Nota stampa della seduta n. 242

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVI Legislatura

Ufficio Stampa

Nota stampa della seduta n. 242 – Pomeridiana
Martedì 4 aprile 2023

 

Approvato a maggioranza il Disegno di legge N. 375/A (Giunta regionale) “Ratifica dell’intesa tra le regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano per l’istituzionalizzazione della Conferenza delle regioni e delle province autonome”

Approvata all’unanimità la Proposta di legge n. 377 (sottoscritta da tutti i gruppi del Consiglio regionale) “Modifiche all’articolo 5, comma 25, della legge regionale n. 1 del 2023 in materia di sostegno a favore dei soggetti sottoposti a trapianto”

Il Consiglio sarà convocato a domicilio

 

La seduta è stata aperta dal vicepresidente Giovanni Antonio Satta. Dopo le formalità di rito, ha preso avvio l’esame del primo punto all’ordine del giorno: il disegno di legge n.375 “Ratifica dell’intesa tra le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano per l’istituzionalizzazione della Conferenza delle regioni e delle province autonome sottoscritta il 6 dicembre del 2022”. Sull’ordine dei lavori ha chiesto la parola il capogruppo del M5S Alessandro Solinas che ha espresso a nome di tutti i consiglieri pentastellati la solidarietà al sindaco di Mogoro, Donato Cau, vittima la notte scorsa di un atto intimidatorio: «E’ l’ennesimo episodio ai danni di un amministratore locale – ha detto Solinas – è fondamentale stare vicino a chi si impegna nelle istituzioni». Solidarietà al sindaco di Mogoro è arrivata anche dalla capogruppo dei Riformatori sardi Annalisa Mele: «E’ inaudito che continuino questi atti e che i sindaci siano lasciati in una situazione di difficoltà».

Il vicepresidente Satta, facendo proprie le considerazioni dei consiglieri, ha espresso la solidarietà di tutto il Consiglio regionale al sindaco di Mogoro.

Sull’ordine dei lavori è intervenuto anche il consigliere Roberto Li Gioi (M5S) per segnalare le incongruenze della legge n.7 del 1991 sull’emigrazione: «C’è una disgregazione dei circoli degli emigrati sardi – ha detto Li Gioi – questi nostri conterranei sono iscritti all’Aire e hanno diritto di voto. Rappresentano il dieci per cento della base elettorale. La Regione invece li trascura mentre loro vorrebbero partecipare. Auspico un cambio di rotta che assicuri più attenzione a questa realtà».

Desirè Manca (M5S) ha invece segnalato la mancanza di numero legale in Aula e ne ha chiesto la verifica durante la prima operazione di voto

Ha quindi preso la parola il presidente della Commissione “Autonomia” Andrea Piras per illustrare il provvedimento: «Il disegno di legge ratifica l’intesa tra le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano sottoscritta il 6 dicembre del 2022 – ha detto Piras – l’obiettivo è l’istituzionalizzazione della Conferenza delle Regioni secondo quanto previsto dall’art 117 della Costituzione. La Conferenza è un organismo di coordinamento tra regioni e province autonome. Uno strumento che dà attuazione al regionalismo cooperativo e al principio di leale collaborazione sancito dall’art.120 della Costituzione».

Sul merito del provvedimento è intervenuto il consigliere Roberto Deriu (Pd), secondo il quale la più importante considerazione è contenuta nell’allegato dove si dice che “Regioni e Province autonome ritengono che l’evoluzione storica, sociale ed economica, la complessità del mondo globale, l’affermarsi repentino di nuovi diritti sociali e civili abbiano reso del tutto superata una ripartizione delle competenze e delle funzioni tra Stato, Regioni e Province autonome secondo criteri di contrapposizione e reciproca esclusione”. Un passaggio che merita un’attenta riflessione, secondo Deriu: «Oggi approviamo un passaggio che si riferisce alla prevalente dottrina che si è affermata in Italia rispetto al concetto di autonomia che si vuole differenziata – ha sottolineato l’esponente della minoranza – la differenziazione è un procedimento che ri-articola le competenze, distribuendo tra i vari livelli istituzionali le funzioni. Oggi diamo copertura politica e adesione a questo tipo di discorso. Si tenta di costruire un edificio repubblicano nel quale ci sia la possibilità di risalire dalla più piccola funzione amministrativa al più grande potere dello Stato. E’ una cosa scontata, nessuno si oppone oggi, però sarebbe necessario che in questo Consiglio si svolgesse ancora il dibattito sull’Autonomia. Noi non disponiamo di una comune cultura autonomistica, alcune nozioni sono totalmente smarrite nel dibattito pubblico e tra gli operatori dell’informazione. Non è patrimonio della classe politica, l’autonomia è rimasta solo come etichetta della prima commissione. Quando si parla di autonomia si affronta la cultura della verticalizzazione dei poteri: ciò che è più grande garantisce di più, uguaglianza significherebbe omologazione. Questa è una concezione giacobina dello Stato».

Per la Giunta è intervenuto l’assessore ai Trasporti Antonio Moro che si è rimesso alla relazione scritta al disegno di legge.

Il vice presidente ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli che è passato con 37 voti a favore e 4 astenuti.

Il presidente Michele Pais ha assunto la presidenza della seduta. E’ quindi intervenuto sull’ordine dei lavori il presidente della Quinta Commissione “Attività Produttive” Piero Maieli per stigmatizzare la mancata calendarizzazione di due proposte di leggi approvate da tempo in commissione: «Si tratta di due provvedimenti sull’olioturismo e sulla valorizzazione del latte d’asina. Sono due norme approvate lo scorso anno. C’è un’opportunità che ci stiamo precludendo: perché non si calendarizzano?».

