazione e manipolazione dei cibi per cui possono essere attività di ristorazione, servizi igienici e spazi spogliatoi per i dipendenti, servizi igienici per donne e uomini e persone con handicap, plateatico esterno da montare in chiave estiva in ampliamento rispetto ai metri quadri assentiti in chiave invernale, quindi c'è addirittura, rispetto al chiosco che è di più grandi dimensioni rispetto al passato in chiave invernale, un plateatico di 200 metri quadri in più in chiave estiva; certo che si può fare, basta, invece che farlo con questa faciloneria e semplicità, valutare il modo in cui è stato fatto. Io suggerisco all'Assessore di non spendersi troppo perché è anche Assessore all'Urbanistica, perché veder cassate le proprie leggi ed essersi speso così tanto uno poi in teoria si dovrebbe dimettere, perché è pericoloso, figuriamoci la riforma della legge urbanistica regionale messa in mano a chi frana su due commi, due articoletti che riguardano due chioschi, immaginiamoci lavorare sulla legge urbanistica, suggerirei di non appassionarmi troppo a questa materia se non con la certezza, avendo interloquito come ho detto prima, della possibilità di fare. Andate a chiedere, tanto stiamo qua, anche i colleghi che non vivono qua stanno per diversi giorni alla settimana qua, non tutti, non sempre, viste le presenze in Commissione e in Aula, ma qualcuno lavora e sta, andate, prendete un chiosco a caso al Poetto e vi fatte mostrare le foto dei chioschi prima del 2013, dopo quel lavoro che è durato un anno e mezzo, due anni, in sintonia con l'approvazione del Pul in modo parallelo la definizione della tipologia dell'oggetto architettonico che doveva insistere nell'ambito della spiaggia, approvato l'oggetto architettonico e dati i tempi per potersi dotare i chioschi di quei manufatti, autorizzato l'insediamento ed ottenuto tramite il Pul l'individuazione nell'ambito dell'arenile e poi successivamente l'autorizzazione paesaggistica permanente, chiedete loro quanti erano i dipendenti, andate alla prima fermata del Poetto, chiedete ai dipendenti del 2011 e ai dipendenti di uno dei chioschi, il primo, il secondo, ci sono chioschi che hanno 30 buste paga a tempo indeterminato; è un miglioramento rispetto alle tre buste paga, quattro che c'erano prima? È un miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro per molti, o attendere un anno e mezzo-due ha invece determinato una prospettiva di crescita economica, di vita e di occupazione per molte più persone rispetto a quelle che con questa norma rischiano di perdere il posto di lavoro? Sono stati anche fortunati loro, perché l'avvocato che lei difendeva perché era in una condizione di abuso edilizio nell'ambito dei 300 metri, quindi con danno ambientale e altre questioni aggravanti rispetto alla vicenda urbanistica in sé, l'avvocato stesso gli aveva detto: guardate, se è reale il progetto di riqualificazione, è concreto l'aspetto di individuazione del Pul di quei manufatti, è verosimile che la Soprintendenza li possa approvare, conviene reggere per un anno e mezzo perché a quel punto la prospettiva di sviluppo sarà di gran lunga maggiore anche rispetto a mantenere quella tipologia di chioschi per un paio di mesi in più. Andate a chiedere se si sono pentiti di aver smontato e rimontato per un anno in una stagione, o se son contenti di aver atteso quell'anno per quanto riguarda le prospettive di crescita occupazionali e alla fine di gettito, che hanno generato per se stessi e per i loro dipendenti, oltre che di gradevolezza, attenzione per i suoli, i luoghi, per la spiaggia, e di oggettivo decoro migliore rispetto al passato. Ce li avete qua, sono un paio di chilometri di distanza in linea d'aria, andate a intervistarli. Se hanno fatto sacrifici? Sì! Perché smontare e rimontare è oggettivamente un costo, ma chiedetegli se quei sacrifici sono stati soddisfatti dalla prospettiva precedente e attuale di crescita occupazionale…

PRESIDENTE. Concluda.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). …anche politici oggettivamente, perché è stato un fiore all'occhiello. Grazie.

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Maria Laura Orrù. Ne ha facoltà.

ORRU' MARIA LAURA (Progressisti). Grazie, Presidente. Io capisco la velocità chiesta e gli accordi presi tra Capigruppo, le richieste fatte in Capigruppo e la volontà di affrontare un tema così delicato e importante in maniera veloce, cioè, non lo capisco, anche perché diventa complicato anche provare a far a dare il nostro contributo e soprattutto a dare dei consigli all'Assessore, nel senso che spendersi, come ha detto l'onorevole Zedda, su un testo che è veramente al limite della legittimità, tra l'altro con la presentazione di questo emendamento, che ho visto adesso perché mi è capitato per le mani in questo istante, l'emendamento numero 26, che fa capire che il testo è stato scritto senza avere… cioè, io consiglio davvero di ritirarlo, perché rischia di mettere ancora più in difficoltà un testo che già è complesso, una elenco di nuove concessioni e cose che non sono attuabili. Tra l'altro è il preludio di un sistema che va a creare una barriera che non è legittima, non è legittima e mai sarà legittimata da autorizzazioni paesaggistiche e da qualsiasi cosa per provare a portare avanti delle cose che onestamente io non riesco a comprendere, poi se voi le comprendente e le volete difendere questo è chiaramente un problema vostro, ma diventa davvero complicato; non hanno supporto, non hanno supporto di alcun tipo. Io invece vi inviterei a prendere per buone e anzi a fare vostre le parole dell'onorevole Zedda, che su questo tema ha avuto un'esperienza diretta, cioè non vi sta parlando uno che è arrivato da Marte e che vi racconta una cosa che non può essere realizzata nel nostro territorio, è un consigliere che è stato sindaco di una città, che ha lavorato molto bene sulla città di Cagliari, che sul litorale, che è un litorale metropolitano, un litorale urbano, ha fatto adeguare il Pul, ha fatto sì che lo strumento fosse adeguato in maniera tale che si creasse un momento in cui le regole fossero chiare per tutti e nessuno rischiava più da un giorno all'altro di essere sbattuto fuori, è riuscito a creare proprio un fiore all'occhiello per quello che è il litorale cagliaritano ma per tutta la Sardegna. E l'ha fatto facendo semplicemente rispettare le regole, far credere alle persone che possono mantenere chioschi quando questo non sarà possibile e legittimato se i comuni non hanno adeguato i Pul, e quindi non hanno adeguato anche gli strumenti urbanistici, diventa complicato. E diventa complicato tra l'altro per un'altra questione; la mia paura più grande è che qualcuno voglia avallare le furberie, nel senso che io capisco che oggi avere un chiosco di dimensioni enormi in alcune località in cui magari questi chioschi così grandi non possono rimanere in caso di approvazione di adeguamento del PUL, capisco che magari alcuni dovrebbero ridursi, perché è obbligo anche avere dei metri quadri di spiaggia libera, è tutto abbastanza organizzato quando si va a riorganizzare l'assetto con lo strumento, però a mio avviso è la migliore cosa da fare perché se no si rischia veramente di far credere oggi un qualche cosa che domani non potrà essere realizzato e tra l'altro senza investire i Comuni della responsabilità che devono avere nell'adeguare gli strumenti, perché se no è un via libera a tutto! Oggi è questo, domani che cosa sarà? Perché questo è il tema! Se noi facciamo credere di non dover rispettare le regole e di non dover portare avanti quelle che sono le norme e le leggi, perché tanto arriviamo noi che siamo più furbi di tutti e proviamo a fare una norma, che verrà cestinata chiaramente, l'ho già detto, ma una norma perché tanto così le norme le saltiamo perché siamo italiani e siamo furbi, non porta a nulla! Non porterà a nulla! Porterà a voi anche un grande problema. Io lo dico per lei, Assessore, porterà un grande problema perché l'onorevole Zedda l'ha detto. Se questo sarà l'ennesimo fallimento, visto che stanno arrivando tutte le altre leggi che verranno impugnate, io un problema me lo metterei e direi: "Forse non sono adeguato al ruolo". Io non vorrei arrivare a questo per lei perché mi dispiace, perché capisco anche che avete vinto e avete vinto con un margine abbastanza importante, però quelle cose che avete promesso provate a…

