Nota stampa della seduta n. 239

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVI Legislatura

Ufficio Stampa

Nota stampa della seduta n. 239 Antimeridiana

Martedì 14 marzo 2023

Esame della richiesta n. 4 di convocazione straordinaria del Consiglio regionale ai sensi dell’articolo 54 del Regolamento (Li Gioi e più) sul riconoscimento dell’autonomia differenziata per le regioni ordinarie

Esame della mozione N. 628 (Cossa e più) sulla necessità di coniugare il processo di attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni ordinarie con il principio di insularità

Esame della mozione N. 637 (Caddeo e più) sulla mancata convocazione del Consi­glio regionale sul tema dell’Autonomia differenziata

Esame della mozione (Ennas e più) sulla necessità di supportare l’azione di governo regionale per il miglioramento del disegno di legge recante “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle regioni a statuto ordinario”

Il Consiglio regionale proseguirà i lavori alle 16

Cagliari, 14 marzo 2023 – La seduta del Consiglio si è aperta alle 10.55. All’ordine del giorno il tema del riconoscimento dell’autonomia differenziata per le regioni ordinarie. Dopo le formalità di rito, il presidente Michele Pais ha dato la parola al consigliere di Leu Daniele Cocco che, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha chiesto lumi sul rinvio della seduta congiunta delle commissioni Prima e Quarta, prevista per domani, sulle assunzioni di Forestas. A Cocco ha risposto il presidente della Quarta Commissione Giuseppe Talanas: «Non è dipeso da me, ho sconvocato la mia commissione perché è stata rinviata quella dalla Prima. La mia commissione è pronta a riunirsi anche domani». Michele Ennas (Lega) ha chiarito che la decisione di sconvocare le commissioni è dovuta alla previsione del protrarsi dell’odierna seduta del Consiglio a domani: «E’ solo questo il motivo del rinvio della seduta congiunta delle Commissioni. Non passi il messaggio che la colpa sia del presidente della Prima Commissione». E proprio il presidente della Commissione “Autonomia” Andrea Piras ha chiarito: «E’ vero, la mia commissione era convocata per mercoledì. Ho deciso di rinviarla, come ha detto il collega Ennas, perché ci è stato detto che i lavori del Consiglio sarebbero proseguiti anche domani. Siamo disponibili a riconvocarla quanto prima».

Il presidente del Consiglio Pais ha quindi dato la parola al consigliere Michele Cossa per illustrare la mozione n.268 “sulla necessità di coniugare il processo di attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni ordinarie con il principio di insularità”. «L’autonomia differenziata è il tema più importante dell’agenda politica nazionale – ha esordito Cossa – riguarda le regioni ordinarie ma con riflessi importanti per quelle speciali. Io sono un regionalista convinto e credo, come diceva Tocqueville, che la parcellizzazione del potere è la migliore garanzia per la tenuta democratica degli Stati. E’ questa la scelta fatta dall’Assemblea Costituente, rafforzata nel 2001 dal terzo comma dell’art 116 che riconosce alla regioni a statuto ordinario maggiori forme di autonomia». L’esponente dei Riformatori ha quindi ricordato l’evoluzione del dibattito sull’autonomia: «Nel 2017 due regioni italiane, la Lombardia e il Veneto hanno avviato un processo per chiedere il riconoscimento dell’autonomia differenziata attraverso un referendum – ha ricordato Michele Cossa – a queste si aggiunse successivamente anche l’Emilia Romagna. In quel periodo in Sardegna nacque il movimento per il riconoscimento del principio di insularità in Costituzione. La concomitanza non è causale, la ragione era impedire che richieste di regioni ricche come la Lombardia, il Veneto e l’Emilia penalizzassero la Sardegna e le altre regioni insulari. Questo principio è entrato in Costituzione. L’autonomia differenziata è una grande sfida ma anche un rischio se non si garantiscono a tutte le regioni le stesse condizioni di partenza». Secondo Cossa: «Il principio di insularità mette tutte le regioni sullo stesso piano, ma deve essere applicato. Il disegno di legge Calderoli richiama tutti i principi contenuti nell’articolo 119 della Costituzione tranne il principio di insularità: questo non è accettabile. Non si può non tenere conto di un principio che non chiede privilegi o assistenzialismo, ma la garanzia di pari opportunità. Voglio pensare che sia stata una svista da parte del Governo. Spetta a noi ricordargli che il principio esiste e non dobbiamo permettere che sin dall’inizio della sua vigenza venga ignorato da Governo e dal Parlamento». Per il consigliere di maggioranza occorre stare attenti anche a quello che sta succedendo in Europa sulle politiche insulari. «Il governo italiano deve stare in guardia – ha ammonito Cossa – la sua posizione può diventare determinate per l’attuazione del patto delle Isole approvato il 7 giugno del 2022. Comunque la si pensi sull’autonomia differenziata, credo che non dobbiamo rinunciare a pretendere dal Governo che qualunque cosa succeda ci sia un preciso richiamo al sesto comma dell’articolo 119 della Costituzione». L’on. Michele Cossa ha quindi concluso il suo intervento rivolgendo un invito al Consiglio perché raccolga l’appello di oltre 100 sindaci, dei sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl, di tutte le associazioni di categoria: «Ci chiedono di assumere una posizione unitaria e ferma in difesa del principio dell’insularità in modo che venga inserito nella legge sull’autonomia differenziata».