Il capogruppo dei progressisti Francesco Agus ha dato la disponibilità delle opposizioni a discuterle: «La minoranza non ha mai bloccato le leggi – ha rimarcato Agus – ma oggi, per la terza volta, sono stati spostati i termini per la presentazione degli emendamenti al Collegato alla Finanziaria. Di questo passo c’è il rischio che queste leggi non possano essere discusse nel corso di questa legislatura».

Il presidente Pais ha quindi messo in discussione gli articoli del disegno di legge n.375 che sono stati approvati per alzata di mano. Il voto finale sull’intero provvedimento è stato espresso dall’Aula con voto elettronico (25 voti a favore e 17astenuti). (Psp)

 

Il presidente Pais ha annunciato la proposta di legge 377 a firma di tutti i capigruppo (ex art.102) finalizzata ad aumentare il rimborso chilometrico a favore dei nefropatici e trapiantati. Per l’on. Gallus (Psd’Az) “non ci sono malattie di serie a o b, non accettiamo discriminazioni dei pazienti tumorali o dei talassemici. Chiediamo un impegno analogo per tutti i malati”. 

A seguire l’on. Ennas (Lega), primo firmatario del testo insieme all’onorevole Agus (Progressisti), ha detto: “Stiamo correggendo un errore materiale della legge di stabilità, relativo proprio ai nefropatici. Le affermazioni del collega Gallus sono condivisibili e se l’assessore alla Sanità vorrà occuparsene lo ascolteremo senza dubbio perché siamo contrari anche noi a ogni discriminazione”.

Per l’on. Agus “questa è una proposta trasversale sin dalle origini, stiamo modificando una legge del 1985, epoca in cui la dialisi era l’unica terapia salvavita e richiedeva continui trasporti in ospedale. Ora non è più così, le aspettative di vita si sono allungate purché connesse a costanti visite in ospedale. Ecco perché queste piccole indennità sono necessarie a questi pazienti, che spesso sono pluripatologici”.

Il presidente Pais ha messo in votazione il passaggio agli articoli e l’Aula ha approvato. La proposta di legge è stata dunque approvata con 40 votanti e altrettanti favorevoli.

Sull’ordine dei lavori l’on. Rossella Pinna (Pd) è intervenuta per riportare “l’esito dell’incontro bilaterale al Mimit tra il Governo e Glencore per la vertenza della Portovesme srl. Glencore ha ribadito che intende procedere alla riconversione industriale e ha annunciato la costituzione di un gruppo di lavoro ristretto per analizzare le soluzioni sostenibili. Stiamo parlando di 1400 lavoratori che corrono il rischio di perdere il posto di lavoro. Chiediamo che il presidente della Regione venga in Aula a riferire che cosa ha fatto fino a oggi per scongiurare questo rischio”.

Il presidente Pais ha dichiarato conclusi i lavori dopo aver formulato “ai consiglieri e ai sardi gli auguri di buona Pasqua”. (c.c.)

 

 

spinta la mozione 640 (Ganau e più) di sfiducia al Presidente della Regione, in base all’articolo 118 del regolamento del Consiglio regionale

Eletti segretari dell’Ufficio di Presidenza Gianfranco Satta (Progressisti) e Michele Ciusa (M5S)

Il Consiglio si riunirà martedì, 4 aprile, alle 16

 

La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. All’ordine del giorno del Consiglio il dibattito sull’autonomia differenziata, con particolare riferimento alla mozione n.640 (Ganau e più), di sfiducia nei confronti del presidente della Regione.

Prendendo la parola sull’ordine dei lavori Desirè Manca, del M5S, ha annunciato la presentazione di una mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore della Sanità Carlo Doria per le dichiarazioni rilasciate ed i comportamenti tenuti nei confronti delle forze di opposizione in Consiglio regionale.

Il presidente ha poi comunicato che occorre completare la composizione dell’ufficio di presidenza del Consiglio con l’elezione dei nuovi rappresentanti dei gruppi dei Progressisti e del Movimento 5 Stelle. Si è quindi proceduto allo scrutinio che si è concluso con l’elezione dei consiglieri Gianfranco Satta (Progressisti) con 22 voti e Michele Ciusa (M5S) con 24: 18 gli astenuti.

Il Consiglio è poi passato alla discussione della mozione n.640, illustrata dal primo firmatario Gianfranco Ganau.

Nella sua relazione, il capogruppo del Pd, a nome di tutta la minoranza, ha parlato di “un atto estremo” che però è ampiamente giustificato per l’esclusione del Consiglio regionale da decisioni di valore strategico per la Sardegna, una esclusione peraltro iniziata con il Pnrr, i trasporti e l’energia, e proseguita il 2 marzo, con il parere favorevole espresso dall’assessore  Doria sul disegno di legge sull’autonomia differenziata. A parte il tentativo dello stesso Doria di derubricare lo stesso voto, ha aggiunto Ganau, contano le questioni di merito: a fronte di quel parere, mancava ogni riferimento all’insularità, non è vero che c’era invarianza dei trasferimenti perché la Sardegna è fortemente squilibrata sul piano delle infrastrutture ed i costi dell’insularità sono di 9 miliardi l’anno (una intera finanziaria regionale, 5000 euro per ogni sardo). Proseguendo sull’esame del merito del disegno di legge sull’autonomia differenziata, Ganau ha ricordato che le Regioni ordinarie possono richiedere la gestione di 23 nuove funzioni con un negoziato col Governo centrale a procedura semplificata, senza fondo di perequazione e con prospettive allarmanti, “se tutti dovessero chiedere tutto”, e prospettive allo stato del tutto incerte in materia di Lep che, come i Lea della sanità, non sono uno strumento automatico di parità ed infatti dopo 10 anni ha dato più al Nord che al Sud tanto è vero che c’è una forte mobilità passiva. Di fatto, ha lamentato il capogruppo del Pd, viene cancellata la nostra autonomia speciale, con l’espressione di un parere fondamentale sottratto ai sardi, per l’arroganza del presidente Giunta: una grave responsabilità senza confronto politico e sociale, che coinvolge come corresponsabili anche tutti i consiglieri di maggioranza.

