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Resoconto della seduta n. 102 del 02/02/2021

CII SEDUTA

Martedì 2 febbraio 2021

Presidenza del Presidente Michele PAIS

indi

del Vicepresidente Giovanni Antonio SATTA

La seduta è aperta alle ore 11 e 17 .

MELE ANNALISA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana dell'11 gennaio 2021 (96), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Carla Cuccu, Pierluigi Saiu e Giovanni Satta hanno chiesto congedo per la seduta del 2 febbraio 2021.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di presentazione di proposta di legge nazionale

PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la proposta di legge nazionale numero 7.

Annunzio di presentazione di proposta di legge.

PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la proposta di legge numero 242.

Discussione e approvazione del disegno di legge: Disciplina del provvedimento unico regionale in materia ambientale (PAUR), di cui all'articolo 27 bis del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale), e successive modifiche e integrazioni. (238/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'esame del disegno di legge numero 238/A, prima però di dichiarare aperta la discussione generale convoco una Conferenza di Capigruppo qui nella saletta a fianco. Il Consiglio è sospeso, grazie.

(La seduta, sospesa alle ore 11 e 18, viene ripresa alle ore 11 e 45.)

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SATTA GIOVANNI ANTONIO

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, prego i consiglieri di riprendere posto.

L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 238/A.

Dichiaro aperta la discussione generale.

Ha facoltà di parlare il consigliere Michele Ennas, relatore di maggioranza.

ENNAS MICHELE (LEGA), relatore di maggioranza. Il presente disegno di legge ha lo scopo di disciplinare il provvedimento unico regionale in materia ambientale, cosiddetto PAUR, di cui all'articolo 27 bis del decreto legislativo 3 aprile 2006 numero 152, "Norme in materia ambientale e successive modifiche e integrazioni". L'attuale quadro normativo è caratterizzato da una forte criticità legata alle molteplicità delle tipologie di autorizzazione ambientale che le imprese sono tenute ad acquisire.

Se da un lato il proliferare delle norme è figlio dell'esigenza di salvaguardare l'ambiente, dall'altro la complessa normativa in materia rappresenta un serio ostacolo di ordine burocratico allo svolgimento dell'attività economica, in particolare per le piccole e medie imprese. Questo nuovo strumento normativo consente un riallineamento della normativa regionale con le disposizioni dell'articolo 27 del decreto legislativo 152 del 2006, e una razionalizzazione del processo amministrativo autorizzativo in materia ambientale, dando la possibilità al proponente di richiedere al competente Ufficio regionale che il provvedimento di valutazione di impatto ambientale, comprensivo della valutazione di incidenza ambientale, qualora necessaria, sia rilasciato all'interno del PAUR, il quale ricomprende anche i titoli abilitativi ambientali rilasciati dalle amministrazioni coinvolte nel procedimento.

Entro 30 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale, su proposta dell'Assessore regionale competente in materia di ambiente, approverà gli indirizzi operativi che conterranno le direttive e disposizioni per l'organizzazione e le modalità di esercizio delle funzioni amministrative della Regione in materia di VIA, accorpando e aggiornando di fatto in un unico atto le disposizioni contenute in diverse deliberazioni regionali. Il disegno di legge formulato tiene conto del sistema di competenze delineato con la legge regionale 7 gennaio 1977 numero 1, che all'articolo 14 individua quelle in capo all'Assessorato regionale della difesa dell'ambiente, dell'articolo 48 della legge regionale 12 giugno 2006 numero 9, che al comma 1 attribuisce alla regione tutte le funzioni amministrative in materia di valutazione di impatto ambientale, non ritenuta di rilievo nazionale, dell'articolo 7 bis del decreto legislativo numero 152 del 2006 concernente le competenze in materia di VIA e di verifica di assoggettabilità a VIA, della legge regionale 20 ottobre 2016 numero 24, che all'articolo 13 recante azioni ed obiettivi della semplificazione amministrativa, indica tra gli obiettivi da conseguire, la riduzione delle fasi procedimentali non necessarie e la riduzione dei termini di conclusione dei procedimenti amministrativi. Ed è la giurisprudenza in materia, e in particolare della sentenza della Corte Costituzionale numero 81 del 2013, in cui si afferma la legittimità dell'articolo 48 comma 3 della legge della Regione autonoma della Sardegna numero 9 del 2006, con la quale è stato attribuito alla Giunta regionale il potere di decidere sulle valutazioni di impatto ambientale.

Il PAUR rispondeda un lato all'esigenza di semplificazione tramite l'accorpamento della fase decisionale all'interno di un'unica conferenza di servizi decisoria e dall'altro lato all'esigenza di certezza dei tempi procedimentali tramite l'individuazione di termini determinati riducendo di circa la metà la tempistica delle autorizzazioni. Quella della semplificazione è una necessità che si sta manifestando a tutti i livelli amministrativi, la recente legge nazionale numero 120 dell'11 settembre 2020 di conversione del decreto legge 16 luglio 2020 numero 76, ha introdotto importanti norme circa le tempistiche previste per le verifiche preliminari e i termini di conclusione delle conferenze dei servizi arrivando anche a prevedere la creazione di procedure speciali accelerate, cosiddette fast track dedicate all'espletamento delle procedure di VIA delle opere ricomprese nel piano nazionale integrato per l'energia e il clima. Ridurre i tempi dei procedimenti evidentemente è una necessità, questo non si deve confondere né con una riduzione delle garanzie richieste alle imprese in termini ambientali, né tanto meno con una riduzione dei controlli sulle imprese stesse, che sono e restano uno strumento fondamentale nella verifica del rispetto della normativa ambientale. Di fatto lo scopo dell'autorizzazione unica ambientale è semplificare gli adempimenti amministrativi delle imprese attraverso un procedimento improntato sul principio di proporzionalità in relazione alle dimensioni dell'impresa e al settore di attività, nel rispetto dell'esigenza di tutela degli interessi pubblici. Il procedimento del PAUR si articola in due fasi, la prima riguarda l'istruttoria tecnica condotta dagli uffici preposti, mentre la seconda consiste in una delibera della Giunta regionale contenente l'autorizzazione finale. La Giunta regionale delibera in ordine alla compatibilità ambientale e se è positiva rilascia il provvedimento autorizzativo unico regionale, elencando i titoli abilitativi in esso ricompresi. La durata del PAUR �� quella stabilita nel provvedimento stesso ed è in funzione della durata dei provvedimenti autorizzativi richiesti dal proponente. Dotarsi di una legge sul PAUR assume oggi particolare rilevanza in funzione delle sfide del futuro, in particolare quelle del Recovery Fund e del Just Transition Fund e dei grandi progetti che questa Giunta regionale e la sua maggioranza stanno portando avanti anche rispetto ad importanti piani di rilancio di grandi imprese strategiche. Sono certo che questa Assemblea si esprimerà all'unanimità rispetto ad un provvedimento innovativo e importante che recepisce la più avanzata normativa europea e nazionale in materia ambientale.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Roberto Li Gioi, relatore di minoranza.

LI GIOI ROBERTO (M5S), relatore di minoranza. Il recepimento della normativa nazionale in una materia di così grande rilevanza, con ricadute fondamentali sulla realizzazione di opere di importanza strategica, è un atto dovuto.

Il ritardo nell'attuazione di quanto previsto nel decreto legislativo numero 104 del 2017 che fa riferimento alla direttiva 52 del 2014 dell'Unione europea ha comportato pesanti danni economici e strutturali per la nostra Isola con interventi essenziali rimasti al palo e conseguente mancata spendita di ingenti risorse, utili a ridare ossigeno all'economia regionale. Il DL 238 risponde solo in parte a queste esigenze, e nella sua struttura organica relativa al contingentamento del procedimento di valutazione di impatto ambientale non presenta elementi di criticità.

L'articolato, nella sua quasi totalità, si dipana in un decurtamento dei tempi delle varie fasi che sfociano nel rilascio del provvedimento autorizzatorio unico ambientale regionale, tutto perfetto, anzi no, tutto surrettizio, il perché è presto detto.

