Nota stampa della seduta n. 245

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVI Legislatura

Ufficio Stampa

Nota stampa della seduta n. 245 – pomeridiana
mercoledì 03 maggio 2023

 

Dichiarazioni della Giunta regionale in merito alla fusione degli aeroporti del nord Sardegna per incorporazione della Sogeaal da parte della Geasar

Il Consiglio sarà convocato a domicilio

 

Cagliari, 03 maggio 2023 –   La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno, con il dibattito collegato alle dichiarazioni della Giunta regionale (ex art.120 del regolamento) sulla fusione per incorporazione degli aeroporti del Nord Sardegna.

Aprendo la discussione Alessandra Zedda (Forza Italia) ha ricordato che il trasporto aereo è per molti aspetti un simbolo del mondo che cambia a livello nazionale ed internazionale e, in Italia, si è configurato nel tempo come un sostanziale monopolio del fondo F2i. La posizione espressa dall’assessore Moro la sostengo con grande interesse, ha proseguito, perché considero la mobilità da e per la Sardegna un servizio essenziale al pari di acqua e salute, di qui la scelta di un controllo e gestione pubblica in capo alla Regione o prevalentemente in capo alla Regione ma comunque in un quadro equilibrato, diverso dai processi piuttosto opachi di acquisizione degli scali sardi (cosa che non deve succedere anche a Cagliari), né trattato in “segrete stanze”, né svenduto e regalato a nessuno. Se privatizzazione deve essere, ha spiegato la Zedda, che avvenga secondo le norme vigenti nazionali e comunitarie con una opinione pubblica consapevole ed informata, anche per gli aspetti che riguardano lo specifico dell’insularità deve “attraversare” ogni azione delle istituzioni. Sul piano politico, ha aggiunto l’esponente di Forza Italia, diciamo “no” all’annacquamento del peso dell’azionista pubblico, ricordando che gli attuali oneri di servizio pubblico pongono ancora troppi limiti, superabili con gli aiuti diretti ai vettori attraverso il nuovo strumento del contratto di servizio con un ruolo dei Ministeri delle Infrastrutture e dell’Economia, e delle rigidità negli aiuti di Stato senza tralasciare la scelta delle società in house. In questo panorama deve inserirsi anche la Regione, trattenendo le sue quote attraverso Sfirs per arrivare ad una partecipazione di equilibrio e garanzia senza precludersi nessuna strada.

Per i Progressisti il consigliere Massimo Zedda ha sottolineato le difficoltà di un progetto di sviluppo del trasporto aereo ma non è colpa dell’assessore Moro se il sistema è rimasto in abbandono per anni; è per colpa del presidente della Regione, che non c’è nemmeno oggi, e della Giunta, la cui conflittualità non ha sicuramente aiutato il sistema produttivo regionale che, con idee diverse ma legittime, ha operato in assenza della politica, dando segnali molto evidenti di una politica senza idee. Impossibile pensare, secondo Zedda, che il presidente non sapesse attraverso le persone da lui nominate quanto stava accadendo: se fosse così vorrebbe dire che le istituzioni non contano nulla, perché nessun privato, piccolo o grande, agirebbe senza interlocuzioni istituzionali. Ma la destra ad aver detto che “il privato” era ovunque l’unica soluzione possibile, il problema è che le idee devono confrontarsi con altre idee.

Elena Fancello (Psd’Az) ha citato l’antico motto delle insurrezioni sarde “procura e moderare barone sa tirannia”, per sostenere che dopo solo una settimana si scopre che non è pura retorica, ed occorre non lasciare solo l’assessore davanti alla prepotenza dei baroni e di chi pensa che con arroganza, potere e denaro si possano calpestare i diritti dei sardi, l’esercizio politico del libero dissenso e l’estromissione della Sardegna da ogni sede decisionale. Questo Consiglio, ha aggiunto, ha il dovere di difendere principi e diritti, perché mobilità è uguale civiltà e sono cose che possono essere garantite solo da politiche pubbliche, quindi serve una espressione forte di sostegno all’assessore, impegnato nella difesa dei sardi e dell’interesse pubblico e non del profitto privato.

Il presidente ha ribadito di aver già stigmatizzato comportamenti censori di espressioni democratiche delle istituzioni regionali, con atti ineleganti ed inopportuni.