Aprendo la discussione Maria Laura Orru (Alleanza Europa Verde) ha ribadito le dure critiche all’operato della Giunta, perché la Sardegna sta perdendo tanto in termini strategici ed in settori di grande importanza, dando verso un “vicolo cieco”. La Orrù si è poi soffermata, in modo specifico sulla sanità, al centro di una emergenza gravissima senza provvedimenti capaci di invertire la rotta, ma solo rattoppata da alcune strutture fisiche di prossimità, sull’energia con la sfida mancata della transizione ecologica, attraverso scelte parziali che hanno portato all’individuazione di alcune zone non idonee per gli impianti senza dire quali erano quelle idonee lasciando sole le comunità locali. Altro che accusare l’Europa, i governi “nemici” e le multinazionali, ha commentato la consigliera, c’è perfino una proposta di legge sull’acqua, secondo la quale mentre le risorse scarseggiano c’è il tentativo di trasferire la risorsa ai consorzi di bonifica e speriamo non sia mai approvata perché sarebbe un errore gravissimo. In conclusione, l’esponente di Alleanza Europa Verde ha fanno cenno ai problemi dei trasporti e della mobilità interna, ricordando su quest’ultimo punto le 11 grandi opere bloccate, così come sono state trascurate tutte le opportunità legate alla mobilità sostenibile.

Domenico Gallus (Psd’Az), ha affermato che l’argomento in discussione necessiterebbe di “alte riflessioni” piuttosto che la solita strumentalizzazione della minoranza, anche perché non è mai svilito il ruolo del Consiglio anche perché il disegno di legge sull’autonomia differenziata non lo prevede. Nel testo, peraltro, secondo Gallus non c’è alcun depotenziamento dell’autonomia speciale, ma anzi va colta l’occasione per ridiscutere e finalmente avviare un grande processo di riforma, puntando molto sul riconoscimento dell’insularità, già formalizzato. I fatti sono questi, ha riepilogato il consigliere sardista, ed è proprio rispetto a questi fatti che la minoranza mostra di avere la memoria corta, dimenticando che il centro sinistra hanno accettato tutto in cambio di una miseria. Se la logica delle mozione fosse quella di innescare un dibattito costruttivo, ha detto ancora Gallus, ci sarebbero le migliori condizioni per una riforma condivisa della specialità ed un nuovo statuto: vediamo chi ci sta, tutti auspichiamo la riconsegna ai sardi della loro storia, l’affermazione della nostra cultura originaria e del nostro essere “popolo” e della nostra sovranità. Se non si parte da queste premesse, ha concluso Gallus, ci fermiamo ad un dibattito inconcludente che invece può avere una nuova spinta, grazie all’insularità, per merito della Giunta e dei comitati. Confermerò la fiducia alla Giunta, ha detto infine il consigliere, e mi spiace che il collega Ganau, persona stimabile, sia inciampato, anche da ex presidente del Consiglio, in una caduta di stile. (Af)

Dopo l’on. Gallus ha preso la parola l’on. Michele Ciusa (Cinque stelle) che ha detto: “La legislatura è già finita, altro che un anno. Tra poco decreteremo chiusa questa stagione politica, tra le peggiori di sempre, con il voto di fiducia. Presidente, la stanno scaricando tutti e oggi chi ha manifestato queste insofferenze può porre fine a queste sofferenze con coerenza, sfiduciando il presidente Solinas. Volete tirare a campare occupando poltrone o avrete un po’ di dignità? La Sanità è allo sbando, il Piano casa ha bloccato l’edilizia invece di rilanciarla. Per non parlare della vostra incapacità nel settore dei trasporti e della continuità territoriale. In questi anni avete anteposto i vostri interessi a quelli della nostra terra. A cominciare dal voto sull’autonomia differenziata. E non si possono nemmeno ignorare le questioni extrapolitiche che la riguardano, presidente: lei sta assolvendo con disciplina e onore la funzione che le è stata assegnata dai sardi? Lei avrebbe dovuto giù dimettersi perché non ha più la fiducia del popolo e nemmeno della sua maggioranza. Chi si asterrà o voterà contro la mozione di sfiducia sarà complice ancora una volta di questa maggioranza. Io non ho paura di andare al voto e di essere giudicato dai sardi”.

A seguire per i Progressisti l’on. Gianfranco Satta ha  preso la parola parlando di “una giornata importante per la nostra democrazia. Questa assemblea è il cuore della Sardegna ed è nostro dovere consentire a ogni voce di contribuire al dibattito. Per il rispetto di quest’Aula chiedo che la mozione di sfiducia sia sostenuta: non si tratta solo di esprimere un voto di dissenso ma di riaffermare il nostro impegno verso la democrazia e la partecipazione. Bene farebbe il presidente ad assumere da solo la sua responsabilità”.

Per il gruppo Pd ha preso la parola anche l’on. Salvatore Corrias, secondo cui “lo Statuto rischia di essere calpestato a seguito dell’approvazione da parte del Consiglio dei ministri del disegno di legge sull’autonomia differenziata”. Per Corrias “il Parlamento dei sardi non è stato sentito ed è costretto per questo a muovere la sfiducia verso il presidente Solinas. In questo regionalismo delle disuguaglianze che si profilano si parla di risorse finanziarie delle Regioni: come si fa a votarlo? Chi contratterà per la Sardegna con lo Stato? Passerà il principio che più dà tasse più finanziamenti riceve e più trattiene. Ecco, voi siete fautori di questo”.