La Giunta regionale sarda, come riportato nella relazione a questo disegno di legge, ha infatti già recepito la direttiva 52/2014 dell'Unione europea, con la deliberazione 4524 del 27 settembre 2017, provvedendo con la successiva deliberazione 5314 del 28 novembre 2017, a sancire che l'autorità competente al rilascio del cosiddetto provvedimento autorizzatorio unico regionale, da individuarsi nell'ambito della struttura regionale, diviene l'unico interlocutore del proponente. Perché allora, anziché dare attuazione alle citate delibere, confezionare questo superfluo atto legislativo? La soluzione di un annosa e sanguinosa vertenza industriale del sud Sardegna è certamente una ragione plausibile per ritornare su un argomento stranamente dimenticato in questi due anni di legislatura. Ma ciò che balza all'occhio, ad un'attenta lettura del testo proposto, è quanto affermato dal comma 10 dell'articolo 1: "La Giunta regionale nell'esercizio della propria discrezionalità politica e amministrativa delibera in ordine alla compatibilità ambientale e, se positiva, adotta contestualmente la determinazione motivata di conclusione della Conferenza dei servizi, di cui al comma 9, e rilascia il provvedimento autorizzatorio unico regionale". Inserire la discrezionalità politica della Giunta in legge, come discriminante decisiva per il riconoscimento della compatibilità ambientale è un fatto che a noi pare oltremodo grave, costituendo inoltre un precedente molto pericoloso. E non è certo un caso che si caratterizzi per la sua unicità nel panorama normativo della materia nell'intero territorio nazionale, quasi tutte le regioni infatti fanno derivare il rilascio del PAUR da un decreto del dirigente competente, soltanto la legge regionale 4 del 2018 dell'Emilia Romagna prevede invece che il PAUR sia adottato con atto di Giunta, che tuttavia deve obbligatoriamente recepire la determinazione motivata di conclusione della Conferenza dei servizi. Nessun esercizio della propria discrezionalità politica quindi, ma la semplice naturale presa d'atto dell'esito di una istruttoria amministrativa, perché di un atto amministrativo si tratta, non di un atto politico. Il vostro disegno di legge va ben oltre, mentre al comma 9 dell'articolo 1 replica quanto previsto dalla legge emiliano romagnola, nel successivo comma arriva a canonizzare l'assoluta discrezionalità politica della Giunta in merito alla compatibilità ambientale degli interventi. Il rilascio del provvedimento autorizzatorio unico ambientale regionale infatti è subordinato al parere positivo di compatibilità ambientale, rilasciato dalla Giunta con discrezionalità politica. L'inserimento di questa discrezionalità politica ci fa sorgere più di un legittimo dubbio, anche alla luce delle vicissitudini recenti e future concernenti il piano di mitigazione del rischio idrogeologico della città di Olbia. Il nostro giudizio sul disegno di legge in esame non può prescindere da questa palese dissonanza, in definitiva la richiesta della minoranza è che quest'Aula elimini tale dissonanza, restituendo alla procedura la sua natura prettamente amministrativa.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Presidente, intanto varrebbe la pena fare una premessa in relazione, e quindi non rubo tempo sull'ordine dei lavori ma utilizzo il tempo sull'argomento che stiamo trattando per introdurre un altro elemento che in parte si collega almeno nel ragionamento che fate vorrei fare. Intanto parrebbe, almeno questa è la notizia che sta circolando, che la Regione Sardegna abbia perso al TAR rispetto al ricorso presentato in relazione alla ridefinizione dei criteri per quanto riguarda l'ingresso in zona gialla. Lo dico perché nell'ambito del ricorso presentato dalla Regione Sardegna c'è un argomento che viene sostenuto nell'ambito del ricorso che il Governo avrebbe adottato un provvedimento come quello di cambio di colore della Regione Sardegna con criteri discrezionali. E mi rifaccio a ciò che diceva il collega Li Gioi, che si è concentrato in particolar modo sul comma 10. Cioè mentre da un lato poche ore fa la Regione sosteneva presso un tribunale amministrativo il fatto che fosse assurdo, tanto da determinare un intervento della Regione presso il Tribunale amministrativo della Regione Sardegna, lo stesso giorno, gli stessi che hanno sostenuto la tesi che la discrezionalità sia un elemento da condannare, censurare, addirittura con un intervento del tribunale che sarebbe dovuto intervenire con sentenza contro la discrezionalità, esattamente poche ore dopo ci ritroviamo a discutere un testo che introduce, nell'ambito della discussione sugli strumenti che regolano la possibilità di fare nel territorio della Sardegna, che la stessa Regione che fino a poche ore prima sosteneva che la discrezionalità fosse un elemento negativo introduce, per quanto riguarda gli interventi legati alla valutazione di impatto ambientale e la valutazione legata agli interventi nell'ambito del nostro territorio, per legge il criterio della discrezionalità, deve essere la guida, il motore, l'elemento fondamentale che deve portare agli interventi e alla giustificazione del sì o del no con delibera della Giunta regionale, introducendo addirittura ciò che probabilmente determinerà una confusione incredibile, questo sì, di ricorso al TAR di tanti contro la Regione Sardegna però, e cioè l'elemento che nell'esercizio della propria discrezionalità, che come si sa è un principio cardine del diritto, l'incertezza, l'umore, l'opinione, non il fatto che ci sia un'evidenza tecnico scientifica, relazioni approfondite. No! La Giunta regionale nell'esercizio della propria discrezionalità politica…. guardate la discrezionalità politica attiene al fatto che uno possa sostenere una o un'altra opinione politica, non il fatto che uno possa sostenere quel progetto l'altro progetto, quella non è discrezionalità, si chiama in altro modo. Quindi la discrezionalità amministrativa, siamo arrivati al fatto che in teoria uno quando ricorre al TAR, o comunque quando opera in termini di diritto amministrativo dovrebbe operare in relazione a leggi vigenti, no, in questo caso vi è una discrezionalità amministrativa, e cioè si opera in base all'opinione politica, o l'opinione relegata al singolo progetto, mi piace e non mi piace, sennò non si capirebbero quali altri elementi. Tanto è vero che continuando la Giunta delibera in ordine alla compatibilità ambientale. La Giunta s�� che delibera in ordine alla compatibilità ambientale anche oggi, ma delibera in funzione di quel che è il documento favorevole o negativo che proviene dalla Conferenza di servizi, qui invece si introduce un nuovo elemento: "…in ordine alla compatibilità ambientale, e se positiva…", ma il soggetto e la Giunta, non è la Conferenza dei Servizi. Ora o voi intendete dire che non c'è, però su questo non c'è evidenza nel testo, o intendete dire che a fronte della Conferenza di servizi la Giunta, anche nel caso di un parere positivo, possa in modo discrezionale, politico, cioè perché in quell'ambito erano decisi politicamente in modo strategico degli interventi diversi per il futuro della Sardegna, allora è un altro caso, ma letta così, "la Giunta regionale nell'esercizio della propria disponibilità politica e amministrativa delibera in ordine alla compatibilità ambientale, e se positiva adotta contestualmente la deliberazione motivata di conclusione della Conferenza dei servizi", il soggetto è sempre la Giunta, non è la Conferenza dei Servizi che ha adottato un provvedimento favorevole o sfavorevole, lo trasferisce alla Giunta, e la Giunta decide in altro modo di acquisire quel parere, oppure nel caso il parere sia positivo di negare o riproporre alla Conferenza dei Servizi ulteriori approfondimenti, "e rilascia il provvedimento", la Giunta, quindi superando, cioè determina la giunta la conclusione portando in capo alla Giunta l'elemento di conclusione e decisione che invece sarebbe in capo oggi alla Conferenza dei servizi. La Conferenza dei servizi nel caso di interventi complessi è composta da varie istituzioni del nostro Paese che è bene che si vedano in Conferenza dei servizi, addirittura in Conferenza dei servizi preventiva in alcuni casi, anche se non formalmente convocate, mettiamola così, per istruire la pratica, in alcuni casi si fa, in modo fatale che almeno la documentazione sia raccolta tutta, in questo caso, o meglio in alcuni casi, sono coinvolti i tecnici del Ministero, i Vigili del fuoco, settori della pubblica amministrazione dei Comuni, delle Province e della Regione, più settori della Regione, cioè vi volete sostituire all'intero apparato dello Stato e della Repubblica? …Assessore è inutile che lei faccia così: voi avete introdotto un argomento nuovo, questa cosa è alquanto particolare, ogni volta che voi dovete recepire una normativa nazionale invece di dire "recepiamo la normativa legata all'articolo x, comma y", voi lo riscrivete aggiungendo qualche cosa. Non è un recepimento di una normativa nazionale è la riscrittura di un testo, è una cosa differente.

"La deliberazione della Giunta regionale costituisce il Provvedimento unico regionale in materia ambientale, reca l'indicazione espressa del provvedimento di VIA, comprensivo della VINCA se necessario, ed elenca altresì i titoli abilitativi ambientali rilasciati dalle amministrazioni che hanno partecipato alla Conferenza", quindi se alcune istituzioni rilasciano dei titoli, prendiamo quelli, se altre istituzioni non li rilasciano, gli altri non li prendiamo. Inserite sistematicamente in questi progetti di legge elementi che stanno creando confusione. Voi lo sapete che da quando avete approvato il piano casa si è bloccata tutta l'edilizia in Sardegna, ne siete consapevoli? Siete a conoscenza del fatto che avete creato una tale confusione urbanistica per cui non c'�� più un professionista che stia depositando atti nei Comuni? Almeno i dati ve li forniscono, parlate con qualcuno? Avete creato, a fronte di una legge che mirava allo sblocco dell'edilizia e allo sviluppo, avete creato lo stallo dell'edilizia in questa regione; c'è un crollo delle pratiche presentate tra i mesi precedenti l'approvazione del piano casa, che piano casa non è, e l'approvazione del piano casa che è drammatico! Avete creato il blocco dell'edilizia, continuate così, io non lo so quale sia la vostra ambizione ma l'essere ricordati come la peggiore Giunta e la peggior politica praticata nella storia dell'autonomia non è una cosa che dà titolo di merito e dà medaglia. Io non lo so che vi dia consigli, se sono sempre gli stessi che vi hanno fatto sbagliare col numero più alto di leggi impugnate nella storia recente della Regione Sardegna: proseguite ad avere quei consulenti e vedrete che continuerete a devastare la nostra Isola.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Mula. Ne ha facoltà.

MULA FRANCESCO (PSd'Az). Io intervengo sull'ordine dei lavori per apprezzare l'intervento che ha fatto il collega Zedda, nel senso non proprio apprezzare, perché lui in maniera elegante anziché parlare del tema in questione ha parlato di ricorsi accettati e non accettati: evidentemente è più informato di come è informata quest'Aula e di quanto possa essere informato anch'io. Le faccio presente a suo chiarimento e anche a chiarimento di quest'Aula che, qualora lei avesse ragione e che quindi il TAR ci abbia dato torto, non è che ha dato torto a Franco Mula o al Gruppo del PSd'Az, ha dato torto a questa Regione, perché se non c'entra in testa che dobbiamo provare a difenderla senza andare a difendere questo Governo, che non ci rappresenta, che sia di destra e di sinistra, questa è una sconfitta per tutti.

Seconda cosa. Qualora fosse vero, le preannuncio che ci stiamo organizzando per ricorrere eventualmente e andare avanti nuovamente, perché riteniamo che sia una battaglia giusta… checchè si metta a ridere il collega Eugenio Lai, perché non rappresenta sicuramente questo quelle che sono le esigenze di questo popolo. Quindi gli volevo preannunciare anche questo, e non riesco a capire cos'è questa sorta di accanimento anche su questo provvedimento di legge, che noi stiamo portando per semplificare le procedure, e andiamo a finire a parlare di piano casa e di Giunta che sarebbe la peggiore che abbiamo visto: peggiore della vostra non ce ne può essere, per come siamo caduti in basso noi possiamo solo migliorare!

Io continuo a dire: se questa è la vostra forma di opposizione, voi non vincerete mai le elezioni.

Discussione e approvazione del disegno di legge: Disciplina del provvedimento unico regionale in materia ambientale (PAUR), di cui all'articolo 27 bis del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale), e successive modifiche e integrazioni. (238/A)

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Giorgio Oppi. Ne ha facoltà.

OPPI GIORGIO (UDC-Cambiamo). Io parlo sul tema, se deste meno la possibilità di fare interventi sull'ordine dei lavori, probabilmente riusciremo a fare più leggi.