Roberto Li Gioi (M5S) ha affermato che, dopo le dichiarazioni di Moro, il vero motivo del dibattito in Consiglio è il comportamento inqualificabile del presidente Solinas che si è disinteressato per anni del settore dei trasporti in Sardegna, fin da quando si rivendicò la partecipazione significativa della Regione nel settore, e in particolare nello scorso mese di giugno quando in commissione si commentò negativamente il progetto di fusione, che non convinceva, per le strutture, la scelta della sede e la marginalizzazione della Gallura, perplessità ignorate ma ora riemerse in modo evidente. Perché Solinas è in silenzio? Si è chiesto Li Gioi: il trasporto aereo è oggi la sola strada possibile per competere sui mercati, e per arrivare ad un sistema efficiente è necessario, tutelare tutti gli scali sardi (come chiede anche Federalberghi) con le loro specificità ma guidati da una logica unitaria che non può che essere espressione di un controllo pubblico. Le perplessità manifestate recentemente dall’Enac su progetto di fusione accende i riflettori su vicende a lungo dimenticate, ma è chiaro che non si doveva arrivare vicino al punto di non ritorno. Il governatore Solinas ci guarda in streaming, ha concluso, ed a lui dico che dovrebbe governare come un buon padre di famiglia, attivandosi per una gestione del sistema aeroportuale ma con pari dignità evitando ragioni campanilistiche che danneggerebbero la Sardegna: “siamo sardo-centrici una volta per tutte”.

Marco Tedde (Forza Italia) ha manifestato la sua vicinanza all’assessore Moro obiettivo dello “scivolone” dei consulenti F2i inappropriato su prerogative intangibili, io stesso sono stato attaccato con denunce penali e l’allora presidente Ganau mi difese per iscritto in modo più che corretto. Arrivando al tema centrale del dibattito, Tedde ha detto che si tratta di un passaggio strategico, se vogliamo storico, che ci deve vedere vigili, compatti ed attenti alla tutela del pubblico interesse. Nello stesso tempo, è anche un “banco di prova” epocale per il principio dell’insularità e, da questo punto di vista, va riconosciuta l’incisiva azione dell’assessore Moro ma è chiaro che il presidente deve indicare la direzione e sono sicuro che lo farà, mentre io sono “laico” e non ho pregiudiziali, preferisco una gestione pubblica o privata che porta benefici alla Sardegna, purché migliori il sistema e la qualità dei flussi. Dal ’97 il processo di privatizzazione c’è, ha ricordato Tedde, ed è stato eliminato il vincolo della maggioranza pubblica. Secondo i dati Enac gli unici scali interamente pubblici si trovano a Cagliari, in Sicilia ed in Calabria, ed il giudizio dell’ente di governo è sostanzialmente positivo. Le società, ha concluso il consigliere, hanno interesse a far funzionare meglio gli aeroporti e, nello stesso tempo, la Regione deve avere la capacità di esercitare una funzione regolatoria ed i poteri di indirizzo, nei cda, con patti parasociali, o in altri modi definiti dopo confronto, siamo ancora in tempo, senza lasciare la “patata bollente” ad altri e soprattutto senza non ripetere l’errore della privatizzazione Sogeaal nel 2016.

Desirè Manca, per il M5S, ha ripercorso la storia dei trasporti in Sardegna, ricordando che viene da lontano ed il presidente ne aveva parlato a lungo nella sua campagna elettorale insistendo sul diritto alla mobilità dei sardi attraverso una nuova continuità territoriale ed una rete aeroportuale sarda. Il fatto è, ha lamentato la Manca, che in quattro anni è successo tutto il contrario, la Regione non ha messo in piedi un solo progetto da presentare all’Europa, ha bloccato il progetto che c’era ed ora, quasi allo scadere del mandato, nemmeno si presenta in Aula su un argomento di fondamentale importanza. I fatti dicono anche, ha aggiunto, che abbiamo assistito al massimo dell’incapacità di fare politica, trovare soluzioni, mettere in campo azioni concrete, salvo poi lanciare il solito appello all’unità per salvare l’aeroporto di Alghero. Ai sardi, ha continuato, non interessa di chi sono gli aeroporti, interessa prendere l’aereo e collegarsi con l’Italia e con l’Europa, ed è inutile che il collega Tedde faccia interventi critici ma sostenga gli stessi soggetti che critica dimenticando di dire ai sardi la verità. E’evidente, ha detto infine, che sul progetto la Regione sapeva tutto come si capisce dalla lettera di Moro perché nei cda i progetti erano stati presentati e discussi alla presenza dei rappresentati della Regione.

Maria Laura Orrù (Alleanza Europa Verde) ha criticato l’assenza della maggioranza dalle (poche) occasioni di dibattito sul tema, fin dal maggio dell’anno scorso quando, dopo ad una prima audizione in commissione, seguì l’assordante silenzio di Solinas, della Giunta e della maggioranza, il mancato coinvolgimento del Consiglio e dei Comuni aeroportuali su un tema strategico per la Regione e le sue politiche di sviluppo, i diritti dei cittadini. Le dichiarazioni di Moro, secondo la Orrù, sono in contrasto su quanto votato dal delegato della Regione sulla fusione, certamente criticabile su metodo modalità e tempistiche. L’interesse collettivo, ha affermato ancora la Orrù, sta nel garantire il diritto alla mobilità ed agevolare lo sviluppo del territorio, garantire posti di lavoro, vantaggi su indotto per i servizi connessi: non sono contraria a forme di collaborazione pubblico privato o all’individuazione di un unico soggetto di governo ma resta fondamentale comprendere ruolo e peso della regione, e di Comuni interessati e di area vasta, ci vuole un piano regionale e credo che, senza certezze sul ruolo Regione, si imbocchino strade sbagliate. Quanto alle soluzioni, ad avviso dell’esponente di Aev occorre attivare subito un confronto serrato, perché è dovere della Regione dare indirizzi chiari e precisi in materia di trasporti. (Af)