L’on. Li Gioi (Cinque stelle) ha esordito citando un tratto “delle dichiarazioni del presidente Solinas dopo la notizia della nostra mozione di sfiducia. Oggi è un punto di non ritorno e segna il suo sprezzante modo di gestire il potere. Lei si definisce paladino di una resistenza culturale con una sfrontatezza unica, tutta sua, quella di chi è nato con il pelo sullo stomaco. Lei ha accettato la linea netta dettata dal suo padrone padano, calata dall’alto, dal Nord, senza scrupoli, condannando il popolo sardo a un destino mortifero di svendita dell’isola. Siamo noi i sardisti, non certo lei. E siamo noi a difendere a spada tratta la nostra terra con una resistenza culturale a lei sconosciuta”.

Sempre dai banchi dell’opposizione l’on. Roberto Deriu (Pd), che ha esordito citando Amintore Fanfani: “Non può togliere la fiducia chi non l’hai data, come noi. Noi oggi proponiamo la sfiducia perché riteniamo che i sardi non abbiamo più fiducia in voi e siamo avviliti nel dover ricorrere a un mezzo del genere. Siamo consapevoli della sproporzione dei numeri in quest’Aula e non siamo stati divisi nel momento più duro quello della pandemia Covid durante la quale abbiamo delegato in bianco la gestione del soccorso sanitario e approvato a occhi chiusi manovre finanziarie. Per questo credo che la nostra sfiducia di oggi sia un atto politicamente rilevante perché non proviene da una classe politica faziosa o manichea. Questo è un voto di sfiducia che deve farvi discutere, colleghi della maggioranza: vedremo dopo che voterete oggi il vostro no se sarete in grado di ricandidare il presidente Solinas per un altro mandato”.  

 Per il Pd ha preso la parola anche l’on. Rossella Pinna, che ha detto: “Non è un’occasione lieta votare la sfiducia, sappiamo che non abbiamo la possibilità di portare a casa il risultato”. L’oratrice ha citato alcuni passaggi delle dichiarazioni programmatiche del presidente Solinas e un passaggio di una lettera di Michelangelo Pira a Titino Melis e ha chiuso così: “Voterò sì alla sfiducia e sono convinta che per i sardi non siete né santi né eroi”.

La maggioranza ha preso la parola con l’on. Tedde (Forza Italia): “In quest’Aula è entrato in scena un copione dei fratelli Vanzina e non dovrebbe accadere. Mi ero preparato sulla mozione di sfiducia che parla di procedimenti amministrativi, di atteggiamento incauto, sul quale siamo d’accordo anche noi, rispetto al disegno di legge dell’autonomia differenziata. E invece oggi voi parlate d’altro”. L’oratore ha aggiunto: “A ottobre abbiamo sollecitato il presidente Solinas rispetto agli obiettivi programmatici ma non lo diremo in questa sede.  Questa è l’occasione per sollecitare il presidente Solinas perché effettui la nomina dei team di esperti che supportino noi e i nostri parlamentari sulla migliore prospettazione e difesa del principio di insularità. Ecco, presidente: lo faccia”.

Di nuovo l’opposizione, con Massimo Zedda (Progressisti): “Abbiamo presentato una richiesta di discussione a fronte di un testo che avrebbe potuto determinare una serie di problematiche. Abbiamo chiesto un confronto in Aula su questo, che mai è avvenuto. Non c’è stato ma nemmeno Calderoli riuscirà a superare con la sua riforma i limiti imposti, per fortuna, dalla Costituzione e dall’Unione europea. Cade la vostra pia illusione che con una legge ordinaria il giorno dopo si potrà fare tutto quel che si vuole”.

Dai banchi dell’Alleanza Rosso –  Verdi l’on. Daniele Cocco ha ricordato “agli amici della maggioranza” di aver “definito iniquo il disegno di legge sull’autonomia differenziata” e ha aggiunto: “Vorremmo risposte sulla Sanità che non funziona, vorremmo parlare dei sardi che non riescono a mettere insieme il pranzo con la cena. Ma questa legislatura mai iniziata è meglio che finisca oggi”.

A favore della mozione di sfiducia si è espressa anche la consigliera del Movimento Cinque Stelle Desirè Manca: «Finalmente il presidente Solinas si presenta in Aula dopo una lunga assenza – ha esordito la rappresentante del M5S – in questi anni ha avuto il coraggio di presentare la riforma della rete ospedaliera durante la pandemia, ha aumentato il numero dei componenti del suo staff, è riuscito a sistemare le persone che conosce come l’ultimo nominato: l’assessore alla Sanità». Secondo Manca, il presidente della Regione va sfiduciato non solo per tutto quello che non ha fatto ma anche per i provvedimenti assunti: «Tredici leggi impugnate, con la vergogna del Piano casa – ha ricordato la consigliera – la colpa non è però la sua che in questi anni ha ignorato i bisogni della Sardegna, la vera colpa è dei colleghi della maggioranza che l’hanno sostenuto. Io non le permetto di svendere la Sardegna come ha fatto, fregandosene di tutto il Consiglio regionale, con il sì all’autonomia differenziata».

La consigliera di Forza Italia ed ex assessore al Lavoro Alessandra Zedda, in apertura del suo intervento, ha replicato al consigliere Li Gioi: «Forza Italia, contrariamente a quanto sostiene il collega, esiste e non ha cambiato nome – ha detto Zedda – facciamo parte di questa maggioranza in modo costruttivo e quando serve non rinunciamo a dire la nostra». Zedda ha poi rivolto l’attenzione al tema dell’autonomia differenziata: «Avremmo gradito un maggiore coinvolgimento da parte del presidente della Regione – ha detto l’esponente di Fi – lo abbiamo detto e lo ribadiamo. Non ci accontentiamo dell’inserimento del principio di insularità nel disegno di legge del ministro Calderoli. Cu questo tema il lavoro è ancora lungo e faticoso». Alessandra Zedda ha poi concluso: «Forza Italia è parte integrante di questa maggioranza ma oggi serve un cambio di passo perché il tempo sta scadendo. Presidente Solinas, le chiediamo per questo di dare un’accelerata significativa su temi come la riorganizzazione interna della Regione e la continuità territoriale. Cagliari deve  dire ancora la sua sull’aggregazione degli aeroporti. Non si può assistere ad operazioni come questa che non vedono coinvolta la Regione Sardegna».