Detto questo, io parlerò della legge e devo inizialmente, anche per creare un clima diverso, ringraziare dei colleghi della opposizione, i colleghi Piu, Orrù, Li Gioi e Piscedda, che con senso di responsabilità ci hanno consentito in un momento particolare di approvare questa legge con tempi rapidissimi, perché l'abbiamo impostata in modo diverso, e la imposterò anche adesso in modo diverso.

Allora, è chiaro che questa legge ha degli obiettivi precisi, quali sono questi obiettivi precisi? Che normalmente, e lo dico per due, tre società che operano in Sardegna e che hanno di fatto grosse responsabilità in territori che sono particolarmente disagiati…. Il PAUR è un procedimento che viene avviato nel caso di progetti che devono essere sottoposti a valutazione di impatto ambientale di competenza regionale; si tratta di un procedimento che consente la completa e compiuta istruttoria tecnico-amministrativa finalizzata al rilascio di tutti i titoli abilitativi richiesti dal proponente e necessari alla realizzazione del progetto in tempi certi e ragionevoli - purtroppo in tutti questi anni i tempi sono molto lunghi, qui si sono anche messi in evidenza i tempi tecnici,10, 20, 30, che non vado a leggere - entro 30 giorni dalla pubblicazione della documentazione, eccetera. Questa legge contribuirà senz'altro, questa è la finalità, alla ripresa economica della Sardegna poiché snellisce il procedimento autorizzativo divenuto particolarmente complesso e favorisce gli investimenti, garantendo allo stesso tempo un'armonica pianificazione territoriale, ambientale e di settore. Il PAUR è uno strumento ma deve essere coordinato con l'attività amministrativa che deve essere ispirata anche da criteri di ragionevolezza e non condizionata dalla sterile discrezionalità o da logiche spesso inconciliabili con lo sviluppo, come spesso accade. Dobbiamo avere più coraggio e cercare di contemperare l'economia con l'ambiente, poiché diversamente rischiamo di ingessare allo sviluppo dell'Isola. E vi cito un primo caso, la Sardegna in passato ha avuto coraggio, bisogna avere attributi, se non si hanno, se non si assumono le responsabilità, certo che le cose vanno male! Eravamo nel 2010, quando dieci anni fa doveva essere espresso il parere sulla procedura di VIA di competenza nazionale per la Sassari-Olbia, dove il tracciato attraversava siti di Natura 2000, ZPS e il SIC tra Tula e Oschiri, dove sono stati consumati circa 500 ettari di suolo, l'Assessorato all'ambiente aveva espresso parere favorevole alla realizzazione dell'opera, suggerendo prescrizioni dirette a salvaguardare le specie protette, l'ambiente; le prescrizioni sono state recepite e l'opera è stata autorizzata, in quel caso la Regione ha applicato le norme con ragionevolezza consentendo la realizzazione dell'opera e la tutela dell'ambiente. Questa è la lettera inviata al Ministero e a tutti quanti, siglata da uno che allora era l'Assessore all'ambiente che ha ottenuto l'autorizzazione, il sottoscritto, e questa è la legge esattamente numero 028933 del 29. 11. 2010. Quindi a questo mi sono appellato anche nell'intervento quando i colleghi ci hanno consentito di andare avanti con speditezza, perché ho fatto due esempi. Il primo esempio era quello del Sulcis, casualmente io ero il Presidente del Consorzio Industriale quando 15 mila persone furono cacciate via dal settore estrattivo del carbone si fondò questa grande struttura a Portovesme, ebbene non c'era l'impianto di depurazione, c'erano 160 metri di banchina, dove attraccava anche il vaporetto per andare a Carloforte, molta gente moriva di tumore per queste polveri, e aveva 8 milioni di tonnellate all'anno di traffico merci, di cui un milione e 800 di bauxite, c'era il carbonile, c'era la l'allumina che ritornava ai soci. Il fluoro, perché non c'era la copertura delle celle, fuoriusciva e uccideva, non gli uomini ma i bovini perché attacca i denti. I Fanghi rossi, che avevano sbagliato i venti e quindi dovevano andare le navi con le bettoline tra la Vacca e il Toro per scaricare, ma non andavano perché c'era troppo vento, tornavano indietro, scaricarono i tonni, che sono più intelligenti degli uomini, per sette, otto anni hanno impedito che si facessero le mattanze, questa è la storia. Quindi noi dopo trent'anni vogliamo che la Sider Alloys, che deve riprendere i 600 lavoratori che hanno fatto la battaglia per sette, otto anni e 400 di indotto sono allarmati, cosa fanno? Dopo trent'anni devono rifare la cosa, quando già ci sono le strutture che in passato non c'erano? Ma potrei fare un altro esempio, se si attivassero veramente i nostri Assessori, è quello di Nuoro, di Ottana, dove la società Acea, che è la prima, fa un investimento di 250 milioni, assumerebbe 350 persone, ha vinto una gara che hanno fatto per altre quattro strutture, ebbene… c'è la famosa gallina prataiola, ma c'era anche prima, c'era il pollo sultano, di queste cose si interessava un grande uomo che chiedeva, era l'onorevole Cossiga. Ma vi sembra mai possibile che se siamo riusciti in altre circostanze non acceleriamo i tempi per consentire che di fatto si possa dare la possibilità a delle lande deserte come quella del Sulcis, di Portovesme oppure Ottana, dove c'è una crisi galoppante, io credo che sia corretto in questa fase approvare questo provvedimento come è stato fatto in Commissione in modo da consentire che si possa riprendere uno sviluppo e si possano mettere i lavoratori che hanno fatto battaglie per sette anni e rischiare di perdere definitivamente il posto di lavoro. Questa è la finalità di questa legge, quando non si approva questa legge si va contro contro il sistema, perché per esempio la Sider Alloys, che ha due società tra le più forti d'Italia, ha 200 milioni disponibili e deve iniziare entro i due anni ad assumere 500 dipendenti che hanno scritto che vogliono riprendere il loro lavoro. E c'è l'indotto e c'è tutto un contesto che è al servizio della collettività e che può ridare dignità a quella zona come la da ad Ottana, come la si può dare ad altre parti. Accelerare vuol dire evitare altre cose, anziché arrivare alle cause che vincono, per esempio per quanto riguarda, come vorrebbero fare e hanno fatto in passato, soprattutto le grandi strutture dell'eolico, in questi casi ci vuole molta attenzione, ma non laddove basta poco, ma ci vuole serietà, competenza, evitando quella pletora di Commissione che ha fallito per vent'anni, perché c'erano squallidi personaggi che io ho redarguito più volte, perché l'importante è il vecchio motto sardo che dice che non c'è peggior cosa che "su priogu resuscitau". Se mettiamo uno a dirigere una struttura, anche se è di basso livello, pensa di essere il padrone del vapore, è ora di finirla, e questo dipende dalla capacità, dalla competenza e dall'avere attributi da parte degli Assessori, che devono assumersi le responsabilità, come alcuni fanno, altri non fanno, perché soltanto così forse riusciamo, quando uno non va bene lo si sposta come hanno fatto altre amministrazioni anche recenti, l'importante è fare un servizio per la collettività.

Per questo io ringrazio i colleghi che ci hanno consentito in tempi brevissimi di approvare questa legge. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Oppi.

È iscritto a parlare il consigliere Antonio Piu. Non lo vedo.

È iscritta a parlare la consigliera Maria Laura Orrù. Ne ha facoltà.

ORRÙ MARIA LAURA (Progressisti). Grazie Presidente. È chiaro, questo è il recepimento di una norma nazionale, la volontà di uno snellimento burocratico e una semplificazione burocratica, però rimangono alcune perplessità in merito al comma 10, un comma che porta ad una discrezionalità politico-amministrativa che effettivamente io tradurrei in questo modo, quando c'è la volontà, onorevole Oppi, di andare incontro a degli interventi che sono degli interventi strategici per la Sardegna

non trovo corretto trasferirli in norma con una norma che si occupa però di tutti gli interventi. La perplessità è anche il contesto in cui cade questo provvedimento, nel senso che noi siamo usciti dopo vari giorni di discussione dalla volontà di un'interpretazione autentica del Piano paesaggistico regionale, un Piano casa spinto in direzione opposta rispetto alla salvaguardia del nostro ambiente, e quindi queste sono le perplessità. Però, tolte queste, quando siamo andati in Commissione, ho anche invitato l'Assessore competente, perché gli indirizzi politici devono essere chiari e tradotti poi in norme, se l'indirizzo politico non è chiaro e non si aggiornano anche gli strumenti come il Piano energetico ambientale, è chiaro che noi poi facciamo fatica, perché dobbiamo decidere dove e come insediare alcune attività produttive e alcune potenzialità per la nostra isola e dove invece non farlo questo. Perché non può essere lasciato in mano, a mio avviso, al decisore politico senza una organizzazione di Piano energetico, di Piano paesaggistico regionale, infatti invito anche gli Assessori ad occuparsi del Piano paesaggistico regionale delle zone interne, che darebbero delle linee chiare e precise su cosa si può fare e cosa non si può fare in alcune aree. Perché non vorrei che la Sardegna diventasse la piattaforma di produzione energetica per qualcun altro, senza avere poi effettivamente delle ripercussioni positive per i nostri cittadini. Il tema grandissimo del sistema energetico della Regione Sardegna va affrontato in maniera concreta, per questo invitiamo l'Assessore a portare in Commissione quanto prima l'aggiornamento, che tra l'altro ho visto che con delibera di Giunta sono stati dati degli indirizzi sulle aree che potrebbero essere interessate, perché o noi chiariamo qual è la nostra visione strategica per la produzione energetica anche da fonti rinnovabili, anzi sostanzialmente da fonti rinnovabili, e capiamo dove e come intervenire sul nostro territorio, oppure saranno sempre dall'esterno che arrivano a decidere soggetti privati, spesso anche delle multinazionali un po' troppo forti, a decidere le politiche energetiche della nostra isola, questo non possiamo farlo. Per questo è necessario uno sforzo importante in questa direzione, uno sforzo che deve correre anche in parallelo ai grandi finanziamenti che sul settore energetico si vedranno in campo in questi mesi, e poi anche perché la Sardegna ha bisogno di chiarire che direzione vuole prendere su questo tema. Su questo noi abbiamo presentato diverse proposte, una su tutte è quella delle comunità energetiche che spero arrivi in Aula quanto prima, perché è un modo democratico di produzione energetica dal basso, un modo di andare anche in direzione futura per l'autoproduzione, e questa deve essere la via che dobbiamo perseguire a mio avviso. Poi ci sta anche lo snellimento e la semplificazione delle norme, per carità di Dio, l'hanno fatto anche altre regioni, ma va fatto in un quadro chiaro e preciso, non si possono continuare a portare atti di questo tenore senza avere un indirizzo politico che viene tradotto in norme o in piani. Grazie.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Giuseppe Meloni.