Ha quindi assunto la presidenza, il vicepresidente Giovanni Antonio Satta che ha dato la parola alla consigliera Laura Caddeo per l’illustrazione della mozione n.637 “Sulla mancata convocazione del Consi­glio regionale sul tema dell’Autonomia differenziata”.

«Questo disegno di legge sarà una sciagura – ha detto Caddeo – sarà la fine della coesione nazionale che è andata avanti dall’approvazione della Costituzione ad oggi, anche in momenti tragici della nostra storia. Eppure si affronta con totale irresponsabilità una riforma di questa portata, che produrrà un sistema impazzito di regioni che potrebbero richiedere l’autonomia differenziata o no. Una situazione di confusione totale. Eppure la Sardegna esprime parere favorevole senza consultare il sistema degli enti locali e il Consiglio regionale. Il disegno di legge Calderoli rischia di creare una spaccatura tra nord e sud, amplificando le diseguaglianze e producendo una concorrenza insana tra le regioni». Per l’esponente di Leu, la riforma proposta dal Governo «va contro i principi di collaborazione e solidarietà tra le Regioni e rischia di ledere diritti fondamentali come quello allo studio. L’iniziativa delle regioni ricche sottrarrà molte risorse al bilancio della pubblica istruzione. Questa legge consentirà di determinare i programmi di studio, il reclutamento personale e addirittura le retribuzioni. C’è il rischio di una regionalizzazione dei fondi per il diritto allo studio, anche quello universitario. C’è abbastanza per opporsi e mobilitarsi. Il pericolo è che vengano meno i principi costituzionali di perequazione e di equa distribuzione delle risorse tra le regioni». (Psp)

Dopo l’on. Caddeo ha preso la parola l’on. Ennas (Lega), che ha detto: “Non è veritiero che ci sono rischi da parte del governo, amico o nemico che sia considerato. L’approccio che oggi occorre è un percorso che tenga tutte le forze politiche assieme e vorrei che si evitasse la polemica gratuita e sterile. Da parte nostra non c’è volontà di ledere i diritti di nessuno”.

A seguire l’on. Maria Laura Orrù (Rosso verdi) ha esordito dicendo che “il metodo adottato rispetto a un tema così importante è sbagliato e offensivo. State relegando la Regione alla serie B in un’Italia disunita e disuguale. A riforma compiuta avremo un’autonomia depotenziata, pur essendo rimaste in piedi tutte le ragioni che ne determinarono la specialità. Sarebbe stato opportuno esercitare l’autonomia anziché vedervi appiattiti davanti all’idea di centrodestra, non solo della Lega, di dividere l’Italia in due facendo dal governo e svilendo la funzione parlamentare. Se questa norma sarà approvata le disparità da nord e sud del Paese aumenteranno perché i servizi offerti non saranno uguali in tutta Italia”.

Per l’on. Ignazio Manca (Lega) “l’autonomia differenziata deriva da una riforma fortemente voluta dal centrosinistra nel 1999. Cominciamo dunque a chiarire chi ha messo mano al titolo Quinto della Costituzione e che cosa definisce la riforma in esame in tema di autonomia legislativa alle regioni. Non è vero che si toglie al Sud per dare al Nord perché l’articolo 8 al punto 3 chiarisce bene che il nostro Statuto speciale non è a rischio e con esso la nostra autonomia”.