Critico l’intervento di Giuseppe Meloni (Pd) che, rivolto alla collega Alessandra Zedda ha detto: «Meglio tardi che mai, almeno una voce della maggioranza esce fuori dal coro – ha detto Meloni – capiamo che sia imbarazzante anche per voi continuare a difendere questa Giunta e questo presidente della Regione. Certe questioni, però, andavano affrontate da prima anche quando la collega Zedda faceva parte della Giunta». Secondo Meloni nessuno degli impegni assunti dal presidente Solinas è stato mantenuto: «E’ evidente che questo esecutivo sia sotto tutela. Quando è stato delegato l’assessore Doria ad esprimere il parere sull’autonomia differenziata nella Conferenza Stato-Regioni era palese che non si voleva che quest’Aula si esprimesse. Avete barattato il principio di insularità con il sì all’autonomia differenziata. L’insularità è un’altra cosa, è un atto dovuto nei confronti della Sardegna. Non permetteremo che venga utilizzato come un’arma di distrazione di massa».

A favore della mozione si è pronunciato il consigliere Antonio Piu (Alleanza Europa Verde-Sinistra-Possibile-Art1: «Perché la Sardegna dovrebbe essere ancora considerata una Regione a Statuto Speciale? Quando passerà il Dl sull’autonomia differenziata saremo parificati a tutte le altre Regioni – ha affermato Piu – questa riforma non è stata minimamente discussa. Non c’è stato nessun tavolo di confronto tra le forze politiche. Mi aspetto che oggi il Governatore spieghi perché convenga oggi alla Sardegna dire sì all’autonomia differenziata».

Per Piero Comandini (Pd): «Si è persa l’ennesima occasione per fare una discussione serena e collegiale alla quale le opposizioni avrebbero potuto partecipare e dare un contributo. L’autonomia è un tema che ci unisce: il regionalismo differenziato lo abbiamo fatto noi con la modifica dell’articolo 116 della Costituzione. Allora c’era una forza politica come la Lega che ne fece un cavallo di battaglia presentando un referendum che prevedeva l’indipendenza della Padania. E’ lo stesso gruppo a cui appartiene lei presidente Solinas. Noi siamo pronti a confrontarci se la discussione parte dal basso con il coinvolgimento di tutte le parti sociali. Siamo disposti a ripartire dalla modifica dello Statuto sardo ma non siamo disponibili a firmare cambiali in bianco. Non ci fidiamo di un Ministro e di una Forza politica (la Lega) che ha nel suo Statuto l’indipendenza della Padania».

Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha annunciato un sostegno convinto alla mozione: «Non ho mai avuto fiducia nel presidente Solinas, sin dal momento in cui si presentò in Aula con mezza Giunta – ha detto Agus – per non parlare del seguito: finanziaria presentata in notevole ritardo, mancanza di un piano di sviluppo etc. La cosa che non ho mai capito, però, è che un presidente che ha fatto il consigliere regionale mostri disprezzo nei confronti del Consiglio. Un disprezzo fine a se stesso che non ha senso: quest’Aula è il luogo dove il presidente ha il consenso più elevato. Perché questo? – ha chiesto Agus – il voto dato in Conferenza Stato regioni sull’autonomia differenziata è uno sfregio». Il capogruppo dei Progressisti ha poi ricordato gli inviti rivolti alla maggioranza per l’apertura di un confronto sul tema dell’autonomia differenziata: «Vi avevamo avvisati, occorreva serrare i ranghi perché il tema non è questione di destra o sinistra. Stiamo parlando di cose importanti, il presidente aveva il dovere di coinvolgere il Consiglio. E’ stata una lesione del nostro ruolo di consiglieri. La preoccupazione è che la nostra Regione non sia nemmeno titolata a dire qualcosa perché è travolta dalla la crisi del suo Presidente, ci sono troppe cose che necessitano di un chiarimento».

Per Michele Cossa, in rappresentanza dei Riformatori, la discussione va riportata nella sua giusta dimensione: «Il Dl Calderoli è un provvedimento di procedura, non c’è una riga di merito. Il succo sta tutto nel comma 3 dell’articolo 116 della Costituzione introdotto oltre vent’anni fa. Se il delitto è stato perpetrato, non lo si è fatto ora ma nel 2001. Il dibattito sull’autonomia differenziata va fatto ma non riguarda il Dl Calderoli che sta dando attuazione a una riforma dello Stato». Secondo Cossa, in ogni caso, il tema dell’autonomia differenziata merita attenzione: «Ha fatto bene la Regione a dare parere favorevole? Probabilmente no perché nel Dl ci sono tanti elementi di debolezza e tante cose da dire. Ma stiamo parlando di un fatto talmente grave da giustificare una mozione di fiducia? Secondo me no, ascoltando l’opposizione ne sono ancora più convinto. Oggi si è parlato poco di autonomia differenziata, si è parlato d’altro. Il Governo non ci ha fatto un regalo inserendo il principio di insularità nel Dl. Quello era un atto dovuto che non esaurisce la discussione. Il Dl sull’autonomia differenziata riguarda le regioni a statuto ordinario. Il lavoro vero inizia adesso. Il tema non è il Dl Calderoli ma la determinazione dei Lep rispetto ai quali il governo dovrà tenere conto del principio di insularità. Si può dire che la maggioranza non si è mobilitata? Eccome se si è mobilitata. Il principio di insularità è la blindatura della nostra specialità anche rispetto alla riforma costituzionale del 2001 dove non se ne faceva cenno. Noi possiamo essere favorevoli o contrari ma c’è una sfida alla quale non possiamo sottrarci. Calderoli dice che è propedeutico all’aumento dell’efficienza della pubblica amministrazione. E’ il più grande problema che affligge l’Italia».