MELONI GIUSEPPE (PD). Grazie Presidente. Arriva in Aula oggi questo disegno di legge che ritengo sia importante perché recepisce, seppur in ritardo, era atteso, tanto atteso, le disposizioni di un decreto legislativo che semplificano in modo importante tutti i procedimenti riguardanti le questioni in materia ambientale. Non mi dilungo rispetto ai contenuti, hanno già illustrato bene i relatori di maggioranza e di minoranza il contenuto del disegno di legge, però non posso negare che mi ha colpito in particolare una questione riguardante le date. In data 31 dicembre 2020 la Giunta regionale in videoconferenza, si è assentato il Presidente al momento della votazione, ha deliberato di accogliere i rilievi che sono stati apportati al cosiddetto Piano Mancini, il Piano di messa in sicurezza dal rischio idraulico della città di Olbia, i rilievi di natura ambientale che sono stati apportati dal Servizio di valutazione ambientale del suo Assessorato assessore, e ha appunto deciso di accogliere quei rilievi, tralascio per il momento le questioni relative alle modalità con la quali sono stati forniti quei rilievi, "pareri sì, pareri no", tralascio per ora questo aspetto, e ha di fatto azzerato tutta la procedura ed è stata raccontata all'esterno come una decisione della Regione di cassare il cosiddetto Piano Mancini. Non mi dilungo sulla importanza di questa decisione, avrei voluto discuterne magari in Aula di quello che stava accadendo, perché fuori da quest'Aula se ne parlava da un anno almeno, forse pi�� di un anno fuori da quest'Aula, forse più di un anno, se ne parlava perché una decisione che sarebbe dovuta essere meramente di carattere amministrativo, veniva sbandierata in particolare da un Sindaco a voi molto vicino politicamente come una decisione di carattere politico, e allora, se io non aderisco… no, non è il mio Sindaco perché non sono residente in quel Comune… se io non aderisco praticamente mai alla la cultura del sospetto e penso che non occorra pensare sempre male, però qualcuno diceva, più importante di me, diceva che a pensar male si commette peccato però a volte ci si azzecca, ecco, io credo che con voi a pensar male si ha quasi sempre ragione, succede sempre quello che è il pensar male rispetto alla vostra azione. E lo dico perché tutte le volte che abbiamo pensato male sperando che non andasse come ci veniva raccontato all'esterno di quest'Aula poi, puntualmente, si sono verificate determinate situazioni. E allora, lei si è affrettato, anche calorosamente in quest'Aula, poco prima di quella deliberazione che veniva annunciata, ripeto, da più parti, e solo successivamente da atti propedeutici a quella deliberazione, lei si è accalorato rispondendo che assolutamente lei mai e poi mai avrebbe in qualche maniera ingerito su quelle che sarebbero state le decisioni dei suoi Uffici. Ora, quando io vedo la data del 31 dicembre e poi quella del 4 gennaio, dove a distanza di quattro giorni viene presentato un disegno di legge che va bene nella direzione rispetto alla quale appunto snellisce i procedimenti amministrativi in materia ambientale rispetto alle conferenze di servizio eccetera e quindi è un provvedimento richiesto, probabilmente appunto andava fatto da prima, addirittura, quindi va bene, viene inserito questo comma 10 all'articolo 1 e immediatamente questo pensar male dopo quattro giorni non le nego che diventa un qualcosa di concreto. E allora le chiedo, anche per essere più sereno io poi quando dovrò esprimere il voto su questo disegno di legge, le chiedo di sgombrare il campo da eventuali fraintendimenti su quale potrebbe essere nella pratica poi l'utilizzo dell'articolo 1 comma 10. Le faccio un esempio concreto; il Sindaco di Olbia ha detto, all'indomani della vostra deliberazione… lei scuote la testa e io spero che sia come… però vorrei che rimanesse agli atti quello che ci stiamo dicendo… il Sindaco di Olbia ha detto che in sei mesi avrebbe ottenuto il piano presentato da lui, dal Sindaco di Olbia sulla messa in sicurezza della città di Olbia e avrebbe ottenuto tutte le autorizzazioni in sei mesi, che poi, caso strano, coincideva col periodo elettorale, cioè quello che manca per poi arrivare alle elezioni del Comune di Olbia, però quello non c'entra nulla. Sei mesi, ecco, se sono stati necessari cinque anni per ottenere un diniego da parte della Giunta regionale… non politico? Voi dite che non è un diniego politico, ecco, questa possibilità di concedere alla Giunta una discrezionalità importante rispetto a proventi di questo tipo, potrebbe riguardare casi… non riguarda quel caso, io chiedo, potrebbe riguardare casi come quelli e quindi permettere che un iter che dovrebbe essere molto lungo con quelle motivazioni poi che sono state addotte, secondo me Olbia non potrebbe mai essere messa in sicurezza, glielo dissi anche quando lei si accalorò in quest'Aula qualche un mese fa, insomma, o settimana fa, ecco io chiedo, potrebbe riguardare il caso di Olbia e quindi potrebbe nel caso di Olbia essere utilizzata per ottenere un'accelerazione delle procedure, magari mettere la Giunta nelle condizioni di, allora sì, formalmente di poter esprimere un parere non più tecnico amministrativo ma di valutazione politica e quindi poter valutare diversamente il Piano presentato adesso rispetto a come è stato valutato il piano presentato precedentemente? Perché altrimenti vi chiedo perché voi non abbiate aspettato quattro giorni, quindi trattare poi il procedimento riguardante la messa in sicurezza la città di Olbia successivamente all'entrata in vigore di questa legge. Grazie.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Roberto Li Gioi. Ne ha facoltà.

LI GIOI ROBERTO (M5S). Grazie, Presidente. Mi rivolgo all'assessore Gianni Lampis presente in Aula, ricordandogli che in questa stessa Aula qualche settimana fa mi aveva accusato di volergli far commettere un reato condizionando, come Organo politico, l'Organo amministrativo. Chiaramente io quel giorno gli risposi che mi ero sentito offeso perché mai avevo pensato, neanche minimamente, una cosa del genere e quindi l'avevo pregato di non mettermi in bocca queste parole, però nel disegno di legge che stiamo discutendo oggi questo reato ci è stato inserito, perché si prevede che la Giunta regionale, con la sua esclusiva discrezionalità politica, possa decidere sulla compatibilità ambientale di un intervento piuttosto che di un altro, quindi questa è la prima domanda che le rivolgo, assessore Lampis, perché quanto previsto nel DL 238 al comma 10 dell'articolo 1 è l'esatta esemplificazione di quanto io ho testé detto, e mi si deve semplicemente dimostrare il contrario. Come ho esposto nella relazione di minoranza l'inserimento della discrezionalità politica in questa norma è gravissimo, perché crea un precedente molto pericoloso e potrebbe dare la possibilità a progetti o idee di progetti che attualmente non hanno nessuna possibilità di andare avanti di avere di colpo la santificazione, e mi riferisco ovviamente, per quanto mi riguarda, a quello che accade nella mia città la mia città che il 31 di dicembre è stata condannata a non avere una piano di mitigazione del rischio finanziato con 125 milioni di euro dal Governo italiano e che magari sarà costretta a sottostare a un qualcosa che era soltanto un'idea, che però in questo modo, con questo decurtamento dei tempi, trasformerà cinque anni in sei mesi, anche questo glielo voglio chiedere Assessore.

Le voglio chiedere se per quanto riguarda la mitigazione di rischio idrologico, la mia città può essere avvantaggiata, tra virgolette, da questa norma.

Mi ricollego anche a quello che il più autorevole esponente regionale in questo Consiglio mezz'ora fa ha dichiarato, dichiarato giustamente che l'approvazione del PAUR risponde a criteri di ragionevolezza. E' vero, l'ho detto anch'io nella mia relazione di minoranza, nessuno di noi è contrario al decurtamento dei tempi e alla semplificazione, perché è giusto che determinate opere vadano avanti.

Però a mio parere la ragionevolezza mal si concilia con la discrezionalità politica, e lo dico anche perché l'autorevole esponente della maggioranza che ha parlato circa mezz'ora fa, ha ricordato un episodio che l'ha riguardato, per cui in quel caso la ragionevolezza dell'Assessore dell'ambiente dell'epoca ha permesso l'avvio dei lavori per la Sassari-Olbia e lo sblocco dei lavori nella Sassari-Olbia. Infatti a mio parere non c'è bisogno di discrezionalità politica, non serve a niente la discrezionalità politica, l'Assessore dell'ambiente di quell'epoca ha semplicemente preso in mano la situazione in quel caso e ha agito nell'interesse esclusivo della Regione sarda e dei sardi, indipendentemente dalla politica, non c'entra niente la politica, non si è trattato di discrezionalità politica, ma semplicemente di buon senso e visione politica che è un'altra cosa. Perché l'amministrare una Regione implica una visione politica, non può concretizzarsi semplicemente nel portare in aula provvedimenti sconnessi l'uno dall'altro per fare il gioco di determinati interessi, questa non è politica, questa non è visione politica, questa è discrezionalità politica che per quanto ci riguarda combatteremo sempre anche se ovviamente non abbiamo i numeri in quest'Aula, però è giusto che i sardi sappiano quello che si sta verificando.