Dopo l’on. Orrù è intervenuto l’on. Michele Ciusa (Cinque stelle) che ha detto: “Da sempre i sardi rivendicano pari condizioni di mobilità rispetto agli altri cittadini italiani e questa rivendicazione è sacrosanta anche nel turismo. Quando questo accadrà ne avremo tutti un vantaggio e trovo giusto che la discussione su questo tema sia arrivata in Consiglio regionale. Gli aeroporti rappresentano infrastrutture strategiche e siamo oggi davanti a un futuro incerto perché non c’è stata visione da parte vostra su questo tema”. L’oratore ha proseguito: “La privatizzazione nasce dalla vostra incapacità di rendere la Regione protagonista sulle rotte sarde. Dove era la Regione in tutto questo tempo? Vicende come queste non nascono dall’oggi al domani. Dovevate agire per tempo. Ora siamo qui per salvare il salvabile ma bisognava agire prima di cadere nelle maglie della privatizzazione del settore privato. La responsabilità di tutto questo è del presidente Solinas”.

A seguire per i Progressisti l’on. Gianfranco Satta: “Apprendo che la Regione intende opporsi all’integrazione tra le due società di gestione di Alghero e Olbia, mi permetto di suggerire all’assessore Moro di non caricarsi di tutte queste responsabilità per evitare di fare come il precedente assessore alla Sanità. Sono d’accordo con l’assessore Moro sul fatto che la Regione debba avere un ruolo di primo piano nel sistema dei trasporti regionali ma le modalità e i tempi di questo intervento  sul processo di creazione del polo aeroportuale del nord Sardegna continuano a destare in me molte preoccupazioni. La missiva di F2I, che ho trovato garbata, ha posto interrogativi che sono rimasti senza risposta”. Per l’oratore “la Sardegna dovrebbe presentarsi con un unico sistema turistico e in questo scenario la divisione tra gli aeroporti sardi è un fattore di estrema debolezza”.

Sempre per l’opposizione dai banchi del Pd è intervenuto il consigliere gallurese Giuseppe Meloni, che ha stigmatizzato l’assenza del presidente Solinas. “Sappiamo solo di una lettera arrivata ieri e di qualche articolo di stampa”, ha detto l’on. Meloni, “siamo chiamati a esprimere pareri e a prendere posizioni senza avere una conoscenza reale delle cose. E questo è abbastanza grave. Il presidente Solinas avrebbe potuto raccontarci cosa è capitato in questi anni nelle interlocuzioni con questi soggetti privati che vorrebbero guidare gli aeroporti sardi in un’unica rete. Peraltro, l’assessore Moro a marzo era favorevole all’unione  tra Alghero e Olbia e oggi compie una giravolta. Chi ha perso tempo sino a oggi: l’assessore Moro o il silente presidente Solinas, che potrebbe smentirla nel giro di poco tempo. Assessore Moro, dia risposte ai sardi sui contenuti di questa diffida, la sua giravolta è evidente. E vorrei capire anche qual è la risposta del presidente della Regione su Alghero, che nel corso della scorsa legislatura stava per fallire. Questo dibattito non ha senso senza carte alla mano e l’assessore Moro ho dubbi che possa parlare per il presidente della Regione”.

I lavori sono stati sospesi dopo che si è acceso un forte contrasto in aula tra l’assessore Moro e l’on. Meloni. 

Alla ripresa l’on. Daniele Cocco (Rosso Verdi) ha detto: “Ancora una volta manca il numero legale e lo garantisce la minoranza, per una discussione che ritenevamo fosse importante. L’assessore Moro, probabilmente, queste cose che diciamo sul presidente Solinas le pensa e le diceva sino a poco tempo fa. E’ quasi stucchevole questo incontro di stasera e non  vorrei che anche oggi avesse deciso tutto il presidente che non c’è”. L’oratore ha spiegato che “nessuno qui è contrario per principio alle privatizzazioni o alla gestione pubblica. Ben vengano i privati, anche nella Sanità, se tuteliamo così l’interesse pubblico dei sardi. Ma alla maggioranza spetta governare i processi: permetteteci di fare domande e dateci risposte. Non solo quelle dell’assessore Moro ma quelle del presidente Solinas, colpito da quella sindrome da assenteismo che ha contagiato la maggioranza”.  