Giudizio negativo sull’azione della Giunta da parte del capogruppo del M5S Alessandro Solinas: «Questa Giunta ha curato il proprio orticello e non l’interesse della Sardegna – ha detto Solinas – si è preoccupata solo di creare posti di potere, di riformare la sanità avviandola verso la privatizzazione che creerà un vuoto di risorse umane ed economiche. Non vi siete preoccupati di trasporti, la vostra produzione legislativa è scadente come dimostrano le tante impugnazioni. Voi l’autonomia la temete altrimenti non la svendereste per un pugno di mosche solo per soddisfare il sogno secessionista di un partito moribondo». Secondo il capogruppo pentastellato l’inserimento del principio di insularità nel Dl Calderoli è stato sopravvalutato: «Si tratta in una legge di rango subordinato. La verità è che permane un abisso di incertezza sui Lep. Questa mozione di sfiducia nei confronti del presidente è meritatissima – ha concluso Solinas – avevamo chiesto di discuterne in Aula di autonomia differenziata, invece il presidente ha mandato un assessore appena nominato a rappresentare la Sardegna in Conferenza Stato-Regioni. Andate a casa, date ai sardi la possibilità di essere governati e di riavere fiducia nella politica».

In difesa di Solinas è intervenuto il capogruppo dell’Udc Gianfilippo Sechi: «L’iter della legge è lungo, prevede ulteriori passaggi nella Conferenza Stato-Regioni – ha detto Sechi – ci sono novità sostanziali per la Sardegna con l’inserimento del principio di insularità. Già questo dimostra quanto sia ancora possibile incidere sul testo. La Regione ha già avuto modo di vedere accolta le sue richieste. Non c’è motivo per questo di discutere una mozione di fiducia. Capisco che le elezioni si avvicinano. Questa mozione non può essere approvata, non ci sono gli elementi per farlo. Guardiamo avanti e concentriamoci sullo specifico di questo provvedimento per migliorarlo nell’interesse della Sardegna».(Psp)

Angelo Cocciu (capogruppo FI) ha evidenziato che le critiche al presidente e alla Giunta arrivano da chi è stato battuto in maniera netta nelle elezioni del 2019. Ha ricordato che il piano casa è stato bocciato dai 5 stelle e ha esortato l’opposizione ad andare a guardare gli atti di chi ha scelto le sorti del piano casa della Sardegna. Sul tema dell’agricoltura, in particolare sul prezzo del latte, ha evidenziato le differenze di prezzo di oggi rispetto alla scorsa legislatura. Cocciu ha ricordato anche che sull’autonomia differenziata è stato corretto il testo, grazie anche all’intervento e il sostegno del partito della Lega, e ha lodato il grande impegno dell’assessore dei Trasporti per garantire alla Sardegna una migliore continuità territoriale. Cocciu ha sottolineato, però, rivolgendosi al presidente Solinas, che avrebbe apprezzato un maggior coinvolgimento del partito di Forza Italia e ha sottolineato che “siamo ancora in tempo per realizzare i progetti già proposti”.  Il capogruppo ha annunciato il voto contrario.

Fausto Piga (capogruppo di FdI), annunciando anche lui il voto contrario, ha sottolineato che la mozione dell’opposizione è da rispettare, perché è un atto politico. Ma ha aggiunto che se l’intento dell’opposizione era quello di mettere in difficoltà la maggioranza sul tema dell’autonomia differenziata non c’è riuscita. Per Piga il divario tra nord e sud esiste già, e se oggi la Sardegna ha problemi nel settore dei trasporti, energia e infrastrutture non è colpa dell’autonomia differenziata. Per il capogruppo di Fratelli d’Italia il disegno di legge va giudicato senza pregiudizi e ha sottolineato che, se attuata bene, l’autonomia differenziata può essere un’opportunità per la Sardegna. Sarà sicuramente importante, ha continuato, lavorare sui Lep e sul fondo di perequazione. Per Piga l’opposizione apprezza l’autonomia differenziata più di quanto non voglia far credere, ma la usa come terreno di scontro in vista delle regionali.

Michele Ennas (capogruppo della Lega) ha giudicato la mozione pretestuosa, sia nella forma sia nella sostanza. Per l’esponente della maggioranza si sta ancora parlando del parere espresso in sede di Conferenza Stato-Regioni, che è stato con i fatti ampiamente superato. Ennas ha sottolineato il ruolo fondamentale del Consiglio regionale e del presidente del Consiglio regionale nell’inserimento del principio di insularità nel testo del DDL. Una richiesta che ha trovato pieno accoglimento da parte del Governo. Ennas ha voluto annunciare il voto contrario alla mozione e confermare la fiducia al presidente Solinas, sottolineando che la Lega sarà sempre al suo fianco, sia a livello regionale sia a livello nazionale, con spirito propositivo e costruttivo. Evidenziando le ultime notizie di “cambi di casacca”, Ennas ha confermato che la Lega ha accettato di far parte di questa coalizione e continua a farne parte, con senso del dovere nei confronti dei sardi che esigono risposte e governabilità. “Non accetto le provocazioni di chi tenta di far passare il nostro movimento come un movimento locale, leggendo statuti vecchissimi, che niente hanno a che fare con il movimento di oggi”. E ha aggiunto: “Se c’è la Lega vuol dire che c’è coscienza e volontà di superare ricette antiquate, di una cultura demagogica e clientelare, per passare da una regione assistenzialista a una regione liberale in cui ci sia uguaglianza tra diritti e doveri”.