Perché come sempre quell'autorevole esponente della maggioranza ha sostenuto, i concetti che devono portare avanti un'azione politica sono quelli di attenzione, serietà e competenza, lui ha parlato anche di attributi da parte degli Assessori, io ne ho preso atto, me lo sono appuntato in questo foglio bianco perché ritengo che come noi consiglieri regionali abbiamo la responsabilità, ce l'abbiate anche voi che dovete portare avanti quello che è il pensiero politico del vostro Presidente della Regione, però non potete prescindere da quelle che sono le contingenze amministrative, da quelle che sono le competenze, perché altrimenti state andando a stravolgere completamente quello che è il corso delle cose, condizionando politicamente il futuro della nostra Regione, prescindendo completamente da quelli che sono i suoi veri interessi. Perché come ho detto anche nella mia relazione, è giusto che la vertenza della Sider Alloys abbia giovamento da questa norma, è giusto, ma non dal punto di vista di discrezionalità politica, ma da un punto di vista di discrezionalità pratica, perché in quel modo (…) ci sono 200 milioni di euro di matrice pubblica, è giusto che vengano messi sul campo e si creano centinaia e centinaia di posti lavoro, magari con una riconversione, è giusto questo, ma non deriva da una discrezionalità politica, ma da buon senso e visione politica. Ed è questo che questa Giunta si deve mettere in testa, perché non si può andare avanti per approvare provvedimenti che non recepiscono, come ha detto il consigliere Zedda prima, semplicemente norme nazionali, ma riscrivono la norma a proprio piacimento. Voi qua state condizionando il futuro della nostra Regione senza rendervi conto della gravità delle cose che fate. Io vedo tanta faciloneria, leggerezza, pertanto abbiamo i numeri, entra in quest'Aula e tanto passa, chi se ne frega. Ma chi se ne frega non va mai bene qualora si ponga in essere un'attività politica nel vero senso della parola, nel senso più nobile che ha la parola politica. In questa norma, nell'inserimento della discrezionalità politica per quanto riguarda il concetto della compatibilità ambientale, non c'è nulla di nobile, c'è qualcosa che non voglio neanche nominare ed è giusto che da questi banchi, da quelli di opposizione queste cose vengano dette chiaramente, perché noi non siamo contro il miglioramento dei tempi, l'abbreviamento dei tempi, perché è giusto che sia perché la burocrazia è il più grande cancro di questo nostro Paese, però porre la discrezionalità politica davanti a tutto è un abominio.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Francesco Mura. Ne ha facoltà.

MURA FRANCESCO (FdI). Io riconosco, così come ha fatto l'onorevole Oppi, lo spirito di collaborazione che le opposizioni hanno avuto in Commissione nel consentire il passaggio di questa legge in maniera celere e veloce all'esame dell'Aula. Ringrazio l'onorevole Oppi per aver riportato, o almeno per aver tentato di riportare il dibattito a un clima più costruttivo e collaborativo, perché il tema è molto delicato. Però è molto difficile mantenere un clima sereno e collaborativo dopo aver sentito alcuni interventi che nella forma non erano molto aggressivi, ma lo erano dal mio punto di vista nella sostanza. A me dispiace che onorevoli colleghi come Massimo Zedda che ha fatto il Sindaco per otto anni non possano difendere un concetto dell'amministrazione che è quello portato in Italia dalla "127" del 97, dalla legge Bassanini, quello che è una sorta di depauperamento della capacità di azione della politica a favore del sistema burocratico degli enti locali. Questo è inaccettabile, per chi ha la sua esperienza, onorevole Zedda, che venga portato qua.

Questo è un concetto che poi è stato ripreso anche da altri interventi, ossia il condannare un ritorno all'autorevolezza del ruolo politico, questo è sbagliatissimo, è profondamente sbagliato e secondo me è profondamente sbagliato anche nell'applicazione della vostra accusa nei confronti di questo disegno di legge.

Perché io vi invito a fare una valutazione sotto un altro punto di vista, dando invece alla Giunta regionale la discrezionalità di impedire certe azioni come giustamente qualcuno ha detto, la trasformazione della Sardegna nella piattaforma di produzione di energia di altri. Perché? Le procedure amministrative, onorevole Li Gioi, hanno una discrezionalità molto ristretta, ma ci sono azioni e privati che hanno la capacità di superarle con i loro professionisti e i loro tecnici, chi altri se non la Giunta regionale può bloccare questo tipo di azioni. Questo è il punto di vista verso il quale io vi invito a ragionare rispetto a questo disegno di legge. Perché non può essere condivisibile che ci sia qualcuno che possa opporsi a quello che sta accadendo nell'Assessorato della difesa dell'ambiente, ossia alla bonifica di quelle che erano le sabbie mobili della burocrazia regionale e questo sta accadendo sotto la guida dell'assessore Lampis, questo va riconosciuto, sta accadendo perché alla luce e sotto l'occhio di tutti, anche di chi non la pensa come noi. Onorevole Meloni, lei ha fatto una richiesta all'Assessore chiedendogli di sgomberare il campo da dubbi su quello che è accaduto rispetto anche al piano Mancini e a quella roba lì che già qui in quest'Aula abbiamo ampiamente discusso. Il concetto dello sgombero dei dubbi l'abbiamo discusso, lei lo ha fatto qua e si è preso la risposta dell'Assessore che l'ha fatta anche arrabbiare, ma se l'ha fatta arrabbiare l'altra volta cosa le fa pensare che non la faccia arrabbiare anche questa volta? L'Assessore poi risponderà come ha fatto l'altra volta sgomberando il campo da dubbi, perché poi lei fa riferimento anche a una vicinanza politica nei confronti di chissà quale sindaco. Le ricordo che quel Sindaco al quale faceva riferimento lei ancora non gode del consenso del nostro partito, del partito che esprime l'Assessore alla difesa dell'ambiente, pertanto quella vigilanza politica io gliela rispedisco al mittente, perché non esiste, non c'è. E come giustamente ha spiegato bene l'Assessore Lampis prima di oggi in quell'altra seduta non esistono vicinanze politiche che possano condizionare un percorso di valutazione di impatto ambientale che dura anni. Pertanto il pensiero di sbloccarla lo avrebbe potuto avere anche lei prima di oggi e prima di questi ultimi due anni.

Onorevole Li Gioi, si levi dalla testa che qualcuno le voglia mettere qualcosa in bocca, nessuno lo vuol mettere le parole in bocca, assolutamente, le parole se l'è messe lei in bocca, quando in campagna elettorale andava contro il piano Mancini, e se l'è messe lei in bocca quando è intervenuto dicendo all'assessore Lampis, alludendo all'assessore Lampis possibili pressioni rispetto al percorso di valutazione di impatto ambientale. Lei oggi ha detto che non era sua intenzione, ne prendiamo atto, però non accettiamo comunque l'accusa che siamo stati noi a metterle quelle parole in bocca. Quelle parole sono uscite forse in maniera involontaria dalla sua bocca senza che nessuno le abbia messo niente. Pertanto l'invito che vi faccio è questo, e a recuperare un clima di serenità rispetto a una norma che secondo me è fondamentale per il percorso di riforma della Regione e per lo snellimento dell'accanimento burocratico che la Regione in passato, e purtroppo ancora anche oggi, sta avendo nei confronti dei privati che legittimamente devono fare il loro percorso di crescita economica e sociale, e di ragionare in maniera serena su un'approvazione di questa legge così come è stata presentata.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Riformatori Sardi). Presidente, non aggiungo niente rispetto alle considerazioni tecniche portate dai colleghi dell'opposizione. Volendo ridurre la questione a un tema, il tema sul tavolo è questo, si sta recependo una norma statale, il decreto legislativo 152 del 2006, per quale motivo nel recepimento aggiungiamo un articolo, che diventa un comma, che non era previsto nel decreto statale? Allora i casi sono due, o si prende una norma statale la si riporta nell'ordinamento quando è necessario, ed è necessario magari perché lo Statuto assegna alla Sardegna una potestà legislativa primaria, e la Sardegna a volte può riconoscere nella legge statale un principio che in maniera non automatica occorre inserire nel nostro ordinamento attraverso una disposizione legislativa. Può decidere di farlo. L'alternativa è che decida di fare altro. Ci sono dei casi, noi in materia di enti locali per esempio decidiamo di distanziarci rispetto all'ordinamento statale per esempio per quanto riguarda l'incompatibilità tra Sindaco e Consigliere regionale, per quanto riguarda il numero dei consiglieri comunali e degli assessori. Lo facciamo nell'organizzazione degli uffici regionali che sono organizzati in maniera molto diversa a volte rispetto a quanto avviene per gli uffici delle ramificazioni dello stato, dei ministeri e di quant'altro. La cosa che non è possibile fare è il regime misto, prendono la norma statale, la ricopio tale e quale e aggiungo qualcosa. In questo caso tra l'altro qualcosa di pleonastico, perché io invito i colleghi a riflettere su quanto è contenuto nel comma 10, c'è una frase che non si riesce a capire. Cosa significa nell'esercizio della propria discrezionalità politica e amministrativa? Perché la discrezionalità politica e quella amministrativa sono stabilite non dalle leggi regionali, ma dalle leggi dello Stato. Anzi neanche dalla legge dello Stato, dalla Costituzione e dallo Statuto soprattutto, e poi da quello che ne deriva. La Giunta quando si siede attorno a un tavolo e delibera lo fa in ossequio di quei principi, inserirli in una legge regionale fa accendere un riflettore. Perché avete voluto inserire un qualcosa che domani magari può essere problematico? Può essere problematico perché lo ricordava il collega Zedda, e mi dispiace che i colleghi di maggioranza abbiano volutamente e con malizia frainteso le sue parole perché il discorso mi è sembrato chiaro, con queste parole "discrezionalità" si apre una strada che porta un qualunque controinteressato magari a impugnare le delibere della Regione, esattamente come è successo in questi giorni. La discrezionalità è qualcosa che è sancita già dalle leggi e ha dei limiti. La cosa migliore che possiamo fare è non inserirci, non potendolo fare, in quei limiti che esistono, dobbiamo prenderne atto, non è vero che la politica non può fare niente, la politica ha ampio margine, ma non è vero che può superare i margini previsti dalle leggi, meno che mai lo può fare inserendo una frase come questa, che spicca perché è l'unica differenza rispetto a quanto contenuto dal dettato statale. Sarebbe bastata una frase, cioè "si applica quanto disposto dal decreto legislativo 152 e si modifica di conseguenza l'ordinamento regionale", questa cosa va spiegata. Anche perché intendiamoci è una questione che incide anche su progetti già in essere, anche su progetti già presentati, anche su progetti già sottoposti a VIA. Siccome noi ovviamente stiamo legiferando in un momento in cui gli imprenditori le società legittimamente hanno presentato i loro progetti e legittimamente attendono una risposta, io credo che quella risposta non possa avvenire in un regime di opacità che magari potrebbe vedere la Giunta in futuro prendere decisioni in virtù di una legge che alcuni hanno interpretato in un modo e altri hanno interpretato in un altro. E invece la trasparenza e l'arma migliore, soprattutto quando parliamo di progetti che riguardano suolo, riguardano paesaggio, e riguardano anche interessi economici ben circoscritti. Per questo motivo noi abbiamo presentato degli emendamenti che vogliono semplicemente eliminare la possibilità che questa legge che nel complesso non è altro che la riproposizione appunto di una norma dello Stato possa essere fraintesa, possa generare problemi, possa creare domani dei rimpianti e dei rimorsi. Su questi temi bisogna essere attenti perché quando si legifera non sempre si ha la chiarezza piena di quello che sia lo scenario. Io per esempio non ho idea di tutti i procedimenti in corso, ne conosco alcuni, magari anche alcuni che mi hanno fatto aumentare l'attenzione su un provvedimento che rischiava di passare senza troppo clamore, per�� essendo temi estremamente tecnici, e vista anche l'istruttoria carente che purtroppo questo Consiglio regionale ci sta abituando a fare, credo che sia utile una riflessione ulteriore che può avvenire anche nei prossimi minuti e che consenta al Consiglio di approvare una legge che non sia suscettibile di un'impugnazione futura, che non sia incostituzionale. Questo articolo scritto così accende qualunque tipo di riflettore e di interruttore per cui consiglio di modificarlo, e che in definitiva possa migliorare un sistema che sicuramente è da migliorare e necessita di interventi. Chiudo con una semplice riflessione sulla lo stato in cui sta lavorando questo Consiglio regionale. Noi ci troviamo a discutere una legge che è di routine ed è poco importante solo negli occhi di chi la vuole vedere così, lo facciamo con una strumentazione degli anni Cinquanta, perché oggi non è funzionante il sistema elettronico di votazione, qualora un collega volesse chiedere il voto segreto dovremmo ricorrere alle palline bianche e nere, e per ogni votazione che dovrà rimanere agli atti bisognerà fare l'appello nominale. Non è degno di un Parlamento, non è degno di un Consiglio regionale e non è degno di un'Assemblea che deve produrre leggi che valgono per tutti; allo stesso modo consiglio al Presidente di fare mettere in campo nelle prossime ore un supplemento di istruttoria, perché le norme parlano chiaro, non è pensabile inserire all'ordine del giorno leggi che comportano aumento di spesa senza che sia stata approvata la finanziaria, non è il caso delle due leggi che discutiamo oggi però nella Capigruppo che si è tenuta poc'anzi abbiamo discusso di questa eventualità, ebbene, io credo che sia necessario un supplemento di istruttoria perché in un momento come questo il Consiglio regionale non può funzionare con gli stop and go, cioè non possiamo fare un passo in avanti e decidere l'ordine del giorno e poi magari doverlo cambiare, o sconvocare la seduta, come se fossimo un'assemblea di un condominio malfamato, perché le istituzioni vivono anche di prestigio, di autorevolezza e di credibilità, tutti questi errori non depongono all'integrità e alla credibilità di una istituzione a cui tutti noi siamo affezionati.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro iscritto a parlare, per la Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della difesa dell'ambiente.