PRESIDENTE. Onorevole Orrù, il tempo a sua disposizione è terminato.

È iscritto a parlare il consigliere Eugenio Lai. Ne ha facoltà.

LAI EUGENIO (LEU). Presidente, io non sono intervenuto niente fino adesso perché gli accordi che abbiamo preso naturalmente hanno portato ad avere una posizione un po' più comprensiva, che poi è stata anche illustrata dall'onorevole Meloni, però, badate, e mi appello anche alla sensibilità del presentatore dell'emendamento numero 26, questo emendamento è davvero improponibile. Io non capisco l'Assessore quando dice che ha studiato e ha pensato bene sulla legge, se ha letto l'emendamento. Mi appello alla Vicepresidente della Giunta regionale, perché vorrei leggerlo questo emendamento. "A partire dal primo aprile 2020 i Comuni costieri sono obbligati al rilascio di nuove concessioni demaniali marittime o all'ampliamento di concessioni già esistenti", cioè state togliendo la libertà ai Comuni di scegliere quale sviluppo perseguire per obbligarli in una decisione che state assumendo voi. È anche pensato male davvero, modificatelo eventualmente, ritiratelo, vedete voi. Secondariamente dice: "Le domande devono essere presentate in Regione/Comune" - cioè dove devono essere presentate, in Regione o in Comune? - "dall'entrata in vigore del presente provvedimento, e le amministrazioni rilasceranno" - obbligo: rilasceranno! - "le nuove concessioni o ampliamenti rispettando l'ordine cronologico". Cioè state anche già dicendo che le Amministrazioni comunali, i Comuni, non dovranno fare bandi per assegnare le nuove concessioni demaniali, devono solo rispettare l'ordine cronologico, quindi magari chi è più furbo arriva prima e ha la nuova concessione o l'ampliamento, chi ha, invece, il merito di pensare a una cosa o a un'attività decisamente migliore e arriva dopo viene penalizzato. "Tali concessioni o ampliamenti dovranno" - obbligo - "rientrare nei PUL e qualora fossero già approvati dovranno essere modificati", cioè stiamo ragionando dell'assurdo! Io vi invito davvero a ritirare questo emendamento o invito la Giunta a cambiare il parere su questo emendamento. Voi state costringendo i Comuni ad andare in una direzione. Ve l'ha già detto il Sindaco di Olbia cosa ne pensa di alcune situazioni che avete pensato per le concessioni demaniali; non è sicuramente una persona che proviene dalla sinistra o che è in opposizione rispetto a voi. Ora presentate anche questo emendamento, è logico che la partita cambia notevolmente. Io davvero vi invito a fare un ragionamento e a ritirarlo perché non si possono obbligare i Comuni, non si possono violare le norme dicendo "perseguite questa soluzione" piuttosto che scegliere di fare un bando pubblico, fate gli ampliamenti di 100 metri quadri o di quanto è o di 500 metri quadri… ma se magari la spiaggia non ce li ha neanche 100 metri quadri, come fate a obbligare un Comune ad ampliare di 100 metri quadri se magari non ce li ha neanche? È un emendamento probabilmente presentato con estrema velocità, così come state facendo su tutte le leggi, che ha bisogno di una riflessione decisamente diversa rispetto all'approvazione di una norma in questo momento. Rifletteteci! Assessore Sanna, lei non è solo Assessore all'urbanistica, lei è Assessore anche agli enti locali e dovrebbe tutelare gli enti locali nel diritto alle scelte, nel diritto alla programmazione, nel diritto ad autodeterminarsi e a scegliere quale progetto di sviluppo vogliono intraprendere. In questo caso sta andando ad obbligarli ad assumere una scelta. Ma pensate davvero che trovate un dirigente che vi firmi una cosa del genere? E ancora, se viene presentato in Regione e viene presentato contemporaneamente in Comune, quale si prende di pratica, di protocollo, quello che è stato presentato in Regione che ha il protocollo antecedente o quello che è stato presentato in Comune che ha il protocollo posteriore? Ci sono una marea di contraddizioni su cui vi invito davvero a riflettere e probabilmente fate bene a ritirare l'emendamento, perché questo emendamento stravolge totalmente alcune riflessioni che si stavano facendo e cambiano la partita in gioco. Pensateci, rifletteteci, Assessore, lo legga possibilmente ed esprima un parere diverso, le consiglio di esprimere un parere diverso rispetto a quello che ha espresso fino ad ora. Io credo che anche l'Assessore al turismo sia d'accordo con me nel dire che spetta ai Comuni programmare la propria azione di sviluppo e non obbligarli in una direzione o nell'altra, cioè non credo che sia una scelta giusta questa. Poi posso essere anche d'accordo che si vuole incentivare, si vuole pensare, ma non è questo il modo. Non è questo il modo per andare a risolvere problemi che non sono sicuramente risolvibili con questo emendamento. Quindi rifletteteci, davvero un appello alla riflessione a tutta la maggioranza perché questa è una cosa davvero improponibile.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Gianfranco Ganau. Ne ha facoltà.