Giovanni Satta (vice capogruppo Psd’Az) ha affermato di aver sentito solo molta retorica e ha sottolineato che il voto favorevole della Sardegna alla Conferenza Stato-Regioni è stato un voto politico. Le uniche regioni che hanno votato contro erano governate dal centrosinistra. Satta ha sottolineato che è un iter ancora all’inizio. Sul Piano casa, ha aggiunto poi, “sia quello che volete voi sia quello che vogliamo noi non si può realizzare perché c’è il Ppr e perché il Governo non ci consente il confronto sul Ppr”. Sulla sanità ha ricordato l’accordo che ha trasferito le spese in capo alla Sardegna. E sui rapporti tra Presidente della Regione e Consiglio e, in particolare, “sull’umiliazione del Consiglio” ha aggiunto: “Non me ne vogliano il presidente Solinas, Ugo Cappellacci e Francesco Pigliaru”, ma, “purtroppo è frutto della legge elettorale che consente al Presidente di fare alcune cose senza il coinvolgimento del Consiglio”. Satta ha annunciato il voto contrario del Psd’Az. Il decreto Calderoli ha appena iniziato il suo iter che durerà mesi, ha detto, e sarà importante la definizione dei Lep e il nuovo confronto con le Regioni. Satta ha concluso affermando che l’autonomia differenziata era già prevista in Costituzione.

Eugenio Lai (capogruppo Alleanza Europa Verde – Sinistra – Possibile – Art.1)  ha affermato a nome del Gruppo di Alleanza rossoverde “voterà la piena sfiducia a una delle peggiori Giunte che la regione Sardegna abbia mai avuto”. La mozione di sfiducia è la sommatoria di un giudizio generale complessivo negativo che hanno la minoranza e i cittadini “su lavoro che avete portato avanti in questi quattro anni”. E ha aggiunto che è inutile che la maggioranza continui ad accusare la precedente Giunta. Sull’autonomia differenziata, Lai ha aggiunto che il presidente Solinas e l’assessore Doria si sarebbero dovuti presentare in Aula e coinvolgere il Consiglio e le parti sociali. Per Lai c’è stata una delegittimazione del Consiglio regionale. E ha aggiunto che la minoranza non è disponibile a barattare il principio di insularità con il principio dell’autonomia differenziata. Il consigliere ha giudicato fallimentare anche la gestione della sanità: “I sardi non riescono a curarsi”. Lai ha concluso affermando che la maggioranza deve assumersi le proprie responsabilità sui fallimenti relativi al governo della sanità, dell’agricoltura, dei trasporti, dell’energia. Ha, infine, esortato la maggioranza e il Presidente “ad andare a casa per migliorare le sorti dei sardi, perché anche i nostri figli hanno diritto a sperare in un futuro migliore e voi non siete stati in grado di darglielo”.  

Il presidente Pais ha dato la parola al presidente della Regione Christian Solinas che ha sottolineato la portata strumentale del dibattito in Aula. Per Solinas “c’è il tentativo di usare il tema dell’autonomia differenziata come grimaldello per cercare di forzare la mano rispetto a processi, piuttosto fisiologici, di riposizionamento naturale di consiglieri regionali, di forze politiche e di assetti di governo”.  E ha aggiunto di uscire da questo dibattito con sentimenti contrastanti: “Da un lato rinfrancato sul fatto che questa formula di governo governerà per i prossimi 15 anni, perché si trova davanti un’opposizione senza verità e senza progetto”. Sul tema dell’autonomia differenziata ha evidenziato che, se fosse realmente quel mostro che attenta all’unità nazionale del Paese, non sarebbe stato approvato dal Consiglio dei Ministri, non avrebbe avuto il parere ampiamente favorevole nella Conferenza Stato-Regione, e che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, garante della Costituzione, non avrebbe approvato i disegni di legge delega per le disposizioni dell’attuazione dell’Autonomia differenziata. Solinas ha anche ricordato che l’autonomia differenziata è prevista nell’articolo 116 della Costituzione e che il Psd’Az è il più antico partito federalista d’Europa.

Solinas si è lamentato “del decadimento e del degrado del rispetto istituzionale che ho registrato oggi. Nemmeno nella stagioni più buie della storia autonomistica, gli scontri avvenuti in maniera aspra hanno mai investito le istituzione autonomistiche con una personalizzazione degli attacchi senza precedenti, che oramai fanno parte di una sintassi consolidata di alcune forze politiche”. Per il presidente della Regione non si possono affrontare temi seri con filastrocche, che citino tra l’altro persone al di fuori di quest’aula che hanno o hanno avuto ruoli istituzionali e ai quali è dovuto il rispetto. Il presidente ha ricordato, inoltre, che il parere reso in sede di Conferenza Stato-Regioni è di competenza del presidente della Regione. E sulle continue accuse a lui rivolte di essere assente durante le sedute del Consiglio, Solinas ha spiegato: “Viviamo in un ordinamento giuridico regionale che prevede la separazione delle competenze e la doppia legittimazione popolare. I presidenti di Regione hanno una legittimazione popolare in forza del voto disgiunto, autonoma e distinta dalla legittimazione popolare del Consiglio regionale. Entrambi hanno il diritto e la possibilità di far cadere l’altro”. Solinas ha ricordato di aver portato alla Sardegna risorse maggiori a vantaggio dei sardi: 1 miliardo e 600 milioni in investimenti per opere, 380 milioni in meno di accantonamenti all’anno e 100 milioni di anticipazioni rispetto ai maggiori costi dell’insularità. Risorse che hanno consentito di approvare le leggi omnibus che hanno coinvolto tutti i consiglieri. “E quindi se il presidente non era in quest’aula – ha detto – era a sottoscrivere gli accordi nell’interesse della Sardegna per aumentare le entrate di quest’Isola”. Solinas ha anche ricordato di aver deciso di impugnare la norma della Finanziaria nazionale che non prevedeva somme congrue per compensare i problemi della continuità territoriale connessa all’insularità. Il presidente ha concluso che questa mozione verrà bocciata perché presentata dalla peggiore minoranza della storia dell’Isola.