LAMPIS GIANNI, Assessore tecnico della difesa dell'ambiente. Grazie, Presidente anch'io in principio del mio intervento ritengo opportuno accodarmi ai sinceri sentimenti di gratitudine che già i consiglieri di maggioranza hanno voluto esprimere nei confronti dei consiglieri e dei Gruppi di opposizione in generale per aver consentito dapprima una analisi spedita in Commissione della proposta normativa di cui oggi si discute e poi finanche in Conferenza dei Capigruppo la calendarizzazione per la discussione che sta avvenendo ora.

Io ritengo opportuno, anche sulla base dei contributi e degli interventi che si sono succeduti durante questa prima discussione, provare a sgombrare il campo da un mito che parrebbe essersi affermato, e cioè che in questa proposta normativa vi sia qualcosa di inserito che sia assolutamente nuovo rispetto a quello che già avveniva o è stato deciso in passato. Dapprima occorre ricordare che fino ad ora la Giunta regionale ha sempre concluso i procedimenti di valutazione di impatto ambientale o di verifica ad una successiva assoggettabilità con una delibera di Giunta regionale, questo succedeva già con l'articolo 48, comma 3 della legge regionale n. 9 del 2006, approvata da questa Assemblea legislativa in un periodo in cui non governava peraltro una maggioranza in continuità politica con l'attuale, ma soprattutto nel corso del tempo poi si è andata ad implementare questo tipo di istruttoria e di procedimento, arrivando anche a stabilirne ulteriori e approfonditi requisiti con le delibere di Giunta regionale numero 45/24 del 27 settembre 2017, integrata a sua volta dalla delibera di Giunta regionale 53/14 del 28 novembre 2017. Quindi, ancora oggi noi svolgiamo questo tipo di procedimento amministrativo, che si conclude con un atto politico, sulla base di decisioni che nel corso del tempo hanno attraversato più legislature, più Giunte regionali, più schieramenti che però hanno condiviso sempre la necessità che l'atto finale ponesse il cappello da una parte a quella che è stata la procedura tecnico-amministrativa, ma d'altra parte naturalmente ne valutasse sotto il profilo politico gli aspetti diversi che si hanno sull'impatto economico, sull'impatto sociale su tutti quei vari segmenti che sono naturalmente meritevoli di approfondimenti dal punto di vista politico. Quindi oggi non c'è alcun argomento nuovo, tanto che voi stessi avete verificato che non ci può essere discrezionalità che vada oltre quelli che sono i confini previsti dalle norme e dalle leggi; una discrezionalità che ha diversi paletti, tra cui uno principale, importantissimo, dirimente nella storia giurisprudenziale degli argomenti di cui trattiamo, e parlo nello specifico della sentenza della Corte Costituzionale numero 81 del 2013, che letteralmente dice: " La scelta realizzata dal legislatore regionale determina una divisione di competenze tra la Giunta e i dirigenti regionali che non appare irragionevole, anche in considerazione della particolare complessità della valutazione di impatto ambientale, in quest'ultimo atto infatti a verifiche di natura tecnica circa la compatibilità ambientale del progetto che rientrano nell'attività di gestione in senso stretto, e che vengono realizzate nell'ambito della fase istruttoria, possono affiancarsi e intrecciarsi complesse valutazioni che nel bilanciare fra loro una pluralità di interessi pubblici quali la tutela dell'ambiente, il governo del territorio e lo sviluppo economico, assumono indubbiamente un particolare rilievo politico. In ragione di ciò, il riparto delle competenze previsto dalla disposizione censurata - quindi riferita alla dichiarazione di presunta illegittimità costituzionale - in un ambito caratterizzato da un intreccio di attività a carattere gestionale e di valutazioni di tipo politico non viola la Costituzione". Questa è l'ennesima dimostrazione che da parte nostra non c'è alcun argomento nuovo, non c'è ancora alcuna novità rispetto a tutto quello che già è avvenuto in passato.

Dispiace che si voglia provare a ricondurre un argomento così vasto e così complesso ad un singolo caso specifico, perché questo Consiglio regionale mi insegna che fra i principi cardine a cui ispirare la produzione normativa non ci si può rifare o far condizionare dai singoli casi, perché la stessa produzione normativa si dice che deve essere ispirata ai caratteri di generalità ed astrattezza, generalità perché applicabile ad una pluralità di soggetti indeterminati, astrattezza perché applicabile ad una pluralità di casi indeterminati. Quindi non si può chiedere oggi all'Assessore se questo tipo di provvedimento potrebbe essere o non essere applicabile ad un progetto di mitigazione del rischio idrogeologico di una città, perché la risposta è scontata, perché se quel procedimento amministrativo rientra nella fattispecie prevista da queste norme è chiaro che ci rientri, ed è diverso dire che da una parte c'è un atto conclusivo di tipo politico e d'altra parte vi è un'istruttoria tecnico- amministrativa. Onorevole Li Gioi, forse continua a confondere questo tipo di differenziazione, perché quando voi avete ritenuto di dover sollevare dubbi circa la procedura in corso vi erano ancora in corso invece attività di tipo tecnico-amministrativo, istruttorio, preliminare alla valutazione politica che arriva in delibera di Giunta, e tengo a precisare in questa sede che la delibera di Giunta regionale viene iscritta all'ordine del giorno solo dopo un parere di regolarità tecnica che il Direttore generale dello stesso Assessorato assegna a quella deliberazione, quindi la valutazione di tipo politico che si ha con la delibera di Giunta non prescinde dalla sua istruttoria tecnico amministrativa, accertata in ogni momento col parere di legittimità tecnica che dà lo stesso Direttore generale.

La norma vorrebbe che dopo cinque anni non si resti senza una risposta. Onorevole Meloni, lei ha richiamato i cinque anni del piano Mancini, però, come già è successo l'altra volta non ricorda i 900 giorni circa di sospensione che il soggetto proponente ha più volte chiesto sulla fase istruttoria e tecnica, motivando molte volte queste richieste di sospensioni con la possibilità di valutare progetti alternativi a quelli presentati. Quindi questo potrebbe far pensare male, visto che lei ha detto che molto spesso si pensa male e che a volte ci si azzecca, che neanche il soggetto proponente era così convinto della bontà progettuale della proposta che è andata a presentare. Quindi, da parte mia oggi sono in grado di dire che in questi primi due anni circa di Assessore della difesa dell'ambiente mai nessuna delibera di Giunta regionale che affrontasse procedure di valutazione di impatto ambientale o di verifica preliminare ad una valutazione siano andate ad approvazione in maniera diversa da quella che è stata l'istruttoria tecnico-amministrativa prodotta dagli Uffici. L'unico caso recente in cui la Giunta regionale non si allinea alla produzione di un'istruttoria tecnico-amministrativa sul tema risale al 22 febbraio 2019 circa, non era presente questa Giunta regionale, e il tema in questione era Eurallumina. Non era sicuramente un tema facile, in quel momento la Giunta regionale nell'ambito della sua discrezionalità politica ha ritenuto di dover dire che quel tipo di investimento doveva avere priorità rispetto a procedimenti amministrativi che invece sollevavano presumibilmente altre considerazioni. Quindi vorrei che fosse chiaro che da parte mia c'è tutta la responsabilità, e mi rivolgo al relatore di minoranza, una responsabilità, onorevole Li Gioi, che non è solo istituzionale, e cioè prettamente derivante dalle deleghe che mi sono state attribuite dal Presidente della Regione, ma è una responsabilità anche generazionale perché norme come queste possono incidere pesantemente in maniera positiva sul futuro di questa terra e delle sue nuove generazioni. Quindi da parte mia nessuna faciloneria, nessuna leggerezza, ma la volontà concreta di portare un contributo alla nostra terra rispetto ad un adeguamento normativo che già dal 2016 poteva essere fatto, non è stato fatto da chi mi ha preceduto, non ne faccio mai una colpa, penso a quello che possiamo fare noi, e noi nei primi neanche due anni di legislatura portiamo all'attenzione di quest'Aula questa proposta che riteniamo migliorativa rispetto alla legislazione normativa presente nel panorama, ma soprattutto un valido strumento per consentire a chi in questa terra vuole ancora parlare di sviluppo, uno strumento come dicevo che può consentire anche in Sardegna di avere una burocrazia che non dica sempre no, che non sia dai tempi incerti e che possa consentire, come dicevo prima, che queste nuove generazioni possano avere un futuro nella loro terra di origine. Io con questi auspici ringrazio il Consiglio regionale per il dibattito e auspico una larga convergenza rispetto al voto finale. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie, Assessore.

Dichiaro chiusa la discussione generale. Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli.

Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Grazie Presidente. Dispiace che, nel tentativo di interloquire con la maggioranza, sistematicamente nell'ambito di un'Aula distratta non si riesca a comprenderci, ha ragione l'onorevole Deriu, che lo ha ripetuto l'altro giorno in Commissione, è inutile, è inutile dialogare, discutere. L'argomento è stato, onorevole Mula, perché poi è questo il tema, si sente un pezzo del discorso, si perde la metà perch�� si è distratti in mille modi e si interviene. Il tema che è stato posto dalle colleghe e dai colleghi dell'opposizione non è l'impianto complessivo della legge, ora è più chiaro? Il tema è l'introduzione di un comma 1, che nelle vostre intenzioni, almeno come esplicitate dall'onorevole Oppi, dovrebbe consentire la prosecuzione di alcune attività industriali in essere. Giusto? Nelle intenzioni vostre, nell'aver introdotto il comma 10 ci sarebbe l'idea di prosecuzione, così è stato detto anche dall'assessore Lampis, di attività industriali in essere, e sono stati citati dall'onorevole Oppi i casi di Portovesme, Sider Alloys e altri. Per salvare l'Ilva, attenzione, se questa è la vostra intenzione, salvaguardare i posti di lavoro, per salvare l'Ilva non è stato introdotto un comma del genere, è stato fatto uno scudo penale da parte del Governo. Vi rendete conto della differenza? Un conto è dire, e sarebbe difficile, per alcuni casi strategici legati ad attività in essere industriali alla salvaguardia dei posti di lavoro, e via dicendo, si usa il comma 10, voi questo non lo avete scritto, e vale quel comma per tutto e tutti, è lì il vero problema e sarebbe già un problema anche con quella specifica. La sentenza della Corte che lei ha letto, Assessore, va…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zedda.

Ha domandato di parlare il consigliere Michele Ennas. Ne ha facoltà.

ENNAS MICHELE (LEGA). Sull'ordine dei lavori. Grazie Presidente, noi avremmo necessità di una sospensione per poterci confrontare con l'Assessore e la maggioranza per gli emendamenti che sono stati presentati. Grazie.

PRESIDENTE. È stata chiesta una sospensione, e successivamente si riprende per le dichiarazioni di voto. Quindi sospendo i lavori dell'Aula per dieci minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 13 e 13, viene ripresa alle ore 13 e 27.)

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MICHELE PAIS

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, prego i colleghi consiglieri di prendere posto. Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli.

Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 1 a cui sono stati presentati degli emendamenti.

Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Michele Ennas, relatore di maggioranza.

ENNAS MICHELE (LEGA), relatore di maggioranza. Emendamento numero 1 invito al ritiro, emendamento 7 parere contrario, emendamento 6 parere favorevole, come discusso con i con i Capigruppo con la modifica che abbiamo concordato, emendamento 2 invito al ritiro, emendamento 3 invito al ritiro, emendamento 4 invito al ritiro, emendamento 5 invito al ritiro, emendamento 8 parere contrario.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della difesa dell'ambiente.

LAMPIS GIANNI, Assessore della difesa dell'ambiente. Parere conforme alla A. quello del relatore.

PRESIDENTE. Ci sono degli inviti al ritiro.

Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Mantengo l'emendamento 6 e l'emendamento 7 e ritiro i restanti a prima firma Agus.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Roberto Li Gioi. Ne ha facoltà.

LI GIOI ROBERTO (M5S). Mantengono soltanto il 5, gli altri sono ritirati.

PRESIDENTE. Va bene, apriamo la discussione sull'articolo 1 e sugli emendamenti.

È iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Grazie, Presidente. Per proseguire sulle questioni riguardanti il tentativo di dialogo quasi impossibile vi è, se ho compreso le motivazioni, l'esigenza di poter consentire che alcune società, già operanti in Sardegna in alcuni presidi industriali già esistenti, possano ottenere provvedimenti autorizzativi dalla Regione, siccome la materia non attiene, per quanto riguarda quei casi, alla compatibilità dell'intervento sulle scelte strategiche della Regione Sardegna circa gli investimenti, ma attiene alla materia ambientale, ricordo che per salvare l'ILVA, la prosecuzione del lavoro all'interno di quella fabbrica, per quanto riguarda le materie ambientali è stato adottato dal Governo un provvedimento di scudo penale, non di autorizzazione discrezionale da parte della Regione Puglia, ma di sospensione dell'efficacia delle norme penali riguardanti l'inquinamento; questo è il tema, perché il rischio altrimenti è andare in una direzione opposta. Anche nell'ambito della sentenza, che vale la pena leggere tutta nella sua integrità e interezza e non in un'unica parte, si fa riferimento, per quanto riguarda l'ambito di discrezionalità delle decisioni politiche in capo alla Giunta, al fatto che queste debbano essere comunque fondate su legge o su una motivazione, la motivazione sta nelle scelte strategiche della Regione Sardegna. Faccio un esempio; l'onorevole Cossa ha proposto che la Regione si qualifichi come patrimonio dell'umanità in termini di ambiente e beni archeologici di epoca preistorica, sarebbe compatibile se nelle scelte di indirizzo della Regione Sardegna ci fosse un'indicazione di una economia nella direzione della valorizzazione dell'ambiente, dell'archeologia eccetera, l'inserimento vicino a luoghi di questo tipo di presidi industriali? No! Ma dove fonda il no? Un eventuale provvedimento della Regione Sardegna su questo aspetto? Sugli indirizzi strategici della Regione, in questo caso si potrebbe dire che un intervento da un punto di vista di intrapresa economica nell'ambito dell'energie più in generale troverebbe accoglimento o meno anche in una discrezionalità di parere da parte della Giunta nel momento in cui il Piano energetico regionale non dovesse recepire quello come intervento strategico. Quindi attenzione a confondere il termine discrezionalità uguale "facciamo ciò che vogliamo", non è così, tant'è vero che nella parte che lei ha letto, Assessore, lei stesso ha letto: "valutazioni complesse", sbaglio? "In termini di tutela ambientale", l'esatto opposto, rilegga la parte che lei ha letto, e cioè facendo discendere quel no anche da parte della Giunta da un punto di vista di una maggiore tutela ambientale fondata su una valutazione ambientale, in questo caso strategica, ma non valutazione ambientale strategica in termini di autorizzazione, ma valutazione dell'ambiente come strategia fondamentale per lo sviluppo. Su questo si gioca il tutto, cioè non vorrei che, e su questo ci siamo soffermati, non sull'impianto del recepimento di una legge, ma sull'avere introdotto una questione che, se è pur vero è stato argomento di discussione anche da parte delle sentenze della Corte costituzionale, è anche vero che la Corte interveniva su una richiesta di parte in relazione al fatto che il TAR Sardegna venne investito a suo tempo da una richiesta di una società mineraria che chiese di intervenire sul provvedimento adottato dalla Regione Sardegna. Perché? Perché la Regione Sardegna aveva cambiato i termini di concessione da quindici a dieci anni, il TAR sospende e rinvia per una questione di legittimità costituzionale, e lì prende avvio la vicenda, non vorrei che vi stiate confondendo ulteriormente creando ulteriori problemi che nell'ambito del comma 10 potrebbero sorgere per quanto riguarda l'applicazione delle norme, e mi auguro che riguardi, quell'interpretazione, solo progetti strategici fondamentali legati a imprese in essere, e non progetti presentati di recente, e non progetti presentati di recente! Magari fotocopia. Grazie.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giuseppe Meloni. Ne ha facoltà.