GANAU GIANFRANCO (PD). Sì grazie, molte delle cose che volevo dire sono state dette nell'intervento che mi ha preceduto. Io credo che sia un emendamento che vada assolutamente ritirato, che non faccia parte del contesto legislativo che stiamo trattando. Credo che non sia possibile pensare che ci possa essere da parte della Regione un obbligo al rilascio di nuove concessioni, per un massimo di due concessioni per Comune, pur partendo da un'esigenza che è corretta, che è quella di facilitare l'accesso ai disabili, di rendere più accessibile e gratuito l'accesso e il transito ai soggetti con disabilità. Credo che non esista la possibilità che le domande possano essere presentate contemporaneamente in Regione o in Comune, credo che il criterio della priorità della presentazione della domanda che dà titolo per la concessione non vada bene, credo anche che il sottoporre questa normativa sovraordinata rispetto al PUL, cioè laddove non c'è il PUL il PUL, se sarà fatto, dovrà tenere conto di queste concessioni che sono date per quindici anni, cioè uno studio che viene fatto, che non prevede in quell'area se non un insediamento, deve mantenere i due insediamenti che sono stati concessionati dal Comune per quindici anni. Non solo! Se il PUL è già stato fatto, cioè se non prevede più di quegli insediamenti che sono stati studiati dallo studio che precede, appunto, i PUL e che dice quali sono le condizioni ottimali per l'organizzazione dal punto di vista turistico-ricettivo, devono essere inserite all'interno del PUL anche queste ulteriori concessioni. Allora, io credo che sia un abominio assoluto questo emendamento, invito al ritiro i presentatori e mi stupisce che la Commissione e l'Assessorato abbiano dato un parere favorevole.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Alla compilation ovviamente non potevo mancare!

Allora, ve lo traduco, quando si prende un accordo, e in questo caso l'accordo era quello di discutere questa legge, di evitare il tentativo di convincerci a vicenda di cose su cui non è possibile convincerci a vicenda, e appunto discutere gli emendamenti e andare avanti, dando spazio e dando la responsabilità di presentare il nostro punto di vista ai colleghi che in Commissione hanno seguito l'iter del testo e conoscono meglio di altri i dettagli di questo tema. Però io non avevo lontanamente immaginato che potesse essere presentato un emendamento come l'emendamento numero 26. Ora, visto che siamo in pochi e abbiamo anche pochi spettatori sicuramente a quest'ora, e ho sempre paura di non essere abbastanza chiaro, quindi cercherò di esserlo ancora di più. O questo emendamento sparisce ora e, Assessore, da lei mi aspettavo una presa di posizione, perché facendo così, evitando di prendere posizioni, si finisce per non contare niente. La sua opinione di questo passo rischia di essere diciamo alla stregua dell'opinione di un passante di via Roma, e l'opinione dei passanti di via Roma non conta niente, perché noi qua non possiamo stare dietro alle opinioni dei passanti. Per cui qui il tema è questo, o questo sparisce, oppure tutti qua ci mettiamo comodi e ci stiamo ad ascoltare, perché abbiamo tanto tempo, tanti emendamenti da discutere, e molti di noi hanno argomenti per discutere questi e anche per discutere in generale di quelle che sono le linee che ha la Giunta in materia urbanistica, le linee che ha la Giunta in materia di salvaguardia dell'ambiente, le linee che ha la Giunta in materia di sviluppo d'impresa. Perché se l'idea di impresa che avete è quella dei bandi a sportello, per cui noi creiamo le imprese di chi ha il click più veloce, di chi si mette la sveglia e presenta la domanda prima degli altri, e diciamo magari a quelli che veramente hanno qualità, vogliono investire, non vogliono fare i "prenditori" ma vorrebbero fare gli imprenditori per creare posti di lavoro nella nostra isola, e a quelli rispondiamo semplicemente che sono arrivati tardi il giorno del click day.

E poi, cioè realmente, noi stiamo discutendo per l'ennesima volta una legge che non ha avuto il parere dei Comuni e nonostante questo entriamo a gamba tesa imponendo ai Comuni di destinare aree demaniali nuove alla privatizzazione, perché di questo si tratta. Io penso per esempio ad un Comune come Villasimius, che è già molto oltre, perché lo sanno tutti, ha una percentuale di spiaggia occupata da concessioni demaniali molto superiore al limite consentito dalla norma, e noi stiamo dicendo a un Comune, che è già oltre, che deve creare altre concessioni. Ma dove può andare una persona al mare se tutta la spiaggia, se intere spiagge vengono privatizzate?

E poi si torna a bomba, ma che senso ha? Io lo dico anche per voi, che senso ha fare le 4 di notte, per una norma che verrà impugnata?

Io, Assessore, alla terza norma impugnata le chiedo le dimissioni, con una mozione di sfiducia, ma per manifesta incapacità, e una l'ha già persa, le ricordo, nonostante le abbia detto le stesse cose.

(Interruzioni)

Ma non sono professore di un "cavolo", però se non altro le cose me le leggo! Qua non si tratta di essere professori!

SATTA GIOVANNI (PSd'Az). Se mi avvessi fatto parlare prima di te, ti avrei spiegato tutto io!