L’on. Annalisa Mele (capogruppo dei Riformatori) ha espresso solidarietà all’assessore Moro e ha aggiunto: “Il ruolo della Regione dovrebbe essere centrale nella governance dei processi, soprattutto quando si parla dei settori strategici. Non abbiamo nulla contro i privati  ma la Regione deve garantire il diritto dei sardi alla mobilità”.

L’on. Francesco Agus (Progressisti) ha chiesto alla maggioranza “come mai il trasporti aerei, che sarebbero così importanti, sono entrati in questa legislatura forse quattro volte e sempre in prossimità della scadenza dei bandi della continuità territoriale. Per la Sardegna si stimano prossimamente quindici milioni di passeggeri l’anno, cinque in più rispetto a oggi, ma non avete fatto nulla per governare questo processo. Mettiamo in dubbio che le informazioni in possesso dell’assessore Moro non siano le stesse del presidente Solinas: non è uno sgarbo chiedere al presidente di partecipare perché il presidente ha compiti diversi rispetto all’assessore”. Il capogruppo dei Progressisti ha aggiunto: “Ho letto la lettera inviata dallo studio legale e chiederemo alla presidenza della Regione ogni copia degli atti in suo possesso. Vogliamo conoscere le cose, perché non ci fidiamo. Chi ha scritto diffidando l’assessore Moro ha tutelato gli interessi degli azionisti, esattamente come altri, a volte rappresentanti dell’interesse pubblico, hanno minacciato querele e richieste di risarcimento danni per intimidire la stampa”.

Dai banchi dei Fratelli d’Italia il capogruppo Fausto Piga ha detto: “Abbiamo il dovere di vederci chiaro, esattamente come in passato abbiamo cercato di fare. Oggi però la lettera di diffida ricevuta dall’assessore Moro mi fa riflettere e leggere in maniera diversa tutti questi episodi, con la sensazione che è più quello che non si dice di quanto si dice. Non accettiamo che la Regione Sardegna non sia stata coinvolta in modo serio in queste trattative. Se non è pensabile che la politica si permetta di entrare nel merito delle vicende private non è nemmeno accettabile che le Camere di commercio non agiscano senza rispondere anche alla Regione. Può avere un senso il ruolo del privato e una rete di promozione unica della destinazione Sardegna. Ma a oggi la Regione non è stata opportunamente coinvolta e questo è un fatto grave”. (C.C.)

Per Alessandro Solinas  (Movimento 5 stelle)  il problema di cui si dibatte oggi non è certo venuto alla luce improvvisamente. Nonostante l’importanza del dibattito ancora una volta il Presidente Solinas è assente e quindi non può rispondere alle domande sulla sua posizione:   quali sono le prospettive di questa giunta? E le  azioni che saranno messe in campo?  Per Alessandro Solinas non ci si erge  a paladini del pubblico interesse se poi nelle sedi in cui bisogna farsi valere non si persegue tale obiettivo.  La Regione deve avere voce in capitolo sulla mobilità dei sardi ma  questo ruolo deve essere esercitato in maniera attiva. In questa legislatura  questo tema, come altri, sono stati trattati solo in vista di scadenze o di emergenze. E’ auspicabile che la Regione si faccia parte diligente in questa vicenda e che il Presidente della  Regione sia conseguente agli impegni che la sua giunta prende. 

Angelo Cocciu (Forza Italia Sardegna) ha dato piena solidarietà del suo gruppo all’assessore Moro che sta affrontando con tanto impegno problematiche importanti. L’assessore – ha detto – sta facendo un grande lavoro. Come consigliere regionale sono d’accordo con il collega Tedde. Non ho particolari simpatie o antipatie per i protagonisti di questa vicenda. E’ necessario trovare una soluzione che garantisca la mobilità dei sardi ma la Regione deve essere protagonista e garante di questa iniziativa. 

Antonio Piu (Gruppo Alleanza Europa Verde – Sinistra – Possibile – Art.1) ha parlato di azione politica del centrodestra totalmente fallimentare. Dalle strade, ai treni, al prezzo dei biglietti, ai trasporti navali l’attuale governo regionale  non è riuscito a incidere e la situazione è sempre peggio. Oggi davanti alla fusione,  la Regione deve porsi come interlocutore serio e concreto. Ma quale spazio può ritagliarsi? Per Piu la vicenda degli aeroporti sardi  denota  che la Regione non ha una strategia, come  sempre in questi anni di legislatura.  

Michele Ennas (Lega) ha chiesto chiarezza su questa operazione  e che sia garantita la mobilità di ogni cittadino sardo.  C’è da chiedersi – ha detto l’esponente della Lega – se questa fusione  sia funzionale allo sviluppo dei nostri aeroporti.  Per Ennas servirebbe una visione complessiva e unitaria di quello che devono fare i tre scali insieme. La partecipazione della Regione però non può  essere marginale, questa partita dei trasporti non può essere delegata è necessario che la Regione sia  protagonista. Ennas ha espresso piena solidarietà all’assessore Moro.  (r.r.)