Dai banchi del Pd l’on. Piero Comandini ha detto che è curioso che il presidente della Regione abbia trovato il tempo di andare dal sindaco Truzzu e non di venire qui a spiegare perché ha messo la sua firma su questa legge. Non basta mettere una spillina con i quattro mori sulla giacca per essere autonomisti”. Poi il nuovo segretario del Pd ha proseguito: “Se una nuova stagione autonomistica deve iniziare, allora inizia qui. E inizia sulle politiche della scuola, della sanità e della società sarda tutta. Non ci fidiamo invece di ministri che dicono che la nostra autonomia è stata alimentata da fichi secchi: li mangi il ministro i fichi secchi. La nostra autonomia è stata costruita col sangue di chi ci ha preceduto e non ci guideranno gli autonomisti dell’ultima ora che pensano soltanto a fare più ricco chi è già più ricco”.

Il presidente Pais ha letto una comunicazione del ministro Calderoli: “Per quanto riguarda l’articolo 116 terzo comma approvato il 2 febbraio 2023 su cui ha espresso parere la conferenza unificata, lo schema del disegno di legge fa espresso riferimento ai principi contenuti in costituzione che dovranno ispirare i singoli processi di autonomia differenziata. Tali principi ricomprendono anche il tema dell’insularità, a maggior ragione dopo la modifica del 119 della Costituzione che ha inserito l’insularità nella Carta. Si tratta peraltro di un tema che merita un esplicito riferimento nel disegno di legge e promuovo una modifica nel corso dell’esame parlamentare in modo da inserirlo nella nuova legge sull’autonomia differenziata”.

Ha preso poi la parola Alessandra Zedda (Forza Italia), che ha detto: “Credo che il governo intenda riequilibrare il Paese ma questo non significa che sia il bene assoluto per la nostra regione. Non possiamo scandalizzarci davanti a tutto questo ma non mi è piaciuto il sì della Regione all’intesa con lo Stato senza il coinvolgimento del Consiglio regionale e dei parlamentari sardi”. Sull’autonomia della Sardegna l’oratrice ha detto: “Probabilmente abbiamo sbagliato qualcosa pure noi (riferendosi all’attività del Consiglio regionale nelle legislature ndr), non solo Roma ha sbagliato. Stiamo parlando del futuro di questa regione ma anche del presente”.

A seguire l’on. Massimo Zedda (Progressisti), che ha denunciato “la totale assenza di confronto del Consiglio con il presidente della Regione, e non è la prima volta. E’ la prima volta che il presidente della Regione non sente nemmeno il bisogno di confrontarsi con i parlamentari”. Per l’oratore “sono noti i divari tra Sardegna e Sicilia da una parte e dall’altra il resto del Paese, specie il Nord, che beneficiano dei nostri laureati e delle risorse spese da noi per farli studiare”.

Dai banchi della Lega il consigliere Andrea Piras ha detto che “l’apertura chiara del ministro Calderoli sul principio di insularità deve essere il punto di partenza della nostra discussione. La partita che si gioca riguarda l’energia e la fiscalità, l’elezione degli europarlamentari sardi e tanti altri temi che ruotano intorno all’insularità e al suo inserimento dentro la legge che disciplinerà l’autonomia differenziata”.

Per Cinque stelle l’on. Michele Ciusa “è palese che voi abbiate scelto di anteporre ragioni di partito alla questione sarda, tradendo i sardi e le loro esigenze. Voi state istituzionalizzando la diseguaglianza nel nostro Paese. Altro che governo di patrioti. Per questo porteremo al governo nazionale le nostre rivendicazioni, dobbiamo pretendere un ruolo da protagonisti che dia vantaggi alle comunità della Sardegna. Invece avete scelto di firmare una cambiale in bianco al governo Meloni”. (c.c.)

Il consigliere di Forza Italia Marco Tedde si detto convinto che la discussione sull’autonomia differenziata sia un momento importante per l’autonomia sarda e, per questo, sarebbe un errore dividersi senza ricercare un punto di unione, soprattutto perché per la Sardegna potrebbe trattarsi dell’ultimo treno. Il procedimento seguito dal governo regionale, ha ricordato Tedde, è apparso inappropriato perché in effetti c’era tutto il tempo per riflessioni, emendamenti e proposte in materia di insularità, lo hanno fatto altri che hanno chiesto un rinvio come Anci e Upi e potevamo farlo anche noi, tuttavia niente è perduto perché ci sarà modo di nel testo spazi opportuni per l’inserimento dell’insularità che richiede norme precise per dare gambe e strumenti su molte materie a cominciare dalla continuità territoriale. Quello di Calderoli, secondo il consigliere, non è un progetto eversivo ma piuttosto attuativo di principi costituzionali vigenti e anche per questo la Sardegna deve ragionare in modo unitario, coinvolgendo i parlamentari e tutta la società sarda. Per quanto riguarda le istituzioni regionali ed in particolare il Consiglio, ha aggiunto Tedde, già il 12 ottobre del 2022 è stato approvato un documento che impegnava la Giunta a costituire un organismo di supporto tecnico-giuridico alla commissione insularità, questo organismo ancora non c’è e non c’è tempo da perdere.

Per i Progressisti il consigliere Gianfranco Satta ha ricordato che quello sulla autonomia differenziata è il più grave ritardo istituzionale del quale si è macchiata la maggioranza ai danni delle stesse istituzioni e della società sarda, perché di per se l’autonomia differenziata non è uno strumento sbagliato ma a certe condizioni: equilibrio, riconoscimento delle specificità in un quadro armonico con differenziazioni in un quadro omogeneo di sviluppo dei territori. E qui, ha affermato Satta, arrivano i dubbi del testo attuale, in primo luogo perché se le Regioni ordinarie possono avere autonomia senza contrappesi di equità non si capisce quale differenza resti con le speciali, e poi perché si riduce complessivamente il ruolo di intervento dello Stato nelle diseguaglianze territoriali e il Lep non bastano per colmare le differenze, che anzi rischiano di diventare più profonde. Nelle stessa relazione del testo, ha detto in conclusione l’esponente dei Progressisti, si dice che i Lep sono determinati partendo dallo stato attuale e non dal reale fabbisogno e quindi in pratica si prende atto di uno spazio vuoto che si è deciso di non colmare, ad esempio, con una analisi costi-benefici.

Parlando a nome di Forza Italia Emanuele Cera si è soffermato sull’unità raggiunta dal Consiglio in occasione di riforma che ha portato al riconoscimento costituzionale dell’insularità, che non è fatto geografico ma l’affermazione di un grande principio, sancito dall’art.119, che impegna la Repubblica a colmare gli svantaggi delle isole. L’autonomia differenziata, in effetti, sorvola su questo dato e le rassicurazioni del Ministro non bastano perché serve un impegno più profondo, per rispondere all’aspirazione del popolo che vuole finalmente essere protagonista del proprio destino. E’ necessaria dunque la massima condivisione, ha aggiunto Cera, cosa diversa da “dire signorsì”. Noi, come Forza Italia, abbiamo sempre sostenuto lealmente la coalizione ma chiediamo altrettanto rispetto; abbiamo sempre difeso le ragioni dei sardi anche con ricorsi giudiziari vittoriosi come per la vertenza entrate, costringendo il governo Monti a riconoscere alla Sardegna un primo miliardo, e abbiamo criticato la “patacca” che il centro-sinistra accettò dal governo Renzi non solo rinunciando ai ricorsi ma addirittura ai benefici di quelli già vinti, un danno da quasi 4 miliardi. Il parere espresso dalla Giunta nella conferenza Stato-Regioni, ha concluso Cera, per noi significa un sì al dibattito e in questo dibattito vogliamo inserirci a tutto campo con le nostre proposte, ripartendo da una nostra conquista come l’insularità.

Per il M5S Roberto Li Gioi, rivolto al presidente Pais, lo ha criticato duramente per aver chiesto al Consiglio una posizione unitaria sull’autonomia differenziata che invece, per la nostra Isola, avrebbe conseguenze fortemente negative, nonostante dichiarazioni concilianti del Ministro. A suo avviso la Giunta ha agito con disarmante faciloneria dicendo pure bugie sull’ordine del giorno della conferenza Stato-Regioni, dimostrando nello stesso tempo sudditanza al “padrone leghista” ed una prepotenza stile “marchese del Grillo”, e soprattutto determinando una frattura istituzionale gravissima. Sull’autonomia differenziata, ha assicurato, non accetteremo da chi è in caduta libera nuovi arroccamenti “nella Padania”, così come non accetteremo di essere presi in giro con la imbarazzante convocazione del Consiglio regionale per oggi dopo il silenzio sulla nostra richiesta del 2 febbraio scorso, presentata da tutte le opposizioni. Respingeremo, ha concluso, questa “deriva barbarica” e difenderemo solo i sardi.

Giovanni Antonio Satta (Misto) ha sostenuto che il progetto dell’autonomia differenziata ha avuto purtroppo la “solita” e banale accoglienza del “no a tutto, è tutto sbagliato” mentre, casomai, l’errore è alle origini della riforma costituzionale, in ogni caso, non si può avere un pregiudizio rispetto ad una riforma che prevede un iter complesso e di lunga applicazione, con il coinvolgimento di governi, ministeri e Regioni, prima dell’intesa che dovrà essere approvata a maggioranza assoluta dalle camere. Il tema, ha proseguito, è importante per gli effetti che potrà avere su tutte le Regioni e per la Sardegna è una grande opportunità da non perdere, rispetto ad uno Stato inefficiente, incapace di rispondere alle grandi domande della competizione globale e del nuovo sviluppo, e indubbiamente una nuova stagione di autonomia contribuirebbe in positivo alla costruzione di uno Stato più moderno; allo stesso modo la riforma piò essere una grande occasione anche per le Regioni speciali, in particolare per la Sardegna che potrebbe superare storiche difficoltà della politica e della società e cominciare il suo cammino verso una vera autonomia, fondata sul riconoscimento dell’insularità; problemi come infrastrutture, gap energetico e continuità territoriale, ora di competenza dello Stato, richiedono una azione forte della Sardegna per recuperare il divario con le altre Regioni e possono rappresentare finalmente la vera applicazione dello Statuto, una nuova “Carta De Logu” fondata su sovranità, autogoverno e autodeterminazione.

Il consigliere del Psd’Az Domenico Gallus ha sottolineato positivamente il ritorno del tema autonomistico nell’agenda politica della Regione, dopo tanti tentativi andati a vuoto (a causa di divisioni interne) di avviare riforme fondamentali. A suo avviso, inoltre, sono rimasti per troppo tempo in disparte temi come la soggettività internazionale ed europea delle Regioni speciali che avrebbero consentito ben altra partecipazione e decisioni strategiche di grande interesse. In altre parole, ha continuato Gallus, lo Statuto ha mostrato limiti e debolezze, ed ora serve un grande progetto di riforma federale che parta dalla Sardegna e riservi allo Stato solo poche materie, per tre fondamentali motivi: storia, identità e insularità; questo cambiamento potrebbe davvero rimuovere le cause del nostro sottosviluppo, derivanti da dimensioni geografiche e demografiche, distanze, fattori climatici, capacità di attrarre investimenti, energia, infrastrutture, sanità e trasporti. Si deve partire da qui, ha suggerito infine Gallus, con un nuovo sistema federale in grado di superare la vecchia specialità e stipulare un nuovo contratto con lo Stato, quello che ha sempre sostenuto il Psd’Az forte degli insegnamenti di un grande federalista come Giovan Battista Tuveri che diceva: “Un’ isola non può prosperare se non si governa da se”.

Per il M5S Desirè Manca ha attaccato frontalmente il Governatore Solinas per il suo silenzio su un argomento così importante per la Sardegna, ennesimo atto contro i sardi con il quale ha consuma il suo tradimento nei confronti del popolo, attraverso il suo assessore più fidato che, messo di fronte alle sue gravissime responsabilità, non ha trovato di meglio che la solita scusa “dell’ultimo momento”, senza accorgersi che in realtà con la firma di quella proposta di legge ha calpestato la democrazia e ha “venduto” la Sardegna. Nello stesso tempo la Manca ha criticato con fermezza, anche il presidente del Consiglio Pais che, nonostante la richiesta di convocazione proveniente dai partiti di opposizione per discutere proprio di autonomia differenziata, forse anche lui sorpreso dal “blitz” di Solinas, non ha fatto fa niente pensando di avere tempo, e invece tempo non ce n’era perché Doria ha obbedito all’ordine superiore. Ma il problema è politico, ha detto ancora l’esponente del M5S: dopo quattro anni nei quali sono state avvalorate tutte le “porcate” di Solinas adesso la maggioranza cosa dice? Non se la può cavare riferendosi al discorso sul metodo; forse qualcuno comincia a prendere le distanze ma molto lentamente perché si avvicinano le elezioni. Non c’è più dignità, ha concluso, si continua a fare finta di niente senza il minimo atto di coraggio.

Dopo quest’ultimo intervento, il presidente ha chiuso la seduta riconvocando il Consiglio per le ore 16.00.

(Af)

 

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