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Potevi dirmelo informalmente! Siccome siete venuti qua a dirci l'esatto contrario, a dirci che quell'emendamento era stato presentato da stamattina. Eh, quello dico! Siccome si era data la disponibilità a un confronto pacato e corretto, questo non fa parte né della pacatezza né della correttezza. Questo è! Io vi chiedo di tornare alla pacatezza e alla correttezza, rimuovere l'oggetto del contendere, perché questo va rimosso, per garantire anche la serenità nella discussione e nella messa in votazione degli altri emendamenti, su cui vorremmo evitare di ripetere questi concetti, cosa che sarebbe impossibile. E visto che questo emendamento è il numero 26, quindi credo che sarà discusso alla fine, chiedo che questa disponibilità venga sancita ora semplicemente, mi sembrava superfluo dirlo, ho voluto dirlo perché evidentemente quello che ho visto in aula nei cinque minuti precedenti non mi ha fatto stare tranquillo. Fatevi due domande, se è per questo, perché credo di non essere un visionario!

PRESIDENTE. É iscritto a parlare il consigliere Giovanni Satta. Ne ha facoltà.

SATTA GIOVANNI (PSd'Az). Presidente, dopo questo parlare, i professori, sono gli stessi professori che hanno fatto sì che a Cagliari, al Poetto, ci fossero le concessioni stabili, l'avete fatto voi! Il signor Agus era in Aula e parlate di aver consentito alla gente l'imprenditore, poi qualcuno mi dice anche il contrario? Siete voi che l'avete fatto! Qua c'è scritto "nuove concessioni o ampliamento di concessioni"? Io mi vergogno di vivere in un'isola che da Cagliari per tutta la costa nord occidentale, fino ad arrivare a Santa Teresa di Gallura, non c'è una concessione che sia strutturata per accogliere persone disabili. Il senso di questo emendamento, probabilmente è stato fatto male, probabilmente l'ho fatto scrivere male perché ero ad un funerale ad Ozieri, è quello di chiedere che la Regione Sardegna obblighi i comuni, laddove si fa, come dite voi, incetta di guadagni perché si paga poco e si guadagna tanto, a munirsi perché qua c'è scritto "concessioni nuove o ampliamento" di munirsi anche di impianti che consentano ai disabili di fare l'accesso alle spiagge, come c'è in tutto il resto d'Italia, ok? Perché queste cose che arrivano qua dopo dieci anni, in Emilia-Romagna, nella vostra Emilia-Romagna ci sono da cinquant'anni, ora, detto questo che mi avete fatto "incazzare", perché sì probabilmente ci sono delle cose sbagliate, come è sbagliato dire Regioni o Comuni, perché lo sapete meglio di me che lo fanno i Comuni. Io vorrei obbligare i Comuni a dotarsi di questi impianti, se poi le concessioni sono quelle esistenti e vanno ampliate per far sì che ci sia quell'impianto è la stessa cosa. Allora detto questo ai professori, dico che ritiro l'emendamento e mi impegno a riproporlo diversamente quando sarà fatto il piano casa.

(Interruzioni)

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Francesco Mula. Ne ha facoltà.

MULA FRANCESCO (PSd'Az). Presidente, fermo restando che non mi sta piacendo l'atteggiamento anche di qualcuno dell'opposizione, e per quanto mi riguarda accordi non ne esistono più e andiamo avanti col PL 71, questo per inciso, perché accordi non ne avete rispettato, perché bastava anche chiedere così come avete fatto quando vi fa comodo, possiamo fermarci un attimino a discutere di questo emendamento? Invece avete costruito sopra questo emendamento una discussione di 50 minuti. Io mi son preso la briga di provare a correggerlo perché ci sono delle cose che sono improponibili, stavo aspettando l'occasione per proporlo all'Aula per vedere, è migliorato, nel senso che il principio mi sembra che sia stato accolto, quello di poter dare spazio a queste concessioni demaniali riservate a delle persone più svantaggiate, i portatori di handicap. Sappiamo benissimo che i nostri litorali sono sguarniti, stiamo cercando di modificarlo per renderlo presentabile. Sembra che si sia costruita una discussione sopra questo emendamento, e sono le 21, gli accordi erano diversi! Qualcuno mi dovrebbe dire se quando prendiamo gli accordi gli accordi valgono, oppure noi non abbiamo problemi, perché il PL 71 lo dovevamo discutere stasera non c'erano accordi di Capigruppo di maggioranza di rinviarlo a martedì e abbiamo acconsentito per prenderci anche qualche minuto di tempo. Però l'atteggiamento che io sto vedendo in quest'Aula è invece di altro tipo e non mi piace. Poi voi siete liberi di fare quello che ritenete più opportuno, ci mancherebbe altro ma consentiteci anche noi però di essere liberi. Quindi io proporrei se il presentatore, perché il presentatore è il collega, e lui lo ritira, io ho provato a renderlo più, diciamo, scorrevole, proponibile, lo vogliamo vedere? È l'ultimo se non sbaglio. Lo vogliamo vedere? Io direi di sì!

PRESIDENTE. Onorevole Mula, si vede dopo in fase di approvazione dell'emendamento. Quindi si può intervenire in quel momento, per il momento è ritirato.

Metto in votazione l'emendamento numero 11.

Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (LEU). Grazie siccome sono fra i più i più anziani qui dentro e quindi volevo cercare di riportare un po' le cose alla pacatezza. Qui è vero, è stato assunto un impegno, l'impegno lo vorremmo rispettare e sarebbe stato rispettato, nessuna polemica perché l'emendamento presentato dall'onorevole Satta sicuramente non è stato presentato in malafede, lui pensava perché il principio poteva essere anche giusto, chiaramente come è stato presentato non era sostenibile. Però adesso l'emendamento è stato presentato, io credo che dobbiamo tornare all'accordo che abbiamo assunto, il testo è alleggerito e si chiude. Io sono per rispettare gli accordi che abbiamo preso prima, quindi siccome non c'è niente di dirimente, di dirompente negli altri emendamenti sui quali sono stati già dati i pareri sia dall'Assessore che dal presentatore della norma. Io credo che quegli accordi potremmo, credo di parlare, vorrei parlare a nome di tutta la minoranza, gli accordi assunti precedentemente vanno rispettati, io sono per rispettarli e chiedo celermente di chiudere questa legge con quell'emendamento che è stato ritirato, perché non credo che ci sia più motivo. Il motivo del contendere non c'è più, l'emendamento è stato ritirato, lo sto dicendo a me per dirlo a tutti noi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Presidente, noi siamo intervenuti su alcuni emendamenti, e lo può confermare anche l'onorevole Tunis, che si è avvicinato ai banchi dell'opposizione, dove avevamo stabilito che in relazione al fatto che c'era stato un accordo, per noi il testo addirittura è illegittimo, quindi alla fine lo impugneranno non valeva la pena trattenersi a lungo. L'emendamento è presentato contestualmente rispetto all'accordo, questo l'elemento che ha suscitato un problema. E suggerisco, siccome l'emendamento è la (…)di non usare l'argomento della disabilità, di non usare l'argomento della disabilità. È già norma di legge, vengono predisposti gli accessi per i disabili, semmai siccome alcuni di quegli accessi sono di competenza dei Comuni, i Comuni sono in difficoltà economica a sistemare l'accessibilità, si preveda solo ed esclusivamente il punto di accesso per i disabili, i vari punti e la possibilità di fruizione della spiaggia. Ribadisco quello che è stato fatto, non è stato fatto con norme ad hoc per quanto riguarda il Poetto, è stato fatto a norme vigenti, che voi vorreste violare, semplicemente nel rispetto del PUL, perché gli elementi che diceva il collega Satta sono né più né meno il fatto che siccome nessuno vuole adottare il PUL o molti non vogliono adottare il PUL, non c'è la possibilità di imporre la sistemazione con l'accessibilità per i disabili. L'altro elemento che va sottolineato è che son proprio le norme urbanistiche che determinano il fatto che ogni oggetto architettonico debba prevedere, soprattutto se a disposizione del pubblico, l'accessibilità per i disabili, ma perché non lo si vuol fare? Perché nell'ambito della predisposizione del PUL devi ridistribuire le concessioni rispettando anche l'accessibilità per i disabili, che diventa un costo, rispettando le proporzioni di spiaggia libera e spiaggia occupata, in modo tale da avere quegli elementi rispettosi delle norme urbanistiche ed edilizie, perché trasformandosi in oggetti e manufatti che non hanno più una temporaneità ma son permanenti devono essere…

PRESIDENTE. Grazie ricordi di dichiarare il voto, non ha dichiarato il voto.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Il voto è contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Grazie Presidente, tanto per scusarmi per i toni e per la voce alta, però credo che anche quel tono sia una plateale smentita a quanto il collega Satta mi ha rimproverato di essere, toni professorali non prevedono le urla, solo che in quest'Aula, da quello che ho capito, per farsi sentire a volte funzionano di più i toni del "bastascio" e quindi anche come toni perché a volte la pacatezza… onorevole Satta qua cerchiamo di venirci incontro, parlare sopra non è un modo per venire incontro, e quello sto dicendo… io detto semplicemente, e ribadisco quanto ho detto, che l'emendamento numero 26, che è stato ritirato, Presidente… Presidente…

PRESIDENTE. Onorevole Satta, per cortesia lasci esprimere.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). È stato ritirato? Conferma che è stato ritirato l'emendamento numero 26. L'emendamento aggiuntivo citato dall'onorevole Mula ovviamente non è presentabile perché siamo già in corso di discussione, quindi sarà oggetto di una trattazione successiva, perché evidentemente andrà riscritto, possibilmente non nelle anticamere. Rimane un tema, io voglio capire se l'ordine del giorno si chiude… per farne cosa? Per farne cosa? Perché vede Presidente…

PRESIDENTE. Non dialoghi con gli altri onorevole Agus, non dialoghi…

AGUS FRANCESCO (Progressisti). …non dialoghi… però voglio essere certo di aver capito, perché è tardi. Io sento che ci sono…

PRESIDENTE. Onorevole Mula, per cortesia!

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Allora siccome è ancora presto, io sono convinto che la trattazione non si sia esaurita, perché c'è sempre qualcos'altro da dire, possiamo continuare a dirci tutto quello che dobbiamo dirci. Io però ho bisogno di capire se ho capito bene o se non ho capito bene. Perché l'emendamento 26 è stato ritirato, e me lo conferma, qui dietro stanno scrivendo un emendamento, non capisco perché, perché non è possibile più presentare emendamenti se non in forma orale, deve essere condivisa da tutti i Capigruppo e oggi ho dormito male, quindi ho un umore pessimo e io non darò mai l'ok ad un emendamento orale. Mi dicono poi che l'ordine del giorno dopo questa discussione potrebbe continuare, perché c'è stata palesata anche questa eventualità, queste cose vanno chiarite se vogliamo avere una discussione serena della conclusione di questo testo. Siccome non mi sembra di aver utilizzato toni in questa occasione accesi, né parole fraintendibili, a questo però deve arrivare una risposta, non può essere contemporaneamente deciso e non deciso perché se no…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Desirè Manca. Ne ha facoltà.

MANCA DESIRE' (M5S). Noi non siamo intervenuti, abbiamo rispettato rigorosamente quelli che erano i patti che sono stati presi nella Capigruppo. Prima di tutto, Presidente, le chiederei la grande cortesia di far rispettare quella che è la democrazia anche in quest'Aula, nel senso che quando prendiamo la parola e ciascuno di noi, parlo per tutti, parla, cerchi di evitare che qualcun altro si sovrapponga nella comunicazione, questo è un suo compito per cui la invito a far rispettare questo principio di democrazia che dovrebbe essere per tutti. Io capisco perfettamente che, nella foga anche di presentare un progetto, un emendamento, delle azioni che possono andare anche a migliorare un progetto di legge, si possa anche sbagliare, perché tutti possiamo sbagliare. Per cui io credo in assoluto nella buona fede del collega, anche se magari il collega ha sbagliato anche in quello che è proprio l'approccio e soprattutto l'indirizzo che voleva dare a questo emendamento, perché davvero la legge prevede già che gli stabilimenti abbiano, e quindi… ma ci sta, quello è un errore e ci sta, ma a me, devo essere sincera, non sbalordisce un errore dei colleghi, quello che mi sciocca come consigliere regionale della Regione sarda è l'Assessore. Assessore Sanna, lei ha votato sì, ha dato un parere favorevole a un emendamento che lei neanche ha letto, perché o l'ha letto e non l'ha capito o non l'ha letto, perché io non voglio pensare che un Assessore possa dare parere favorevole di tutta la Giunta su un emendamento come questo, non voglio crederci. Lei è un Assessore, lei è un Assessore della Regione Sardegna, quindi non mi sciocca il collega che può sbagliare, mi sciocca lei, che è Assessore. Sorrida, c'è poco da sorridere, Assessore, se mi posso permettere, c'è poco da sorridere visto che è lei l'Assessore. Adesso, sul principio della legge, della proposta di legge il Movimento 5 Stelle è assolutamente a favore e a tutela di tutti i posti di lavoro, ma non potete presentarci una proposta di legge fatta in questi termini, completamente sbagliata.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stefano Tunis. Ne ha facoltà.