Gianfranco Ganau, capogruppo del Pd, ha chiesto che fine abbia fatto la rete aeroportuale integrata degli aeroporti sardi, argomento di cui il presidente Solinas ha parlato nella sua campagna elettorale. Per l’esponente della minoranza l’’accorpamento di tutti e tre gli aeroporti, gestiti da un’unica regia, potrebbe anche portare vantaggi: più potere contrattuale con compagnie aeree, economie di scala, realizzare infrastrutture e  maggiori servizi. E ha aggiunto che non è prevista alcuna gara pubblica quando due spa si accorpano. Ganau, parlando poi della lettera inviata all’assessore Moro, ha definito la parte finale inaccettabile e da rigettare al mittente con assoluta convinzione. E ha aggiunto che non sono comportamenti ammissibili nei rapporti tra pubblico e privato.

Ganau ha anche evidenziato che si parla di estromissione, mentre invece la presenza della Regione è garantita dal rappresentante dell’ente nei cda. E ha chiesto cosa abbia fatto il presidente della Regione per avviare un’interlocuzione affinché la Regione avesse più peso. Il capogruppo del Pd si è anche detto contrario all’acquisto da parte della Regione dell’aeroporto di Alghero, sottolineando che i compiti della Regione sono quelli di favorire uno sviluppo privato, ma sempre esercitando un’azione di vigilanza e controllo.

Il presidente ha quindi dato la parola all’assessore Moro per la replica, che ha evidenziato come la discussione abbia offerto spunti importanti. L’esponente dell’Esecutivo ha subito voluto chiarire che creare una rete degli aeroporti sardi non vuol dire realizzare un monopolio degli aeroporti, ma consentire che gli scali restino indipendenti e collaborino fra loro, come scritto nel piano nazionale degli aeroporti dell’Enac. E’ vero, ha detto Moro, che nel corso degli anni la presenza del pubblico all’interno delle compagini societarie è diminuita, ma bisogna sempre tenere alta la vigilanza sul corretto sviluppo degli aeroporti. Per questo, ha continuato, è importante che la Regione detenga almeno il 10% delle azioni, perché ha così la possibilità di richiedere la convocazione dell’assemblea dei soci. L’assessore ha poi ribadito che in Sardegna si sta assistendo a un processo di fusione senza che questa azione sia stata spinta né dai territori né dal socio pubblico, ma soltanto dal socio privato F2i. Un passaggio, secondo Moro, che aprirà la strada anche al controllo da parte della nuova compagine societaria dello scalo cagliaritano senza spendere un euro. L’assessore ha ribadito che “nessuno è contrario alla rete aeroportuale sarda, ma questa non è la rete degli aeroporti sardi”. Per Moro c’è un problema politico ossia quello di lasciare la proprietà e il controllo di tutti i punti di collegamento da e per la Sardegna ad un unico soggetto, a un fondo di investimento privato, magari il migliore sul mercato italiano e internazionale.

“La partita si gioca oggi”, ha detto, ricordando che lui è venuto oggi in Aula a spiegare al Consiglio regionale cosa stesse succedendo, chiarendo la sua posizione e le possibili azioni. “Sono contrario  – ha detto – perché ritengo che sia un’operazione che non nasce per gli interessi della Sardegna, ma per altri legittimi interessi che sono in contrasto con la missione della Regione sarda per quanto attiene lo sviluppo del trasporto aereo”. L’assessorato dei Trasporti, ha raccontato Moro, è venuto a conoscenza della fusione tra gli aeroporti di Olbia e Alghero soltanto due ore prima della riunione del consiglio di amministrazione della Geasar. E ha subito chiamato il ceo di Geasar e ho chiesto spiegazioni. E’ soltanto dal 20 di marzo che si sa della fusione dei due aeroporti.

La Regione, ha continuato Moro, non vuole governare gli aeroporti, ma non può abdicare al ruolo di vigilanza e controllo. E ha ribadito che “questa Giunta non ha venduto nessun aeroporto e non è stata ceduta alcuna quota”. Moro ha poi aggiunto che se necessario con 15milioni è possibile riprendere il controllo dell’aeroporto di Alghero, visto “l’abbiamo fatto noi, metà del traffico lo paghiamo noi e l’altra metà è legata ai voli di Ryanair”. “Ribadisco – a detto – la decisione della fusione non trova la condivisione della Regione perché la Regione non è stata chiamata a confrontarsi su un simile progetto societario”, ha affermato.