MELONI GIUSEPPE (Progressisti). Grazie, Presidente. Io avrei da commentare sull'articolo 1, ho visto che sono stati credo ritirati o verranno ritirati degli emendamenti, insomma c'è stato un invito al ritiro, verranno ritirati gli emendamenti che avrebbero soppresso alcuni commi, in particolare il comma 10, è stato posto un quesito da parte mia all'Assessore, l'Assessore ha risposto e nella sua risposta non ha escluso, nell'ambito dell'astrattezza e generalità della legge, che questo provvedimento possa riferirsi anche a casi ben noti che conosciamo, in particolare per quanto riguarda il piano di messa in sicurezza di una città in Sardegna, insomma, un provvedimento che ha fatto scalpore direi… Assessore, lei non si deve scandalizzare se ne parliamo, perché parliamo di un piano da 150 milioni di euro, finanziati peraltro con un finanziamento a rischio, è chiaro che un provvedimento dei suoi uffici, che lei lo abbia in qualche maniera sancito solo nella parte finale o meno, nel senso che poi probabilmente con l'approvazione di questo comma 10 ci sarà successivamente tutta una discrezionalità in capo alla Giunta che consentirà forse di avere più voce in capitolo di quanto non è stato fatto in passato, lei ha citato un solo caso nel quale c'è stato uno scostamento fra la proposta arrivata dagli uffici e quella che poi è stata la decisione finale da parte della Giunta, è chiaro che io non posso non parlarne, non posso non chiederle conto di quello che sta accadendo o è accaduto, anche perché non dimentichiamo che a settembre di quest'anno, noi abbiamo presentato una mozione che mi risulta, con la melina tipica che si utilizza in questo Palazzo quando non si vogliono affrontare certi argomenti, non è stata mai portata all'attenzione del Consiglio regionale. Una mozione in merito che è stata presentata da ben 22 o 23 consiglieri regionali, quindi non una mozione presentata giusto per svolgere il proprio compitino, una mozione che intendeva fare luce su una situazione rispetto alla quale, torno a ripetere, se ne parlava tanto, se ne è parlato tanto fuori e poco dentro quest'Aula. Lei parla, ha parlato, anche in risposta a una mia interrogazione che chiedeva conto di un'indagine che sarebbe stata avviata recentemente, una visita da parte della polizia giudiziaria che ci sarebbe stata, uso il condizionale, anche presso i suoi uffici, io chiedevo conto se corrispondesse al vero, visto che anche la mozione che non avete voluto trattare in quest'Aula, faceva riferimento alla stessa materia oggetto poi di questa indagine. E lei ha risposto che non ha notizia, non aveva almeno notizie al momento della risposta, di questa indagine, mentre fa sempre riferimento, l'ha fatto anche in quest'aula l'altra volta e anche oggi, ai 900 giorni che sarebbero intercorsi e l'altra volta in modo anche un po' accalorato, come ho detto prima, lei mi chiedeva conto, l'ha fatto anche oggi per la verità, l'ha fatta anche il suo avvocato difensore, il collega stimato Francesco Mura, chiedeva conto della mia azione. Bene, io come è nel mio stile, non intervengo sui precedenti amministrativi, non intervengo ad ingerire sui procedimenti amministrativi, non l'ho fatto e quando dovesse accadere che ho dei dubbi, chiedo ovviamente alla figura apicale politica notizie, come è mio dovere. L'ho fatto anche nella precedente legislatura, la differenza sostanziale è stata che nella precedente legislatura l'ente soggetto proponente, fino a quando è stato il Comune di Olbia nell'ultima fase del 2016 era contrario palesemente e notoriamente al piano, mentre quando è stata la Regione Sardegna, anche l'ufficio del commissario, nel periodo nel quale io sono stato consigliere regionale di maggioranza, non è mai stata manifestata una contrarietà, non è mai stato annunciato nulla che lasciasse intendere che ci fosse un accordo o comunque una posizione favorevole rispetto alla bocciatura di quella precedente valutazione ambientale. Quindi perché io avrei dovuto chiedere con interrogazioni, notizie se non ovviamente con le interlocuzioni politiche naturali, normali all'Assessore di turno, notizie su un piano che stava seguendo un procedimento autorizzativo che stava seguendo una procedura naturale? L'allarme c'è stato e per certi versi continua nel momento in cui ovviamente non si fa chiarezza. Io non capisco per quale motivo voi non abbiate portato all'attenzione di quest'Aula quella mozione, forse perché avevate paura di discuterne, sarebbe stato molto più utile discuterne, avreste chiarito le vostre posizioni, avreste sgombrato il campo, oppure stavate attendendo questa delibera per poi poterne parlare successivamente. Io credo che abbiate fatto un errore e quindi spero che in futuro non accada mai più e mantengo i miei dubbi sulla��

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 7.

Ha domandato di parlare il consigliere Michele Ennas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ENNAS MICHELE (LEGA). Semplicemente per dichiarare il voto contrario all'emendamento numero 7, per quanto mi riguarda, perché ha abbondantemente spiegato il significato di questo passaggio all'articolo, l'Assessore. Io volevo ricordare un caso eclatante rispetto a questo, alla cosiddetta discrezionalità politica che ha citato anche l'Assessore e che riguarda proprio il caso di Eurallumina. La Giunta Pigliaru ha scelto di non decidere, nonostante ci fossero tutte le condizioni tecniche per portare avanti l'atto che è propedeutico e che poi serviva e che è stato invece adottato dalla Giunta Solinas su proposta dell'assessore Lampis.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Intanto per chiedere il voto con appello nominale su questo emendamento e poi per ribadire quanto già detto poc'anzi. Nulla di quello che ha detto l'Assessore mi sembra andare nella direzione di volerci convincere riguardo alla necessità di inserire quel termine. La Giunta non avrebbe, una volta approvata questa legge, nessun potere rispetto a quello che ha ora, avrebbe però, per l'ennesima volta, la possibilità di interpretare la norma regionale in maniera differente a seconda dell'interlocutore, a seconda del collega che oggi approva il testo, un po' quello che stava avvenendo sulla fascia dei 300 metri durante la discussione del Piano Casa. Colleghi c'era una parte di Consiglio regionale che era convinto di approvare una norma che aveva un significato, nonostante il significato fosse tutt'altro. Quando si è trovata un'ulteriore sintesi che ha consentito per fortuna di eliminare quella norma, molti colleghi diciamo che hanno accolto la modifica in maniera anche imprevista, proprio perché pensavano che in realtà quel testo volesse dire altro. In questo caso ci troviamo di fronte alla stessa situazione, allora io mi chiedo il perché. Perché esporre le finanze pubbliche, la Regione, l'ambiente al rischio di arbitrio? Perché far decidere, magari a un giudice amministrativo per l'ennesima volta, su un tema su cui forse la politica avrebbe necessità realmente di avere voce in capitolo, chiara? Il mio voto è favorevole.

Votazione per appello nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione per appello nominale dell'emendamento numero 7. Coloro i quali sono favorevoli risponderanno sì; coloro i quali sono contrari risponderanno no.

Estraggo a sorte il nome del consigliere dal quale avrà inizio l'appello. (E' estratto il numero 2, corrispondente al nome del consigliere .)

Prego il consigliere Segretario di procedere all'appello cominciando dal consigliere .

MELE ANNALISA, Segretario, procede all'appello.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio non approva).

Passiamo all'emendamento numero 6.

Metto in votazione l'emendamento numero 6, che si intende integrato previo parere della Commissione consiliare competente in materia di tutela dell'ambiente e da esprimere nel termine di dieci giorni decorsi i quali se ne prescinde. Chi lo approva alzi la mano. Chi non lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'emendamento numero 5.

Ha domandato di parlare il consigliere Alessandro Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS ALESSANDRO (M5S). Presidente, allora ho presentato questo emendamento e ho avuto anche delle interlocuzioni al riguardo con l'assessore Lampis. In buona sostanza questo emendamento si propone di far recepire dalla Regione Sardegna con delibera tutte quella serie di agevolazioni che nel decreto semplificazioni di luglio sono state inserite, finalizzate anche in parte per esempio all'adeguamento degli impianti di energie rinnovabili favorendo delle procedure semplificate, così anche da poter adeguare ed aumentare la redditività degli impianti, compensando quella che è stata la diminuzione per quanto riguarda gli incentivi del GSE. Da parte dell'Assessore Lampis, visto che comunque richiede recepire queste tipologie di norme, che per quanto sia una norma nazionale debbono essere recepite con delibera, così da favorire anche l'attività da parte degli uffici tecnici per esempio dei Comuni, i quali in presenza di questa piccola discordanza tra la normativa regionale e nazionale si trovano molto spesso a dover bloccare i processi autorizzativi e richiedere chiarimenti alla Regione. Facendo questo chiarimento così la Regione consentirebbe un più spedito iter dei processi autorizzativi. L'assessore Lampis per favorire anche un procedimento istruttorio così da consentire l'inserimento in delibera degli elementi contenuti nel Decreto semplificazione mi ha invitato a ritirare l'emendamento, io acconsento al ritiro solo dopo l'esplicita dichiarazione dell'assessore Lampis, dato che lui mi dice che comunque quanto richiesto da me in questo emendamento pu�� ritenersi contenuto nel novero delle azioni da espletarsi ai sensi dell'articolo 2 della legge che oggi abbiamo in discussione. Accetto l'invito al ritiro solo dietro esplicita dichiarazione da parte sua del recepimento all'interno del sistema regionale anche del disposto dell'articolo 56 del Decreto semplificazioni.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della difesa dell'ambiente. Ne ha facoltà.

LAMPIS GIANNI, l'Assessore della difesa dell'ambiente. Allora come poc'anzi detto dall'onorevole Solinas la Giunta regionale, io nello specifico perché poi sono l'Assessore competente in materia di ambiente, prendo l'impegno di inserire la proposta presentata e inserita nell'emendamento dell'onorevole Solinas all'interno degli indirizzi operativi che la Giunta regionale entro trenta giorni dall'entrata in vigore della presente legge adotta con propria deliberazione. Nello specifico quindi faccio riferimento all'articolo 2, come già poc'anzi detto, e all'interno di questa delibera di Giunta troverà accoglimento anche quanto l'onorevole Solinas e il suo gruppo di riferimento poi mi chiedevano con la presentazione dell'emendamento stesso.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'articolo 1. Chi lo approva alzi la mano. Chi non lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Metto in votazione l'articolo 2. Chi lo approva alzi la mano. Chi non lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 3, al quale stato presentato un emendamento, poi ritirato.

Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 3, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 4.

Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 4, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 5.

Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 5, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Passiamo alla votazione finale del testo.

Votazione per appello nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione per appello nominale del testo del D. L. numero 238. Coloro i quali sono favorevoli risponderanno sì; coloro i quali sono contrari risponderanno no.

Estraggo a sorte il nome del consigliere dal quale avrà inizio l'appello. (E' estratto il numero 29, corrispondente al nome del consigliere Alfonso Marras.)

Prego il consigliere Segretario di procedere all'appello cominciando dal consigliere Alfonso Marras.

MELE ANNALISA, Segretario, procede all'appello.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

La seduta è tolta, il Consiglio è aggiornato a questo pomeriggio alle ore 16 e 30.

La seduta è tolta alle ore 14 e 04.