TUNIS STEFANO (Misto). Sull'ordine dei lavori. Sto ascoltando rispettosamente tutti quanti gli interventi, che oltretutto sono assolutamente pertinenti non sempre sull'emendamento che stiamo valutando. Quindi, io devo chiedere al Presidente di attenersi al ruolo di verificare il fatto che un intervento sull'ordine dei lavori è un intervento sull'ordine dei lavori e un intervento di merito in dichiarazione di voto è su quello che stiamo votando. Qui sento interventi sull'emendamento numero 26, che non è in votazione, da almeno mezz'ora. Quindi, non c'è problema, restiamo qua, parliamo di ciò di cui dobbiamo parlare, però cerchiamo di stare sul punto, anche perché l'emendamento numero 26 è stato ritirato, quindi mi pare superfluo continuare a parlarne.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 11, vi ricordo che c'è il parere contrario sia della Commissione che della Giunta. Votazione elettronica.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 11.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio non approva).

Emendamento numero 17. Lo metto in votazione.

Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Per annunciare il voto a favore dell'emendamento. Io ribadisco quanto ho detto poc'anzi, non ho capito se la discussione di stasera si deve esaurire con questo testo o c'è l'intenzione di proseguire nell'ordine del giorno, perché quello è dirimente…

PRESIDENTE. Scusi, lei si è prenotato per dichiarazione di voto e mi sta chiedendo altro.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Ho già detto che voto a favore.

PRESIDENTE. Mi chiedono di applicare il Regolamento, mi chiedete di applicare il Regolamento, io applico il Regolamento.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Certo che sì.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 17.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 17.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione l'emendamento numero 16.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 16.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio non approva).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 15.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio non approva).

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Per ritirare la richiesta di voto elettronico.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (LEU). Per ribadire, sarò anche un po' pedante, che l'accordo si mantiene, quindi che dia un segnale di fumo la maggioranza così si ritirano anche gli emendamenti e finiamo.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 14. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 13. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 12. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 27. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 2. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 3. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione il testo dell'articolo 4 con votazione elettronica.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 4.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Metto in votazione l'emendamento numero 20. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 19. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 18. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 1. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 21. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 23. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 22. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Sull'emendamento numero 25 la Commissione e la Giunta hanno espresso parere favorevole.

Metto in votazione l'emendamento numero 25. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

L'emendamento numero 26 è stato ritirato. Passiamo all'esame dell'articolo 4 bis a cui sono stati presentati degli emendamenti.

Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Dario Giagoni, relatore di maggioranza.

GIAGONI DARIO (LEGA), relatore di maggioranza. Grazie, signor Presidente. Come direbbe l'onorevole Gianfranco Satta, sono fermamente e decisamente contrario su tutti.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.

SANNA QUIRICO, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Il parere della Giunta è conforme a quello della Commissione.

PRESIDENTE. È aperta la discussione sull'articolo 4 bis e sui suoi emendamenti.

E' iscritto a parlare il consigliere Giuseppe Meloni. Ne ha facoltà.

MELONI GIUSEPPE (PD). Grazie, Presidente. Mi era sembrato di capire prima informalmente che ci fosse un parere positivo sull'emendamento 24, è cambiato l'orientamento?... parere favorevole quindi? Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Dario Giagoni. Ne ha facoltà.

GIAGONI DARIO (LEGA). Siccome siamo aperti indubbiamente a rivalutare le questioni, se i colleghi della maggioranza ritengono che debba essere preso in esame il parere è favorevole.

SANNA QUIRICO, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Il parere della Giunta è conforme a quello della Commissione.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gianfranco Ganau. Ne ha facoltà.

GANAU GIANFRANCO (PD). Grazie, Presidente. Vorrei sottolineare che anche sull'emendamento numero 28, quello che escludeva la parola "e comunque" che crea un'ambiguità nella legge si era dato parere favorevole. Grazie.

PRESIDENTE. Sul 28 o entrambi. Verificate.

Nel frattempo metto in votazione l'emendamento numero 5. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 6. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 7. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 9. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 8. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 24. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Adesso rimane l'emendamento numero 28 per quanto riguarda l'articolo 4 bis. (Interruzioni)

Potete verificare per cortesia?

GIAGONI DARIO (LEGA), relatore. Un attimo, Presidente.

PRESIDENTE. Sì, siamo qua.

Metto in votazione l'emendamento numero 28. Chi è favorevole? Chi è contrario?

(Interruzioni)

Verifichi. Eravamo già in votazione, stavamo votando. Allora la votazione è annullata. Sospendo un attimo il Consiglio.

(Interruzioni)

Riprendiamo i lavori. Onorevole Giagoni, avete verificato?

GIAGONI DARIO (LEGA), relatore. Sì, a favore perché è in surplus la parola "e comunque". Va benissimo. A favore.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 28. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Metto in votazione l'articolo 4 bis. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 6. All'articolo 6 è stato presentato un emendamento soppressivo totale.

Metto in votazione il mantenimento del testo dell'articolo 6. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.)Chi non lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Passiamo alla votazione finale della proposta di legge.

Ha domandato di parlare il consigliere Michele Ennas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ENNAS MICHELE (LEGA). Grazie Presidente. Solo per annunciare il voto favorevole del nostro Gruppo e anche per richiedere per ognuno di noi Consiglieri del Gruppo Lega l'aggiunta della firma come sottoscrittori in quanto non siamo presenti. Io anche in questo caso mi sento di dover ringraziare per il lavoro svolto in Commissione, quindi il Presidente della Commissione, gli altri colleghi e ovviamente l'assessore Quirico Sanna. Oggi ne abbiamo sentito molte, non aggiungo poi il sostantivo dopo, però ne ho sentito. Io penso invece che, come ha detto l'onorevole Cossa, sia un altro momento importante in cui aggiungiamo un ulteriore tassello per dare una certezza e stabilità…

(Interruzione del consigliere Eugenio Lai)

ENNAS MICHELE (LEGA). Tu pensi veramente di essere qualcuno che può criticare gli altri? A me fai ridere perché sei l'incarnazione della peggiore politica e invece ti permetti di giudicare…

PRESIDENTE. Onorevole, faccia la dichiarazione di voto. Non si può rivolgere…

ENNAS MICHELE (LEGA). Però, scusi Presidente, l'onorevole Lai è mezz'ora…

PRESIDENTE. Non lo può fare. La richiamo a esprimere la dichiarazione.

ENNAS MICHELE (LEGA). Va bene, però faccia la cortesia, eviti… sto finendo il discorso, visto che ho un pochettino di tempo.

Anche questa volta le risposte giungono da questa parte politica, purtroppo è così. Perché la grossa differenza che c'è tra quello che proponeva, per esempio, e dico anche con grande collaborazione, l'onorevole Meloni, che ringrazio, perché è tra i pochi che ringrazio dell'opposizione, in questo caso almeno, mancava di un particolare che è quello legato al fatto che ci sono Comuni che non sono dotati di PUL. Ancora si fa finta che non esista una legge finanziaria dello Stato che è quella che poneva determinati paletti anche rispetto a quello che diceva la normativa Bolkestein. Si fa finta che non esiste quella legge finanziaria, si fa finta che non dica che ci sarà un riordino anche delle concessioni demaniali o della legge sul demanio, e che quindi qualsiasi adozione si faccia potrebbe essere impugnata, anche rispetto ai piani. Quindi noi dobbiamo dare stabilità quel comparto e lo facciamo con un metodo razionale, almeno per quanto ci riguarda.

Grazie Presidente, non ho altro da aggiungere. Chi deve ascoltarci, anche qui ci sono dei portavoce di questo comparto, avrà sentito tutta la discussione e avrà anche capito chi ragiona in una certa maniera e chi ragiona, invece, in un'altra.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stefano Tunis. Ne ha facoltà.

TUNIS STEFANO (MISTO). Presidente, sull'ordine dei lavori. Prima del voto finale, visto che qualcuno ha ricordato che sono stato io ad andare nei banchi dell'opposizione per ragionare su come organizzare i nostri lavori ed evidentemente questo intervento non è servito ad organizzarli nella modalità in cui abbiamo avevamo pattuito in quel momento. Voglio ricordare che la nostra parola qualcosa vale, sempre e comunque, perché siamo delle persone che hanno delle responsabilità politiche e delle responsabilità amministrative. Mi secca partecipare, prendere degli impegni, e poi quando questi impegni vengono disattesi per un motivo o per l'altro, perché gli impegni si mantengono anche quando è difficile mantenerli. Per mio conto proporrò alla maggioranza, nonostante questo impegno non sia stato rispettato, di farlo per quello che è la nostra parte, e quindi non proseguire sul PL 71, però voglio dirlo a me stesso per dirlo a tutti quanti i colleghi, è importante per quello che facciamo qua dentro che sappiamo anche organizzare bene il nostro lavoro, e quando prendiamo degli impegni, mantenerli.

Quindi volevo anticipare da parte dei colleghi della maggioranza la disponibilità comunque a stare all'interno del solco dell'impegno assunto, nonostante lo abbiamo sforato di ben un'ora e mezza.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Roberto Li Gioi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LI GIOI ROBERTO (M5S). Presidente, noi come Movimento 5 Stelle siamo a favore dei balneari, lo siamo sempre stati e sempre saremo al loro fianco, siamo favorevolissimi al prolungamento della stagione, perché si tratta di una categoria di imprenditori fondamentale per lo sviluppo turistico della nostra isola. In linea di principio siamo favorevoli anche a concedere la possibilità di non smontare le strutture, evitando inutili spese, che fanno indubbiamente ad incidere sul loro bilancio, ma come è emerso in maniera palese dalla discussione in Aula, così com'è strutturata questa legge presenta forti criticità, è fra le normative che si prestano ad essere impugnate, determinando un pericoloso effetto boomerang sugli stessi lavoratori balneari ai quali siamo a maggior ragione ancora più al fianco.

Per queste ragioni il nostro sarà un voto di astensione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Presidente, è vero avremmo potuto finire con largo anticipo se le cose fossero andate diversamente, senza farla lunga diciamo, l'obiettivo che si vuol raggiungere è il superamento della temporaneità che chiedemmo come Comune di Cagliari alla Regione, all'epoca. Quindi non è un elemento che mi vede in disaccordo, anzi. In relazione a quest'aspetto è pur vero che in alcune spiagge probabilmente non ci sarà interesse a operare con il posizionamento di manufatti superando la temporaneità, come organizzazioni identiche del lavoro a quello che viene fatto in chiave estiva, ma è anche vero che vi sono spiagge utilizzabili solo in chiave invernale e non in chiave estiva per la pratica di diversi sport, surf, kite surf, windsurf, dove tantissimi non possono beneficiare di uno spogliatoio, di un luogo sicuro dove lasciare le chiavi della macchina, ci sono esigenze di questo tipo. Cosa avrei fatto, fossi in voi, cogliendo l'esigenza del superamento della temporaneità? Intanto valutando caso per caso, cioè lasciando ai Comuni la verifica dei luoghi e dell'utilizzo reale delle spiagge. Buggerru, vanno a surfare, basta che ci sia una maestra lata, si forma l'onda e vanno a surfare, Oristano lo stesso, tutta la costa occidentale nel momento in cui c'è una maestralata è ricca di ragazze, ragazzi, giovani che vanno o assistere anche a manifestazioni di surf, per praticare lo sport, o altro. E in altri casi, altri tipi di manifestazioni sportive, perché alla fine anche con le giornate che fa, ormai coi cambiamenti climatici probabilmente anche campi da beach volley, beach tennis potrebbero essere posizionati. Prende un altro minuto in più, Presidente, le chiedo la cortesia.