Il presidente Pais ha sospeso la seduta per qualche minuto e ha convocato la conferenza capigruppo.(eln)

Alla ripresa il presidente Pais ha detto che “al termine di questa discussione, assolutamente importante, su questo tema le posizioni delle forze politiche sono cristallizzate. L’attenzione sul tema dei trasporti aerei e della gestione degli aeroporti sardi resta alta”. Il presidente del Consiglio ha poi aggiornato la seduta del parlamento sardo, che sarà convocato a domicilio. (c.c.)

iarazioni della Giunta regionale in merito alla fusione degli aeroporti del nord Sardegna per incorporazione della Sogeaal da parte della Geasar

I lavori del Consiglio riprenderanno alle 16

 

La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito il presidente ha comunicato che, in base alle decisioni della conferenza dei capigruppo, l’ordine del giorno sarà invertito collocando al primo punto la nuova legge sulla medicina di base n.378, con la corsia preferenziale dell’art.103.

Prima della discussione, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il consigliere Stefano Tunis (Misto) è tornato sul tema degli attentati agli amministratori locali dopo il recente attentato al Sindaco di Serdiana Maurizio Cuccu. Tunis ha consegnato alla Presidenza un suo documento con proposte operative in materia di status degli amministratori.

Il presidente, rispettando un impegno assunto nella precedente, ha ricordato l’invio di una lettera al Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi per invitarlo ad una visita in Sardegna, accompagnata da adeguate misure di potenziamento degli organici e degli strumenti di intervento delle Forze dell’ordine. Nel report aggiornato del Viminale, ha concluso, la Sardegna è fa parte purtroppo fra le 10 Regioni nelle quali si verifica il maggior numero di attentati contro gli amministratori: un dato che non ci fa onore, anche se la nostra è una delle poche Regioni nelle quali sono previste con una legge forme di risarcimento.

Il consigliere di Fdi Fausto Piga ha invitato tutti i consiglieri a partecipare sabato alle 17.00 a Serdiana alla seduta congiunta dei consigli comunali del Parteolla e del Basso Campidano per parlare dell’argomento.

Il consigliere sardista Domenico Gallus ha invece sollevato il problema della violenta aggressione subita da un medico di Ittiri, sollecitando un dibattito che porti a risposte concrete.

Il presidente ha osservato che nel nuovo testo può essere inserita una norma per la tutela del personale sanitario.

Aprendo la discussione il consigliere Daniele Cocco (Alleanza Europa Verde) ha espresso la sua posizione favorevole, mantenendo però alcune riserve sulla possibile impugnazione perché la legge incide su contratto nazionale medici; inoltre, ha aggiunto, occorre riprendere una legge, presentata dalle opposizioni nel giugno del 2022, sull’istituzione dell’infermiere di famiglia, figura necessaria proprio per sollevare i medici da una serie di attività collaterali, sia infermieristiche che amministrative.

Desirè Manca (M5S) ha parlato di argomento importante ma a suo avviso non è questo il modo per intervenire, così serve solo a mascherare l’incapacità della maggioranza, una ennesima “pezza”, perché casomai prima bisognava chiudere l’accordo contrattuale con i medici. La Manca ha annunciato l’astensione del suo gruppo.

Marco Tedde (Forza Italia) ha sostenuto che si tratta di una norma responsabile con contributo condiviso, ed è l’unica strada percorribile perché l’accordo non si poteva chiudere in tempi utili. Teoricamente, ha proseguito, è vero che potrebbe essere impugnata ed arrivare alla Corte Costituzionale ma comunque si colmerà una voragine, attraverso uno strumento utile per stimolare medici di famiglia ad arrivare a 1800 dove possibile; magari, ha suggerito, si può cambiare il comma 3 fissando il limite minimo di 1500 pazienti/medico a fronte del massimo di 1800.

Giovanni Satta (Psd’Az) ha sottolineato che purtroppo la situazione della sanità sarda dimostra che la quella della Regione è una autonomia è incompiuta perché pur pagando tutta la sanità siamo sempre a rischio. Circa un anno fa, ha ricordato, insieme ad Elena Fancello, avevano chiesto la convocazione straordinaria del Consiglio assieme a parlamentari e categorie mediche proprio su questo problemi: diciamo “no” alle cure concentrate a Cagliari e Sassari con i nostri paesi deserti, e con i nostri studenti che per superare il numero chiuso vanno all’estero.

Il presidente ha assicurato che terrà conto di tutte le segnalazioni utili, alcune delle quali saranno sottoposte anche al Ministro Calderoli.

Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha dichiarato che la legge è una specie di “yogurt” con la data di scadenza perché incide sulla contrattazione, e molti precedenti non sono incoraggianti, come è accaduto sulla vicenda delle indennità di risultato, bocciate in riferimento alla Sardegna ed ammesse invece in regioni ordinarie come il Veneto. Per Agus siamo di fronte ad un pericoloso precedente, che potrebbe avere ripercussioni su altre questioni importanti come i punti nascita in deroga, e quindi è giusto che la Sardegna alzi la voce. Sulla proposta dell’infermiere di famiglia, il consigliere ha espresso dubbi senza stanziamenti ed una valutazione dell’impatto sui territori marginali.

Ha assunto la presidenza dell’Assemblea il vice Giovanni Antonio Satta.