Sull’ordine dei lavori è intervenuto Daniele Cocco (Alleanza Europa Verde – Sinistra – Possibile – Art.1) per esprime solidarietà al sindaco di Bultei, Daniele Acca, vittima di minacce e intimidazioni. Cocco ha chiesto chiarezza sulle assunzioni di Forestas. Il presidente Pais ha espresso la solidarietà di tutto il Consiglio regionale al sindaco di Bultei, auspicando se si metta fine a questi gravi atti intimidatori contro gli amministratori locali.

Gianfranco Ganau (Pd) ha specificato di non essere contro l’autonomia differenziata, ma contro questo provvedimento e ha ribadito che sia fondamentale definire i lep e i costi standard, che sono differenti tra regioni, e introdurre un piano di perequazione. L’insularità, ha detto, non è la soluzione di tutti i mali e credo che sia a rischio la nostra specialità. Per Ganau il presidente Solinas non riconosce il ruolo del Consiglio. Credo che siamo di fronte al peggiore governo regionale dell’autonomia, ha concluso.

Giovanni Satta (Psd’Az) ha chiesto cinque minuti di sospensione.

Alla ripresa dei lavori è intervenuto per dichiarazione di voto Francesco Agus (Progressisti) che ha espresso voto favorevole ricordando che la spesa della regione è ferma e così anche le opere pubbliche. Contrario Stefano Tunis (Misto), che ha esortato l’Aula a non mettere sullo stesso piano l’autonomia differenziata e l’autonomia speciale della Sardegna perché stiamo parlando di leggi di rango diverso e ha affermato l’importanza di affidare il compito di lavorare per l’attuazione del principio di insularità alla delegazione parlamentare sarda. Favorevole alla mozione, Massimo Zedda che ha criticato il discorso del presidente Solinas e definendo molti passi dell’intervento “pocchezze”.  Favorevoli anche Giuseppe Meloni, Salvatore Corrias e Piero Comandini (Pd), che hanno sottolineato come il  problema non sia nel contenuto del disegno di legge, ma il metodo utilizzato che ha svilito il Consiglio. Comandini ha sottolineato che la maggioranza non è riuscita a risolvere i problemi della Sardegna e che l’Isola ha la peggior maggioranza e il peggior presidente della storia della Sardegna. Favorevole anche Laura Caddeo (Alleanza Europa Verde – Sinistra – Possibile – Art.1), che ha parlato di “interruzione di un processo democratico”. (eln)

Voto contrario ha annunciato Michele Cossa (Riformatori): «Questa discussione ha deviato rispetto all’oggetto della mozione. Meglio avrebbe fatto l’opposizione a presentare una mozione di sfiducia sull’intero operato della Giunta. La discussione sull’autonomia differenziata è solo all’inizio, non c’è niente di deciso, il provvedimento deve essere ancora discusso ed esitato dal Parlamento». Sul disegno di legge Calderoli, Cossa ha sottolineato: «E’ stato importante inserire il principio di insularità. C’è un elemento di trattativa con il Governo. Ricordo che questa giunta ha impugnato la legge Finanziaria del governo per la carenza delle risorse assegnate alla Sardegna».

Desirè Manca (M5S) ha ribadito il suo giudizio negativo sull’azione della Giunta: «Sentire il presidente Solinas dire che siamo la peggior opposizione della storia dell’autonomia è per noi un onore».

Il capogruppo della Lega Michele Ennas ha ribadito il voto contrario alla mozione di sfiducia: «L’autonomia differenziata non è nulla di catastrofico – ha detto Ennas – si sta cercando di strumentalizzare l’argomento».

Roberto Li Gioi (M5S), chiamato in causa a più riprese per il contenuto del suo intervento, ha replicato: «Difendo con fierezza ciò che ho detto e confermo il mio voto favorevole alla mozione di sfiducia» per il

Il capogruppo dei Cinque Stelle Alessandro Solinas ha annunciato il voto a favore del suo gruppo: «La calma serafica del Presidente Solinas è stata oggi turbata dagli interventi della minoranza, ciò dimostra che è allergico al confronto non solo con le opposizioni ma con la sua stessa maggioranza».

Marco Tedde (Forza Italia) ha criticato l’azione della minoranza: «Non so se questa è la peggiore opposizione della storia autonomistica – ha detto Tedde – di sicuro oggi ha avuto uno scivolone: è riuscita a compattare la maggioranza. La verità è che la mozione proposta, se fossimo in un aula giudiziaria, sarebbe giudicata inammissibile».

Diverso il giudizio di Maria Laura Orrù (Alleanza Europa Verde – Sinistra-Possibile Art1): «Noi avremmo pure sbagliato ma voi non avete governato l’Isola – ha detto Orrù – il presidente Solinas oggi ha dimostrato di non avere una visione strategica».

Gianfranco Ganau ha concluso le dichiarazioni di voto annunciando quello a favore della mozione del Partito democratico: «Il presidente Solinas ha difeso il voto al disegno di legge sull’Autonomia differenziata anche quando non era stato ancora inserito il principio di insularità. Questo ci basta, abbiamo raggiunto il nostro obiettivo».

L’Aula è quindi passata alla votazione della mozione, per appello nominale, che è stata respinta con 36 voti contrari, 21 favore e uno contrari.

Per fatto personale è intervenuto il consigliere Franco Stara: «Il consigliere Li Gioi è andato in confusione ha parlato di taxi, di Italia Morta, di Azione e dell’ex senatore Cucca – ha detto Stara – dovrebbe sciacquarsi la bocca. Non è modo di condurre un dibattito, io non ho mai attaccato nessuno. Non si possono sentire questi discorsi in quest’Aula».

Il presidente Pais ha quindi dichiarato chiusa la seduta. Prossima riunione il 4 aprile alle 16. All’ordine del giorno il DL 375 “Ratifica dell’intesa tra le regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano per l’istituzionalizzazione della Conferenza delle regioni e delle province autonome”. (psp)

 

Condividi: