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Referendari dirigenti, precisazione

Data: 02/11/2013 – Cagliari

In merito all’articolo apparso sulla Nuova Sardegna del 2 novembre 2013 “la Casta sarda promuove i nuovi boiardi” sul concorso per 16 Referendari Dirigenti presso il Consiglio regionale, la Presidenza ritiene doveroso precisare quanto segue:


L’Ufficio di Presidenza ha promosso l’indizione del concorso a copertura dei posti previsti in pianta organica per Referendari Dirigenti (Quinto livello funzionale- retributivo) in attuazione della programmazione di assunzioni di personale, mediante concorsi pubblici,  già stabilita con propria deliberazione del settembre 2011.
Al profilo funzionale di referendario dirigente è attribuito lo svolgimento di attività di consulenza giuridica, procedurale, legislativa e di studio, agli organi, collegi, commissioni e giunte nelle quali è organizzato il Consiglio regionale, nonché ai singoli consiglieri.
Siamo quindi in presenza di una figura tipica dell’organizzazione parlamentare, per la quale non possono valere i rapporti numerici con i dipendenti (come nelle amministrazioni attive) ma semmai vanno considerate le funzioni svolte al servizio dell’Istituzione consiliare e dei suoi organi. La funzione legislativa appartiene all’Assemblea sarda a prescindere dal numero dei propri componenti elettivi e deve continuare ad essere esercitata al meglio, per rispondere appieno alle esigenze della Sardegna e dei suoi cittadini tenendo conto della sua specialità e dei rapporti con lo Stato e con l’Unione europea.


La pianta organica vigente prevede per tale livello 30 unità, mentre attualmente risultano in servizio soltanto 14 Referendari, i quali svolgono tutti più incarichi per supplire a tale carenza. Con questo concorso quindi si intende coprire una mancanza superiore al 50 per cento, che non ha eguali nelle altre categorie di personale. 
Deve essere inoltre evidenziato che l’età media dei referendari in servizio è elevata ( l’ultimo concorso per la categoria apicale risale ai primi anni ottanta ) e di questi ben sei andranno in pensione nei prossimi cinque anni. Pertanto, anche con le nuove assunzioni, al termine della prossima legislatura, si arriverà a una presenza in servizio di 24 unità, inferiore  del 20% rispetto alla pianta organica.


Le nuove assunzioni saranno indirizzate al supporto delle Commissioni consiliari e dei servizi di studio, documentazione e biblioteca e all’incremento dei servizi d’Aula come richiesto in più occasioni, spesso anche durante gli stessi lavori consiliari, dai Consiglieri regionali.
Inoltre si potrà dare attuazione alle leggi recentemente approvate dal Consiglio per il Garante per l’infanzia e per il Garante per i detenuti, figure, queste ultime, che non sono state ancora istituite anche per l’assenza del personale. Così come potranno essere attivate le ulteriori deleghe al CORECOM da parte dell’AGCOM.


Per quanto riguarda le auspicate assunzioni dalle graduatorie dei concorsi già espletati, si precisa che l’Ufficio di presidenza non  ha mai preso in considerazione tale ipotesi, essendo tale personale  sufficiente e bisognoso soltanto di un assetto riorganizzavo finalizzato ad un miglior utilizzo delle unità in servizio, che l’amministrazione si appresta ad effettuare.
Non si comprende peraltro come di fronte alla possibilità di incrementare il numero di personale qualificato per l’Assemblea legislativa, Dirigenti sindacali che si richiamano alla spending review , insistano nel richiedere l’assunzione attingendo dalle graduatorie (che tante polemiche hanno creato) per un livello per il quale non è stata riscontrata dagli stessi uffici alcuna esigenza.


Infine non corrisponde al vero che il bando preveda la garanzia per i dipendenti del consiglio  della metà dei posti messi a concorso; in tal senso è stata presentata una richiesta da uno dei sindacati interni,  alla quale l’ufficio di Presidenza non ha dato alcun seguito mantenendo la propria proposta di una riserva pari a un quinto.
A proposito della ventilata istituzione dell’Area quadri della Regione (per la quale nessuna proposta è ufficialmente pervenuta), è bene precisare  che la Presidenza del Consiglio ha nel proprio staff personale già inquadrato nei ruoli del Consiglio o della Regione.


Altresì la Presidente  del Consiglio intende sottolineare, in modo chiaro e netto, che ha espresso la più totale e convinta contrarietà alla ventilata ipotesi di una simile proposta di legge in sede di Conferenza di  Capi  Gruppo, quando l’argomento è stato affrontato perché la notizia da giorni circolava negli ambienti consiliari.
Ciò detto, appare incomprensibile che da ambienti sindacali  rimbalzi un polemica contraddittoria e faziosa.
Contraddittoria perché da un lato si invoca la spending review, mentre dall’altro si consiglia la riapertura di una graduatoria per assunzione di personale in ruoli, mansioni e titoli differenti da quelli richiesti, raggiungendo il bel risultato di andare ad intasare posti già abbondantemente coperti.
Faziosa perché per italico vizio lo scandalo vuole che i parenti e gli amici da sistemare siano sempre quelli degli altri.


Sarebbe troppo facile per la Presidenza concludere con una domanda: chi ha interesse a riaprire una graduatoria per assumere personale di cui l’amministrazione non ha bisogno?
Ma, è preferibile pensare che in questa occasione il sindacalista sia  andato un po’ sopra le righe, prendendo un colossale granchio, basandosi su informazioni parziali, fuorvianti e superate.

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