Franco Mula (Psd’Az) ha invitato le opposizioni a votare a favore, anche perché ci sono già zone si opera in deroga arrivando ad un tetto di 1800 pazienti, mentre sull’infermiere di famiglia c’è un vecchio problema aperto dal 2014 per la figura degli assistenti di studio e della loro retribuzione. Mula ha poi condiviso le argomentazioni del consigliere Tedde, auspicando inoltre il superamento del numero chiuso “vincolo inaccettabile” per una Sardegna che si paga per intero la sanità.

Alessandro Solinas (M5S) ha affermato che la minoranza non ha mai sottovalutato l’argomento, piuttosto è la maggioranza che sta squalificando per l’ennesima volta il Consiglio regionale, rincorrendo emergenze ma dimenticando l’incapacità di governo e la superficialità imbarazzante da cui derivano buona parte delle impugnazioni. Solinas ha concluso citando il caso di Oristano dove tanti assistiti hanno ricevuto lettere di revoca del loro medico di base.

Il capogruppo della Lega Michele Ennas ha detto che quella in discussione è una legge giusta da approvare il prima possibile perché è necessario operare secondo realtà, tenendo conto che le sedi carenti in Sardegna sono 33, mentre nel solo Sulcis operano 17 medici sui 28 in organico. Ora, ha continuato, una norma di transizione è urgente per risolvere una crisi di sistema che viene da molto lontano.

Domenico Gallus (Psd’Az) ha individuato nella legge una risposta necessaria anche se parziale, positiva inoltre la disponibilità delle opposizioni, segno di una consapevolezza comune che consente di rispondere alle attese di molte comunità. Siamo inoltre aperti, ha assicurato, ad interventi migliorativi sia sulla presenza degli infermieri che sul tetto minimo, come suggerito dal collega Tedde.

Pietro Moro (Udc-Sardegna al centro) non si è definito contrario al nuovo tetto di 1800 pazienti per i medici di base, però occorre tenere conto della situazione reale ed il lavoro dei medici è soffocato da una burocrazia intrecciata con le inefficienze degli ospedali, soprattutto a danno delle zone svantaggiate, anche a causa della attuale situazione degli ambiti territoriali nei quali sono presenti guardie mediche e poliambulatori.

Il capogruppo dei Riformatori Annalisa Mele Moro ha condiviso i contenuti di, soprattutto per quanto riguarda la burocrazia, che richiede anche adempimenti che riguardano le Rsa e le comunità alloggio, e spesso ritarda come nel caso del Cup che a volte fornisce risposte non professionali, sbagliate o incomplete. La 378, ha concluso, è frutto di tanto lavoro sulla medicina di base ed è giusta. Sul testo la Mele ha annunciato un emendamento finalizzato al reclutamento di altri medici nelle zone disagiate. (Af)

E’ poi intervenuto Fausto Piga (Fratelli d’Italia) che ha detto che questa legge è l’ennesimo sforzo per provare a tamponare la carenza di medici.  Siamo di fronte a un’emergenza , che riguarda non solo la Sardegna ma tutta Italia, che va affrontato  con un intervento straordinario.  Il vero problema è che sul mercato del lavoro manca la figura del medico.  Per Piga  non basta fare l’elenco delle criticità per  risolvere i problemi. Serve altro. Stiamo provando a farlo con questa legge che non risolverà tutti i problemi ma almeno ci proviamo . L’esponente di Fratelli d’Italia ha ringraziato l’opposizione che ha consentito alla legge di entrare in aula.  Sulla possibilità che questa legge sia impugnata, Fausto Piga è stato chiaro: “Non dobbiamo avere paura di fare scelte azzardate. Non si può stare fermi”.

 Per Gianfranco Ganau (Pd)  è una legge importante che  prova a tamponare una situazione emergenziale. Per questo – ha detto – abbiamo consentito che questa legge arrivasse in Aula, ma il nostro voto sarà di astensione. Il capogruppo del Pd è stato molto critico sulla legge che “interviene su regole contrattuali”   è a “grande rischio impugnazione” ed è frutto di un “modo di legiferare inaccettabile” . (r.r.)

Dopo l’on. Ganau ha preso la parola l’on. Deriu (Pd), che ha detto: “Vi invito al buon costume dell’ipocrisia, dite che questa legge non è incostituzionale e la approvate. Non potete dire che è costituzionalmente illegittima e approvarla. Non mi considerate, lasciatemi perdere, sono di un altro mondo”.

Per l’assessore Doria è necessario precisare che “siamo in presenza di un accordo integrativo regionale del 2010 e due mesi fa ho aperto il tavolo per il rinnovo dell’accordo e la sua rinegoziazione. Oggi abbiamo 1150 medici di medicina generale e solo 5 anni fa erano 1500, con un carico di lavoro evidentemente aumentato, non di poco, oltre che un aggravio di burocrazia. Siamo tutti chiamati qui a un atto di responsabilità che dobbiamo condividere”.