Quindi il superamento della temporaneità, d'accordissimo. Ci sono spiagge che vengono utilizzate anche d'inverno, e ci mancherebbe, e anche però a tutela dei bagnanti, delle ragazze e i ragazzi, perché sappiamo tutti che in chiave invernale non c'è controllo sulla balneazione, non è definibile come balneazione nel senso di una famiglia che va al mare a frequentare la spiaggia come in estate, ma son pur sempre ragazze e ragazzi che si buttano in acqua, surf, windsurf, non c'è alcun controllo, non c'è la sicurezza perché quella sicurezza per la balneazione è prevista solo ed esclusivamente in chiave estiva.

Così come l'accessibilità per i disabili con la rimozione delle pedane è in chiave estiva. Quindi non è questo l'oggetto del contendere. Il tema è la norma corrisponde a questa volontà o ha all'interno una serie di dinamiche urbanistiche, non di concessioni demaniali, sono due elementi differenti.

Uno è dire che tu potrai avere un contratto di affitto per un immobile per cinque anni, e il contratto vale per un quinquennio, da ottobre a maggio, perché io poi d'estate voglio affittare quella casa con un interesse diverso da parte di chi beneficia di quell'immobile perché è un turista. Diverso invece è dire che quel manufatto può rimanere superando la temporaneità. Non si può fare? Sì, si può fare, ho cercato di dirlo per una norma che probabilmente in alcune spiagge potrebbe generare flussi turistici anche d'inverno, predisponendo anche un'analisi dei luoghi sull'utilizzo reale e sul possibile utilizzo futuro. Questa è la norma che avrei scritto, un articolo e 2 commi, e probabilmente avremmo risolto il problema della temporaneità e avremmo risolto gli altri elementi, senza entrare nella materia urbanistica che non è superabile con gli argomenti, i commi e agli articoli usati.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maria Laura Orrù per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ORRU' MARIA LAURA (Progressisti). Presidente, per esprimere questo concetto. Allora l'onorevole Ennas chiaramente ha un po' tirato in ballo alcune questioni, ma non le voglio neanche riprendere. Però io vengo dal mondo dello sport, ho fatto agonismo per tanti anni, e sono abituata ad alzare le mani ed esultare dopo che si supera il traguardo, non quando si è alla partenza, cioè un po' per scaramanzia l'ho sempre fatto, non ho mai parlato prima ma ho cercato sempre di alzare le mani dopo che arrivavi al traguardo. Secondo me noi in questo momento siamo alla linea di partenza, ripeto, perché il testo ha dei vizi, e questi vizi hanno necessità di superare una gara a ostacoli. Ecco io mi sarei posto questo problema prima di esultare e di lasciar credere anche a chi ci guarda da casa, o chi è stato seduto qua fino a oggi, di avere ottenuto il risultato migliore. E mi dispiace sinceramente la superficialità di quest'Aula, dispiace la superficialità di alcune persone all'interno di quest'Aula, e anche di alcune considerazioni che sono state fatte nel rispetto dei ruoli. Perché noi poi alla fine vogliamo solo dare un contributo positivo. Io sto imparando a conoscere l'onorevole Zedda, vi garantisco che anche nelle riunioni tra di noi inizia a un'ora e finisce alle 3 di notte. Cioè, non lo fa per ostacolare i lavori, lo fa perché effettivamente vuole davvero sempre dare un contributo. No, ma perché penso proprio questo, che la politica ha davvero bisogno di uscire dagli slogan e di provare a entrare nel merito e non con superficialità, ma provando a studiare e applicandosi in un certo modo. Ma non lo dico per noi, perché non penso di essere né da una parte di essere migliore, io sono al primo anno e sto cercando di imparare con molta umiltà, ma lo dico perché ne ha bisogno davvero tutta la politica, perché abbiamo sempre tutti, da tutte le parti, fatto delle grandi figure che non hanno restituito dignità alle persone che vivono e che chiedono chiaramente aiuto, e che oggi magari vengono a bussare alla vostra porta. Ma noi dobbiamo scrivere norme che siano capaci di dare risposte a tutti, perché se tutti stanno meglio sicuramente andrà avanti il sistema, se noi dovremo avere sempre qualcuno che ci chiede per cortesia di approvarle qualcosa nessuno starà meglio e si starà sempre peggio, fino a quando non ci si ritorcerà contro tutto questo. Io questo vorrei lasciarlo come promemoria per me. Poi sono certa magari che probabilmente le mie parole usciranno da quest'Aula e verranno…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giovanni Satta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SATTA GIOVANNI (Psd'Az). Sarò brevissimo ovviamente per annunciare il mio voto favorevole a questo provvedimento di legge, ma per ribadire anche che, volevo fare chiarezza su quanto è successo in merito all'emendamento da me presentato e dal collega Franco Mula, è risaputo che al di là della Liguria e dell'Emilia Romagna nessuna Regione in Italia rispetta quello che è il divieto da applicare in materia di concessione balneare anche per quanto riguarda l'abbattimento delle barriere architettoniche. Quindi questo emendamento probabilmente è stato fatto da me troppo velocemente, probabilmente l'amico Assessore ha sicuramente dato il suo benestare confidando nella mia buonafede e comunque mi ripropongo prossimamente, quando saremo in sede di elaborazione del Piano Casa, di riproporre una norma che veramente in Sardegna rende operativa quella che la legislazione nazionale, quindi che le barriere architettoniche anche nelle nostre spiagge non ci siano, il mare debba essere un bene fruibile per tutti compresi anche le persone portatrici di handicap. Questo era il senso dell'emendamento e comunque sarei stato sicuramente disponibile a discutere l'eventuale ritiro, che poi ho fatto, ma senza che ci fosse questa mega levata di scudi da parte di chi probabilmente in alcuni casi si dimentica che tante leggi fatte nei cinque anni precedenti, in questi banchi si sedevano le stesse persone, sono state impugnate dallo Stato e rimandate al mittente. Quindi la morale probabilmente bisognerebbe farla sempre e comunque dopo che i risultati sono ottenuti, sia a noi ma anche voi, grazie.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della proposta di legge numero 83/A Parte seconda.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Il Consiglio è convocato per martedì 18 febbraio 2020 ore 10 e 30, con il primo punto all'ordine del giorno la mozione 157 su AirItaly, grazie.

Grazie a tutti la seduta è chiusa, buona notte.

La seduta è tolta alle ore 22 e 01.