L’Aula è passata poi all’esame degli articoli e agli emendamenti agli articoli. L’articolo 1 è stato approvato, con immediata entrata in vigore della legge. Dai banchi dell’opposizione sono intervenuti i consiglieri Cocco (Rosso Verdi), Zedda (Progressisti) che hanno annunciato l’astensione. Per la Lega l’on. Ennas ha detto che “a tutti i cittadini vanno garantiti uguali diritti e dunque sono sincero quando dico che è doveroso approvare questa legge”.

Il provvedimento intitolato “Disposizioni urgenti in materia di assistenza primaria” è stato poi approvato con presenti 47 votanti 29 favorevoli 18 astenuti.

A seguire sull’ordine dei lavori l’on. Eugenio Lai (Rosso Verdi) ha chiesto al presidente Pais come intende programmare il proseguo della seduta. Il presidente Pais ha comunicato che i lavori proseguiranno sino alle 14 e poi riprenderanno nel primo pomeriggio a un orario ancora da comunicare.

Per il capogruppo del Progressisti, Francesco Agus, ha ribadito la necessità della presenza in Aula del presidente della Regione, il rappresentante legale delle azionista Regione nelle società di gestione aeroportuali.

A seguire ha preso la parola l’assessore Antonio Moro, per la relazione. L’assessore ha letto una nota inviata dai legali F2I poche ore fa, in cui la società per il tramite di un suo avvocato londinese diffida l’assessore e il Consiglio regionale da azioni diffamatorie nei suoi confronti, anche a nome dei fondi di investimento e dei loro interessi. “Ritengo sia un atto grave e deve essere chiaro che un assessore della Giunta e i rappresentanti del popolo sardo devono avere il diritto di discutere degli interessi dei sardi, soprattutto quando gli interessi del popolo possono come in questo caso confliggere con quelli legittimi di imprenditori privati. Certo, in questa vicenda ci sono elementi complessi ma la realtà dei fatti è abbastanza chiara per una politica che pone al centro gli interessi dei sardi e il loro diritto alla mobilità e alla libertà, ancora di più ora che il diritto all’insularità è riconosciuto in Costituzione”.

Per l’assessore Moro “la Sardegna è un continente disconnesso legato al mondo dagli aeroporti di Cagliari, Olbia e Alghero. Il fondo privato ha come scopo massimizzare i profitti e distribuirli agli investitori. Una missione opposta rispetto agli interessi dei sardi e alla nostra economia”.

L’esponente della Giunta Solinas ha parlato poi di “carenza di comunicazione da parte dei consiglio di amministrazione di Olbia e Alghero, che hanno deliberato il progetto di fusione per incorporazione senza che questo sia mai stata oggetto di confronto con la Regione. E che dunque l’assessorato non poteva sapere nulla, visto che la Regione è stata informata due ore prima che si votasse. Un’operazione che se dovesse concretizzarsi porterebbe Regione e Sfirs ad avere meno del tre per cento delle azioni della nuova società Aeroporti Nord Sardegna. Cioè molto lontana dal dieci per cento, il minimo per garantire alla Regione il diritto di convocare l’assemblea dei soci”.

Non solo: l’assessore Moro ha comunicato che “il cda Sogeal è stato appena convocato per determinare il valore in caso di liquidazione delle quote di chi non aderirà alla nuova società Aeroporti Nord Sardegna. Ma noi affermiamo invece  che siamo pronti all’acquisto delle quote di F2 Liganzia nella società Segal, perché tornino nella proprietà della Regione e dunque in mano pubblica. Segnalo anche che i nostri interrogativi hanno portato Enac a disporre approfondimenti istruttori a seguito della nostra nota del 19 aprile”.

Non si conoscono invece i programmi di F2I Ligantia “per la guida di tutti gli aeroporti sardi, compreso quello di Cagliari che a tutti gli effetti potrebbe essere privatizzato. Cagliari Elmas rappresenta il 50 per cento del traffico sardo e nulla presuppone che una rete aeroportuale coincida con una sola proprietà degli aeroporti sardi. Mai si è pensato di consegnare a un fondo di investimento le chiavi di accesso dell’Isola e noi non consentiremo di compromettere irreversibilmente le politiche pubbliche. Ribadisco che siamo contrari alla privatizzazione della Sogaer e alla fusione della Sogeal in Geasar: siamo invece impegnati a garantire anche in futuro il diritto alla mobilità dei sardi perché il nostro faro è l’interesse pubblico e soltanto quello”. Il presidente Pais è quindi intervenuto e ha sottolineato che “non deve essere consentito a nessuno di diffidare il Consiglio regionale dall’esercizio dei sui diritti e delle sue prerogative”. La seduta è stata chiusa. I lavori riprenderanno alle 16. (c.c.)

 

 

 

 

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